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Why the hell am I still alone?


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Francamente non ci trovo nulla di male nel parlare di te.

Quantomeno nel parlare delle cose di te che traspaiono dai tuoi interventi.

E soprattutto se hanno a che fare con la mia risposta

alla domanda che dà il titolo alla discussione.

 

Se preferisci posso parlare di @FreakyFred,

ma ho visto che già @@Aquarivs trova l'argomento interessante

e non volevo togliergli il gusto di fare un po' di "name-dropping" :D

 

Di Aquarivs non parlo, perché trovo che si senta un po' (poco) più a suo agio con la sua condizione

("agio" dovuto al fatto che pure nell'atteggiamento non buono, comunque si ritiene un bel ragazzo e non si deprime troppo)

né parlo di @@korio o @@coeranos perché percepisco che abbiano entrambi l'atteggiamento giusto.

Peraltro Coeranos è davvero oggettivamente bruttino, ma se abitasse qui a Padova avrebbe la fila di bei ragazzi.

 

Mi rimane FreakyFred di cui parlare: non è né bello né ha un buon carattere;

anche se visto superficialmente fa un'ottima impressione a causa della sua intelligenza.

Argomento questo - l'intelligenza - che viene sempre trascurato nei ragionamenti.

E quando dico "un'ottima impressione" non mi riferisco al banale "lo vorrei come amico"

(che è praticamente un'offesa...) intendo proprio "se avesse la giusta maturità emotiva, farebbe il botto".

 

Molti ragazzi che conosco in internet non sanno nulla del proprio potenziale.

Vogliono piacere per cose che non hanno e si preoccupano di cose futili.

E danno anche l'impressione che se si rendessero conto di quello che valgono,

muterebbero la loro depressione in arroganza ottenendo lo stesso risultato...

 

I ragazzi vogliono solo una cosa da noi. Stare meglio con noi rispetto a quando erano soli.

E ovviamente questi "ragazzi" siamo anche noi e vogliamo le stesse cose.

Liquidare i miei consigli con la frase "Dai sempre gli stessi consigli"

è un atteggiamento stupido più di quanto non sia stronzo.

 

Cercare di umiliarmi su un forum è totalmente inutile.

Potrebbe essere produttivo di fronte ai miei amici, invece.

("Cavoli, ha umiliato Enrico! Deve essere un vero fico! Lo sposerò, lui è il vero Alfa!")

Tant'è vero che se ci provate dal vivo farei il vostro gioco, pur di rendermi utile.

 

Prendete da queste discussioni virtuali quello che vi possono dare:

se parlate di impianti elettrici, ascoltate un elettricista.

E se parlate di "relazioni gay", ascoltate me.

Avete tutti almeno un paio di campi nei quali siete più competenti di me.

E se vi sono antipatico, prestate attenzione a @conra65.

(Che - pur essendo per altre questioni un pazzoide -

emotivamente ha l'atteggiamento giusto)

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Veramente io ho detto che "cercherò di fare tesoro dei tuoi consigli", quindi non ho liquidato un bel niente. Noto una certa ripetitività nel fatto che ripeti spesso, per esempio, che da quando avevi dodici anni non sei quasi mai stato da solo etc. etc., ma in fondo ognuno scrive quel che vuole, e senza di te il forum sarebbe indubbiamente più noioso.

 

E, anche se fossi stato liquidatorio, sarebbe nel mio diritto; com'è nel diritto di altri avere atteggiamenti liquidatori che hanno (in questa discussione come in altre), essendo questo un forum di discussione e non un seminario gestito da un comitato di studiosi incaricati di valutare le opinioni espresse.

 

Continuo a non capire cosa c'entri questa panoramica sulle caratteristiche fisiche e psichiche dei forumisti con l'argomento della discussione.

 

In realtà, come chiunque può capire, non c'entra niente: però è stato un bel pretesto per dare una serie di giudizi sugli altri (tutti positivi, più o meno, almeno in apparenza, perché in realtà hai cucito addosso a tutti loro dei bei vestitini) così che dare a me dello stronzo, oltre che dello stupido, possa fare più effetto.

 

Contento tu di avermelo dato, contenti tutti; la cosa non mi tange minimamente.

 

Mi sembra che tu ambisca ad essere considerato l'autorità definitiva in materia di relazioni gay: te la riconosco volentieri, se ti fa piacere.

 

Almeno, però, risparmiati, in questa discussione come in altre, atteggiamenti vittimistici ("cercare di umiliarmi su un forum è totalmente inutile"), soprattutto se li usi come un piccolo piedistallo per tranciare giudizi, anche insultando, su altre persone. Anzi, che te lo dico a fare di risparmiarteli? So già che non lo farai, che è un tuo modo tipico di entrare nelle discussioni, di rigirarle come ti fa più comodo, perché ti piace menare le mani (ostentando magnanimità, generosità e quant'altro), forumisticamente parlando, facendo la vittima. Non che la cosa mi tocchi: Primo, perché di persone così ne ho già conosciute, e dal vivo, e so come si comportano, cosa c'è dietro ai loro giudizi. Secondo, perché del tuo giudizio (a differenza, forse, di altri forumisti) non m'importa nulla (anzi, non m'importa nulla del giudizio di nessuno: sono abbastanza maturo da avere idee ormai relativamente solide su di me, nel bene come nel male, e sebbene tenga di più al giudizio di chi stimo e stima me, considero tutte le opinioni, compresa la tua, degne di essere prese in considerazione, quale che ne sia la motivazione); è solo che trovo la cosa seccante.

 

Ora, nel ripromettermi di abbandonare quest'inutile schermaglia, aspetto di leggere altri commenti, anche se so che, essendo i tuoi i più autorevoli di tutti, non potranno che essere di livello inferiore.

Edited by privateuniverse

Si tratterebbe semplicemente di esprimere punti di vista su quanto scritto nell'articolo, punti di vista peraltro estremamente personali. Si potrebbe fare in estrema libertà, se non ci fosse una diffusa tendenza a esprimere giudizi sulle vite e le emozioni degli altri.

E SI', si può fare di parlare di esprimere discordanza su un argomento senza offendere e giudicare.

Ovviamente non è alla portata di tutti... Mi sa che la prossima volta intervengo solo in topic in cui si parla del tempo.

 

E se vi sono antipatico, prestate attenzione a @conra65.

(Che - pur essendo per altre questioni un pazzoide -

emotivamente ha l'atteggiamento giusto)

 

 

a me questo sembra un complimento, non me lo sarei mai aspettato :bua:

ispirato dal video postato da @@Zell , ho trovato la sintesi perfetta, eccola :asd:

 

Ed ecco come l'ennesima discussione seria se ne va a zoccole..

 

Potremmo tornare a parlare dell'argomento in questione piuttosto che del "dei delitti e delle pene" di Almadel?

 

Perchè, ANCORA UNA VOLTA, di quali siano i problemi o le situazioni degli altri non me ne può fregar di meno (a meno che non siano i diretti interessati ad esporsi). Del giudizio altrui ho sempre diffidato e a maggior ragione del giudizi elargiti senza cognizione di causa.

 

Ora, nel ripromettermi di abbandonare quest'inutile schermaglia, aspetto di leggere altri commenti, anche se so che, essendo i tuoi i più autorevoli di tutti, non potranno che essere di livello inferiore.

Private, il sarcasmo è uno strumento comunicativo dettato dalla rabbia e dall'insicurezza. Siccome dubito che tu sia insicuro o arrabbiato, non dovresti farne uso. Il sarcasmo è la prima risorsa che ci viene in aiuto quando ci sentiamo derisi, ma non è il più proficuo (lo dico solo perchè secondo me fa parte del discorso che stavamo facendo sulle relazioni e sentiti libero di dissentire).

 

Il sarcasmo è uno dei comportamenti verbali attuati nelle relazioni insicure e ambivalenti. Spesso questo meccanismo comunicativo è usato da coloro che sono stati spesso prevaricati nelle relazioni di dipendenza, che sono stati sviliti e poco elogiati. E' uno status perenne di difesa pronta a colpire senza ragion veduta.

Spesso colui che attua questa dinamica ha bel altre carte da giocare, spesso ha ragione e non ha motivo di sentirsi attaccato eppure mette in moto comunque il medesimo comportamento (questo sta ad indicare come le relazioni infantili genitoriali siano indissolubili).

 

Ovviamente non mi riferisco a te con questa esposizione perchè di certo non basta nè un topic nè un intero forum (irreale) per poter definire il tuo rapporto di tipo insicuro o ambivalente.

 

Al contrario, la demolizione decontestualizzata al fine di produrre una sorta di annichilimento dell'altro per poterne vincere la superiorità (vera o percepita) indica una situazione di tipo ambivalente. La sicurezza del rapporto c'è e c'è stata MA solo in determinate condizioni. Quando il bambino SCOPRE queste condizioni allora fa in modo che esse si ripetano affinchè possa ribaltare situazioni altrimenti insostenibili.

 

Da grande quest'indfviduo si mostrerà, nelle relazioni, doppio, continuamente sul limite della prevedibilità in modo che ogni eventualità sia concepita. Quando il mondo intorno a lui scorge le sue debolezze (che richiamano poi le "cose cattive per cui non era amato") allora deve AD OGNI COSTO superare il gap tra ciò che crede di se stesso e ciò che crede il mondo si aspetti da lui.

Se l'ambivalente è di tipo SICURO allora diventerà aggressivo, tenderà a sminuire gli altri attaccandoli personalmente su qualsiasi fronte. Se l'ambivalente è di tipo INSICURO allora farà la vittima, piangerà per vincere sulle discussioni (l'ambivalente SICURO o il SICURO odia questa atteggiamento) inizierà una sequela di ricatti morali e via discorrendo.

Edited by Aquarivs

Si ma visto che qua questo topic è diventato entrare nelle storie degli altri, mi chiedo perchè si perde tempo a postare sul topic pubblico considerazioni che invece andrebbero fatte facilmente tramite MP?

 

Torniamo al topic? era a mio parere interessante :(

Personalmente mi ha colpito molto il passaggio riguardo alle aspettative su una relazione introiettate inconsciamente: credo di essere anche io 'vittima' di sogni romantici, da cui però cerco di liberarmi, anche perché vedo nelle relazioni altrui che una smodata tenerezza è di fatto percepita dall'esterno come un progressivo isolamento della coppia e una morte della vita sociale.

Leggendo le storie di molti di questo forum, capisco di essere giovane anche per una futura prima esperienza, ma mentirei se dicessi che non mi sento a disagio quando vedo che il 90% dei ragazzi della mia età che mi circondano hanno avuto qualche soddisfazione sentimentalmente parlando.

Mi è sembrato che l'articolo desse per scontato un certo inserimento nella vita sociale, che a me, in quanto non dichiarato apertamente, manca; ma ciò che vorrei sottolineare dell'articolo è l'esortazione ad amare di più sé stessi e la propria vita. Sono dell'idea che alla base di ogni buon rapporto debba esserci un bacino d'interessi comune su cui poi edificare, perché un rapporto nato solo perché se ne desidera l'idea crolla su se stesso.

 

 

Il problema dell'articolo è lo stesso che spesso si incontra sul forum. C'è chi fa troppo il professore. Senza offesa.

Preciso subito che non è un'accusa, ma una considerazione di partenza più che altro: quando ancora facevo i miei sfoghi su questo forum (ogni tanto li faccio ancora, ma solo nel diary che credo non leggano in molti e che non è a mio avviso un luogo proprio di discussione) non mi è mai stato detto qualcosa di obbiettivamente utile.

Ribadisco, non è una colpa di nessuno. Il punto è proprio questo, io dissento su una delle tesi centrali dell'articolo, e cioè che il benessere sentimentale e i modi per procurarselo possano esser insegnati.

Ad Almadel posso forse chiedere consigli su come comportarmi per conquistare un determinato ragazzo in una determinata situazione, o come interpretare questo o quel comportamento e simili, ma non posso chiedergli come migliorare la mia intera vita sentimentale. Che cosa mi risponderà in quel caso? Che devo cambiare me stesso, molto semplicemente. Come nell'articolo, che devo essere pieno di amore verso il mondo, che devo essere socievole, affettuoso, tollerare bene il rifiuto, sentire che "merito di essere amato", avere con la gente dei punti in comune che non ho, etc. etc. etc.

Dirmi tutto questo non è un aiuto. Non fermerà i battiti del mio cuore o le lacrime dopo l'ennesimo rifiuto il confortante pensiero che "merito di essere amato" e che in me c'è un bambino innocente e via dicendo. Le mie "abbiette" sensazioni (sì, alcuni dei sentimenti che si aggirano nella mia testa non sono generalmente considerati dei più nobili; il fatto che faccia fantasie sadomasochistiche su uno che conosco solo perché non mi ha voluto e si è messo con un altro suppongo non lo sia, e se me ne schifo io figuriamoci le anime candide con cui ho la malaugurata idea di parlarne) stanno lì, se vogliamo fare la gara a chi ne parla peggio guardate che la vinco io. Alla faccia del bambino innocente e bisognoso d'affetto che pigola sempre più piano in me.

C'è ancora 'sto bambino, lo sappiamo, quale cretino superficiale può pensare che non ci sia? Sarà che come tutti i narcisisti ho un certo istinto psicologico che compensa la scarsa empatia, ma io lo vedo subito quale bambino si nasconde dietro l'adulto che ho davanti, forse sono sciocco a pensare che gli altri possiedano la medesima dote. A me il mio dolore fa tenerezza, quando mi guardo dall'esterno, e confesso un certo fastidio all'idea perché la tenerezza non mi ha mai portato a niente. Ma il punto è a che cosa mi può mai servire conoscere questi fatti se poi non posso modificarli.

Al cuor non si comanda, eppure la prima cosa che ti vien detta e che devi tenerlo in riga, obbligandolo letteralmente, ad esempio, ad amare l'umanità. Io non amo l'umanità, è già tanto se le sono indifferente; il mio sforzo raramente ripagato da qualche risultato consiste nel cercare al suo interno qualche elemento che possa meritare amore.

La seconda cosa che ti vien detta è che devi essere te stesso e non sentirti giudicato. Questa non è poi così difficile, via.

Non fosse che la terza consiste nei giudizi negativi e nel rapido allontanamento dovuti al fatto che sei stato te stesso.

Adesso mi permetto di salire io in cattedra, scusatemi se mi permetto visto che un inetto sociale come me dovrebbe probabilmente limitarsi a parlare di teoria dell'evoluzione e sperimentazione animale. L'unica cosa che può cambiare un sentimento è un altro sentimento. Non un consiglio né un ragionamento, soltanto un sentimento può farlo. I miei ragionamenti mi hanno condotto e mi conducono inevitabilmente sempre più lontano da queste beghe idiote fra umani; ciò che mi ci tiene agganciato è solo il sentimento. Per questo non si può insegnare l'amore, ed è inutile spiegarlo. Altrimenti, figuratevi se non l'avevo già imparato...

Edited by FreakyFred

@FreakyFred

 

Hai ragione, ma fino a un certo punto. Nel senso: è vero si impara un sentimento quando si riceve un sentimento, però nello stesso tempo, parliamo chiaro: non puoi lavorare sugli altri, puoi lavorare solo su te stesso.

 

Non puoi costringere qualcuno ad amarti, ma puoi renderti amabile, quello si.

Mettersi nelle condizioni di essere apprezzato è una buona idea, il come rendersi apprezzabile un discorso soggettivo e lungo ma si può sempre prendere ispirazione da chi ti piace, per migliorare.

Ma mi va bene, però mettiamole da parte tutte queste filosofie allora e pensiamo un po' a come, nella pratica, ci si possa muovere per risolvere un problema. Che mi si dica "sii un altro e sarai amato" ci arrivavo anche io, io sono interessato a capire come posso essere me stesso ed essere amato, che è lievemente diverso.

privateuniverse

Sono rimasto molto colpito da quest'intervento, ma non risponderò, non dirò per esteso come la penso .

 

Almeno, non ora.

 

Mi limito a due considerazioni.

 

Primo: l'articolo che ho riportato non è una riflessione su "come migliorare la vita sentimentale di una persona", per il semplice motivo che non affronta questo tema. Il tema che affronta sono le dinamiche, a volte distruttive, che si sviluppano all'interno di una relazione, come comprendere quando, come e perché si stabiliscono queste dinamiche, e offre alcune soluzioni, personali, su come identificarle, riconoscerle e disinnescarle. Secondo me lo fa in maniera non banale. Come ho sostenuto in precedenza, non pretende di affrontare il problema del prima, ma solo del durante. E' un suo limite, ma è un limite che deriva dalla prospettiva scelta.

 

Secondo: spero che tu ti renda conto che quanto hai scritto nell'intervento #41 è il capovolgimento, punto per punto, di quanto hai affermato in precedenza, nell'intervento...#14, guarda caso.

Direi che ci aveva visto giusto Aquarivs quando ha scritto che non l'avevi convinto, ma anche questa è una considerazione che lascia il tempo che trova, nel senso che, alla fine, sta all'orecchio di chi ascolta stabilire se, e come, recepire tutto quel che viene scritto qui o detto di persona, da chiunque provenga e con qualunque motivazione.

Edited by privateuniverse

il fatto che faccia fantasie sadomasochistiche su uno che conosco solo perché non mi ha voluto e si è messo con un altro suppongo non lo sia, e se me ne schifo io figuriamoci le anime candide con cui ho la malaugurata idea di parlarne)

 

 

volevo limitarmi a dire una cosa su questo: argomento spinoso, ma non pensi che sia il caso di provare a integrare queste fantasie nella vita sessuale? il sadomasochismo, almeno in versione leggera, è sempre presente nella sessualità e forse reprimerlo con ribrezzo non aiuta a comprendersi

meglio sperimentare, fa parte anche questo del capire nella pratica ciò che non si può insegnare nella teoria

Ma a me piace il BDSM in alcune sue parti, non ne ho mai fatto mistero :)

 

spero che tu ti renda conto che quanto hai scritto nell'intervento #41 è il capovolgimento, punto per punto, di quanto hai affermato in precedenza, nell'intervento...#14, guarda caso.

 

Ehm... no. Onestamente no.

Edited by FreakyFred

The work of recovery is having the courage to search for the child who is waiting for us underneath the crushed and broken house of our past. Underneath all the addictions, underneath the sarcasm and cynicism that fueled the addiction, underneath the grief which led to the sarcasm, is a child who once trusted, loved and dreamed, and craved intimacy with others, a child who said, “Can I play with you guys?” before the “No’s” were heard; or who searched for a place to sit in the cafeteria and asked, “Is anyone sitting here?” before the reply came, “Sorry, that seat’s saved”; who drew pictures for Mom without being asked, just to make her happy. Somewhere in that open, vulnerable place, away from the cruelties of the world, there exists the possibility of true friendship, kindness and honesty, which is always at the core of any lasting love affair. It is easy to forget that the thing we are so often begging others to return to us, or give us in the first place, isn’t lost at all, just hidden, buried underneath jaws locked tight in anger, and heartbroken cries of, “If he makes even one mistake, he’s out.”

 

Mi pare che i due punti forti dell'articolo siano il riferimento al compromesso "necessario" per portare avanti una relazione e la parte che ho quotato, ove l'autore prospetta una via per uscire dal cinismo e dal sarcasmo, riscoprendo l'innocenza del bambino che è in noi.

Non so, mi sa che questo giornalista da piccolo doveva avere il complesso dell'abbandono....mi pare un po' demente però il modo in cui tutto quanto viene presentato...

privateuniverse

Credo che il riferimento non sia tanto all'"innocenza" quanto, più specificamente, a un desiderio originario di relazione con gli altri che non si sia ancora tradotto in cinismo sotto la pressione dei rifiuti, dalle delusioni e dall'amarezza.

 

Nell'articolo si fa molto riferimento alle reazioni automatiche che scattano quando questi stati d'animo vengono rievocati nei rapporti con gli altri che si hanno da adulti.

 

A me non sembra banale, io in queste dinamiche mi ci ritrovo.

Attenzione, per non essere frainteso: non mi sono pronunciato sul fatto se sia vero o falso quello che dice. Ho risposto ad un'altra delle questioni sollevate, ovvero se sia utile.

Poi personalmente spero che sia falso, perché se mi si dice che le persone ciniche e sarcastiche sono destinate alla solitudine mi suona un po' come una sentenza a vita.

privateuniverse

"A healthy relationship simply can't withstand the pressure that comes from our expectation that someone is going to save our lives or make us feel valued, safe or vital, especially if we've never felt these things from the people who cared for us as children, and if we never learned how to give them to ourselves. We are responsible for meeting our own emotional needs. Everyone loves to join a party that is thriving, and guests will often bring a bottle of wine, or chocolates, but if you invite someone to dinner and you're starving when she gets there because you expected her to bring the main course, then you aren't looking for a relationship, you’re holding people hostage.

 

[...]

 

Years ago, I got the best advice I ever had about relationships, which I’ve tried to apply ever since: I was told never to grab, and that if I wanted a relationship it was good practice to love everything I could – puppies, homemade lasagna, a favorite book, roller-skating, fresh flowers - and that the outpouring of love would eventually attract even more love in my life. The enchanted life was about letting things come to me that were mine; the “grabby” life was about manipulating everyone so I wouldn’t feel alone (and ending up alone because no one likes being manipulated). I was told to drop anything that might get in the way of my enjoying other people, like prejudice of any kind, racism, sexism, or even my own internalized homophobia and judgment of gays."

 

Sicuro che questi due paragrafi, per esempio, siano "inutili", che non facciano al caso tuo?

 

Se non ho capito male, tu ritieni di non provare interesse per le altre persone, non t'interessa fare un autentico sforzo per conoscerle; sono gli altri che devono meritarsi il tuo interesse, suscitarlo, far colpo su di te al primo appuntamento per meritarsene un secondo. Non ho ben capito se tu ritieni questo un tuo limite su cui lavorare, se lo consideri un atteggiamento giusto da tenere in quanto tuo, oppure se pensi che questo sia il modo migliore di proteggersi da delusioni o ferite che ti possano essere inflitte. Quel che a me sembra chiaro è che non possiamo, non dico pretendere (perché nei rapporti umani l'unica cosa che si possa, al massimo, pretendere, è il rispetto, se si rispettano gli altri; di certo non l'attenzione, per non parlare dell'affetto o dell'amore, che sono dati gratuitamente e non si possono meritare), ma neanche aspettarci che gli altri provino interesse per noi se noi, per primi, non proviamo interesse per gli altri. Tanto meno possiamo aspettarci che arrivi qualcuno, quasi per magia, a farsi carico dei nostri bisogni emotivi. Oltretutto, perché quest'ipotetico qualcuno dovrebbe farlo, visto che noi per primi non abbiamo intenzione di farlo con nessuno?

 

Questa è la contraddizione che ti ho segnalato e che riscontro fra i tuoi due interventi che prima ho nominato; ed è una contraddizione di tipo prettamente logico, che non implica alcun giudizio morale, e rilevata soltanto sulla base di quel che poco che ho letto di ciò che scrivi.

 

A differenza di altri, io non ti dirò affatto che sia sufficiente che tu provi interesse per gli altri perché quest'interesse ti sia restituito sotto forma di un desiderio del quale tu possa essere oggetto. Si può anche essere sfortunati nelle relazioni, sfortunati in amore; non saresti né il primo, né l'unico caso. E' anche possibile essere cinici (che è cosa diversa dall'essere sarcastici) e, ciò nonostante, essere riamati, o amati unilateralmente: se non fosse così ci si dovrebbe aspettare che tutti coloro che hanno una relazione siano persone fantastiche, mentre invece molti tradiscono, in tutti i sensi, oppure uccidono perfino. Si dovrebbe anche dedurre che tutti coloro che non hanno relazioni siano pessime persone e che lo siano sempre state, cosa che io non penso affatto. Beethoven e Brahms hanno avuto vite infelici dal punto di vista sentimentale, sicuramente peggiori di quella di Hitler: ne dovremmo dedurre che Hitler era una persona migliore? Al di là del giudizio politico, nei resoconti di chi lo conosceva da vicino Hitler viene descritto come una persona molto noiosa e monotona.

 

Tuttavia, questa tua posizione, che a me sembra di riscontrare spesso, in varie forme, nelle persone con cui ho a che fare (cioè, la richiesta che altri si facciano carico di noi quando noi per primi non siamo disposti a farci carico di nessuno: ed è a questo che mi riferivo quando parlavo di scarsa attitudine al compromesso, e non a caso, nell'articolo, a un certo punto si parla della frustration of dating, the exhaustion and constant pressure of trying to be impressive with each new encounter - "It's like preparing the same performance over and over again without an opening night. I'm sick of dress rehearsals!") sia, in generale, poco suscettibile di produrre qualcosa di positivo, anche se non saprei affatto garantire che un approccio alternativo garantisca il successo.

 

Non che quest'articolo sia la pietra filosofale di niente, ma a me sembra che di spunti interessanti che ne siano.

Edited by privateuniverse

Questo è un punto che in generale non mi viene molto chiaro da spiegare. Però in realtà non è difficile... per tutti noi l'umanità si divide in due parti: una minuscola parte "significativa", costituita dai nostri cari di più vario genere, e tutto il resto, di cui ci importa molto di meno.

Io non ho nessun problema di gestione della parte significativa, i miei rapporti funzionano in quel senso. Sono anche stato fidanzato, vari anni fa, e quando ormai tutto era finito da tempo ho anche chiesto al mio ex se si sentisse amato da me quando stavamo insieme, e mi ha risposto nettamente di sì.

Io credo di essere perfettamente capace di dare molto in una relazione, non mi sento handicappato in questo senso.

Semmai il punto è che nel momento in cui si è nella relazione vuol dire che il partner è già entrato nell'umanità significativa. Io il problema ce l'ho prima, tipicamente ai primi appuntamenti, ovvero quando l'altro non è significativo ma è candidato a diventarlo. Di solito io mi scoccio subito, e se non mi scoccio io invece si scoccia l'altro. E sì, ho vari amici. E sì, ho vari interessi e hobby. E sì, lavoro dalla mattina alla sera tendenziamente, quindi non ho neanche tutto 'sto tempo libero per sentirmi solo.

Onestamente, in tutti questi filosofemi non mi rivedo. Non sono mai assillante con quelli con cui esco, non penso continuamente a loro, non gli chiedo di fare niente, sono gentile e, in tutta onestà, non mi aspetto mai niente di più di una scopata da loro, anche se mi piacerebbe trovare quel qualcuno di speciale. Non mi sembra di tenere ostaggio nessuno né di manipolare nessuno. Può essere che emani qualche mistica radiazione karmica repellente, forse qui ci vorrebbe Jodorowsky.

A me sembra proprio tutta una roba magica senza alcuna applicazione. Il motivo per cui non piaccio non è che sbaglio questo o sbaglio quello e quindi basta capire i propri errori e le cose si aggiustano, no: il motivo è che c'è una sorta di aura maligna che ti porti dietro perché i tuoi genitori facevano così, perché gli altri bambini facevano colì, eccetera eccetera. A meno che non mi suggerisca qualche esorcismo, sapere che c'è una maledizione sul mio capo non mi serve davvero a nulla.

 

E a me, personalmente, non sembra neanche che l'articolo sia incentrato più di tanto su come si mantiene una relazione, anzi, divaga moltissimo, sembra decisamente una sorta di ars amandi. Che dire? FORSE e dico FORSE ha ragione su uno o più punti. Ma non mi serve comunque.

privateuniverse

Non capisco perché tu dica che non piaci. Sei stato fidanzato, dici di non aspettarti niente di più di una scopata e che, a volte, ci riesci.

 

Nessuno di quelli che incontri è veramente interessante? A me, come approccio, sembra abbastanza strano.

 

Dici di avere amici, riesci ad incontrare. Dici di scocciarti tu, ma non mi pare che consideri questo un problema; e, del resto, se dagli altri ti aspetti una scopata, non dovrebbe esserlo.

 

In tutta onestà non capisco.

umh ma lui non dice di non piacere agli altri, dice che quelli che incontra non gli piacciono

il piacere di cui parla, ammesso che abbia capito e che si possa tenere un dibattito (ma mi pare che questo è il topic in cui ognuno propone una lettura psicologica di qualcun altro, per cui ci provo anch'io :awk:) non credo sia l'attrazione fisica, ma proprio lo stimolo iniziale ad investire tempo e "fatica" in un rapporto

io tutto sommato mi rivedo in alcune cose che dici @FreakyFred

ma con una differenza: mi sembra che tu dica sostanzialmente che la gente che incontri è più stupida di te, e così non hai stimoli per iniziare un rapporto

anche a me sembra che la gente che mediamente incontro sia più stupida di me, ma nella vita mi è capitato di voler bene anche al cane e al gatto, per cui... ho capito che la "stupidità" altrui non è qualcosa che li rende necessariamente meno interessanti :sisi:

anzi... a volte...

privateuniverse

umh ma lui non dice di non piacere agli altri, dice che quelli che incontra non gli piacciono

 

A me pare che FreakyFred abbia detto qualcosa di più generale.

 

Non soltanto che le persone che incontra non gli piacciono, ma che le persone in generale ("l'umanità") non le "ama"; cioè, non gli interessa valutare la possibilità di sviluppare una conoscenza.

 

Ma, allora, logica vorrebbe che non ci si aspettasse che le persone risolvano alcunché (l'esempio del sasso che ho fatto io). Se qualcuno non m'interessa, non ha senso che a me importi se le piaccio o no: tanto non m'interessa. Al limite, lo cercherò nei limiti di quel che mi serve, per soddisfare i miei bisogni. Ma, a quel punto, dovrò riconoscere che i miei bisogni quelli sono, che mi accontento di soddisfare quelli; non potrò dire che i miei bisogni sono di altro tipo.

 

Sono queste le contraddizioni che riscontro. Non si può non dico risolvere, ma neanche affrontare alcun problema se non lo si definisce neanche nei termini in cui si pone, se non lo s'identifica come tale.

 

A meno che non sia stato lasciato e la sua sia una reazione di difesa (comprensibile, anche se irrazionale).

Edited by privateuniverse

Semplicemente, non mi aspetto nulla da una persona prima di conoscerla. Biasimatemi pure, ma ho le mie ragioni statistiche per questo atteggiamento. E d'altra parte non esiste che si possa davvero "amare l'umanità". Si può amare il rapporto con le persone, in generale; essere persone estroverse. Io non lo sono, per me il rapporto con l'altro è faticoso, un'attività che consuma energie preziose. Dunque cerco di gestire i miei investimenti di energia con una certa cautela, mi sembra un atteggiamento razionale.

Qualcuno di quelli che incontro mi interessa davvero. Tuttavia non si può negare che lo stimolo prevalente, anche se non esclusivo, sia di natura sessuale. Come diceva Conrad, non incontro spesso gente intelligente quanto me. Per la precisione non ne ho mai incontrata... ma non è quello che mi aspetto. Mi aspetto che sia almeno abbastanza intelligente da capirmi quando parlo (e credetemi che è già raro) e soprattutto che sia sexy :)

Quando incontro gente così è già fidanzata o non gli piaccio, garantito.

Nella maggior parte dei casi però incontro gente abbastanza mediocre, o fisicamente o intellettivamente o entrambi... Magari gli piaccio pure, ma mi manca la voglia di investire energie nel rapporto. Mi dicono "dovresti dargli una possibilità", ma onestamente non mi riesce, mi scoccio...

@@FreakyFred non vedo perchè uno debba biasimarti. La tua logica è ineccepibile, e ti dico, quando ero solo etero avevo lo stesso problema, non ho mai trovato una ragazza che fosse intelligente e bella come piaceva a me e che fosse da me attratta. E' anche vero che ho sempre ritenuto PERSONALMENTE di non essere realmente attraente per una donna bella e intelligente (il che non era affatto vero, ma le convinzioni personali sono quelle che decidono per noi), per cui diciamo non ci provavo seriamente neppure.

 

Quindi tante storie brevi e poi fuga.

 

Adesso che invece, lato gay, esperienze molto buone mi hanno convinto di essere discretamente attraente per almeno una bella fetta di gay (settore bear e affini), fetta che tra l'altro risponde ai miei gusti personali, mi sono trovato a non pormi inconsciamente limiti su chi poter attrarre, ma semplicemente mi sono occupato di chi attrae me, e qualche beneficio l'ho trovato, per quanto finora ho trovato una unica persona che fosse bella e intelligente a sufficienza per pensare di condividere con me un bel tratto di vita (e non è durata più di un anno..).

 

Però c'è un punto che è importante: se le relazioni che hai non durano o non si innescano, perchè "l'altro non mai sufficientemente intelligente", chiediamoci anche se questa non è anche essa una convinzione messa li per "autoisolarci", come dire, una profezia autoavverantesi.

 

Forse di persone intelligenti a sufficienza ce ne sono, ma noi siamo un po' troppo sulla difensiva per accorgercene?

Non può essere una buona strategia cominciare a porre altri parametri prima di importanza, tipo "persona che mi fa ridere o con cui sto bene insieme" e poi verificare con il tempo se c'è sufficiente livello intellettivo per costruire qualcosa?

 

Ad esempio, la mia ultima relazione, finita esattamente 24 ore fa, è durata 7 mesi ed è stata bellissima fino a che è durata. Certo, alla fine mi sono arreso a non avere sufficiente risposta "intellettuale" (d'altro canto la differenza d'anni era veramente troppa), ma questo non significa che non sia valsa la pena tentare e vivere la storia.

Edited by korio

Hai delle ragioni, ma penso sia un discorso più ampio. Sta in quella "carenza di energie"... ho poca voglia di investire, quindi non posso escludere obbiettivamente l'idea che spesso io mi metta delle barriere da solo semplicemente per faticare il meno possibile. Così non investo su quel ragazzo perché è troppo bassino, su quello perché è pelato, su quello perché è noiosetto...

Magari qualche tempo dopo ci ripenso e, seppur mai con piena convinzione, mi dico che forse una possibilità potevo dargliela.

La cosa buffa è che di solito a questo punto si rivela che sono io che non gli piaccio XD

Ma qui vedo che si fanno le classifiche di ragazzi: pelati un punto in meno, poco colti due punti in meno, "solari" (che gli estranei se li portino alla dannazione) dieci punti in più. Ovviamente niente vi impedisce di farlo, però dovete considerare che pure gli altri lo fanno e ovviamente qui staremmo tutti in bassa posizione. Questo è il modo più veloce per diventare "fighe di legno", ce ne sono già troppe e non tutti possono permetterselo...

Questo 3D andrebbe slegato dalle persone che vi partecipano perchè, a mio avviso, è di altissima utilità (al contario di quanto sostiene Fred).

Questo non tanto per il contenuto, che comunque già il fatto che porti a riflettere cambiando o confermando le proprie opinioni mostra un valido apporto in termini di utilità (a questo proposito volevo dirti questo Fred. Esistono poche cose al mondo inutili.. e non credo si possano determinare PRIMA ma solo dopo averle esaminate) ma diventa un gran bello specchio attraverso il quale guardarsi.

 

La maggioranza dei 3D sono: lui non mi vuole, lui mi ha mollato, lui dice che, lei non è convinta, come faccio a rimorchiarla.. lei lui lui lei.. non c'è mai un: come faccio ad essere migliore? E 9 volte su 10 si legge di chi cerchi il principe azzurro ma è rarissimo trovare chi scriva di volerlo diventare.

 

Questo 3D cammina all'inverso. Sono solo: perchè? Sto forse sbagliando strategia? Mi manca qualcosa? Sono obiettivo?

Non capisco perchè la messa in discussione di se stessi debba spaventare così tanto? (che poi è il motivo per cui gli italiani non vanno dallo psicologo quando invece dovrebbero). Sono le risposte a renderci persone sicure. Se smettiamo di porci le domande, smetteremo di credere in noi stessi e nelle cose in cui già poniamo fede.

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