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Una nuova consapevolezza della mia sessualità grazie allo psicologo


Kobol

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La consapevolezza dovrebbe essere una percezione e una

reazione cognitiva relativa ad un evento o ad una esperienza

che mi fa cambiare idea portando all'emersione di una parte

inconscia in me di cui ignoravo l'esistenza.

 

Esempio, mentre faccio sesso con una donna mi focalizzo

su qualcosa che mi spiazza e associo ad un potenziale partner

maschio, si affaccia alla mia mente un desiderio omosessuale

poi ci rifletto sopra e tutta una serie di episodi del passato si

"illuminano" alla luce di questa idea ( con l'amico X stavo sublimando

questo desiderio etc. )

 

Tu invece stai facendo il percorso inverso, parti da una idea e la

teorizzi, senza che ci sia stata una esperienza sessuale o di vita reale.

O meglio ci sarebbe l'esperienza terapeutica ma per curare un disagio

altro....diverso, che tu devii però in ambito sessuale, al di là della finalità

terapeutica che coscientemente ti eri riproposto ( e forse al di là delle stesse

intenzioni del terapeuta )

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Su quanto sopra sono d'accordo con @@Hinzelmann (e su anche quello che hai detto prima, senza che sto a quotare)

@@Kobol Ti faccio un esempio personale: io fino ai 39 anni ho "sempre saputo di essere bisex", ma in pratica non ho mai sperimentato una relazione di qualunque tipo con altri uomini, nonostante abbia avuto le occasioni anche abbastanza evidenti, e nonostante io abbia sempre vissuto la sessualità in maniera molto libera.

Il mio "ho sempre saputo" in realtà nascondeva una confuzione, una mancanza di consapevolezza reale, era solo una ipotesi che però altre cose, conscie e inconscie nella mia mente, impedivano di verificare in pratica.

 

Per delle esperienze, anche di psicoterapia, non correlate con la sessualità ma con degli esperimenti in ambito lavorativo, alcune leve si sono sbloccate e a un certo punto ho "preso possesso" del mio lato gay e l'ho sperimentato, direi con successo. Poteva capitare che il sesso con gli uomini non mi piacesse ( e per me questo aspetto ad esempio è in continua evoluzione e valutazione ), come poteva capitare che sentimentalmente fossi incapace di relazionarmi con un uomo (e questo invece è stato risolto essendomi innamorato per la prima volta, e avendo avuto a tutt'oggi, in 2 anni e mezzo di "gaycità" due relazioni per me importanti).

 

Ora posso dire di avere "una nuova consapevolezza" del mio essere bisessuale, avendo portato finalmente in maniera totalmente conscia la mia affettività e la mia attrazione sessuale anche per gli uomini.

Edited by korio
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@Hinzelmann

 

Credo tu stia puntando troppo su quest'aspetto.

La "rivelazione" miracolosa, la comprensione, la scoperta ecc sono cose soggettive così come potrebbe esserlo il categorizzare le prese di coscienza con simili vocaboli.

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Sì, ma il fatto che l'omosessualità dipenda dal comportamento dei genitori o dalla mancanza di essi è una favola alla quale io non credo affatto.

Non ho detto che l'omosessualità dipenda dai comportamenti dei genitori, ma alcune preferenze (vedi età, corporatura, provenienza, caratteristiche fisiche e tanto altro ) possono essere influenzati da fattori esterni come l'ambiente in cui si vive, il tipo di persone con cui si interagisce e quindi anche con i genitori.

 

Quelle teorie ormai non si insegnano più, nè tantomeno si propongono ai pazienti.

Non si propongono ai pazienti ma ti assicuro che anche le cose molto vecchie e superate si devono studiare, più di una volta ho studiato intere pagine per poi leggere "Nel 2000 Tizio ha smentito tutta questa teoria proponendo questo modello" XD

 

PS: studio psicologia

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jokerthewarrior

Ma no perché, continua pure sono curioso del tuo pensiero :) A dire il vero quando tutto questo è sembrato chiaro io gli ho chiesto se allora l'omosessualità si potesse in qualche modo "curare" (faccio il sintetico, non prendetevela male), e lui semplicemente mi ha detto che è un modo di stare, tra l'altro non ha solo teoria è uno abbastanza navigato e ha colleghi gay per cui dubito che sia uno alla Nicolosi per intenderci ;)

Ma no perché, continua pure sono curioso del tuo pensiero :) A dire il vero quando tutto questo è sembrato chiaro io gli ho chiesto se allora l'omosessualità si potesse in qualche modo "curare" (faccio il sintetico, non prendetevela male), e lui semplicemente mi ha detto che è un modo di stare, tra l'altro non ha solo teoria è uno abbastanza navigato e ha colleghi gay per cui dubito che sia uno alla Nicolosi per intenderci ;)

 

Il mio pensiero è che queste siano teorie antiquate sull'origine della sessualità, che forse andavano bene ai tempi di Freud durante i quali le bambine soffrivano di invidia del pene e i bimbi temevano la castrazione. Oggi non possono essere accettate come tali perché non si basano sul dato obiettivo né sull'evidenza. Siamo in quel momento in cui la psicologia riempie i suoi vuoti ricorrendo alla filosofia più che alla scienza.

L'origine dell'omosessualità è tutt'ora sconosciuta ma tutti convergono sull'idea che genetica ed ambiente influiscano su di essa.

 

Probabilmente tua madre è davvero una donna autoritaria e tuo padre è davvero succube di lei e questo, è possibile che abbia influenzato la tua psiche ma attribuire la "colpa" dei propri gusti sessuali ai genitori è sbagliato. Cosa dirai a tua madre? "Mamma sono gay però è colpa tua"? Così lei si dispera pensando a cosa abbia mai fatto di così sbagliato e colpevolizzandosi a vita?

L'avere colleghi gay non vuol dire nulla. Ho sentito decine di volte ragazzi omofobi giustificare le loro opinioni dicendo "Non è vero che sono omofobo, ho tanti amici gay", amici di cui non si fanno problemi a sparlare alla prima occasione,

 

Evidentemente tu per primo avevi/hai un problema di autoaccettazione altrimenti non ti saresti mai rivolto ad uno psicologo. Quindi, piuttosto che cercare risposte in qualcuno che non le ha, o cerchi un vero sostegno umano oppure cerchi da solo la tua strada, ricordanti che quello che rende tale un omosessuale non è una sfrenata voglia di c***o ma il desiderio di avere accanto un uomo (o ragazzo) con la sua presenza fisica ed emotiva. E che non è un modo di stare (sarebbe troppo facile dire "voglio stare in un altro modo") ma un modo di ESSERE!!

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@@Aquarivs : puoi darmi qualche informazione in più riguardo agli studi di cui parlavi?

Per ora tutti quelli risalenti agli anni '70 che ho trovato, sono stati poi smentiti da studi

su base biologica.

Purtroppo non ho questi testi con me in Irlanda per questo non ti ho potuto dare nomi precisi.

Dagli anni 70 in poi la ricerca sulla sessualità è stata più che prolifica. La psicologia deve alla psicanalisi freudiana di Anna l'approfondimento di certe tematiche ancora rimaste ancorate alle dottrine religiose però, come è ovvio, molte di queste erano giovani e fallaci. Per questo motivo devi ricercare fino agli studi degli anni 90 (se non erro il culmine è nel 94-97) perchè si capisce come i risultati siano sempre i medesimi benchè si aggiusti il tiro con l'avvento del cognitivismo che restituisce leggittimità alla biologia pur mantenendo una affermativa risposta sulla componente ambientale.

 

In casa Italiana vedi se trovi qualcosa sullo sviluppo psicosessuale a nome Rosalba Larcan. Cattellino e vedi se trovi qualcosa di Chiara Simonelli (dovresti trovare anche testi recenti. E' da due anni che non mi aggiorno su questi autori quindi perdonami.

Edited by Aquarivs
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Il mio pensiero è che queste siano teorie antiquate sull'origine della sessualità, che forse andavano bene ai tempi di Freud durante i quali le bambine soffrivano di invidia del pene e i bimbi temevano la castrazione. Oggi non possono essere accettate come tali perché non si basano sul dato obiettivo né sull'evidenza. Siamo in quel momento in cui la psicologia riempie i suoi vuoti ricorrendo alla filosofia più che alla scienza.

L'origine dell'omosessualità è tutt'ora sconosciuta ma tutti convergono sull'idea che genetica ed ambiente influiscano su di essa.

 

Probabilmente tua madre è davvero una donna autoritaria e tuo padre è davvero succube di lei e questo, è possibile che abbia influenzato la tua psiche ma attribuire la "colpa" dei propri gusti sessuali ai genitori è sbagliato. Cosa dirai a tua madre? "Mamma sono gay però è colpa tua"? Così lei si dispera pensando a cosa abbia mai fatto di così sbagliato e colpevolizzandosi a vita?

L'avere colleghi gay non vuol dire nulla. Ho sentito decine di volte ragazzi omofobi giustificare le loro opinioni dicendo "Non è vero che sono omofobo, ho tanti amici gay", amici di cui non si fanno problemi a sparlare alla prima occasione,

 

Evidentemente tu per primo avevi/hai un problema di autoaccettazione altrimenti non ti saresti mai rivolto ad uno psicologo. Quindi, piuttosto che cercare risposte in qualcuno che non le ha, o cerchi un vero sostegno umano oppure cerchi da solo la tua strada, ricordanti che quello che rende tale un omosessuale non è una sfrenata voglia di c***o ma il desiderio di avere accanto un uomo (o ragazzo) con la sua presenza fisica ed emotiva. E che non è un modo di stare (sarebbe troppo facile dire "voglio stare in un altro modo") ma un modo di ESSERE!!

 

Il nostro modo di stare nel mondo viene continuamente influenzato dal modo di fare dei nostri genitori e di chi ci sta vicino, non mi dire che non conosci persone che sono stati costretti dai genitori a fare qualcosa che non volevano, o che hanno avuto un'educazione estremamente rigida? Ecco e perché non può un loro comportamento influenzare le nostre tendenze sessuali? Non ho bisogno di colpevolizare mia madre caso mai posso dargli la colpa di certi atteggiamenti nei miei confronti che mi hanno portato a preferire gli uomini.

Ho iniziato ad andare da uno psicologo dopo un'evento che mi ha sconvolto e da lì ho cominciato a farmi qualche domanda e volevo qualche risposto, ripeto, non c'entrava niente con la mia omosessualità. Poi vorrei capire come fai a dire che questo psicologo non ha risposte, da cosa lo deduci? Credi che io non gli abbia fatto domande? Eppure ha sempre risposto e il fatto che sia state coerenti mi fa pensare che siano giuste.

Io capisco che gente come Povia la chiesa o Nicolosi dia fastidio perché cercano di "curare" l'omosessualità, ma non vuol dire che cercare l'origine del proprio essere nella psicologia e successivamente scoprire cose nuove sia un qualcosa di così grave?

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@@Kobol il mio non era un consiglio a scappare piuttosto un consiglio a liberarti delle tue abitudini e allentare i rapporti con i tuoi conoscenti così da poter capire come ti comporteresti tu da solo in un nuovo luogo, dove tutto è da ricominciare e tutto è nuovo. Scappare dal problema e starsene in mezzo aspettando che succeda qualcosa che ti spinga da qualche parte... a volte è così, si può scappare anche non facendo niente...

Non credo come ha detto un utente sopra che tu sia asessuale come Tesla (e credo fermamente che non lo fosse neanche lui). Devi capire da che parte stai, ma credo che tu già lo sappia e debba trovare solo il coraggio di buttarti.

Post scriptum: è bello dibattere sui forum, esporre la propria opinione e dibatterla con qualcun altro ma non credo che avrai qui la tua redenzione... e non startene sordido a combattere con i tuoi pensieri a volte un amico può essere mille volte più utile di 20 psicologi messi insieme! Sàlut!

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@@Kobol il mio non era un consiglio a scappare piuttosto un consiglio a liberarti delle tue abitudini e allentare i rapporti con i tuoi conoscenti così da poter capire come ti comporteresti tu da solo in un nuovo luogo, dove tutto è da ricominciare e tutto è nuovo. Scappare dal problema e starsene in mezzo aspettando che succeda qualcosa che ti spinga da qualche parte... a volte è così, si può scappare anche non facendo niente...

Non credo come ha detto un utente sopra che tu sia asessuale come Tesla (e credo fermamente che non lo fosse neanche lui). Devi capire da che parte stai, ma credo che tu già lo sappia e debba trovare solo il coraggio di buttarti.

Post scriptum: è bello dibattere sui forum, esporre la propria opinione e dibatterla con qualcun altro ma non credo che avrai qui la tua redenzione... e non startene sordido a combattere con i tuoi pensieri a volte un amico può essere mille volte più utile di 20 psicologi messi insieme! Sàlut!

 

Non mi pare che andare da uno psicologo si fare niente, ma poi io mica cerco redenzione, ma perché pensate questo davvero non lo capisco e non sto manco combattendo con i miei pensieri, eh un'amico certo può aiutare ma anche in buona fede non è detto che sappia consigliare bene.

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jokerthewarrior

@@Kobol io credo che lo psicologo agisca in buona fede e che non abbia intenti omofobi. La mia precisazione sui colleghi gay era un modo per dirti che non è il conoscere molti gay che può fare di te una persona migliore e che accetta gli altri. Figurati poi se mi metto a giudicare l'operato di un professionista (anche se è sembrato così non era mia intenzione). Quello che puoi capire dai miei post è, invece, una certa titubanza di fronte a questa pseudoscienza. Studio Medicina e, comunque, non sopporto la psicologia. Questo perché già la medicina di per sé è una scienza inesatta ed in continua evoluzione quindi figurati la psicologia che si fonda su basi ancor meno solide!! Finora la scienza non dà tutte le informazioni possibili sul sistema immunitario, ne dà ancora meno sul funzionamento del sistema nervoso centrale, ed ancora meno su come questo possa interagire in modo così complesso con l'ambiente esterno. Quando si entra in quest'ambito si entra nell'ignoto.

In questo caso specifico hai tirato in ballo una teoria che ho sentito parecchio tempo fa e che prende origine dalle teorie freudiane, le quali sono state continuamente messe in discussione nel corso degli anni per essere sostituite da altre.

 

L'unica cosa certa è che l'ambiente da solo non rende un uomo omosessuale così come non può essere la genetica, da sola, a farlo. Che il ruolo dei genitori abbia la sua influenza mi può andar bene ma non si può semplificare in questo modo perché c'è altro nel nostro mondo e c'è altro dentro di noi.

Quindi il mio consiglio è semplicemente quello di non tentare di ricondurre tutto ad una causa specifica perché non esiste una sola causa riconoscibile.

 

Inoltre la ricerca stessa di una causa fa parte di un percorso di autoaccettazione ancora alle prime fasi. Io stesso mi informavo dell'origine dell'omosessualità qualche anno fa ma ho smesso di farlo nel momento in cui ho dato il via alla mia vita: ho avuto le mie esperienze, mi sono innamorato, ho sofferto per amore. E dopo aver costruito qualcosa facendo affidamento anche ai tuoi istinti ed alla tua natura inizi a dirti "Non mi interessa il perché. Questo sono io, non voglio essere diverso da quello che sono".

 

Spero che lo psicologo ti abbia aiutato a risolvere il problema per cui ti sei rivolto a lui ma, per quanto riguarda l'omosessualità, il suo aiuto ha un'importanza relativa perché tu sei il primo a dover lavorare su te stesso e metterti alla ricerca di quello che può darti serenità.

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La prima cosa che mi permetto di dire, è che ritengo alquanto inadeguato giudicare l’operato dell’analista di Kobol basandoci su uno scritto.

Mi rifiuto di pensare che possa avergli dato delle “soluzioni”, delle tesi unilaterali; al limite lo avrò guidato, gli avrà dato degli spunti di riflessione basandosi su dettagli d’eventi che magari a Kobol sfuggivano, che aveva accatastato alla bene e meglio dentro di sé, che non aveva affrontato o magari aveva dimenticato.

 

E’ un campo minato, e non è un bene, a mio avviso, instillare dubbi verso chi sta facendo un percorso di analisi mettendo in discussione l'operato di un terapeuta. E' molto importante il rapporto di fiducia...

 

 

Ovviamente, l'analista non deve essere il primo ciarlatano giunto, ma una persona capace, con un valido curriculum ecc ecc: immagino che Kobol prima di andarci si sia informato bene.

 

 

Sul resto,

sono completamente d’accordo con @Aquarivs.

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D'accordo che Povia costa poco come specialista, però spendendo un ciccinino di più trovavi meglio, fidati.

 

Se tua mamma ti avesse invaso affettivamente, non saresti gay. Saresti un eterosessuale sfigato untuoso e vestito ancora da bambino, con i maglioni di lana spessa e i pantaloni a costine, e la maglietta della salute.

E ti ammazzeresti di seghe al pc la notte perchè ovviamente non riusciresti ad approcciare nessuna donna.

 

Il fatto che un tizio ti dica "secondo me è così" non vuol dire che lo sia davvero; cercare una motivazione ti ha reso felice? non mi pare, anzi mi sembri meno accettato di come descrivevi il tuo inizio.

l'ho pensato anche io sinceramente.

 

quasi tutte le mamme sono ossessive ed eccessivamente presenti.

 

forse dovresti spiegarci meglio in che modo tua madre lo è tanto da crearti dei complessi così grandi.

 

in teoria comunque questa ipotesi della mamma è vera solo se ci sei arrivato da solo a capirlo a forza di parlarne.

lo psicologo fa questo, ti porta ad arrivare a una conclusione. se te ne da lui una lì pronta di solito è sbagliata.

 

comunque forse sei ancora gay o bisex ma adesso causa depressione o stress o quello che vuoi non hai voglia di concentrartgi su sesso e relazio ni e questo si ripercuote sul tuo approcciarti agli altri.

o forse eri in un periodo di transizione e un giorno potrebbero piacerti le donne.

onestamente penso che la tua sia una situazione troppo personale per poterla comparare con quella di qualsiasi altro che semplicemente ha in comune con te il fatto che di colpo, al momento non è più attratto da nessuno e casualmente (cosa molto facile) ha anche una mamma rompipalle.

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La prima cosa che mi permetto di dire, è che ritengo alquanto inadeguato giudicare l’operato dell’analista di Kobol basandoci su uno scritto.

Mi rifiuto di pensare che possa avergli dato delle “soluzioni”, delle tesi unilaterali; al limite lo avrò guidato, gli avrà dato degli spunti di riflessione basandosi su dettagli d’eventi che magari a Kobol sfuggivano, che aveva accatastato alla bene e meglio dentro di sé, che non aveva affrontato o magari aveva dimenticato.

 

E’ un campo minato, e non è un bene, a mio avviso, instillare dubbi verso chi sta facendo un percorso di analisi mettendo in discussione l'operato di un terapeuta. E' molto importante il rapporto di fiducia...

 

 

Ovviamente, l'analista non deve essere il primo ciarlatano giunto, ma una persona capace, con un valido curriculum ecc ecc: immagino che Kobol prima di andarci si sia informato bene.

 

 

Sul resto,

sono completamente d’accordo con @Aquarivs.

 

Può essere che non mi sono spiegato bene nel primo post, mi capita e purtroppo non ho il dono dello scrivere chiaro hehehhe. Prima di arrivare a dire che la mia sessualità è stata influenzata dai miei genitori ci sono state tante sedute in cui spiegavo i rapporti sia con i miei sia con le persone che mi stavano attorno e da lì sono venuti appunto degli spunti di riflessione da dove partire per cui non c'é niente di preconfezionato etc.

Da lui sono andato su consigilio di un carissimo amico a cui sono grato perché ho scoperto qualcosa di nuovo e che al momento mi permette di vivere con una certa serenità la mia vita, non vi dico quanto fossi incazzato con il mondo, la mia paura di far vedere al prossimo i miei lati, le mie insicurezze e tutto questo fino a circa un anno e mezzo fa.

Purtroppo e questo lo noto anche in giro, che la psicologia sia vista un pò come la magia, basta qualche seduta e tutto torna apposto, invece in taluni casi ci vogliono svariati anni per cercare di sbrogliare matasse di problemi e in casi più gravi si ricorre anche ai farmaci. Non vi dico di quante persone corrono a trovarsi la prima ragazza/o solo per non stare soli, perché altrimenti devono pensare e questo li constriggerebbe a capire che c'é qualcosa che non va e non tutti sono disposti a rimettersi in gioco, specialmente ad una età come alla mia che si avvicina ai 30.

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@@Kobol mi permetto solo di agiungere una cosa.

Leggi bene cosa ha scritto @Aquarivs, perchè lo psicologo è una cosa, lo psicoanalista un'altra...

 

Inoltre non è il terapeuta a risolverti "un problema", sei tu a farlo, grazie, certo, all'iuto del percorso intrapreso con lui.

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jokerthewarrior

@Shadia, io credo di aver specificato che non voleva essere una critica all'operato dello psicologo, che sicuramente ha lavorato con impegno ma una diffidenza di fondo che ho nei confronti della psicologia e delle varie teorie esistenti, le quali possono essere applicate solo a piccoli casi e che non vanno comunque viste come oro colato perché, proprio per difficoltà obiettive, la psicologia è costretta ad evolversi continuamente ed a cercare nuove soluzioni. L'importante, ovviamente, è che si raggiunga l'obiettivo e se @@Kobol dice di stare meglio allora non ho nulla da obiettare.

 

Visto che è stato tirato in ballo @@Kobol ti dico che non credo nelle "fasi", nelle persone che erano etero e diventano gay da un giorno all'altro per magia o viceversa. Credo che tutto dipenda da un discorso di conoscenza di sé, da una tendenza delle persone a non conoscere sé stesse. Per questo ti ho detto di continuare questo percorso non limitandoti a seguire le linee guida dello psicologo ma anche attraverso un impegno sempre attivo.

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Io non ci vedrei nulla di male nella conclusione alla quale è approdato questo terapista. Il punto è come vi si è giunti e se piuttosto vi è giunto il cliente da solo.

Sovente i clienti iniziano a dire: "lo psicologo dice, lo psicologo mi ha insegnato" quanto il terapeuta si limita, magari, solo a fare domande e porre interrogativi. Tendenzialmente uno psicologo non fa monologhi nè trae conclusioni. E' il cliente a farlo e spesso senza che il medico apra bocca.

 

Ora, questa conclusione, considerandola leggittima, chi l'ha prodotta? Lui o il terapista?

E in secondo luogo, secondo quale percorso?

 

Sono d'accordo, e lo ripeto, sul fatto che determinati fattori ambientali inducano l'omosessualità (e non vale al contrario cioè che l'omosessualità in toto sia da ricondursi a..)ma vorrei capire se è il percorso a farti giungere a tale conclusione o è l'orientamento dello psicologo.. perchè nel primo caso, non posso che prendere atto di ciò che tu dichiari, nel secondo potrei cominciare a sollevare dei dubbi (da gestaltista io ho una leggera avversione per gli psicanalisti, ma non per le vostre ragioni quanto per questioni accademiche).

Edited by Aquarivs
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Io non ci vedrei nulla di male nella conclusione alla quale è approdato questo terapista. Il punto è come vi si è giunti e se piuttosto vi è giunto il cliente da solo.

Sovente i clienti iniziano a dire: "lo psicologo dice, lo psicologo mi ha insegnato" quanto il terapeuta si limita, magari, solo a fare domande e porre interrogativi. Tendenzialmente uno psicologo non fa monologhi nè trae conclusioni. E' il cliente a farlo e spesso senza che il medico apra bocca.

 

Ora, questa conclusione, considerandola leggittima, chi l'ha prodotta? Lui o il terapista?

E in secondo luogo, secondo quale percorso?

 

Sono d'accordo, e lo ripeto, sul fatto che determinati fattori ambientali inducano l'omosessualità (e non vale al contrario cioè che l'omosessualità in toto sia da ricondursi a..)ma vorrei capire se è il percorso a farti giungere a tale conclusione o è l'orientamento dello psicologo.. perchè nel primo caso, non posso che prendere atto di ciò che tu dichiari, nel secondo potrei cominciare a sollevare dei dubbi (da gestaltista io ho una leggera avversione per gli psicanalisti, ma non per le vostre ragioni quanto per questioni accademiche).

 

Lui è uno psicoterapeuta e oltre ad avere pazienti va nelle scuole materne e elementari come supporto per le insegnati e genitori su come ci si rapporta con i propri figli, quindi è uno navigato sui rapporti genitori e figli.

Io non credo che segua una corrente di pensiero specifica, penso vada in base al paziente e da lì crea un percorso, ad esempio con me molte volte ha tirato fuori Alice Miller di cui anche io ho letto i libri e li ho trovati molto interessanti, lei tra l'altro è molto dura con la psicoanalisi e Freud e in alcuni casi mi parlava pure di Hillman.

Solitamente le sedute iniziano con me che racconto di qualsiasi cosa, che può essere un'episodio accaduto al lavoro o di un pensiero riguardo ad un determinata situazione, da lì poi si comincia e mi fa domande mirate per capire su cosa lavorare.

Quello che ne è venuto fuori sull'omosessualità è stato un percorso durato qualche mese e in modo del tutto naturale, che poi se fosse qualcosa di totalmente assurdo sentirei che c'é qualcosa che non va con me e invece tutto sembra avere una direzione compatibile.

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Non mi pare che andare da uno psicologo si fare niente, ma poi io mica cerco redenzione, ma perché pensate questo davvero non lo capisco e non sto manco combattendo con i miei pensieri, eh un'amico certo può aiutare ma anche in buona fede non è detto che sappia consigliare bene.

Hai provato con lo psicologo che ti costa provare con un amico? Forse ti piace l'idea del segreto professionale, cioè che lo psicologo è tenuto a non raccontare di te in giro (cosa impossibile secondo me... c'avrà una moglie o degli amici con cui chiacchiera dei suoi casi). Un amico non ti darà di sicuro tutte le tue risposte ma se è un buon amico ti resta vicino finché non ne trovi una da solo... ultimo consiglio e non voglio ritornare più su questo post: esci da casa e fai quello che ti passa per la testa (ovviamente non rubare e non uccidere nessuno xD), scopa, bacia, guarda, parla ma fai in modo di trovarti davanti a persone diverse dalla tua famiglia e magari anche nuove conoscenze... sàlut per sempre @@Kobol e abbi una vita felice!

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Ci sono cinquemila topic su questo argomento. Dato che si trova in spunti e riflessioni, è chiaro che non si vuol dare alla cosa un'impronta personale, ma generale. Quindi, in soldoni, perché questo topi non si chiude o viene accorpato ad un altro dei diecimila topic su omosessualità e psicologia/psicanalisi?

 

Ciò detto, la mia brevissima e ben nota opinione: la psicanalisi è una teoria sbagliata nel metodo e nel merito, sbagliata è l'idea che l'orientamento sessuale sia formato o deformato dai genitori, sbagliata è l'idea che sia possibile leggere scientificamente ciò che siamo oggi basandoci su una storia passata che alla fin fine è solo un interpretazione del terapeuta, sbagliata è l'idea che questa vuota, e con ogni probabilità falsa, conoscenza raziocinante della formazione della propria sessualità aiuti in un qualsiasi modo a leggerla in modo funzionale, a interagirvi, a dirigerla. Il terapeuta dovrebbe aiutarti a indirizzare le tue energie e a stabilire un equilibrio interiore, non scriverti un'autobiografia romanzata secondo i suoi principi filosofici.

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La cosa curiosa è che quando si chiedono degli studi che dovrebbero dimostrare l'influenza dell'ambiente familiare nella sessualità viene risposto "esistono, ma non te li posso far vedere". Questo perché nella realtà non esistono studi del genere e quelli esistenti dimostrano il contrario.

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Coeranos, sei completamente in mala fede. Io ho fornito dei nomi. Se hai voglia di farti una cultura alza il sedere dalla sedia, spegni il computer e va in qualche biblioteca ben fornita. Ancora meglio chiedi a qualche docente di psicologia di fornirti le ultime ricerche in merito.

 

Se i nomi non ti sono bastati prova ad approfondire il tema con Lev Semënovič Vygotskij

E' ritenuto uno dei pilastri della psicologia moderna.

 

E' assurdo anche solo leggere il modo in cui alcuni di voi corrano a rifurgiarsi nel negazionismo per la sola paura che venga loro deleggittimata la propria omosessualità.

L'omosessualità è un'orientamento sessuale e come tale non solo è soggetto al patrimonio genetico ma anche alle interazioni ambientali.

 

sbagliata è l'idea che l'orientamento sessuale sia formato o deformato dai genitori, sbagliata è l'idea che sia possibile leggere scientificamente ciò che siamo oggi basandoci su una storia passata che alla fin fine è solo un interpretazione del terapeuta, sbagliata è l'idea che questa vuota, e con ogni probabilità falsa, conoscenza raziocinante della formazione della propria sessualità aiuti in un qualsiasi modo a leggerla in modo funzionale, a interagirvi, a dirigerla

e questa illuminazione la devi a quali studi esattamente?

 

La cosa che trovo carina è il modo in cui, alcuni di voi considerino questa branca della medicina.

Il fatto che questa si esplichi con discorsi e parole vi permette di crogiolarvi nell'idea che questa scienza possa essere esercitata come un corso di cucina, che questa sia discutibile, utile solo in certi casi sempre che lo sia, e che non solo sia inattendibile ma rasenti il ridocolo. La stessa critica sui fiumi di romanzi indica la completa ignoranza di alcuni.

Vorrei capire se rispondereste allo stesso modo ad un chirurgo che vi spiega perchè con la degenerazione muscolare non riusciate a muovere carpo e metacarpo o come un forte trauma possa recidere parti della memoria..

Questo scetticismo ve lo potere permettere con la psicologia soltanto perchè il male in cura è la vostra mente, la stessa che si prende gioco di voi ogni giorno ogni qualvolta dite a voi stessi: sto bene.. e andate avanti, alcuni divenendo nevrastenici, altri sviluppando malattie fisiche, altri cadendo in depressione e ancora convinti che questo non abbia nulla a che fare con la vostra incapacità di accettare che anche la mente è un organo e come tale può ammalarsi e morire.

Edited by Aquarivs
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A me di storielle filosofeggianti senza correlazione col mondo reale non importa nulla. Tanto per riferirmi a nomi citati, non è rinvenibile alcun loro studio che discuta di eziologia, una è addirittura una filosofa, una è docente alla Sapienza e sessuologa dell'Espresso, l'altro è morto nel 1934. Oh, probabilmente ci saranno questi studi, che si trovano rinchiusi in castelli sperduti, ma curiosamente quelli accessibili di altri autori, probabilmente più competenti, tendono a escludere l'ambiente familiare. Trovo che un'influenza familiare possa essere interessante come argomento, ma se i dati tendono a negarla è necessario tenerne conto quando si tira fuori l'argomento. Non è questione di prendere gli studi per fede, che non sia mai, ma di attinenza col mondo reale, ovviamente con la prudenza dovuta.

 

Tanto per arricchire la bibliografia a proposito:

 

Secondo lo studio di Långström N, Rahman Q, Carlström E, Lichtenstein P (February 2010). "Genetic and environmental effects on same-sex sexual behavior: a population study of twins in Sweden". The environment shared by twins (including familial and societal attitudes) explained 0–17% of the choice of sexual partner.

Secondo Bailey JM, Dunne MP, Martin NG (March 2000). "Genetic and environmental influences on sexual orientation and its correlates in an Australian twin sample" For both men and women, the shared environmental parameter was estimated as .00

(.00 è il coefficiente di correlazione)

 

Per il resto evita di usare falsi argomenti volti a delegittimare l'altro, tipo "sei in malafede" non interessano a nessuno e soprattutto non funzionano, l'hai già fatto altre volte, ed è poco rispettoso oltre che falso.

Io mi limito a riportare dati concreti, lo faccio perché mi interessa l'argomento e basta, non fate processi alle intenzioni, che sono un argomento di chi non ha argomenti per ribattere.

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La psicanalisi sicuramente ha i suoi limiti, però chi ha avuto a che fare con persone

veramente malate sa anche quali sono i limiti attuali della psichiatria che procede per

diagnosi differenziali o a posteriori....cioè il discorso della genetica non aiuta molto se

parliamo di malattia mentale vera ( e non di cause dell'omosessualità )

 

La verità è che avere a che fare con la mente umana è una grana non indifferente

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Coeranos.. se non esci di casa dubito che troverai qualcosa.. google lascialo perdere e va in una VERA biblioteca..

 

Per quanto riguarda la malafede ce l'hai eccome giacchè hai insinuato vista la mia impossibilità geografica che io non avessi testi da suggerire in toto. E inutile che ora fai piagnistei dopo non solo avere offeso una professione e un intero albo di medici ma perfino messo in dubbio le mie di intenzioni.

 

Sui nomi forniti, altra malafede. Una è una psicologa specializzata proprio in psicologia della famiglia e metodologia della ricerca un'altra è una dottoressa e l'ultimo.. il morto.. è uno dei ricercatori più grandi in assoluto e trovo offensivo.il modo in cui ne parli.. sarebbe come dire che einstein sia un morto con le idee confuse..

Edited by Aquarivs
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E' assurdo anche solo leggere il modo in cui alcuni di voi corrano a rifurgiarsi nel negazionismo per la sola paura che venga loro deleggittimata la propria omosessualità.

Ma non solo; fuori da ogni polemica, sostenere che l'omosessualità abbia causa al 100% genetica è culturalmente pericoloso. Questo perché sarà breve il passo per chi vorrà sostenere che l'omosessualità sia una malattia genetica, e per chi vorrà tirare in ballo l'eugenetica. Lady Gaga dove sei?
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