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Una nuova consapevolezza della mia sessualità grazie allo psicologo


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Io preciso che non ce l'ho con la psicologia come disciplina. Ce l'ho con la psicanalisi. Della psicologia mi limito a evidenziare i caratteri che ne fanno inevitabilmente scienza inesatta o addirittura "tecnica". D'altro canto la medicina stessa, avendo a che fare con casi specifici e non con leggi generali, non è scienza. Nella psicologia come scienza, posso dirlo tranquillamente, non credo, se non in quegli aspetti sovrapponibili alle neuroscienze. E prima che mi si chieda le ragioni scientifiche di ciò, avverto che non ce ne sono. E non possono essercene, appunto perché ritengo che l'oggetto di studi non possa essere trattato in modo scientifico con gli strumenti della psicologia. Chiedermi le ragioni scientifiche sarebbe come chiedermi le ragioni scientifiche dell'inesistenza di Dio. Non sono scientifiche, sono filosofiche.

Sono stato per diverso tempo anch'io un terapia da uno psicologo, ma lui non era di orientamento psicoanalitico

 

Con lui, l'ultima cosa di cui abbiamo parlato è la mia sessualità.

Credo che a Kobol abbia fatto piacere

che qualcuno gli abbia detto perché è gay:

penso che in certi momenti possa essere rilassante.

 

Brucio ovviamente di curiosità nel sapere

se effettivamente esistano studi

sulle cause non genetiche dell'omosessualità,

condotte su un campione non in psicoterapia.

Al massimo un sondaggione possiamo farlo noi.

 

(Io sono uno di quelli che pensa che la genetica conti allo 0%

e che l'incidenza dell'omosessualità in due gemelli separati alla nascita

sia correlata tanto quanto tra due perfetti estranei;

ma è appunto una credenza non supportata da studi)

Boh, il problema è stabilire forse, così a sondaggione, quali sono gli aspetti che dovrebbero definire un orientamento sessuale etero/bix/omo nel periodo fino all'adolescenza.

 

Nel mio caso: mio padre e mia madre di cultura bassa, entrambi caratteri forti, entrambi imprenditori, famiglia unita, sorella maggiore con cui c'è sempre stata più complicità che conflittualità.

Da piccolo giocavo per strada con gli amici e ho preso tante ma tante botte da mio padre e mia madre con la consapevolezza comunque di meritarne molte di più ( i was a weird boy). Idem mia sorella.

Sono stato educato al cattolicesimo, ma senza pressione alcuna a casa, se non il mimimo formale, d'altro canto, mio padre socialista non era granchè legato ai preti, mia madre cattolica ma ha sempre ritenuto che la fede fosse un fatto personale e non ha mai rotto le scatole a nessuno su questi temi.

Quindi un ragazzo normale come altri.

 

Ecco, quello che mi ha sempre caratterizzato è l'impulso a sperimentare con mano (ingegnere fin da piccolo), e sono sempre stato incoraggiato a farlo, e sono sempre stato incoraggiato alla tolleranza e al rispetto degli altri (stando tra la gente fin da piccolissimo). D'altro canto, la sessualità e il sesso a casa erano tabù come argomenti, non eravamo spinti a parlarne e a discuterne. Non giravamo nudi per casa anzi, grande intimità di tutti. Non credo di aver mai visto mio padre o mia madre e men che meno mia sorella nudi, se non in più tarda età.

 

La mia natura bisessuale mi è stata chiara fin dai 13 anni, anche se poi, visto che intorno non avevo nessuno con cui parlarne e vivendo nel "paesotto", certe cose si potevano solo "tentare" ma rimanevano come dire delle stranezze. Poi sono entrati in gioco altri aspetti di cui non voglio parlare per cui di fatto ho lasciato la mia parte "omo" solo come potenziale per molti anni, pur ritenendomi comunque bisessuale dentro di me da sempre, e pur sapendo che "un giorno avrei fatto pure sta prova".

 

Ecco, nel mio caso e nella mia esperienza, sono spinto a pensare che la diagnosi sia " sei nato bisessuale e l'azione di trasformazione in etero che avviene da bambini nelle famiglie in te è avvenuta solo parzialmente data la relativa libertà di cui hai goduto".

E' proprio per il mio orientamento gestaltico che sin da subito (e non è la prima volta) io ho parlato di commistione tra genetica e ambiente.

Io non ho MAI affermato che l'origine dell'omosessualità sia ambientale ma ho solo sostenuto come, la sessualità in genere, sia dovuta ad un complessissimo gioco tra individuo e ambiente, tra stimolo e risposta.

 

Adesso vorrei capire anch'io perchè MO si fa giro inverso e si parla come se non ci fossero stati due schieramenti per 3 pagine.

Le neuroscienze come indica Korio non si occupa del fenomeno ma, al massimo delle origini biologiche del fenomeno. Ho fatto per diversi anni la fatica di stare appresso al lato neurologico del mio lavoro ma, in ogni caso, non ho mai trovato risposte OPERATIVE. Certo so perchè fisiologicamente certe cose accadano e come queste possano interconnettersi con fenomeni di tipo psicologico-ambientale ma quando si torna alla terapia vera e propria è la psicologia che viene in aiuto e nient'altro.

 

Da bravo psicologo ad esempio, sono contrario all'uso di psicofarmaci (tranne in casi complessi) e sono favorevole alla terapia dimostrativa e al colloquio terapeutico.

 

In ogni modo, Fred è rimasto parecchio indietro. La discussione sulla psicologia come scienza è superata da 20anni. Gli strumenti non solo sono scientifici (così come gli studi) ma sono ben dettagliati. Il fatto che la parte "evidente" della branca si esplichi col colloqui ti dà l'illusione che questa si basi solo sull'introspezione quando così non è.

E' proprio per il mio orientamento gestaltico che sin da subito (e non è la prima volta) io ho parlato di commistione tra genetica e ambiente.

Io non ho MAI affermato che l'origine dell'omosessualità sia ambientale ma ho solo sostenuto come, la sessualità in genere, sia dovuta ad un complessissimo gioco tra individuo e ambiente, tra stimolo e risposta.

 

Adesso vorrei capire anch'io perchè MO si fa giro inverso e si parla come se non ci fossero stati due schieramenti per 3 pagine.

Le neuroscienze come indica Korio non si occupa del fenomeno ma, al massimo delle origini biologiche del fenomeno. Ho fatto per diversi anni la fatica di stare appresso al lato neurologico del mio lavoro ma, in ogni caso, non ho mai trovato risposte OPERATIVE. Certo so perchè fisiologicamente certe cose accadano e come queste possano interconnettersi con fenomeni di tipo psicologico-ambientale ma quando si torna alla terapia vera e propria è la psicologia che viene in aiuto e nient'altro.

 

Da bravo psicologo ad esempio, sono contrario all'uso di psicofarmaci (tranne in casi complessi) e sono favorevole alla terapia dimostrativa e al colloquio terapeutico.

 

In ogni modo, Fred è rimasto parecchio indietro. La discussione sulla psicologia come scienza è superata da 20anni. Gli strumenti non solo sono scientifici (così come gli studi) ma sono ben dettagliati. Il fatto che la parte "evidente" della branca si esplichi col colloqui ti dà l'illusione che questa si basi solo sull'introspezione quando così non è.

 

Purtoppo, e penso tu ne sia più conscio rispetto a me, intorno alla psicologia c'é un qualcosa che la considera come una roba da accostare ai matti e ai farmaci e non a una disciplina che ci può rendere consapevoli di noi stessi e sinceramente a questo a molti fa paura perché piuttosto che affrontare le proprie paure e/o ansie ci si nasconde con scuse o vittimismo.

Per non parlare dell'ignoranza, quando si pensa alla psicologia viene fuori subito Freud ma lui è stato solo l'inizio e la sua famosa teoria delle pulsioni era sbagliata e viziata dalla cultura di quell'epoca in cui i genitori erano presentati come infallibili; difatti nelle sue ultime lettere ha ammesso che nel corso del tempo le sue teorie erano da rivisitare ma aveva paura della reazione dei suoi colleghi che gli avrebbero fatto ostracismo.

Purtoppo, e penso tu ne sia più conscio rispetto a me, intorno alla psicologia c'é un qualcosa che la considera come una roba da accostare ai matti e ai farmaci e non a una disciplina che ci può rendere consapevoli di noi stessi e sinceramente a questo a molti fa paura perché piuttosto che affrontare le proprie paure e/o ansie ci si nasconde con scuse o vittimismo.

Per non parlare dell'ignoranza, quando si pensa alla psicologia viene fuori subito Freud ma lui è stato solo l'inizio e la sua famosa teoria delle pulsioni era sbagliata e viziata dalla cultura di quell'epoca in cui i genitori erano presentati come infallibili; difatti nelle sue ultime lettere ha ammesso che nel corso del tempo le sue teorie erano da rivisitare ma aveva paura della reazione dei suoi colleghi che gli avrebbero fatto ostracismo.

Farei una differenza tra psicologia e psichiatria. La psichiatria si occupa di trattare le malattie mentali e di usare i farmaci tanto disprezzati dagli psicologi.

L'omosessualità non è una malattia quindi non ha bisogno di trattamenti farmacologici, che ovviamente uno psicologo non potrebbe fornire perché non è un medico psichiatra. In pratica, un omosessuale è un essere umano, e può avere disturbi che necessitano di psicofarmaci, a prescindere dell'opinione personale degli psicologi che non possono fare una valutazione di tipo medico farmacologico.

Io non considero la psicologia come una cosa da accostare ai matti. La puoi usare su chi vuoi, ma la questione non cambia; eccetto per le funzioni più generali e specializzate del cervello umano, come il linguaggio o la percezione, è impossibile stabilire rapporti causa/effetto che valgano qualcosa di più di una vaga indicazione. Non puoi trovare leggi scientifiche sulla mente umana fin quando non acquisisci una conoscenza sufficientemente completa e dettagliata del suo funzionamento, il che è compito delle neuroscienze e delle scienze cognitive. Se riusciamo a conoscere il ruolo di ogni singolo neurone e metterlo al suo posto nel contesto complesso del cervello, allora per noi tutti i cervelli sono uguali e alla portata della nostra conoscenza, al punto che possiamo perfino fare caute generalizzazioni, come si fa in fisiologia medica. Altrimenti ci si muove necessariamente a tentoni, ogni passo induttivo è un pericolo mortale, ogni teorizzazione resta ipotetica. Esistono scienze più o meno esatte, la perfetta esattezza non è sempre raggiungibile e non è necessaria per conferire dignità ad una disciplina. Ma ciò detto bisogna riconoscere quando il livello di esattezza di una scienza è obbiettivamente basso. Per me siamo praticamente nell'umanistico.

 

PS: complimenti ad Almadel, che ritiene di aver trovato l'unica caratteristica dell'individuo umano che non è influenzata in alcun modo dalla genetica XD

Farei una differenza tra psicologia e psichiatria. La psichiatria si occupa di trattare le malattie mentali e di usare i farmaci tanto disprezzati dagli psicologi.

L'omosessualità non è una malattia quindi non ha bisogno di trattamenti farmacologici, che ovviamente uno psicologo non potrebbe fornire perché non è un medico psichiatra. In pratica, un omosessuale è un essere umano, e può avere disturbi che necessitano di psicofarmaci, a prescindere dell'opinione personale degli psicologi che non possono fare una valutazione di tipo medico farmacologico.

 

Beh diciamo che il campo d'elezione, in senso storico, della psicanalisi o della psicologia dinamica è la nevrosi

non la psicosi o il disturbo di personalità, anche se la psicanalisi ha esteso poi il suo campo di intervento.

 

L'omosessualità non è una malattia e non è una nevrosi ( anche se per un paio di decenni

si è detto che poteva esserci una "omosessualità egodistonica" da qui una certa ambiguità )

 

Ovviamente questo non esclude il fatto che un gay possa essere malato o nevrotico

PS: complimenti ad Almadel, che ritiene di aver trovato l'unica caratteristica dell'individuo umano che non è influenzata in alcun modo dalla genetica XD

 

Non è proprio così.

Nasciamo tutti (geneticamente ) bisessuali come i bonobo.

Siamo portati alla omosessualità e all'eterosessualità da alcuni condizionamenti.

Infatti - tolti i condizionamenti, come in Grecia Antica - saremmo tutti Bisessuali.

Mi pare un punto di vista facile da sostenere

e non in rotta con alcuna acquisizione scientifica della biologia.

 

Potrei sbagliarmi, ma non ho ancora visto le prove del mio errore.

E non le vedrò fino al giorno in cui non farete uno studio sui gemelli separati :)

sono d'accordo parzialmente, almadel. Dopotutto da un punto di vista "sensoriale", gli uomini e le donne hanno una vasta serie di punti molto ricettivi sollecitabili in modi differenti e compatibili con la bisessualità, anche se c'è da dire che l'istinto prevalente, e quindi una qualche forma di "codifica dna" prevede l'accoppiamento maschio-femmina della specie pro riproduzione.

 

Anche in assenza di condizionamenti culturali, avremmo comunque una maggioranza di interazioni eterosessuali.

 

 

Beh diciamo che il campo d'elezione, in senso storico, della psicanalisi o della psicologia dinamica è la nevrosi

non la psicosi o il disturbo di personalità, anche se la psicanalisi ha esteso poi il suo campo di intervento.

 

L'omosessualità non è una malattia e non è una nevrosi ( anche se per un paio di decenni

si è detto che poteva esserci una "omosessualità egodistonica" da qui una certa ambiguità )

 

Ovviamente questo non esclude il fatto che un gay possa essere malato o nevrotico

mi riferivo essenzialmente al luogo comune sugli psicologi citato sopra, dove si parlava di matti e utilizzo di farmaci che non è della psicologia e non necessariamente accompagnato a una psicoterapia.

Di un omosessuale l'unica cosa che realmente mi preoccuperebbe, sarebbe un'accettazione non avvenuta, avvenuta male (dicevamo prima la rassegnazione) e la negazione, se questi sfociassero in sentimenti e comportamenti autodistruttivi o lesivi per gli altri. Per questo ritengo che chi non ha completato il suo percorso di scoperta dovrebbe provare a farlo.

 

Uhm e perché?

Il fatto che siamo così tanti rispetto ai bonobo

potrebbe benissimo essere dovuto al fatto

che abbiamo - sbagliando - inculturato all'eterosessualità.

 

Non credo. L'istinto alla riproduzione è caratteristico dei mammiferi di qualunque livello di capacità intellettiva.

In ogni caso, in molti animali, compresi i Bonomo, c'è incidenza rilevante di comportamenti omosessuali, ma non sono mai prevalenti o paritari, ad esempio wikipedia mi da un 18% degli arieti che hanno preferenza di rapporti omosessuali anche in presenza di scelta, con buona pace della pecora come simbolico sostituto animale classico..

La mia era solo una precisazione storica

 

La nevrosi e non la psicosi è stato il punto di attrito in senso storico

perchè era difficile poter ravvisare in ogni gay una psicosi, più facile

insinuare che fossimo tutti dei nevrotici, infelici.

 

Salvo restando il fatto che molti omofobi ci ritenevano dei degenerati

o malati senza condividere niente della moderna psicologia-

vedi nazisti comunisti biologi antropologi atavisti quasi nessuna branca

scientifica ha mancato di omofobi

 

Ora è evidente però che una pressione omofobica così forte da essere

condivisa da comunisti e nazisti, come da psicanalisti e medici-biologi, metteva

il gay in una situazione tale per cui, l'accettazione di sè era una impresa e la

accettazione tormentosa, la regola.

Che poi quello che dava più fastidio non era l'amore tra due uomini ma l'atto in sé, quindi il pene nell'ano. Ovviamente ufficialmente era solo consentito uomo-donna e missionario ma poi nel privato si faceva di tutto e di più come al solito

Chiedo scusa se mi intrufolo senza ripresentarmi (da qualche parte la presentazione c'è, giuro... ma tanto non è interessante).

Quello che mi pare molto interessante, invece, è questa cosa qui:

 

Nasciamo tutti (geneticamente ) bisessuali come i bonobo.

Siamo portati alla omosessualità e all'eterosessualità da alcuni condizionamenti.

Infatti - tolti i condizionamenti, come in Grecia Antica - saremmo tutti Bisessuali.

Mi pare un punto di vista facile da sostenere

e non in rotta con alcuna acquisizione scientifica della biologia.

 

Potrei sbagliarmi, ma non ho ancora visto le prove del mio errore.

E non le vedrò fino al giorno in cui non farete uno studio sui gemelli separati :)

 

Io non ho prove, però ho un gigantesco interrogativo: quali sono i condizionamenti che spingono verso l'omosessualità? Così a lume di naso mi pare che non ne esista nemmeno uno, anzi, direi che tutti i condizionamenti vadano in senso opposto.

In altre parole: i gay sono gay malgrado esista una potentissima pressione sociale che vorrebbe far essere tutti etero. A quanto pare c'è qualcosa in loro (cioè in noi, scrivo alla terza persona solo per sembrare scientifico) che resiste a tale condizionamento. Qualcosa che si è defintio PRIMA che il condizionamento cominciasse ad esercitarsi.

Gli etero invece sono tali grazie alla stessa potentissima pressione sociale. E su questo non c'è alcun dubbio, basta studiarsi altre società antiche, o anche attuali, ben più estreme della Grecia per rendersene conto.

Ne conseguirebbe l'ipotesi che in assenza di condizionamenti gli eterosessuali diventerebbero in massa bisex (tranne forse una minima percentuale... uhm... 5%, può essere?) mentre i gay rimarrebbero gay esattamente come prima.

Se ne potrebbe anche dedurre che ad essere "contro-natura" non sia l'omosessualità, ma la stragrande maggioranza di casi di eterosessualità esclusiva. (bella spernacchiata per i bacchettoni affezionati alla storiella del contronatura)

 

@ Korio

 

In ogni caso, in molti animali, compresi i Bonomo, c'è incidenza rilevante di comportamenti omosessuali, ma non sono mai prevalenti o paritari, ad esempio wikipedia mi da un 18% degli arieti

 

Su questo ti sbagli, te lo posso dire con una certa cognizione di causa. Nei Bonobo è stata rilevata una parità praticamente assoluta fra il numero degli accoppiamenti etero e omo, ma esistono altre specie di mammiferi, cosiddette "a segregazione sessuale" in cui la situazione è ancora più estrema: l'omosessualità è praticata spessissimo mentre l'eterosessualità è un evento relativamente raro.

Specifico che raro e frequente non sono riferiti al numero di soggetti a cui piace questo o quello, ma proprio alle abitudini comuni a tutti gli individui: ghepardi, giraffe, bisonti sono gli esempi più famosi: trombano una femmina una volta ogni morte di papa e tanto gli basta per assicurarsi la discendenza... per il resto... festini di tutti maschi che durano fino alle ore piccole, una roba da debosciati! (ehm... se ci fosse il verso di rinascere ghepardi, quasi quasi...)

Per par condicio verso le gentili signore, delle quali mai nessuno studio si occupa, cito il caso delle gazzelle, dove ad essere preferenzialmente omosessuali sono le femmine, non i maschi.

Sugli arieti no, hai raigone te, si tratta davvero di un certo numero di soggetti che sono proprio dall'altra parte... cioè da questa parte.

 

@FreakyFred

PS: complimenti ad Almadel, che ritiene di aver trovato l'unica caratteristica dell'individuo umano che non è influenzata in alcun modo dalla genetica XD

 

Ma no, FreakyFred, non sarebbe certo l'unica. Ad esempio, tu pensi che se noi occidentali siamo comunemente disgustati dall'idea di mangiare un piatto di cavallette vive e saltellanti, che per molte tribù africane sono invece una leccornia gustosa, sia una questione di genetica? Ne dubito assai. Mi pare ovvio che il bambino della tribù portato in Europa immediatamente dopo la nascita, svilupperebbe da adulto un disgusto per le cavallette preciso ugale al nostro.

(oh, senza offesa per coloro di voi a cui piacciono le cavallette vive, ci mancherebbe)

 

Per quanto riguarda la psicologia condivido invece ogni parola del tuo intervento: come si fa a costruire una scienza su qualcosa di cui ancora non si sa quasi nulla? A tentoni, per forza di cose.

 

Spero di non aver fatto casino con il multiquote, altrimenti... bannatemi :roulette:

Dai altra carne al fuoco:

 

ieri ero dal mio psicologo, capita che non si parli solo di me ma si parli di situazioni. Mi fa presente di un uomo, sposato con due figli grandi che ad un certo punto lascia la moglie e se ne va...con un uomo...il mio psicologo gli chiede: com'é la madre? E lì era la risposta. Ma non per il fatto di essere gay ma per il fatto che ha messo su famiglia e magari non lo voleva.

@@bobrock mi fido, non ho compenenze di etologia, quindi mi fido di quel che dici. Tuttavia io credo bisogna considerare le cose in un'altra prospettiva, libero poi di correggermi.

Negli animali, la valutazione di una omosessualità/bisessualità dovrebbe a mio parere essere fatta nel caso in cui, nel momento della riproduzione e in possibilità di scelta, il maschio della specie decida di accoppiarsi lo stesso con un maschio, o una femmina si rifiuti di accoppiarsi nonostante lo stato di "calore" ma rimanga a contatto con altre femmine del branco. Questa è infatti la situazione "umana", ed è quella che contraddistingue culturalmente l'omosessualità dell'uomo e la bisessualità ovviamente, in quanto la razza umana ha perso la periodicità della stagione degli accoppiamenti.

Altro aspetto è la presenza di coppie stabili maschio-maschio in ambito animale, come osservato tra i pinguini se non erro. Anche in questo caso è una rilevanza di comportamento omosessuale definito.

 

Nel caso, invece, di rapporti sessuali tra maschi della stessa specie lontano dalla stagione dell'amore, dato che sono privi di intento e di legame con l'attrazione contrapposta allo stimolo riproduttivo, non so se sia corretto mettere l'evento sullo stesso piano.

 

Un po' come valutare l'omosessualità nelle carceri: è nell'esigenza dello stringere rapporti umani e di contatto fisico con altri che si arriva in molti casi a superare il "blocco" anche in persone che però nella normalità non avrebbero mai avuto rapporti omosessuali.

Dai altra carne al fuoco:

 

ieri ero dal mio psicologo, capita che non si parli solo di me ma si parli di situazioni. Mi fa presente di un uomo, sposato con due figli grandi che ad un certo punto lascia la moglie e se ne va...con un uomo...il mio psicologo gli chiede: com'é la madre? E lì era la risposta. Ma non per il fatto di essere gay ma per il fatto che ha messo su famiglia e magari non lo voleva.

un altro bravo psicologo però risponderebbe che questa è una generalizzazione.

La vita delle persone va ben inserita dentro contesti e più situazioni.

Eh ma ancora una volta occorrerebbe capire il riassunto del cliente.

Perchè, purtroppo, come ho già scritto pagine fa, i clienti tendono a fare una selezione di informazioni. Cancellano qua, tagliano là e alla fine cuciono il tutto con: lo psicologo ha spiegato che 2+2 fa 4.

 

E alla fine non è mica successo questo.

Cioè, ho visto psicologi farlo e io avrei voluto servirli in pasto a delle tribù di cannibali, quanto meno per uno studio antropologico v.v ma di norma questo non accade e non accade più da tempo.

Tuttavia io credo bisogna considerare le cose in un'altra prospettiva, libero poi di correggermi.

No, no, dici delle cose giuste, solo che anche fra gli animali bisogna distinguere.

Si parlava appunto del bonobo e della somiglianza con l'essere umano, che tutti quanti sanno risiede nel grande numero di geni in comune. Ma in realtà l'uomo condivide all'incirca lo stesso numero di geni con lo scimpanzé, il quale non presenta le stesse caratteristiche di bisessualità e promiscuità.

Perché allora si crede che l'uomo allo stato naturale sia più simile al bonobo? Per questa cosa che hai scritto qui:

 

in quanto la razza umana ha perso la periodicità della stagione degli accoppiamenti.

 

E proprio questo accomuna noi e i bonobo distinguendoci dalle altre scimmie antropomorfe. Questa perdita del ciclo stagionale degli amori ha consentito ai bonobo di utilizzare il sesso per scopi ben diversi dalla procreazione, alla quale non è riservato alcun canale preferenziale: essa si presenta soltanto come effetto "accidentale" che scaturisce da tutte quelle orge in massima parte non riproduttive. Quindi, pur essendo maschi e femmine costantemente in contatto fra loro, i rapporti omo ed etero risultano, in effetti, paritari.

 

Per il resto, la bisessualità si manifesta in forme varie e sorprendenti. Cito solo il caso dei ghepardi, perché è estremo: i maschi non vivono in coppie omosessuali stabili ma, di solito, in quartetti o quintetti i cui membri sono inseparabili, tant'è che negli esperimenti in cui si è provato a dividerli reagiscono in maniera estremamente violenta. Una volta poi riuniti si abbandonano a sfrenate effusioni con tanto di erezioni e penetrazioni reciproche.

Il paragone con l'omosessualità forzata delle carceri regge fino a un certo punto, dunque, perché, quando il gruppetto incontra una femmina, se la ripassano tutti insieme da bravi fratellini, ma senza stabilire con lei alcun legame di tipo "affettivo", se così si può dire. Si può quindi legittimamente parlare di una "preferenza" del ghepardo maschio per gli altri maschi, preferenza che, ovviamente, non inficia in nessun modo il meccanismo riproduttivo, altrimenti sarebbe stata segata dalla selezione. Alla fine della festa la poveretta se ne va, incinta, sola e scornata :(

@@bobrock molto interessante, e grazie per la precisazione :) mi riservo di contattarti in PM per altre curiosità etologiche se mi capitano. Beh, allora ritorno alla mia vecchia convinzione che nasciamo tutti potenzialmente bisessuali.

@@bobrock molto interessante, e grazie per la precisazione :) mi riservo di contattarti in PM per altre curiosità etologiche se mi capitano. Beh, allora ritorno alla mia vecchia convinzione che nasciamo tutti potenzialmente bisessuali.

 

Volentieri, quando vuoi (anche perché qui si sta andando parecchio OT).

Per quanto riguarda il nascere TUTTI bisessuali, rimane il grande problema di spiegare come abbia fatto la componente eterosessuale di molte persone a scomparire del tutto.

Come abbia fatto a sparire la componente omo in tanti altri, invece si capisce benissimo.

Non si può parlare, sicuramente, di due componenti uguali

perchè il 99,9% dei gay prima di scoprire la propria omosessualità

credeva e sapeva di essere etero e non bisex.

 

Ed anche gli stessi bisex, scoprirebbero la loro bisessualità a partire

dalla presunzione di essere eterosessuali.

 

Se i bonobo assegnando alla sessualità un funzione sociale avessero

in ipotesi inteso mettere sullo stesso piano le due componenti, questo

li distinguerebbe nettamente dall'uomo.

Beh, @Hinzelmann, oggi la stragrande maggioranza dei bambini nasce in un contesto eterosessuale, quando ha 4 anni la mamma gli chiede se la compagnuccia di giochi all'asilo è la sua fidanzatina (nel caso di un uomo e viceversa nel caso di una donna), e vede coppie di genitori e nonni, o racconti di coppie di genitori e nonni eterosessuali, che gli raccontano la loro storia e danno il loro esempio.

L'idea di default è sempre l'eterosessualità, dato che non esiste, se non in un numero trascurabile di casi, esempi o insegnamenti di tipo differente.

Eppure anche in questi casi, c'è un numero non trascurabile di bambini che hanno comportamenti ed atteggiamenti bisessuali e omosessuali fin dalla prepubertà, questo ad indicare come anche un forte condizionamento ambientale può non bastare a limitare una tendenza personale.

 

Nello stesso tempo, sarebbe da verificare con attenzione, ma mi sembra che nei figli di coppie gay ci sia una tendenza maggiore alla bisessualità. Ad esempio ho trovato questo link http://www.springerlink.com/content/d967883qp3255733/fulltext.pdf?MUD=MP ma certo bisognarebbe approfondire.

Se mi fate un paragone coi bonobo, mi dovete coerentemente ipotizzare

che la bisessualità fiorisca come comportamento sociale in strutture caratterizzate

dal Matriarcato, visto che la struttura sociale dei bonobo è matriarcale.

 

Che il matriarcato sia stata la prima forma di vita sociale del genere umano è poco più

di una ipotesi scientifica, collocabile nel neolitico e come memoria mitica nella Grecia

arcaica. Mentre l'osservazione scientifica si limita a pochi studi, c'è Malinowski che

studiò il matriarcato trobiandese ( smentendo l'universalità del complesso di Edipo )

Non si può parlare, sicuramente, di due componenti uguali

perchè il 99,9% dei gay prima di scoprire la propria omosessualità

credeva e sapeva di essere etero e non bisex.

 

Lo credeva e lo sapeva per questioni di cultura: gli avevano insegnato che l'eterosessualità era l'unica opizione esistente, quindi non c'era altro da credere e sapere.

 

Se i bonobo assegnando alla sessualità un funzione sociale avessero

in ipotesi inteso mettere sullo stesso piano le due componenti, questo

li distinguerebbe nettamente dall'uomo.

 

Li distinguerebbe semmai dall'uomo moderno occidentale, la cui cultura è influenzata da 20 secoli di cristianesimo.

Non da molti altri popoli e culture in cui il tabù dell'omosessualità non è mai esistito e dove infatti la bisessualità risultava essere la norma (tenendo sempre presente che "la norma" non è l'equivalente di "tutti").

Li distinguerebbe semmai dall'uomo moderno occidentale, la cui cultura è influenzata da 20 secoli di cristianesimo.

 

No, in senso bonobiano li distingue millenni di patriarcato

 

Non sarebbe un problema solo del cristianesimo e neanche solo delle

religioni monoteiste

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