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la setta dei Testimoni di Geova


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infatti, se si matura una posizione dissidente, la chiesa ricatta le persone con la minaccia dell'esclusione. Non a caso, molte di queste comunità religiose prosperano in ambienti sociali caratterizzati da quella che il sociologo francese Durkheim chiamò "anomia"; per capirci, in contesti fatti di emarginazione sociale.

Sarà una coincidenza ma tutti i testimoni di Geova che conosco non sono emarginati socialmente, anzi sono tipici rappresentanti della piccola borghesia: commercialisti, avvocati ect. Alcuni di loro hanno un comportamento abbastanza "laico", per esempio non possono festeggiare il compleanno del figlio ed eccoli che organizzano la festa nel giorno alternativo...

La verità è che i testimoni di geova subiscono un vero e proprio lavaggio del cervello. Della chiesa cattolica è facile liberarsene almeno (intendo personalmente dato che nella vita di tutti i giorni il pensiero cattolico-italiano è talmente radicato che non è possibile non scontrarsi con quest'altra bell'istituzione). Un testimone di geova che decide di lasciare il gruppo verrà emarginato, screditato ecc. (ce ne sono alcuni di casi famosi e io conosco personalmente una ragazza lesbica alla quale i genitori non rivolgono più parola).

privateuniverse

Sarà una coincidenza ma tutti i testimoni di Geova che conosco non sono emarginati socialmente, anzi sono tipici rappresentanti della piccola borghesia: commercialisti, avvocati ect. Alcuni di loro hanno un comportamento abbastanza "laico", per esempio non possono festeggiare il compleanno del figlio ed eccoli che organizzano la festa nel giorno alternativo...

 

Quelli che conosco io, a dire il vero, no. Sono gente di estrazione sociale tendenzialmente piuttosto modesta, con un grado d'istruzione anch'esso inferiore alla media. Ma qui si finisce per fare aneddotica, piuttosto che un'analisi su dati di fatto sociologici.

 

Ci sono da considerare due elementi aggiuntivi.

 

In primo luogo, la situazione personale: posso aver subito un lutto, posso trovarmi in una situazione personale estremamente difficile e reagire cercando un'integrazione totalizzante in una comunità che me la offre (anche se c'è un prezzo da pagare). In altri termini, abbracciando delle certezze in cambio della mia libertà.

 

In secondo luogo, se ci si pensa bene, questo tipo di religiosità, generalmente, ha una connotazione "piccolo borghese", nel senso che, non a caso, la sua è una morale tradizionalista e paragonabile a quella borghese dell'Ottocento: famiglia, lavoro, risparmio, impegno, astinenza dal piacere (ci sono gruppi religiosi che vietano di andare al cinema). Manca del tutto la dimensione sociale e politica dell'impegno e della fede religiosa; guarda caso, i TdG non votano, non partecipano alla vita politica della comunità e, come chiesa, non traducono mai in termini sociali e politici la loro religiosità personale. Non ti pare che anche questi siano echi di una mentalità tipicamente "piccolo-borghese", deferente nei confronti dell'ordine sociale e politico costituito?

 

Non sapevo dell'esempio del compleanno che hai fatto ma non mi stupisce più di tanto perché, a dire il vero, la storia è piena di scappatoie che sono state trovate per eludere i divieti religiosi senza, per questo, negarne la validità in linea di principio.

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