Jump to content

Siete favorevoli o contrari all'aborto?


Favorevoli all'aborto?  

63 members have voted

  1. 1. Aborto: contrari o favorevoli?

    • Favorevole
      52
    • Contrario
      11


Recommended Posts

  • Replies 153
  • Created
  • Last Reply

Top Posters In This Topic

  • wasabi

    14

  • Ariel

    11

  • Hinzelmann

    10

  • Dream_River

    9

Totalmente d'accordo con Isher, Hinzelmann, privateuniverse (che mentre scrivevo ha espresso il concetto che sto esprimendo io ancor meglio).

 

Penna, non fare l'avvocato del diavolo: chiunque sia contrario all'aborto dovrebbe essere favorevole a un paradosso totalmente illegale in questa società odierna, cioè all'essere allettato per nove mesi, collegato ad una persona che necessita del suo sangue per sopravvivere finché non avrà sufficienti forze (non tocco i 18 anni successivi perché certo, potrebbe sempre esserci l'adozione). Davvero, non ha senso. E rispondete al sondaggio secondo ciò che ha scritto Almadel, perché altrimenti i risultati sono del tutto falsati, e spaventosi.

 

Mitomane, persone come te grazie al cielo non avranno mai la fidanzata, povere loro, altrimenti...

no Ariel, per quanto mi riguarda essere favorevoli all'aborto significa condividerne il principio etico.

Io penso sinceramente che posso capire il principio per cui una donna decida di abortire ma non lo condivido.

Era questo il senso della mia risposta ad @@Almadel tra l'altro.

Penna, non fare l'avvocato del diavolo

 

Finché nella nostra società si incroceranno tante culture e religioni, sarà necessario fare l'avvocato del diavolo,

e cercare spiegazioni che si basino il più possibile su oggettività transculturali,

più che sul buon senso e sui nostri ovviamente. Non mi fido degli ovviamente,

perché ciò che è ovvio per noi può non esserlo affatto per altri,

e quando i nostri ovviamente saranno in minoranza, sarà la fine per i nostri diritti.

 

Ma mi rendo conto che è difficile astrarsi a tal punto dalla propria forma mentis

e provare a porsi da un punto di vista altro.

 

@@privateuniverse : la gradualità che tu sottolinei, nel passaggio da embrione a individuo,

mi sembra un punto fondamentale per dimostrare che la distinzione giuridica è in fondo arbitraria,

e forse le nostre categorie non sono adatte a classificare nettamente un passaggio così fluido

dalla non-vita alla vita.

Quanto al secondo punto che poni, è un'altra questione, e anche per me è troppo tardi per affrontarla :)

Visualizza Messaggiomitomane2, il 30 settembre 2012 - 20:05 , ha scritto:

io non ho votato per un semplice motivo:

se la donna fa sesso con il suo ragazzo senza precauzioni affari suoi, il bambino se lo tiene, mentre se un ragazzo melesta una ragazza secondo me la donna è liberissima di abortire....

 

Non hai mai sentito parlare dei bambini "del preservativo bucato" o della pillola anticoncezionale che non ha funzionato? Nessun metodo anticoncezionale garantisce efficacia al 100 %. In questo paese procurarsi la pillola del giorno dopo non è proprio facilissimo...

 

Mi hanno raccontato di una di cui mi avevano raccontato: a lei e al tipo con cui stava si bucò il preservativo. Andò di corsa a prendere la pillola del giorno dopo ma non fece effetto perchè era sotto antibiotici.... ovviamente successe il patatrac.

 

Niente è sicuro al 100%... nella tua concezione un caso del genere dove lo collochi?

privateuniverse

@penna

 

Infatti la distinzione è in gran parte convenzionale, ma non arbitraria; perché, normalmente, le leggi consentono l'interruzione volontaria della gravidanza sostanzialmente a discrezione della donna nel periodo in cui non si è sviluppata embrionalmente la corteccia cerebrale (medici e biologi mi passeranno il linguaggio approssimativo).

 

Ovviamente, si possono sostenere anche altre posizioni: per esempio, io potrei essere fermamente convinto, per motivi personali o religiosi o di qualsiasi altra natura, che il nascituro sia un soggetto che ha un diritto assoluto alla vita, che so, al centotrentasettesimo giorno dalla fecondazione, oppure che non lo sia mai, oppure che lo diventi dal momento della fecondazione dell'ovulo.

 

Il punto è che un'argomentazione dev'essere sviluppata su basi razionali o, comunque, ragionevoli, altrimenti torniamo al Seicento delle guerre di religione.

Capisco che intendi Penna, effettivamente. Però sfido chiunque a leggere il mio esempio e alzare la mano per far da volontario ad essere trattato così.

 

@ fallo tu, allora: è facile, forti del proprio genere e del fatto che non ci possa succedere. Ma immaginati un attimo di trovarti per caso, dopo una nottata ridendo e scherzando, per via di un incidente, a dover rimanere con nove mesi con un parassita attaccato, che poi sì diventerà una persona di cui potrai anche liberarti (ma tutti ti giudicheranno per questo per tutta la vita), ma che lascerà il tuo corpo modificato in modo quasi irreparabile, che ti sconvolgerà a livello ormonale e psicologico, senza che tu l'abbia mai chiesto o desiderato.

Tu davvero, solo perché quel parassita sarà un giorno una persona come te, sei disposto a questo?

Se sì, complimenti: sei una persona migliore, o forse solo più masochista, di me.

 

A mio parere, l'aborto andrebbe sdoganato: non dev'essere usato come controllo delle nascite, assolutamente, ma non bisogna neanche pensare che sia il trauma della vita se uno non vuole che lo sia. Io non ho vergogna a dire che lo farei, anche se figli ne voglio in futuro, ma ne voglio quando lo decido io e come lo decido io, perché non è qualcosa da prendere alla leggera, e voglio che la mia vita sia plasmata solo da me per ora e non da delle responsabilità verso un altro essere umano a cui non ho promesso nulla. Poi chissà, dovessi rimanere incinta potrei cambiare idea, avendo molto istinto materno, ma da un punto di vista etico troverei molto più corretto dare una vita più sana a un bambino piuttosto di farlo nascere figlio di una ventenne senza lavoro fisso.

Ariel io ho parlato di principi etici. Non ho parlato di vissuto psicologico. Se avessi parlato di vissuto psicologico il tuo discorso avrebbe avuto un senso, ma siccome io ho parlato di un principio etico (o meglio, avrei dovuto dire morale), mi dispiace ma non capisco perché devi tirare in ballo il fatto che "forti del proprio genere e del fatto che non ci possa succedere". Ho detto che vieterei a una donna di farlo? Non mi pare.

Ho detto che la libertà supera ogni genere di limitazione che ci impone l'etica in campi così sfumati? Mi pare di si.

Ergo, veramente non capisco dove tu voglia arrivare.

Vorrei arrivare al punto in cui si possa non accusare una donna di violare un principio etico e morale quando si prende cura del proprio corpo e della propria vita. Il passo da ciò che dici tu, e dire 'lascio la libertà di essere assassine' è molto lieve. Detto questo, apprezzo che comunque non aboliresti la legge, immagino? Diciamo che è il minimo sindacale, a volte vorrei proprio che cambiasse la mentalità dietro determinate morali.

Il punto è che purtroppo nel momento in cui si è inventato uno strumento

per guardare dentro la pancia della donna e fotografarne il contenuto, la

donna è diventata una scatola, un contenitore.

 

In una società dell'immagine si verificano quindi due fenomeni.

 

Il primo è che i movimenti religiosi che già pensavano che

il corpo della donna fosse solo un corpo funzionalizzato, di

quelle immagini fanno un uso politico....ingrandendole, falsificandone

la datazione, facendo vedere le caratteristiche che possono "umanizzare"

prima l'embrione e poi il feto ( effetto "bambi" )

 

Il secondo è che la gente di fronte ad una immagine è portata ad

invertire l'onere della prova, il fatto che non si possa vedere l'assenza

di cervello e poi l'assenza di coscienza...non fa presa perchè la nostra

capacità critica di fronte ad una rappresentazione visiva tende a scemare.

Vorrei arrivare al punto in cui si possa non accusare una donna di violare un principio etico e morale quando si prende cura del proprio corpo e della propria vita. Il passo da ciò che dici tu, e dire 'lascio la libertà di essere assassine' è molto lieve. Detto questo, apprezzo che comunque non aboliresti la legge, immagino? Diciamo che è il minimo sindacale, a volte vorrei proprio che cambiasse la mentalità dietro determinate morali.

Io non scendo in piazza urlando "no l'aborto!" o "sono assassine!" onestamente non sono un fanatico ;P

la legge è necessaria, non può e non deve essere abolita. Personalmente la perfezionerei per una maggiore tutela della donna che decide di fare una scelta di questo tipo, specialmente sul piano psicologico. Così come la donna che decide di tenere un bambino ed è in una situazione di difficoltà andrebbe maggiormente aiutata.

Ariel, io non posso imporre il mio pensiero agli altri o le mie opinioni.

Per la maturazione che ho fino a oggi, l'aborto per me è una sorta di nodo gordiano, moralmente parlando. Dunque la decisione non può derivare da un tira e molla "ho ragione io" "hai ragione tu".

Edited by HeLoves

la legge è necessaria, non può e non deve essere abolita. Personalmente la perfezionerei per una maggiore tutela della donna che decide di fare una scelta di questo tipo, specialmente sul piano psicologico. Così come la donna che decide di tenere un bambino ed è in una situazione di difficoltà andrebbe maggiormente aiutata.

 

Sono d'accordo con te @ .

Io sono uomo e pure gay, quindi molto difficilmente il tema dell'aborto sfiorerà da vicino la mia vita, però sono cresciuto trovandomi più volte a riflettere su questi temi. Una persona a me molto vicina è ginecologa e mi ha raccontato nel tempo tante storie di donne che hanno deciso, o pensato di abortire. Tipicamente non sono scelte che vengono fatte alla leggera, portano con sé drammi e sofferenze. Alcune volte l'aborto è stato seguito da anni di depressione, di sensi di colpa, in certi casi le donne hanno fatto poi fatica a rimanere di nuovo incinte quando lo desideravano, a causa dello shock subito. Questa ginecologa ha sempre cercato di parlare a lungo con le donne che volevano seguire la strada dell'aborto (cosa che non tutti i medici fanno), di consigliare centri di ascolto e di aiuto. Dalla sua esperienza è emerso che tutte quelle che hanno deciso di portare avanti la gravidanza non se ne sono mai pentite, anzi la ringraziavano ancora a distanza di tempo, inviandole foto dei bambini etc ... Un altro elemento importante che mi ha sempre fatto notare è che, dietro alla scelta di abortire, spesso si nascondono uomini senza palle, che non riescono ad essere di sostegno ad una compagna spaventata e confusa.

Discorso a parte meritano i casi di gravi malattie congenite, che di solito colpiscono figli voluti e progettati: i genitori in questi casi vivono l'aborto come un vero lutto, come se dalla malattia fosse stato colpito un bambino già nato. La condanna morale qui non serve a nulla, oltre a risultare assolutamente crudele.

 

Abortire non è un diritto che una donna esercita di solito liberamente in tutta serenità, è una scelta difficile e sofferta, quindi credo che la legge che lo consente vada mantenuta (sarebbe impensabile abolirla), ma bisognerebbe sostenere maggiormente il diritto della donna a tenere il bambino, non abbandonandola a se stessa, ma fornendole più aiuti, sia dal punto di vista psicologico che materiale. Mi sembra un discorso da società (come al solito) maschilista dire che l'aborto è un diritto della donna, che è libera di fare come crede, quindi si arrangi e se la veda lei. E' un diritto della donna prendere decisioni sul proprio corpo ma è dovere di una società civile sostenere la possibilità di ogni donna di portare avanti una gravidanza, anche in condizioni difficili o avverse.

Edited by wasabi

Favorevole all'aborto e all'autodeterminazione sul proprio corpo da parte del/della gestante.

Contrario a qualunque precetto etico o morale che sia limitativo della libertà individuale considerando lo zigote/embrione/feto un uomo in potenza.

Devo dire che sono sorpreso di vedere come molte persone condannino moralmente tale pratica.

Mi sembra un discorso da società (come al solito) maschilista dire che l'aborto è un diritto della donna, che è libera di fare come crede, quindi si arrangi e se la veda lei.

 

Ma tu presumi che la donna abbia per forza l'istinto materno...il chè io non lo darei per scontato.

 

E se non ce l'ha?

Se non ce l'ha, deciderà di abortire e probabilmente non avrà rimpianti.

 

Dico che l'idea di "liberarsi di un problema sgradito" tramite l'aborto, lasciando tutto il peso della decisione e della responsabilità alla donna, perché è un suo diritto, mi sembra un discorso di comodo di una società maschilista. Sostenere le donne (quelle che avrebbero l'istinto materno, ma si trovano in difficoltà per mille motivi, dall'irresponsabilità del partner, alla giovane età, al mancato appoggio della famiglia d'origine, ai problemi economici etc ...) richiede maggiori sforzi e, quindi, si preferisce far passare il messaggio che l'aborto sia solo un'opportunità e una conquista femminile.

 

 

Devo dire che sono sorpreso di vedere come molte persone condannino moralmente tale pratica.

 

Preciso che il mio discorso non ha niente a che vedere con una condanna morale di tale pratica, in particolare non ha nulla a che vedere con una condanna morale della donna coinvolta, che spesso è, ancora una volta, vittima e non carnefice.

Edited by wasabi

Allora sono possibili due alternative, una che la donna

abbia l'istinto materno e abbia diritto ad un aiuto materiale

in assenza di famiglia e l'altra che questo istinto non ce l'abbia

e non voglia fare da incubatrice.

 

Sotto il primo profilo nessun aiuto o sostegno sarà però sufficiente

rispetto ad una maternità programmata, nella nostra società infatti

l'organizzazione sociale spinge per collocare la maternità nel campo

di una serie di scelte pariordinate ( studio lavoro etc )

Sotto il primo profilo nessun aiuto o sostegno sarà però sufficiente

rispetto ad una maternità programmata, nella nostra società infatti

l'organizzazione sociale spinge per collocare la maternità nel campo

di una serie di scelte pariordinate ( studio lavoro etc )

 

Non è detto che non sia sufficiente ...

Possiamo dire che non è la stessa cosa, che ogni donna al giorno d'oggi vorrebbe programmare la gravidanza ed inserirla nel momento più corretto perché si armonizzi con il resto della sua vita, questo è innegabile e sacrosanto. Tuttavia, se la gravidanza non programmata capita, spesso (credimi, ho in mente tanti casi che ho avuto l'occasione di conoscere anche direttamente), una volta superata la paura relativa a problemi di ordine pratico e il terrore di essere sola, la donna vede il figlio in arrivo come un'enorme fonte di gioia, come non avrebbe mai potuto immaginare o preventivare.

E ti assicuro che nessuna si pente della decisione di aver portato a termine una gravidanza, mentre i pentimenti, in caso di aborto, sono piuttosto frequenti.

Edited by wasabi

Dire che la responsabilità della scelta è prima di chiunque altro della donna, non comporta abbandonarla.

 

Essendo la donna il soggetto più coinvolto da una gravidanza, l'ultima parola in merito non può che essere che sua. Ma questo non giustifica in nessun modo l'abbandono della donna, prima o dopo la scelta.

 

Anzi, chi sostiene la libertà della donna e la sua responsabilità, a maggior ragione ritiene necessario che la donna abbia accanto il giusto supporto prima e dopo la sua scelta, perché altrimenti assumerebbero rilevanza altri fattori che metterebbe a repentaglio la libertà e la responsabilità della scelta.

Anzi, chi sostiene la libertà della donna e la sua responsabilità, a maggior ragione ritiene necessario che la donna abbia accanto il giusto supporto prima e dopo la sua scelta, perché altrimenti assumerebbero rilevanza altri fattori che metterebbe a repentaglio la libertà e la responsabilità della scelta.

 

Io sono d'accordo con te, immagino che tu la pensi così, in modo responsabile e onesto.

 

Sono, invece, meno convinto che tutti coloro che sbandierano il diritto all'aborto come una conquista civile, fregandosene del dovere della società di sostenere le donne prima e dopo la scelta (sia in un senso che nell'altro), siano sempre in buona fede e siano poi tanto "femministi".

Certo si potrebbe fare molto di più per sostenere una ragazza-madre, ma di fronte ad

una organizzazione del mercato del lavoro che istituzionalizza il precariato, che non prevede

neanche la tutela di malattie infortuni e maternità....nel senso che semplicemente non ti

rinnovano il contratto, non è che un sussidio pubblico o un asilo nido comunale possano fare

miracoli.

 

Di fatto se non puoi far conto su un compagno devi appoggiarti alla famiglia di origine

e mettere in conto una serie di sacrifici personali.

Sarete d'accordo con me che dire: "Donne, avete il diritto di abortire liberamente, quindi usufruitene e non rompete le palle" è tanto più comodo, da un punto di vista sociale, rispetto alla tutela vera delle scelte delle donne, che passa attraverso il diritto alla maternità pagata, agli asili nido pubblici etc ...

 

Quello dell'aborto è un diritto facile da concedere (ed è intoccabile, ripeto, nessuno dice il contrario), disturba solo alcuni cattolici oltranzisti e serve a volte a nascondere le proprie (dei maschi e della società) responsabilità dietro al diritto di autodeterminazione della donna ...

Edited by wasabi

Un diritto di libertà è un diritto di libertà, è ovvio che sia poi

compito dello stato cercare di rimuovere le disuguaglianze sociali

che mettono una donna povera in condizione diversa rispetto ad una

donna ricca.

 

Dopodichè oggi è dura ugualmente...perchè la nostra società non mi pare

una società che faciliti la crescita individuale a nessuno.

 

Il pericolo infine è pensare alla donna come una piccola fiammiferaia

quando magari è legittimamente una aspirante attrice o una aspirante

notaio, ambiziosa piuttosto che ricca....e minimamente interessata alla

maternità. Questa idea che rispetto alla maternità la donna sia una

"vittima delle circostanze" non è una visione appiattita della realtà e del

mondo femminile?

Se una donna fa le sue scelte liberamente, consapevolmente ed in serenità, ben venga, nessuno ha il diritto di dire niente.

 

Quello che sottolineo io è che non è sempre tutto così rose e fiori e che l'aborto non è sempre e solo un segno di emancipazione femminile.

 

Questa idea che rispetto alla maternità la donna sia una

"vittima delle circostanze" non è una visione appiattita della realtà e del

mondo femminile?

 

Vittima delle circostanze lo è se si tratta di una gravidanza indesiderata, ovviamente, ci potranno essere più o meno responsabilità da parte sua ma è pur sempre vittima di qualche circostanza che non può/non ha potuto controllare (le donne emancipate, in genere, conoscono meglio la moltitudine di metodi anticoncezionali e il loro corretto utilizzo, ma l'errore può sempre capitare).

 

Ogni visione parziale della situazione, in un senso o nell'altro, mi sembra un appiattimento della realtà.

Edited by wasabi

Ho messo favorevole. Sono assolutamente favorevole nella maggioranza dei casi, cioè : pericolo di vita della donna, gravi malformazioni del bambino, rischi della salute della donna e stupro.

Piuttosto contrario nel caso di motivi economici (se non lo vuole può darlo in affido) e assolutamente contrario all'uso come alternativa del contraccettivo, esistono molti contraccettivi al giorno d'oggi che se una donna ha un minimo d'attenzione non rischia. Ma generalmente gli aborti per questi ultimi due casi sono estremamente rari.

Provo a proseguire sul binario lanciato da Ariel ma allontanandomene..

 

In questo traumatico argomento abbiamo due elementi: La donna e il feto.

La donna è un individuo vivo nella misura in cui esso è cosciente, sa di esistere, prova dei sentimenti, delle emozioni, ha un posto nella società e per questo possiede dei diritti.

Il feto è un prodotto, un ammasso cellulare in via di sviluppo. Dipende esclusivamente dal corpo materno, non può farne a meno e considerabile alla stregua di un parassita. Eppure, in un certo momento, dopo la formazione del cervello, quest'essere inizia a funzionare in maniera individuale.. pensa, prova emozioni.

 

Come si fa quindi a comprendere se sia o meno leggittimo porre fine all'esistenza di qualcosa che COMUNQUE diverrà un essere umano?

Ecco che nasce la mia posizione contraria.

 

A mio avviso la rinuncia alla vita è un errore. E' un errore etico morale ed emotivo.

Tuttavia sono completamente d'accordo con il diritto di scegliere e discernere della donna in merito all'aborto.

Nonostante i desideri la tutela del feto, è quella dell'individuo già in vita ad avere la precedenza. Il peso, il sacrificio e l'onere di una gravidanza prima e di un figlio poi è qualcosa che può essere preso SOLTANTO dalla persona gravata di tale compito.

Se io fossi donna non abortirei nemmeno se stessi, in quel frangente, chiedendo l'elemosina per strada.. ma sta di fatto che non lo sono e che gli altri individui hanno l'insindacabile diritto di scegliere e decidere del proprio corpo e della propria vita e, per quanto orribile da immaginare, della vita di qualcosa che con il proprio corpo portano avanti.

 

Ho sempre pensato, in una relazione etero, che questo sarebbe l'unico vero motivo per il quale lascerei l'amore della mia vita. L'unico caso in cui io riesca ad andare ben oltre i miei sentimenti (il tradimento impallidisce davanti a questo), Se lei trovasse la forza di abortire non riuscirei più ad amarla. La comprenderei e accetterei senza fiatare la sua decisione ma, dopo ciò, non resterebbe più niente..

Non riesco a calarmi nelle vesti di un etero....però il punto

merita attenzione, visto che il 50% delle interruzioni di gravidanza

è praticata da donne sposate ( in ogni caso enormemente meno

del 79% del 1983...)

 

Non ho idea in effetti dell'impatto sulla loro vita coniugale

non so se qualcuno ha dati al riguardo, sarebbe interessante

sapere se il tasso di divorzio sia superiore alla media etc.

Non riesco a calarmi nelle vesti di un etero....però il punto

merita attenzione, visto che il 50% delle interruzioni di gravidanza

è praticata da donne sposate ( in ogni caso enormemente meno

del 79% del 1983...)

 

 

Non mi sembra un dato positivo che il 50% degli aborti siano praticati su donne non sposate, vuol dire che rispetto a trent'anni fa viene utilizzato da contraccettivo d'emergenza, cosa sbagliata. Teniamo anche conto che nel sud Italia i casi di gravidanze minorili sono tra i più alti d'Europa causa situazioni di difficoltà economiche e scarsa istruzione.

I casi di donne sposate riguardano situazioni d'emergenza : pericolo di vita, gravissime malformazioni, ecc... dove spero che ci siano pochi contrari, davvero un uomo non saprebbe più amare una donna se ha deciso di abortire perchè altrimenti sarebbe morta? qui nemmeno la Chiesa lo condanna nei fatti, però esiste una serie di paesi dove è illegale anche in questo caso, come Malta (dove infatti ci sono "viaggi" di donne verso la Sicilia).

Edited by Fabius81

Create an account or sign in to comment

You need to be a member in order to leave a comment

Create an account

Sign up for a new account in our community. It's easy!

Register a new account

Sign in

Already have an account? Sign in here.

Sign In Now

×
×
  • Create New...