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Siete favorevoli o contrari all'aborto?


Ainelif

Favorevoli all'aborto?  

63 members have voted

  1. 1. Aborto: contrari o favorevoli?

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QuintoEmendamento

apprezzo il freno a mano, Ariel. Qui era davvero necessario e ti ringrazio di averlo tirato.

Mi per metto di sottolineare, che si poteva "sbagliare" trent'anni fa. Adesso la percentuale di "errore" è praticamente azzerata.

esiste la noncuranza, la scarsa attenzione all'importanza della vita, non lo "sbaglio".

 

Tuttavia, Ariel, il mio è solo uno scambio di opinioni. Non voglio convincerti della mia, te come nessun'altra/o. Ma un messaggio così 'distorto' e lontano da quella che è la visione (spero) umanitaria che a tutti appartiene riguardo alla vita, non potevo lasciarlo passare senza intervenire.

Una questione morale, di mia personale morale, ovviamente. Poichè alla "morale" condivisa nei cortili non aderisco, in quel caso sono amorale (a volte anche umorale)

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  • wasabi

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@@Ariel ma tu, mi leggi per caso?

 

Il reality show “non sapevo di essere incinta” tratta casi che hanno un rapporto statistico (facciamo pure ogni misura di sintesi) pari a uno su 1000. E non credo sia comunque attinente al tema dell’aborto.

 

Scherzi a parte, sulla tua stessa linea,

io conosco chi (e adesso non è più in vita) si è battuto per la 194. Lui e famiglia. Appoggio la 194, proprio perché ritengo assolutamente lecito da parte di una donna abortire, e perché ha salvato tutte quelle donne che a prescindere dal motivo, si affidavano non tanto alla malasanità, ma a persone totalmente incompetenti (cosa che un macellaio ne sa di più) per abortire.

Deo Gratias.

 

Sto solo dicendo che sono in totale disaccordo con te, nel momento in cui, leggo “

lasciamo che si possa abortire per motivi 'futili'.” perché lo ritengo, io, personalmente, un messaggio pericoloso.

Perché se sei capace di intendere e di volere e hai un rapporto sessuale ti fai il sacrosanto favore di attenerti ad ogni mezzo che in termini di prevenzione (malattie e gravidanza) possa tutelarti, non solo in salute, ma anche di gravidanza indesiderata.

 

 

 

@QuintoEmendamento... ovvio. E' un forum e benvengano pareri discordanti.

Io ho espresso la mia, Ariel la sua, altri la loro... va bene così.

Però ti posso dire che sono feliccissima tu sia d'accordo con me! *_*

Edited by Shadia
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Sì, ma nessuno è sicuro al 100% - mai visto 'Non sapevo di essere incinta?'

Un conto è quando, malgrado le dovute precauzioni, capita che una persona rimanga incinta e che questa persona non sia pronta a ricevere un figlio. E lì bisogna intraprendere un percorso per arrivare ad una decisione consapevole.

 

Un conto è quando (situazione tratta da una esperienza reale) una ragazza si presenta tre volte nel giro di pochi mesi alla ASL dicendo di volere abortire, tutte e tre le volte non sapendo dire chi potesse essere il padre né come potesse essere rimasta incinta.

 

È evidente che nel secondo caso c'è una carenza di educazione alla sessualità, sui modi adeguati per proteggersi (non solo dalle gravidanze ma anche dalle malattie, dalle quali per altro è più difficile "abortire").

 

P.S. Sembra che la mia risposta sia pressapoco un duplicato di quella di Shadia, che ho letto ora. Me ne scuso.

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QuintoEmendamento

È evidente che nel secondo caso c'è una carenza di educazione alla sessualità, sui modi adeguati per proteggersi (non solo dalle gravidanze ma anche dalle malattie, dalle quali per altro è più difficile "abortire").

 

purtoppo a volte non si tratta di carenza nell'educazione sessuale, quanto di inesistente rispetto per la vita umana o comunque superficialità nell'approccio sessuale, del quale si conoscono dinamiche ed effetti.

E non è nemmeno una questione di età, perchè come si è abbastanza "grandi" per vivere un'esperienza sessuale, a volte plurima e promiscua, si è sufficientemente adulti da prendere le dovute precauzioni o le conseguenti responsabilità.

 

@@Shadia conosco la tua profondità d'animo, avrei potuto rispondere io per te senza nemmeno chiedertelo.

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Anche per me è solo uno scambio di opinioni, tranquille, ci mancherebbe...se anche i toni si sono un po' scaldati, rispetto assolutamente le vostre opinioni e non voglio convincermi della mia.

 

Mi auguro solo che in futuro ci possa essere un clima più sereno per tutti, quando si tratta di dover scegliere di essere genitori o meno, e lo si scelga perché lo si vuole, non perché altrimenti si viene additate come assassine...

 

Sono d'accordo con Icoldibarin, ricorrere all'aborto in quel modo denota sicuramente scarsa educazione sessuale, e per me anche quello è un abuso, è ovvio che alla base di tutto ci debba essere una solida base educativa: questo riduce anche gli errori, o la noncuranza, chiamiamola come vogliamo - ma anche alle ragazze più serie e sensate può capitare una distrazione nell'arco di trent'anni e passa.

 

Penso che sia piuttosto ovvio che non parlo di situazioni simili (per me assurde, anche fosse solo che una deve prendere la pillola del giorno dopo per tre volte nell'arco di un mese, direi che è un'esagerazione obiettivamente e neanche la più efferata delle femministe direbbe il contrario), quando parlo di 'futili' motivi. Parlo, lo ripeto, di situazioni in cui non esiste altra giustificazione all'aborto tranne la non volontà di avere un bambino - un motivo in questo topic più volte considerato come futile, ergo le virgolette, perché per me futile non è per niente.

 

Per fortuna la legge lo tutela...ma tra un eccesso di obiettori, e passi indietro come ne stanno facendo alcuni stati USA, si rischia che questa tutela non ci sia più.

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L'aborto, adesso come adesso, penso andrebbe considerato come extrema ratio e non un metodo "contraccettivo" al quale ricorrere per noncuranza.

Capisco che l'educazione sessuale in Italia è ancora quella che è e risentiamo ancora di una certa cultura votata alla vita e al sesso con "aMMMore", ma mettersi un preservativo (la pillola contraccettiva andrebbe ugualmente considerata, ma anche lì non parliamo di un qualcosa di esattamente leggero per il metabolismo) e stare attenti non dovrebbe richiedere chissà quale sforzo.

Altresì, l'aborto come "stile di vita" non capisco davvero cosa abbia da spartire con la possibilità di abortire in casi dove la vita del nascituro verrebbe messa a repentaglio: l'unica cosa sulla potrei eventualmente dissentire, è che non penso sia semplice l'eventualità di doversi privare di un figlio, nutrito e tenuto in grembo per nove mesi, per evitare la pillola del giorno dopo; per questi motivi, non biasimerei mai una donna che preferisce abortire perché non accetta l'idea di fare da "incubatrice" e poi dover dare in adozione la propria creatura.

 

In tutto ciò, sulla possibilità di decidere rimango fedele ad una data corrente di pensiero: è la donna a farsi carico della gravidanza, a risentirne in maniera tanto fisica quanto psicologica.

Che poi non possa svilupparsi una gran simbiosi tra la madre e il nascituro è possibile, "purtroppo", ma in linea di massima trovo che un padre non dovrebbe arrogarsi un potere decisionale simile a quello della madre (a meno che quest'ultima non abbia problemi tali da renderla incapace di intendere e volere, ma è un altro discorso).

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Siccome siamo in Spunti & Riflessioni, pregherei di motivare le proprie risposte d'ora in avanti.
I post in cui ci si limita a dire come si ha votato saranno cancellati.
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Io sono contrario, lavoro in ospedale e se ne vedono di tutti i colori. Posso accettare l'aborto nelle gravi malattie prenatali, ma quando vedo ragazzine 20enni che scelgono di abortire perchè "non possono rovinarsi la vita" mi sale la pressione a 10000!

 

Ci sono persone che ogni giorno lottano per la vita e il personale medico (e non) lavora affinchè queste persone possano "vincere"!

...poi ti ritrovi a parlare di aborto, ed è tutto così avvilente!

Edited by JBlack
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Favorevole... ritengo che non sia giusto dare alla luce, ad esempio, un bambino con dei gravi problemi al cervello o cose simili perchè non vivrebbe veramente...

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Favorevole entro il terzo mese senza se e senza ma. In alcuni casi anche dopo.

E trovo squallido ed allarmante che qualcuno si interroghi ancora sul diritto o meno della donna ad abortire, scelta dolorosa e consapevole. Insindacabile.

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certo però il problema è sempre che c'è un terzo tra la madre e il medico

 

anzi un quarto tra la madre il medico e il padre...

 

 

come considerare questo quartino, che però ha un DNA in cui è già scritto con estrema precisione se avrà gli occhi azzurri o gli occhi verdi, e se avrà l'anulare millimetricamente più lungo dell'indice o più corto....

 

 

come considerarlo?

Edited by Haider
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Sinceramente mi chiedo se anche gli uomini potessero correre questo rischio, quanti di voi avrebbero ancora tutti questi dubbi e questa rabbia...soprattutto se ci doveste finire in mezzo voi in prima persona.

Ma sono sicura che voi a vent'anni potreste rinunciare senza problemi a finire l'università, o a farvi una carriera, andando di fronte al diventare madri magari senza neanche un padre di supporto (perché il fidanzato di vent'anni, figuriamoci se vuole rovinarsi la vita, dover mantenere DUE altre persone - che magari non ha neanche lavoro lui - no no...), perché siete tanto bravi e si sa, la capacità di concepire rende le persone sagge e sante.

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@@Ariel ti dico, in tutta onestà, quello che sento a livello personale ...

Ovviamente non ne ho le prove, perchè non sono donna,

ma io sento che, se una scelta del genere toccasse me, in prima persona, non avrei il coraggio di considerare quelle poche cellule, solo un ammasso di cellule.

Per me sarebbe già mio figlio ...

Lo stesso discorso varrebbe anche se fossi il padre, anche avendo 21 anni.

Io dubbi non ne avrei, se la madre volesse tenere il bambino, io ci sarei. Anzi, le direi: "stai tranquilla, se non vuoi la responsabilità di crescerlo, ma te la senti di portare avanti la gravidanza, al resto penso io".

 

Ma è un fatto di sensibilità ... non voglio dire che ho ragione io (anche perchè parlo di situazioni che difficilmente mi capiteranno), né far sentire in colpa nessuno ..

Edited by wasabi
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Sono favorevole. Non soltanto se il nascituro presenta delle malformazioni o altro, ma anche se una ragazza, o una coppia, è consapevole di non poter garantire una stabilità al nascituro, per vari motivi: la mancanza di lavoro, la mancanza di responsabilità; se il nascituro è visto come un ostacolo per la propria realizzazione: se non realizzo me stesso come faccio a garantire al bambino qualcosa di stabile; se è indesiderato: sarebbe un bambino infelice. Al limite in questi ultimi casi si potrebbe pensare di darlo in adozione, ma questo è un altro discorso.

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@@Ariel davvero condivido quello che scrivi. Sicuramente c'è molto dolore nella scelta consapevole di abortire che, senza possibilità alcuna di scelta, ricade sempre e solo sulla donna.

E' facile dire io farei così, mi comporterei così, non farei mai così nella certezza che in quella situazione, in determinate condizioni non ci saremo mai.

Non è una critica a @@wasabi sia ben chiaro.

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E' facile dire io farei così, mi comporterei così, non farei mai così nella certezza che in quella situazione, in determinate condizioni non ci saremo mai.

 

Vero, è forse troppo facile ...

C'è da dire che anche una donna non sa bene come reagirà trovandosi realmente in una determinata situazione, se non ci è passata. Soprattutto non sa come si sentirebbe dopo.

Un conto è parlare a livello teorico, un conto è esserci dentro.

 

E' probabile che il mio modo di pensare sia influenzato da un dato personale, è probabile che io, in quanto gay (consapevole di esserlo fin dalla primissima adolescenza), sia cresciuto sentendomi in qualche modo "escluso" dal "circolo della vita", dalla possibilità di generare la vita ...

(Lo so che esistono le maternità surrogate, le GPA etc ..., ma sono cose che ho iniziato a considerare da poco, non ho ancora interiorizzato queste possibilità.)

Questo, unito al fatto che, insieme a mia mamma che è ginecologa, ho fatto per anni volontariato in un centro che assiste donne incinte con gravi difficoltà, che nonostante tutto decidono di non abortire. Davamo sostegno materiale, denaro, aiuti di tipo psicologico, consulenza medica etc ... La soddisfazione che provavo nel vedere un bambino che nasceva anche grazie al mio contributo forse mi faceva sentire "partecipe" della generazione di una nuova vita (si tratta di una forma di compensazione? Chi può dirlo ...).

Fatto sta che la gioia a cui ho assistito in tutti i casi è stata sempre maggiore di qualunque difficoltà pratica.

 

Con ciò, lo ripeto per l'ennesima volta, io sono assolutamente per la libertà di scelta della donna. Gli aiuti materiali, infatti, hanno proprio il senso di consentire alla donna di scegliere più liberamente (e dovrebbero venire dallo stato, non solo dalle associazioni di volontariato).

Edited by wasabi
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secondo me anche per l'aborto vale il discorso delle adozioni: spesso chi fa un aborto se avesse più mezzi finanziari deciderebbe di fare un figlio in più.

 

per me la donna deve avere la libertà di scelta per l'aborto ma i genitori andrebbero sostenuti meglio.

 

si sa che le nazioni che aiutano i genitori hanno più natalità e nazioni come l'italia avrebbero bisogno di più figli di quelli che nascono attualmente.

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Non voglio scendere in particolari che non interessano e darebbero adito solo a retorica ma avendo fatto, molti anni fa e per molto tempo, anche io volontariato in Centri di assistenza per tossicodipendenti posso dirti, @wasabi, che certe scelte, con dolore, ripeto con molto dolore, sono state quasi inevitabili. Ci fosse stata anche una sola speranza per il bambino non credo alcune donne avrebbero deciso altrimenti.

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E trovo squallido ed allarmante che qualcuno si interroghi ancora sul diritto o meno della donna ad abortire,

Io non discuto sul diritto, ed ho argomentato abbondantemente la mia posizione riguardo a tale insindacabile diritto.

Perchè lo è ed è sacrosanto.

Si tratta solo di leggerezza, di ineducazione, di incoscienza, di avvalersi dell'aborto a mò di contraccettivo alla stregua della pillola del giorno dopo.

 

Proprio in relazione a questo post mi sono ritrovata a parlarne con un'amica di famiglia che molti anni fa ebbe l’esperienza diretta.

Lei rimase incinta del suo ragazzo quando era una giovane donna e decise di abortire.

Decise più o meno con i criteri che @@Ariel ha decritto, cioè

(...) voi a vent'anni potreste rinunciare senza problemi a finire l'università, o a farvi una carriera, andando di fronte al diventare madri magari senza neanche un padre di supporto

Il suo ragazzo di allora è l'attuale padre dei due figli che poi ha avuto più avanti, assolutamente cercati. Ma all'epoca, così giovane lei, giovane lui, non poteva sapere come sarebbe andata. Inoltre, decise di non gravare con una gravidanza sulla propria famiglia né sulla famiglia di lui.

Giusto o sbagliato? Non lo so. Non sono entrata nel merito della vicenda.

Tuttavia, ciò che colpisce di lei, nonostante non rinneghi la scelta passata di abortire, è quando dice che guardando i suoi figli, adesso grandi, vede quel terzo che non c’è. Si domanda di che sesso sarebbe stato, e ci sono volte in cui sogna un bambino saltare sul letto in modo giocoso… Dice che in cuor suo, anche a distanza di tanti anni, lei ci pensa.

Io credo sia un diritto, assolutamente, però mi domando quanto incida la scelta, pur consapevole e ponderata, sul futuro… secondo me è una cosa che ti segna per tutta la vita. Indelebilmente.

Edited by Shadia
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@@Macsi Sono convintissimo di quello che dici.

Lungi da me pensare il contrario ... e lungi da me anche voler fare della retorica.

Io ho parlato di me e della mia sensibilità, senza alcuna pretesa di "far la predica" a nessuno (non ne avrei neanche titolo).

 

Dico solo che, nella mia esperienza, situazioni come questa ne ho sentite e conosciute tante:

 

Tuttavia, ciò che colpisce di lei, nonostante non rinneghi la scelta passata di abortire, è quando dice che guardando i suoi figli, adesso grandi, vede quel terzo che non c’è. Si domanda di che sesso sarebbe stato, e ci sono volte in cui sogna un bambino saltare sul letto in modo giocoso… Dice che in cuor suo, anche a distanza di tanti anni, lei ci pensa.

Io credo sia un diritto, assolutamente, però mi domando quanto incida la scelta, pur consapevole e ponderata, sul futuro… secondo me è una cosa che ti segna per tutta la vita. Indelebilmente.

 

quando si parla di questo argomento non si può prescindere dalla realtà che ha evidenziato benissimo @@Shadia

La cicatrice rimane, che lo si voglia o no, che si sottovaluti questo aspetto o no ...

Edited by wasabi
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Questo è certo - ma rimane anche di tutti i bambini perduti, talvolta c'è persino nelle occasioni di concepimento mancate. Cavoli, talvolta c'è anche solo il lutto per un figlio che ci si è immaginati con un compagno, ma non si è mai potuto avere...il segno c'è di qualunque cosa colpisca la propria coscienza, e noi umani siamo creature dal cervello ruminante.

Per questo sicuramente non è una decisione da prendere su due piedi. Al tempo stesso, non si dev'essere condannate se si fa come l'amica di Shadia: io conosco persone - e da quel che ho capito, ce ne sono anche qui sul forum - che in linea teorica (e talvolta pratica) la chiamerebbero assassina. Questo a me non va giù.

Che una donna prenda la propria vita in mano e la programmi, per la prima volta da migliaia di anni, in modo legittimo, da che è cominciato il mondo, è qualcosa di potente. Non va sminuito o condannato, secondo me, perché i risvolti di questo è che la sua vita la debbano prendere in mano altri...

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Contrario, fondamentalmente contrario. E lo posso motivare prima da uomo, e poi ancora da cristiano.

 

Secondo me è dal concepimento che nasce la vita, perché è lì che i due gameti si sono uniti, è i "frutti" di uomo e donna sono diventati una cosa sola, e anche un secondo dopo questa cosa io considero quella vita.

 

La gravidanza altro non è che una forma di prima crescita di un qualcosa che già esiste, e seppur vissuta dentro un "pancione" altro non è che soltanto il continuo di qualcosa che è nato nel momento in cui si è generata unione.

 

Pertanto non posso far altro che difendere questa forma di vita perché considero questa come vita, anche se ad uno stato ancora da "affinare", naturalmente.

 

Tuttavia non posso far altro che immaginare - seppur lontanamente - il dolore di certe situazioni, in cui per esempio il concepimento avviene per violenza, pensando come ad un qualcosa di infinitamente doloroso e tutto sommato incomprensibile finché visto dal di fuori.

 

Il consiglio, però, che da ignorante mi sentirei di dare, è di tenere questa nuova vita, e di non dare alla nuova vita "colpe" che non sono sue, ma di uno solo dei suoi genitori biologici. Dal dolore può nascere anche la soddisfazione di un figlio "capitato" ma non per questo di serie b, anzi più che in altri casi meritevole di attenzione e di buon augurio perché si realizzi nella vita, e cancelli con l'amore le schifezze del passato.

 

Non concepisco, ad ogni modo, l'aborto per "errore", ripensamento, e cose varie, anzi pretenderei trattamento di rieducazione obbligatorio per i due che hanno combinato il "casino".

 

Infine sono pro vita anche quando il figlio è malato. Che facciamo, buttiamo i figli solo perché non sono come li avremmo voluti? Sono doni grandi quelli, "difficili" da ricevere, ma forse più prossimi a fare forte il senso di genitorialità e della propria vita in generale.

 

Da omosessuale, tra le cose che mi fanno male, provo grande tristezza alla rinuncia di un figlio, che al massimo potrei avere per egoismo al di fuori dell'amore con una persona..

 

Spero, però, di poter aiutare ad ogni modo altri figli a crescere, con l'aiuto di un amato. Tutto sommato mi rendo conto che negli ultimi anni una piccola componente genitoriale, malgrado la mia giovinezza, si sta facendo sempre più forte e presente.

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Da omosessuale a omosessuale...il tuo intervento termina con un

monumento al Complesso di Colpa per il fatto di essere gay

 

Sei - in tutta franchezza - vittima della stessa morale che applichi alle donne.

 

Non è vero che come gay devi rinunciare al desiderio di avere un figlio, non è vero

che avere un figlio come gay sarebbe altrimenti un atto di egoismo e non è giusto che

tu debba pensare di compensare questa tristezza con atti di altruismo che esprimono

una sudditanza psicologica ( aiuterò i figli di altri a crescere )

 

Grazie a Dio, per te può esistere un futuro migliore, visto che sei giovane...basta che tu

comprenda di essere tu per primo, vittima, del tuo modo di pensarti.

 

E lo puoi fare senza smettere di essere cristiano...devi solo sottrarti a queste idee da catechismo

cattolico

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Mamma mia...per i gay è egoismo avere figli, per le donne è egoismo non averne.

Insomma, qualcuno sbaglia sempre, e sia mai che si possa scegliere della propria vita senza essere giudicati.

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@Hinzelmann

 

Sono convinto che una componente "senso di colpa per essere gay" sia purtroppo presente in maniera anche incisiva in me, e non lo nascondo. Anzi penso che vi sia un fondamento in quello che dici, anche se naturalmente di questo non posso essere contento (sto vivendo in maniera tribolata quest'ultimo periodo della mia vita.. e proprio per questo, principalmente).

 

Tuttavia non credo ci possa essere altra strada: se vorrò diventare padre "biologicamente", come potrò farlo se non con una donna? La risposta è ovvia..

 

Ma.. Se non amerò una donna (e non posso neanche essere sicuro su questo), un "eventuale" figlio non potrà che venire da un qualcosa di esterno rispetto a una relazione autentica.. E a me questo non piace, perché l'obiettivo di un padre nell'avere un figlio non è lasciare materialmente traccia di sè nel mondo con il proprio seme.. Ma avere un sentimento da donare, qualcosa da insegnare, qualche altra cosa - magari - anche da imparare. In una dimensione di reciproco volere un figlio, frutto dell'amore e non della convenienza di un'istante.

 

E allora, purtroppo, non vedo altra scelta che aiutare "figli altrui". E non per sudditanza psicologica (anche se potrei averla, dentro di me, ma per altre circostanze), ma per farmi servo di una creatura meno fortunata e, allo stesso tempo, per avere il piacere di una vita, quello di diventare "padre", senza generare, però, una vita nuova per un mero egoismo.

 

Tutto ciò - tornando in topic - è per il mio modo di guardare la vita, per il mio modo di dare dignità ad un nascente. Perchè, forse, è quello che sottovalutiamo. E tutto sommato dobbiamo imparare a "piegare" anche le nostre volontà a quelle altrui, se (e solo se) gli altri hanno ragione più di noi.

Edited by Fe92
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Ma.. Se non amerò una donna (e non posso neanche essere sicuro su questo), un "eventuale" figlio non potrà che venire da un qualcosa di esterno rispetto a una relazione autentica.. E a me questo non piace, perché l'obiettivo di un padre nell'avere un figlio non è lasciare materialmente traccia di sè nel mondo con il proprio seme.. Ma avere un sentimento da donare, qualcosa da insegnare, qualche altra cosa - magari - anche da imparare. In una dimensione di reciproco volere un figlio, frutto dell'amore e non della convenienza di un'istante

 

Mi permetto di farti notare che il fatto che un tuo eventuale figlio non nasca dall'amore tra te e la madre biologica, non significa affatto che tu non possa avere un sentimento da donargli o qualcosa da insegnargli. Non capisco come il fatto che tu non ami la madre ti renderebbe egoista nei suoi confronti.

Sarebbe comunque un figlio desiderato e amato da te e da un tuo eventuale compagno e crescerebbe con voi due come genitori.

Edited by wasabi
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Mi permetto di farti notare che il fatto che un tuo eventuale figlio non nasca dall'amore tra te e la madre biologica, non significa affatto che tu non possa avere un sentimento da donargli, qualcosa da insegnargli. Sarebbe comunque un figlio, desiderato e amato da te e da un tuo compagno magari.

Verissimo, hai ragione..

 

Ma se per me la componente "voler lasciare a tutti i costi un seme" non conta.. Tanto vale fare del bene a chi è già nato, ed è nato sfortunato, no?

 

Cosa gli andrei a raccontare ad un figlio biologico a proposito di sua madre? "Ti ho fatto apposta perché mi serviva un figlio cui donare un sentimento, ma tua madre non la conoscerai mai perché me l'ha data, ti ha partorito ed ora boh"?

 

Tanto vale aiutare chi è già in difficoltà nella sua vita, no? Anziché creare un "vuoto" nella vita di una persona che ancora deve nascere..

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sono d'accordissimo con wasabi.

Omo o Etero il desiderio di avere un figlio c'è (o ci dovrebbe essere) in ognuno di noi, e lasciamo stare il fatto che uno ami o meno la madre con cui è stato concepito. Io amerei mio figlio per quanto tale, gli insegnerei tutto quello che ho imparato dalla vita e quanto ancora prima di lui imparerò.

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