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Minimalismo: solo una fregatura?


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E' da tempo che volevo aprire questa discussione sul minimalismo; insomma, su quei musicisti che, bene o male, sono raccolti sotto quest'etichetta, tipo Terry Riley, Steve Reich, Michael Nyman, Philip Glass, Wim Mertens, Yann Thiersen, Giovanni Sollima, e così via (questo mio intervento di apertura è, in parte volutamente, profano, quindi magari ho mischiato le mele con le pere).

 

Alcuni di questi li conosco abbastanza, nel senso che ho ascoltato almeno un paio di album e, magari, anche qualcosa di più (Nyman, Glass, Mertens, Sollima); altri li conosco quasi solo per sentito dire: di Riley ho ascoltato un concerto anni fa, di Reich un album, di Thiersen ho orecchiato un paio di colonne sonore.

 

Mi piacciono, o mi piacevano, molto; in particolare, Nyman e Sollima. Ho un ricordo molto intenso di un melodramma di Glass, "Satyagraha", visto al cinema qualche mese fa nell'allestimento del Metropolitan di New York. Mertens lo conosco fin quasi dagli esordi una trentina d'anni fa.

 

Ma, a volte, mi chiedo: siamo forse di fronte a un'impostura? A musicisti la cui ripetitività li rende facili da ascoltare e, in qualche caso, anche accattivanti, soprattutto a un orecchio come il mio, abituato alla musica pop e rock, ma che, da un punto di vista artistico, sono limitati? A una "facile" formula di successo cui non corrisponde una sufficiente profondità dal punto di vista creativo?

 

Visto che nel forum ci sono molte persone che si occupano professionalmente di musica e canto, che hanno una preparazione musicale formale di livello alto o, comunque, buono, anche quando non vivono di musica, o che comunque hanno una cultura musicale molto ampia e approfondita, mi piacerebbe conoscere il loro parere.

 

(Anche il parere di chiunque altro volesse intervenire, sia chiaro).

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Domanda molto interessante. Facendo la premessa che amo la minimal, alla domanda "siamo forse di fronte a un impostura" - rispondo si. Ma questa risposta è in riferimento solo al minimal vero e puro della prima ondata. Trovo che la musica di Cage e Reich sia troppo concettuale, non meno concettuale dei cari figli di Darmstadt con la loro musica sperimentale (che di nuovo e di sperimentale non ha poi tanto - cose fatte e rifatte) Tutta un altra storia è il minimalismo neo modale tanto popolare in Europa alla fine del secolo scorso. Per esempio il minimalismo sacro di Part o di Gorecky è abbastanza complicato nella sua struttura, o anche la musica da film di Nyman. Il limite di questa generazione secondo me è che la percezione di queste composizioni è legata fin troppo all'ambiente o all'occasione per la quale sono state composte, non raggiunge il massimo della bellezza in sé, fa presa sul pubblico solo in determinate occasioni.

Da dire che in Italia il minimal vero non è mai arrivato, l'avanguardia and company regnava sovrana fino al manifesto dei neoromantici negli anni 80 (quella famosa lettera dei compositori milanesi - Ferrero, Testoni; Galante, Tutino, Enaudi che protestavano contro la programmazione del festival "Musica del nostro tempo" di Milano, la quale da anni eseguiva musica solo imparentata con l'avanguardia). Ecco, new romantic come corrente compositiva è andata e continua ad andare forte in Italia, la musica è sicuramente discendente dal minimal, ma troppo complessa e lirica per essere definita minimal. Lo stesso Sollima potrebbe essere etichettato come neoromantico, con forte influenza della musica rock certo. Tutta la corrente tra altro giunge in parallelo con la corrente molto popolare nel'ambito degli arti figurative - la "Transavanguardia", fondata da Achille Bonito Oliva.

Edited by Addie Pray
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Avete citato alcuni dei miei musicisti preferiti :D

Non pretendo di avere competenze in materia, ma secondo me l'errore è quando se ne discute con paragoni con la musica classica, semplicemente è un'altra cosa.

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privateuniverse

Grazie, un intervento molto istruttivo. Su Cage posso solo dire che, quando ho provato ad ascoltarne una composizione, non ci ho capito niente. :)

 

Ecco, new romantic come corrente compositiva è andata e continua ad andare forte in Italia, la musica è sicuramente discendente dal minimal, ma troppo complessa e lirica per essere definita minimal. Lo stesso Sollima potrebbe essere etichettato come neoromantico, con forte influenza della musica rock certo.

 

Per "new romantic" intendi, tanto per capirci, Einaudi e i firmatari del manifesto che hai citato (che non conosco, dovrei informarmi meglio)?

 

Inoltre, m'interesserebbe più specificamente sapere cosa ne pensi di Philip Glass.

 

Infine, qualcuno conosce Wim Mertens?

Edited by privateuniverse
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Per "new romantic" intendi, tanto per capirci, Einaudi e i firmatari del manifesto che hai citato (che non conosco, dovrei informarmi meglio)

Si proprio loro, Secondo me la musica di Testoni e Ferrero ti dovrebbe piacere, Testoni poi è veramente raffinatissimo.

Mi è molto simpatico Mertens, secondo me il suo Struggle for Plesaure lo conoscono quasi tutti, talmente spesso si sente per radio e tv. La cosa sorprendente che questo compositore minimal cosi deliziosamente pop si è formato a Brussels che è sempre stata e continua ad essere la tana dell'Avanguardia :-)

Di Philip Glass penso che scrive un minimal tonale molto commerciale, che ha trovato la sua gallina dalle uova d'oro, ma che il suo prodotto è fatto molto bene, lui è minimal nell'animo, quando scrive cose abbastanza facili da eseguire e per organici da camera o per l'orchestra di piccole dimensioni riesce ad ottenere sonorità gradevolissime.

@@coeranos Ma per classica intendi la musica accademica? Se si, sono i compositori classici, maggior parte di loro hanno studiato la composizione come dio comanda.

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Secondo me c'è innanzitutto molta confusione sui termini, ma in questo ha già fatto abbastanza luce Addie Pray (che poi doveva farci un bel discorsetto sulla contemporanea nel topic Classica, ma sta temporeggiando :asd: ).

Dei nomi scritti finora, si possono definire minimalisti Cage (e non tutto) Reich e Reily. Già Glass va molto al di là della definizione classica - per lo più per l'influenza del pop-rock. Figuriamoci Einaudi - che è giusto un gradino sopra Allevi (e non mi venite a dire che ha studiato con Berio, non me ne frega niente).

A Sollima se gli chiedete che musica scrive, vi risponde "pop", giuro. Tiersen e Mertens (questo non avevo capito chi era prima di cercarlo su Youtube) non possono di certo definirsi minimalisti.

Non mi pare abbiate nominato Adams: The Chairman Dances lo trovo davvero bellissimo.

Poi, se volete il mio pare sulla domande del topic: sì, spesso è una fregatura.

Lo è nel caso di Part, Gorecki e tutti quelli della deriva mistica, lo è spesso per Glass, lo è quasi sempre per Reich e altri "padri fondatori"... i sottoprodotti, quelli influenzati da altri linguaggi (per lo più quella della musica leggera) tendono ad essere più interessanti, se la commistione è gestita bene (il caso di Adams e The chairman Dances, appunto).

Questo Testoni non lo conoscevo. @Addie Pray, ti vedo ferrata sull'argomento "neoromantici", dovremmo approfondire la questione (qui o in topic più adatti, ci manca solo che gettiamo benia sul fuoco della confusione del termine "minimal").

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privateuniverse

A "Struggle for Pleasure" sono legato da un'intensa nostalgia, perché lo acquistai quando avevo 17 anni per corrispondenza dopo aver letto una recensione su un giornalino di musica rock.

 

Dei compositori che conosco, il mio preferito è senz'altro Sollima. Di Einaudi andai a sentire un concerto ma, sarà stato che non ero ben disposto, ho vissuto l'abbattersi del temporale estivo che lo interruppe come una liberazione. Nyman mi è piaciuto per un lungo periodo di tempo, ma ora meno, forse perché ho l'impressione che abbia saccheggiato Purcell e, forse, altri compositori del Seicento, per costruirsi una facile popolarità (insomma, mi fa un po' l'effetto dei Rondò Veneziano). Di Mertens, che in realtà conosco poco (un'antologia, a parte "Struggle for Pleasure"), mi piacciono molto alcune cose e meno altre, ma apprezzo sempre quello che mi sembra un gusto per la miniatura, quella che trovo la sua capacità di scrivere brani semplici ma brillanti. Glass è forse quello che mi convince meno di tutti, per quel che conosco (gli album "North Star" e "Songs for Liquid Days", la colonna sonora di "Koyaanisqatsi" e il melodramma "Satyagraha"); mi sembra la classica espressione di quell'intelligentsja nuovayorchese più intellettualistica che creativa, e in certa misura sopravvalutata (mi vengono in mente, in ambiti completamente diversi, Susan Sontag e Laurie Anderson, a titolo di esempio).

 

Forse è il caso di mettere qualcosa per dare l'idea.

 

Sollima (da un album ormai apparentemente introvabile, forse è il mio preferito tra i brani che conosco):

 

http://www.youtube.com/watch?v=vlmKX7wPf9c

 

Nyman (forse il pezzo che lo rese famoso al grande pubblico):

 

http://www.youtube.com/watch?v=48V7Q_ToPGA

 

Glass

 

 

Mertens: forse non il suo brano più famoso, ma di sicuro quello che trovo più struggente, tratto da "Struggle for Pleasure" (ora saccheggiato dalla pubblicità),

 

http://www.youtube.com/watch?v=BsLR1BtQ0A4

 

...e un altro successivo, anche questo, credo, piuttosto famoso.

 

 

@quint: le tue affermazioni, a un profano come me, che per di più ascolta in primis musica pop e rock, pongono più domande di quelle alle quali rispondano. :)

 

A Sollima se gli chiedete che musica scrive, vi risponde "pop", giuro.

 

Non mi sorprende. Però, per quel poco che conosco il personaggio, credo ci sia anche una vena di provocazione, nel senso che Sollima ambisca a misurarsi anche, forse soprattutto, con quel mondo; ma di certo non è Max Pezzali.

Ma, a parte come si definisce, che ne pensi?

 

Tiersen e Mertens (questo non avevo capito chi era prima di cercarlo su Youtube) non possono di certo definirsi minimalisti.

 

Perché no? Nell'accezione comune lo sono considerati (lo so che non è una spiegazione valida, ma almeno richiede una puntualizzazione sul modello di quella di @@Addie Pray).

 

Non mi pare abbiate nominato Adams: The Chairman Dances lo trovo davvero bellissimo.

 

Grazie per il suggerimento. :)

 

Poi, se volete il mio pare sulla domande del topic: sì, spesso è una fregatura.

Lo è nel caso di Part, Gorecki e tutti quelli della deriva mistica, lo è spesso per Glass, lo è quasi sempre per Reich e altri "padri fondatori"...

 

"Explain", come si dice nei saggi che devono scrivere gli studenti anglosassoni. :)

 

i sottoprodotti, quelli influenzati da altri linguaggi (per lo più quella della musica leggera) tendono ad essere più interessanti, se la commistione è gestita bene (il caso di Adams e The chairman Dances, appunto).

 

Suppongo che in quest'ambito rientrino anche Sollima e Mertens, forse Nyman (e di lui che ne pensi)?

Edited by privateuniverse
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@@coeranos Ma per classica intendi la musica accademica? Se si, sono i compositori classici, maggior parte di loro hanno studiato la composizione come dio comanda.

 

A questa domanda preferisco non rispondere perché probabilmente direi qualche stupidaggine, tanto c'è Quint che ne sa :D

 

Comunque, Mertens mi piace molto. Ho sentito diverse definizioni sul suo genere, tra cui l'odiosissimo termine New Age che non significa nulla e che comprende un calderone di musica poco omogeneo. Potrei aggiungerci anche George Winston e l'album Autumn qui.

Di Mertens ho ascoltato un bel po' di cose, ha fatto veramente troppi album e spesso c'è un solo brano bello in mezzo a niente di interessante. Come questa perla qui:

 

 

La cosa peggiore è che in alcuni brani si mette a cantare e sembra che sia facendo l'imitazione di Ornella Vanoni, non scherzo.

Poi vabbè, Einaudi è pop strumentale, a me piace, ma non sto a vantarlo come chissà quale compositore. Poi di Tiersen conosco giusto la colonna sonora di Amélie.

Di Sollima ho ascoltato qualcosa, mi è sembrato bello, ma non mi ha entusiasmato.

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privateuniverse

Di Mertens ho ascoltato un bel po' di cose, ha fatto veramente troppi album e spesso c'è un solo brano bello in mezzo a niente di interessante.

 

Infatti ha una discografia amplissima, e anch'io ho la stessa impressione; persino nell'antologia ci sono diversi pezzi che non mi piacciono.

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Ma, a parte come si definisce, che ne pensi?

Sollima è pop; molto raffinato, ma è musica leggera, e ringraziando il cielo lui - a differenza di altri - se ne rende conto.

Il fatto che sia musica scritta per un ensemble d'archi invece che per chitarra elettrica e basso non ne cambia l'identità.

 

Perché no? Nell'accezione comune lo sono considerati (lo so che non è una spiegazione valida, ma almeno richiede una puntualizzazione sul modello di quella di @@Addie Pray).

No, infatti, non è una spiegazione valida. L'accezione comune non lo è mai.

Per minimalismo si intende un genere preciso, caratterizzato da alcuni elementi (ripetizioni ossessiva di pattern ritmici, armonie statiche, microvariazioni su larga scala) che in gran parte degli autori nominati in questo topic non ci sono.

A meno di non rivedere il concetto di minimalismo, questi sono i fatti.

 

"Explain", come si dice nei saggi che devono scrivere gli studenti anglosassoni. :)

Il minimalismo aveva un senso all'inizio, come sperimentazioni. Come tutte le sperimentazioni, che appunto hanno un senso quando introducono qualcosa di nuovo, e poi diventano stupide quando ci si impantana sopra.

Quindi, finché è iniziata come idea di microvariazioni di un elemento ripetuto centinaia di volte (vuoi come risposta allo strutturalismo, vuoi come prodotto dell'influenza di culture extraeuropee) c'era una logica dietro. Dopo 70 anni, riproporre le stesse idee significa fare brani lunghi con due idee, 50 ritornelli e un sacco di copia&incolla se lo si scrive al pc. Alternare un do e un mi aveva senso negli anni '50 se nessuno lo aveva fatto prima, ma siamo nel 2012...

 

Suppongo che in quest'ambito rientrino anche Sollima e Mertens, forse Nyman (e di lui che ne pensi)?

Senz'altro, rientrano nell'ambito dei fortemente influenzati da pop e rock. Anzi, quel brano famosissimo di Mertens che non sapevo fosse suo, ho sempre creduto che fosse di qualche gruppo rock; non lo avrei definito minimal neanche sotto tortura. :D

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privateuniverse

Il minimalismo aveva un senso all'inizio, come sperimentazioni. Come tutte le sperimentazioni, che appunto hanno un senso quando introducono qualcosa di nuovo, e poi diventano stupide quando ci si impantana sopra.

Quindi, finché è iniziata come idea di microvariazioni di un elemento ripetuto centinaia di volte (vuoi come risposta allo strutturalismo, vuoi come prodotto dell'influenza di culture extraeuropee) c'era una logica dietro. Dopo 70 anni, riproporre le stesse idee significa fare brani lunghi con due idee, 50 ritornelli e un sacco di copia&incolla se lo si scrive al pc. Alternare un do e un mi aveva senso negli anni '50 se nessuno lo aveva fatto prima, ma siamo nel 2012...

 

Mi sembra un intervento illuminante, come quello di @@Addie Pray; ha avuto senso porre certe domande.

 

In effetti, l'impressione che ho io è racchiusa nella penultima frase che ho riportato. Mi chiedo, in effetti, se stiamo parlando di un pomposo vuoto. Questa è la mia impressione soprattutto nel caso di Philip Glass. Alla fine, anche nella musica rock ci sono poche idee, ripetute ossessivamente (non in tutta peraltro; in qualche caso c'è un'elaborazione maggiore): ma, in quel caso, si sa che è così, si gioca a carte scoperte.

 

Con il minimalismo, almeno quello inteso popolarmente come tale, ho la stessa impressione; ma è soprattutto Philip Glass che me la dà, questa sensazione. Può anche piacermi, ma ho più l'impressione di essere di fronte a un incantatore di serpenti: magari anche abile e non privo di qualità, ma comunque qualcuno che ha scelto una via facile al successo e alla popolarità (che è un po' ciò che aveva detto anche @@Addie Pray). E' un'impressione che mi viene soprattutto dall'aver visto "Satyagraha": uno spettacolo molto suggestivo dal punto di vista teatrale, ma musicalmente povero. Se ascolto Sollima, Mertens e, in qualche occasione, Nyman, invece, ho l'impressione di trovarmi di fronte a qualcosa di più originale nel suo essere più "pop"; non dei capolavori, ma comunque una musica "leggera" di buon livello, non banale.

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quint[/color]' timestamp='1349560739' post='611215']

che poi doveva farci un bel discorsetto sulla contemporanea nel topic Classica, ma sta temporeggiando ).

Lo farò, a breve:-), mi pare che non abbiamo le opinioni diametralmente opposte sull'argomento, è sempre un piacere conoscere un giovane compositore il quale non è stato stregato dal "fascino" della musica "sperimentale":-)

Amo Adams, specialmente l'oratorio El Nino

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  • 2 weeks later...

Lo farò, a breve:-)

Pensa che attendevo la tua risposta da un po' e mi sono accorto solo adesso di ciò che hai scritto.

Vedo che, dato che ho smesso di fare pressioni, poi hai lasciato perdere, ma io questo discorsetto lo sto ancora aspettando! :)

Poi qualche giorno fa ho sentito spalare un bel po' di merda su Testoni da parte di una persona verso cui nutrivo un rispetto che (non per via di Testoni) si sta velocemente tramutando in un certo risentito astio, quindi mi farebbe piacere sentire anche la tua campana.

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quint[/color]' timestamp='1350988931' post='615332']

Poi qualche giorno fa ho sentito spalare un bel po' di merda su Testoni da parte di una persona verso cui nutrivo un rispetto

Posso chiederti cosa esattamente ha detto su Testoni:-)?

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Ok, magari "spalare merda" è eccessivo, però...

Questa persona, che chiameremo X, ha detto di essere stato a una specie di conferenza o non so cosa in cui Testoni si è messo a parlare di contemporanea e - non l'avesse mai fatto! - di Helmut Lachenmann. Testoni ha asserito che Lachenmann sia di una grande ignoranza musicale (affermazione, questa, molto discutibile) e che la di lui musica fosse "orribile" (cosa che condivido). X ha narrato tutto ciò condendolo con offese al Testoni non solo per via della prima affermazione (che, ripeto, è davvero farla fuori dal vaso) quanto soprattutto per la seconda, quasi che non si possa avere un'opinione o dei gusti personali e Lachenmann&Co. siano di fatto intoccabili. Ho provato a dire la mia per un po' ma sinceramente mi sono stufato di stare a combattere con certa gente, quindi a un certo punto ho cominciato ad annuire e l'ho lasciato continuare a parlare del pià e del meno. Si noti come ha raccontato tutto ciò con lo stesso tono saccente e presuntuoso che lui ascriveva invece al Testoni.

Peraltro questo X era lo stesso che anni fa mi aveva narrato una versione che allora mi era sembrata piuttosto convincente circa la nascita del "movimento" neoromantico in Italia, che a suo dire sarebbe stato originato da motivi prettamente economici: scaduti o in via di scadenza i diritti d'autore su Verdi, Puccini, Leoncavallo e compagnia cantante, la Ricordi avrebbe spinto giovani compositori di note famiglie altolocate (Einaudi, Ferrero, Tutino - a suo dire nipote di Sonzogno, ecc.) a colmare il vuoto lasciato dagli operisti con musica che potesse centrare il target del genio di Roncole e dei suoi esimi colleghi. Questa ricostruzione invero un po' complottista mi aveva convinto, ma ora ho dei seri dubbi.

Ti vedo più ferrata, non so se puoi far luce su questa cosa qui o nel topic Classica, o se vuoi dire qualcos'altro su Testoni oppure dichiarare anche tu la tua avversione per Lachenmann, come vuoi. :)

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