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L'inizio della vita


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Sarà un pò melodrammatico o forse no,

affermare di non essere mai esistiti prima di ammettere per

la prima volta d'essere omosessuale,

con lo spavento di chi ha una colpa da nascondere,

da difendere, di chi pensa che da un momento all'altro

entrerà qualcuno per punire quell'ammissione tardiva,

colpevolmente tardiva, ho 34 anni...

Non sono vecchio lo so, non è questo il problema,

è vecchia la mia venuta in questo mondo come persona

e questo si fa male, parecchio

Penso tra me che lo ammetto solo adesso perchè mio padre

è morto lo scorso Dicembre, ora non devo guardarlo in faccia da omosessuale,

adesso che è morto non lo devo uccidere io con la gioia della mia unica e vera identità,

lui che mi avrebbe voluto morto piuttosto che subire la vergogna di un figlio indegno,

o io o lui, è toccato ad entrambi in modi diversi...

Non mi crea alcun problema la mia identità, anzi

di colpo è cessato l'incubo che durava dall'età di tredici anni,

una serie di paure terribili, spaventose, che mi hanno perseguitato per venti anni,

un'ansia devastante, una malinconia sconfinata, la sensazione che qualcuno

potesse farmi del male da un momento all'altro, e per ultimo una sempre più potente

tendenza ad associare la realtà attorno a me ad immagini di morte...

In poche parole tutto ciò che colpisce chi, come me, si stava volontariamente

proibendo di esistere... poi una mattina il risveglio dopo un sogno molto particolare,

un membro maschile ed io che lo sto baciando, non so perchè abbia smesso

di oppormi a me stesso proprio quella mattina ma non ho bloccato quell'immagine,

ho continuato a pensare a quel sogno e a liberare tutta ciò che la mia immaginazione

avrebbe potuto desiderare liberamente, da quel momento le ossessioni con cui ho

lottato tutta la vita sono scomparse, svanite quasi di colpo,

mi sono odiato per quello che avevo fatto a me stesso, per le torture che mi sono

inflitto per più di venti anni, per la mia debolezza, per aver rimosso all'età di tredici

anni i desideri che allora incominciavano a venirmi in mente sull'abbigliamento che

avrei voluto avere indosso, sul corpo che mi sarebbe piaciuto avere, sul trucco che

mi sarebbe piaciuto avere in volto, ma tutto si fermò lì perchè ero debole e tutti

quelli che avevo conosciuto sino ad allora in un modo o nell'altro avevano condannato

in modo spietato le diversità sessuali, avevano colpito così duramente la possibilità

di essere diversi sessualmente che quando mi ritrovai a sperimentarlo su di me ebbi

paura per quello che sarebbe potuto accadere, mi odiai per lo schifo e lo sdegno che

avrei procurato a tutti quelli che conoscevo e quei pensieri morirono assieme a me.

Sono una donna nel corpo di un uomo, transessuale credo sia il termine giusto,

per me non fa differenza,sono stanco dei termini, preferisco la consapevolezza

di me stesso, è solo l'inizio della fine della mia schiavitù,

quella di un appartenente ad una minoranza condannata senza ragione

a non esistere per non rendere più complessa la verità sull'esistenza,

quello che non perdonerò mai a me stesso è aver accettato il collare di schiavo per venti anni,

quello che non perdonerò mai al mondo in cui vivo è aver fabbricato quel collare,

avermi educato ad odiare me stesso, a provare paura di amare,

per questo non c'è perdono

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https://www.gay-forum.it/topic/21637-linizio-della-vita/
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allora prima di tutto benvenuto nel forum.

devo dire che la tua storia è abbastanza toccante (parere strettamente personale), soprattutto per ciò che hai dovuto subire da te stesso e dalla mentalità chiusa degli altri che se avessero saputo di te avrebbero iniziato con violenza (insensata) psicologica e probabilmente anche fisica.

comunque dato che sei arrivato a questo punto in cui finalmente sei riuscito ad accettarti per quello che sei non c'è alcuna ragione di disperarsi per quello

che è successo in passato, ammeno che tu non ti voglia infliggere altro dolore, cosa che ti sconsiglio vivamente.

comunque ora che hai aperto gli occhi grazie a quel sogno fai in modo che non sia tutto vano e cerca di vivere la tua vita diversamente da come

hai fatto fino ad ora, prova a uscire di casa per conoscere qualcuno che sia amico o amante e cerca di vivere la tua vita come vuoi tù.

 

in soldoni: non pensare al tuo passato ma preoccupati per il tuo futuro in modo che esso sia radioso :cheesy: .

 

ti auguro felicità :sorriso: , buona fortuna !!!. :yes:

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grazie per il benvenuto :-)

 

accetto volentieri il consiglio,

sono contento di aver raccontato qui un pezzo della mia storia,

raccontare chi sono rafforza la mia identità ed averlo fatto in questo luogo

mi ha dato ancora maggiore consapevolezza sul fatto che non posso sottrarmi

oltre dal vivere concretamente la mia identità

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https://www.gay-forum.it/topic/21637-linizio-della-vita/#findComment-611923
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Ciao Holden! Mi associo ai consigli degli altri amici del forum. Il passato ormai è andato, non pensarci più perchè sarebbero solo ricordi dolorosi. Chi ti parla è un trentenne che solo da qualche mese è riuscito ad accettarsi e quindi so cosa vuol dire. Ormai però bisogna guardare al futuro :) Non sei vecchio hai ancora tutta una spendida vita davanti... :)

 

Abbracci :)

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stupenda presentazione, si legge chiaramente il dolore, la sofferenza, veramente bello leggerti... particolarmente ho trovato interessante questa parte:

 

adesso che è morto non lo devo uccidere io con la gioia della mia unica e vera identità,

lui che mi avrebbe voluto morto piuttosto che subire la vergogna di un figlio indegno,

 

o io o lui, è toccato ad entrambi in modi diversi...

 

sarei sfacciato se ti chiedessi un seguito? xD

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Benvenuto al nostro nuovo amico :salut:

 

E' toccante e affatto difficile da immaginare quanto questo percorso di reclusione e successiva accettazione ti sia costato.

Prenditi tempo per capirti, non è mai troppo tardi per vivere la propria vita. Io ho messo un po' di cose in chiaro a 31-32 anni, quindi...

 

E poi, per tutti e qualcuno in particolare, prima di ironizzare su quanto un altro utente ha scritto, a testimonianza di un percorso di difficile accettazione, invito a pensare alle stesse parole rivolte verso se stessi, quando per la prima volta ci si apre ad una nuova "famiglia", sia essa quella di un forum.
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Ringrazio tutti per le parole di benvenuto,

fa bene sentirsi accolti, anche se in un forum

 

Ho voglia di scrivere di quello che mi piacerebbe

vivere nella mia vita affettiva,

farlo qui rende le cose più difficili che su un foglio di carta

sulla mia scrivania ma più ha valore perchè qui qualcuno

leggerà quello che scriverò

 

Mi piacerebbe essere amato e protetto, l'amore non è una novità

ma il protetto si, fa la differenza tra il modo in cui mi sono sempre

sentito in dovere di interagire con l'altro sesso e quello che invece

ho sempre provato... una somiglianza marcata a quello che potrebbe

cercare una donna da un uomo, voglia di sentirsi al sicuro, di essere

corteggiato,di sentirmi stringere tra le braccia di qualcuno, protetto e amato,

di affidarmi completamente alla persona che amo e che so si

prenderà cura di me... e non perchè sia egocentrico o perchè

non sappia cavarmela da solo ma perchè è quello che provo...

avere un uomo che mi corteggi e che mi faccia innamorare

 

Scusate l'eccesso di spontaneità ma per me era importante

scriverlo

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Di per suo è un approccio molto diffuso in ambito gay

 

A parte il fatto che anche tra gli etero mica funziona come

dici tu...la relazione è molto più biunivoca di come sembra.

 

Il maschio etero interpreta un ruolo maschile di protezione

in pubblico, ma spesso si fa proteggere dalla propria donna

nel senso "materno" del termine in privato. Questi due ruoli

iniziano ora ad apparire "commisti" perchè le donne hanno

conquistato e quindi si agiscono anche negli spazi pubblici.

 

Quindi anche in ambito etero alcuni elementi acquisiscono

una loro autonoma consistenza, direi erotica, più stereotipata

mentre la parte affettiva è molto più fluttuante e variabile.

 

Il chè si avvicina a ciò che i gay già agiscono da anni

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Non mi era mai successo di svegliarmi e addormentarmi

felice senza una ragione particolare,

ero così abituato alla sensazione d'oppressione continua che non

immaginavo che la vita potesse essere così bella

per il semplice fatto di esserci,

il più bel regalo che io abbia mai ricevuto

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