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Omoafettività, omofobia interiore e libertinaggio. Sono in contrapposizione?


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Rispondendo poco fa a un topic mi è venuta in mente questa domanda:

 

Secondo voi il forte libertinaggio di alcuni gay deriva da un'omoaffettività molto poco sviluppata derivante a sua volta da un'omofobia interiorizzata verso l'amore gay?

 

Mi spiego meglio (che frana sono!), lo stile di vita sessocentrico di alcuni gay deriva dal fatto che il sesso è usato come medicina e sfogo perchè in loro c'è l'idea che la società non accetta l'amore gay e quindi a loro volta si sono fatti l'idea che l'omaffettività è comunque una cosa marginale (o addirittura "innaturale" o "sbagliata") o la vedono come uno "scimmiottamento" dell'amore etero?

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Secondo me i fattori sono molti. Un mio amico è "libertino" (a volte anche 2 al giorno, a volte settimane senza praticare) perchè gli piace fare sesso con un'altra persona come alternativa alla "sega" da solo in casa. Ma se incontra qualcuno che lo colpisce emotivamente punta a una relazione.

 

Quindi secondo me la forte sessualità espressa da un maschio gay è semplicemente data dalla maggiore offerta.

Secondo voi il forte libertinaggio di alcuni gay deriva da un'omoaffettività molto poco sviluppata derivante a sua volta da un'omofobia interiorizzata verso l'amore gay?

secondo me no.

 

lo stile di vita sessocentrico di alcuni gay deriva dal fatto che il sesso è usato come medicina e sfogo perchè in loro c'è l'idea che la società non accetta l'amore gay e quindi a loro volta si sono fatti l'idea che l'omaffettività è comunque una cosa marginale (o addirittura "innaturale" o "sbagliata") o la vedono come uno "scimmiottamento" dell'amore etero?

Tutto dipende da come vivi la cosa, se ti fai sti complessi bhe gli dai peso, se non te ne frega nulla vivi l'amore come vuoi xD

 

qual'è il tuo punto sulla questione Romantico? :o

Secondo me dipende dalla persona,

il libertinaggio può anche essere solo un'esigenza personale o semplicemente una cosa che piace fare senza implicare una non accettazione o omofobia interiorizzata. Non è che sempre si ha paura di accettare di provare sentimenti omoaffettivi, magari si passa solo un periodo così in cui non ci si vuole impegnare a prescindere oppure piace fare così.

Poi però visto che la natura umana è varia c'è anche chi dice "io vado a letto con persone dello stesso sesso ma sono etero", "io scopo solo per divertirmi e soddisfarmi ma non mi innamorerei mai di una persona del mio stesso sesso" che a mio avviso è uno che scoprendosi gay (ma resistendo questo suo orientamento) non riesce ad accettare la parte affettiva di un rapporto omosessuale e pensa solo al sesso perchè ha meno complicazioni permettendogli di rimanere "distaccato".

 

Certo è che per avere una relazione affettiva continua nel tempo (che sia coppia chiusa o aperta non importa) bisogna sempre mettere nel conto che in un certo modo ci si espone, sia a livello sociale che sentimentale. E credo che senza essersi accettati completamente sia una cosa impossibile da portare avanti, soprattutto se uno dei due è a già posto con se stesso e sicuro di cosa prova.

 

(ho scritto al maschile generico, ma io essendo lesbica ho riscontrato le stesse cose anche in ambiente femminile quindi vale per entrambi)

lo stile di vita sessocentrico di alcuni gay deriva dal fatto che il sesso è usato come medicina e sfogo perchè in loro c'è l'idea che la società non accetta l'amore gay e quindi a loro volta si sono fatti l'idea che l'omaffettività è comunque una cosa marginale (o addirittura "innaturale" o "sbagliata") o la vedono come uno "scimmiottamento" dell'amore etero?

 

Secondo me in alcuni casi è come dici tu, però questo non esaurisce la totalità delle casistiche.

Credo che una forma di "ossessione", o comunque, di eccessiva concentrazione esclusivamente sulla sfera sessuale, possa essere una conseguenza della difficoltà a vivere relazioni di coppia "normali" e serene, all'interno delle quali la sessualità vada di pari passo con l'affettività.

La scarsa accettazione sociale ha certamente un ruolo importante nello scoraggiare noi gay dall'avere relazioni sentimentali impegnative. E' un po' la storiella della volpe e l'uva, si dice di non essere interessati a relazioni importanti perchè queste ultime comporterebbero tante difficoltà e magari tanto coraggio. In questo senso ha ragione Kiwi quando dice:

 

Certo è che per avere una relazione affettiva continua nel tempo (che sia coppia chiusa o aperta non importa) bisogna sempre mettere nel conto che in un certo modo ci si espone, sia a livello sociale che sentimentale. E credo che senza essersi accettati completamente sia una cosa impossibile da portare avanti, soprattutto se uno dei due è a già posto con se stesso e sicuro di cosa prova.

 

Però questo discorso non credo valga per tutti. Ci sono persone capaci di vivere relazioni serie ma anche di avere una vita sessuale libertina e promiscua.

Spesso la fase promiscua rappresenta magari un intervallo tra due relazioni importanti o interessa solo alcuni momenti della vita, in cui, per le ragioni più diverse, non si vuole una storia.

 

Io, per il mio modo di intendere e di vivere la sessualità, non sarei capace di essere eccessivamente promiscuo, non troverei appagante una sessualità meccanica e asettica, soprattutto non avrebbe paragone con il sesso fatto con la persona che amo, con cui ho affinità, complicità e intesa.

 

Come dicevo anche nell'altra discussione, conta molto la sensibilità personale in queste cose.

 

I

Edited by wasabi

Però questo discorso non credo valga per tutti. Ci sono persone capaci di vivere relazioni serie ma anche di avere una vita sessuale libertina e promiscua.

Spesso la fase promiscua rappresenta magari un intervallo tra due relazioni importanti o interessa solo alcuni momenti della vita, in cui, per le ragioni più diverse, non si vuole una storia.

 

Io non stavo parlando di vita sessuale libertina e coppia, infatti ho specificato che non importa se in un contesto di coppia aperta o chiusa, parlavo di relazione affettiva. Le dinamiche di coppia sono molteplici e varie, non c'è niente di male ma non era il punto che intendevo.

 

Io parlavo di accettazione interiore della propria omosessualità e della propria omoaffettivita, cioè del provare sentimenti per un'altra persona dello stesso sesso. Cosa che alcuni escludono per non accettazione e che secondo me è necessaria in una qualsiasi relazione di coppia affettiva. Che poi ci si sia accordati per il libertinaggio non importa, però si ammette di amarsi o almeno di volersi bene.

 

Anch'io non riuscirei mai ad avere un rapporto promiscuo e non esclusivo, io sto con la mia ragazza e basta e sono felice così.

Però ci sono persone che riescono a vivere un'affettività lo stesso anche con una coppia più aperta, e non hanno problemi ad accettarsi (quindi non hanno problemi di omofobia interiorizzata) nè di rifiuto dell'omoaffettività in quanto comunque coppia.

 

Non so, forse non sono stata chiara ma con quegli esempi e giri di parole rispondevo all'interrogativo di Ilromantico. Che non sempre un comportamento libertino o molto incentrato sul sesso nasconde una omofobia interiorizzata o un rifiuto ad accettare la componente omoaffettiva di una relazione omosessuale. Può essere parte di un rapporto affettivo (in cui le parti concordano) oppure solo una scelta personale di vita. Mentre ci sono casi in cui in certe persone che non si accettano completamente effettivamente questo comportamento 'sessocentrico' è un modo di repressione per distaccare se stessi da un rapporto affettivo omosessuale. E nei casi più estremi si arriva alla negazione della propria omosessualità anche quando si cercano ripetutamente rapporti sessuali con persone dello stesso sesso.

Kiwi, siamo d'accordo. Io non stavo rispondendo a te ma alla domanda di Ilromantico. Ho citato un pezzo della tua risposta che condividevo particolarmente. Era a Ilromantico che dicevo di non generalizzare, perché non tutti vivono la sessualità allo stesso modo e non bisogna pretendere che sia così, solo rispettarsi reciprocamente e mettere in chiaro ciò che si vuole.

@@wasabi ok scusa, ora che hai spiegato meglio ho capito perfettamente quello che volevi dire ;)

Credevo ti rivolgessi a me e non a Ilromantico, visto che dicevo appunto la stessa cosa tua ma adesso mi è tutto chiaro :)

 

Infatti non si dovrebbe mai generalizzare. Credo che sia così un pò per tutto..

No, a scanso di equivoci non è per nulla mia intenzione generalizzare. Stanno fuori da questa mia domanda coppie chiuse/aperte o gente felicemente single e promiscua.

 

Il punto in analisi è un altro (e sto tentando di chiarire ulteriormente il concetto :D), visto il generale interesse 'monotematico' verso il sesso da parte di determinati gay quanto reale peso ha la semplice voglia e quanto invece incosciamente interviene il rifiuto per l'omoaffettività che viene influenzato da una società difficile e omofobica? Facendo un esempio limite credo che riuscirò a spiegarmi ancora meglio...

 

L'altro giorno ho letto il gossip/news dell'attore Rupert Everett che seppur gay vede come una disgrazia il fatto che un bimbo possa essere cresciuto da una coppia omosessuale. Tralasciando l'assurdità dell'affermazione di questo attore è evidente che viva la sua condizione di omosessuale come un handicap rispetto a quello di un eterossuale che in quanto tale è 'meritevole' di crescere un bambino. Mi riferisco anche a chi trova ridicolo il matrimono omosessuale e pensa che sia una cosa che spetta solo agli etero o chi non fa sfoggio dell'omoaffettività in pubblico per rispetto salvo poi essere molto 'estroverso' nei locali. Vi sto elencando dei casi 'borderline' tanto per farvi capire a che tipo di gay mi sto riferendo, ma il mio dubbio e domanda riguarda soprattutto quei gay che "pensano" solo al sesso e non hanno tempo nè per l'omoaffettività nè per amicizie o atri interessi. Gente che magari non fa nemmeno CO perché tanto gli 'basta' il sesso e vede un po' "ridicola" l'omoaffettività o anche gente che fa CO e vuole solo "divertirsi" e trova 'noioso' e "ridicolo" l'amore o i sentimenti veri e propri. E' davvero una scelta personale o c'è una sorta di rifiuto dell'omoaffettività a cui si supplisce in altri modi (nella maggior parte dei modi col sesso)?Il dubbio mi viene perché la percentuale di gente di questo tipo è abbastanza alto (a mio avviso) e non sono per nulla convinto che sia solo una casualità e non ci siano delle motivazioni o paure/traumi non risolti dietro a tutto questo.

 

E non sto nemmeno parlando di aver per forza una relazione. Non è quello il punto, ma faccio riferimento anche al semplice fatto di essere capaci di infatuarsi, prendersi una cotta, essere colpiti dal carattere di qualcuno, idealizzare e sognare. Non so, ho come l'impressione che ad alcuni manchi proprio questa capacità di non sognare cose che non siano solo 'materiali'.

 

Che casino...spero di essermi spiegato un po'!!

Nei casi specifici che hai descritto, credo proprio che sia come dici tu. Non so dire se siano frequenti o meno, io non conosco tanti esempi così. Comunque mi dispiace per loro, perché si perdono una componente bella e importante della vita. Che dire? Magari vedendo esempi positivi attorno a loro acquisteranno maggior fiducia nei "sentimenti gay", che poi sono i sentimenti di qualunque essere umano, ne' più ne' meno.

In genere si riferisce all'omofobia interiorizzata ciò che dell'omosessualità spaventerebbe

un eterosessuale...il quale - mediamente - si ritiene aver paura della componente sessuale

e non affettiva dell'omosessualità

 

Tuttavia è chiaro che il minority stress può comportare delle difficoltà sul piano sentimentale

 

Diciamo che - in termini estremamente semplificati - se un etero può soffrire di ambivalenza affettiva

per un trauma o per carenze affettive, un gay può soffrire per gli stessi motivi e nel caso sappia che

suo padre lo odia in ragione della propria omosessualità ( esempio, se ne possono fare altri )

 

Il minority stress è qualcosa di più ampio del concetto di omofobia interiorizzata ( che è solo uno fra

i tanti fattori di stress...se mio padre mi caccia di casa, di per sè è una ammaccatura emotiva, anche

se io non soffro di omofobia interiorizzata...non so se mi sono spiegato )

Io credo che queste tue considerazioni, @@Ilromantico , partano da una sopravalutazione dell'importanza dell' attività sessuale all'interno della definizione personale dell'individuo.

 

Penso cioè che ci sia una forte associazione, nelle tue idee, tra una attività sessuale "aperta" e un problema psicologico di qualche tipo. Lo dici, a scanso di equivoci, proprio all'inizio di questo topic, indicando a chi fa sesso liberamente che lo faccia come forma di sfogo di problemi differenti.

 

In realtà, chi fa sesso lo fa per un piacere personale. E' piacevole avere una relazione con qualcuno, avere una affettività sia pur momentanea, e una varietà di partner. E, soprattutto quando uno è single e, in qualche modo, si vive una sorta di "autoanalisi" su cosa di se non è piaciuto ai "casi precedenti", spesso è un modo anche per trovare un impulso all'autostima.

 

Senza poi considerare il fatto che, a mio parere, ogni volta uno "ci spera", di trovare effettivamente chi lo fulmina.

 

Quando ho rotto con il mio ex, mi sono concesso un periodo di zoccolaggine. Ho fatto quello che fanno molti: accettare più incontri del solito, andare in disco, essere un minimo più spregiudicati, stringere i tempi per una serata sex alla sera stessa dell'appuntamento. L'ho fatto per il piacere di far sesso, di conoscere gente nuova, approcci nuovi, un po' dimenticare e non pensare troppo, un po' capire se "ero ancora piacevole per gli altri".

 

Con i vari partners, chiacchierando ( e dichiarando la fase zoccola con loro ), mi confermavano anche per loro che la situazione era simile, più o meno.

 

La questione è che quando si dice "non voglio una relazione", vuol dire " non voglio avere razionalmente una relazione, ma voglio essere colto sotto lo strato della coscienza, voglio essere per una volta sorpreso e trascinato via da questo stato di stanchezza che mi porto dietro"

 

In effetti con uno di questi ci fu' una mezza intesa, ma che poi non si mantenne a livello sessuale. Per cui ehi, ho un nuovo amico :)

 

Ci saranno sicuramente dei casi in cui, dietro a una serialità eccessiva, c'è il tentativo di nascondere altri problemi. Però, escludendo la minoranza dei "10 partner settimanali", di fatto bisogna accettare che il mondo gay presenta una maggiore libertà sessuale, e che la sessualità viene vissuta con meno ipocrisia e meno sovrastrutture dai più, e che quindi di fatto venga vissuto "alla luce del sole", maggiormente di quanto facciano i corrispondenti etero.

Edited by korio

@@korio credo che Ilromantico si riferisse in particolare a quei gay che dicono di non credere nei sentimenti, di trovare ridicolo l'amore, di volere solo sesso etc ...

 

Persone così ci sono, è innegabile e ci sono anche tra gli etero, fanno parte, secondo me, di quelli che fingono (magari anche con se stessi) di disprezzare ciò che non riescono ad avere. C'è poi anche una certa componente di paura di soffrire, di mettersi in gioco, di mostrarsi vulnerabili etc ...

Tra noi gay sarà magari un po' più diffusa questa tendenza perchè siamo sottoposti ad oggettive difficoltà in più nell'avere relazioni di coppia soddisfacenti.

Edited by wasabi

No, non sono più diffusi, affatto. Nel mondo etero sono solo "più silenziosi".

Il fatto è che nel mondo etero c'è una pressione sociale molto alta a "creare famiglia", a fare figli, etc etc. Il single è visto malissimo, un ragazzo 40enne che non è sposato o è brutto o è frocio o è un porco.

Nel mondo gay non c'è questa ipocrisia, c'è una franchezza maggiore. Quindi se io non ho voglia di farmi una famiglia in un dato momento nella mia vita, ti dico che voglio solo scopare e tu gay accetti o rifiuti ma senza scandalizzarti

Se lo fa un etero, la ragazza gli dice che le mignotte sono alla bonifica e la censura sociale si mette subito in azione.

 

E comunque, riporto ciò che ho detto anche altrove: spesso dietro "sono in una fase in cui non voglio una relazione" ci sono motivazioni personali interiori, e soprattutto c'è voglia di farsi portar fuori da questi problemi.

Edited by korio

@@korio concordo con quel che dici e figurati non trovo nulla di male in periodi di 'zoccalagine' o chi vive il sesso in modo libero perchè semplicemente gli piace. Il problema è capire quanti effettivamente lo utilizzano come semplice piacere(o stile di vita) e per quanti invece ciò rappresenta una (l'unica) valvola di sfogo per supplire a certi complessi in quanto gay.

 

Non concordo buttandola sul fatto che anche per gli etero è così. Concordo con l'analisi di @@wasabi e ti faccio altri esempi che forse sono il motivo dei miei dubbi. Conosco dei ragazzi che NON riescono ad innamorarsi né hanno mai provato una cotta da giramento di testa e trovano sempre la minima cretinata per non interessarsi a nessuno(puzza l'alito, è timido, brutto taglio di capelli). Oppure ci sono gay che hanno un interesse per qualcuno, ma finisce in fretta e nonostante le molte relazioni nessuno gli ha veramente colpito il cuore o è una persona che dopo tot. Scopate si dimentica per sempre. Io penso che tutti i miei amici etero si siano innamorati pazzamente almeno una volta e non abbiano difficoltà a predersi una o più cotta, mi chiedo perchè per determinati gay l'interesse al semplicr innamoramento o interesse sia così difficile o risulti poco interessante?

Mi dispiace, ma @ilromantico, per gli etero è la stessa identica cosa. Proprio la stessa.

Credimi.

Finora non ho trovato nessuna tipologia di comportamento nei gay che non abbia già visto tra gli etero, aldilà della metodologia più o meno "in chiaro".

Quello che un po' cambia il gioco non è tanto la metodologia o la scelta "mentale", ma è il fatto che i ruoli e le necessità pubbliche rendono la cosa meno esplicita.

 

Ci sono un sacco di etero per cui la vita è così. Non gli piacciono nessuna, tutte valgono l'esatto prezzo di una bevuta, un giro in disco e una scopata. (per le ragazze uguale, ma la prassi vuole un comportamento meno esplicito e il non raccontare, pena l'etichetta di mignotta). Poi a un certo punto, magari, si sposano pure, con quella più tonta, o l'ultima della serie, continuando poi il comportamento prescritto dietro la tendina del matrimonio.

 

Non è vero che tutti gli etero si sono innamorati. Non è vero che non hanno difficoltà ad avere una cotta. Anzi, le statistiche raccontano proprio l'opposto. Il fatto è che molti, moltissimi etero soprattutto giovani, sono costretti a prendersi una cotta, sono costretti dal ruolo ad avere una ragazza, perchè tutti gli amici hanno una ragazza, tutti gli amici hanno fatto sesso, e si finisce che gli amici son tutte coppie e poi bisogna sbrigarsi.

 

Non so quanti anni hai, ma quando valichi i 30 tra gli etero diventa una caccia continua tra maschi e femmine per trovare un incrocio almeno plausibile, perchè poi che fai? i genitori sono anziani, bisogna sposarsi prima che crepano, e avere figli, poi si è troppo vecchi. E poi, quando diventi vecchio, hai bisogno di qualcuno a fianco a te, una ragazza che badi a te ci vuole!.

Io sono stato etero praticante e soddisfatto fino a 39 anni, credimi. Ho una mia amica che mi manda quotidianamente foto del Lago di Garda per farmi vedere "la dote" che prenderei a volermi sposare con lei. Non c'è romanticismo, è solo una questione di affari, dopo i 30.

Senti gli amici che si sposano perchè, dopo anni di fidanzamento lei (più spesso) o lui dice al partner "o ci sposiamo o ci lasciamo", alla ricerca della degna conclusione dello scopo sociale richiesto: figli, nipoti, etc.

 

Non voglio esagerare, non ho sottomano le statistiche, ma la percentuale di coppie che crollano a 40 anni sono moltissime, perchè poi a quella età si arriva alla saturazione, l'interesse sessuale cambia, i figli oramai sono andati spesso, la voglia di amare prima di morire diventa un triste canto notturno. Il 75% delle coppie si sfalda oppure ci sono casi di tradimento, si rimane insieme per i figli, se ci sono, per l'affitto e le spese o perchè un divorzio costa caro, oppure perchè poi se si dovesse separarcisi mi muore di infarto la madre, magari mi tolgono l'eredità, etc. Spesso le coppie sono coinquilini.

 

Le coppie scoppiate affollano Meetic, Tagged, i corsi di latino americano e di teatro.

 

Almeno i gay sono onesti.

Edited by korio

@@korio capisco quello che vuoi dire, ma la pensiamo diversamente. Il tuo 'pessismo' sulle decadenti coppie etero esiste ed è reale, ma non nella misura 'apocalittica' da te descritta. C'è un mondo etero frustrato, vizioso, traditore e piegato alle pressioni sociali, ma le percentuali di quel mondo non mi sembrano così elevate né così allarmanti e per nulla paragonabili a quelle del mondo gay. Ovviamente tu non concorderai e ip non concorderò con te, quindi non ne verremo mai a capo!:)

 

Non credo però sia tutto riconducibile alla "pressione sociale" seppure conosco anch'io etero che ne sono 'succubi'. Penso che fa parte della natura umana avere delle fasi approppriate od off-limits per fare determinati passi o cose. La gente magari si sposa giovane o 'entro i 30' perché ha già avuto 15 anni per fare il giovane adolescente spensierato ed innamorato ed è ora di crearsi una famiglia in quanto ancora belli, giovani e con energie per occuparsi dei figli e godersi al meglio il tempo passato con loro. Poi ovviamente e naturalmente cambiano gli impegni, le esigenze ed i bisogni e di rivivere l'amore adolescenziale o di fare le maratone di sesso non può fregartene di meno. Per questo penso che a volte le opinioni del mondo gay sul mondo etero e sull'amore siano molto adolescenziali - e specifico NON mi sto riferendo a te, è un'opinione generica ;). Non è che i parametri di una coppia possono essere per semprei batticuore adolescenziali o il sesso bomba, la vita e l'amore credo siano MOLTO più di questo. Vuoi forse perché la societá rende davvero difficile (se non impossibile) ai gay creare dei progetti di coppia a lungo termine ,con le stesse possibilità degli etero, le aspettative e le credenze dell'amore per certi gay rimangono quelle di un ventenne o di un eterno peterpan.

Rimarremo che non siamo d'accordo.

 

Il desiderio di avere un clan, qualcuno da amare e con cui passare la vecchiaia è indipendente dalla tipologia di coppia e dall'orientamento sessuale. La pressione sociale sulla famiglia parte dalla componente socio-cattolica che pervade ancora molta della società moderna, almeno in Itala. La questione non è mia invenzione ma una realtà sociale su cui mi sembra anche troppo facile fare considerazioni.

 

Tu sei evidentemente bacchettone e critico al limite del fake a volte, rispetto ad un mondo gay dal quale ti sei distaccato con forza e del quale in generale vedi e amplifichi le reazioni pessimistiche e i difetti, e questa è una evidenza di ogni tuo intervento e questo non fa differenza. Il che va bene, una opinione è una opinione ma è fortemente di parte.

 

Forse tu vivi in un piccolo ecosistema in cui le cose vanno in questa direzione. Dal canto mio, che ho vissuto la realtà delle città e della provincia, e che sono stato etero e ora gay, ritengo che i gay non siano persone generalmente peggiori degli etero, e non indulgono al vizio e alla dissoluzione più degli etero come tu li descrivi, e non sono più bambini o più immaturi. Sono persone come gli altri, che vivono un sistema regolato in maniera differente del mondo etero. Laddove nel mondo etero scambisti e tradimenti sono frequentissimi ma nascosti per evitare la riprovazione del mondo circostante, nel mondo gay essendoci maggiore tolleranza e una critica e un pregiudizio già a prescindere, le relazioni a scopo sessuale sono meglio identificate e soddisfatte.

 

Per quanto riguarda le coppie, nel mondo etero si fa coppia per tante ragioni e l'amore spesso non è compreso, e quindi sono percentualmente più numerosi. Nel mondo gay si fa coppia per un principio di amore e di voglia di costruire un rapporto.

di fatto bisogna accettare che il mondo gay presenta una maggiore libertà sessuale, e che la sessualità viene vissuta con meno ipocrisia e meno sovrastrutture dai più, e che quindi di fatto venga vissuto "alla luce del sole", maggiormente di quanto facciano i corrispondenti etero.

 

Imho è il contrario, e cosi' rispondo anche alla domanda iniziale del topic: molti gay si accontentano del solo sesso non perchè siano meno ipocriti, ma perchè andare oltre, quindi impegnarsi in una storia, è qualcosa che presuppone l'essersi accettati in quanto gay, e il fatto di essersi esposti quantomeno con amici e famiglia.

Quindi non è un vivere alla luce del sole, anzi, esattamente il contrario.

In pratica, secondo me, il sesso compulsivo viene praticato perchè easy, quale surrogato di una relazione sentimentale...per certe persone il fare sesso è l'unico modo di sentirsi gay, un po' come avveniva 30 anni fa, quando i gay si incontravano quasi solo per scopare, nei parchi e nei parcheggi.

Edited by ben81

Mi sembra una posizione alquanto razzista e superficiale, un po' offensiva verso gli altri gay.

 

Però è una tua posizione, ben81 e..beh, ok, ogni opinione è lecita.

Edited by korio

In pratica, secondo me, il sesso compulsivo viene praticato perchè easy, quale surrogato di una relazione sentimentale..

 

Ci stiamo avvicinando a quello che voglio dire! In effetti credo che sia quello il punto o meglio l'impressione che ne ricavo verso certi gay. Sembra che il sesso venga utilizzato come sorta di Prozac in quanto è probabile che il sesso possa fungere a mo di anti-depressivo. "Non mi creo una storia perché è difficile, non m'interessa l'omoaffettività perché tanto l'amore poi svanisce ed è meglio concentrarmi sul sesso che è facile e cambiando partner mi da sempre delle grandi emozioni". Io credo che scatti un meccanismo simile a quello della dipendenza da anti-depressivi o droga.

 

Tu sei evidentemente bacchettone e critico al limite del fake a volte

Per la cronaca sono anche fortemente auto-critico, in quanto trovo che la critica sia uno strumento importantissimo per migliorarsi, comprendersi ed evoluzionare, ma bacchettone e fake no. Questa è la mia realtà per quanto antipatica e bacchettona possa apparire.

 

 

Forse tu vivi in un piccolo ecosistema in cui le cose vanno in questa direzione. Dal canto mio, che ho vissuto la realtà delle città e della provincia,

 

Le realtà di paese non le conosco, ma la realtà di alcune città italiane l'ho vissuta e quella già di suo (con tutto il rispetto ragazzii) mi è sembrata abbastanza provinciale e soprattutto il gay medio italano mi sembra abbastanza arretrato su certi ragionamenti e su certi temi, ma è colpa ovviamente del clima non molto favorevole della bella Italia. Io ho praticamente vissuto buona parte delle realtà delle grandi città di Spagna e di tante città e province e posso dire che le differenze tra gay della capitale spagnola, di Barcelona, di Granada o altre città sono abissali. Tra il gay medio di Barcelona e Madrid non vedo molte differenze, anche se a mio avviso il gay medio madrileño vince su tutti. Tuttavia in queste realtà così 'moderne' e gay-friendly non è cosi raro imbattersi nel gay no-omoafettivo che si sta prendendo in esame in questo topic.

 

Laddove nel mondo etero scambisti e tradimenti sono frequentissimi ma nascosti per evitare la riprovazione del mondo circostante, nel mondo gay essendoci maggiore tolleranza e una critica e un pregiudizio già a prescindere, le relazioni a scopo sessuale sono meglio identificate e soddisfatte.

 

Non posso scendere nei particolari perchè non mi sembra corretto, ma ricordo una cena in cui tutti gli etero erano felicemente fidanzati o sposati e soddisfatti con la loro metà (visto che tra amici ci si dice tutto) e i gay di cui piú della metà aveva fatto molte delle cose che io critico. E' un esempio stupido che non ha alcun valore eppure è simbolico e ti fa capire perché basandomi sulla realtá ho un'impressione del tutto diversa dalla tua.

Ed io che credevo che il sesso "compulsivo" si facesse perchè è divertente.

 

Io son sempre dell'idea che l'etero si accoppia (inteso "fidanza") più perchè deve che per il desiderio di farlo, perchè ormai "è in età da moglie" e deve impostarsi un futuro, ed i suoi modelli sono quelli di diventare genitori e poi nonni, e morire non da soli. Dove non ci siano questi vincoli mentali uno fa quel che gli pare. C'è chi è in coppia, chi no, chi è single e non fa sesso, chi è single e se ne trova uno a sera e uno a mattina. E questo lo dico dato che qui le statistiche sembrano essere i propri amici. Sicuramente il mio micromondo non corrisponderà allo specchio della realtà, così come non lo è neppure quello di coppie etero felici e tristi gay scopaioli e soli di Ilromantico.

Certo che qui si è proprio bravi a voler capire quello che fa comodo capire!

 

Non ho MAI detto che tutti i gay sono tristi e scopaioli mentre tutti gli etero sono felicissimi,accoppiati e senza problema. Descrivevo solo un episodio!! Anch'io vedo e conosck etero poco fortunati o gay con grandi storie d'amore, ma in linea GENERALE sarei falso e bugiardo nel non ammettere che le percentuali mi sembrano ad occhio più sfortunate o sfavorevoli verso i gay. La frottola che si autodice parte del mondo gay ,per autoconvincersi che anche il mondo etero sia marcissimo allo stesso mondo di quello gay, io non la vedo e non la riscontro.

 

Io non so fino a che punto il mio micromondo possa essere tale e quanto invece faccia parte della realtà. Non ho una realtà oggettiva, ma non vivendo in un paesello e conoscendo moltissimi membri della comunità un'idea e un'impressione geneale ahimé ce l'ho, ma non scenderò nei particolari.

 

Forse è una stupidata, forse riflette qualcosa, ma una volta un amico etero di mio marito gli disse ridendo "ho visto ieri chi vuole sposarsi con mio figlio. I 3 pretendenti del gay si sono accoppjati tra di loro o hanno fatto un trio. Certo che i gay sono proprio promiscui, sono allucinanti!ahaha". Per la cronaca nell'edizione di quel programma il gay fu l'unico ad essere piantato all"altare" e ad aver subito tradimenti. Nella nuova edizione c'è un gay super-mammone (la mamma è tenerissima e dice al figlio "oddio che schifo non dire nemmeno per scherzo che ti faresti una donna!") che ha fei pretendenti che sono tutto un programma. Ha scartato quelli più sobri(ma manco tanto eh) e si è invaghito di un tizio che fa lo stripper e il pornoattore. Non sono un bacchettone so bene che scelgono il truzzo etero, il fighetto etero e il gay fuori dalle righe (e soprattutto i suoi pretendenti) perché è necessario avere dei personaggi, però i modi da 'chat' o gli atteggiamenti da rimorchio in discoteca mi lasciano un pò perplesso. E lo dico perché il programma in teoria cerca un fidanzato serio e gli etero nonostante siano molto personaggi si sanno comportare e sanno pensare su un altro livello.

 

Poi ripeto la "fretta" di sposarsi che hanno gli etero potrebbe essere anche semplice legge di natura e voglia naturale. No solo de pan vive el hombre e come dice il proverbio non credo che una cosa, in questo caso l'amore vero e puro, sia sufficiente per essere felici in questa vita. C'è anche il desiderio di crearsi una famiglia, comprare casa, avere dei figli, stare per sempre assieme...

Edited by Ilromantico

Imho è il contrario, e cosi' rispondo anche alla domanda iniziale del topic: molti gay si accontentano del solo sesso non perchè siano meno ipocriti, ma perchè andare oltre, quindi impegnarsi in una storia, è qualcosa che presuppone l'essersi accettati in quanto gay, e il fatto di essersi esposti quantomeno con amici e famiglia.

Quindi non è un vivere alla luce del sole, anzi, esattamente il contrario.

 

Lo penso anch'io, in tanti casi credo sia proprio così.

E non è una critica verso i gay, è che viviamo spesso ancora in situazioni difficili e sfavorevoli.

Non ti alterare, dai, alla fine anche tu non hai capito che sto dicendo che dal mio punto di vista le cose sono diametralmente opposte a quelle che vedi tu, ed è per questo che senza statistiche queste discussioni lasciano un po' il tempo che trovano.

Concordo con wasabi! No tranquillo Ghost, non mi altero mica né voglio imporre nulla. Esprimo solo con troppo trasporto il mio pensiero, ma non ti preoccupare sono solo molto prolisso :D

La domanda che si pone è se esista una contrapposizione

fra sesso e affetto

 

Cioè io faccio tanto sesso e quindi non mi affeziono a nessuno

oppure io faccio tanto sesso perchè non mi affeziono a nessuno

 

Nel primo caso il sesso sarebbe causa di anaffettività, nel secondo

sarebbe l'effetto di una affettività ristretta causata da altro

 

A me pare chiaro che la sessualità non sia causa di alcun problema affettivo

se esiste un problema affettivo è causato da altro ( minority stress e fattori

generici che potenzialmente insistono pure sugli etero )

 

Ci possono essere quindi dei fattori specifici che inibiscono l'affettività

di un gay in aggiunta a quelli generici.

 

Non credo che esista una ideazione negativa di un gay di oggi contro

la possibilità di una relazione affettiva ( se c'è è più probabile sia risolta

sul piano della bisessualità ma non di una identità gay ) tuttavia possono

esserci problemi emotivi e di ordine sentimentale, questo mi pare si possa

dire.

 

Ovviamente per me una sessualità libera non è necessariamente compulsiva

per immaginare una sessualità compulsiva devo immaginare una persona che

vive male la sua sessualità, cioè non ha solo un problema affettivo ma anche

un problema sessuale

 

Vivere bene la propria sessualità è quindi un primo passo positivo ed in questo

viverla "bene" ci può stare anche il libertinaggio, non ne farei un dato quantitativo

non conta ciò che si fa e quanto lo si fa, ma lo spirito con cui lo si fa

 

Io posso fare sesso tutte le settimane con partners diversi e dirmi libertino

ne faccio una questione di libertà, posso invece pensare di "fare la puttana"

o che gli altri siano tutti delle "puttane" ed è tendenzialmente peggio

Di problemi dei gay ne ascolto e ne leggo tanti:

difficoltà col CO e col rapporto con la propria religione,

confusione, depressione, cattivo rapporto col proprio corpo,

"cotte" per amici etero, paura del sesso anale,

difficoltà a dimenticare il proprio ex o a conoscere gay...

tutti problemi che pesano negativamente sulla possibilità di trovarsi un fidanzato.

 

Finora il problema di "fare troppo sesso" non è mai emerso.

O meglio mi pare che il problema di fare "troppo sesso" o avere "troppi partner"

sia una questione molto sentita solo da chi dice di non avere questo "problema".

 

A me colpisce soprattutto il fatto che solo i gay si impiccino della sessualità degli altri gay,

intendo che non ho mai sentito nessun maschio etero interessarsi minimamente

di altri maschi che vanno a prostitute o nei club per scambisti (o del bunga-bunga...)

Se Bolt passa la serata con tre ragazze nessuno pensa sia "malato"

(anzi penserebbero fosse "malato" se non lo facesse...);

mentre se lo facesse qualche gay famoso pare che sia da ricovero...

 

A me questi "due pesi e due misure" non piacciono per niente.

Chi direbbe che Valentino Rossi ha problemi di eteroaffettività

perché cambierà due ragazze a settimana e a 33 anni ha avuto praticamente solo flirt?

Nessuno. E a nessuno interessa: viene al massimo invidiato dagli altri etero.

Mentre un gay col suo stesso comportamento da certi gay verrebbe additato come "squallido",

"malato", "anaffettivo", "problematico" e chi più ne ha più ne metta.

Ci sono due pesi e due misure anche tra maschi e femmine: se Marco va con tutte è un figo, se lo fa Francesca è una troia!

qualcuno si è inventato anche la barzelletta: la chiave che apre tante serrature è utile, mentre una serratura che viene aperta da tante chiavi è inutile, è un problema di maschilismo che ha preso una variante anche nel mondo gay.

Ma quello che mi preoccupa non è se l'omofobia interiorizzata e la minority stress siano causa della "droga sessuale" (inventiamoci questo termine) è che genera menefreghismo per tutto quello che riguarda i diritti dei gay, molti non vanno ai pride, odiano i locali gay (e pure loro stessi) però ci vanno per fare sesso, e neanche si disturbano di firmare petizioni per il riconoscimento delle coppie di fatto se gli passa il foglio delle firme sotto il naso.

Direi che c'è un problema più serio.

Edited by Fantom

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