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Omoafettività, omofobia interiore e libertinaggio. Sono in contrapposizione?


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Ci sono due pesi e due misure anche tra maschi e femmine: se Marco va con tutte è un figo, se lo fa Francesca è una troia!

 

Qui sta tutta la questione.

Possiamo girarci intorno per anni. :)

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  • Ilromantico

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  • korio

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Secondo voi il forte libertinaggio di alcuni gay deriva da un'omoaffettività molto poco sviluppata derivante a sua volta da un'omofobia interiorizzata verso l'amore gay?

è una visione troppo gay-centrica,

gli omosessuali funzionano come qualsiasi altro essere umano: possono non credere nei rapporti, avere paura di stabilirli, e non avere difficoltà con la propria sessualità ma avercela con lo stabilire un rapporto.

Non tutto è riconducibile alla costellazione di eventi attorno alla sessualità di una persona, anche se possono prenderne parte.

Bisogna capire quale di questi binari è quello che va più lento o più veloce per dire che è un motivo piuttosto che un altro, ed è impossibile dire che sia una regola.

Finora il problema di "fare troppo sesso" non è mai emerso.

O meglio mi pare che il problema di fare "troppo sesso" o avere "troppi partner"

sia una questione molto sentita solo da chi dice di non avere questo "problema".

 

A me colpisce soprattutto il fatto che solo i gay si impiccino della sessualità degli altri gay,

intendo che non ho mai sentito nessun maschio etero interessarsi minimamente

di altri maschi che vanno a prostitute o nei club per scambisti (o del bunga-bunga...)

Se Bolt passa la serata con tre ragazze nessuno pensa sia "malato"

(anzi penserebbero fosse "malato" se non lo facesse...);

mentre se lo facesse qualche gay famoso pare che sia da ricovero...

 

Che solo i gay commentino i maschi "poco seri" non è affatto vero; forse dipende dalle realtà che frequenti, ma di etero che reputano poco serio (e giudicano di conseguenza) portarsi una donna a letto al primo appuntamento ne conosco per così. Se poi parlano per invidia non lo so.

Ciò che secondo me spinge un gay a porsi molto di più questo problema, è il fatto che noi siamo costantemente giudicati (o almeno ci sentiamo tali) per ciò che gli altri gay fanno o dicono. Nessuno si sognerebbe di dire che tutti i maschi etero sono poco seri ed erotomani, perchè in TV fanno vedere un tronista farfallone. I gay invece sono ancora sottoposti ad una sorta di giudizio collettivo, e questo ci porta a prendercela con quei gay che, dal nostro punto di vista, si comportano in maniera "disdicevole" per il buon nome di tutti; come se fossimo un popolo a parte, con caratteristiche costanti! E' un po' lo stesso motivo per cui ci sono gay "omofobi" nei confronti delle cosiddette "sfrante" o che detestano i pride e le manifestazioni troppo carnevalesche.

Edited by Patroclo
privateuniverse

lo stile di vita sessocentrico di alcuni gay deriva dal fatto che il sesso è usato come medicina e sfogo perchè in loro c'è l'idea che la società non accetta l'amore gay e quindi a loro volta si sono fatti l'idea che l'omaffettività è comunque una cosa marginale (o addirittura "innaturale" o "sbagliata") o la vedono come uno "scimmiottamento" dell'amore etero?

 

In generale credo di no.

 

Penso che questo valga soltanto per molti gay "sposati" (con donne); perché, per la loro stessa condizione, possono essere portati a razionalizzare la loro situazione scindendo i due aspetti ("mia moglie la amo, con i maschi è solo sesso"). Del resto, operando questa scissione quel che fanno risulta più facile da gestire e da "giustificare" davanti a se stessi (e, eventualmente, anche ad altri).

 

Credo che quei gay che si preoccupino soltanto di fare sesso ed escludano a prescindere una relazione (nel senso che sceglierebbero di non averne una anche se ne avessero l'opportunità) giungano a questa posizione, in generale, per altri motivi. Secondo me, la stanchezza, il disincanto, le delusioni precedenti possono avere un peso. Perfino io, che ho sempre desiderato una relazione, spesso mi scopro a pensarla così.

 

Senza contare che è ben possibile essere promiscui e non escludere la possibilità di una relazione qualora si presenti (della serie: vorrei una relazione ma, nell'attesa, me la spasso); anche se, a mio parere, la capacità di provare un interesse per le persone va comunque "coltivata". Limitarsi a considerare gli altri come interlocutori meramente sessuali, a mio parere, lede questa capacità, allo stesso modo in cui, per esempio, l'astinenza dal sesso danneggia la libido.

Edited by privateuniverse

un gay che da dello "squallido, troia, poco serio etc" a un altro gay

è perché è soggetto alla paura, reale, che:

gia i gay sono l' 1,5 % della popolazione, se poi sono tutti promiscui e anti-relazione quel gay che li critica

rischia di spararsi perchè vede che in una minoranza del genere non ci sono proprio speranze di trovare quella persona

con cui fare famiglia e invecchiare assieme

perché come ha detto ilromantico è una cosa innata nell'uomo arrivare a comprarsi una casa e viverla fino alla fine con una persona al proprio fianco.

ma forse lady gaga e madonna hanno parlato e mostrato troppo di gay nelle disco e nelle dark e poco di gay soli che sperano nell'amore vero

e il 15enne gay, che gia sa di essere parte di una minoranza, seguirà la calca e il gruppo "normale e accettato" di quella minoranza, ovvero la discoteca, gay romeo e incontri occasionali (anche perché fa figo nella propria comitivella gay essere zoccole e vantarsi di quanto lo aveva enorme il tipo della notte precedente)

@@freud_sucks e' proprio per il quindicenne o il diciassettenne gay che è tanto importante leggere testimonianze positive.

Io da adolescente avrei voluto avere modelli positivi, di adulti omosessuali che hanno "fatto famiglia".

Purtroppo, e non per colpa dei singoli gay, di esempi del genere ne ho trovati pochi e ho dovuto decidere che avrei comunque seguito la strada che mi era più congeniale, che il modello adatto a me me lo sarei costruito.

Per questo adesso spendo tanto tempo e parole a raccontare la mia esperienza, fosse anche solo per dimostrare ai ragazzini che leggono il forum che una vita gay "normale", fatta di coppia stabile, di casa, di affetti e non solo di chat e scopate random e' possibile.

certamente, ma non dimenticare che stiamo parlando di una minoranza dentro una minoranza.

seriamente parlando, quante possibilità reali ci sono? veramente pari a zero io direi..

poi io sono reale, tu sei reale, altri utenti del forum sono reali e fidandoci sulla parola fanno parte anche loro di quei gay che vogliono

una vita sentimentale normale.

ma è pieno di voci che parlano di amore, coppia etc e che poi nel concreto pesano tutte quelle cose come fossero noccioline.

la capacità di provare un interesse per le persone va comunque "coltivata". Limitarsi a considerare gli altri come interlocutori meramente sessuali, a mio parere, lede questa capacità, allo stesso modo in cui, per esempio, l'astinenza dal sesso danneggia la libido.

 

Alleluja!!! E' quello che sto tentando di spiegare da un bel po' su questo forum!!! :hail: E' da questa osservazione che partono e si sviluppano i miei dubbi su certi stili di vita.

 

Secondo me, la stanchezza, il disincanto, le delusioni precedenti possono avere un peso. Perfino io, che ho sempre desiderato una relazione, spesso mi scopro a pensarla così.

 

Queste sono anche delle motivazioni possibili, anche se a pensarci bene suonano un po' come le stesse giustificazioni/motivazioni che usano i ragazzi stronzi o le stronze: "Sono stato/a ferita/o in amore e ora ho deciso di divertirmi e farli/le soffrire tutti/e". Per quanto giustificabili dopo un po' risultano un po' immature perché per me nella vita bisogna incassare i colpi e rialzarsi più forti di prima. Posso comprendere però che non tutti reagiscono allo stesso modo.

 

 

gia i gay sono l' 1,5 % della popolazione, se poi sono tutti promiscui e anti-relazione quel gay che li critica

rischia di spararsi perchè vede che in una minoranza del genere non ci sono proprio speranze di trovare quella persona

con cui fare famiglia e invecchiare assieme

 

Qui @@freud_sucks solleva un ottimo punto da me sempre sostenuto. I numeri e le percentuali purtroppo sono quelli che vanno davvero contro la comunità gay. Un etero non ha motivo di preoccuparsi se può crearsi una famiglia o se l'ambiente lo facilita, mentre un gay è costretto a lottare prima con la società omofoba poi nella sua stessa minoranza fatta di scetticismi ed eccessi che non aiutano certo il naturale desiderio di coppia e/o famiglia.

e il 15enne gay, che gia sa di essere parte di una minoranza, seguirà la calca e il gruppo "normale e accettato" di quella minoranza, ovvero la discoteca, gay romeo e incontri occasionali

 

non credo che il 15 enne seguirà la calca. vedendo quanti utenti si scagliano, anche pesantamente (ma va bene, qui tolleriamo tutti i punti di vista) contro il libertinaggio gay (che ovviamente è libertinaggio maschile) direi che ci sono molti adulti che non hanno seguito la "corrente".

 

 

 

(anche perché fa figo nella propria comitivella gay essere zoccole e vantarsi di quanto lo aveva enorme il tipo della notte precedente

 

corretto per svelare un incredibile (quasi insopportabile, a dir poco inusitato) colpo di scena: anche per i maschi etero è così, mi viene quasi da pensare che alcuni gay non vogliano accettare di essere maschi loro stessi...

R.POST[/color]' timestamp='1350839110' post='614708']

non credo che il 15 enne seguirà la calca. vedendo quanti utenti si scagliano, anche pesantamente (ma va bene, qui tolleriamo tutti i punti di vista) contro il libertinaggio gay (che ovviamente è libertinaggio maschile) direi che ci sono molti adulti che non hanno seguito la "corrente".

 

Non tutti hanno una certa forza di volontà, non tutti sono incapaci di farsi influenzare, non tutti sono disposti a lottare per i propri ideali e sogni. C'è la paura, l'ignoranza, il trovarsi spiazziati con regole e atteggiamenti decisi da una maggioranza di 'vecchie leve' e il dover decidere se scegliere la "strada facile" per entrare in questa minoranza o seguire il percorso "meno popolare". Io devo essere sincero se fossi nato semplicemente gay e non avessi vissuto quegli amori etero, che mi hanno insegnato i fondamenti dell'amore, probabilmente a un certo punto avrei vacillato e sarei diventato uno di quei gay 'pessimisti sull'amore e pro-sesso"(chiamamoli così). Fortunamente avevo quel minimo di esperienze sull'amore da poter capire a naso in che direzione valeva la pena andare ed impedire a dei furbacchioni spocchiosi di vendermi idee decadenti o pessimiste sull'amore. Sono stato forte abbastanza e pienamente cosciente dal non dare nessuna possibilità di credere a quei "bacchettone", "antico", "per i gay funziona così", "tutti fanno così" nè al non dovermi 'svendere' a certi 'rituali', situazioni o 'codici' perché "è normale fare così". E' stato tutto abbastanza pesante, ma col tempo ho saputo fregarmene di questo lato della comunità e ho impostato con relativa facilità dei filtri per trovare quel lato della comunità che non sta a certe regole e sembra vivere davvero nel mondo reale.

 

Questa è stata a GRANDISSIME ed offuscatissime linee la mia esperienza, ma mi risulta davvero difficile pensare che nessuno si faccia influenzare vuoi per inesperienza vuoi per il desiderio di sentirsi parte di un gruppo. Ci sono giovanissimi con la testa sulle spalle e sicuri di quello che vogliono (che sia essere libertini o altro), ma altri trovandosi in un mondo nuovo ed essendo spiazzati pur di non trovarsi doppiamente soli potrebbero cadere incosciamente nell'idea che lo stile di vita, o massima soddisfazione, del mondo gay sia il sesso&discoteca. Io credo che l'uomo nell'adolescenza sia anocra in fase di "imprinting" (così come gli animali)

ed è normale che magari col passare degli anni, quello che ha visto o vissuto gli paia normale.

privateuniverse

corretto per svelare un incredibile (quasi insopportabile, a dir poco inusitato) colpo di scena: anche per i maschi etero è così, mi viene quasi da pensare che alcuni gay non vogliano accettare di essere maschi loro stessi...

 

A 15 anni forse, dopo dipende.

 

Ma c'è una cosa che vorrei appurare: questa continuo far riferimento ai maschi etero...ma non eri tu che ti scagliavi contro la società "eteronormativa"?

 

Se uno deve fare come un maschio etero il modo è molto semplice: essere un maschio etero; e il maschio etero va con le donne, non con gli uomini. E non solo non ci va, con gli uomini: gli fa pure schifo, disprezza chi ci va, con gli uomini, perché chi ci va è un frocio di merda; e tanto meno se ne innamora, degli uomini.

 

Non so se è chiaro, a te come a quelli che continuano a dire che un vero maschio gay è come un maschio etero.

 

Ma, se non è chiaro, basta che me lo dici, che te lo spiego io, cos'è un "maschio etero" e da cosa si riconosce.

Edited by privateuniverse

A 15 anni forse, dopo dipende.

 

Ma c'è una cosa che vorrei appurare: questa continuo far riferimento ai maschi etero...ma non eri tu che ti scagliavi contro la società "eteronormativa"?

 

Se uno deve fare come un maschio etero il modo è molto semplice: essere un maschio etero; e il maschio etero va con le donne, non con gli uomini. E non solo non ci va, con gli uomini: gli fa pure schifo, disprezza chi ci va, con gli uomini, perché chi ci va è un frocio di merda; e tanto meno se ne innamora, degli uomini.

 

Non so se è chiaro, a te come a quelli che continuano a dire che un vero maschio gay è come un maschio etero.

 

Ma, se non è chiaro, basta che me lo dici, che te lo spiego io, cos'è un "maschio etero" e da cosa si riconosce.

 

 

non che che devi fare come un maschio etero, è che ritengo normale che un gay, in quanto maschio, non si faccia problemi (come un etero) a vivere la propria sessualità. ma perché dovrebbe avere scrupoli sulla verginità, sul numero di volte, sul "è troppo"? il sesso non è illegale e fa bene alla circolazione. finché ti funziona e usi le precauzioni, il cielo (o l'essere fedele) è l'unico limite. invece mi sembra che la sezione "consigliamoci" sia piena di domande, alcune tragicamente simili a quelle che potrebbero porre le lettrici di "cioè"

 

delle volte ho l'impressione (proprio perché mi scaglio contro la società eteronormativa) che alcuni gay maschi (e comincio a pensare che forse dipenda dal loro ruolo a letto) si facciano intortare dal peggio del peggio dell'indottrinamento nei confronti della donna per la quale morale e sessualità vanno associate a costo di venirne timorati, come se a scopare tanto fossi un poco di buono e rimanere con la stessa persona per venti anni fosse una virtù. ma come? le donne hanno fatto tanto di quel casino per divenire uniche padrone del proprio corpo e i gay italiani nel 2012 ragionano così? i valori non dovrebbero passare dalla camera da letto, e l'unica cosa che invidio ai maschi etero è che almeno sono solidali tra loro...

 

infatti se un etero se ne portasse a letto cinque al giorno dubito molto che i suoi amici inizierebbero con questa menata incredibile che io invece sto leggendo e dubito anche, che in un ipotetico "etero-forum.it", a un ragazzo passerebbe anche solo per l'anticamera del cervello di fare la polemica sui propri simili libertini, anche perché, e giustamente, passerebbe per invidioso/sfigato/represso e non so che altro, poiché vige l'aura regola - e sempre sia lodata - del: quando una cosa non ti piace non è che devi scassare la minchia a chi invece la fa e rendere la giornata più pesante a tutti quanti.

Se una donna fa la "santerellina" in paese è perchè sa

che in caso contrario tutti diranno che è una "puttana"

lo diranno le comari del paese, ma lo penseranno pure

i maschi che la escluderanno dal novero delle brave ragazze

da sposare e la ridurranno ad oggetto di apprezzamenti sessuali.

 

La svalutazione di un certo comportamento femminile pesa

su questa donna, proprio perchè è "corale"

 

Al contempo è vero che il maschio ci farà grasse battute sopra

ma bisogna vedere se poi - di questa ipotetica donna - è amico

se la chiama al telefono il giorno dopo o no, se si fa vedere in

giro con lei in pubblico etc.

 

La morale cioè non agisce solo sulla donna, ma anche sui maschi

del paese...i quali si vanteranno delle proprie conquiste nella misura

in cui siano SOLO conquiste sessuali, altrimenti ti sei fatto incastrare

dalla puttana

 

Questo è in termini schematici il copione COMPLETO, non se ne può

prendere solo una parte ignorando l'altra, insomma il maschio etero

non è di per sé in una situazione che possa essere proposta come

invidiabile o degna di ammirazione

Concordo con Hinzelmann, la fate tanto lunga sul menefreghismo dei maschi etero quando in realtà anche loro ffettuano un "deprezzamento" di una donna se è troppo 'facile' e il loro vanto della conquista è solo tale se non avrà seguito, altrimenti "ti sei fatto incastrare". Il punto è che ogni maschio etero medio prima o poi cerca la sua ragazza(anche solo per fidanzarsi) e lo farà escludendo quelle "poco serie". Al di là di moralismi e preconcetti penso che sia instintivo nella natura umana cercare qualcuno che possa essere affidabile in tutto.

 

In ogni caso a me sembra che sfuggano dei punti importantissimi. E' inutile fare un paragone tra il mondo etero e quello gay, visto che le situazioni e le percentuali sono totalmente differenti. Per un maschio etero fare "il farfallone" o portarsi 5 'topolone' a letto nel giro di una settimana è un evento più unico che raro. Orgie, trii, sadomaso, sono in linea generale argomenti fantascientifici su cui chiacchierare e farsi quattro risate al bar. Tutti sognano a parole di voler fare quell'esperienze, ma nella realtà dei fatti nessun maschio medio è intenzionato davvero a volerle fare. Quando poi nel gruppo c'è il "latin lover" o l'amico che ha fatto l'esperienza "strana" o è riuscito nell'impresa 'titanica' di farsi 5 ragazze in una settimana lo si vede come un "eroe", ma per il semplice fatto che è una cosa che non avviene spesso, rompe un po' la monotonia.e non mette per nulla in pericolo l'ambiente uomo-donna. Detto in altre parole non c'è realmente una società etero piena di "latin lover" e di donne "dai facili costumi" che rendono difficile l'idea di potersi fidanzare seriamente o potersi creare una famiglia.

 

Caso del tutto contrario nel mondo gay. Quanto è difficile portarsi a letto qualcuno?Dovrei forse in realtà riformulare la domanda e dire: quanto è difficile NON finire con qualcuno a letto?Da questa semplice domanda e analizzando i vari elementi della risposta è difficile non immaginare che lo scenario del mondo gay sia differente. Vista l'ossessione per l'equivalenza gay=maschio etero o donna santerellina, se proprio vi piace fare del sessimo spicciolo io direi che il gay medio si trovi un po' nella stessa situazione di una donna di "facili costumi" dove è difficile prendere sul serio ed essere presi sul serio (a seconda di che si giochi il ruolo di 'vittima' o 'carnefice').

 

Ribadisco che oltre a questo esempio iper-mega-semplicistico c'è tutto un mondo pieno di colori e sfumature, ma è tanto per rendere a grandi linee il concetto. Capisco anche che ognuno abbia le proprie opinioni in merito alla questione , e meno male aggiungo, ed è inutile stare qui a cercare di far cambiare idee, ma almeno potremo limitarci a dipingere un quadro oggettivo della realtà delle cose. Quello credo che con un poco di onestà intellettuale non sia difficile da fare assieme.

@@R.POST la tua visione dell'approccio alla sessualità è quanto mai banale e riduttivo.

Non serve essere degli psicologi per capire che ognuno vive la propria sessualità in base alla propria sensibilità, alla propria scala di valori e a quello che desidera dal rapporto con gli altri.

 

Ridurre il sesso ad una mera attività che fa bene alla circolazione e dà piacere fisico è una sciocca banalizzazione e, per rendersene conto, non serve tirare in ballo questioni morali.

Anche ipotizzare una corrispondenza tra ruolo sessuale e sensibilità individuale è chiaramente fuori luogo, perché il famoso "ruolo" riguarda i gusti legati alle pratiche sessuali, non il significato che si attribuisce alle stesse.

 

Continuare poi a paragonarsi ai maschi etero, generalizzando il loro modello più becero, è controproducente, non lo capisci?

Quegli stessi etero buzzurri che ami citare ritengono che tu faccia schifo, perchè al maschio devono piacere le tette e la figa.

Ci adeguiamo tutti al modo di ragionare più basso, squallido e standardizzato?

 

O impariamo finalmente che, al di là degli schemi, ogni persona che incontriamo ha un proprio bagaglio fatto di esperienze, di educazione, di sensibilità, non è solo un buco o un pene atto a dar piacere a noi?

Edited by wasabi

Se una donna fa la "santerellina" in paese è perchè sa

che in caso contrario tutti diranno che è una "puttana"

lo diranno le comari del paese, ma lo penseranno pure

i maschi che la escluderanno dal novero delle brave ragazze

da sposare e la ridurranno ad oggetto di apprezzamenti sessuali.

 

La svalutazione di un certo comportamento femminile pesa

su questa donna, proprio perchè è "corale"

 

Al contempo è vero che il maschio ci farà grasse battute sopra

ma bisogna vedere se poi - di questa ipotetica donna - è amico

se la chiama al telefono il giorno dopo o no, se si fa vedere in

giro con lei in pubblico etc.

 

La morale cioè non agisce solo sulla donna, ma anche sui maschi

del paese...i quali si vanteranno delle proprie conquiste nella misura

in cui siano SOLO conquiste sessuali, altrimenti ti sei fatto incastrare

dalla puttana

 

Questo è in termini schematici il copione COMPLETO, non se ne può

prendere solo una parte ignorando l'altra, insomma il maschio etero

non è di per sé in una situazione che possa essere proposta come

invidiabile o degna di ammirazione

 

Sappiamo lo "schema completo".

Il maschio che si mette con la donna facile viene ridicolizzato

perché possiede un "oggetto" di scarso valore.

Mentre la ragazza virtuosa che fa mettere la "testa a posto"

al maschio che prima andava con tutte, viene lodata

perché possiede qualcosa di valore.

(Ho in mente giusto un centinaio di film, telefilm e canzoni...).

 

Questo schema di può applicare al mondo gay in tre modi:

considerando i gay come fossero maschi, come fossero femmine

o classificandoli in base al ruolo (ma visto il numero di versatili è difficile).

 

Credo che il giudizio che si dà degli altri gay dipenda da quello che diamo di noi stessi,

soprattutto se vogliamo dare un giudizio generale e non sulle singole persone.

Ne consegue che per me il "perbenismo gay" non sia altro che "effeminatezza senza femminismo"

cioè giudicare gli altri gay come "le comari del paesino" giudicano Bocca di Rosa, nell'omonima canzone.

 

Non esiste l'atteggiamento fastidioso opposto, almeno non in questo forum.

Non ci sono gay maschili che accusano i "gay perbene" di essere degli sfigati:

cosa che accadrebbe per esempio se i primi considerassero i secondi "maschi quanto loro";

se - insomma - i gay che ragionano come gli etero li giudicassero come gli etero si giudicano tra loro.

 

Io reagisco malamente a questo perbenismo perché rifiuto che i gay vengano giudicati come femmine:

lo trovo un comportamento omofobico come se un etero chiamasse gli omosessuali al femminile.

E reagirei male anche se le stesse cose venissero dette di una ragazza libertina,

perché lo considererei un comportamento maschilista.

Poiché non sopporto né l'omofobia né il maschilismo, esco facilmente dai gangheri.

Questo schema di può applicare al mondo gay in tre modi:

considerando i gay come fossero maschi, come fossero femmine

o classificandoli in base al ruolo (ma visto il numero di versatili è difficile).

 

Io proporrei l'ipotesi di poterne prescindere proprio da questo schema

capisco però che uno possa doversi confrontare con persone che ci

sono dentro....ma è il nostro futuro? Spero proprio di no

 

Di per sé il fatto di rivendicare una propria sensibilità, come fa wasabi

se non si traduce in un atteggiamento di giudizio nei confronti di chi fa

scelte diverse dalle sue, lo si giudica male difficilmente.

 

Mi parrebbe sbagliato liquidarlo come "effeminatezza senza femminismo"

forse non sarà un "atteggiarsi" tipico del maschio etero, ma non credo che

la maschilità o la virilità debba necessariamente esaurirsi in una serie di atteggiamenti

nè che il timore di apparire effeminati debba portare a rimuovere ogni traccia di

"sensibilità" o peggio rivestirla di atteggiamenti non corrispondenti a ciò che si sente etc.

 

Convengo sul fatto che in questo forum non c'è un giudizio negativo sugli "sfigati"

( in altro topic e ad altri fini - naked party - io ho ipotizzato che certi gay possano sentirsi

più a proprio agio, nudi, piuttosto che in luoghi performativi come una discoteca...cioè secondo

me in realtà i gay tendono ad essere abbastanza giudicanti fra di loro )

 

Però questo forum è sex free, quindi difficilmente ci si può creare una immagine pubblica

fatta di successi sessuali, credo sia una caratteristica che questo forum ha ( forse una delle

poche caratteristiche che potrebbero definirlo, piaccia o meno ) però questo non

significa che non possa esistere il problema fuori da qui o intorno, o alle spalle....

 

Mi escludi l'applicazione caratterizzata per ruoli sessuali sulla base del fatto che i gay

sono quasi tutti versatili. Beh, in realtà non proprio tutti....posso convenire che il discorso

fastidioso da "omosessualità mediterranea" sia recessivo, anche se è ancora presente

a vari livelli, su cui sorvolerei per ragioni di brevità

 

Però molti topic sul sesso mi fanno presumere che in realtà questa versatilità non sia

così "tranquilla e sicura" come appare superficialmente ( almeno in giovane età ) e non

sono affatto sicuro che questa basti a neutralizzare il problema in termini di ruoli sessuali

privateuniverse

non che che devi fare come un maschio etero, è che ritengo normale che un gay, in quanto maschio, non si faccia problemi (come un etero) a vivere la propria sessualità. ma perché dovrebbe avere scrupoli sulla verginità, sul numero di volte, sul "è troppo"? il sesso non è illegale e fa bene alla circolazione. finché ti funziona e usi le precauzioni, il cielo (o l'essere fedele) è l'unico limite. invece mi sembra che la sezione "consigliamoci" sia piena di domande, alcune tragicamente simili a quelle che potrebbero porre le lettrici di "cioè"

 

In tal caso, puoi sempre andare a dire a chi, nella sezione "Consigliamoci", fa questo tipo di domande, che sono domande sciocche, da ragazzine immature.

 

Altrimenti, la tua critica rimane generica.

 

Per il resto: a me sembra giusto che ognuno viva la propria sessualità nel modo che più gli aggrada e che ritiene più coerente con la propria sensibilità, senza tabù ma anche senza sentirsi in obbligo di conformarsi a un modello spesso fittizio; e i modelli del "maschio etero" per cui ogni lasciata è persa o del gay per cui ogni buco è trincea sono, per l'appunto, modelli normativi, uguali e simmetrici rispetto a quelli della donna angelo del focolare o dell'uomo buon padre di famiglia, entrambi preoccupati di reprimere i propri istinti sessuali a qualunque costo. Non vedo per quale motivo si dovrebbe liquidare chi ritiene, per esempio, che il sesso non si dovrebbe fare sempre e comunque, in qualunque occasione, con chiunque ce ne sia l'opportunità. La repressione non è soltanto rifiutarsi di fare sesso con qualcuno, magari per paura; non ha a che fare solo con la sfera sessuale. Ci sono persone che non sono in grado di riconoscere e integrare le proprie emozioni nella propria personalità, che sono incapaci non dico di parlare ad altri di quel che provano, ma persino di ammetterlo a sé stessi, e per le quali è molto più facile risolvere tutto facendo una pompa a uno sconosciuto che presentarsi per quel che sono, magari perché non potrebbero tollerare un rifiuto.

 

A me non importa nulla se una persona desidera massimizzare il numero di partner e/o di rapporti sessuali; io evito volentieri di averci a che fare. Come possibili partner li ho sempre evitati; le mie esperienze mi hanno portato ad evitarle anche come amici o come persone da frequentare perché, a mio parere, anche fuori dal letto non credo che siano persone affidabili, ma questi sono gusti e opinioni personali. Tuttavia, non mi ricordo di aver detto a nessuno che voglia essere promiscuo che non deve esserlo perché "non è giusto".

 

I non promiscui, qui, non sono affatto gli unici a sparare giudizi; e, forse, non sono neanche quelli che li sparano di più.

 

 

delle volte ho l'impressione (proprio perché mi scaglio contro la società eteronormativa) che alcuni gay maschi (e comincio a pensare che forse dipenda dal loro ruolo a letto) si facciano intortare dal peggio del peggio dell'indottrinamento nei confronti della donna per la quale morale e sessualità vanno associate a costo di venirne timorati, come se a scopare tanto fossi un poco di buono e rimanere con la stessa persona per venti anni fosse una virtù. ma come? le donne hanno fatto tanto di quel casino per divenire uniche padrone del proprio corpo e i gay italiani nel 2012 ragionano così? i valori non dovrebbero passare dalla camera da letto, e l'unica cosa che invidio ai maschi etero è che almeno sono solidali tra loro...

 

Scusa, per quale motivo Tizio non potrebbe pensare che, se Caio scopa tanto, è un poco di buono? E' forse vietato?

 

E per quale motivo mi è proibito ritenere che una persona che è capace di mantenere una relazione stabile sia, ceteris paribus, migliore di una che questa capacità non ce l'ha?

 

Stiamo parlando di un ambito, quello dell'affettività e della sessualità, che è strettamente privato, e nel quale non si può mettere alla berlina Tizio perché, per esempio, ritiene che il sesso non si dovrebbe comunque, dovunque e con chiunque. Sono affari di Tizio, almeno fino a quando Tizio non pretende di imporre a Caio il proprio punto di vista, magari denigrandolo o umiliandolo; e io posso citare giudizi di questo tipo, qualche volta velati e ammantati di considerazioni altisonanti, altre volte rozzi e offensivi. E' veramente ironico che Caio, che in una società repressiva come quella di pochi decenni fa, sarebbe stato emarginato e additato al disprezzo della società, spesso rivendichi, a sua volta, di tranciare gli stessi giudizi una volta emancipatosi

 

Quanto al ruolo sessuale, raccolgo la tua provocazione. Io potrei anche pensare che tutti questi discorsi su quanto sia auspicabile fare sesso ogni qual volta se ne presentasse l'opportunità siano motivati dalla voglia degli attivi di farsi quante più persone possono, e dalla frustrazione perché non sono abbastanza quelli che glielo danno.

 

Un po' come quei maschi etero che vorrebbero che le donne fossero tutte facili tranne, ovviamente, quella con cui stanno; perché, quando è la loro compagna a comportarsi così, di solito non è che la prendano tanto bene.

 

E tanto irrealistica come ipotesi? Per me mica tanto.

 

 

infatti se un etero se ne portasse a letto cinque al giorno dubito molto che i suoi amici inizierebbero con questa menata incredibile che io invece sto leggendo e dubito anche, che in un ipotetico "etero-forum.it", a un ragazzo passerebbe anche solo per l'anticamera del cervello di fare la polemica sui propri simili libertini, anche perché, e giustamente, passerebbe per invidioso/sfigato/represso e non so che altro, poiché vige l'aura regola - e sempre sia lodata - del: quando una cosa non ti piace non è che devi scassare la minchia a chi invece la fa e rendere la giornata più pesante a tutti quanti.

 

Non so quanti maschi etero conosca tu. La gamma di atteggiamenti di quelli che conosco io è piuttosto ampia. Ci sono quelli che desiderano scopare e basta e vivono la monogamia come una costrizione insopportabile, quelli ai quali scopare importa poco, i fedeli e gli infedeli, quelli che cercano rapporti occasionali e quelli che li evitano, quelli capaci di relazioni durature e quelli che non ne sono capaci. Non soltanto: ci sono quelli che, al tempo stesso, desiderano relazioni durature ma, intanto, si sfogano come possono, quelli che un tempo erano in un modo e poi il contrario (in entrambe le direzioni).

 

Un esempio. Pare che, dagli studi che sono stati fatti, la maggior parte degli uomini etero si preoccupi più del tradimento sessuale che di quello emotivo, con una sola, importante eccezione: i cinesi. Che cosa ne vogliamo concludere? Che i cinesi non sono veri maschi? Che non sono veramente maschi etero? Che sono così solo perché ce l'hanno piccolo?

 

Certo, a 16 anni il maschio etero si comporta come un assatanato, perché gli ormoni sono quelli che sono e perché la pressione del branco è quella che è. Ma non tutti rimangono a quello stadio e, persino a quell'età, non tutti si conformano a quello schema; ci sono quelli che non si conformano, a costo di pagarne il prezzo, e quelli che lo subiscono passivamente.

 

Non è detto che la fissazione per il sesso sia solo dei "santarellini": è ben possibile che sia altrettanto forte quella dei "priapisti", di quelli che sono sempre in tiro, che ogni volta devono battere sempre sui soliti tasti, tirare fuori sempre le stesse spiegazioni quale che sia la questione di cui si discute, il cui principale argomento di conversazione è quanti se ne sono fatti, e che non sono in grado di relazionarsi con altre persone, soprattutto se gay, se non passando per il cazzo o per il culo.

 

Per certa gente le tempeste ormonali dell'adolescenza non passano mai.

 

E mi fermo qui, perché, almeno per la mia esperienza, questo non è affatto l'unico aspetto della vita in cui costoro sono fermi ai 17 anni.

Edited by privateuniverse

Io proporrei l'ipotesi di poterne prescindere proprio da questo schema

capisco però che uno possa doversi confrontare con persone che ci

sono dentro....ma è il nostro futuro? Spero proprio di no

 

"Prescindere" mi pare oggettivamente difficile.

Personalmente trovo una buona politica

considerare chi ha avuto pochi partner un virtuoso

e considerare chi ne ha avuti molti un figo.

Riservandomi il diritto di dare dello sfigato a chi mi dia della zoccola

e della zoccola a chi mi dia dello sfigato.

 

Mi parrebbe sbagliato liquidarlo come "effeminatezza senza femminismo"

forse non sarà un "atteggiarsi" tipico del maschio etero, ma non credo che

la maschilità o la virilità debba necessariamente esaurirsi in una serie di atteggiamenti

nè che il timore di apparire effeminati debba portare a rimuovere ogni traccia di

"sensibilità" o peggio rivestirla di atteggiamenti non corrispondenti a ciò che si sente etc.

 

Non sta scritto da nessuna parte che l'effeminatezza debba essere per forza "acida".

Si suppone che ne esista anche una "versione dolce" o quantomeno "solidale".

Se il mio amico gay del cuore - siamo come sorelle! - se la spassa con sette Africani,

mentre io sono fedele al mio ragazzo... magari, non so... potrei anche esserne contento, no?

 

Però questo forum è sex free, quindi difficilmente ci si può creare una immagine pubblica

fatta di successi sessuali, credo sia una caratteristica che questo forum ha ( forse una delle

poche caratteristiche che potrebbero definirlo, piaccia o meno ) però questo non

significa che non possa esistere il problema fuori da qui o intorno, o alle spalle....

 

Questo è possibile.

Probabilmente la "cerchia degli amici della discoteca"

potrebbere sfotterti se vai "in bianco"; ma quando ci andavo io non succedeva.

Di solito c'era il brutto vizio di sfottere chi va con qualcuno che non ci piace

(che è una tendenza fastidiosa che c'è anche altrove).

 

Però molti topic sul sesso mi fanno presumere che in realtà questa versatilità non sia

così "tranquilla e sicura" come appare superficialmente ( almeno in giovane età ) e non

sono affatto sicuro che questa basti a neutralizzare il problema in termini di ruoli sessuali

 

Io noto che anche i Versatili spesso ragionano secondo uno "schema di ruolo"

o applicando ora l'uno ora l'altro schema a seconda di quale crea più problemi sul momento :)

Trovo l'intervento di @@privateuniverse perfettamente condivisibile.

Soprattutto mi trovo d'accordo su questi passaggi:

 

Per il resto: a me sembra giusto che ognuno viva la propria sessualità nel modo che più gli aggrada e che ritiene più coerente con la propria sensibilità, senza tabù ma anche senza sentirsi in obbligo di conformarsi a un modello spesso fittizio; e i modelli del "maschio etero" per cui ogni lasciata è persa o del gay per cui ogni buco è trincea sono, per l'appunto, modelli normativi, uguali e simmetrici rispetto a quelli della donna angelo del focolare o dell'uomo buon padre di famiglia, entrambi preoccupati di reprimere i propri istinti sessuali a qualunque costo.

 

Non so quanti maschi etero conosca tu. La gamma di atteggiamenti di quelli che conosco io è piuttosto ampia. Ci sono quelli che desiderano scopare e basta e vivono la monogamia come una costrizione insopportabile, quelli ai quali scopare importa poco, i fedeli e gli infedeli, quelli che cercano rapporti occasionali e quelli che li evitano, quelli capaci di relazioni durature e quelli che non ne sono capaci.

 

 

Pretendere di applicare schemi a tutto, magari mutuandoli dal mondo etero, suddividere le persone, in questo caso i gay, tra sfigati e zoccole, tra femminili e maschili, è un comportamento che io reputo immaturo, perchè queste categorie non esauriscono la personalità altrui e neanche la propria.

 

In generale, è molto superficiale (e anche pericoloso) costruire la propria autostima basandosi unicamente sul numero di partner che ci si è portati a letto (sia che siano tanti sia che siano pochi).

Come è superficiale cercare di affermare la propria maschilità contrapponendola alla femminilità altrui (va bene forse per l'adolescente etero) e tra gay è anche particolarmente assurdo.

Edited by wasabi

Accidenti @@privateuniverse hai fatto un intevernto da oscar!! :hail: :hail:

 

Condivido al 100% quello che dici!

 

Ho serie difficoltà a capire la teoria dei ruoli sessuali. Io suggerisco solo di bere con moderazione le bibite alcoliche e controllare di non avere la febbre. Analisi e teorie più deliranti difficilmente ne ho sentite!

 

Passerei a temi e spunti più interessanti, e soprattutto più inerenti al topic...

 

Mi è piaciuta quest'altra parte del tuo intervento @@privateuniverse dove dai una possibile motivazione della fobia all'omoaffettività e specifichi che la repressione non è solo sessuale. Penso che sia un po' il punto centrale del topic. Ancora una volta ben fatto! :music:

 

La repressione non è soltanto rifiutarsi di fare sesso con qualcuno, magari per paura; non ha a che fare solo con la sfera sessuale. Ci sono persone che non sono in grado di riconoscere e integrare le proprie emozioni nella propria personalità, che sono incapaci non dico di parlare ad altri di quel che provano, ma persino di ammetterlo a sé stessi, e per le quali è molto più facile risolvere tutto facendo una pompa a uno sconosciuto che presentarsi per quel che sono, magari perché non potrebbero tollerare un rifiuto.

uhm...credo di aver capito il senso del topic per come lo spiegano @@privateuniverse e @ilromantico.

Però ecco, visto che parlavo di naked-party eccetera,

dal mio punto di vista posso dire che quando sono andato lì

certo non speravo di conoscere un fidanzato.

La prima volta che ci sono andato ero piuttosto sfiduciato a causa di una relazione che non andava.

 

Ma non è che son diventato scettico e sesso-centrico e anaffettivo.

Poi io non credo che necessariamente vi sia qualcosa di più nobile nell'essere fidanzati

anziché divertirsi in giro da single.

Io non riesco a cambiar spesso ragazzo,

ne ho avuti due in sei anni e son durati poco,

forse perché sono un po' esigente,

non ho un carattere facile,

frequento diverse compagnie...

 

Insomma, nessuna fobia dell'omoaffettività,

anzi un moroso mi rimproverava di essere una cozza :D

Trovo più che normale che ci siano dei periodi nella vita,

in cui uno se ne vuol stare per gli affaracci suoi

e decidere da sè del suo tempo.

Di me potrei dire che non sempre son disponibile a conoscer ragazzi per un'eventuale storia,

ma non la chiamerei repressione di emozioni...

Secondo voi il forte libertinaggio di alcuni gay deriva da un'omoaffettività molto poco sviluppata derivante a sua volta da un'omofobia interiorizzata verso l'amore gay?

 

No. Sono da sempre stato estremamente libertino, ma questo non mi ha impedito di vivere relazioni lunghe mesi, di cui una attualmente in corso da oltre un anno (e in perfetta salute).

La mia omoaffettività è perfettamente sviluppata e consapevole, e di omofobia interiorizzata non ho neanche l'ombra.

 

Mi spiego meglio (che frana sono!), lo stile di vita sessocentrico di alcuni gay deriva dal fatto che il sesso è usato come medicina e sfogo perchè in loro c'è l'idea che la società non accetta l'amore gay e quindi a loro volta si sono fatti l'idea che l'omaffettività è comunque una cosa marginale (o addirittura "innaturale" o "sbagliata") o la vedono come uno "scimmiottamento" dell'amore etero?

 

Il mio stile di vita sessocentrico deriva dal fatto che mi piace fare sesso, mi piace parlare di sesso, e mi piace vivere il sesso come un'esperienza priva di timore e tremore, interessante quanto varia nelle forme in cui si presenta, da persona a persona, da momento a momento, senza doverla necessariamente riempire con significati sviluppati a posteriori che non le appartengono (ti amo anche perché mi piace scoparti, non ti scopo anche perché mi piace amarti).

 

Non lo utilizzo come medicina e sfogo, dal momento che non ho bisogno né dell'una né dell'altro.

Vedo l'omoaffettività alla pari dell'eteroaffettività (si dirà così?) e personalmente che la società possa accettarla o meno me ne sbatto altamente la minchia.

 

Cammino tranquillamente per strada tenendomi per mano con il mio ragazzo, lo bacio in pubblico, ci faccio la spesa, e lo amo.

Durerà finché morte non ci separi? Non ne ho idea, ma di certo se finirà non sarà perché sono afflitto da una qualche patologia sessocentrica, o da una forma insidiosa di omofobia interiorizzata.

 

E preciso che allo stato attuale delle cose la nostra è una coppia chiusa, e non pratichiamo sesso con elementi esterni.

Non sta scritto da nessuna parte che l'effeminatezza debba essere per forza "acida".

Si suppone che ne esista anche una "versione dolce" o quantomeno "solidale".

 

Concordo, però forse dovresti distinguere fra gli atteggiamenti esteriori ed i comportamenti

che possono evidenziare una sensibilità nel senso interiore del termine, non è solo un problema

di acidità ( se vogliamo chiamarla femminilità a me va bene....)

 

In queste discussioni in generale vedo che spesso il giudizio - negativo o positivo - precede il concetto

che può tranquillamente cambiare. Se Tizio vuol esprimere perplessità o un giudizio negativo alternativamente

parla di : stile di vita, ossessione, dipendenza, vizio etc. E Caio spesso replica all'esatto contrario, in forma di

polemica dialettica.

 

Ma per poter esprimere un giudizio - negativo o positivo che sia - io prima dovrei farmi una idea di cosa si parla

e se esprimo un giudizio sbagliato, dovrebbe essere sbagliato perchè mi sono fatto una idea sbagliata e non perchè

entro in discussione con una tesi preconcetta

 

In questo caso direi che non si può ridurre una sensibilità ad effeminatezza, perchè la seconda è un complesso

di atteggiamenti solo esteriori ( può essere che questa sensibilità in alcuni non esista affatto, che sia solo una

"posa" ed allora il discorso per questi potrebbe cambiare, ma non possiamo dire sia vero sempre e dire che

tutti sono degli effeminati )

 

Dire questo non significa affatto svalutare un approccio di tipo diverso, sia nei casi in cui forse neanche può

parlarsi di libertinaggio ma di semplice vita da singles ( Schopy ) sia nel caso in cui ( Woland_88 )si rivendichi

di essere un libertino.

 

Un certo approccio al sesso resta un certo approccio al sesso, non ha di per sé un significato diverso

un maschio può essere sensibile e caldo, come una femmina può essere istintuale e fredda, anzi per

come la vedo io non sarebbe sbagliato che entrambi - maschi e femmine - provassero a sperimentare

degli approcci sessuali diversi, perchè al di là degli esiti ( mi piace, non mi piace ) servirà a conoscersi

meglio e a mettersi in gioco anche verificando i propri limiti.

 

Come gay abbiamo la possibilità di andare oltre questi schemi con maggior facilità ed io credo

debba intendersi come una tendenziale fortuna, una risorsa in più

 

[ poi ripeto se alcuni gay "posano" in un modo o nell'altro, o se si raccontano di essere libertini

o sensibili, mentre invece hanno dei problemi....è chiaro che il mio criterio è vedere se la persona è felice

veramente e poi capire perchè non lo è, ma sono eccezioni ]

Questo mi sembra l'atteggiamento più sensato: se uno è felice, sta bene con se stesso e con gli altri e non danneggia nessuno, ben venga!

 

Spesso il giudizio troppo severo sugli altri, così come la pretesa che tutti seguano i propri modelli, è indice di una scarsa serenità e dovrebbe far riflettere.

 

Il senso di confrontarsi è anche (e dovrebbe essere soprattutto) quello di analizzare sé stessi. Comprendere il punto di vista degli altri, infatti, aiuta a formarsi un'opinione più consapevole e ragionata sulle cose.

 

Il comportamento sessuale è solo uno degli aspetti della personalità e non avrebbe neanche senso come argomento di dibattito in sé e per sé.

Può avere significato parlarne come eventuale rivelatore di un disagio che ha origini più profonde.

 

Se il disagio non c'è ... tutti contenti :-D

Edited by wasabi

Spesso il giudizio troppo severo sugli altri, così come la pretesa che tutti seguano i propri modelli, è indice di una scarsa serenità e dovrebbe far riflettere.

 

Il senso di confrontarsi è anche (e dovrebbe essere soprattutto) quello di analizzare sé stessi. Comprendere il punto di vista degli altri, infatti, aiuta a formarsi un'opinione più consapevole e ragionata sulle cose

 

 

perfettamente d'accordo, infatti sono i gay candy-candy che hanno aperto la questione e giudicano i gay libertini, non il contrario. ci dev'essere per forza poca serenità sotto con tutta questa smania di dare un giudizio... in effetti mi sono sempre chiesto il motivo per cui qualche gay potesse uscirsene con:

 

Scusa, per quale motivo Tizio non potrebbe pensare che, se Caio scopa tanto, è un poco di buono? E' forse vietato?

 

come se fosse giusto e razionale farsi un'idea di qualcuno esclusivamente in base alla sua condotta sessuale. un po' come succede agli etero, ma poveretti, loro hanno l'attenuante di essere immersi in un contesto culturale e storico ipocrita e rigido, laddove un gay giovane di solito impara presto (o dovrebbe imparare) a pensare fuori dagli schemi e liberarsi di dettami religiosi sociali e di costume.

 

personalmente ho sempre pensato che, se fossi stato una donna, avrei preferito essere considerata troia piuttosto che bigotta. perché vedi, essere bigotti e moralistici è una chiusura mentale. essere troie (nel senso che lo intendono i bigotti, non à-la-minetti) è l'opposto, è liberazione dagli schemi e la non sottomissione a ruoli e stereotipi di genere. credo che la chiusura mentale, ovvero quello stato d'animo che porti qualcuno a giudicare un altro in base a metriche idiote, sia sbagliata a prescindere, non solo quando si tratta di legiferare sul matrimonio gay o dare diritti alla gente di colore. invece quando si parla di sessualità - apriti cielo, un esodo di massa verso il medioevo.

 

poi c'è stato anche un periodo in cui ho (stupidamente) creduto che, essendo un gay maschio, non mi sarei mai trovato a dover dimostrare qualcosa ai miei simili, poiché fortunatamente la natura mi aveva fatto in un modo tale da poter prendere il "best of both worlds" ovvero essere cresciuto come maschio e quindi non subire lavaggi del cervello sulla sessualità ma anche scampare tutto il perverso gioco dei ruoli e dei giudizi che vivono gli etero. e invece, forse a causa del fatto che i gay sono maschi sia attivi che passivi - e quindi in un certo senso riproducono nella propria piccola comunità le dinamiche uomo/donna senza però averne le stessi certezze e tantomeno le stesse aspettative - otteniamo un incredibile, avvilente e oltre modo bipolare stato dell'arte in cui i gay (principalmente italiani) risultano estremistici, da orge, saune e darkroom, o incredibilmente puritani e bacchettoni, laddove in mezzo ci dovrebbero essere solo uomini che amano altri uomini e che liberamente vivono avventure, fidanzamenti, matrimoni, senza che nessuno di loro senta il bisogno di scrivere anche solo mezza riga contro l'altro poiché è appagato pienamente in ciò che fa e non si sente minacciato o infastidito da ciò che fanno i propri simili.

R.POST[/color]' timestamp='1350994764' post='615351']

forse a causa del fatto che i gay sono maschi sia attivi che passivi - e quindi in un certo senso riproducono nella propria piccola comunità le dinamiche uomo/donna senza però averne le stessi certezze e tantomeno le stesse aspettative

 

Questo discorso l'ho sentito fare anche da mia nonna, cattolica praticante ottantenne, quando non le avevo ancora spiegato come funzionano le dinamiche gay.

Leggerlo anche qui è in effetti un po' deprimente.

 

Per il resto mi sembra di aver espresso più che chiaramente il mio pensiero, specificando più volte che ognuno dovrebbe sentirsi libero da schemi, ruoli, stereotipi o moralismi di sorta. Anche continuare a dire che chi la pensa diversamente da te è prigioniero della propria chiusura mentale e del bigottismo non è un atteggiamento molto comprensivo e solidale, è esattamente come dire che chi è libertino è un poco di buono.

 

R.POST[/color]' timestamp='1350994764' post='615351']

in mezzo ci dovrebbero essere solo uomini che amano altri uomini e che liberamente vivono avventure, fidanzamenti, matrimoni, senza che nessuno di loro senta il bisogno di scrivere anche solo mezza riga contro l'altro poiché è appagato pienamente in ciò che fa e non si sente minacciato o infastidito da ciò che fanno i propri simili.

 

Pienamente d'accordo con te.

Credo ci si possa confrontare tranquillamente su qualunque tema senza giudicarsi.

Edited by wasabi
privateuniverse

come se fosse giusto e razionale farsi un'idea di qualcuno esclusivamente in base alla sua condotta sessuale. un po' come succede agli etero, ma poveretti, loro hanno l'attenuante di essere immersi in un contesto culturale e storico ipocrita e rigido, laddove un gay giovane di solito impara presto (o dovrebbe imparare) a pensare fuori dagli schemi e liberarsi di dettami religiosi sociali e di costume.

 

Io non ho detto che sia "giusto e razionale" farsi un'idea di qualcuno esclusivamente in base alla sua condotta sessuale. Ho detto che la condotta sessuale può essere un elemento di giudizio. Nel mio caso, per esempio, non lo è sempre stato ma lo è adesso, per motivi sia teorici sia desunti dalla mia esperienza personale, sui quali non mi soffermo.

 

E', in realtà, lo è anche per te e per chi la pensa come te; anzi, probabilmente lo è più per te che per me, anche se con effetti opposti.

Per capirlo, basta andare a leggere, ad esempio, il paragrafo successivo del tuo intervento.

 

personalmente ho sempre pensato che, se fossi stato una donna, avrei preferito essere considerata troia piuttosto che bigotta. perché vedi, essere bigotti e moralistici è una chiusura mentale. essere troie (nel senso che lo intendono i bigotti, non à-la-minetti) è l'opposto, è liberazione dagli schemi e la non sottomissione a ruoli e stereotipi di genere. credo che la chiusura mentale, ovvero quello stato d'animo che porti qualcuno a giudicare un altro in base a metriche idiote, sia sbagliata a prescindere, non solo quando si tratta di legiferare sul matrimonio gay o dare diritti alla gente di colore. invece quando si parla di sessualità - apriti cielo, un esodo di massa verso il medioevo.

 

poi c'è stato anche un periodo in cui ho (stupidamente) creduto che, essendo un gay maschio, non mi sarei mai trovato a dover dimostrare qualcosa ai miei simili, poiché fortunatamente la natura mi aveva fatto in un modo tale da poter prendere il "best of both worlds" ovvero essere cresciuto come maschio e quindi non subire lavaggi del cervello sulla sessualità ma anche scampare tutto il perverso gioco dei ruoli e dei giudizi che vivono gli etero. e invece, forse a causa del fatto che i gay sono maschi sia attivi che passivi - e quindi in un certo senso riproducono nella propria piccola comunità le dinamiche uomo/donna senza però averne le stessi certezze e tantomeno le stesse aspettative - otteniamo un incredibile, avvilente e oltre modo bipolare stato dell'arte in cui i gay (principalmente italiani) risultano estremistici, da orge, saune e darkroom, o incredibilmente puritani e bacchettoni, laddove in mezzo ci dovrebbero essere solo uomini che amano altri uomini e che liberamente vivono avventure, fidanzamenti, matrimoni, senza che nessuno di loro senta il bisogno di scrivere anche solo mezza riga contro l'altro poiché è appagato pienamente in ciò che fa e non si sente minacciato o infastidito da ciò che fanno i propri simili.

 

Quindi, chi la pensa come te vive liberamente, chi non la pensa come te è mentalmente chiuso.

 

A parte che l'espressione "vivere liberamente avventure, fidanzamenti, matrimoni" ha una carica di ambiguità (che significa, in questo caso, l'avverbio "liberamente"?); vogliamo fare un'antologia dei giudizi che sono stati dati in più occasioni, su questo forum, da chi "liberamente vive avventure, fidanzamenti, matrimoni", o da chi vorrebbe farlo e, magari, non ci riesce, su chi la pensa diversamente?

Ma io non vedo necessità del 'confronto' tanto è raro che si arrivi a un punto d'incontro tra mentalità del tutto opposte. Tuttavia sì che potremo quanto meno limitarci a dipingere oggettivamente la realtà senza che le proprie opinioni interferiscano con la descrizione di questa realtà. Ognuno poi è libero di avere il suo modo di vivere e vedere a modo suo la realtà che stiamo descrivendo ed è inutile 'scaldarsi' se la controparte ha idee del tutto differenti. A me non frega nulla se i "libertini" non 'approvano' la mia idea di amore/sesso, liberissimi di pensare che sono un 'bacchetone', ma non di prendervela così tanto per chi non condivide il vostro modo di vivere l'amore/sesso. Invece molto spesso qui si tirano in ballo gli etero, il bigottismo, la chiusura mentale, qualsiasi cosa pur di tentare di far apparire chi la pensa diversamente da voi come un 'insensibile' o un 'povero scemo'. Che la gente si faccia pure le scope, a me in tasca non viene nulla, ma nessuno può 'lapidarmi' se io ho una certa opinione.

 

. Ho detto che la condotta sessuale può essere un elemento di giudizio. Nel mio caso, per esempio, non lo è sempre stato ma lo è adesso, per motivi sia teorici sia desunti dalla mia esperienza personale, sui quali non mi soffermo.

 

E' quello che penso anch'io. Può essere un elemento che può raccontare (non sempre) qualcosa della persona ed è dedotto come dici tu da personali credenze e soprattuto da conoscenze reali. In genere mi faccio l'idea di una persona fredda, egocentrica, calcolatrice, viziata, incazzata con il Mondo, opportunista, poco affettuosa con tutti, falsa, confusa, ecc. Ovviamente non tutti rientrano in questa mia idea iniziale, ma devo purtroppo ammettere che per la maggior parte uno o più lati da me denunciati siano sempre presenti. Anche di una persona che detesta gli animali mi fido ben poco, giusto per farvi capire che ci sono elementi che nel bene o nel male ci danno un'idea personale di una persona.

 

Quindi, chi la pensa come te vive liberamente, chi non la pensa come te è mentalmente chiuso.

 

Concordo ancora. E' questo il punto, @@R.POST tu sei liberissimo di avere l'opinione che vuoi su chi la pensa diversamente da te, ma non puoi arrogarti di stabilire chi vive liberamente e chi è mentalmente chiuso.

Marcolinorules

Omoaffettività: che brutta parola!

Mi mette angoscia perché mi sentire ancora una volta incasellato dentro prefissi che, boh...

Cosa sarebbe l'omoaffettività?

Io conosco l'affetto che provo io, che è diverso dall'affetto che prova @ilromantico, che è diverso dall'affetto che prova @@wasabi ecc ecc.

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