calvin2010 Posted November 12, 2012 Share Posted November 12, 2012 (edited) @Almadel Questo non c'entra nulla col "ghetto": io adoro i "ghetti" e li avrei adorati anche allora;ma realisticamente chi potrebbe iscriversi al Milk, non ne ha bisogno davvero. Questa era anche una mia obiezione. Eppure ci sono ragazzini apertamente gay, a loro agio con la loro sessualità e con genitori che li sostengono che nonostante tutto soffrono immensamente per il bullismo. A loro quella scuola può servire. @wasabi Ma chi ha mai parlato di Italia? In Italia saremo fortunati se fra vent'anni i gay saranno ancora ammessi nelle scuole pubbliche! Edited November 14, 2012 by Loup-garou Unito post doppio Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
wasabi Posted November 12, 2012 Share Posted November 12, 2012 (edited) @@calvin2010 Ora non esageriamo ... Pensavo che stessimo parlando di noi e, quindi, di Italia ... Edited November 12, 2012 by wasabi Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
calvin2010 Posted November 12, 2012 Share Posted November 12, 2012 @@wasabi La notizia riguarda il Canada. E con noi io intendo tutti i gay del mondo. Ma sopratutto quello che mi interessa è più che altro una questione di principio. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
wasabi Posted November 12, 2012 Share Posted November 12, 2012 (edited) Ho capito che la notizia riguarda il Canada, ma noi rispondiamo in base alle nostre esperienze e alla nostra realtà, altrimenti la discussione non è interessante. I gay di tutto il mondo vivono in realtà molto diverse le une dalle altre, impossibile trattare l'argomento senza declinarlo nei diversi contesti. Edited November 12, 2012 by wasabi Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Hinzelmann Posted November 12, 2012 Share Posted November 12, 2012 Almadel se non hai subito il bullismo ovviamente buon per te stai bene dove stai e continui nella tua scuola Il pink triangle è un programma che si rivolge a chi invece lo subisce e ne parla E perchè ne parla? Perchè siamo in Canada e non in Italia per cui invece di abbandonare la scuola esistono dei programmi di appoggio, in Italia neanche si sa quale sia il danno del bullismo omofobico a scuola è già tanto se un adulto che subisce un reato denuncia...a 20-30 anni, figuriamoci il ragazzino di 15-16 anni In Canada da 15 anni se subisci il bullismo omofobico puoi frequentare dei programmi appositi, che valgono frequenza scolastica e quindi i ragazzini parlano, lo dicono. In Italia gli insegnanti fanno finta di non vedere, i ragazzini non sono sollecitati a far emergere il problema ma a subire e sopportare. Stabilito questo si riflette se non sia opportuno implementare questi programmi attualmente curati da volontari ( ovviamente insegnanti gay) spesso presso centri privati la cui frequenza è riconosciuta però come curriculum scolastico ( una specie di programma per attenuare la dispersione scolastica di ragazzi che hanno l'autostima sotto i tacchi....) Come? Istituzionalizzando e finanziando dei corsi pubblici, detti "licei omosessuali" Questo è ciò di cui si dovrebbe parlare, cioè sono i fatti reali Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
marco7 Posted November 12, 2012 Share Posted November 12, 2012 (edited) I gay più fragili non sono certo quelli che a 13 anni già dicono a mamma e papà: "Sono gay, iscrivetemi al Milk!" Ragazzi così non hanno bisogno di una scuola gay-friendly. Hanno bisogno di una scuola gay-friendly proprio quelli che non iscriverebbero al Milk. ... Io a 17 anni mi sarei iscritto al Milk di corsa, proprio perché nel mio Liceo non avevo subito bullismo. ... L'effetto vero è che i miei compagni di classe sarebbero cresciuti più omofobi e che i gay non dichiarati della mia scuola (tutti gli altri) sarebbero cresciuti più isolati. capisco quel che scrivi e forse hai ragione. però: 1. i gay che non si dichiarano da giovani forse lo fanno proprio perchè hanno paura di dirlo in famiglia più che a scuola. A sostegno di questa tesi i racconti di moltissimi gay di questo forum che prima fanno il coming out con gli amici, poi con i fratelli e poi coi genitori come dire: prima lo faccio con chi è più facile farlo, poi coi più tosti..... 2. tu eri l'unico gay dichiarato del tuo liceo e questo ha permesso ad altri allievi gay di prendere contatto con te per avere un sostegno sul loro coming out o in pratica il tuo mostrarti gay non ha cambiato la vita a nessuno degli altri allievi ? la cosa strana è che almadell dice che se avesse potuto si sarebbe iscritto subito a 17 anni al liceo gay mentre ora è contrario mentre che è favorevole ora sono persone che probabilmente non si sarebbero iscritte al liceo gay. io sostengo che il liceo gay dovrebbe esistere solo per i gay disperati che lasciano la loro scuola perchè esasperati dal bullismo, solo per questi. Una specie di ambiente protetto per permettere a questi emarginati di sopravvivere, non per i gay dichiarati. Edited November 12, 2012 by marco77 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
calvin2010 Posted November 12, 2012 Share Posted November 12, 2012 @wasabi Discutere di una scuola simile in Italia è inutile. E' chiaro che è pura fantascienza. L'argomento si esaurisce in una riga. Poi se ne può parlare, e molto, in astratto. Comunque la cosa che mi ha spinto a intervenire qui (e non sono il solo) è la stupidità di molti commenti. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
wasabi Posted November 12, 2012 Share Posted November 12, 2012 (edited) io sostengo che il liceo gay dovrebbe esistere solo per i gay disperati che lasciano la loro scuola perchè esasperati dal bullismo, solo per questi. Una specie di ambiente protetto per permettere a questi emarginati di sopravvivere, non per i gay dichiarati. Ma ci rendiamo conto? Ma solo a me questa sembra un'assurdità? Io, a livello di principio, posso apprezzare l'idea di una scuola che valorizzi la cultura omosessuale, che insegni la storia e la letteratura dando spazio alle tematiche gay, che nella scuola "tradizionale" non vengono mai prese in considerazione. Ma che il principio di base sia costruire un recinto per la difesa di una "categoria a rischio" mi sembra assurdo, mi sembra, anzi, un pessimo segno, una resa totale all'intolleranza e all'ignoranza della società. Edited November 12, 2012 by wasabi Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Hinzelmann Posted November 12, 2012 Share Posted November 12, 2012 Evidentemente voi siete molto più fortunati di me che ho conosciuto un sacco di gay dal curriculum scolastico irregolare....chi si è diplomato da privatista, chi ha fatto la serale per prendere un diploma, chi proprio non l'ha preso per scappare di casa col primo lavoro possibile. Con alcuni di questi ragazzi sono stato anche fidanzato e pur a distanza di anni, la ragione di questo enorme danno personale rimaneva inspiegata, nel vago... Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
calvin2010 Posted November 12, 2012 Share Posted November 12, 2012 A new york un quarto dei senza tetto sotto i 25 anni è LGBT. E' un'enormità. Negli USA i gay sono più poveri degli etero. In parte è dovuto al fatto che molti ragazzini LGBT lasciano la scuola per via del bullismo. ESISTE una situazione di emergenza. E se un liceo gay può servire, ben venga. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
wasabi Posted November 12, 2012 Share Posted November 12, 2012 (edited) Io capisco che un problema esista, ci mancherebbe. La strada da percorrere, però, a mio avviso, dovrebbe essere l'introduzione di corsi appositi, di lezioni di approfondimento, di percorsi di sostegno, di giornate a tema o di iniziative di ogni genere volte alla lotta senza quartiere all'omofobia radicata nella cultura, nella scuola per tutti. L'idea di un liceo a "tematica gay" sarebbe una cosa bellissima da introdurre successivamente, come possibilità culturale, come variante dell'offerta formativa standard, non come gabbia di protezione. Edited November 12, 2012 by wasabi Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
calvin2010 Posted November 12, 2012 Share Posted November 12, 2012 @wasabi Ma su questo io sono sostanzialmente d'accordo. Ma penso che tutti lo siamo. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
marco7 Posted November 12, 2012 Share Posted November 12, 2012 Ma che il principio di base sia costruire un recinto per la difesa di una "categoria a rischio" mi sembra assurdo, mi sembra, anzi, un pessimo segno, una resa totale all'intolleranza e all'ignoranza della società. certo che è una resa, ma che ci vuoi fare ? se per 3 scritte omofobe su un muro un liceo italiano interrompe la sensibilizzazione che stava facendo sul tema omosessualità si è toccato il fondo e non ci sono grandi speranze sul fronte della divulgazione gayfriedly. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Hinzelmann Posted November 12, 2012 Share Posted November 12, 2012 Ma chi lo dice che è una resa? Se io sto zitto, inizio ad assentarmi a scuola, boccio alla fine dell'anno scolastico e gli omofobi passano, quella è la sconfitta. Se invece la scuola vede il problema, mi motiva ad affrontarlo mi aiuta a parlarne coi miei genitori, denuncia gli omofobi e al contempo mi appoggia ad un corso per recuperare autostima capacità di difesa, un corso che ovviamente ha dei contenuti culturali perchè essere gay non significa solo pomiciare....beh può essere una vittoria. Altro che "sensibilizzazione" ( questa sì che ha il sapore discriminatorio della carezza data al panda chiuso nella gabbia dello zoo ) Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
wasabi Posted November 12, 2012 Share Posted November 12, 2012 Se invece la scuola vede il problema, mi motiva ad affrontarlo mi aiuta a parlarne coi miei genitori, denuncia gli omofobi e al contempo mi appoggia ad un corso per recuperare autostima capacità di difesa, un corso che ovviamente ha dei contenuti culturali perchè essere gay non significa solo pomiciare Questa non è una resa, questo è ciò che andrebbe fatto in ogni scuola. Resa sarebbe creare una scuola apposta, solo per contrastare questo fenomeno, (Oltretutto in Italia, per i motivi che ho già detto, una scuola del genere resterebbe pressoché deserta) Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Hinzelmann Posted November 12, 2012 Share Posted November 12, 2012 Ovviamente in una classe ci sarà un gay bullizzato quindi il corso lo deve fare altrove ci vorranno 10-15 ragazzi come lui no? Attualmente sai dove lo fanno? Lo fanno prevalentemente in Centri presso le chiese, che in Canada sono ovviamente friendly ed ospitano gli insegnanti gay volontari che si prestano a tenere i corsi, riconosciuti dai distretti scolastici, questo è ciò che accade da 15 anni ed ovviamente la partecipazione cresce progressivamente. Certo se non si inizia mai... Tu proponi un insegnante di sostegno in classe come per i portatori di handicap? Io credo sia meglio che il ragazzo disponga di una classe con cui potersi confrontare e che questa esperienza sia il più simile possibile alla scuola ed in prospettiva il meno simile possibile ad un servizio sociale. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
wasabi Posted November 12, 2012 Share Posted November 12, 2012 (edited) Tu proponi un insegnante di sostegno in classe come per i portatori di handicap? Questa cosa la stai dicendo tu, non l'ho mai detta io. Io ho parlato di corsi per tutti dove si parla di omosessualità e di omofobia, di giornate a tema etc ... (al mio liceo se ne facevano un sacco contro il razzismo e l'antisemitismo, per esempio). Inoltre bisognerebbe rimuovere la censura sulla cultura omosessuale. Poi si possono indirizzare i ragazzi che hanno i maggiori problemi verso sostegni di tipo psicologico, come già avviene in tanti casi. Perchè vittime del bullismo non sono solo i ragazzini gay, ma anche quelli ritenuti "sfigati", quelli "grassi e brutti", poi ci sono quelli che si danno alle canne o ad altro perchè hanno problemi in famiglia. La scuola deve (tutte le scuole devono) riuscire ad avere un ruolo sociale in questo. Poi, ripeto, in Canada magari sono pronti a soluzioni più avanzate specifiche per i gay, noi abbiamo ancora il problema che, se un ragazzino di 14 anni dice ai genitori che è gay, questi pensano che sia una fase (nella migliore delle ipotesi), un problema o un dramma (nella peggiore delle ipotesi), di certo non pensano di iscriverlo ad una scuola gay-friendly. Edited November 12, 2012 by wasabi Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Hinzelmann Posted November 12, 2012 Share Posted November 12, 2012 Tu proponi la sensibilizzazione, magari alla stessa lezione partecipano pure coloro che mi danno il tormento e se la ridono pure...secondo te come mi sento io? Ma si mandami dallo psicologo sai che botta di autostima ne riceverò! Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
wasabi Posted November 12, 2012 Share Posted November 12, 2012 (edited) Ma @@Hinzelmann il mondo è pieno di coglioni, puoi essere preso di mira per qualunque ragione ti distingua dal "modello dominante". E' normale che vadano fatte lezioni, sensibilizzazioni (che poi io questa parola non l'ho usata, ma comunque ...), soprattutto iniziative di istruzione anche indirizzate agli etero, sull'omosessualità, altrimenti la società continuerà ad essere omofoba com'è, se non si parte dalle scuole a far cambiare mentalità. Io non ho avuto bisogno dello psicologo, per esempio, perchè avevo una famiglia al mio fianco che mi ha sempre sostenuto, se non hai questa fortuna, sta tranquillo che nessuna scuola Milk ti potrà salvare, perchè non ti ci faranno iscrivere. Edited November 12, 2012 by wasabi Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
marco7 Posted November 12, 2012 Share Posted November 12, 2012 Se invece la scuola vede il problema, mi motiva ad affrontarlo mi aiuta a parlarne coi miei genitori, denuncia gli omofobi e ..... se un ragazzo per disgrazia è cresciuto in una famiglia omofoba credi che ne parlerà coi genitori ? io non credo. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Hinzelmann Posted November 12, 2012 Share Posted November 12, 2012 (edited) Intanto forse non tutti sono cresciuti in famiglie uguali O credi che un ragazzo bullizzato lo sia esclusivamente in ragione della famiglia? In secondo luogo, prima si crea il servizio, poi ci si preoccupa di sostenerlo altrimenti non si inizia mai Ovviamente suppongo - questi particolari non li so - che il programma sia pubblicizzato e gli insegnanti istruiti a riconoscere le situazioni a rischio ed a stimolare gli studenti vittime ad un colloquio insegnanti-genitori altrimenti la società continuerà ad essere omofoba com'è, se non si parte dalle scuole a far cambiare mentalità. Nel frattempo facciamo anche qualcosa di utile! Edited November 14, 2012 by Loup-garou Unito post doppio Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
privateuniverse Posted November 12, 2012 Share Posted November 12, 2012 (edited) A me pare che dietro molte critiche all'idea stessa di una scuola pensata soprattutto per allievi omosessuali affiori spesso l'argomentazione "a me è andata bene in una scuola normale, perché non dovrebbe essere così per tutti?". Beh: non è così per tutti; e un'ipotetica scuola del genere servirebbe proprio a coloro per cui non è così, e che potrebbero, finalmente, sentirsi "uno fra tanti come loro". (Poi sarebbe interessante, a quel punto, andare a vedere quali dinamiche s'instaurerebbero). Si dice: ma il ragazzo non dichiarato neanche con la famiglia non potrebbe comunque andarci. Ma, com'è stato fatto notare, non sta scritto da nessuna parte che le vittime di bullismo siano non dichiarate; e se @@Almadel o @wasabi, pur essendo dichiarati, non sono stati vittime di bullismo, questo potrebbe dipendere da ben altri fattori dal loro essere dichiarati, ed è possibilissimo essere dichiarati ed essere vittime di bullismo (anzi, per essere vittime di bullismo non è affatto necessario essere gay). Inoltre, un ragazzo, teoricamente, potrebbe scegliere di dichiararsi anche con la famiglia, se avesse almeno l'opportunità di ripiego di una scuola in cui troverebbe compagni di scuola e insegnanti come lui. Quanta gente si è dichiarata con gli amici o con la famiglia solo dopo aver conosciuto altri gay, e non prima? Io credo che il paragone fatto da @@calvin2010 con la leva sia calzante. Edited November 12, 2012 by privateuniverse Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
wasabi Posted November 12, 2012 Share Posted November 12, 2012 Io capisco quello che dici e le critiche che muovi al mio ragionamento un po' sono fondate. E' vero, per me è stato utile essere in una scuola comune, dove i gay dichiarati erano molto pochi. Ti dirò che è stato utile anche ai miei compagni di classe (con tanti dei quali ancora ci frequentiamo), perchè hanno imparato a rispettare i gay, attraverso il rispetto che provavano verso un gay. C'è da dire che io avevo un bel caratterino, di certo non ero tipo da lasciarsi spaventare, e questo lo devo un po' alla natura, ma in massima parte ai miei genitori, che mi hanno sempre accettato e, anzi, mi hanno insegnato a farmi valere e a farmi apprezzare per come sono (apprezzandomi loro stessi per primi). So che ci sono ragazzini dal carattere più debole, o meno sostenuti in casa, o meno sicuri di sè, ci sono tra i gay e ci sono tra gli etero, come tu stesso dici: (anzi, per essere vittime di bullismo non è affatto necessario essere gay) per tutte le vittime del bullismo facciamo una scuola a parte? O cerchiamo di estirpare il bullismo, attraverso l'educazione alla diversità rivolta a tutti? Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
marco7 Posted November 12, 2012 Share Posted November 12, 2012 (edited) un link fresco fresco per far capire la situazione in certe scuole: http://www.gay.it/ch...o-al-Liceo.html secondo l'articolo in quel liceo ci furono 3 suicidi (di cui almeno uno per causa mobbing / bullismo). Edited November 12, 2012 by marco77 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
BlaineAnd. Posted November 12, 2012 Share Posted November 12, 2012 A ischia sicuramente servirebbe un liceo gay.... Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
marco7 Posted November 12, 2012 Share Posted November 12, 2012 A ischia sicuramente servirebbe un liceo gay.... bisogna vedere quanti allievi trovi: non puoi fare una scuola per 5 allievi...... Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
calvin2010 Posted November 12, 2012 Share Posted November 12, 2012 @marco77 Ovvio. Ma d'altra parte voi avete mai visto cos'è il gruppo dei "giovani" del Mario Mieli? L'età media sarà 23 anni! E' ovvio che una scuola così in Italia è fantascienza. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Hinzelmann Posted November 12, 2012 Share Posted November 12, 2012 Intanto sarebbe interessante sapere dai canadesi i profili familiari e scolastici dei ragazzi, visto che da noi si conoscono solo i casi che finiscono in cronaca nera per il resto si tratta di fantasmi ( ed anche nel caso di amicizie, conoscenti, fidanzati, forumisti non è facile ricostruire l'impatto negativo di vicende affrontate in totale solitudine ) Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
privateuniverse Posted November 12, 2012 Share Posted November 12, 2012 per tutte le vittime del bullismo facciamo una scuola a parte? O cerchiamo di estirpare il bullismo, attraverso l'educazione alla diversità rivolta a tutti? A scuola non s'insegna mai che sia giusto essere cattivi, angariare chi è debole, fare i prepotenti. Il bullismo esiste nonostante la scuola. Al massimo, la scuola può non fare abbastanza per combatterlo, ma di certo non lo promuove. Quindi, un'educazione contro il bullismo esiste già. Ciò nonostante, i bulli esistono. Il bullismo contro i gay, però, ha una caratteristica peculiare, perché identifica la vittima in base a un aspetto della sua identità e del suo comportamento. Una scritta come quella della foto del liceo di Ischia sarebbe possibile solo nel caso di uno studente gay, non nel caso di uno studente qualunque. Se il candidato in questione fosse un secchione, la scritta "non votate il secchione" non avrebbe lo stesso impatto, perché quando si vuole insultare un maschio gli si dà del "frocio", è quello l'insulto massimo. Hai voglia a educare. Al di là del bullismo, lo studente gay, come appartenente a una minoranza che è sempre potenzialmente oggetto di insulti o di violenze, è comunque sempre in una posizione di debolezza rispetto agli altri; e il punto importante è che lo è anche in assenza di bullismo. Quando questo non avviene devono subentrare altri elementi: una predisposizione caratteriale, magari favorita da un ambiente familiare favorevole, un contesto ambientale incoraggiante, determinate caratteristiche personali. Insomma, il paragone che mi viene in mente è la convinzione dei sionisti che gli ebrei potessero sentirsi veramente al sicuro e veramente liberi solo quando avessero avuto anche loro il loro stato (lo uso come paragone logico perché non condivido le modalità storiche con cui quel progetto è stato realizzato). Questo significava legittimare l'ostilità verso gli ebrei? No. Significava che gli altri stati potessero, o dovessero, sentirsi liberi di perseguitare gli ebrei? Certo che no. Significava abbandonare gli ebrei che avessero continuato a vivere altrove? Assolutamente no (almeno in teoria, la realtà è stata un po' diversa). Ha reso più deboli gli ebrei che vivevano negli altri paesi? Senz'altro no. Però avrebbe permesso agli ebrei di disporre di uno stato nel quale la loro esistenza non sarebbe più dipesa dalla benevolenza di una maggioranza di persone diverse da loro, non li avrebbe più costretti a compiacere una maggioranza. I mormoni hanno forse subito un pregiudizio dal fatto di essere maggioritari nello Utah, invece di essere minoranza, anche forte, ovunque? No di certo. E ne hanno subito un pregiudizio i mormoni che vivono altrove? Assolutamente no; anzi, tutt'altro. In fondo, è la stessa motivazione che spinge i gay, ovunque possano, a concentrarsi in determinati quartieri: la libertà di poter vivere tra simili senza doversi nascondere, ma anche senza dover subire le battute o le allusioni; in ultima analisi, senza dover stare sempre a pensare se quel che si dice e quel che si fa sia opportuno o dannoso. In un ipotetico liceo per studenti gay, un episodio come quello di Ischia sarebbe inconcepibile. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
HugeUnicum Posted November 12, 2012 Share Posted November 12, 2012 Io ho fatto il liceo venti anni fa in un paesino della provincia italiana e non ho mai subito nessun episodio di bullismo. All'ultimo anno sono stato addirittura eletto rappresentante di Istituto perche' mi ero guadagnato il rispetto degli altri essendomi dichiarato. In una assemblea di Istituto proiettammo Philadelphia e parlammo di omosessualita' ed omofobia. Senza contestazioni o imbarazzi. Al liceo possono subire episodi di bullismo i grassi, i secchioni, quelli socialmente svantaggiati senza il capino firmato. Le categorie credo possano essere tendenzialmente infinite. Per questa ragione tutti devono essere tutelati nella loro diversita' nella stessa scuola. Trovo estremamente provinciale credere che tutto quello che fanno in America sia buono e giusto e 'avantissimo'. Io non sono un grande fan della societa' americana. Trovo che abbia degli aspetti inquietanti. Ma alla fine della fiera non me ne frega piu' di tanto che ci siano scuole ad hoc per ragazzini disagiati. Io da gay non ci sarei mai andato. Tutto qui. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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