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Manifesto dei privilegi quotidiani degli Eterosessuali


Ainelif

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In Spagna hanno dovuto cambiare la Costituzione grazie alle pressioni un un unico uomo, Zapatero. In Italia non ci sarebbe bisogno di farlo, che la cosa piaccia alla Bindi oppure no. Vedo che voi non siete informati su nulla.

 

Evitiamo di spararle grosse. Per assurdo conosco meglio le leggi spagnole che quelle italiane, quindi non ricordo bene come funziona in italia, ma in Spagna tutto ciò relativo al matrimonio è regolamentato dalla codice civile. Zapatero non ha cambiato la Costituzione, ma ha modificato degli articoli del codice civile (che ho recitato, ma ho già scordato :D). Ho letto da qualche parte che già la corte costituzionale italiana si è pronunciata in merito a probabili matrimoni gay, ma non ho ben capito se ciò metta davvero al sicuro il matrimonio gay da tentativi di incostituzionalità qualora fosse approvato in Italia.

 

Io ammetto che mi sto perdendo un poco con il topic! Non ho ben capito l'equivalenza PAC=Matrimoni gay, la presunta super-tolleranza degli italiani e una presunta Italia già pronta 10 anni fa (quando forse non lo erano né Inghilterra né Spagna). Capisco l'esperienza positiva e l'ottimismo di vita (che è un dono prezioso), ma l'Italia non era certo meglio 10 anni fa, probabilmente c'era solo più silenzio in merito all'argomento e in alcune zone si viveva meglio con questo 'silenzio' e questo magari dava l'illusione di un'Italia più bella e/o più aperta. Per questo, per quanto paradossale sembri, trovo che in realtà solo negli ultimi 2-3 anni l'Italia stia cominciando a svegliarsi, almeno ora se ne parla molto di più in TV, in politica e nella vita quotidiana, per quanto al momento purtroppo non si arriva a nulla. Magari ricordo male, ma 10 anni fa l'argomento gay in Italia era praticamente pura censura e ora invece sti sta cominciando a sdoganarlo.

 

Tuttavia posso concordare su una cosa, l'italiano in sé non è per nulla omofobo come la politica o i commenti dei quotidiani online vogliano farci credere. Quindi se il senso del discorso era quello, allora in parte concordo. Non concordo in toto perché c'è anche una parte di italiani abbastanza provinciale e omofoba, ma la gente è più aperta di quello che fa vedere o crede di essere.

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Da studente di giurisprudenza fornisco giusto qualche chiarimento sulla situazione giuridica italiana relativa ai matrimoni tra persone dello stesso sesso, facendo riferimento alla sentenza 138\2010 della Corte Costituzionale.

In quell'occasione la Corte sostanzialmente affermò che l'unione omosessuale (anche se io preferisco l'espressione "tra persone dello stesso sesso", giacché ragionando in astratto anche un eterosessuale ed un omosessuale potrebbero convivere stabilmente senza che, giuridicamente parlando, il loro orientamento sessuale abbia alcunché di rilevante) è da riconoscersi quale formazione sociale ove si svolge la personalità di un individuo (cfr. art. 2 Cost.); tuttavia l'art.29 Cost. "riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio" e su questo punto la Corte non si è potuta spingere troppo nell'interpretazione sino a ricomprendere in questo concetto anche l'unione tra persone dello stesso sesso, poiché nei lavori preparatori della Costituzione non si rinviene traccia dell'argomento. E d'altronde le motivazioni di una tale omissione appaiono evidenti: la Costituzione risale al 1947 e l'assemblea costituente era composta in larga parte da democristiani; la natura del concetto di "società naturale fondata sul matrimonio" è chiaramente di matrice tradizionale. Pertanto seppure volessimo parlare di discriminazione, quest'ultima trova una sua giustificazione nell'articolo 3, comma 1°, Cost., relativo al principio di eguaglianza formale. Detto principio si presta ad una doppia interpretazione: da un lato esso impone di trattare in modo uguale situazioni uguali, ma dall'altro di trattare in modo diverso situazioni diverse. In tal senso, dunque, il matrimonio ex art. 29 Cost. rappresenta una fattispecie differente dal matrimonio tra persone dello stesso sesso tutelato dall'articolo 2, e quindi merita un trattamento giuridico diverso. In parole povere non è possibile risolvere la questione allo stesso modo della Spagna dove è bastato modificare il codice civile precisando che la differenza di sesso non costituisce più requisito essenziale per il matrimonio (la dottrina italiana, invece, sostiene che la mancanza di tale requisito costituirebbe addirittura inesistenza del matrimonio!).

Dunque, se mai dovessimo parlare di matrimonio tra persone dello stesso sesso in senso giuridico bisognerebbe prima modificare l'articolo 29 della Costituzione e poi estendere le norme del codice civile alle unioni tra persone dello stesso sesso. Altrimenti si dovrà ricorrere a forme giuridiche alternative o equipollenti al matrimonio. In ciascuno dei due casi tutto dipende dalle forze politiche. Probabilmente oggigiorno l'evoluzione generale dei costumi ha sensibilizzato un po'di più l'opinione pubblica, pertanto anch'io penso che lamentarsi vittimisticamente di "privilegi" degli eterosessuali mi sembra inutile e infantile. Soprattutto perché questo genere di sfogo inconsapevolmente finisce per esaltare ancora di più una certa logica eterosessista delle relazioni tra individui. Cioè, dico io, ma uno di voi si sente realizzato se, ad esempio, dichiara eterno amore al proprio compagno regalandogli un fascio di rose così come un etero farebbe con la sua ragazza? Già quando regalavo il pupazzetto con i Baci Perugina alla mia ex ragazza sentivo dentro di me che era una cazzata megagalattica, una convenzione forzata che non ha alcun significato. Questo per dirvi che non è che qualsiasi cosa faccia un eterosessuale sia giusta e che anche un omosessuale o un bisessuale la debba poter fare per sentirsi alla pari. La questione dei diritti per me si ferma al riconoscimento delle unioni tra persone dello stesso sesso. Tutto il resto è costume ed è pertanto extra-giuridico. Se si vogliono realmente sradicare questi presunti privilegi bisogna essere in grado di esprimere una cultura delle relazioni amorose ed erotiche alternativa a quella eterosessuale o eterosessista che dir si voglia, e non scimmiottare in salsa gay gli etero. E' per questo che io sono per un'idea fluida della sessualità. Solo concependo il sesso come qualcosa di scevro da visioni dogmatiche ed assolutizzanti si può pensare di cambiare i costumi della società, ma se ragioniamo sempre per compartimenti stagni allora il punto della situazione rimarrà sempre fermo a discussioni vittimistiche come questa.

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Grazie per la delucidazione giuridica che hai fatto, ma a questo punto ti chiedo: è realmente così problematico inserire qualcosa che non ricada nel nome di "matrimonio" ma in quello di "unione" e far si che tali unioni possano godere di diritti o riconoscimenti vari o c'è un qualche reale impedimento alla cosa? E' qualcosa di seriamente complicato?

Parlo per ignoranza, perchè fino ad ora le uniche motivazioni che ho sentito dalla bocca dei politici sono favole per far dormire tranquilli i cattolici la notte.

 

Mi duole però aggiungere:

 


Cioè, dico io, ma uno di voi si sente realizzato se, ad esempio, dichiara eterno amore al proprio compagno regalandogli un fascio di rose così come un etero farebbe con la sua ragazza?

 

...Ma sarò libera di decidere se fare una cosa del genere o meno o siccome lo fanno anche gli etero per me allora diventa  peccato mortale volerlo fare?

Ma seriamente vogliamo classificare i modi di amare a seconda se si è eterosessuali od omosessuali?

Il senso di inferiorità e tutta sta bella roba non ce l'ha chi dice che non vorrebbe ci siano differenze fra i gesti in amore compiuti da un eterosessuale od un omosessuale, ma chi con disprezzo continua a voler scavare un solco fra i due schieramenti (manco fosse una guerra di trincea) dicendo che è "commiserarsi" o "fare del vittimismo" desiderare che l'amore non abbia una lista specifica di cose che lo rendono "da etero" o da "omo".

Il problema al massimo è il vostro che volete per forza opporvi alla categoria avversa,  quando non dovrebbero proprio esistere categorie in amore.

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@nak9 io non ti rispondo da studente di giurisprudenza, ma solo con una considerazione di buon senso.

Ti pare normale che tutti questi problemi formali li troviamo solo in Italia, paese bigotto e fintamente moralista, mentre tutti i paesi più sviluppati stanno andando o sono già andati nella direzione dei matrimoni omosessuali?

 

 

Cioè, dico io, ma uno di voi si sente realizzato se, ad esempio, dichiara eterno amore al proprio compagno regalandogli un fascio di rose così come un etero farebbe con la sua ragazza?

 

 

Questi non sono problemi tuoi, qui si sta parlando di diritti civili e di parità tra tutti i cittadini, non certo di gusti personali.

Edited by wasabi
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Forse il riferimento al fatto di sentirsi realizzati nel regalare un mazzo di rose rosse è stato mal compreso, era solo una provocazione. Ovvio che si deve poterlo fare, nessuno vi dice di non farlo. Personalmente per me non ha granché significato, ma è una cosa che devono poter fare tutti. E, formalmente, tutti sono liberi di fare. La sanzione in questo caso è sociale. E'ovvio che se fate una cosa del genere davanti ad una bigotta, essa si scandalizzerà e probabilmente le verrà un colpo apoplettico, ma di certo non vi mandano in galera perché vi baciate in pubblico o perché regalate una scatola di Mon Cherì al vostro fidanzato! Ripeto, è una questione di costume, non c'è bisogno che intervenga il Parlamento. Poi, personalmente, sono cose di cui io faccio a meno nella mia vita sentimentale perché le ritengo stupide e prive di significato, e questo può anche essere un altro paio di maniche, però  ciò non toglie che questa retorica dei privilegi appaia davvero patetica e ridicola. Finché ci si batte per i diritti civili il discorso assume tutt'altro significato, ma se poi ci si arena sull'invidia per le banalità quotidiane di una vita da etero standard mi sembra che cadiamo davvero in basso!

Per quanto riguarda la domanda di @nowhere, il punto è questo: in diritto purtroppo o per fortuna le terminologie hanno una loro valenza. Teoricamente il concetto di matrimonio può essere benissimo esteso alle coppie dello stesso sesso (superando così anche l'etimologia stessa del termine, mater + munus, letteralmente "compito della madre"), così come ha fatto la Spagna, ma bisogna superare l'ostacolo costituzionale dell'art.29; altrimenti ogni tesi "cattolica" avrà pur sempre un appiglio forte per sostenere una certa supremazia del matrimonio tradizionale rispetto a forme diverse. Il diritto è tecnica, ma è anche politica (per questo motivo ho fortemente disprezzato la lettura superficiale e buonista che Benigni ha dato della Costituzione su Rai1 qualche settimana fa... altro che la più bella del mondo, la più "compromessa" del mondo semmai!). Quindi, con ciò rispondo anche a Wasabi. I problemi formali sono sostanzialmente politici. Così come la politica ha creato consapevolmente o meno tali problemi formali, solo essa li può sciogliere. In altri paesi, come dici tu, più sviluppati questi problemi formali o già non esistevano o, se esistevano, li hanno superati. Il problema è squisitamente politico... purtroppo al momento la politica è più interessata a tenere il culetto ben saldo sulle poltrone, quindi fate vobis...

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Quindi rimane praticamente un problema esclusivamente legato alla classe politica che non ha interessi nel cercare di risolvere la questione, piuttosto che legato ad un problema che pare grande quanto spostare una montagna, giusto?

 

Comunque ovvio che non deve essere il parlamento a fare una legge apposita per farmi regalare un mazzo di rose alla mia donna, perchè sarebbe giustamente un pelo ridicolo, però ad esempio anche il riconoscere l'aggravante dell'omofobia, tanto per dirne una, potrebbe essere un passo avanti, anche per eventualmente cambiare i "costumi".

 

Pensi che ad esempio l'abrogazione del delitto d'onore non abbia influito in alcun modo sulla società italiana? O quella del "matrimonio riparatore"? O il riconoscimento dello "stalking"?

 

Se lo stato ci mette una zampina non significa che ci risolve tutti i problemi del mondo, ma sarebbe già qualcosa perchè almeno davanti alla legge si è tutelati e protetti.

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I problemi formali sono sostanzialmente politici. Così come la politica ha creato consapevolmente o meno tali problemi formali, solo essa li può sciogliere. In altri paesi, come dici tu, più sviluppati questi problemi formali o già non esistevano o, se esistevano, li hanno superati. Il problema è squisitamente politico... purtroppo al momento la politica è più interessata a tenere il culetto ben saldo sulle poltrone, quindi fate vobis...

 

 

Ah, certo, infatti, il problema è squisitamente politico, appunto. Quella della Costituzione è una scusa bella, buona e democristiana.

 

 

Finché ci si batte per i diritti civili il discorso assume tutt'altro significato, ma se poi ci si arena sull'invidia per le banalità quotidiane di una vita da etero standard mi sembra che cadiamo davvero in basso!

 

Ma sai di che cosa stai parlando? Ti è mai capitato di essere insultato in strada (o malmenato) perchè passeggiavi mano nella mano con la tua ragazza?

Ti avrebbe fatto piacere? Io non sono certo il tipo che sta a piangersi addosso e ho anche vissuto in due città piuttosto aperte (una molto aperta), ma le discriminazioni ci sono eccome, e a volte, non sono affatto banalità

Edited by wasabi
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Beh, oggi non esiste più il diritto d'onore ed è stato introdotto lo stalking però non mi sembra che le donne non vengano ammazzate per motivi spesso banali ed incomprensibili, anzi le cifre sono sempre più allarmanti. Per me ci può stare benissimo l'introduzione dell'omofobia come aggravante di un omicidio o una violenza, ma di certo questo non risolverà il problema. In ogni caso, legge o non legge sull'omofobia, non mi pare che se domani qualcuno ti picchiasse non ti sarebbe riconosciuto il diritto di denunciarlo. Una qualche forma di tutela credo che esista.

I costumi sono modificati anche dalle leggi, ma non necessariamente dalle stesse. I costumi sono modificati in primis da altri costumi. Non c'è stato bisogno di una legge per sdoganare l'ombelico in tv, è bastato semplicemente che una come Raffaella Carrà si presentasse sotto le luci dei riflettori con l'ombelico da fuori a ballare tuca tuca e, pur sollevando il polverone, ha collaborato ad infrangere un tabù.

 

@Wasabi, non mi è mai capitato, ma se fosse successo avrei potuto pure mandare affanculo il diretto interessato. E, in ogni caso, non mi pare che la legge impedisca di denunciare il tizio per ingiuria (art. 594 c.p.). Certo, se te lo dice un perfetto sconosciuto che magari sfreccia su una moto poco ci puoi fare, ma ci potresti fare poco anche se esistesse la legge sull'omofobia. Ma, in sostanza, non mi sembra che proprio manchino tutti gli strumenti per far valere le proprie ragioni. 

Visto che esiste comunque un livello minimo di tutela giuridica (e ciò non toglie che esso possa e debba essere implementato), tutti gli altri problemi - odio ripetermi - sono secondo il mio punto di vista problemi di costume.

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Visto che esiste comunque un livello minimo di tutela giuridica (e ciò non toglie che esso possa e debba essere implementato), tutti gli altri problemi - odio ripetermi - sono secondo il mio punto di vista problemi di costume.

 

Ci sono problemi politici, problemi giuridici e anche problemi di costume, certo.

Ma non puoi dire che mettere in luce gli aspetti per cui siamo oggettivamente svantaggiati sia ridicolo,

non farlo sarebbe voler negare la realtà.

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Beh, oggi non esiste più il diritto d'onore ed è stato introdotto lo stalking però non mi sembra che le donne non vengano ammazzate per motivi spesso banali ed incomprensibili, anzi le cifre sono sempre più allarmanti.

 

Certo, ma si è presa coscienza collettiva del fenomeno e le stesse vittime ora sanno che comunque piuttosto che sentirsi in colpa o ritenersi nel torto, sanno di essere nel giusto perchè anche lo stato, in via ufficiale, le tutela.

Non è una soluzione definitiva ma, fidati, è comunque una conquista ed è un ulteriore smacco ad un tipo di mentalità che per quanto non verrà mai totalmente annientata, almeno è ora ufficialmente condannata. Mentre se prima una donna veniva uccisa o stuprata, c'era una giustificazione morale (delitto d'onore nel primo caso, matrimonio riparatore nel secondo caso). Quindi in linea teorica, a quei tempi era moralmente accettabile che la donna si potesse addossare le colpe delle violenze subite.

 

Quindi sì, per me l'aggravante dell'omofobia non è un optional, ma è parte integrante dei diritti che vanno concessi,  e che comunque in parte vanno a modificare i costumi.

 

Forse non totalmente, ma è già un passo avanti rispetto al nulla assoluto.

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anch'io penso che lamentarsi vittimisticamente di "privilegi" degli eterosessuali mi sembra inutile e infantile. Soprattutto perché questo genere di sfogo inconsapevolmente finisce per esaltare ancora di più una certa logica eterosessista delle relazioni tra individui. Cioè, dico io, ma uno di voi si sente realizzato se, ad esempio, dichiara eterno amore al proprio compagno regalandogli un fascio di rose così come un etero farebbe con la sua ragazza?
Mi sembra che tu confondi una questione di 'realizzazione', cioè di sentimento personale, individuale, con una questione di diritti civili. Sono due questioni totalmente diverse. Inoltre, domandati quanto influirebbe sulla coscienza e self-esteem personali una conquista oggettiva, riconosciuta e condivisa dalla società civile. «Solo un dio o una bestia», diceva Aristotele, «possono fare a meno della vita politico-sociale». Certamente noi non siamo dèi: non vogliamo neppure essere bestie.

 

Abbiamo bisogno e il diritto innanzitutto di inscrivere le nostre relazioni affettive nel diritto, e inoltre di essere non solo portatori di diritti uguali a quelli delle persone eterosessuali, ma anche di godere almeno del riconoscimento di base garantito a ogni essere umano nei Paesi civili: essere considerato, dall'ambiente politico circostante, un cittadino come tutti. Dall'ambiente politico, dalla polis, circostante: non dalla coscienza individuale di qualcuno: per me è lecito che una persona nel suo foro interiore mi disprezzi: basta che sia la silenziosa sua individuale coscienza a farlo, e che non presuma di diventare voce pubblico-politica. E questo in base all'altissimo concetto liberale di tolleranza: «consentire l'espressione di ciò che non si condivide». È legittimo che qualcuno non condivida qualcosa; ma in una civiltà liberale, non è legittimo che la non-condivisione diventi strumento di negazione dell'espressione altrui.

 

Certo, questo non vale per i Paesi totalitari.

 

 

La questione dei diritti per me si ferma al riconoscimento delle unioni tra persone dello stesso sesso. Tutto il resto è costume ed è pertanto extra-giuridico. Se si vogliono realmente sradicare questi presunti privilegi bisogna essere in grado di esprimere una cultura delle relazioni amorose ed erotiche alternativa a quella eterosessuale o eterosessista che dir si voglia, e non scimmiottare in salsa gay gli etero.

È vero che la questione giuridica si ferma al riconoscimento delle unioni tra persone dello stesso sesso. Ma, di sicuro, non esiste solo il piano giuridico, perché il piano della civiltà è formato dal concorso di molte altre istanze. E il nomos non è indipendente né dal diritto, né dalla cultura. Se si nega questo, lo si sacralizza, consciamente o inconsciamente, e lo si trasforma nel suo contrario: in physis.

 

Per quanto riguarda la seconda parte della tua affermazione, io ritengo che non sia necessariamente consequenziale, e che sia imprecisa. È imprecisa, e molto, perché nessuno di noi intende sradicare le forme di riconoscimento garantite alle persone eterosessuali. Loin de là! Si tratta di estenderle anche alle persone trans e omosessuali. E non è - quindi - strettamente consequenziale che io debba necessariamente elaborare forme alternative di relazioni e unioni amorose di tipo omosessuale, perché io posso limitarmi a volere quelle garantite dal percorso della civiltà agli eterosessuali. Io mi appello al percorso della civiltà, e non voglio esserne escluso.

 

Non c'è alcuno scimmiottamento in questo. Vocabolo tra l'altro che non ha senso determinato, quindi ha poco senso, o meglio nessun senso.

 

In breve, noi vogliamo solo lo stesso: non vogliamo altro e diverso. E non importa se storicamente questo 'stesso' è nato per le persone eterosessuali. Questa non sarebbe un'obiezione, perché è proprio della civiltà estendere sempre più ad 'altri' ciò che in origine fu concepito per 'qualcuno' (la stessa dialettica è avvenuta del resto in seno al matrimonio, che un tempo escludeva persone di razza diversa, oppure non garantiva diritti paritetici ai coniugi).

Edited by Isher
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Premesso che quoto nek9 e non sono particolarmente interessato alle lagne dei complessati... Aggiungo solo che  famiglia naturale si puo' interpretare in diversi modi e che il concetto di natura lo esprime la evoluzione sociale, il presunto intento dei padri costituenti credo sia qualcosa a cui si appigliano soprattutto i cattolici. L'articolo 29 non andrebbe necessariamente modificato se non fossimo tenuti in ostaggio dalle interpretazioni di povere pazze megalomani come la Bindi ad esempio.

 

Aggiungo solo che affermare che gli Italiani siano omofobi resta una fesseria storica. Il problema resta squisitamente politico.  Maggioranze molto precarie dove anche l'ultimo singolo coglione che si impunta puo' far cadere il governo.

 

La Costituzione Italiana resta comunque una grande bella cosa.

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Aggiungo solo che affermare che gli Italiani siano omofobi resta una fesseria storica.

 

Patriottismo a fiumi! Ora si dirà pure che non c'è un provincialismo di base, che non sono mammoni, nè troppo attaccati alla famiglia e che sono tutti laici e modernissimi, su per favore! Se fosse una fesseria storica non ci sarebbero GRAVISSIMI attacchi omofobi in città come Milano o Roma, poliziotti che invitano 2 ragazzi o ragazze a non baciarsi in pubblico, gay che vengono buttati fuori dai locali perché si baciano, scandalo per le pubblicità gay-friendly o stupore se in USA fanno vedere 2 ragazzi che si baciano al tg o se in Spagna Tiziano Ferro fa l'ospite a c'è posta per te per aiutare una coppia gay a tornare assieme. Se fosse vero, l'Italia non si troverebbe fanalino di coda in materia di diritti gay e soprattutto i politici e la società tratterebbero in modi più evoluti la tematica gay. Inutile dare SOLO la colpa ai politici perché comunque loro non sono altro che il riflesso della società che gestiscono e che rappresentano.

 

Che poi esistano molti italiani in gamba è un dato di fatto, ma credo che siano ancora una minoranza rispetto al brutto esempio dell'Italiano medio che va pazzo per la velina e i film di Vanzina (oh fatto pure la rima mo').

 


Se si vogliono realmente sradicare questi presunti privilegi bisogna essere in grado di esprimere una cultura delle relazioni amorose ed erotiche alternativa a quella eterosessuale o eterosessista che dir si voglia, e non scimmiottare in salsa gay gli etero

 

Nak9 ti ringrazio per il chiarimento giuridico, ma non capisco questa tua affermazione. In parole povere tutta la sfera sentimentale non riguarda i gay perché stanno scimmiottando gli etero??Non credo alla storia che trovi i gesti romantici o affettuosi in pubblica una "stupidata" o uno "scimmiottamento" perché non me la bevo proprio. Secondo me lo trovi ridicolo perché ancora ti risulta 'strano' l'idea che 2 uomini possano avere gesti galanti, romantici o quello che sia, insomma il tuo punto di vista non è tanto diverso dall'etero omofobo che dice "si bacino a casa loro, è ridicolo che 2 uomini si diano carezze e si sussurrino parole sdolcinate". Forse tu senza rendertene conto sei vittima del condizionamento etero-omofobo. Io non potrei vivere senza romanticherie e non c'è nulla di meglio che una cena a sorpresa in un locale elegante mentre lui fa gesti affettuosi, si parla e ti dice tante carinerie perdendosi nei tuoi occhi e... cazz, domani lo porto a cena ( con tutto sto parlare di cenette romantiche, mi è venuta voglia !)

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C'è una verità nella physis che nessun nomos riuscirà mai normativizzare. Questa verità l'abbiamo persa qualche decennio fa, quando l'essere omosessuale da identità è diventato consumo. Dall'ontologia, che era differenza, si è passati alla fenomenologia, omologante.
Questo intendeva dire nak9, presumo, srivendo che quando  "poi ci si arena sull'invidia per le banalità quotidiane di una vita da etero standard mi sembra che cadiamo davvero in basso!"Questo intendo dire io quando parlo di eteromimesi. E quoto nak9 anche qui, in pieno "Se si vogliono realmente sradicare questi presunti privilegi bisogna essere in grado di esprimere una cultura delle relazioni amorose ed erotiche alternativa a quella eterosessuale o eterosessista che dir si voglia, e non scimmiottare in salsa gay gli etero".
Dov'è questa cultura delle relazioni amorose ed erotiche alternativa?  Non mi citate le saune e le dark room, per favore. Banali esempi di promiscuità tipicamente etero.
E vado oltre: CULTURA POLITICA ALTERNATIVA! RIBELLIONE A QUESTO MODELLO DI SOCIETA' CONSUMISTICA ETERONORMATIVA, DI ORIGINE PATRIARCALE, CHE HA CONDIZIONATO I PIU' INGENUI FACENDO CREDERE CHE SAREMO LIBERI QUANDO SAREMO COME GLI ETERO!
Niente di più sbagliato. ISHER, TU IDENTIFICHI IL NOMOS CON L'ETERONORMATIVITA' IN UN VERTIGINOSO GIOCO DI SPECCHI, E SEMBRI NON AVERNE COSCIENZA. L'OMOSESSUALITA' E' PHYSIS! Se non prendi consapevolezza di questo, oggettivamente, ritieni che l'omosessualità sia contronatura, perchè NOMOS, quindi contro la PHYSIS!
NON CI SERVE IL MANIFESTO DEGLI ETEROSESSUALI, QUI SERVE UN NUOVO MANIFESTO DEGLI OMOSESSUALI!
Scusate l'urlo, ma qualche volta bisogna urlare quando si perde l'orientamento.
Non saremo mai liberi omologandoci alla società eteronormativa, ma due volte schiavi.

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Inizio con un ' volemose bene': nonostante abbiamo idee differenti apparteniamo tutti a una grande famiglia.

 

 Secondo me vi, concentrate troppo sull'uno o sull'altro aspetto: L'aspetto giuridico e  l'aspetto sociale non sono indipedenti, secondo me, si compenetrano. Un corpo di legge è redatto per regolamentare 'la vita' dei cittadini di uno stato e la sua validità è circoscritta ad aree geografiche e intervalli temporali circoscritti. L'evoluzione del costume di un paese 'richiede' un cambiamento nel corpo di legge.Tuttavia l'insieme di queste leggi non gode di vita propria e non può evolversi autonomamente, è quindi necessario che la  'sapiente' mano umana intervenga. Con molta umiltà posso affermare che la vita mi ha insegnato che nessuno fa qualcosa senza un tornaconto personale quindi finchè qualcuno non avrà da guadagnarci non metteranno mano al corpus di legge. E',altresi, vero che l'intervento sarebbe necessario, e quindi inevitabile, qualora una nuova situazione ingestibile si presenta di forza fra la popolazione. Quindi finchè non si presenta l'una o l'altra situazione credo che sia molto difficile un intervento della 'sapiente' mano umana.

 

 Italia e Cristianesimo: Potrei scrivere righi e righi di questo rapporto conflittuale ma mi limiterò il necessario. Anche se il costume italiano soffre , storicamente, dell'influenza del cattolicesimo ( quello dai toni più dogmatici e superficiali) ed è possibile ritrovare gruppi di fanatici cattolici, l'omofobia presente nel Bel Paese non è imputabile esclusivamente a questo condizionamento religioso. Infatti è vero che parecchi cattolici non accettano l'omosessualità perchè in contraddizione col proprio credo ( anche se è una contraddizione apparente) ma è anche vero che parecchi atei,agnostici o estranei alla fede non accettano l'omosessualità e scadono in atti di omofobia pura. Ho avuto modo di appurare episodi di omofobia  e/o di apertura mentale sia dagli uni che dagli altri 8senza che nè gli uni nè gli altri sapessero dei miei gusti sessuali). Ciò vuol dire che scadere nella espressione FEDE = OMOFOBIA è sbagliato e pensare che la fede sia il'ostacolo definitivo ancora di più. Gli italiani, in genere, si appellano al cattolicesimo quando devono giustificare qualcosa in maniera semplice o che in altra maniera non possono giustificare e questo è il caso del disprezzo dell'omosessualità. Quando il cattolicesimo gli è di intralcio non si fanno problema alcuno a metterlo da parte: Leggitimazione del divorzio e uso di anticoncenzionali sono esempi lampanti.

 

In definitiva l'italiano medio  ha paura, disprezza e odia ciò che è diverso da lui ed etichetta per una necessità primordiale irrisolta: una buona fetta  di popolazione è accomunata dallo stesso orientamento sessuale, dallo stesso schema di 'pensiero' e dalla medesima superficialità e ignoranza,Preso atto che sono la maggioranza puntano il dito contro ciò che è diverso da loro. Qui mi sembra che ci si voglia riconoscere in un gruppo e fare altrettanto con la differenza che si è in inferiorità numerica. Quando le persone capiranno realmente che ogni individuo è diverso dall'altro,  solo allora ogni forma di discriminazione sparirà e tutti mangeranno tarallucci e vino xD.... Non sono le leggi a fare l'uomo...ma è il suo modo di pensare, di interagire e vivere con gli altri che lo rende tale. La legge, seppur necessaria e tutelante, non può cambiare gli individui.

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Non fatevi prendere in giro dalla solita frottola che in Italia per avere il matrimonio bisognerebbe cambiare la costituzione perché non è vero!!!!!! Lo abbiamo spiegato 5000 volte anche sul forum. In Italia il problema è solo politico!

Volevo chiedere a @@Loup-garou di spiegare la cosa per la millesima volta!!!!!

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Articolo 32

1. L'uomo e la donna hanno il diritto di contrarre matrimonio in piena eguaglianza giuridica.

2. La legge regolerà le modalità del matrimonio, l'età e la capacità per contrarlo, i diritti e i doveri dei coniugi, le cause di separazione e scioglimento e i loro effetti.

 

Questo è l'art 32 della Costituzione Spagnola, paese in cui

si è cambiato il Codice civile nonostante un riferimento letterale

a uomo e donna in Costituzione e dove la Corte Costituzionale

ha ritenuto tale cambiamento, del tutto legittimo.

 

E' palese in molti gay italiani la pervicace volontà di rovesciare la realtà

ma di fatto è in Spagna che si ponevano dei problemi di costituzionalità

Per coloro che invece - disinformati - si fossero bevuti, le stupidaggini

della Bindi & C. beh....leggete i due articoli e considerate il fatto che una

Costituzione del 1978 con un riferimento testuale e letterale, non ha impedito

niente, mentre in Italia tale riferimento NEANCHE C'E'

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La Costituzione Italiana resta fra le piu' evolute al mondo. La Bindi e quelle come lei stanno solo ritardando il riconoscimento e la tutela di nuovi soggetti giuridici, chiaramente remando contro l'interesse generale per farsi portavoce di istanze anticostituzionali e a tratti sovversive. I media poi falsano la rappresentazione del paese. Dovrebbe essere quasi grottesco affermare che Firenze o Bologna ad esempio siano citta' omofobe!

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In Italia non si approvano i matrimoni gay perché semplicemente le poche famiglie che detengono il Capitale non accetteranno mai che la loro ricchezza venga erditata dal compagno del figlio o dalla compagna della figlia, la loro ricchezza deve essere tramandata attraverso il loro sangue, al massimo mischiato col sangue del marito della figlia, opportunamente selzionato, o con quello della moglie del figlio.

Questa è la realtà. In questo c'è la sinergia con la chiesa cattolica. Quindi si tratta ancora di un problema politico.

Si tratta ancora di questa maledetta casta gerontocratica che si estinguerà solo ridistribuendo la ricchezza e i privilegi!

Per il resto condivido l'analisi di yken sull'uso strumentale del cattolicesimo e la sua conclusione sul fatto che la Legge (il Nomos) non può cambiare gli individui. Anche l'analisi che fa Huge del cilicio della Bindi e della presunta omofobia di Bologna e Firenze mi sembra calzante e credo che unendo tutti questi punti di vista si giunge ad un'analisi realistica della situazione italiana.

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C'è una verità nella physis che nessun nomos riuscirà mai normativizzare. Questa verità l'abbiamo persa qualche decennio fa, quando l'essere omosessuale da identità è diventato consumo. Dall'ontologia, che era differenza, si è passati alla fenomenologia, omologante.

 

Ringrazio akinori per aver colto a fondo la mia provocazione. Il punto è proprio questo: perché l'omologazione al modello eterosessista dovrebbe renderci liberi? Io voglio essere libero di dare alla mia vita sentimentale il contenuto che più mi aggrada, senza dover accettare acriticamente un sistema di valori e modi di comportamento che, soprattutto oggigiorno, si caratterizza per la sua matrice consumistica? Ripeto, formalmente nessuno vi dice di non fare in questo modo, ma al tempo stesso nessuno vi dice che dobbiate farlo per forza! Se io non imito in tutto e per tutto l'eterosessuale medio non è che muoia, anzi non me ne può fregare niente. 

 


Italia e Cristianesimo: Potrei scrivere righi e righi di questo rapporto conflittuale ma mi limiterò il necessario. Anche se il costume italiano soffre , storicamente, dell'influenza del cattolicesimo ( quello dai toni più dogmatici e superficiali) ed è possibile ritrovare gruppi di fanatici cattolici, l'omofobia presente nel Bel Paese non è imputabile esclusivamente a questo condizionamento religioso. Infatti è vero che parecchi cattolici non accettano l'omosessualità perchè in contraddizione col proprio credo ( anche se è una contraddizione apparente) ma è anche vero che parecchi atei,agnostici o estranei alla fede non accettano l'omosessualità e scadono in atti di omofobia pura. Ho avuto modo di appurare episodi di omofobia  e/o di apertura mentale sia dagli uni che dagli altri 8senza che nè gli uni nè gli altri sapessero dei miei gusti sessuali). Ciò vuol dire che scadere nella espressione FEDE = OMOFOBIA è sbagliato e pensare che la fede sia il'ostacolo definitivo ancora di più. Gli italiani, in genere, si appellano al cattolicesimo quando devono giustificare qualcosa in maniera semplice o che in altra maniera non possono giustificare e questo è il caso del disprezzo dell'omosessualità. Quando il cattolicesimo gli è di intralcio non si fanno problema alcuno a metterlo da parte: Leggitimazione del divorzio e uso di anticoncenzionali sono esempi lampanti.

 

Quella di Yken è una delle analisi più illuminanti che mi sia capitato di leggere finora sul rapporto tra Cristianesimo e Italia e come questa relazione si leghi con la questione omosessuale. Badate che se l'omosessualità è percepita come un qualcosa di serie b non è colpa solo della Chiesa cattolica, o almeno non è più solo colpa della Chiesa cattolica. Prendete ad esempio l'episodio di Brunetta che rinfaccia a Vendola di "eccitarsi normalmente". Brunetta si definisce ateo, mentre Vendola è cattolico. Può sembrare paradossale, eppure l'affermazione omofoba la fece il primo! Persino un buzzurro ignorante come Cassano si definisce ateo ("Froci in Nazionale? Spero di no!"). 

Per quanto il Cattolicesimo qui trovi tradizionalmente terreno fertile, sappiamo benissimo che è solo una questione di convenienza. E con ciò non voglio legittimare la situazione, ma sostanzialmente vi invito a vedere le cose come realmente sono.

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@nak9,

mi sembri un Nero ai tempi di Rosa Parks che dica:

"Autobus con i Bianchi? Macché! Io voglio una Ferrari!"

Come se tutti potessero averne una :D

(Segnati questa metafora, perché la riutilizzerò)

 

Pensi davvero che la specificità delle relazione gay non eteronormative

sia avere vivere da soli e avere 4 amanti diversi la settimana

o convivere con il tuo Master e un secondo Slave?

Beh, auguri! Hai il mio totale e incondizionato appoggio se ci riesci.

 

Continuo però a non capire in che modo il tuo stile di vita "Ferrari"

sia in contrasto con chi vuole una famigliola borghese "autobus".

 

Anzi! Tanto più gli altri gay si imborghesiranno

tanto più il tuo eccentrico stile di vita ne verrà rafforzato.

Infatti la Comunità Gay di Berlino, di Barcellona, di Londra o di New York

è molto meno borghese rispetto a quella di Atene, Varsavia, Mosca o Roma:

nonostante le prime abbiano una "omologazione eterosessista" e le seconde no.

 

Uno dei motivi per cui auspico i "matrimoni gay"

è dovuto proprio a questo fatto: essere finalmente libero di godermi la mia Ferrari,

senza che qualche sciocco mi dica: "Finché tu avrai la Ferrari, non ci faranno salire sull'autobus!"

 

Riguardo al rapporto tra Chiesa Cattolica e Omosessualità, fortunatamente esiste uno studio

- che spero di recuperare presto - che spiega perfettamente come stanno le cose.

La prima causa di omofobia è l'essere di Destra, seguita dal Cattolicesimo,

dall'età anagrafica e infine dall'essere maschi piuttosto che femmine.

 

Sfortunatamente lo studio dà per scontato che gli omosessuali siano i meno omofobi di tutti

(cosa che personalmente non credo: suppongo che una ragazza etero anarchica e ventenne

sia favorevole alle adozioni gay più di un gay sessantenne cattolico e berlusconiano come Lele Mora).

 

Che un gay cattolico e di Sinistra come Vendola sia meno omofobo di un etero ateo di Destra

è quindi una cosa che non mi stupisce assolutamente.

Appunto perché l'impatto di essere di Destra, supera quello di essere Ateo;

figuriamoci il fatto di essere l'uno gay e l'altro etero...

 

La Religione influisce negativamente perché probabilisticamente

una persona di Sinistra e Atea (la Hack) è meno omofoba di una Sinistra e Cattolica (la Bindi);

una persona di Destra e Atea (Galan) è meno omofoba di una di Destra e Cattolica (Giovanardi)

e o stesso vale per i gay, per gli etero, per i giovani e per gli anziani.

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Almadell, ti prego, tu ti fai mantenere dal tuo compagno di lunga data, quindi dovresti davvero preoccuparti di avere una qualche forma di tutela giuridica, invece di vagheggiare fantomatiche vite in Ferrari. Tu al massimo sei una bicicletta. Il vero lusso, no? ;-)

 

La coppia in relazione stabile - di qualunque genere ed orientamento sessuale -  dovrebbe essere considerata un bene sociale non un valore piccolo-borghese. La coppia e' la prima cellula della societa' e chi non riconosce le unioni di fatto sta favorendo l'impoverimento e la disgregazione sociale. Un'azione di disturbo intollerabile dai danni incalcolabili.

 

Inoltre l'omosessualita' e' un orientamento sessuale non la scelta di uno stile di vita alternativo.

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Sulla gerarchia delle cause di omofobia, tra l'essere di destra e l'essere cattolici, avrei dei grossi dubbi

Pensiamo che le destre europee si sono evolute abbastanza velocemente sul tema, essendo ormai favorevoli, talvolta promotrici, circa il  riconoscimento dei diritti ai gay, comprese la regolamentazione delle coppie, ed è anche palese che sono più progressiste della sinistra italiota

L'eccezione della destra italiana deriva tutta dal fatto di essere clericale

Quindi io vedo la causa principale di omofobia nella religione i cui dogmi sono assolutamente statici nei secoli

Edited by prefy
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@prefy, non è mica una mia teoria.

C'è uno studio piuttosto preciso.

Le persone atee di destra sono un po' più omofobe

rispetto alle persone cattoliche di sinistra.

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Riguardo al rapporto tra Chiesa Cattolica e Omosessualità, fortunatamente esiste uno studio

- che spero di recuperare presto - che spiega perfettamente come stanno le cose.

La prima causa di omofobia è l'essere di Destra, seguita dal Cattolicesimo,

dall'età anagrafica e infine dall'essere maschi piuttosto che femmine.

 

Il fatto che lo studio esista non vuol dire che sia veritiero, soprattutto se effettuato su sondaggi e dati statistici. La società è intrisa di ipocrisia, ipocrisia che si riflette   in maniera ininterrotta sui  dati raccolti. Ho visto ragazze etero  avere reazioni omofobe molto più pesanti di reazioni omofobe avute da ragazzi etero.@@Almadel certe cose appaiono lampanti a chi come me ha avuto modo di testare e conoscere  diversi gruppi di persone   tutti diversi fra loro, e talvolta agli antipodi fra loro. Il credo politico e la fede religiosa influenzano poco l'atteggiamento verso l'omofobia. Sono le persone che , in base all'educazione ai valori ricevuti all'ambiente in cui vivono, si relazionano all'omosessualità in una maniera piuttosto che un'altra. 

 

ES1: Ragazza di Milano  e relativa famiglia, accaniti sostenitori del conservatorismo italiano e ferventi cattolici, non hanno avuto nessuna difficoltà ad accettare l'omosessualità del nipote e viverla tranquillamente.

 

ES2: Ragazza di Lecce e relativa famiglia, convinti sostenitori del progressismo italiano e ferventi cattolici, hanno difficoltà ad accettare gli omosessuali  ( va tutto bene finchè non si parla dell'argomento)

 

 

ES3: Coppia etero leghista e atea grande serenità nel parlare di omosessualità, grande accettazione e 'free mind'

 

 

ES4: Ragazzo etero bergamasco, comunista convinto e ateo: scade in espressioni omofobe  intrise di disprezzo.

 

 

Visti questi esempi che dovrei fare? affermare che alla fine quelli di destra sono più aperti di quelli di sinistra?!? .. Anche se ci si 'ispira' non ci si annulla in quello: Volenti o nolenti è l'insieme di esperienze che ci accompagnano sin da bambini che ci rende ciò che siamo e che ci fa approcciare in una certa maniera. Fra gli etero c'è molta disinformazione, gli etero non conoscono i gay, hanno un'idea molto limitata, circoscritta oserei, al modello della 'fashion victim'  che è una parte minuscola di tutta un'ampia panoramica

 

 

.@@nak9 Lieto che l'analisi sia stata apprezzata.

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Ricerca Eurispes sull'Omofobia: copincollo da un mio precedente intervento.

 

Vi riporto solo le percentuali
degli italiani che dichiarano che l'Omosessualità
è un tipo d'amore come l'Eterosessualità
(le altre due opzioni sono "basta non lo facciano in pubblico"
e "sono immorali")
Quindi metterò in rilievo solo la percentuale POSITIVA.

Il DATO MEDIO è: 52.5%

Ma sono le differenze a essere interessanti.

In primo luogo quelle tra i MASCHI: 50,1
e le FEMMINE: 55%
Quindi il "machismo" e la "cultura patriarcale"
pesano soltanto per un 5% di scarto.
(Questi conti potranno tornarci molto utili
per successive analisi).

Poi c'è la questione delle fasce d'età.
Anni 18 - 24: 61%
Anni 25 - 34: 62,1%
Anni 35 - 44: 54%
Anni 45 - 64: 49,8 %
Anni 65 o più: 33,9%
Qui si può vedere come un'analisi che riconosca
nelle cause dell'omofobia proprio la "gerontocrazia"
e quindi l'invecchiamento della società italiana
sia davvero un'analisi pertinente.
(La Gerontocrazia vale uno scarto di quasi il 30%)

Altrettanto illuminante è il confronto
sull'appartenenza politica.
RIspetto a chi dichiara essere di:
Sinistra: 74,2%
Centro-Sinistra: 58,5%
Centro: 41,7%
Centro- Destra: 32,7%
Destra: 31,1%
Qui si possono notare tantissime cose.
La prima è che solo la Sinistra Estrema è realmente "amica",
mentre il Partito Democratico si assesta a soli 6 punti sopra la media.
La seconda cosa è che è illusorio credere che l'omofobia politica
sia solo di forza Nuova e non dei Berlusconiani, vista la minima differenza.
L'Omofobia Politica "pesa" per un 43%, una cifra davvero elevata.

L'ultima questione riguarda il livello di istruzione.
Licenza Elementare: 19%
Licenza Media: 40,8%
Diploma: 54,4%
Laurea: 60,3%
La "forbice" dell'omofobia dovuta all'Ignoranza
è quasi ai livelli della matrice politica.



Riassumo:
peso dell'omofobia maschile rispetto a quella femminile: 5%
peso dell'omofobia degli anziani rispetto ai giovani: 30%
peso dell'omofobia di Destra rispetto alla Sinistra: 43%
peso dell'omofobia dell'ignoranza rispetto alla cultura: 41,3%

 

Sul peso del Cattolicesimo invece, ho un sondaggio Ispo

http://www.blitzquotidiano.it/societa/nozze-gay-italia-divisa-sondaggio-ispo-matrimonio-omosessuali-italia-1307017/

 

@Yken, che tu possa pensare che un sondaggio anonimo

eseguito da due agenzie molto serie su migliaia di persone

sia meno attendibile delle tue esperienze personali

è francamente un problema tutto tuo :)

 

Non è normale valutare i fenomeni in base alle eccezioni.

E' ovvio che le eccezioni esistano.

Una laureata atea comunista di venticinquenne anni

è meglio di un cattolico settantenne con la terza media,

a prescindere se tu hai conosciuto quella stronza di Silvia

o il fantastico Fra' Gennaro.

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@Yken, che tu possa pensare che un sondaggio anonimo

eseguito da due agenzie molto serie su migliaia di persone

sia meno attendibile delle tue esperienze personali

è francamente un problema tutto tuo :)

 

Le persone sono ipocrite, un dato di fatto.

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AndrejMolov89

Yken sinceramente hai di fronte uno studio, fatto da persone competenti. O leggi lo studio e dimostri che ci sono delle inefficienze di base o semplicemente eviti di fare queste uscite. 
Tu facendo simili affermazioni, neghi di fatto lo statuto scientifico di molte scienze sociali, che si esprimono in funzione di questi sondaggi. E' fondamentalmente fastidioso, non stai discutendo lo studio o le sue metodologie, fondi la tua idea d'invalidità su un pregiudizio assurdo dal punto di vista di chi tratta con la statistica o comunque ne riconosce l'importanza essenziale nelle dinamiche di insiemi complessi. 
Ora questi studi hanno evidenziato questi risultati. Se tu vuoi essere realmente critico, non poni in dubbio queste cose tramite un pregiudizio a priori, ma ti poni domande del tipo:
quante persone sono state intervistate?
il numero è significativo?
Il campionamento è stato realmente casuale?
Se non è casuale quali sono i bias?
Come si può dimostrare che le risposte date siano reali ed effettive?
Come si organizzerebbe una distribuzione ipocrita?
Cioè, è semplicemente una questione di principio, i risultati di qualsivoglia studio sono criticabili e perfettibili, molto probabilmente ci sono errori nei fondamenti dei metodi, la scienza lo mette in conto, ma l'affermazione che hai fatto, ha fondamento solo in un pregiudizio e non ha assolutamente valore, sfuggi all'argomentazione. E' un atteggiamento odioso, lo dico da persona di scienza. E' fondamentalmente odioso che qualcuno banalizzi i metodi usati per ottenere i risultati e non li discuta seriamente alla luce dello studio "dello studio". Cioè, se una persona mi dicesse queste testuali parole, per invalidare un mio ragionamento, gli tirerei un pugno in faccia perché è il non plus ultra del non rispetto.
 

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@Greed89, si chiama "pregiudizio".

Le persone hanno un'idea

- costruita su casi particolari selezionati "ad hoc" -

e di fronte a due statistiche ampie, professionali e indipendenti

dicono "Eh, ma forse si sbagliano; andrebbero controllate".

Dando magistralmente per scontato che invece i propri pochi amici siano un campione attendibile...

 

E' la stessa argomentazione dei Cattolici di Destra

(e - in misura minore - dei Cattolici di Sinistra e degli Atei di Destra :))

di fronte alle statistiche sui figli delle coppie omogenitoriali.

 

Non è difficile trovare un Comunista omofobo: ce ne è uno su quattro

e non è neanche difficile trovare un Berlusconiano favorevole ai gay: ce n'è uno su tre.

Che ci importa se sono eccezioni? Sono sufficientemente diffuse per sostenere un pregiudizio irrazionale.

 

Ma non nè solo questo.

Le eccezioni ci colpiscono di più.

D'Alema la pensa esattamente come Fini sui gay:

ma uno (ateo di Sinistra) ci sembra omofobo

e l'altro (ateo di Destra) ci sembra friendly.

Lo stesso vale per la Hack (atea di Sinistra) e Don Gallo (cattolico di Sinistra)

 

Eppure il sondaggio eurispes/ispo ci insegna molte cose:

ovvero che il problema dell'Italia gay è:

1) La cultura di destra

2) L'invecchiamento della popolazione

3) Il basso livello d'istruzione

4) La diffusione del Cattolicesimo

E solo in misura marginale il "machismo".

 

Ignoro se il problema sia tutto qui o vi sia ancora qualcosa su cui intervenire.

Bisognerebbe intervistare la giovane dottoressa marxista ma omofoba

e il vecchio campanaro fascista ma favorevole ai matrimoni gay

per capire se ci sia "dell'altro" da cambiare (ma non credo esistano persone simili)

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AndrejMolov89

Più che altro mi lasciano perplesso i risultati, prima di fidarmi e fondare qualche interpretazione e deduzione vorrei analizzare meglio i metodi con cui sono stati fatti.
Più che altro corrispondono troppo ad un mio pregiudizio nei confronti della destra e dei cattolici, e sostanzialmente vorrei vedere se è possibile poter vedere come è stato fatto il sondaggio e quali sono i criteri di selezione, lo guarderò ^^
La mia era un osservazione un po' super partes, perché ritengo sia poco sensata e corretta una risposta del genere. Magari lo studio è sbagliato, ma non lo è a priori, e simili risposte mi fanno un po' accaponare la pelle. Magari determinate deduzioni sono sbagliate, ma mi pare ingiusto fondare una contro-argomentazione su un pregiudizio del genere, che ha di per sé un profondo astio nei confronti di quei metodi di ricerca senza conoscerli realmente. E' come se mi dicessero che la geostatistica su cui fondo la mia interpretazione delle anomalie di mercurio in toscana sia fondamentalmente sbagliata a causa della presenza di errori o perché magari mi ritengono prezzolato dalle lobby. ^^ Ho un po' di idionsicrasia verso questo atteggiamento così tanto aprioristico. 
ze.

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