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L'italia multietnica fra 50 anni..


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"Gli italiani sono infatti diminuiti negli ultimi 10 anni di oltre 100mila persone (-8,8%) e negli ultimi 20 anni di oltre 276mila; viceversa, rispetto al Censimento 2001, gli stranieri sono più che raddoppiati e rispetto a quello del 1991 sono cresciuti di oltre 150mila unità (moltiplicandosi in 20 anni di oltre sei volte)."

Come potete notare anche voi in italia ci sono presenze etniche differenti, ma soprattutto quello che si nota ora a differenza di 15/10 anni fa è che non sono piu solo persone scappate o trasferitasi dal loro paese fin qui, ma quello che si aggiunge e che ha fatto cambiare completamente la società italiana di 30 anni fa ad adesso, sono la presenza dei figli degli immigrati, che nascono, vivono, crescono qua, frequentano asili e scuole e frequentano compagni di classe e amici italiani... il razzismo oggi come oggi in una scuola e pari a 0, anzi proprio perchè da bambini vengono a contatto con loro, le differenze etniche vanno a scemare..

Io stesso ho visto la società cambiare, io sono nato in Italia.. ma quando ero alle elementari altre persone di diversa etnia non ce n'erano, io comunque non ho avuto bisognio di essere accettato proprio perchè nato e cresciuto insieme a loro, già alle medie le cose cambiavano, i figli degli immigrati incominciavano ad inserirsi nelle scuole, ora che sono alle superiori la presenza di altre etnie è ha quota 30% (sondaggio).. non ci sono gruppi etnici, come magari succedeva con gli immigrati, ma vivono come ed insieme a tutti.

Quello che mi chiedo è, visto che i bambini e i ragazzi sono l'Italia del futuro, l'Italia è praticamente destinata a diventare un paese multietnico al livello dell'America o Inghilterra?.. Anche perchè, non vedo altre vie, l'espulsione degli immigrati non avverà mai, ed è anche troppo tardi..

 

 

 

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Edited by Samir
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L'italiano è colui che vive stabilmente in Italia e che si è integrato nella sua società non certo una persona con una determinata etnia o patrimonio genetico. Se la percentuale di non autoctoni aumenterà non è certo un problema.

Sembra quasi tu speri nell'espulsione degli immigrati, cosa non impossibile.

 

La storia umana è fatta di emigrazione/immigrazione, io sono ottimista e fiducioso, se nel 2050 raggiungeremo l'apice della popolazione planetaria (8-9 miliardi) da quella data in poi vi sarà una involuzione demografica per le rivoluzioni ecologiche, ambientali che ne conseguiranno portando finalmente la razza umana ad un uso consono della terra che la circonda, progresso e natura, senza nominare poi le colonie orbitali che probabilmente entro la fine di questo secolo verranno costruite al di fuori dell'atmosfera e missioni spaziali sulla Luna e Marte.

Paesi di emigrazione come l'Angola inizieranno un cammino stabile verso il benessere occidentale, riduzione del numero di figli per donna, stabilità politica, maggiore democrazia, ricchezza più distribuita, niente più fame, crisi e malattie, questo è destino di molti Paesi africani e non solo.

La multietnia mi lascia molto perplesso. Sono assolutamente a favore delle multietnie moderate, ma ho dei dubbi sul meltin pop stile NY. Ne faccio solo un discorso sulla possibile perdita di usi e costumi che caratterizzano una certa etnia.

Sinceramente non ho capito bene su cosa è incentrato il post. Comunque.

Io ad esempio ascoltavo mesi fa un discorso di Cameron che negava come l'Inghilterra fosse un paese multietnico. E sono restato allibito di come certa gente, conservator-reazionaria, continui a negare l'evidenza invece che affrontarne gli eventuali problemi e potenzialità.

Non metto in dubbio come ci siano inevitabili rischi nelle integrazioni fra culture, e che spesso siano anche i più disagiati a spostarsi da un paese all'altro.

Però è inevitabile insomma, rientra nei flussi "fisiologici" della globalizzazione, che porta le persone a vivere dove circola più ricchezza.

A questo punto si pone il problema delle modalità di inserimento di queste persone nella società.

Quando Tizio dal paese X viene nel paese Y cosa succede? vuole mantenere quasi tutti i suoi usi/costumi/tradizioni o adeguarsi perlopiù a quelli del paese di arrivo?

Una risposta univoca non c'è, però sicuramente c'è un limite, cioè quello della "coerenza" rispetto al paese in cui si arriva, il quale senza ombra di dubbio imporrà degli obblighi, ma lascerà molte libertà di scelta in cui ognuno può orientarsi diversamente.

Io non penso che l'italianità sia un valore da difendere come una specie in via di estinzione, e ovviamente nemmeno imponibile. E contemporaneamente che ogni nazione abbia un suo spirito (uh come sono romantico!) che sia però "contagioso" cioè che aderisce così bene all'ambiente in cui si sviluppa, che assume una sorta di simbiosi la quale può essere fatta propria da chiunque si renda disponibile a comprenderla. Discorso un po' articolato, spero che il succo si sia capito: al pizzaiolo cinese di @@Icoldibarin viene da cantare napoletano stretto perché si sente inserito in quell'orizzonte culturale, e vuole assimilarlo.

Penso che in futuro più etnie e più culture entreranno nel nostro paese. Ci saranno diversi modi di essere italiani, per me è italiano anche un cinese che si mette a cantare cinese mentre fa la pizza, ma che vive stabilmente in italia ed è integrato nella società, seppur mantenendo alcune sue convinzioni.

Mi sembra un cambiamento che è già in corso e che non si può ostacolare in nessun modo. 

Semmai possiamo sforzarci affinché avvenga nel migliore dei modi, sia che si parli di integrazione che di assimilazione culturale.

@@Chris , Cameron non ha mai negato il multietnismo ma ha dichiarato che il multiculturalismo, di cui lo UK si vantava, è fallito. Difatti il governo ha messo in atto pianoi di integrazione/assimilazione fortissimi, ed implementato molto lo studio dei giovani del commonwealth nelle scuole inglesi, visto che il rafforzamento del Commonwealth e dell'influenza britannica è ai primi punti dei conservatori.

Ad ogni modo una società multietnica non mi fa paura, per un italiano poi è quasi ridicolo, viceversa condivido il primo ministro di sua Maestà britannica in merito al multiculturalismo.

@@Frollo verissimo, io ho fatto un salto logico in più, hai ragione.

Cameron diceva che il multiculturalismo inglese degli anni '90 e primi '00 ha fallito. Ma anche come risposta "promuoviamo i nostri valori" e la Gran Bretagna "dove razze e culture si mischiavano mantenendo la propria specificità" con uno splendido "Chi vuole restare dovrà adeguarsi" (colgo fior fiore dall'articolo di Repubblica). Adeguarsi a cosa? E valori nostri...nostri di chi?

Posso anche condividere - parzialmente - l'analisi sul fallimento della Cool Britannia ma se la risposta unica e sola è l'omologazione culturale sempre e comunque io non ci sto. L'impostazione del tutto sembrava dare spazio a una soluzione drastica, "liberalismo muscolare", più impositiva che conciliante.

Ed è molto nobile il rifermento ai diritti delle altre minoranze, donne e religioni, ma resto convinto che la democrazia, i diritti umani e tutto il resto non possano essere imposti dall'alto o dall'esterno in toto, sono fenomeni che comunque hanno bisogno di un retroterra culturale e di riflessione.

Anzi, sono convinto che così rafforzi le frange di estremismo e terrorismo, che trova gioco facile nella contrapposizione noi/loro, e allo stesso tempo fai delle altre culture solo una spesa, una deviazione da ricondurre alla normalità (britannica in questo caso).

Per me il problema è che si vede questo solo come un problema...comunque sì, l'Italia sarà nella situazione attuale dell'Inghilterra fra 20 anni circa...

Ma quindi tu di che hai paura?(se hai paura!XD)

Poiché la Cultura ormai è Globale, non ha senso parlare di "multiculturalismo".

Cosa caxxo è la "cultura britannica"? Fish & chips invece di spaghetti e pollo tandoori?

Ridicolizzare le Regina Elizabetta invece di Berlusconi? Eh no, non credo.

 

Se pensate che "multiculturalismo" sia un tappeto verso la Mecca e un Segno della Croce,

sia un tronco natalizio, un pandoro e Christmas pudding tutti sulla stessa tavola, mi sa che non siamo d'accordo.

Il "Multiculturalismo" è un sonoro "chissenefrega di simili questioni del caxxo".

 

A me dell'integrazione e dell'assimilazione non frega una beata fava.

Che i Cinesi mangino la pasta con la pummarola invece del riso col pollo

o che i Veronesi a Padova rinuncino a Santa Lucia per aspettare la Befana

sono questioni per me totalmente irrilevanti.

 

L'unica cosa che insegnerò ai migranti è la mia lingua

e l'unica cosa che imparerò a Berlino sarà il Tedesco.

A Londra continuerò a mangiare spaghetti e a Napoli polenta

e non pretenderò mai di imporre la mia "cultura", né a casa mia né a casa degli altri.

 

E' vero: non voglio che i Mussulmani vadano in scuole per Mussulmani;

ma - se è per per questo - abbatterei a cannonate anche le scuole cattoliche

e anche le scuole "per comunisti" o "per buddhisti" se ce ne fossero.

Sarà che sono gay e quindi ho un certo approccio ma io

alla critica di certi eccessi del multiculturalismo inglese di

Blair -ma anche dei conservatori-non rinuncio.

 

In particolare ho criticato in passato e continuo ad oppormi

ai cd. tribunali etnici, che applicano la sharia o possono dettare

e applicare regole etniche al diritto di famiglia. E continuo a pensare

che la scuola pubblica, finanziata o sovvenzionata, deve essere laica

 

La mia critica è chiaramente delimitata in senso laico, perchè

il multiculturalismo diventa in questo caso multiconfessionalismo 

tuttavia prima ancora su certi aspetti fondamentali io sono e mi

dichiaro statalista ( parola deprecata in Inghilterra per colpa dei

conservatori in primo luogo )

 

Fatta questa premessa ho forti dubbi che i disordini londinesi

dipendano da queste scelte politiche e devo constatare che in Francia

dove si propende per l'eccesso opposto ( divieto del velo islamico etc. )

ci sono stati analoghi disordini, ragion per cui ritengo che il problema

dei disordini sia più sociale che legato alle diverse politiche di integrazione.

Il ché spiegherebbe l'assenza di disordini nei paesi più ricchi: Scandinavia

e Germania.

 

Non condivido quindi l'analisi politica di Cameron, che rimuove i fattori

socio-economici di disuguaglianza materiale, per ridurre la questione a

questione di uguaglianza formale. Durante le rivolte londinesi si sono

saccheggiati i negozi, non si sono costrette le ragazze a sposare chi

voleva il padre bengalese, etc. ed onestamente non so quanto fossero

"sradicati" i ragazzi islamici...datemi del cinico, ma secondo me volevano

l'iphone e quindi dimostravano di essere ben radicati nella nostra

società. 

 

Ciò non toglie che in certi campi - Giustizia, Scuola etc. - agli stati multietnici

occorra più stato e non meno Stato.

In Italia la disoccupazione è al 10%  e la disoccupazione giovanile oltre il 25%

 

queste cifre non si conciliano con grossi afflussi migratori.

 

 

penso che molti immigrati debbano essere espulsi

 

e che molti lavori fatti dagli immigrati debbano essere fatti dagli italiani

 

 

che la concessione della cittadinanza debba essere fortemente limitata. 

 

 

e che bisogna introdurre discriminanti forti nell'apertura delle frontiere: ovvero privilegiare gli europei, chiudere decisamente le porte agli extraeuropei. 

In Europa il tasso di disoccupazione è alto e la recessione economica non favorisce l'inserimento di nuovi arrivati

 

 

a questo si aggiunge che l'automazione ogni giorno distrugge migliaia di posti di lavoro: tanti lavori che prima facevano persone fisiche ora le fanno le macchine

 

 

ciò premesso non c'è spazio per grossi flussi migratori in italia e in Europa

 

 

è possibile concepire piccole quote di immigrazione? certo, le società non possono chiudersi in maniera stagna

 

 

a questo punto però è ovvio favorire chi appartiene alla stessa civiltà di origine come gli europei dell'est  (che peraltro hanno subito per cinquanta anni gli effetti di una devastante ideologia europea-occidentale come il comunismo)

Edited by Haider

D'accordissimo con la multietnicità, sulle culture, forse, bisognerebbe fare dei discrimini

per fare un esempio gli immigrati di religione islamica che  rivendicano con orgoglio la propria cultura, intendono realmente integrarsi con le società occidentali ospitanti e i loro costumi o no?

Solo un chiaro principio di laicità metabolizzato dalla coscienza collettiva, a cui deve essere inspirata la civile convivenza potrà preservarci da pericolose derive integraliste, però sul fronte della laicità mi pare che in italia siamo messi maluccio :resent:

Una questione a cui nessuno sembra far caso è che su certi temi come quello dell' omosessualità le gandi religioni monoteiste tendono a far fronte comune, come è avvenuto in altri paesi

Se non erro, ratzinger ha più volte detto che sulle questioni di c.d. etica sessuale e di autodeterminazione auspica l'incontro con l'islam

@Samir

 

 

il problema è tutto tuo e dei giovani disoccupati.

 

cerchi un lavoro?

 

sappi che tutta una serie di padroncini promuovono l'afflusso di immigrati perchè l'immigrato è disposto a lavorare a 400 euro...

 

 

questo è il motivo per cui nei media l'immigrazione è descritta come il BENE ASSOLUTO

 

 

e quelli che si oppongono vengono descritti come mostri.

 

però io ho la coscienza pulita e non mi lascio certo intimidire...

 

 

chi vuole l'immigrazione?

 

 

i preti - perchè i seminari sono vuoti e vogliono riempirli con africani e asiatici

 

certi piccoli imprenditori - che vogliono manodopera a bassissimo costo, distruggendo tutte le tutele sindacali

 

partiti  di sinistra - che cercano nuovi elettori....

 

 

tu da grande samir che vuoi fare?

 

il ballerino?

il grafico pubblicitario?

lo stilista?

il modello?

l'organizzatore di eventi?

 

 

ahahahhahahah

 

balle, vola più basso....

 

 

la disoccupazione è altissima e bisogna cercare lavori più realistici...

 

 

ebbene troverai sulla tua strada l'immigrato 

 

 

che ha accettato di fare quel lavoro realistico a un salario bassissimo....

 

 

 

per cui io sono per una soluzione moderata:

 

 

1. una piccola quota di immigrati si può accettare (anzi piccolissima) ma ovviamente a questo punto è meglio favorire l'ingresso di europei....

2. una grande maggioranza di extracomunitari deve essere espulsa.

3. i lavori che oggi fanno gli immigrati devono farli i giovani italiani...

1. una piccola quota di immigrati si può accettare (anzi piccolissima) ma ovviamente a questo punto è meglio favorire l'ingresso di europei....

2. una grande maggioranza di extracomunitari deve essere espulsa.

3. i lavori che oggi fanno gli immigrati devono farli i giovani italiani...

 

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Un conto è se dicessi a questo punto meglio favorire l'ingresso alle persone provenienti dai paesi in guerra o sotto sviluppati... ma se dici solo gli europei non ha senso, è ridicolo.

Poi ti ho chiesto le persone che muoiono di fame o colpite da bombe cosa devono fare?.." state li perchè se no non trovo un lavoro, arrangiatevi"...?

Aggiungerei alle persone che accettano gli immigrati..

-Persone di buon senso e con un minimo di cuore.

Edited by Samir
Mercante di Luce

Conosco una ragazza di origine nigeriana con cui ho condiviso buona parte del mio percorso scolastico che parla pisano e ha usi e costumi prettamente europei. MAI stata oggetto di razzismo/bullismo e sempre benvoluta da tutti, come le sue sorelle.

Ho conosciuto però anche molti altri immigrati e figli di immigrati, soprattutto nordafricani e cinesi, che tendevano a estranearsi prima di tutto dalle amicizie "autoctone" e poi anche dagli usi e dai costumi del paese che li ospitava.

Non sono d'accordo con la chiusura ermetica ai flussi migratori, l'Italia ha problemi ben più grandi già da prima dell'attuale crisi economica, in primo luogo la criminalità organizzata che non dubito sia uno degli attori a cui l'immigrazione (soprattutto quella clandestina, che è quella da 300€ al mese se non meno) fa più comodo.

Mi sembra assurdo anche attribuire alla sinistra la responsabilità di favorire l'immigrazione per cercare più elettori, visto che tra gli immigrati di prima e seconda generazione i cittadini italiani sono davvero pochi e i tempi per diventarlo sono tutt'altro che brevi.

Concludo dicendo che, personalmente, trovo davvero assurdo favorire un dato gruppo etnico per presunte vicinanze culturali.

Si Samir ma a volte in nome del cuore si fanno danni immensi,...

 

 

anche i comunisti avevano gran cuore e vedi che catastrofe hanno provocato....

 

 

i problemi di un posto si risolvono in quel posto...

 

 

l'emigrazione italiana ed europea in america era possibile perchè l'america aveva bisogno di tantissime braccia: si era nel pieno dello sviluppo industriale...

 

 

anche la solidarietà continentale è espressione del cuore....

 

 

preferisco un romeno oppresso e impoverito da cinquanta anni di comunismo piuttosto che un maghrebino.... posso dirlo?

 

 

quanto all'africa, dico la verità una buona campagna anti-demografica sarebbe necessaria. Non ha senso piangere miseria se poi si hanno 8 figli....

 

 

comunque il discorso si allarga.

 

Samir però ripeto il problema è tutto tuo...

 

 

sei giovane e cerchi lavoro.

io sono maturo, ho un bel lavoro e credimi ho tutto da guadagnare da una immigrazione incontrollata...

 

 

se io dico che l'immigrazione va bloccata lo dico per la tua generazione...

Mamma ...

I problemi non se li sono creati loro.. non possono neanche risolverseli loro.

Poi si proprio vero... gli africani fanno apposta a fare 8 figli proprio per farti un dispetto e piangere miseria.. ..

E facciamo ovviamente differenza da chi è oppresso da comunismo invece di altre forme di governo..

 

 

 

Te prego

Edited by Samir

no la differenza era tra persone che hanno la nostra stessa origine continentale e persone a cui non abbiamo un lavoro decente da dare se non sottraendolo ai giovani disoccupati europei.....

 

 non potendo accogliere tutti è ovvio che un certo tasso di circolazione intraeuropea debba essere accettata ( le nazioni non sono compartimenti stagni...).

 

 

8 figli voluti o non voluti un pò creano problemi al bilancio familiare. per questo india e cina hanno varato norme (sia pur discutibili) per il figlio unico...

Edited by Haider
no la differenza era tra persone che hanno la nostra stessa origine continentale e persone a cui non abbiamo un lavoro decente da dare se non sottraendolo ai giovani disoccupati europei.....  non potendo accogliere tutti è ovvio che un certo tasso di circolazione intraeuropea debba essere accettata, le nazioni non sono compartimenti stagni....

No scusa... se mai la differenza è "tra persone che hanno la nostra stessa origine continentale a persone non hanno la nostra stessa origine continentale".. che appunto non ha senso, perchè non c'è differenza tra un russo in italia e un cinese in italia.. tutte e 2 non hanno la stessa cultura e la stessa lingua, quindi tagliala qui con sta storia della provenineza continentale..

Se invece intendevi la differenza in base al lavoro la differenza sarebbe "tra persone che sottraggono lavoro ad italiani a persone che sottraggono lavoro ad italiani"... dovè la differenza? Non c'è.

Edited by Samir

questo lo dici tu:

 

io mi sento italiano ed europeo

 

e sta sicuro che la differenza tra un russo e un cinese qualcuno la coglie...

 

 

se per te la parola Europa è una parola vuota, non pensare che sia per tutti così...

 

 

ad ogni modo: 25% di disoccupazione giovanile...

 

 

accogliamo accogliamo pure immigrati a iosa...  

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