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Che relazione esiste fra i figli e la felicità?


wasabi

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mia madre quando le dissi che sono gay mi disse che si ritrovava con un pugno di mosche.

 

Sei figlio unico? Immagino che tua madre si riferisse al fatto che non le darai dei nipoti ...

 

Già, come diceva l'articolo, non bisognerebbe fare figli se non si ha la consapevolezza che si può essere felici e realizzati anche senza, altrimenti li si carica della responsabilità di dare un senso alla nostra vita.

Figuriamoci se bisogna anche avere dei nipoti per essere realizzati!

Così si fa gravare sui figli anche la responsabilità di doverci rendere nonni ...

 

@@Viola77 Io credo che il tuo approccio sia quello di una mamma fantastica, che davvero tiene al bene dei suoi figli.

Nutro la speranza che le nuove generazioni di genitori siano sempre più come tu ci stai mostrando.

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Non riesco a modificare il post precedente, il "modifica" ogni tanto mi fa i capricci.

 

questa è la poesia nella sua interezza

 

I vostri figli non sono vostri.

Sono i figli e le figlie della fame

che la vita ha di se stessa.

Essi non vengono da voi, ma attraverso di voi,

e non vi appartengono, benché viviate insieme.

Potete amarli,

ma non potete costringerli a pensare come voi,

poiché essi hanno i loro pensieri.

Potete custodire i loro corpi,

ma non le loro anime,

poiché abitano in dimore future

che neppure in sogno voi potete visitare.

Proverete a imitarli,

ma non cercate di renderli simili a voi.

Voi siete gli archi da cui i figli,

le vostre frecce vive,

vengono scoccate lontano.

In gioia siate tesi nelle mani dell'Arciere.

 

Bellissima! Mi sembra sia l'ideale assoluto del genitore, ciò a cui deve tendere.

 

Il genitore penso impari molto su che cosa sia l'essere umano se  crescere un figlio con una certa consapevolezza: ha la possibilità di rivivere con coscienza tramite un altro tutte le fasi che durante la sua infanzia e l'adolescenza ha vissuto nell'incoscienza (ovviamente!), di vederne i nessi profondi. Quindi forse avere figli è anche un modo per accrescere  la propria auto-conoscenza: la saggezza come premio per il compito svolto.

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@@wasabi grazie per il "mamma fantastica", me lo dicono sempre i miei figli quando faccio i wurstel per cena ;)

 

@Almadel, sai che non lo capisco neanche io? poi non mi piace parlare per dogmi assoluti, ognuno avrà avuto i suoi motivi. Si può anche fare un figlio per la ragione sbagliata, l'importante sarebbe capirlo e rimediare. Alla fine siamo tutte persone "in crescita", non è che perchè uno diventa genitore allora hai capito come farlo, si improvvisa, si riaggiusta il tiro.

 

@@italosvevo (complimenti per il nick :D ) si sicuramente è così, ma è anche un'arma a doppio taglio, rivedere la propria vita attraverso quella del figlio, proprio perchè lui è una persona completamente diversa e si prendono delle belle cantonate, ma alla fine credo che succeda anche nelle relazioni tra pari, percepire le cose a seconda della propria sensibilità, di quello che hai vissuto, no?

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@Viola77

 

sai mia mamma è sempre stata molto religiosa e prima che io le dicessi di essere gay non sapeva praticamente che i gay esistono....

 

teoricamente lei ha sempre fatto la progressista e diceva che i figli devono fare la loro vita e lo loro scelte.... in pratica però quel che dice e come si comporta sono spesso due cose diverse. questa cosa del pugno di mosche non fu una reazione a caldo quando le dissi di essere gay (la reazione a caldissimo fu: "devi cambiare"  :haha:), del pugno di mosche me lo disse a freddo forse un sei mesi o più dopo che sapeva che ero gay. Un'altra volta una delle sue frasi migliori fu che "i figli appartengono ai genitori", in seguito negò di averla detta. La frase delle mosche non mi colpì molto perchè quel che mi disse prima era molto più hart.  :wizard:

 

l'ho riportata perchè si inserisce bene nel discorso che i genitori non devono avere aspettative sui figli.....

 

anche io avevo una bambola da bambino e sui 4 anni tutti credevano che fossi una ragazzina, anche mio marito quando ha visto una foto da me bambino credeva che nella foto ci fosse mia sorella.

 

trovo bello che tu permetta a tuo figlio di giocare come vuole lui, come piace più a lui e lo lasci crescere e sviluppare secondo come lui sente. se uscirà etero o gay non importa, l'importante è che si senta bene nella sua vita e per questo non ha bisogno di proibizioni genitoriali.

 

quanti anni hanno i tuoi figli se posso chiedere viola ?

 

 

 

Sei figlio unico?

Già, come diceva l'articolo, non bisognerebbe fare figli se non si ha la consapevolezza che si può essere felici e realizzati anche senza, altrimenti li si carica della responsabilità di dare un senso alla nostra vita.

 

 

no ho una sorella che pure lei non avrà mai figli (al tempo che mia madre disse che le sembrava di avere un pugno di mosche però mia sorella era fidanzata e avrebbe potuto ancora aver figli in futuro)

 

mia madre ha sempre vissuto con una visione clericale della società. per lei ad esempio la prostituzione non è un mestiere ed è illegale (anche se noi siamo svizzeri che vivono in svizzera dove la prostituzione è legale).

 

 

per tornare in tema iniziale: secondo me una parte del desiderio di avere figli è dovuto all'evoluzione. coloro con desiderio genitoriale hanno forse avuto più prole e forse questa fu una caratteristica che ha inciso nella selezione che ha formato la nostra specie. Può anche darsi che ci siano componenti egoistiche nel desiderio di avere figli e questo non deve essere per forza un male. L'evoluzione non diffonde necessariamente altruismo.

Edited by marco77
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@ Viola 77: Certo, penso valga per qualsiasi incontro-scontro con un altro diverso da sé, sorgono domande sull'essere umano. Ma poi la pigrizia spesso ha la meglio, il diverso infastidisce, ce ne allontaniamo. Invece verso un figlio ci sono responsabilità e doveri, il genitore deve confrontarsi voglia o no con questa persona tutti i santi giorni, tante domande sorgono e sempre si ripresentano per mesi, anni. Un esempio per spiegarmi meglio: un conto è se un tipo etero incontra una persona al bar e scopre che tra le varie cose è anche gay: forse si farà qualche domanda o forse cambierà semplicemente bar . Altro è se un genitore (etero) di un  figlio quattordicenne un giorno scopre che questo figlio è anche gay. Questo figlio è diverso, ma è pur sempre un adolescente, anche il genitore un tempo lo è stato: forse il genitore si farà solo qualche domanda, ma non penso che possa cambiare il figlio!

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@@italosvevo

Non so se ho capito bene il senso che volevi rendere, però se è vero che se incontri una persona al bar che non ti piace puoi uscire e basta, esistono anche genitori che le domande non se le pongono e relazioni genitori-figli che diventano inesistenti con una facilità sconcertante. Perché avere un figlio non vuol dire automaticamente "mettersi in discussione", nemmeno per lui. Si è genitori nel modo in cui si è persone, buone o cattive. Almeno questo è il mio modo di vedere la cosa, non si cambia (quantomeno non sempre) dando alla luce un figlio. Non è che perché sarà tuo figlio per sempre che te lo fai andare bene, che cerchi di capirlo, se non è nel tuo carattere farlo. Certo può essere un grande stimolo, se vuoi coglierlo, ma le aspettative sui figli spesso rendono i genitori più ciechi e meno elastici di quanto non siano con le persone al bar....

Sempre se ho interpretato bene quello che volevi dire.

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Probabilmente i figli non aiutano la felicità. Altrettanto probabilmente, la vita non è spinta solo dal desiderio di felicità, ma c'è qualcosa di più complesso dietro. C'è il desiderio di sentirsi "vivi" che spesso porta anche a farsi del male, ma vive comunque di vita propria e segue obbiettivi propri.

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Ho sentimenti molto contrastanti sull'argomento, soprattutto perche' sono stato molto vicino ad avere due adolescenti in affido prima, e un neonato dopo ( lunga storia, tutti e tre nipoti Di mio marito con situazioni familiari a dir poco orribili).

Io da sempre contrario ad avere figli, mio marito favorevole ( piu' Che altro per dare loro una vita migliore). Alla fine non e' successo per vari motivi: alcuni parenti erano contrari ai "genitori froci", altri si aspettavano Che in quanto " froci coi soldi", li avremo dovuti allevare e mantenere mentre la sorella maggiore( maggiorenne e disoccupata), si sarebbe tenuta gli assegni Che I ragazzi percepivano ( avendo delle disabilita') e la legal guardianship ( non so come si dica in italiano). Pur essendo consapevole Che la qualita' Della Mia vita sarebbe peggiorata (rinuncia a molti viaggi, divertimento, passioni personali incompatibility con la genitorialita', responsabilita', etc), non posso fare a meno Di pensare Che avrebbero avuto una vita migliore.

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Ho idea invece che avere dei figli sia per la maggioranza delle persone altamente gratificante e che siano 

le specifiche condizioni socio-culturali attuali a rendere "spiacevole" l'esperienza genitoriale.

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Ho idea invece che avere dei figli sia per la maggioranza delle persone altamente gratificante e che siano

le specifiche condizioni socio-culturali attuali a rendere "spiacevole" l'esperienza genitoriale.

Forse, ma e' troppo soggettivo. Vedo in giro tante di quelle teste di cazzo che non so come i loro genitori possano avere un'esperienza gratificante come genitori. Che poi i geniori per forza vedano il meglio nei loro figli, ma non pesno si possa generalizzare. Si, sono consapevole di non avere una grossa stima per il genere umano.

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È la domanda del topic che non è formulata benissimo, nel senso che non è di felicità che si vive. La vita non è riducibile a quella cosa che può esistere come svanire che è la felicità: è benessere o malessere, serenità o grigiore, riuscita o sconfitta, vitalità o depressione, gioia e dolore, e tante altre cose del genere, comprese le sfumature e i gradi intermedi che ovviamente si danno tra questi contrari. 

 

Fare figli corrisponde a una aspirazione umana, o comunque a una forma umana (nel senso di generalizzabile, universalizzabile) della vita. È una delle forme di espressione massime che una persona possa avere, anche se non è la sola. Non dà automaticamente la felicità, ma niente dà automaticamente la felicità - ammesso e non concesso che la felicità sia una forma durevole, costante, della vita. Ciò che conta nella vita è essersi espressi, aver marcato la terra su cui si è nati, aver fatto qualcosa della propria vita. E aver dato la vita a un figlio rientra tra queste cose.

 

Con tutto ciò, non è la sola cosa che rientra tra le cose essenziali. 

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Ciò che conta nella vita è essersi espressi, aver marcato la terra su cui si è nati, aver fatto qualcosa della propria vita. E aver dato la vita a un figlio rientra tra queste cose.



Con tutto ciò, non è la sola cosa che rientra tra le cose essenziali.

 

Isher, con l'ultima frase non capisco se intendi che e' essenziale ed indispensabile per pensare di aver fatto qualcosa della propria vita( ovviamente fra le latre cose), oppure una delle cose essenziali. Io non ho il minimo desiderio di paternita', e non ho problemi ad ammettere che probabilmente e' una forma di egoismo. Vivo troppo bene senza, e non sono sicuro la mia vita camberebbe in meglio con un figlio. Forse se mi fossi trovato in questa situazione di vita 15 anni fa ne avrei sentito piu' l'esigenza.

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sono cose soggettive. penso che per molti i figli più che dare felicità diano una specie di senso alla propria vita. come spiegare altrimenti che per alcuni genitori perderte un figlio li devasta completamente ?

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penso che per molti i figli più che dare felicità diano una specie di senso alla propria vita. come spiegare altrimenti che per alcuni genitori perderte un figlio li devasta completamente ?

 

Beh, ci mancherebbe che non fosse cosi'. E' il ciclo della vita. Anche perdere un genitore puo' essere devastante, dipende dall'eta' e dalle situazioni. I figli dovrebbero ovviamente sopravvivere ai genitori. Anche perdere il proprio partner dopo una vita assieme e' devastante.

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Isher, con l'ultima frase non capisco se intendi che e' essenziale ed indispensabile per pensare di aver fatto qualcosa della propria vita( ovviamente fra le latre cose), oppure una delle cose essenziali. Io non ho il minimo desiderio di paternita', e non ho problemi ad ammettere che probabilmente e' una forma di egoismo. Vivo troppo bene senza, e non sono sicuro la mia vita camberebbe in meglio con un figlio. Forse se mi fossi trovato in questa situazione di vita 15 anni fa ne avrei sentito piu' l'esigenza.

 

No, non è essenziale. Rientra tra le cose molto importanti, ma non è la sola. Rita Levi Montalcini non ne sentiva il bisogno, si sentiva attratta da altro. E certamente si può essere anche molto attratti dal proprio individuale benessere, dalla propria riuscita, dal proprio lavoro, anche dai propri piaceri, oppure riporre l'essenziale in un amore che non necessariamente contempla figli. Con la mia ultima frase volevo dire proprio questo: è una delle cose importanti, ma ce ne sono delle altre.

 

Io sono un politeista, insomma :-) Certo, il politeismo è per spiriti più forti che non il monoteismo... 

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@@Isher la domanda che dà il titolo al topic è presa dal titolo dell'articolo, articolo che, secondo me, va inteso soprattutto come provocazione. Leggere un'impostazione così radicalmente lontana da quella usuale per la nostra società può aiutare a vedere l'argomento da un punto di vista differente e a non assolutizzare l'idea di realizzazione personale tramite un figlio.

 

Credo, insomma, che sia soprattutto utile a "rompere un paradigma", non tanto per crearne uno uguale e contrario (fare figli peggiora la vita), ma per suggerire di essere più "politeisti", come dici tu.

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sono cose soggettive. penso che per molti i figli più che dare felicità diano una specie di senso alla propria vita. come spiegare altrimenti che per alcuni genitori perderte un figlio li devasta completamente ?

Io non sono molto favorevole al concetto che i figli diano il senso alla propria vita, sono "politeista" come dice Isher. Eppure niente al mondo mi spaventa di più che la morte dei miei figli. Io credo che tu possa avere una vita piena di tutte le cose "importanti", politeista, ma il dolore di veder morire tuo figlio ha un potere devastante, al di là di tutto il resto.

 

Io sono un politeista, insomma :-) Certo, il politeismo è per spiriti più forti che non il monoteismo... 

dici? io ho sempre pensato il contrario. Intanto puntare la propria vita sui figli  vuol dire esporsi a un grande dolore, i figli non sono un diritto, possono anche non arrivare mai. E anche quando arrivano non è per niente detto che soddisfino il tuo desiderio. Trovo l'approccio politeista più lungimirante, e assolutamente più sano e sicuro per tutti, in primis per i figli (come si deve vivere con dei genitori che hanno riposto su di te tutte le loro aspettative?)

 

Credo, insomma, che sia soprattutto utile a "rompere un paradigma", non tanto per crearne uno uguale e contrario (fare figli peggiora la vita), ma per suggerire di essere più "politeisti", come dici tu.

 

concordo in pieno!

 

Il fatto è, credo, che si viene cresciuti con quest'idea dei figli che sono il centro della vita. Ci viene inculcata l'idea che sono necessari per essere felici, e che da lì nasca tutto.

Edited by Viola77
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Io non sono molto favorevole al concetto che i figli diano il senso alla propria vita

 

 

anche io trovo che non bisognerebbe fare figli per riempire la propria vita con un senso ma per parecchie persone credo sia così. non tutte le persone sono uguali.

 

tu viola credi che per te farebbe una qualche differenza se tu avessi figli naturali o adottati ?

Edited by marco77
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tu viola credi che per te farebbe una qualche differenza se tu avessi figli naturali o adottati ?

No, nessuna differenza. La genetica, per quanto possa lusingare molti, per quanto possa essere bello vedere le caratteristiche dell'uomo che ami in tuo figlio, non ha un grande appeal per me. Non si diventa madri in sala parto, si eviterebbero tanti problemi se si cominciasse a dire questa cosa. Si diventa madri a fare le notti in bianco, ad asciugare le lacrime, le ginocchia sbucciate, a raccontare le favole. Ecco perchè io sono convinta che il sesso dei genitori non abbia importanza.

Tra le mie amiche più strette, abbiamo tutte le forme di genitorialità, bimbi concepiti sul divano di casa, pma, donazione di gameti, adozioni: può essere diversa la strada che ti porta a tuo figlio. Certamente alcune strade sono più salita di altre, ma quando sei arrivato in cima non conta più il sentiero che hai preso.

Edited by Viola77
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mi ricordo che mia madre quando ero bambino diceva che i figli che una donna fa sono proprio suoi figli e che non credeva fosse la stessa cosa ad adottarli. una sua amica aveva un figlio adottato e uno o due naturali e a mia madre pareva stranissimo che questa amica diceva che per lei non c'era assolutamente nessuna differenza tra il figlio adottato e gli altri partoriti. Mia madre non ci credeva molto.

 

un 10-20 % dei figli naturali inoltre hanno un padre frutto di tradimento. questi padri dovrebbero essere padri "falsi" in quanto non genetici se la teoria della differenza tra naturali e adottati fosse vera. Forse però anche qua non tutte le persone sono uguali e per alcune persone c'è differenza tra figli adottati e naturali e per altre persone non c'è differenza.

 

come si manifesta viola il tuo politeismo ? in tanti interessi pagani o in tante divinità e se sono divinità quali ?

Edited by marco77
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 Mia madre non ci credeva molto.

In tanti lo pensano. Molti secondo me semplicemente non fanno lo sforzo di immaginare cosa si provi, partono dalla loro posizione preconcetta e da lì non si muovono. Altri considerano la genetica molto importante, e io questo non lo condivido, ma ognuno è genitore a modo suo.

Sui figli frutto di un tradimento, se non lo sai ti senti padre genetico e via, e magari vedi anche le somiglianze fisiche. Ma per dire cosa sia la genetica, se adesso mi dicessero che mio figlio è stato scambiato nella culla, secondo te accettarei di scambiarlo con mio figlio genetico? Ma non scherziamo nemmeno. Lui è mio figlio per tutto quello che conta veramente.

 

@@wasabi grazie del complimento, sei molto gentile.

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dici? io ho sempre pensato il contrario. Intanto puntare la propria vita sui figli  vuol dire esporsi a un grande dolore, i figli non sono un diritto, possono anche non arrivare mai. E anche quando arrivano non è per niente detto che soddisfino il tuo desiderio. Trovo l'approccio politeista più lungimirante, e assolutamente più sano e sicuro per tutti, in primis per i figli (come si deve vivere con dei genitori che hanno riposto su di te tutte le loro aspettative?)

 

 

 

Non  riesco a capire l'inizio del tuo commento, Viola («dici? io ho sempre pensato il contrario»). Non stai dicendi la stessa cosa che ho detto io?A meno che il tuo dissenso non riguardi la mia affermazione che il politeismo è per spiriti più forti. Allora il monoteismo è per spiriti più forti, o il politeismo è per spiriti più deboli? Fammi capire cosa vuoi dire. 

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Non  riesco a capire l'inizio del tuo commento, Viola («dici? io ho sempre pensato il contrario»). Non stai dicendi la stessa cosa che ho detto io?A meno che il tuo dissenso non riguardi la mia affermazione che il politeismo è per spiriti più forti. Allora il monoteismo è per spiriti più forti, o il politeismo è per spiriti più deboli? Fammi capire cosa vuoi dire. 

Si esattamente. Non mi sono spiegata bene. Secondo me bisogna essere molto "forti"  per puntare tutti sui figli, nel senso che ci si espone a grandi rischi e pericoli che si deve essere in grado di affrontare. Io credo che riempire la propria vita di tante passioni, di tante cose che ci rendano vivi, renda l'essere felici una cosa molto più semplice da raggiungere. Che sia la via "facile". Non so se riesco a spiegare quello che voglio dire.

Il fatto che poi io non condivida il monoteismo è assolutamente evidente, al di là dell'essere per forti o no.

Io non riesco proprio a condividere l'approccio italico alla maternità, sia nella divisione dei ruoli nella coppia, sia nell'assolutismo dei figli nella vita (e nella vita della donna in particolare). Sarà che io adoro i miei figli, ma la vita è piena di cose bellissime. Spero che i miei figli saranno orgogliosi di una madre piena di passioni. Per adesso direi che non si lamentino :D

Edited by Viola77
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@Viola77

 

mia madre diceva che i figli sono sangue del suo sangue e che se li ha portati in pancia per 9 mesi..... però mia madre effettivamente parte da molti preconcetti e da li non si stacca (come ad esempio dalla religione).

 

se ti avessero scambiato il figlio in clinica non dico che lo riscambieresti ma del tuo figlio naturale non te ne fregherebbe nulla ? magari allargare la famiglia con l'altra famiglia dello scambio e diventare una famiglia allargata ?

 

un caso simile successe effettivamente in india credo, lessi un articolo sul giornale. Il caso fu studiato in lungo e in largo ma non ricordo i dettagli. era anche tra famiglie di religioni diverse....

 

altra provocazione OT per te viola: tu non credi nei ruoli in generale (ad esempio genitoriali) ma se per un qualche motivo il tuo matrimonio finisse potresti anche immaginarti in una relazione futura in cui tu non hai il ruolo di amare un uomo ma una dionna ?

 

o se tra un mese tuo marito ti confessasse che in realtà è una donna e che desidera cambiare sesso continueresti la relazione con lui o resteresti solo sua amica dopo il cambiamento di sesso ?

Edited by marco77
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Oddio mi rileggo e sembro una madre snaturata. (il che, per carità, qualcuno può anche pensarlo liberamente). Io ho fatto tante scelte in funzione dell'essere madre. Avevamo chiaro il tipo di genitori che volevamo essere, non sono state rinunce, è stato quello che volevamo.E' chiaro che i figli sono una responsabilità, che nel momento in cui li metti al mondo vengono comunque prima. Non foss'altro che dipendono da noi. ma non sono TUTTA la vita.

 

Marco, me l'avessero detto appena tornata dall'ospedale, avrei anche potuto fare scambio. Adesso sarei felice di abbracciarlo, non dimentico i nove mesi passati insieme, i figli hanno una spiccata individualità anche in pancia, ne' dimentico l'avventura che abbiamo vissuto in sala parto, l'averlo abbracciato, annusato, vissuto in quei momenti. Vorrei vederlo felice, sapere che sta bene, ma mio figlio è quello splendido bambino che gioca in salotto.

Sul mio futuro ruolo come amante di una donna, Marco, a me piacciono troppo gli uomini. Non "giudico" le persone dal loro sesso, le apprezzo per quello che sono, non le incasello in base ai cromosomi. Posso provare un'affinità elettiva fortissima per una donna, e era così per la mia migliore amica, eravamo due anime gemelle. Ma se mi dici di scegliere tra la statua di Antinoo e la Venere di Milo, Marco caro, mi dispiace ma il giovane bitino era assolutamente superiore ;)

Edited by Viola77
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o se tra un mese tuo marito ti confessasse che in realtà è una donna e che desidera cambiare sesso continueresti la relazione con lui o resteresti solo sua amica dopo il cambiamento di sesso ?

Ohsantacristina Marco. Ma ti pare che mio marito mi ha mentito per 18 anni e il mio problema sia il fatto che vuole cambiare sesso?

E comunque siamo terribilmente OT :D

Edited by Viola77
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Si esattamente. Non mi sono spiegata bene. Secondo me bisogna essere molto "forti"  per puntare tutti sui figli, nel senso che ci si espone a grandi rischi e pericoli che si deve essere in grado di affrontare. Io credo che riempire la propria vita di tante passioni, di tante cose che ci rendano vivi, renda l'essere felici una cosa molto più semplice da raggiungere. Che sia la via "facile". Non so se riesco a spiegare quello che voglio dire.

Ti sei spiegata benissimo e hai perfettamente ragione.

 

Aggiungo che noi non siamo naturaliter politeisti, e che non dobbiamo maramaldeggiare invocando termini mal intesi. I Greci erano naturaliter politeisti. Oggi un atteggiamento politeista può significare anche soltanto investire su un pacchetto azionario diversificato in modo che se crolla un titolo non ci si trova col culo per terra improvvisamente: il massimo del calcolo utilitario-pragmatico.

 

Quindi il pluralismo è la via più facile nel duplice senso del termine: facile, anche nel senso di 'facilina'.  

 

L'unica cosa che giustifica il pluralismo/politeismo (come, beninteso, anche il monoteismo) sono le passioni che ne sono alla base, e, soprattutto, la sincerità delle passioni. 

 

Ma chi può credere alla totale sincerità delle forme del vivere, che sono ovviamente anche costruite? Insomma, non se ne esce... Se non invocando una prova esterna, come quando tu ti riferisci al giudizio, se così si può dire, che i tuoi figli daranno su di te: se abbiamo persuaso i nostri simili, le persone che avranno avuto a che fare con noi, che eravamo sinceri, o sufficientemente sinceri, tanto basti.

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