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I soldi nella coppia.


penna

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@wasabi E' vero, è un gesto estremo, ma evidentemente vede in te il suo futuro.

 

 

Sì, questa è la base di tutto, noi vediamo il nostro futuro insieme, non ci metteremmo mai a fare conti sul "ne varrà la pena?".

Certo che ne vale la pena, è la nostra vita e la nostra felicità ...

 

Poi c'è anche da dire un'altra cosa, esistono tanti aspetti che non si riescono a conteggiare nel "conto economico" famigliare.

Prendiamo per esempio le casalinghe o i casalinghi, che scelgono di dedicarsi alla casa e agli eventuali figli.

I soldi, in quel caso, sono tutti del compagno che lavora e tutto ciò di cui hanno bisogno è un suo "regalo"?

 

Oppure, prendiamo un caso meno "estremo", se uno dei due partner trova un lavoro importante o ha la possibilità di avere una promozione trasferendosi in un'altra città, l'altro magari dovrà cambiare lavoro e potrebbe ritrovarsi a guadagnare meno di prima (pur magari traendone un vantaggio complessivo, a livello di coppia). Questo come si conteggia se si vogliono fare i calcoli a tavolino?

 

Io non voglio fare certo un discorso di "do ut des", perchè le cose non funzionano così, ma, per esempio, se io non avessi deciso di seguire il mio ragazzo qui a Londra, lui non avrebbe mai accettato questo lavoro così ben remunerato. Quando ci si vede come coppia, e, quindi, come famiglia, viene naturale pensare al bene comune, a cosa fa stare meglio entrambi, in un'ottica "integrata", piuttosto che al massimo vantaggio per il singolo.

Edited by wasabi
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I soldi, in quel caso, sono tutti del compagno che lavora e tutto ciò di cui hanno bisogno è un suo "regalo"?

 

 

se uno dei due partner trova un lavoro importante o ha la possibilità di avere una promozione trasferendosi in un'altra città

 

 

Ecco, come appunto dicevo diciamo che questi son i miei "casi".

Nel primo quote posso dirti che tra l'altro il fatto che io sia mantenuta da lui porta a lui meno tasse e un assegno famigliare mensile nella busta paga. (Purtroppo questo però succede solo nelle coppie etero sposate, in questo pessimo paese)

Nel secondo quote posso dirti che io vivevo a Roma, e a Roma un lavoretto del cazzo lo trovi se proprio non vuoi stare a casa, invece il lavoro lui l'ha trovato in provincia, e qui non c'è nessuna possibilità, per ovvi motivi che ho detto in un post addietro, di trovare lavoro.

Edited by Northern
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Appunto, esistono molti aspetti che non si possono "quantificare", molto meglio non fare conti e vivere come una "cosa sola", perchè è davvero questo che una coppia è. Si è una cosa sola quando si soffre e quando si è felici, quando uno dei due si ammala, quando ci si sostiene a vicenda nei momenti "no", quando si è spensierati in vacanza e quando si sta svegli fino a tarda notte per aiutare l'altro a finire di studiare (o a finire un lavoro). Nell'ottica della gratuità reciproca, i soldi vanno considerati come uno dei tanti aspetti, da non assolutizzare, ma da vedere come uno strumento che può aiutare a vivere un po' meglio insieme, non certo qualcosa che crei divisioni o sensi di inferiorità.

Edited by wasabi
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una coppia è formata, per definizione, da due persone... due persone, non un essere con quattro braccia e quattro gambe. Se dovessi render conto di tutte le cavolate che compro e blablabla penso che preferirei rimanere single. I miei vivono serenamente con la separazione dei beni da 20 anni, mia madre spende TUTTI i soldi che guadagna in vestiti per noi quattro e stipendi vari e cibo xD, e mio padre accumula e paga le bollette, e penso proprio che si amino ancora, rispettandosi eccetera ... anzi, questo probabilmente mantiene in piedi il loro matrimonio perchè se mio padre sapesse quello che spende mia madre probabilmente morirebbe di crepacuore ! 

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Ma l'avere un solo conto non vuol dire rendere conto delle cavolate che si comprano :D

Io credo che in fondo non sia necessariamente un problema, io sto con mio marito da 18 anni e non abbiamo mai questionato per i soldi, ne' da ragazzi, ne' con i conti divisi ne' col conto unico (che poi è diventato unico probabilmente proprio per questo) :D

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@@BlaineAnd. Credo che tuo padre sappia bene quanto spende tua madre, anche perché sarà consapevole di quanto guadagna.

E comunque anche quello che fanno loro è una cosa da "coppia", tua madre spende soldi per voi figli, mentre tuo padre vi fa avere luce,gas, internet e un cuscinetto su cui "poggiare il sedere" se dovesse succedere qualcosa in futuro.

Tra l'altro io son la prima persona che prende di fumo quando qualcuno tratta me e mio marito come un'unica entità, ma come ha detto @@wasabi l'amore ha diverse sfaccettature, e i soldi sono solo una di queste cose.

Come ho già detto per me i soldi sono solo una cosa fine a vivere assieme.

In ogni caso non bisogna estremizzare, io penso quel che ho detto nei precedenti post, ma son anche consapevole che se una coppia trova la propria armonia economica tenendo due conti separati non significa che non si amino, semplicemente se succedesse a me la vedrei come una mancanza di fiducia.

Così come una coppia che decide di condividere tutto non significa che sia una cosa morbosa.

 

Tra l'altro come dice Viola non significa dar conto di ogni singolo movimento economico che si fa.

A me è capitato spesso di ordinare roba su internet e poi renderlo partecipe di questa cosa semplicemente perché a casa arrivava il pacco.

Ma questo succede proprio perché mettendo in comune il proprio conto si da fiducia all'altro e si da pieno accesso ai soldi, quindi non si deve stare sempre a controllare ogni singolo centesimo.

Ovvio che poi per le spese grandi si debba parlarne e decidere assieme. Ma insomma, se uno è intenzionato a comprarsi un auto ne parlerà con il partner anche non avendo i conti in comune no?

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Tra l'altro come dice Viola non significa dar conto di ogni singolo movimento economico che si fa.

 

No, certo, però come ho detto a Viola qualche post fa, penso che molto dipenda dalla percezione che poi si ha dei propri soldi in un regime di risorse unificate e dalla situazione economica generale della coppia.

Là dove in una coppia con due conti distinti (e la semplice suddivisione delle bollette) diventerebbe molto una questione di "destinare dei fondi" e poi riservare il resto all'altro, a spese extra per la casa o a se stessi, in una relazione con due persone aventi un fondo comune ed unico, penso si potrebbe incorrere nel rischio di tensioni derivanti dal "ah, hai fatto una spesa inutile con questi soldi".

Naturalmente non intendo dire che un rischio simile sarebbe scontato o, viceversa, inesistente quando si tengono i due conti separati, però è un po' come quando si utilizzano i soldi dei propri genitori: magari non si deve rendere conto di ogni singolo movimento, però alla fine tocca entrare nell'ottica del "sono soldi anche loro".

E' una forma mentis differente, non so se mi spiego.

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northern: sì, se uno ha uno stipendio maggiore può permettersi hobby e svaghi più costosi (o semplicemente, se i soldi sono pochi, può permettersi qualche svago invece di zero), che, se mettesse in comune i soldi, non potrebbe più permettersi.

 

È giusta la domanda sulla situazione di difficoltà economica persistente di uno dei due. Come dicevo, se è una difficoltà che mette a rischio la vita insieme, o se è una particolare emergenza, credo aiuterei senza problemi. Lo farei però cercando di passare il messaggio che..non è una cosa scontata, non è un mio dovere in quanto partner, e qualora ce ne sia la possibilità mi aspetterei, anche sul lungo termine, una qualche restituzione. Se poi risulta impossibile non importa. Quel che conta però è che passi l'idea che è un favore che si fa perché ci si aiuta in un momento difficile, (e in questi termini sono disponibilissima), non qualcosa che si può pretendere.

Ecco, forse in realtà quello che mi disturba di più è inserire il mantenimento tra gli scontati doveri della coppia, mentre io lo vedo più come una cosa che si fa secondo le circostanze, sulla base del buon senso, e in caso di necessità, non che si parta di base mettendo tutto in comune.

Nel caso in cui uno rimanga senza reddito per molto tempo, credo sia giusto garantirgli l'indispensabile, ma non consentirgli di tenere lo stesso stile di vita del partner che prende 3000 euro al mese, vivendo completamente a sbafo.

Cioè, se vuole la macchina nuova strafiga ne fa a meno. Se proprio gliene serve una, che so, per lavoro, si accontenta di un modello economico, e magari il partner più abbiente gli anticipa un po' di soldi, ripeto, a titolo di favore, come farebbe un caro amico o un parente, non a titolo di mantenimento dovuto.

 

Viola: il senso di colpa che descrivi e tutto il resto della situazione per me sarebbe insostenibile, è proprio quello che vorrei evitare a ogni costo.

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Bullfighter4

È giusta la domanda sulla situazione di difficoltà economica persistente di uno dei due. Come dicevo, se è una difficoltà che mette a rischio la vita insieme, o se è una particolare emergenza, credo aiuterei senza problemi. Lo farei però cercando di passare il messaggio che..non è una cosa scontata, non è un mio dovere in quanto partner, e qualora ce ne sia la possibilità mi aspetterei, anche sul lungo termine, una qualche restituzione.

 

A me viene la pelle d'oca a leggere queste cose. Penna, ripeto come ho scritto piu' volte, e' solo il mio parere personale. Io non penso che sia un dovere, ma una cosa naturale. A meno che si pensi che l'altro guadagno meno perche' o e' pigro, o non abbastanza intelligente/scaltro/ambizioso/fortunato/etc, non riesco a concepire una coppia con un rapporto del genere.

Volevo fare una battuta poco politicamente corretta, ma dalle reazioni avute finore, non mi sembra il caso :-)

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Viola: il senso di colpa che descrivi e tutto il resto della situazione per me sarebbe insostenibile, è proprio quello che vorrei evitare a ogni costo.

Non ho capito, a quale senso di colpa ti riferisci? perchè ho tanti difetti ma il senso di colpa è una sentimento che mi è estraneo :D

Al discorso dei libri? ma mi pare logico che si debba tenere a freno una passione, anche se è una passione sfrenata ;) anche chi compra le attrezzature fotografiche con i propri soldi immagino che faccia la stessa cosa, compri un po' alla volta, se magari un mese ha comprato due ottiche per un po' non compra altro, non foss'altro che c'è più gusto a fare così.

 

Quello che voglio dire è che facevo lo stesso ragionamento quando avevo i soldi "miei", non ho cambiato modo di ragionare. Poi davvero ti assicuro che non mi sento in colpa, ho comprato un libro ieri e uno stamani e sto benissimo :D

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Io sono per il conto unico e un po' di intelligenza nel gestirlo. Nel senso che per me i soldi sono nostri e ognuna delle due si compra quello che le pare, basta ovviamente permetterselo.

Il fatto di condividere con l'altro l'acquisto prescinde dall'avere o no il conto in comune. Se la mia ragazza vuole comprarsi un nuovo cellulare mi piace parlarne per il piacere di consigliarla, se se lo compra senza dirmi nulla pazienza, ha tutto il diritto di farlo, il piacere della condivisione lo trovo in altro, che non nel sapere cosa vuole comprare e quanto vuole spendere.

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Nel caso in cui uno rimanga senza reddito per molto tempo, credo sia giusto garantirgli l'indispensabile, ma non consentirgli di tenere lo stesso stile di vita del partner che prende 3000 euro al mese, vivendo completamente a sbafo.

Cioè, se vuole la macchina nuova strafiga ne fa a meno. Se proprio gliene serve una, che so, per lavoro, si accontenta di un modello economico, e magari il partner più abbiente gli anticipa un po' di soldi, ripeto, a titolo di favore, come farebbe un caro amico o un parente, non a titolo di mantenimento dovuto.

 

 

A me questo sembra abbastanza allucinante ... ma non tanto a livello della razionalità dei concetti espressi (che, per carità, regge), quanto proprio nell'impostazione.

Non so, mi sembra inconcepibile, è un discorso che dentro di me stride come sentire le unghie che grattano sulla lavagna.

 

Sta al partner che non percepisce reddito (o percepisce un reddito molto inferiore) non crogiolarsi nella condizione di "mantenuto", approfittando della generosità dell'altro, questo senza dubbio. Ma una situazione del genere si verifica in una coppia non "sana", in cui si sono instaurate delle dinamiche che esulano dal cercare insieme il benessere comune.

Edited by wasabi
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Anche per me il tuo discorso stride completamente penna. Perché va proprio al di là del concetto che io ho di coppia. Per me, se si decide di condividere l'esistenza con qualcuno, si sente anche l'esigenza di mantenere lo stesso stile di vita. Se io guadagno 1500 e la mia ragazza 1500 è la stessa cosa che se io guadagnassi 2500 e lei 500. Anzi, l'unico motivo per cui penso che entrambe debbano avere un lavoro non è una questione di soldi, ma una questione di realizzazione personale. Se io guadagnassi molto e la mia ragazza rimanesse senza lavoro, mi dispiacerebbe molto non per la mancanza di entrate da parte sua, ma perché so che questa condizione di disoccupata la farebbe vivere male. Non so so ho spiegato il concetto.

Se tu vedi il tuo partner di vita come uno a cui prestar soldi, che senso ha stare con lui?

Che mi importa di farmi la macchina costosa o farmi un bel viaggio se il mio partner non può condividerlo con me e deve mantenere uno stile di vita molto più basso del mio? Allora preferisco mettere abbastanza soldi da parte per farlo insieme quel viaggio e finché i soldi non ci sono il viaggio non lo fa nessuno dei due.

 

In ogni caso non penso che chi è per la divisione assoluta dei beni non possa stare in coppia, anzi. Come in molte altre cose, l'importante è essere d'accordo.

Per fare un esempio terra terra io posso pensare di avere una relazione lunga e duratura con una persona che la pensa come wasabi, mentre mi risulterebbe molto più ostico avercela con una persona che la pensa come penna.

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Condivido completamente il discorso di Madoka , mi ci ritrovo appieno.

 

Soprattutto in questo:

 


Se io guadagnassi molto e la mia ragazza rimanesse senza lavoro, mi dispiacerebbe molto non per la mancanza di entrate da parte sua, ma perché so che questa condizione di disoccupata la farebbe vivere male.

 

e in questo:

 


Che mi importa di farmi la macchina costosa o farmi un bel viaggio se il mio partner non può condividerlo con me e deve mantenere uno stile di vita molto più basso del mio? Allora preferisco mettere abbastanza soldi da parte per farlo insieme quel viaggio e finché i soldi non ci sono il viaggio non lo fa nessuno dei due.

 

Verissimo.

Edited by wasabi
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Che mi importa di farmi la macchina costosa o farmi un bel viaggio se il mio partner non può condividerlo con me e deve mantenere uno stile di vita molto più basso del mio? Allora preferisco mettere abbastanza soldi da parte per farlo insieme quel viaggio e finché i soldi non ci sono il viaggio non lo fa nessuno dei due.

E' lo stesso per me.

Lo stile di vita è della famiglia.

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Scusa Viola, ero dal cell e non riuscivo a rileggere bene né a quotare, mi sono sbagliata, mi riferivo non a un tuo messaggio, ma a questo post di Northern:

 

Io per esempio mi sento spesso in difficoltà quando devo spendere dei soldi, sapendo che non sono "miei", ma di mio marito mi pongo sempre mille domande, quando poi c'è da fare regali di compleanno a qualche componente della mia famiglia vado nel panico totale, per i membri della sua spendiamo anche 100-200 euro, ma mi sembra giusto così, io ho vari hobby "fai da te" quindi mi arrangio riciclando roba o comprando materiale base che costa ben poco, e alla fine alla mia famiglia faccio regalini così, ma so di per certo che non ci sarebbe nemmeno bisogno di chiedergli soldi, che lui non mi proibirebbe mai di fare regali, diciamo che son io che voglio darmi un limite.

Spesso e volentieri questa "discrepanza" si vede anche quando andiamo a fare spesa, per lui compro sempre roba di marca, roba costosa, non bado a quanto costa il cibo che compro per lui, io invece cerco sempre di prendere roba sottomarca, la cosa in offerta, di arrangiarmi con quello che c'è in casa. Se non fosse che andiamo assieme a fare spesa al supermercato probabilmente io andrei a comprarmi il cibo per me al discount, e questa cosa lui non la tollera, volano litigate assurde, perché lui non concepisce come mai se ha deciso di sua spontanea volontà di mantenermi io non debba accettare la cosa, ma alla fine in realtà il peso, almeno per me, si sente, lo sento parecchio, mi sento in colpa per ogni centesimo speso e non sempre è una bella sensazione.

Però questo comportamento lo abbiamo entrambi, così come io cerco di spendere il meno possibile lui cerca di dare a me tutto quello di cui ho bisogno senza badare a spese, per esempio l'anno scorso mi si è rotto il portatile, e con tutto che anche io suo è completamente scassato ha preferito comprarne uno nuovo a me.

 

Era questa la situazione che vorrei assolutamente evitare.

 

Comunque non c'è niente da fare, secondo me la prospettiva cambia completamente a seconda della quantità di soldi disponibili. Non escludo che, quando avrò un reddito maggiore, potrei cambiare modo di vedere la cosa. E' che adesso faccio molta fatica anche solo a immaginare com'è... Per farvi capire: io ho una piccola entrata regolare, con la quale pago affitto, bollette, benzina della mia auto succhiasoldi, insomma tutto. E ogni mese spendo più di quanto guadagno. A volte sforo di cento euro, altre di trecento.

La situazione non è tragica perché ho i miei genitori che mi coprono le spalle, e mi danno sempre qualcosa; ma anche se potrei farmi dare da loro tutti i soldi che voglio (stanno abbastanza bene economicamente) cerco di abituarmi gradualmente a non averne bisogno, perciò mi pongo ogni mese l'obiettivo di star dentro al mio solo reddito. A questo scopo mi segno tutte le spese (e per tutte intendo anche i 30 cent dell'acqua alle macchinette) sperando di arrivare a fine mese senza sforare.

 

Visto che già con le mie sole spese sforo sempre, non riesco proprio a immaginare come fare a sostenere anche le spese di una morosa priva di reddito. Ripeto, forse la mia prospettiva cambierà quando non mi farà più differenza spendere 50 euro in più o in meno, ma è che ora non riesco proprio a immaginare com'è... e l'idea di dover rinunciare a qualcos'altro per farci stare dentro qualcosa di superfluo per lei.. no, proprio non ci sta.

 

Poi c'è un secondo punto importante: io prevedo di avere spese ingenti nel futuro, di cui non potrò fare a meno, e che non vorrei mai accollarle (piuttosto mi appoggerei ai miei genitori). So che, in caso di necessità, probabilmente lei e i suoi mi aiuterebbero anche, ma vorrei assolutamente essere indipendente su quelle spese, perché sono completamente personali, indispensabili e non negoziabili (cioè non potrei mettermi a decidere con lei se è meglio questo o quello... voglio essere libera di scegliere quello che è meglio per me, che mi serve davvero, e basta, è troppo importante e personale per rischiare che ci sia un disaccordo o che io sia obbligata a compromessi, o che, come Northern, rinunci a scegliere il meglio per me perché penso "eh, sono anche soldi suoi, mica posso spenderne troppi...").

Per queste cose, quindi, mi serve una riserva di soldi di cui posso disporre in totale libertà, senza remore o sensi di colpa da gestire. E per poterla accumulare (quando avrò un reddito più alto - o l'eredità dei miei - ché ora come ora non accumulo un tubo) bisogna che io mantenga un controllo sulla mia parte di soldi, bisogna che una "mia parte" quantomeno esista.

 

Tutto qui.

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Penna capisco quello che dici, certamente arrivare precisi alla fine del mese rende l'argomento "spese" una fonte di stress,  che può influire nella tranquillità della coppia.

 

 

Poi c'è un secondo punto importante: io prevedo di avere spese ingenti nel futuro, di cui non potrò fare a meno, e che non vorrei mai accollarle (piuttosto mi appoggerei ai miei genitori).

Ecco questo invece non mi trova d'accordo. Io sono la famiglia di mio marito,  i genitori sono una cosa importantissima, ma io sono la sua famiglia, non esiste per me un discorso del genere. E lo dico da persona con un grande legame per la mia famiglia d'origine.

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Ora sia io che la mia ragazza non abbiamo un reddito, ci mantengono i nostri genitori (come penso che sia per la maggior parte degli studenti universitari in Italia) che se lo possono permettere.

Però quando andremo a vivere insieme e avremo finito di studiare, il nostro obiettivo è ovviamente quello di renderci indipendenti da loro ed è nostra intenzione fare di tutto per riuscirci.

E anche io la vedo come Viola. La nostra famiglia siamo io e lei. Se servono soldi ad una delle due si usano i soldi che abbiamo insieme. Ci si accollano insieme le necessità, anche se sono di una sola delle due.

Certo i genitori potrebbero essere un aiuto, ma solo nel caso insieme non si riescano a sostenere determinate spese, sarebbero l'ultima spiaggia però.

Ma se io ne ho bisogno e insieme riusciamo a raggiungere quella cifra non ci vedo niente di male che se lei ha l'entrata maggiore si "accolli" spese per me. Spese che se fossi da sola non potrei accollarmi.

Non so come dire, ma per me le sue necessità sono diventate le mie e viceversa. E non penso ci sia niente di morboso in questo. Penso che se si decide di condividere l'esistenza l'obiettivo di entrambi i componenti delle coppia sia il benessere e la felicità di entrambi.

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Bullfighter4

Penna, mi ha fatto piacere leggere il tuo ultimo messaggio perche' ho capito il motivo dei tuoi messaggi precedenti, our non condividendoli assolutamente. Il disagio Di avere una situazione economica precaria penso sia la ragione dei Toni " forti" Che hai usato in precedenza. Quello Che saltava ai miei occhi nei tuoi messaggi erano parole e concerti stile: pretendere, garantire l'indispensabile, vivere completamente a sbafo, etc... Ma a questo punto perche' vivere con una persona alla quale affibbi queste potenzialita' Di parassitismo?

In un altro post il buon Ben81 mi ha anche accusato Di prendere la parte degli scrocconi. Dovreste essere felici Di condividere le vostre "ricchezze" con I vostri " Amati" ( tutto virgolettato facendo anche il segno delle virgolette con le dita :-) ).

Se si parte dal presupposto Che il/la compagno/o Di vita e' un possibile scroccone, e' meglio rimanere soli.

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Era questa la situazione che vorrei assolutamente evitare.

 

 

Sai cosa? E' che dipende tutto dalla propria storia.

Quando io e mio marito ci siamo messi insieme lui viveva a 900 km da me, e ha deciso di trasferirsi a Roma per stare con me.

Per i primi 5 mesi della nostra storia abbiamo vissuto gratuitamente in casa di miei famigliari, vivendo con i soldi che ci passavano i nostri genitori, il lavoro che lui ora ha gliel'ha trovato la mia famiglia, detto in parole povere: se non stesse con me vivrebbe ancora nella sua camera a casa della madre passando il giorno al pc senza fare niente.

Se io non volessi influire sulle sue spese potrei ritornare a vivere con i miei genitori, farmi mantenere da loro (o trovare un lavoro visto che vivono a Roma), ma non sarebbe la stessa cosa. Vivremmo a 100 km di distanza, vedendoci solo nel fine settimana.

Ne varrebbe la pena? No. Perché vogliamo stare insieme. Perché i soldi nel nostro mondo sono l'ultima cosa, perché (può sembrare melenso ma è così) fin dal primo giorno in cui ci siamo messi insieme l'unica cosa a cui abbiamo pensato è il voler stare accanto, e non solo come coppia, ma fisicamente.

Posso dirti che io rinuncio a tante cose come lui fa lo stesso, ma le nostre litigate non sono litigate per rinfacciare all'altro che sta spendendo troppo, sono litigate perché vorremmo entrambi che l'altro non rinunciasse a niente.

Quando dico che mi sento in colpa nel spendere i "suoi" soldi è semplicemente perché vorrei che lui si potesse permettere cose che "forse" non può permettersi con me a carico, il punto è che in realtà potremmo permetterci tante cose, ma preferiamo risparmiare per mettere tutto in un fondo comune per poter continuare a stare insieme anche se un domani dovessero esserci problemi economici come perdita del lavoro e quant'altro.

 

Questo per farti capire che sì, a volte pondero 10 mila volte se acquistare o no un libro o un paio di scarpe, che a volte mi chiedo se sia giusto stare a spese sue, però so perfettamente che se non fosse così non staremmo insieme, non saremmo nemmeno una coppia, la nostra storia non sarebbe andata avanti perché avremmo preferito lasciarci piuttosto che stare a 900 km di distanza.

Quindi credo che la visione economica delle cose la si veda differentemente da coppia a coppia.

Preferisco di gran lunga tenermi quei piccoli sensi di colpa per aver speso 20 euro in trucchi piuttosto che sapere che non posso stare con lui, e son certa che a lui poco importa se io spendo quei soldi suoi sapendo la stessa cosa. :)

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Ne varrebbe la pena? No. Perché vogliamo stare insieme. Perché i soldi nel nostro mondo sono l'ultima cosa, perché (può sembrare melenso ma è così) fin dal primo giorno in cui ci siamo messi insieme l'unica cosa a cui abbiamo pensato è il voler stare accanto, e non solo come coppia, ma fisicamente.

 

 

E' proprio questo il nocciolo della questione.

Quando lo stare insieme è l'esigenza fondamentale, quando si sa che stare separati sarebbe la pena più grande per entrambi, i soldi assumono una valenza relativa.

 

Anch'io potrei stare tranquillamente a casa a farmi mantenere dai miei, che lo farebbero più che volentieri. Ma il flusso della vita ci ha portati in un'altra direzione e non potremmo essere altrettanto felici in altro modo. La sfida è quella di "sentirsi" famiglia in tutto e per tutto, anche se non ci sono contratti di mezzo. E' un salto nel vuoto, ovviamente, ma è solo uno dei tanti che si fanno quando si decide di mettere la propria vita in comune con quella di un'altra persona.

Edited by wasabi
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Concordo con il 'partito della famiglia' - per dire, quando io e la mia ragazza siamo state in difficoltà, ho chiesto dei soldi ai miei...che gli abbiamo restituito. Sono legatissima a loro, tra poco ci andremo a vivere, ma la mia 'famiglia' siamo noi, quella con cui avere i soldi in comune.

In passato innumerevoli vacanze e cene sono state pagate dalla mia ragazza mentre io ero ancora a casa dai miei, e senza né stipendio né 'paghetta' di sorta...E' sempre venuto naturale e se ho protestato è stato presto chetato dal suo dire con fermezza che non aveva nessun interesse a fare determinate cose da sola.

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Anch'io potrei stare tranquillamente a casa a farmi mantenere dai miei, che lo farebbero più che volentieri. Ma il flusso della vita ci ha portati in un'altra direzione e non potremmo essere altrettanto felici in altro modo. La sfida è quella di "sentirsi" famiglia in tutto e per tutto, anche se non ci sono contratti di mezzo. E' un salto nel vuoto, ovviamente, ma è solo uno dei tanti che si fanno quando si decide di mettere la propria vita in comune con quella di un'altra persona.

:D

mi piace tantissimo quello che hai detto. anche noi ci siamo sposati prestissimo, con pochi mesi di lavoro alle spalle e con quindi pochissime risorse. Avremmo potuto aspettare e fare le cose con un po' più di sicurezza economica, mentre i nostri genitori ci mantenevano (io poi a casa mia stavo benissimo, rimpiango la mamma che stira!!) ma la voglia di essere famiglia, di essere "noi" era troppa :D

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Se si parte dal presupposto Che il/la compagno/o Di vita e' un possibile scroccone, e' meglio rimanere soli.

 

Ahah ma no, non intendo dire che la mia possibile compagna di vita sarebbe una scroccona (povera xD), credo solo che sarebbe più facile fare di tutto per evitare, a lei e a me, l'onere di "doversi impegnare per non sembrare una scroccona".

 

Mettendo i soldi in comune secondo me questo rischio c'è sempre: come Northern dimostra, per quanto ci si ami e ci si ripeta che l'altro può usare liberamente tutti i soldi che vuole, nei fatti gli scrupoli te li fai lo stesso, non vivi serenamente le tue spese anche dopo anni di stabile matrimonio... finisci pure a farti scrupoli "al contrario", devi metterti a pensare che l'altro forse non spende quanto vorrebbe... insomma, io sono una persona molto diretta, e non mi piacerebbe avere sempre il dubbio del "ma avrà bisogno di qualcosa di più?" o "come faccio a chiederle questo, magari lei voleva tenere i soldi per un'altra cosa ma mi dice di sì solo perché si sente in dovere..." ...cioè, un casino di possibili malintesi per eccesso di cortesia!

 

Invece, lasciando a lei i suoi soldi e a me i miei, ognuna può fare quello che le pare in totale libertà, senza sentirsi in debito.

 

Comunque sono d'accordo sul fatto che la scelta di Northern sia probabilmente la migliore possibile. Ho già scritto varie volte che farei eccezione al mio schema qualora fosse l'unico modo per restare insieme, e mi pare che nel suo caso sia proprio così.

Probabilmente se la mia morosa non potesse lavorare per qualche motivo, la manterrei volentieri pur di farla stare con me. Però ecco, la vedrei come ultima spiaggia :)

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Però ecco, la vedrei come ultima spiaggia :)

 

Assolutamente, infatti io nel frattempo non riesco a starmene con le mani in mano, non ho il diploma e sto studiando per prenderlo e poi iscrivermi all'università, proprio perché non piace nemmeno a me alla fine stare a casa senza far niente, e una volta tornati a Roma dopo che scadrà il contratto a lui sicuramente cercherò un lavoro.

Diciamo che il discorso del "mantenimento" è momentaneo ed obbligato in questo momento, ma sinceramente come ha detto @@Madoka è anche questione di realizzazione personale, posso accettare il fatto che ora per vivere insieme io debba stare a casa, ma non credo che riuscirei a farlo per il resto della vita.

 

Poi facendo riferimento a quanto detto da @Bullfighter, io credo che se il proprio compagno o la propria compagna diventa una sorta di "sanguisuga" c'è da rivedere completamente il rapporto, non solo sotto l'aspetto finanziario. Se la persona con cui stai vede in te solo un portafoglio direi che qualcosa di fondo non va.

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Io ero curiosa di sapere, cosa si intende per dividere le spese di casa.

Significa che se arriva una bolletta di 40 euro si danno 20 euro a testa per pagarla?

 

 

 

Noi facciamo esattamente cosi' per tutte le spese, eccetto quelle personali.

 

 

 

Ho fatto un paio di domande alle quali ho avuto risposte evasive, percio' le rifaccio. mettiamo che tu e il tuo compagno decidiate di avere figli. Per motivi pratici sarebbe piu' facile per uno lavorare ( ovviamente se guadagna abbastanza da supportare economicamente la famiglia, e per l'altro rimanere a casa e badare ai figli. Cos'e', cerchereste di quantificare economicamente il prezzo dell'allevare i figli e farvi pagare dal partner per avere la vostra indipendenza economica, oppure vivreste in una situazione di "inferiorita'" economico-familiare?

 

 

Fare il casalingo/la casalinga è un'opzione non piu' sostenibile da decenni per chiunque abbia una famiglia da mantenere e non disponga di uno stipendio da dirigente. 

In qualunque coppia con figli che conosco entrambi i genitori sono costretti a lavorare, in quanto con uno stipendio "normale" una famiglia non la si campa di certo, già sarebbe durissima campare con uno stipendio in due:  con uno o piu' figli sarebbe praticamente impossibile.

Pensi che a mia madre, alle mie zie, alle mie tante colleghe donne, abbia fatto e faccia piacere lavorare, e quindi stare lontano dai propri figli?

Ma le spese sono tante, i mutui o gli affitti sono una costante per quasi tutte le famiglie, ergo la situazione che paventi è fantascienza per le coppie di ceto medio, coppie per le quali il dilemma del far rimanere a casa uno dei due non si pone proprio, se si vuole arrivare a fine mese. 

 

 

Perdete il lavoro, e decidete di tornare a scuola per avere migliori possibilita' di impiego in futuro. Usereste i soldi del nucleo familiare, o solo i vostri risparmi? E se i risparmi non sono abbastanza?

Vi ammalate, e dovete ridurre drasticamente le ore di lavoro se non abbandonarlo in maniera definitiva. I vostri hobbies verrebbero eliminati, niente piu' cellulare figosi perche' non ve li potete permettere con i vostri soldi, mentre il vostro partner puo' continuare a fare le proprie cose con i sui soldi " personali"?

 

 

In caso di perdita del lavoro o in caso di malattia cercherei, finchè possibile, di non gravare sul mio partner, in quanto ho una dignità e fare il mantenuto a 31 anni non è per me un'opzione definitiva. E' chiaro che, se non avessi piu' di che campare, accetterei il suo aiuto, cercando però poi, a problema superato, di restituire il denaro da lui speso per me.

Idem per lui: è capitato che in passato mi abbia prestato dei soldi, ma non appena ho potuto glieli ho restituiti.

 

 

 

Avendo conti separati, in caso di bisogno del partner lo si andrebbe ad aiutare? E se la cosa si ripetesse ogni mese come si affronterebbe la situazione?

 

 

E' chiaro, mica lo lasci morire di fame!

Nel caso il problema si ripresentasse ogni mese la discriminante sarebbe il motivo: un conto sarebbe se avesse perso il lavoro per una causa di forza maggiore, o una malattia che gli impedisse di lavorare;  un altro conto sarebbe se si fosse stufato di lavorare e non si impegnasse nel cercare lavoro, preferendo stare in panciolle e farsi mantenere a tempo indeterminato!

 

 

Prendiamo per esempio le casalinghe o i casalinghi, che scelgono di dedicarsi alla casa e agli eventuali figli.

I soldi, in quel caso, sono tutti del compagno che lavora e tutto ciò di cui hanno bisogno è un suo "regalo"?

 

 

Come detto prima, le casalinghe che rimangono a casa, facendosi mantenere dal marito che guadagna bene per tutta la famiglia, è una situazione molto anni 50, situazione oggi ridotta a casi davvero rari.

Già negli anni 70-80, quando i miei erano giovani, tale situazione anche volendo non era piu' attuabile dalle coppie del ceto medio.

 

 

È giusta la domanda sulla situazione di difficoltà economica persistente di uno dei due. Come dicevo, se è una difficoltà che mette a rischio la vita insieme, o se è una particolare emergenza, credo aiuterei senza problemi. Lo farei però cercando di passare il messaggio che..non è una cosa scontata, non è un mio dovere in quanto partner, e qualora ce ne sia la possibilità mi aspetterei, anche sul lungo termine, una qualche restituzione. Se poi risulta impossibile non importa. Quel che conta però è che passi l'idea che è un favore che si fa perché ci si aiuta in un momento difficile, (e in questi termini sono disponibilissima), non qualcosa che si può pretendere.

 

 

Esatto.

Leggere di casi (letti proprio in questo topic) in cui mariti/compagni si fanno mantenere a tempo indeterminato, e senza un motivo contingente, solo per pigrizia, mi lascia allibito. Mi lascia llibito sia leggere che esista gente cosi' inetta e senza amor proprio, sia che esista gente disposta ad accettare di essere sfruttata, perchè certe situazioni non sono atti d'amore, ma atti di mero sfruttamento.

Io, adulto, mi vergognerei a farmi mantenere dai genitori o dal mio partner solo per "pigrizia"; lo accetterei solo se non avessi scelta, in casi limite, come quelli sopra elencati, e di certo non a vita, salvo poi ovviamente impegnarmi per ripagare gli sforzi economici a me dedicati.

 

 

 

 

 

 

 

In un altro post il buon Ben81 mi ha anche accusato Di prendere la parte degli scrocconi. Dovreste essere felici Di condividere le vostre "ricchezze" con I vostri " Amati" ( tutto virgolettato facendo anche il segno delle virgolette con le dita

 

 

 

Vedi che o non leggi, o, come ho notato e fatto notare prima, hai problemi di comprensione?

Quando ho parlato del tuo "difendere gli scrocconi" rispondevo alla tua frase in cui citavi COMITIVE in cui sono presenti scrocconi che si abbuffano sulle spalle degli altri

 

Bullfighter, on 06 Jan 2013 - 16:59, said:

Questa idea del mio e del tuo mi ricorda quando vedi le compagnie Che escono a cena e poi invece Che dividere equamente iniziano I conteggi tipo," ma tu hai preso il filetto reale e io solo pane raffermo".

 

Ergo non mi riferivo ai nostri AMATI, ma alle COMITIVE scroccone, da te citate, e da te difese.

Il che lascia capire tante cose.

 

Per inciso, una persona educata, rispettosa, e dotata di dignità  non prenderebbe filetto pretendendo di farlo pagare a chi ha consumato solo patatine, cosi' come non si farebbe mantenere vita natural durante da il/la partner.

Edited by ben81
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Pensi che a mia madre, alle mie zie, alle mie tante colleghe donne, abbia fatto e faccia piacere lavorare, e quindi stare lontano dai propri figli?

perchè ai colleghi uomini invece non importa di lavorare e star lontano dai propri figli? ;) L'accudimento dei figli non è certo una prerogativa femminile.

A me piace andare a lavorare e (oddio) anche stare lontano dai miei figli.

Lo so che è OT, chiedo venia, non ho saputo resistere

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Era solo un esempio della situazione piu' diffusa.

In ogni caso, etero o gay, padri o madri, sarebbe bello se almeno uno dei due potesse dedicarsi ai figli, e passare tanto tempo con loro, soprattutto in una fase delicata come quella della crescita. A me, come penso a tutti, quando ero bambino ed i miei uscivano a turni incrociati per lavorare, dispiaceva molto vederli andare via: ma non c'era scelta, visto che due stipendi era indispensabili non per pagare dei vezzi, ma per pagare il mutuo e tutte le altre spese.

 

p.s. il top sarebbe vivere di rendita, stare entrambi a casa, ed accudire i figli, sempre se vogliamo rimanere su casi limite.

Edited by ben81
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Come detto prima, le casalinghe che rimangono a casa, facendosi mantenere dal marito che guadagna bene per tutta la famiglia, è una situazione molto anni 50, situazione oggi ridotta a casi davvero rari.

 

 

Insomma ... nel sud Italia le casalinghe sono ancora tante, ma anch'io l'ho definito un caso abbastanza "estremo".

Però è innegabile che ci sono tante persone (soprattutto donne) che limitano le proprie possibilità di carriera per occuparsi della famiglia.

Per queste persone mi sembra molto scorretto fare i conti economici precisi di "cosa è mio perchè l'ho guadagnato io e cosa è tuo",

mi sembra un'ottica troppo individualista.

 

Concordo con te sul fatto che fare i mantenuti per pigrizia sia una condizione non molto onorevole, ma voglio sperare che si tratti di casi davvero rari (più rari delle casalinghe). Credo che sia fonte di grande frustrazione personale la mancata realizzazione professionale dovuta a pigrizia, oltre che un comportamento scorretto vero il partner "sfruttato".

Edited by wasabi
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