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Quando anche gli Italiani erano considerati "negri"


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Negli anni '40 del XIX secolo proprio quando la popolazione degli Stati Uniti d'America iniziò a diventare più disomogenea con l'aumento dell'immigrazione dall'Europa meridionale ed orientale si diffusero convinzioni sulla necessità di distinguere i "bianchi". Nacque la suddivisione etnica dei "caucasici" in una gerarchia razziale stabilita scientificamente al cui vertice vi erano gli anglosassoni e i popoli nordici.

Il 1° gennaio 1863 venne abolita la schiavitù da Abraham Lincoln, nel 1865 con la sconfitta dei Confederati Sudisti e la conferma dell'abolizione della schiavitù l'ideologia razzista negli U.S.A. si istituzionalizzò a partire dal 1870 basandosi sulle teorie del razzismo scientifico appena formulate e moltissimi Stati dell'Unione (quasi tutti) introdussero leggi discriminatorie (le Leggi Jim Crow abolite nel 1964) praticamente di segregazione razziale che definivano anche il reato di "mescolanza razziale" cioè la proibizione di matrimoni misti e delle unioni interrazziali. 

Nella maggior parte degli Stati Uniti le persone provenienti dal Portogallo, dalla Spagna, dalla Francia del Sud, dall'Italia del Sud, dalla Grecia, dal Nord Africa e dal Medio Oriente furono classificate «diversamente bianche» e lo stesso termine "bianco" era in riferimento agli anglosassoni, i germanici e gli scandinavi. L'appartenenza alla razza bianca dei non-nordici (come gli slavi) era spesso messa in discussione. Gli europei del Sud erano considerati appartenenti alla "razza mediterranea", a sottostare alle peggiori condizioni, e in molti Stati vennero equiparati ai neri, con diverse accentuazioni da zona a zona. Persino gli irlandesi ai quali si attribuivano origini mediterranee (??) erano oggetto di forte pregiudizio e discriminazione. Spesso però il preconcetto non colpiva tanto l'origine etnica di questi quanto la religione cattolica professata dagli immigrati "papisti", che nella società puritana statunitense erano guardati con grandissima ostilità.

Insomma negli Stati Uniti trionfarono le teorie razziste europee che giustificavano la propria superiorità razziale per sottomettere i popoli colonizzati avendo come conseguenza nel 1920 la massiccia diffusione delle teorie dell'eugenista Madison Grant che saranno poi ispirazione dell'eugenetica nazista e sterilizzazione nel Terzo Reich. 

L'Immigration Restriction League, fondata nel 1894, grazie alla pressione politica ottenne la chiusura delle frontiere statunitensi tra il 1921 e il 1924 opponendosi anche all'immigrazione dei popoli mediterranei. L'organizzazione fece passare leggi che proibivano l'entrata nel paese ai mediterranei analfabeti modificando le quote d'ingresso, gli spagnoli e gli italiani erano i popoli più analfabeti d'Europa e solo il 15% di questi emigranti poté entrare negli U.S.A. Per contro fu grandemente aumentata la quota consentita per gli immigrati provenienti dai paesi nordici.

Nel 1922 in un tribunale dell'Alabama una donna italiana venne dichiarata "non appartenente alla razza bianca", nel 1927 furono condannati a morte ingiustamente i due italiani anarchici Sacco e Vanzetti, questi due fatti provocarono grave scontento e sconforto nell'opinione pubblica italiana che si sentì colpita razzisticamente dalle nazioni dell'Europa occidentale. Gli Italiani venivano visti come mediterranei dalla pelle olivastra non propriamente bianchi un po' come gli zingari.

Solo dagli anni '30 del XX secolo con la paura del "pericolo comunista" dopo la crisi di Wall Street la strategia politica cambiò, in tutti gli States si adottarono teorie meno rigide e i segregazionisti estesero i diritti dei bianchi a tutti i "caucasici" gruppo razziale che includeva anche la razza mediterranea per paura che questi discriminati creassero una coalizione con asiatici e neri.

Tutte le altre presunte razze rimasero escluse dai diritti civili per qualche decennio ancora. Gli stessi ebrei, di cui si parla tanto e si ritengono "padroni dell'America" (buffonata) non poterono fuggire negli Stati Uniti durante la Shoah, questi ne accolsero solo 30.000 in tutta la Seconda guerra mondiale.

 

Forse certi gay e bisex razzisti dovrebbero meditarci su.

Edited by Ainelif

Tutti gli immigrati all'inizio sono considerati "negri". Anche oggi per alcuni svizzeri (senza andare tanto lontano) siamo allo stesso livello. Per fortuna che non tutti gli elvetici sono razzisti. Ricordo una vigilessa di Lugano, carina, con le treccine bionde, sembrava Heidi ma appena aperse bocca fece uscire una serie di insulti verso gli italiani ed il nostro paese da far impallidire il capo del ku klux klan, mentre un'altra volta, sempre in Svizzera, mi ritrovai una bella rigata lungo tutta la fiancata dell'auto. Poi ripeto, la maggioranza degli svizzeri non sono così, ho pure avuto un fidanzato svizzero e tutt'ora ho amici svizzeri, però le mele marce ci sono.

Due domande:

1) Perchè hai messo questo cazziat...spunto di discussione in "Libri, arte e cultura"?

2) Dove hai letto che gli ebrei si considerano i padroni d'America?

 

Ma se la maggioranza dei complottisti cospirazionisti sostiene che gli USA erano in mano a lobby ebraiche?

Che c'entra l'orientamento sessuale con le etnie?

 

Beh non penso che gli omosessuali conducessero una vita tranquilla in tale mondo. Comunque è un mio commento finale e personale su certi soggetti che elogiano la destra estrema e il conservatorismo ignorando che la propria sessualità è sempre stata screditata, diffamata e schifata da tali ambienti.

@@Ainelif quello secondo me, più che razzismo è stupidità entrare a far parte di un gruppo che discrimina la propria persona. Poi credo che gli estremismi sono una fucina di odio e di violenza verso tutti, compreso sé stessi.

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