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COMING OUT CREATIVI


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   Più o meno all'età di 12 anni ho capito di essere gay. Mi è stato più naturale dirlo ai miei genitori "hippy" che ai compagni o agli amici o peggio agli altri famigliari, a mio fratello. Mi è capitato spesso e volentieri di esaurirmi nelle solite e a volte inutili divagazioni mentali di "quali parole avrei usato, come e in quali circostanze avrei dichiarato la mia omosessualità, come avrebbero reagito i miei cari, che disdetta, che tristezza". 

   Un pranzo domenicale mi dichiarai ai miei genitori e loro mi guardarono e mi dissero che lo sapevano già, lo avevano intuito e di non essere così preoccupati. Fortuna mea.

   A 16 anni, avendolo raccontato a qualche amica, lo sapeva già tutto il paesino vicino al quale vivo. Non vi dico che scandalo, per loro, non per me, ma oltre la semplice dichiarazione di omosessualità... ... la realtà penso sia anche un altra, mi spiego meglio, con un esempio.

   Dalle mie parti si taglia la legna per l'inverno e per me era arrivata l'età di aiutare la squadra di boscaioli montanari amici di mio padre, non immaginatevi ora un gruppo di figaccioni perchè state solo immaginando, immaginate un gruppo di facoceri e sarete più vicini alla realtà. Gli amici di mio padre erano a conoscenza del figlio "busone" del loro amico, eravamo al bar di paese quando dimostrarono la loro diffidenza nel farmi partecipare, risatine comprese. Di fronte al preconcetto che se sei gay non puoi combattere o farti valere o la legna non la puoi tagliare perchè sei gay e

di fronte alla tristezza di mio padre (per il rifiuto dei suoi amici) ed essendo io del segno dell'ariete, si dice il più testardo dei segni zodiacali, scatenai la furia che sono.

   Il primo giorno nel bosco fu decisamente difficile (ma sono in forma e non mi faccio spaventare tanto facilmente). Poichè la motosega era da esperti, mi toccò il falcetto, mi sentii un guerriero, poveri alberi. Feci vedere io a tutta la congrega di che pasta ero fatto, ero ovunque, mi giravo e aiutavo a spostare un tronco, più avanti avevano bisogno di pulire dei rami, io ero lì ad aiutarli.

Durante gli spuntini e le pause tiravo fuori la crescenta con le olive, fatta da me, tutti la mangiavano.

   Dopo la prima settimana, era tutto più semplice, ero più esperto, ero dentro. Ma la diffidenza da parte degli amici di mio padre c'era ancora. Sono quasi passati 10 anni, ora posso usare la motosega, ma anche con questo simbolo fallico in mano, ancora qualcuno è diffidente, ma per fortuna non è un problema mio, il problema è loro, il mio compito al massimo sta nell'aiutare la conoscenza del mio mondo. Infatti qualche anno fa uno degli amici di mio padre venne da me, per avere consigli su come comportarsi con la figlia lesbica (da facocero in farfalla).

   Ogni individuo si ritrova condizionato e traviato da una serie di influenze che lo modellano inconsapevolmente, impedendo il normale realizzarsi del proprio essere. Le pressioni famigliari, sociali e culturali ci richiedono spesso imitazione, conformismo, ripetizione e tradizione. 

Il vero lavoro di Coming out sta nel liberarsi da questi limiti, che non corrispondono alla nostra personalità. Ovvero, smettendo di ripetere le prescrizioni della società in cui viviamo, della cultura in cui siamo cresciuti, apportiamo una innovazione importante alla società e alla cultura stessa. 

Nei corsi e ricorsi storici è capitato spesso che all'inizio, le rivoluzioni siano avvertite come un'offesa all'ordine prestabilito. 

Di fronte a questi ostacoli abbiamo due possibilità: o reagiamo adottando un comportamento già sperimentato e conosciuto oppure possiamo creare, ovvero dare spazio alla nostra unica creatività di essere umano consentendo così all'ostacolo di diventare il nostro maestro, la nostra guida, inventando una soluzione inedità.

   Mi sono fatto uomo, e soprattutto in questi anni ho dimostrato a me stesso di non 

dover essere effemminato per forza (anche i gay sanno tagliare la legna),  ne che tanto meno la mia femminilità fosse di peso a nessuno (la crescenta se la mangiano tuttora). 

   Ma di esempi di questo genere, preconcetti latenti che tocca a noi colorare, scolpire e ridisegnare, ce ne sono tanti. 

...magari vi pensavano artisti e vi siete dimostrati architetti... 

 
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https://www.gay-forum.it/topic/22637-coming-out-creativi/
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Hai una bella determinazione e tanta voglia di non scontare l'omofobia della gente. Di per se la situazione per uscire dall'armadio non sembrava granché visto l'ambiente di montagna e i piccoli paesi che sono solitamente più restii alle "novità". Meno male che hai dei genitori hippy!

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Intendevo dire che questa "ansia" di dimostrarsi all'altezza della situazione

ha avuto - e ha tuttora - un effetto molto potente sul modo di presentarsi dei gay reali.

 

Nella convinzione che tutti gli etero ci credano mammolette che lavorano a maglia,

siamo diventati dei perfetti stereotipi gay.

 

Come i Village People:

http://www.google.it/imgres?hl=it&safe=off&client=ubuntu&hs=lWG&sa=X&tbo=d&channel=fs&biw=1700&bih=908&tbm=isch&tbnid=KKtLQmUMw_DEFM:&imgrefurl=http://miticulttrash.blogspot.com/2010/06/i-village-people-roma_18.html&docid=iCuxzl8JQ1oktM&imgurl=http://3.bp.blogspot.com/_b4u4IxCi3OU/TBu9Z0Q-ZVI/AAAAAAAAFC8/TbxB9Q-szP8/s1600/spca-village-people.jpg&w=1600&h=1075&ei=UEf4UKnwF4Lf4QSo-oB4&zoom=1&iact=rc&dur=487&sig=113694893080634001062&page=1&tbnh=139&tbnw=218&start=0&ndsp=48&ved=1t:429,r:2,s:0,i:115&tx=73&ty=88

 

In sintesi non credo che l'omofobia si combatta con la motosega,

esattamente come non servono una motocicletta,

i baffi a manubrio e una camicia a scacchi e una giacca di cuoio.

 

In sintesi "tagliare la legna" è una "occupazione da gay" da almeno trent'anni

come dichiara chiaramente questa arcinota canzone degli indimenticati Monty Python.

 

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Intendevo dire che questa "ansia" di dimostrarsi all'altezza della situazione

ha avuto - e ha tuttora - un effetto molto potente sul modo di presentarsi dei gay reali.

 

Nella convinzione che tutti gli etero ci credano mammolette che lavorano a maglia,

siamo diventati dei perfetti stereotipi gay.

 

Come i Village People:

http://www.google.it/imgres?hl=it&safe=off&client=ubuntu&hs=lWG&sa=X&tbo=d&channel=fs&biw=1700&bih=908&tbm=isch&tbnid=KKtLQmUMw_DEFM:&imgrefurl=http://miticulttrash.blogspot.com/2010/06/i-village-people-roma_18.html&docid=iCuxzl8JQ1oktM&imgurl=http://3.bp.blogspot.com/_b4u4IxCi3OU/TBu9Z0Q-ZVI/AAAAAAAAFC8/TbxB9Q-szP8/s1600/spca-village-people.jpg&w=1600&h=1075&ei=UEf4UKnwF4Lf4QSo-oB4&zoom=1&iact=rc&dur=487&sig=113694893080634001062&page=1&tbnh=139&tbnw=218&start=0&ndsp=48&ved=1t:429,r:2,s:0,i:115&tx=73&ty=88

 

In sintesi non credo che l'omofobia si combatta con la motosega,

esattamente come non servono una motocicletta,

i baffi a manubrio e una camicia a scacchi e una giacca di cuoio.

 

In sintesi "tagliare la legna" è una "occupazione da gay" da almeno trent'anni

come dichiara chiaramente questa arcinota canzone degli indimenticati Monty Python.

 

 

   Hai sicuramente ragione  :)  Che ridere! Pensa che le camice alla boscaiola mi piacciono un casino. Sono utili, comodissime, calde (quelle vere naturalmente di pile o flanella non quelle moderne fashioniste) e poi quando sono rovinate sono perfette per i gatti, freddolosi come me.
   Pensa che aldilà del moderno lignaggio gay (gli esempi che hai fatto, e se ne possono fare anche altri), il boscaiolo con la sua classica camicia che conosciamo noi oggi, appartiene anche e soprattutto alla tradizione degli Stati Uniti e alla mitica storia di "PaulBunyan and Babe the Blue Ox" ovvero il gigante taglialegna e il suo bue blu altrettanto enorme:

 

   Naturalmente la leggenda ha molte versioni, tra le quali la storia della creazione del gran Canyon e dei grandi laghi canadesi, creati dal boscaiolo per permettere al bue di abbeverarsi. La metà degli stati americani (arizona, colorado, california, florida, idaho, illinois, indiana, maine, michigan, minnesota, missouri, new jersey, new mexico, new york, north dakota, ohio, oklahoma, oregon, washington e infine wisconsin) ha una statua enorme del "boscaiolo e del suo bue" (statue di oltre 5 metri e risalenti anche agli anni trenta) e spesso è raffigurato con la sua camicia alla boscaiola con la classica fantasia a scacchi, rossa.
 
 
Vuoi che i Simpson non dicessero la loro?
del boscaiolo gigante homer ho trovato solo questa bruttina versione in spagnolo
 
 
   Una favola per imprimere nei bambini tendenze gay di boscaioli con la camicia di pile?
No, solo una tradizione, magari raccontata per altri motivi, che poi, per la marmaglia di essere umani che siamo, ritroviamo
personalizzata o spersonalizzata del suo valore.  
   L'ansia di dichiararsi è solo l'inizio perchè poi ci ritroviamo con l'ansia di dimostrarsi e dimostrarci all'altezza della situazione, all'altezza di cosa poi non lo capisco. Ma guardando queste ansie (che appartengono non solo alla società gay, ma a qualsiasi rivoluzione umana, ad esempio al femminismo) vi è anche e soprattutto la necessità di capire noi stessi e gli altri, passo dopo passo e oltre l'atto di dichiararsi, è soprattutto un esercizio quotidiano di amore (che con mio fratello e mia nonna ancora non mi è riuscito, non ci parlo da anni) e non di motosega. 
   Oltre tutti gli stereotipi gay da boscaiolo che possiamo immaginare, la mia è solo una necessità: in casa uso il riscaldamento a legna, quei camini che portano aria calda nelle stanze, e se non avessi fatto legna anche quest'anno, 
starei belando dal freddo, vista anche la neve che è venuta giù in questi giorni. 
Che freddo!
 
p.s le camice da boscaiolo mi piacciono anche perchè se la camicia è di taglia XXL ci si può stare anche in due e davanti al camino scaldarsi ben bene!! :)
 
Un saluto
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