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Come al solito Ben ha la capacità di mandare in vacca qualsiasi discussione xD.
Purtroppo ben è cocciuto e non di larghe vedute. E' un po' come dire.. all'antica. 

Non è una critica, ma quello che percepisco quando lo leggo.

 

Per il resto il sunto di Madoka è perfetto.

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Percio' le ragazze anoressiche o bulimiche sono cosi' non per pressioni sociali, ma solo perche' "sbroccano"?

 

 

Le pressioni le subiamo tutti: c'è chi se ne fotte, e chi se ne crea un falso problema.

Ergo si tratta di uno state of mind, come ho già detto.

 

 

 

Come al solito Ben ha la capacità di mandare in vacca qualsiasi discussione xD.

 

 

lo stai facendo tu con questa frase, cercando ancora una volta il flame e lo scontro con me, e non ne capisco il motivo...ma non abbocco.

 

 

Il fatto che tu abbia avuto vita facile non vuol dire che sia così per tutti. In Italia non sarai punito con la legge ma vivere in una famiglia in cui ogni giorno ti danno del malato o del anormale può essere molto dura.

 

 

Ma dai?

Non lo sapevo, pensavo che tutte le famiglie fossero serene e rispettose verso i propri figli!

Chiaramente è piu' duro vivere in famiglie di merda ma questo può al limite condizionare la scelta di fare o meno co coi propri familiari; l'accettazione è unl'altra cosa.

Conosco varie persone, anche donne, che hanno deciso di non dirlo ai propri familiari, ma, nonostante cio', si sono accettate da anni senza problemi.

Allora?

 

 

E senza arrivare a situazioni famigliari estreme, non è sempre facile accettarsi. E le persone hanno il diritto di prendersi i loro tempi, senza bisogno che arrivi un ben qualunque a sparare a zero su di loro. Fare paragoni con malattie terminali poi, lo trovo di cattivissimo gusto.

 

 

Io mi limito ad esprimere, perltro in toni civili, il mio parere, la Costituzione Italiana lo prevede...sai, c'è ancora libertà di parola.

Sui malati terminali: il paragone è perfetto, visto che si tratta di persone che REALMENTE hanno motivo di buttarsi giu' e di deprimersi, il tutto per un motivo tangibile e concreto, non per delle fisime mentali.

 

 

Tra l'altro ti poni sempre in un piedistallo rispetto agli altri. Tu ti sei accettato subito, tu stai in una relazione stabile e chi non è come te ha qualche "problemino". In genere le persone felici e serene non sparano giudizi a destra e a manca su chiunque. Se questo è essere equilibrati, allora son felice di non esserlo.

 

 

 

 

Quindi la libertà di opinione e di parola dovrebbe essere garantito solo a chi narra drammi?

Io non mi pongo su un piedistallo, parlo semplicemente della mia vita reale; dovrei forse fingere di avere avuto problemi di accettazione, di essere single, di essere non felice, solo per allinearmi al pianto collettivo?

Ragazza, sei seria? 

 

 

 

 

 

 

Se sei credente nel modo più tradizionale del termine (cioè che non ti ritagli su di la religione come meglio si adatta alle tue esigenze), già ti si può porre un grosso problema nell'accettazione.Perchè se mi accetto, automaticamente mi prenoto un biglietto di sola andata per l'inferno.

 

Io non sono credente, ma conosco gay credenti che si sono accettati senza problemi, in quanto hanno capito che un conto è la parola di Dio, un conto sono le stronzate proferite dalla chiesa.

 

 Lo stesso discorso lo si può fare per la mancanza di diritti.Tutto ciò che non è regolato a livello di legge, non è tutelatoE prima che iniziate con le solite frasi "ah no perchè io non ho bisogno di uno stato che riconosca quei quattro diritti che non mi servono a niente bla bla bla" da bravi paladini dell'anticonformismo, riflettete sul fatto che c'è gente (e non si parla di adolescenti come già detto) che forse nell'indecisione, si fanno spaventare dal non avere un posto all'interno della società  (si, perchè ci sta gente che vorrebbe solo viversi una vita qualsiasi).

Io sono uno dei primi a chiedere il matrimonio, piuttosto che le unioni civili, quindi i diritti li reclamo, ed in versione "piena".

Nonostante ancora tali diritti non siano da noi disponibili, migliaia di gay si sono accettati e continuano ad accettarsi.

Uno che non si accetta, anche se il matrimonio fosse già disponibile, rimarrebbe comunque nascosto a piangersi addosso.

Edited by ben81
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Giusto per spezzare una lancia in favore di ben81 (su una parte del suo discorso), vi descrivo la mia famiglia:
- Mamma: aperta mentalmente, non ha mai dimostrato alcun problema contro i gay, anzi spesso li difende (con chi? e adesso vi spiego..)

- Fidanzato di mia mamma: Bo diciamo che è ne di qua ne di là...

- Nonna (che non abita con noi, ma che in tutte le feste c'è) & fratello (25 anni): non si può toccare il tema gay con loro: non siamo normali, non dobbiamo avere i diritti di una famiglia, non dobbiamo poter adottare, non possiamo sposarci civilmente, blablabla la nostra mentalità non è normale etc... insomma discorsi tutt'altro che gay-friendly.
Però, nonostante che io abbia metà famiglia contro i gay, non ho avuto problemi nell'accettarmi. Credo quindi sia molto una cosa legata al carattere, personalità dell'individuo. Poi come vi ho detto, non so molto del tema...quindi mi scuso se sbaglio ^^

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Io sono stato rallentato dal fatto di avere avuto la ragazza dai 12 fino ai 16 anni,

ma appena mi ha lasciato ci ho messo due minuti ad accettarmi.

 

Credo di averci messo poco perché sono sempre stato interessato

alle questioni legate alle minoranze; ateo e parecchio alternativo.

Chiaramente indipendentemente dalla mia famiglia...

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in che modo il carattere e la personalità di un individuo si forma? :look:

Attraverso le esperienze, questo è certo. Però se il problema fosse dovuto solo all'ambiente "esterno", allora io avrei avuto sicuramente un problema nell'accettarmi, cosa che non ho avuto.

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Mah... Quello Che mi lascia perplesso quando leggo quello Che molti utenti scrivono in questo forum ( permesso Che sono solo una manciata Di settimane) sono le posizioni quasi completamente assolutistiche. Molti prendono la propria situazione personale e ne fanno la regola per il mondo intero.

Infatti tutti I ragazzini gay probabilmente si dovrebbero identificare negli alternativi Che non lavorano a causa dell' alcol, bisessuali nazisti collezionisti Di culetti dal cazzo lungo( loro, non I proprietari dei culetti), e altre macchiette varie.

A parte che poi chissa' se sono vere tutte le storielle Che vengono raccontate qui, tutta questa serenita' nei giovani gay io nel mondo reale non l'ho Mai vista molto. Tutti, e dico TUTTI, quelli Che si sono dichiarati ( non posso sapere se si erano anche accettati da soli, non posso leggere le menti) prima Di essere adulti, erano dei frocetti che mai avrebbero potuto passare per ragazzini eterosessuali. Nessun giovane calciatore ha avuto un 'infanzia facile se si fosse dichiarato negli spogliatoi a 12, 14, 16, 18 anni. Mmm, quanti gay sportivi professionisti conoscete ( pattinaggio artistico e roba varia non vale)?

Dire " io mi accetto ma non mi dichiaro per non avere problemi" e' un po' troppo Di comodo.

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https://www.gay-forum.it/topic/22656-laccettarsi/page/2/#findComment-640024
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Io non sono credente, ma conosco gay credenti che si sono accettati senza problemi, in quanto hanno capito che un conto è la parola di Dio, un conto sono le stronzate proferite dalla chiesa.

 

 

Questo è un tuo punto di vista, che valuti come delle stronzate le parole della chiesa e quindi ti discosti dal cattolicesimo tradizionale per abbracciarne uno fatto su misura del gay.

Per altri non è così semplice ed immediata la cosa, perchè continuano a riconoscere l'autorità della chiesa di Roma.

 

 

Nonostante ancora tali diritti non siano da noi disponibili, migliaia di gay si sono accettati e continuano ad accettarsi.

 

 

Ma difatti non è la norma quella da me espressa, solamente uno dei motivi (visto che i motivi sono stati richiesti principalmente in questa discussione) che può incidere sul perchè qualcuno tenda a non accettarsi e, come al solito, si tratta di omofobia interiorizzata che te l'hanno infilata dentro a forza, non è che ti ci alzi una mattina e tac! te la ritrovi dentro solo perchè non hai un cavolo da fare tutto il giorno che inventarti problemi inesistenti

 

Non puoi semplicemente dire "ah no, basta che fai scattare nel cervello questo meccanismo e quest'altro e va tutto liscio come l'olio, chi non lo fa si piange addosso"

Perchè l'individuo non è una pietra di Stonhenge che, implacabile, trova la sua collocazione nel mondo che, rispettando la sua magnificenza, gira tutto intorno a sé.

Esistono realtà, sensibilità, situazioni diverse e la tua personalità in buona parte non è altro che il risultato delle esperienze che ti hanno formato.

 

Se tutto attorno a te (tu retorico) invece hai esempi e situazioni che tendono a mortificare le tue pulsioni, non è propriamente semplice auto-convincersi che non ci sia nulla di male in ciò che si è.

Edited by nowhere
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Mah... Quello Che mi lascia perplesso quando leggo quello Che molti utenti scrivono in questo forum ( permesso Che sono solo una manciata Di settimane) sono le posizioni quasi completamente assolutistiche. Molti prendono la propria situazione personale e ne fanno la regola per il mondo intero. Infatti tutti I ragazzini gay probabilmente si dovrebbero identificare negli alternativi Che non lavorano a causa dell' alcol, bisessuali nazisti collezionisti Di culetti dal cazzo lungo( loro, non I proprietari dei culetti), e altre macchiette varie. A parte che poi chissa' se sono vere tutte le storielle Che vengono raccontate qui, tutta questa serenita' nei giovani gay io nel mondo reale non l'ho Mai vista molto. Tutti, e dico TUTTI, quelli Che si sono dichiarati ( non posso sapere se si erano anche accettati da soli, non posso leggere le menti) prima Di essere adulti, erano dei frocetti che mai avrebbero potuto passare per ragazzini eterosessuali. Nessun giovane calciatore ha avuto un 'infanzia facile se si fosse dichiarato negli spogliatoi a 12, 14, 16, 18 anni. Mmm, quanti gay sportivi professionisti conoscete ( pattinaggio artistico e roba varia non vale)? Dire " io mi accetto ma non mi dichiaro per non avere problemi" e' un po' troppo Di comodo.

Io mi sto riferendo all'accettarsi e identificarsi come gay. Non per questo uno, se si accetta, deve dirlo ai quattro venti.. sembrerà anche incoerente, ma ovviamente la società spesso risponde in modo negativo a questa 'novità' del proprio essere... quindi per tutelare se stessi, non chiediamo che gli altri accettino noi, ma che noi accettiamo noi stessi!

L'argomento su cui volevo vertesse l'opinione vostra era piu sul perchè e come si manifesta questa non accettazione... non un semplice bisticcio tra gli utenti, a sto punto altrimenti il topic tanto vale che venga chiusoxD

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https://www.gay-forum.it/topic/22656-laccettarsi/page/2/#findComment-640029
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Perche' bisticciare? Ognuno dice quello Che pensa. Siamo (quasi)tutti anonimi e perfetti sconosciuti, percio' perche' prendere la cosa in maniera personale?

Hai posto una domanda, e gli utenti dicono quello Che pensano. Mi sembra Che molti ti abbiano spiegato perche' molti gay hanno problemi ad accettarsi in quanto tali. Quello Che io non capisco e' l'esigenza Di salire in cattedra e dare dei deboli o degli sfigati a chi non e' stato fortunato ad avere un persorso Di vita cosi' facile come il proprio.

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https://www.gay-forum.it/topic/22656-laccettarsi/page/2/#findComment-640034
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Perche' bisticciare? Ognuno dice quello Che pensa. Siamo (quasi)tutti anonimi e perfetti sconosciuti, percio' perche' prendere la cosa in maniera personale? Hai posto una domanda, e gli utenti dicono quello Che pensano. Mi sembra Che molti ti abbiano spiegato perche' molti gay hanno problemi ad accettarsi in quanto tali. Quello Che io non capisco e' l'esigenza Di salire in cattedra e dare dei deboli o degli sfigati a chi non e' stato fortunato ad avere un persorso Di vita cosi' facile come il proprio.

Forse mi sono spiegato male io^^ Ognuno è libero di dire ciò che vuole, per carità.. io da "ignorante", infatti sono venuto qua a chiedere informazioni:P Lungi da me fare il maestro, soprattutto perchè sono uno dei piu giovani qua:P E' che vedo in alcune risposte molto mm astio, frecciatine (tra di voi)^^ tutto qui xD

cmq grazie per tutte le vostre risposte^^

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Rientrando in argomento, mi permetto di controbattere su un  punto da te sollevato, @Bullfighter

 


Dire " io mi accetto ma non mi dichiaro per non avere problemi" e' un po' troppo Di comodo.

 

E perchè?

 

Che connessione esiste fra l'accettare di essere omosessuale ma non voler fare coming out?

Accettarsi non significa automaticamente decidere di dover affrontare il mondo intero facendo presente a tutti di essere omosessuale, sono secondo me due questioni assai diverse.

Accettare il proprio orientamento sessuale non è paragonabile al cercare di farlo accettare agli altri.

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@nowhere: non penso le cose siano completamente sconnesse. Il mio ragionamento era dovuto al fatto Che alcuni utenti danno dei deboli a chi ha avuto, o ha, problemi Di accettazione. Dato che io non posso entrare nella testa Di qualcun altro, posso nutrire dei dubbi su tutta questa accettazione, tanto piu' in tenerissima eta'. Facile sentirsi superiori rispetto a chi dubbi ne ha, quando poi la maggiorparte Della gente non sa manco Che tu sia gay. Normalmente quando una sbandiera la propria sicurezza per minimizzare gli altri, mi e' difficile credere Che sia poi cosi' sicuro all'interno Della sua testolina, dove nessuno puo' andare a controllare se sia vero o no.

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https://www.gay-forum.it/topic/22656-laccettarsi/page/2/#findComment-640109
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Però, nonostante che io abbia metà famiglia contro i gay, non ho avuto problemi nell'accettarmi. Credo quindi sia molto una cosa legata al carattere, personalità dell'individuo. Poi come vi ho detto, non so molto del tema...quindi mi scuso se sbaglio ^^

Si, ican, io credo che molto dipenda anche dal carattere della persona.
Ma anche dalla "fase" che la stessa persona, con la stessa indole, sta vivendo durante la sua vita..

Nel senso... Ora e tra cinque anni, staremo vivendo due "periodi" diversi pur essendo la stessa persona...

Saremo cambiati, ma tutto sommato saremmo la stessa persona, magari con lo stesso "carattere", ecco..  Eppure non è detto che potremmo vivere la situazione nello stesso modo, perché come persone non considereremo solo questa cosa ma, nel bene o nel male, mille altri "pensieri"...
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 Capii che ero gay, cosa non sempre accettata dagli altri, ma io non mi feci un vero problema: sono così, non posso cambiare. Ho vissuto la mia omosessualità bene, ho avuto il mio primo ragazzo molto presto (12\13 anni)..

E proprio perchè non ho avuto "squilibri" (non so come chiamarli, perdonatemi) non capisco il problema in se dell'accettarsi, dove nasce, come nasce, come si manifesta e perchè. Potreste illuminarmi?

Spero di essermi spiegato bene:P Grazie =)

 

 

hai perfettamente ragione.

 

Non ho mai capito questa problematica dell'accettarsi. O meglio: capisco che alcuni ne siano turbati, ma davvero mi sembra più un caso specifico che non un problema generale.

 

Personalmente ho scoperto a 14 anni di essere bisex. E non mi ha mai fatto problema. L'obiettivo mica era "accettarsi", piuttosto era fare belle esperienze con donne e con uomini .

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https://www.gay-forum.it/topic/22656-laccettarsi/page/2/#findComment-640211
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Io personalmente ho problemi enormi nell'accettare la mia sessualità. Sono stato un finto etero e pesantemente omofobo per 21 anni senza rendermene conto e infatti per farmi delle donne dovevo sempre essere ubriaco marcio o Drogato e quindi io ero SEMPRE fatto/ubriaco.

Adesso che, ho chiuso con droga e alcool e ho quindi realizzato come stanno le cose sto facendo un passettino alla volta ma vi assicuro che per me è durissima e mi sto sforzando per accettare dei pensieri che non credevo nemmeno mi sarebbero passati dall'anticamera del cervello.

Io che davo della puttana a una donna perché andava con tanti uomini mi trovo oggi a camminare per strada e volermi fare il buon 50% dei maschi che incrocio, per me è shockante e come pulsione è talmente forte che mi spaventa 

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https://www.gay-forum.it/topic/22656-laccettarsi/page/2/#findComment-640223
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Io personalmente ho problemi enormi nell'accettare la mia sessualità. Sono stato un finto etero e pesantemente omofobo per 21 anni senza rendermene conto e infatti per farmi delle donne dovevo sempre essere ubriaco marcio o Drogato e quindi io ero SEMPRE fatto/ubriaco.

 

Non si possono avere rapporti sessuali, degni di questo nome, se si è ubriachi fradici o strafatti. Al massimo puoi fare un po di petting. Con chiunque.

Non credo, quindi, che il problema fosse nell'accettare la tua omosessualità, ma accettare semplicemente te stesso... La dipendenza dalla droga, come tutte le altre dipendenze, è una questione complessa...nel caso dell'eroina, per esempio, c'entra molto la madre (straordinaria coincidenza con il fattore edipico nella genesi dell'omosessualità)

 

E' vero però che molti gay hanno bisogno di alcol e sostanze psicotrope per vivere più serenamente la loro sessualità - ed accettarsi. Ma è vero anche che questo bisogno non deriva sempre e necessariamente dall'omofobia sociale: inutile negare che è stato ed è una componente fondamentale della sub-cultura gay...In ogni caso, meglio la marijuana del popper, quindi meglio i '60 e i '70 che i decenni successivi: è un evidenza medica, mi sembra.

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Quasar, quando ho letto Che eri stato etero e omofobo per 21 anni mi aspettavo tu avessi una quarantina d'anni. Non 21:-)

 Si è per indicare che solo ora che ho 21 non sono più omofobo :D

 

Prima o poi arriverai alla fase che quel 50% non ti spaventerà ma ti piacerà :)

Ma infatti mi piacciono xD è che sono combattuto come ogni persona fra sesso e romanticismo, anche se la cosa in realtà è ancora più complessa

 

@@akinori mi Ubriacavo e fumavo erba perché solo così sapevo avvicinarmi alle donne e farmele, tendenzialmente non mi attiravano e non ci andavo manco a parlare se ero sano. Da alterato mi sarei potuto fare anche una sedia xD In generale non accettavo me stesso e l'omosessualità è comunque una parte integrante di me, come lo è la mia sensibilità e il mio animo poetico >_<

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Personalmente io nutro delle perplessità nei confronti di questa retorica dell'accettazione, come se l'omosessualità o la bisessualità fossero delle sciagure, delle malattie gravi, delle croci da dover riconoscere e da dover stoicamente sopportare. 

Il problema è a monte, è nella norma sociale che considera tutto ciò che si differenzi dall'eterosessualità come qualcosa di peccaminoso, di sbagliato o, al massimo, di tollerabile. 

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Io che davo della puttana a una donna perché andava con tanti uomini mi trovo oggi a camminare per strada e volermi fare il buon 50% dei maschi che incrocio, per me è shockante e come pulsione è talmente forte che mi spaventa 

 

Il tempo ci insegna a non giudicare, ad aspettare, ad "imparare" prima di parlare, perché tutto sommato quello che capita agli altri potrebbe capitare anche a noi.

 

A me, personalmente, nella mia fase - tuttora in corso - di accettazione, qualche volta è venuto da pensare che la mia "diversità" fosse proprio un modo per farmi comprendere l'altro, aiutarmi a capire TUTTE le diversità, e imparare ad orientare, più che a giudicare, ad aiutare, più che a sparlare. 

 

Questa cosa, in un certo senso, ha dato anche una spiegazione "para-religiosa", che naturalmente non uso per "accettarmi", ma tutto sommato per dirmi che sotto sotto anche questo aiuta, e potrebbe essere (come motivo "accessorio").

 

 

 

Ma infatti mi piacciono xD è che sono combattuto come ogni persona fra sesso e romanticismo, anche se la cosa in realtà è ancora più complessa

E' normale, forse, per l'età che hai (o quasi.. abbiamo) e per il percorso dietro, per cui ti ritrovi (ci ritroviamo) con nessuna, vera esperienza nell'"ambiente", ecco.

 

Probabilmente impareremo con le prime storielle di questo genere... :). E poi oh, mica è una cosa proprio brutta essere tra sesso e romanticismo... Anzi... :P

 

 

Edited by Fe92
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Ma non diamo per scontato che uno debba accettarsi necessariamente! Se uno non si accetta, ma vive bene, serenamente, perchè costringerlo? Se uno fa un bilancio fra pulsioni etero e pulsioni omo, e decide di reprime le une o le altre o entrambe, e raggiunge il suo equilibrio così, sarà anche libero di farlo!

Inoltre ogni tipo di accettazione è una forma di addomesticamento: alla fine o ti eteronormativizzi o ti omonormativizzi.

Ecco, io parlerei di addomesticamento sociale o "addomesticamento di gender". Per essere sereno o fai parte di una maggioranza o di una minoranza. A qualcosa devi appartenere.

Le persone libere appartengono solo a se stesse.

Inoltre, accettarsi, dopo tutto, implica i concetti di scelta e di resa...

Voglio dire, cerchiamo di uscire fuori dai soliti discorsi buonisti sull' "accettazione".

Poi per accettarsi bisogna conoscersi profondamente. E quanti, di coloro che si sono accettati, hanno spinto in profondità l'analisi di se stessi? e fino a che punto hanno avuto il coraggio di sondare il proprio animo? Non è che è stata più determinante la pressione omonormativa, in qualche parte? ho l'impressione che accettare la propria omosessualità abbia coinciso per qualcuno con l'unica possibilità per entrare in una comunità, pur minoritaria.

Per altri ho l'impressione che abbia risolto il problema filosofico dell' identità: sono gay, dunque sono qualcosa: meglio essere qualcosa che essere nulla. Per altri ancora l'accettazione è stato un cedimento al principio del piacere (in termini freudiani)...non possiamo generalizzare!

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