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Votare il meno peggio?


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privateuniverse

Infatti Termometro Politico non attribuisce seggi al Senato a Rivoluzione Civile (che dovrebbe ottenere almeno l'8 per cento per averne, ma questa è solo condizione necessaria perché, nella mia regione, anche con l'8 per cento Rivoluzione Civile non otterrebbe seggi), ma ne attribuisce a SEL.

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Quello che intendevo dire io è che il sistema ( complicatissimo

indubbiamente ) mi pare svantaggiare i partiti minori non so come

se attraverso il recupero dei resti o quale calcolo matematico per 

quozienti, oltre che attraverso il meccanismo delle soglie di sbarramento

nel momento in cui vengono attribuiti i seggi.

 

Chiaro che stare in Coalizione conviene, rispetto a non stare in coalizione

tuttavia se Rivoluzione civile prende zero seggi al Senato nonostante si stimi faccia
l'8% in certe Regioni ed al contempo simulano che SEL prenda il 4% dei Seggi
in totale avendo il 3,9% nei sondaggi....il vantaggio di SEL sarebbe + 0,1-0,2 % 
 
privateuniverse

La stima di seggi per SEL al Senato è influenzata dal fatto che, in alcune regioni, la coalizione di cui fa parte beccherà il premio di maggioranza e, di conseguenza, SEL sarà sovrarappresentata. In altre regioni, pur facendo parte della coalizione probabilmente vincente, SEL non otterrà alcun seggio, quindi l'ipotetico 4 per cento non produrrrà risultati. In altre regioni ancora SEL farà parte della coalizione perdente, quindi sarà sottorappresentata. Probabilmente, alla fine, questi effetti finiranno per compensarsi.

 

Quel che svantaggia i piccoli partiti al Senato, al di là della legge elettorale, è la ripartizione dei seggi su base regionale, che rende pressoché impossibile, per un partito piccolo, ottenere seggi in alcune regioni (Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, Umbria, Abruzzo, Molise e Basilicata, regioni che totalizzano circa il 10 per cento della popolazione italiana) e lo rende molto difficile in altre, a cominciare da Liguria e Marche.

 

Poi, è evidente che una legge elettorale che stabilisca soglie di sbarramento molto disuguali a seconda che un partito sia coalizzato oppure no, al punto che, per ottenere seggi, un partito non coalizzato debba ottenere l'8 per cento mentre a un partito non coalizzato basta ottenere una percentuale anche molto più bassa, purché la coalizione di cui fa parte ottenga almeno il 20 per cento dei voti, non è un sistema elettorale ma una vergognosa lotteria.

 

Del resto, una delle colpe principali di questa destra che abbiamo è l'aver fatto passare l'idea che sia non solo legittimo, ma persino doveroso legiferare per tutelare i propri interessi.


Quel che svantaggia i piccoli partiti al Senato, al di là della legge elettorale, è la ripartizione dei seggi su base regionale, che rende pressoché impossibile, per un partito piccolo, ottenere seggi in alcune regioni (Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, Umbria, Abruzzo, Molise e Basilicata, regioni che totalizzano circa il 10 per cento della popolazione italiana) e lo rende molto difficile in altre, a cominciare da Liguria e Marche.

 

Questo è probabilmente l'effetto, diciamo più fisiologico in un sistema di circoscrizioni

regionali, che però sommato a quello patologico della legge elettorale, determina il risultato

complessivo, a cui facevo riferimento.

 

D'altronde la ragione è da individuare nel fatto che il sistema deve premiare potenzialmente

un piccolo partito, ma a forte radicamento in regioni popolose ( la Lega Nord )

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