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Lo cambi di banco? Ti denuncio


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Tutti gli insegnanti decenti dovrebbero essere dalla parte degli studenti, su questo non ci piove.

 

Adesso, in tutta sincerita', tu quanti ragazzi Che sono stati bocciati si impegnavano seriamente? Io non ne ho Mai conosciuto nessuno.

 

Questo e' quello Che ho scritto, e lo ripeto: normalmente, chi viene bocciato e' perche' non si impegna. Non ho Mai detto Che un professore lo debba umiliare dicendo gli Che e' tarato e Che non capisce una mazza.

 

Tu hai commentato quello Che ho scritto e gli hai dato un'interpretazione tua. Se invece tu pensi veramente Che molti ragazzini Che vengono bocciati( e poi difesi a spade tratta dai genitori) e' perche' I professori sono cattivi e li bocciano nonostante Di facciano un culo quadro, allora scrivilo chiaramente.

 

Ripeto, non mettermi in bocca cose Che non ho scritto. E se vuoi, rispondi alla Mia domanda sopra, Che penso sia il succo del problema: molti ragazzini sono difesi dai genitori anche quando non fanno nulla.

 

Poi ci sarebbe anche un altro problema, Che e' la quasi impossibilita' Di licenziati I professori Che non dovrebbero insegnare, ma si sa come sono I lavori pubbilici ( ops, possibile OT).

@tenerone: non vedi Di corte e Di crude anche nei ragazzi? E se vedi insegnanti Che abusano dei ragazzi a Punto Che potrebbero commettere atti estremi, non li hai denunci?

 

Un anno mi sono permesso di dire al ragazzino che seguivo " appena arrivi a casa racconta tutto a tua mamma"; l'anno dopo le maestre hanno chiesto il mio allontanamento da quella scuola -_- ( io sono un assistente educatore ).

 

Quest'anno ho raccontato personalmente delle cose viste al genitore della bambina che seguo, il quale però finchè la bimba non parla, preferisce evitare di non tirare di mezzo me. Ma almeno è al corrente della situazione che c'è a scuola. 

Anche se ora le cose sono cambiate, per fortuna :)


Se io ho un QI di 80 e faccio le Superiori perché i miei me lo impongono
e tu mi dici "non vali una mazza" o "sei un po' taratello"
io tiro una corda al soffitto e la colpa è soltanto tua.

 

Non sono d'accordo. Se un ragazzo con un QI non particolarmente alto viene spedito dai genitori ad una scuola che sicuramente avrà difficoltà ad affrontare, per me la colpa è dei genitori che sovraccaricano il ragazzo di responsabilità.

Il professore deve mantenere uno standard, è pagato per insegnare ed educare, e l'educazione prevedere anche far capire ad un ragazzo che la scuola non fa per lui.

Quante volte al liceo ho visto professori convocare i genitori di qualche alunno per far capire loro che il loro tenero bambino non era portato per le materie scientifiche e loro, piccati, rispondevano che la colpa era degli insegnanti non all'altezza?

 

E' la famiglia che carica i figli di responsabilità obbligandoli a fare cose che, in questo esempio, non vogliono.

vorrei fare delle considerazioni personali:

 

- spesso se un allievo non va bene a scuola i motivi sono: o non si applica abbastanza o ha problemi magari famigliari che gli impediscono di concentrarsi sulla scuola o effettivamente è meno intelligente o ha meno memoria degli altri compagni.

 

- gli insegnanti non fanno il loro lavoro per distribuire note belle. Il loro compito è anche valutare gli allievi in modo il più possibile obiettivo e se un allievo non raggiunge la sufficienza deve avere una nota insufficiente. naturalmente ci sono insegnanti con migliore capacità pedagogica e capacità di motivare per la propria materia di altri.

 

- per la mia esperienza passata nella scuola obbligatoria svizzera dividerei in generale gli insegnanti in due categorie di insegnanti: quelli che loro stessi erano molto bravi a scuola in gioventù (sono i più motivati e sono la minoranza degli insegnanti) e quelli che quando erano loro allievi non erano molto bravi e poi per magia diventano loro stessi insegnanti (maggior parte degli insegnanti che magari alla fine sono lo stesso insegnanti buoni ma non è detto).

 

- proprio per avere insegnanti migliori sarebbe necessario aumentare lo status sociale degli insegnanti con stipendi migliori così che ci sono più persone interessate a diventare insegnanti e si possono selezionare i migliori per questa professione importante.

Gli abusi di poteri no, ma non per forza gli insegnanti devono essere tutti simpatici e disponibilissimi con gli alunni. Da un lato trovo pure educativi certi professori un po' antipatici visto che comunque nella vita reale si deve imparare ad avere a che fare con persone antipatiche.

 

Tuttavia certi giudizi che alcuni professori esprimevano verso alcuni miei compagni li trovavo davvero esagerati. Un conto è limitarsi a dire che qualcuno non si impegna un altro è giocare a fare il veggente e dover dire che caio nella vita potrà fare solo il muratore e che tizia è inutile che vada all'università e si cerchi un lavoro da segretaria o commessa.

 

Altrettanto ingiusto quando il professore prende di mira qualcuno e mette brutti voti e lo ridicolizza nonostante si sforzi. Io avevo compagni "Lenti" in matematica alle medie e la professoressa gliene diceva di tutti i colori e l'invitava ad andare in bagno a sciacquarsi la faccia e "rinfrescarsi" le idee. Addirittura in un periodo ci suddivise in 2 gruppi: i "miracolati" e gli "asini della matematica". E i miracolati avevano il compito di aiutare i compagni "lenti" nel rimettersi in carreggiata. La questione delle "simpatie" invece l'ho trovata abbastanza pesante e ingiusta all'università, se stavi antipatico a pelle a un professore durante un esame orale era la fine! Ti chiedeva qualsiasi cosa e a costo di chiederti tutti i paragrafi del libro pur di riuscire  a metterti un brutto voto. Una volta un professore tentò pure di fingere che quello che dicevo era sbagliato, ma io ero talmente sicuro di non sbagliare che gli ho fatto aprire il libro e verificare che non mi sbagliavo affatto.

 

Forse l'unico caso realmente ingiusto alle medie è stato quello da parte del professore artistico (si chiamava così la materia?boh!). Io sono una schiappa a disegnare, mi piace tantissimo, ma non ero proprio capace e consegnavo dunque disegni orrendi. Il professore forse pensava che fossi 'svogliato' e penso mi abbia sempre messo insufficiente. Addirittura all'esame di licenza media mi disse che quello che dicevo di arte non era vero e che non avevo studiato, ma figuratevi all'esame sapevo tutto alla perfezione.

@tenerone: apparentemente eri/sei a conoscenza Di alcune malefatte, percio' magari qualcosa potresti fare.

 

Emh, potrei mettermi contro tutto il corpo docente e vedermi cambiare scuola l'anno prossimo.

Siccome con i bambini che seguo mi trovo molto bene, non voglio rischiare.

Ne parlerò sicuramente al mio coordinatore :)

Per quanto vi possa assicurare che ne avrei di cotte e di crude da raccontare, e tendenzialmente sia anch'io "dalla parte degli studenti" - soprattutto quelli volenterosi, che vorrebbero costruirsi un futuro, e si trovano davanti professori così abituati a lottare da non accorgersene neanche - voglio spezzare una lancia a favore di Marcolino e di come non siano futili le questioni per cui ha aperto il topic.

 

Mia madre allestì un laboratorio, nelle mie scuole elementari, sulle maschere e la cartapesta, bellissimo e interessante: i soliti bulletti di classe erano poco interessati, e lei dovette rimbrottarli un po', talvolta trattenendoli fisicamente o intralciandoli. Posso ben immaginare cosa abbiano passato le maestre poste davanti ad accuse esagerate o false, perché successe a lei, che si ritrovò ostracizzata dalle mamme di tutti quei bulletti che spalleggiati dal resto della classe sostenevano di essere stati malmenati. Tendenzialmente c'erano sempre maestre testimoni, che sono rimaste dalla sua parte, ma ho visto con i miei occhi la ferocia e la cattiveria sia di bambini così piccoli e già completamente privi di rispetto per l'altro, per l'ascolto, per l'apprendimento, che di genitori degni compari, che non avrebbero potuto effettivamente crescerli altrimenti.

 

Ora, non è che perché a nove anni ho visto mia madre piangere essenzialmente perché bullizzata da dei bimbi, io sia sempre dalla parte dei professori, affatto. Ma dire che non è un problema tutto questo, o che è un problema con minore priorietà, è falso, perché si tratta dello stesso problema. Come risolverlo, non lo so. Però sono certa che sia tutto parte dello stesso circolo vizioso.

La mia impressione è che l'impegno a scuola non sia richiesto-ottenuto più molto

per cui chi non riesce si sente letteralmente umiliato ( gli altri se la cavano senza

impegno quindi io sono un cretino ) d'altronde l'insegnante frustrato per il fatto di

non riuscire ad ottenere dalla classe l'impegno ed i risultati che desidererebbe si

rivale sullo studente debole ( non credo che l'insegnante sia un sadico, credo sia

un frustrato che subisce dalla classe...finendo per diventare aggressivo coi deboli )

 

Questa dinamica vale soprattutto per il rapporto cogli adolescenti, forse meno coi

bambini in cui c'è un problema invece di gestione dell'aggressività.

 

E' chiaro che è un fenomeno di degenerazione della funzione docente, il docente

per certi versi è divorato da dinamiche rispetto a cui un tempo, grazie ad una impostazione

autoritaria, riusciva a tenere le distanze ( sia nei cfr. dei ragazzi che nei cfr. dei loro genitori )

A me invece pare che a molti adolescenti non gliene freghi davvero una mazza della scuola. E non credo affatto che tutti quelli che vengono bocciati si sentano umiliati, perché molti di loro sanno di non aver fatto nulla per far andare le cose altrimenti.

Lo vedo con mio cugino 17enne. Un ragazzino per nulla scemo che studia una 10 di minuti a settimana (non è un numero indicativo, davvero non studia più di questo). Alla fine lo hanno dovuto bocciare. Con tutto che per due anni di fila lo hanno fatto passare.

 

Lui ha fatto un piantino di 5 minuti. Ha promesso mari e monti ai miei zii e dopo mezzora pareva si fosse già scordato tutto. E quest'anno sta ripetendo gli stessi comportamenti che aveva l'anno scorso. Ed è sereno come una Pasqua. Vi assicuro che non ha nessuna turba.

 

Io penso che i genitori a scuola siano un grandissimo problema e che siano una fonte di fortissimo stress per gli insegnanti. E mi pare una situazione allucinante.

 

Diciamo che ci sono pessimi insegnanti e pessimi genitori. Ma penso che sono due temi che andrebbero discussi separatamente, perché non sono così convinta che siano uno la conseguenza dell'altro.



Io penso che i genitori a scuola siano un grandissimo problema e che siano una fonte di fortissimo stress per gli insegnanti. E mi pare una situazione allucinante.

Diciamo che ci sono pessimi insegnanti e pessimi genitori. Ma penso che sono due temi che andrebbero discussi separatamente, perché non sono così convinta che siano uno la conseguenza dell'altro.

Concordo. Anzi paradossalmente mi pare che si tenda a sopportare di più i pessimi insegnanti (specie se "non rompono" alle famiglie) come se non importasse a nessuno se poi i bimbi- ragazzi non imparano, l'importante è che siano passati senza tante storie.

 

Poi è chiaro che l'insegnamento è una professione molto delicata e si deve essere vigili nel fermare pessime persone che sfogano le loro frustazioni sui ragazzi. Nella classe di mio nipote la maestra di matematica ha dato "zero" a un bimbo di prima elementare. Non commento...

Nella classe di mio nipote la maestra di matematica ha dato "zero" a un bimbo di prima elementare. Non commento...

 

 

:swoon:  :swoon:  :swoon:  :swoon:  :swoon:  :swoon:

 

alle elementari esiste la maestra di matematica ? o è tale perchè ci sono 2 maestre che si spartiscono le materie ?

 

se io fossi un genitore del bimbo di prima elementare che ha preso zero reclamerei ai superiori della maestra.

 

mi ricordo che alla prima valutazione in classe del primo anno di latino la maestra diede tutti i tipi di note: dal massimo dei voti a minimi illegali del tipo: inclassificabile, -, 0, +, 2,....

 

un docente che da note che non esistono dovrebbe beccarsi una bella ramanzina da qualcuno a lui superiore gerarchicamente.

Edited by marco77

Le colpe vanno distribuite a piene mani.

 

Prima di tutto, è sempre molto difficile dare un giudizio oggettivo sulla scuola, perché si è inevitabilmente condizionati dalla nostra esperienza scolastica, cosa normalissima poiché nei primi anni della nostra vita la scuola è parte integrante della nostra vita e quindi ciò che si è vissuto lo si proietta su un'istituzione enorme e sfaccettata, che comprende un sacco di questioni. Purtroppo ho sempre notato c'è chi esagera da una parte e dall'altra: da un lato c'è la spocchia di chi si sente eccessivamente intelligente, non si mette mai in discussione e non riconosce delle criticità che ci possono essere nell'educazione, nella didattica, nei docenti etc: chi “fallisce” non capisce o è tarato. Dall'altro abbiamo chi per motivi vari non ha bei ricordi dell'esperienza scolastica e spara a zero sempre e comunque trascinato da livore e risentimento, o chi è proprio ignorante e crede che la scuola non serva ad un'emerita minchia, con conseguenze ovvie sui figli. Purtroppo è così: gli anni di scuola sono prima di tutto un percorso personale e il giudizio che si forma su di essa è viziato nel bene e nel male da ciò: è inevitabile, ma è anche inevitabile che sia pur sempre un giudizio di parte, che spesso non tiene conto di tante cose.

 

Dalla parte degli insegnanti: in Italia il meccanismo di reclutamento è pessimo, contraddittorio nel tempo, farraginoso, incasinato. In parole povere si fa malamente selezione, in un mestiere in cui la selezione è fondamentale. Non sto a dilungarmi nel merito, ma anche qui entrano molto spesso in gioco le famose conoscenze, o si valutano le cose sbagliate, o non si valuta proprio, o si accumula punteggio nelle scuole private in cui si entra appunto per mera conoscenza: è un gran minestrone e un gran marasma, e spesso arrivano in aula persone non adatte. Parlo di “non adatte” perchè troppo spesso si pensa che per insegnare ci vogliano dei requisiti “generici” (che cambiano poi, nel sentire comune, a seconda delle circostanze e di ciò che fa comodo) o si sbandiera il famoso detto “chi non sa fare insegna”...in realtà ci sono molte variabili che un/una insegnante dovrebbe saper padroneggiare e dovrebbe conoscere ed è una mansione tutt'altro che banale. Inoltre, una marea di gente ci si butta per il “posto fisso”, per “lavorare” etc etc, quando è un mestiere che richiede grossa passione. Ma spesso non viene stoppata: la selezione è inceppata, e questo è il risultato. E succede che a volte gente totalmente insensibile a livello pedagogico – e spesso anche impreparata nella materia – va ad insegnare.

 

Dalla parte dei genitori: i figli sono spesso considerati delle mere emanazioni, e il “no” che viene rivolto ai figli è un “no” che si riflette anche nella sfera del proprio ego. E' molto difficile dover parlare di comportamenti di genitori, perchè il nostro sguardo è per forza di cose parziale e limitato, ma ultimamente se ne vedono di ogni, i figli sono sballottati qua e là, sono iperprotetti e guai a dire “a”. Ma il problema è anche nel modo in cui viene concepita la scuola: un parcheggio, un qualcosa che si deve fare ma che passi in fretta e piamose sto pezzo de carta con cui ci puliremo pure il sedere. E' una rottura di palle ma al contempo – paradossone - è anche l'istituzione alla quale viene addirittura interamente demandata l'educazione dei figli, come è stato detto anche in questo topic: no!!! Gli insegnanti sono educatori fino a un certo punto: è chiaro che devono incoraggiare dei comportamenti positivi, ma l'educazione spetta AI GENITORI. Troppi ragazzini/adolescenti arrivano nelle classi con buchi educativi enormi, abituati a non sentirsi mai dire di no, ricoperti de roba firmata, Ifogn, Ipacc fino ai capelli, abituati a rivolgersi agli insegnanti come agli amichetti loro, si comportano male però...eh beh, gli insegnanti devono educare, sono loro che li devono frenare. Però se si permettono di intervenire, ingeriscono, e i genitori protestano, i figli li educo io e basta! Che caspita di educazione è mai questa? Vanno educati ma non troppo, cioè educhiamoli ma non vanno rimproverati se, per esempio, telefonano in classe come se nulla fosse. Educhiamoli con tanti sì, e guai a dare giudizi oggettivi.

Vogliamo dire che, come dimostrano altri certi casi, troppi genitori non accettano di vedersi sbattuti in faccia i loro fallimenti educativi? E la colpa è sempre degli altri, ovviamente.

Ma soprattutto: l'insegnante non è un educatore, è chiamato a far fare COSE, ad insegnare cose, a far crescere da un punto di vista mentale e pratico l'alunno. In questo la scuola è divenuta un parcheggio, perdendo totalmente il suo potere come istituzione: è questo secondo me il grande problema, che induce genitori e studenti ad avere un atteggiamento errato verso la scuola. Non frega una mazza a nessuno di quello che si fa e di come lo si fa, l'importante è si prendano buoni voti anche estorti con cazziatoni agli insegnanti (o andando in certe scuole private...) e che nessuno rompa troppo le palle. Ciò è dovuto anche chiaramente all'enorme decadimento culturale (non inteso solo in mero senso nozionistico) di questi ultimi anni. Vista la proposta di Mont Blanc sugli 11 mesi di scuola? Una marea di gente d'accordo perchè così mio figlio lo sbatto là, visto che non so 'ndo lo devo lascià d'estate. Sembra una stronzata, ma è molto indicativo di come si vede la scuola. No, la scuola non è un parcheggio e non è un mero luogo che serve ad educare, è un luogo dove si fa didattica e si impara e dove ci si comporta in un modo consono, in quanto luogo pubblico, A PRESCINDERE, grazie ad un'educazione PREVENTIVAMENTE impartita, non lasciata a pigione degli insegnanti. Questo dev'essere tenuto bene a mente, per ridare dignità alla scuola. Perchè tutti 'sti casi che ultimamente si sentono, relativi al mondo della scuola, sono dovuti in primis alla perdita di dignità della scuola e degli insegnanti. La scuola ora viene vissuto come un diplomificio, in cui pago le tasse e mi aspetto un certo trattamento, dove guai a rimproverare mio figlio sennò ti denuncio e dove domare le bestie indomabili perchè bisogna fare gli educatori. E' chiaro che bisogna conquistare e accattivarsi l'attenzione e il rispetto, ma molto spesso siamo oltre: siamo di fronte a ragazzi e ragazzini maleducatissimi, spalleggiati dai genitori, che perpetrano la loro maleducazione proprio perché sanno che saranno sempre scusati da genitori, i quali sono i primi a cui della scuola non frega niente. Se si rompe il patto fra genitori ed insegnanti, è un gran casino, la scuola come istituzione non funziona più, e aggiunge un'altra casella drammatica alle altre problematiche che ci sono.

 

 

 

 

Io ora sarò portatore di un punto di vista un po' estremo...ma bisogna far capire, specie alle superiori, che la scuola non è per forza per tutti, è per chi è interessato a studiare e per chi vuole impegnarsi. E' un'istituzione fondamentale che ha un suo peso e in cui si deve tenere un certo comportamento e avere una certa condotta, e ciò vale per tutte le parti in causa: gli insegnanti, i genitori e gli studenti. Lo stesso vale per l'università. La filosofia del “buttiamo tutti dentro” indiscriminatamente e lasciamoceli là perchè è un loro diritto è errata, troppi buonismi e troppa comprensione. Solo ridando una dignità al luogo e facendo SERIA selezione di docenti si può risolvere il problema. Ma anche facendo selezione di studenti, che sì, devono essere il centro di tutto, siamo d'accordo, ma ciò non significa “intoccabilità”. C'è un sacco di gente che si iscrive al classico o allo scientifico perchè fa figo, pur non essendovi né portato né interessato. Per fare un altro esempio: i professionali e gli istituti tecnici sono diventati la tipologia di scuola “ultima spiaggia”, PULLULANO di “allievi” che sono totalmente disinteressati, che vengono per fare casino, che scelgono quelle scuole che meriterebbero ben altra considerazione solo per “non fare niente”, e nei casi peggiori spacciano, minacciano etcetcetc. Guardate che sono casi molto meno estremi di ciò che si potrebbe pensare. E chi vuole imparare realmente? Alla mercè dei maleducati che non si possono rimproverare, ormai. Vi sembra giusto? Ed è una situazione che negli ultimi anni è peggiorata, proprio perchè la scuola (certe scuole in particolare) è divenuta lo zoo in cui accogliere chiunque. Ecco, a queste persone va detto NO, come va detto no a chiunque non è interessato o a chi non è portato, stando attenti ad ogni caso specifico in cui dirlo, selezionando accuratamente le persone che possono dirlo ma non avendo neanche paura di dirlo. In certi casi, aivoja a “incapacità di motivare” da parte degli insegnanti. Se non si è interessati e si crede che la scuola sia inutile o un parcheggio o non corrispondente alle proprie aspirazioni, cosa che avviene spessissimo, si faccia altro. E lo sto dicendo non sminuendo l'”altro” (il lavoro, l'apprendistato, un mestiere, etc), ma come alternativa paritetica assolutamente con la stessa dignità. Si faccia capire che non è obbligatorio andare a scuola o a certe scuole per poi dover difendere i figli e avere il trattamento che si vuole e non uno oggettivo, rompendo quel patto che ci dovrebbe essere fra genitori e insegnanti, o imponendo scelte anche contro il volere dei ragazzi.

 

E nella scuola, ovvio, vanno incoraggiati chiaramente una maggiore preparazione e un buon reclutamento degli insegnanti e delle GROSSE innovazioni didattiche, chiaramente.

 

@@Almadel :

 

a) a tanti, dell'insuccesso scolastico, non frega una beata fava, altro che suicidi. Se molti fossero più impauriti dall'andare male a scuola non ci sarebbe la situazione che c'è ora.

 

b ) il concetto di “insuccesso scolastico” dipende da tantissime variabili, come dipende da moltissime variabili la scelta del suicidio. Che poi ci sia gente stronza e inadeguata che dà giudizi a vanvera, ok, ma adesso vogliamo far passare che la scuola è causa di un filone suicida per i cattivi voti? Mi sembra una visione semplicistica per una tematica così delicata. Cioè, occorre stare attentissimi da una parte, quella che è chiamata a valutare, ma anche dall'altra, che spesso non nasconde l'insofferenza a qualunque tipo di giudizio (parlo dei genitori, che scaricano quest'atteggiamento sui figli).

 

c) è chiaro che è più pressante il problema del bambino a rischio. Ma è un problema enorme, in ambito scolastico, anche la confusione dei ruoli, altro che “chissenefrega della mamma isterica”. I genitori che sempre più frequentemente intervengono ad minchiam sono deleteri, deresponsabilizzano a prescindere il figlio, entrano a gamba tesa nelle scelte didattiche pur non capendo spesso una fava e creano una gran confusione.

 

d) “Io non sono qui a difendere i genitori.

Tra genitori e insegnanti, io sto con gli insegnati.

Ma tra insegnanti e studenti, io sto con gli studenti.”

 

Ma che discorso è? Ancora un'altra semplificazione: non è che uno si deve schierare corporativamente a priori da una parte o dall'altra. Va valutato caso per caso! Tra genitori ed insegnanti, si sta dalla parte dei genitori quando ti arriva l'incapace insegnante di matematica messa lì solo perché moglie del preside o quella d'italiano che dice che “al sud si parla un'altra lingua” (supersic); si sta dalla parte degli insegnanti nei troppi casi di ingerenze indebite o di studenti teppisti difesi perché “poi i genitori lo portano dalla concorrenza”; si sta dalla parte degli studenti come presupposto dell'essere insegnanti ma non acriticamente!

Non intendevo dire che tutti i bocciati si sentono umiliati

Però ad esempio questo cugino per due anni è passato

senza fare niente

 

Per come conosco la scuola io, spesso significa che agli

scrutini finali altri sono stati giudicati peggiori di lui e bocciati,

o perchè neanche facevano atto di presenza, o perchè giudicati

incapaci ( es. per quanto possa impegnarsi NON ce la farà MAI )

 

Esiste un problema di impegno, esiste anche un problema di capacità

ciò che "brucia" non è mai un giudizio sullo scarso impegno, è un giudizio

sulle capacità.

 

Ovviamente gli studenti ricadono in queste due tipologie non in una sola

alle elementari esiste la maestra di matematica ? o è tale perchè ci sono 2 maestre che si spartiscono le materie ?

se io fossi un genitore del bimbo di prima elementare che ha preso zero reclamerei ai superiori della maestra.

Dipende dalla scuola, alcune classi hanno quasi una maestra per materia anche se la situazione più classica è proprio due maestre che si spartiscono le materie.

Ovviamente tralascio cosa avrei fatto fosse stato figlio mio ;)

Esiste un problema di impegno, esiste anche un problema di capacità

ciò che "brucia" non è mai un giudizio sullo scarso impegno, è un giudizio

sulle capacità.

 

 

Si. Ma dipende molto da scuola a scuola. Nella mia scuola si tendeva a non bocciare mai persone che si impegnavano.

Io avevo una compagna di classe con un sacco di difficoltà. Era forse quella che studiava più di tutti e quella che rendeva meno di tutti.

Negli anni nella mia classe hanno bocciato persone con risultati leggermente migliori dei suoi, ma che non facevano un cavolo dalla mattina alla sera.

Le veniva riconosciuto il suo impegno. E secondo me è stato più che giusto così.

Alcuni miei compagni si sono sentiti umiliati (più che umiliati incazzati) perché loro bocciati e lei no (si sentivano più intelligenti di lei e sicuramente lo erano) ma passavano le loro giornate a giocare all'xbox. E gli insegnanti in questo erano riusciti a capire chi si impegnava e chi no e hanno voluto premiare l'impegno.

 

Ci sono duemila tipi diversi di insegnanti e di scuole. Forse il vero problema in Italia è che non ci sono linee guida uniformi su come comportarsi e se ci sono non vengono seguite in tutte le scuole o da tutti gli insegnanti.

 

Però in questo topic non si parlava di questo, ma si voleva parlare di genitori troppo invadenti che con il loro comportamento fanno uscire pazzi gli insegnanti e contribuiscono a dare una pessima educazione ai figli.

 

Penso che per parlare di pessimo insegnamento bisognerebbe aprire un altro topic.

@Madoka

 

forse la scuola dovrebbe istruire anche i genitori su come devono comportarsi coi figli e con gli insegnanti.

 

certo i genitori devono collaborare e magari solo i genitori che non avrebbero bisogno lo fanno.....

 

in svizzera tedesca credo la scuola può dare multe ai genitori che non partecipano a riunioni di classe o colloqui coi docenti a cui sono stati invitati mi sembra.

Edited by marco77
AndrejMolov89

@@Madoka Io mi annovero un po' tra i cazzoni. Però, non ero felice della mia situazione e l'ho sempre dimostrato. Il mio non impegnarmi era dovuto a diversi fattori, tra cui l'ansia, un po' di insicurezza cronica che m'impediva di affrontare serenamente lo studio. Andavo in panico durante le versioni, andavo in panico quando mi interrogavano, e ancora adesso vado in panico davanti ad una pagina da studiare. Per studiare due pagine ci metto molto tempo, perché non sono mai sicuro di aver capito e questo comporta che a parità di tempo io produca in termini di materiale da studiare, molto meno e mi ammazzi molto di più. Per carità, ho la media del 30 ora, ma sono dettagli. 

 Quindi, il discorso che fai, a mio parere è una semplificazione. Quando ho avuto insegnanti che mi hanno aiutato umanamente, avevo la media del 9 e non parlo di materie discorsive, ma in cui bisognava ragionare tipo filosofia, matematica e fisica. Se io ho davanti una persona che mi considera all'altezza, che è disposta a parlarmi anche su come studiare, che mi sprona a livello umano, produco e così è stato all'università. Il mio intervento è teso anche a sfatare determinati miti dei ragazzi cazzoni che non gli ne fregava nulla. Io sapevo che non m'impegnavo e mi sentivo sinceramente una merda, oltre venire chiamato stupido dai professori immeritevoli.  
 Secondo me si tende troppo a generalizzare, io personalmente ricordando la mia pigrizia infelice, perché non mi divertivo, non ero soddisfatto da me stesso e mi consideravo una merda sociale che dopo il liceo faceva meglio a tagliarsi le vene, mi viene un immane ansia, e seppur io mi impegni a livello universitario tendo a sentirmi sempre estremamente in colpa se non studio almeno 8 ore al giorno in cui vado avanti di due pagine massimo x.x ma va be', riempiendone 23 di appunti .-. 
 Per il discorso di Fred, quoto per quanto riguarda la rivalutazione dei professionali. Per le università, no. E' un diritto punto, ogni discorso che selezioni gli studenti lo ritengo inutile. Visto che la selezione va fatta in itinere. 

Infatti non parlavo di te Greed.

E non voglio negare la tua situazione o addossarti colpe per la tua situazione e levarle ai tuoi insegnanti.

So cosa vuole dire avere dei sadici bastardi per insegnanti. A causa di due di loro il 5 superiore stavo per lasciare la scuola e finire l'anno facendo l'esame da privatista.

Ciò che mi ha spinto a non farlo è che in commissione all'esame avrei avuto entrambe quelle professoresse (anche se lo avessi sostenuto da privatista) e non me l'avrebbero perdonata. Così ho stretto i denti e ho finito.

 

Io volevo solo far notare che però queste storie sono storie personali e non si può generalizzare. Il fatto che esistano dei pessimi professori non può negare il fatto che ci sono anche pessimi genitori che stressano i professori anche quando questi fanno bene il loro lavoro.

 

E volevo anche dire che come ci sono moltissimi studenti che non ce la fanno e ne soffrono molto, ce n'è altrettanti che se ne sbattono, non fanno niente dalla mattina alla sera, si divertono e sono coperti dai genitori.

 

Io ho sempre odiato la categoria dei professori (soprattutto quelli universitari) ma non possiamo negare che a livello di scuola primaria e secondaria ci sono molti professori e maestre che fanno un ottimo lavoro e non sono minimamente tutelati dagli attacchi ingiusti da parte di genitori cafoni e ignoranti.

 

Quindi Greed non prenderla sul personale. Non voglio negare la tua storia o il fatto che tu abbia sofferto tantissimo a scuola per colpa dei professori.

Io vorrei solo che non si negasse il fatto che ci sono genitori allucinanti che fanno danni ai professori, al loro lavoro ma ancor di più ai loro figli.

Mi permetto di riportare il focus del discorso più sul ruolo dei genitori.

I miei genitori, davanti a me, hanno sempre difeso gli insegnanti,

in modo del tutto indipendente dal fatto che l'eventuale "sopruso" da me subito fosse reale.

Non si discuteva nemmeno del merito degli episodi, io percepivo i miei genitori come

sempre e automaticamente dalla parte degli insegnanti

(tant'è che molto presto ho smesso di lamentarmi di episodi scolastici, me li gestivo io e basta).

 

Semplicemente, era il loro ruolo.

E il mio ruolo era quello di oppormi a insegnanti e genitori, com'è naturale che sia,

in un percorso di progressiva indipendenza.

 

Il punto non è tanto se gli insegnanti siano cattivi o meno,

ma se sia compito dei genitori occuparsene.

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