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Educazione o indugio tra etero?


Ilromantico

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Qualche giorno fa siamo stati ad una festa in casa di amici con molta gente etero che non conoscevo e riflettevo sul fatto che sono stato molto 'discreto' nel pubblicizzare la mia coppia. In genere vi garantisco che non lo sono per nulla, ma vuoi forse che quasi tutti non erano spagnoli (latino-america, USA) nella mia mente è scattato l'erroneo chip che forse non erano abituati a una realtà gay 'quotidiana'. Ed infatti mi si chiede "e tu come mai qui in Spagna?" "Beh, perché sono sposato con lui :)". Il tizio stampa una delle solite facce di chi non sapeva manco che i matrimoni gay fossero una realtà e si sforza nel mascherare l'innocente stupore nel sapere che noi 2 eravamo una coppia gay sposata. Poi dopo un po' in un altro discorso ad un certo punto dice "beh, qui in questa città siete di mentalità MOLTO aperta" (non ha utilizzato toni ironici, ma neutri) e io nella mia mente "Ma che cazzo vuole dire? Al massimo saremo meno rompicoglioni e più civilizzati".

 

E' un po' difficile da spiegare, ma diciamo che durante la serata ho dato inconsciamente la priorità nel far vedere la sobrietà della mia coppia e nel permettere agli altri di "assimilare" meglio il concetto. Forse ho voluto evitare gesti per me assolutamente normali che per altri non proprio abituati potevano sembrare atti di ostentazione. Premetto che pure in coppia etero se si stava tra nuovi conoscenti evitavo di sbaciucchiarmi o essere "appiccicoso" con la morosa, capisco che in determinati contesti possa dar fastidio ed essere fuori luogo.

 

Diciamo che mi sono sentito un po' come se avessi fatto della propaganda pro-gay e che la gente a fine serata potesse dire "ho conosciuto ilromantico e suo marito, 2 ragazzi molto simpatici e che parlano di tante e cose." piuttosto che "ieri alla festa c'era pure una coppia di gay sposati". Ed infatti mio marito in un'ora si è convertito nell'anima della festa, gli stupori della nostra coppia sono svaniti in mezz'oretta e a fine serata ci scambiavamo pure gesti d'affetto.

 

Sottolineo che non sono situazioni con cui sono solito avere a che fare, ma ritenete il mio atteggiamento educativo e che tende la mano agli etero o risulta in fondo un atteggiamento troppo "etero-accondiscendente"? Da un lato sono contento del risultato finale, ma dall'altro la sensibilità degli altri non dovrebbero essere nemmeno problema mio o sì?

 

 

 

 

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Ovviamente è una valutazione molto personale. Ho l'impressione che, anche se durante la serata

ti fosse stato piuttosto naturale controllarti e dare una certa immagine "sobria" di te dopo tu ti sia

reso conto di come ti stessi in realtà trattenendo.

E' assolutamente comune controllarsi per dare quella che, al momento, sembra l'immagine più 

piacevole di sé, ma se poi, ripensando a come è andata, senti su di te innaturale e quasi

spiacevole questa accondiscendenza la prossima volta poni un po' di attenzione e non trattenerti ;)

 

Personalmente in linea di massima ti sconsiglio di trattenerti: sapendo che comunque sei piuttosto

"discreto" è inutile e scomodo per te porti nella posizione di dover fare bella figura. Sono certo che 

la sensibilità degli altri possa essere allegramente ignorata, se viene urtata da qualche bacio di una

coppia sposata.

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..Eh! E' un dilemma di tutti quelli che appartengono a una categoria stigmatizzata.

Provo a rifletterci da un punto di vista delle conseguenze pratiche, più che di principio,

e se il risultato finale, come dici, è stato positivo, significa che la tua strategia è stata la più "adattiva" nel contesto.

 

Che la sensibilità degli altri non debba essere un nostro problema è molto bello da dire,

ma non è la realtà. La sensibilità degli altri ci condiziona in ogni nostro comportamento,

e per fortuna, o non sapremmo relazionarci con nessuno. Il punto, naturalmente,

è stabilire il giusto confine, che non leda troppo i propri diritti e la propria libertà di esprimersi.

 

E secondo me, in quella situazione, tu hai saputo percepire che il contesto era un po' diverso dal solito

e automaticamente hai spostato il tuo abituale limite, adeguandoti nel modo più intelligente.

 

Anche perché il risultato che hai ottenuto adesso in realtà ti garantisce più libertà in futuro:

guadagnato il rispetto e la stima di quella gente, potrai permetterti di esprimerti di più la prossima volta,

ti sentirai più a tuo agio e loro altrettanto, sia con te che con altri gay che potrebbero incontrare.

Quindi, in definitiva, hai fatto un buon servizio a te stesso e a tutti.

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E secondo me, in quella situazione, tu hai saputo percepire che il contesto era un po' diverso dal solito
e automaticamente hai spostato il tuo abituale limite, adeguandoti nel modo più intelligente.

 

Adeguarsi alla situazione è di per sé conveniente e piacevole, ma è alla lunga una nuova

fonte di auto-costrizione controproducente al benessere e alla spontaneità dell'individuo.

 

Non assolutizzerei il tuo consiglio.

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@Penna

 

Ti ringrazio per le splendide parole. Non voglio dare l'impressione di quello che "salva il mondo", ma se la piccola e temporanea limitazione serve a veicolare un messaggio più utile e meglio recepito lo faccio ben volentieri. E' oggettivo che mi sia dovuto adeguare alla situazione e mi sia sentito 'obbligato' ad adottare una strategia più 'soft', ma per me era ancora più importante che quella gente si abituasse all'idea e andasse a casa con un'idea positiva per smentire a sua volta la gente che conosce. In fondo, ripesandoci meglio di pomeriggio, non è tanto diverso dai pranzi o alle cene con tutta la famiglia visto che sanno già bene che non giochiamo a freccette la notte :)

 

Credo da sempre nella teoria dell'"onda positiva" e nel passaparola positivo perché in realtà molta gente semplicemente non sa ed è omofoba o insensibile senza avere nemmeno un reale perché. L'ho visto con alcuni amici, molti conoscenti e quasi tutta la mia famiglia omofoba, il semplice fatto di essere conoscenti diretti e farsi comunque conoscere per quello che si è in primis ha fatto cambiare idea a tutti. A tal punto che molti sono diventati pro-gay e adorano mio marito (e ne sono pure gelosi!).

 

Quindi è vero è irritante avere pazienza in certe situazioni, ma il risultato che si ottiene credo che sia molto nobile ed utile. Viviamo in un periodo di transizione ed ignoranza omosessuale dopotutto :/

 

@Dreamer_

 

Sono d'accordo non va per nulla assolutizzato, ma è pur vero che ci sono situazioni e situazioni. La costrizione della serata per me è stata paragonabile a quando si usciva con la ragazza e capitava la terza incomoda. In quel momento avresti voglia di comportarti naturalmente e baciare a più non posso la tua ragazza, ma per non far sentire troppo a disagio la terza incomoda non lo fai. Inoltre come detto è stata una cosa temporanea e già a fine serata il mio compagno mi faceva le carezzine e altre smancerie. La prossima volta non mi limiterei sin dall'inizio, seppur terrei sempre in conto che siamo in compagnia e non da soli o tra amici intimi (etero o gay non importa). Ho sempre odiato le coppie eccessivamente affettuose quando si sta in gruppo quindi mi guardo bene dal non farlo!

 

Grazie comunque per avermi ascoltato, mi avete fatto riflettere ;)

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