Jump to content

Riflessioni sui genitori di figli omosessuali


Recommended Posts

Il primo impatto di un genitore di fronte alla scoperta dell'omosessualità delLa figlioA ben difficilmente è sereno, anche quando il genitore in questione è notoriamente di mente aperta e progressista.

I pianti non mancano quasi mai e iLa figlioA si sente spesso rifiutato o non del tutto accettato, benchè il genitore abbia agito in buona fede.

UnA figlioA ha bisogno di un abbraccio, di essere rassicurato che tutto andrà bene e che non cambierà nulla. Però, molte volte, lo shock paralizza il genitore e l'ignoranza parla al posto suo.

Possiamo biasimare un genitore per questo? Quali sono i motivi che spingono un genitore ad agire in un determinato modo?

 

1) Stereotipi e pregiudizi: finchè l'argomento non ti tocca, è ben difficile che ci si informi in maniera approfondita sull'omosessualità; la televisione ne parla spesso, ma il più delle volte in maniera superficiale e talora addirittura negativa; l'omosessualità appare come una situazione distante e surreale, i cui problemi principali si riducono a matrimonio e omogenitorialità. Di adolescenti omosessuali si parla, invece, ben poco. Alcuni esempi di stereotipi diffusi: "l'omosessualità è una scelta", "gli omosessuali sono promiscui", "gli omosessuali sono esibizionisti e ridicoli" "gli omosessuali sono malati, ma possono guarire" "l'omosessualità è una fase; se non lo è, si tratta della mancata evoluzione dell'adolescente verso una sessualità sana e naturale".

 

2) Sensi di colpa: sempre a causa dei pregiudizi di cui la società è imbevuta, i genitori avvertono come prima cosa un forte senso di colpa:"cos'ho sbagliato???" Da qui, la loro speranza di poter rimediare, non solo per il bene del figlio, ma anche per poter sollevare la propria coscienza: "Ma no, è una fase!" "Devi solo trovare la persona giusta che ti guarisca!" "Io ti ho fatto normale, mica gay!".

 

3) Ansia per il futuro del figlio: un genitore, il più delle volte, ha a cuore l’incolumità dei figli e desidera il loro successo e la loro realizzazione; purtroppo, spesso il genitore giudica col proprio metro ciò che per i figli dovrebbe essere il meglio ed agisce di conseguenza. Ne sono un esempio i genitori che deresponsabilizzano i figli, prolungando la loro adolescenza all’infinito, o che rifiutano il loro orientamento sessuale, reputandolo “una scelta nociva”. Sempre in questa chiave vanno lette molte reazioni dei genitori, che spesso danno l’impressione di essere dettate dal mero egoismo (quando, in realtà, si tratta dell’esatto opposto): “Non dirlo in giro!” “La vita privata è tua non devi sbandierarla!”; c’è poi la paura dettata dagli stereotipi: “Fai attenzione! I gay hanno l’AIDS! I gay sono pedofili!”

 

4) Credenze religiose: sono forse l’ostacolo più duro da abbattere, quando ben radicate. Ma quanto sono ben radicate le credenze religiose, al giorno d’oggi? Poco, mi sentirei di direi, almeno per una grande maggioranza di persone, nel nostro paese. Probabilmente sono più gli altri punti ad influire sulla reazione negativa di un genitore, che non questo.

 

5) Confusione in merito a orientamento sessuale e identità di genere: l’orientamento sessuale sappiamo tutti cos’è; l’identità di genere crea spesso qualche confusione; per “identità di genere” si intende la percezione che si ha del proprio corpo; un omosessuale si trova perfettamente a suo agio con la propria identità maschile o femminile e non desidera cambiare sesso. Diverso è il caso del transessuale: transessuale è una persona che, indipendentemente dall’aver intrapreso o meno un percorso di transizione per cambiare sesso, sente di possedere un’identità femminile o maschile pur avendo un corpo biologicamente di sesso opposto. L’orientamento sessuale non va di pari passo con l’identità di genere; per quanto statisticamente si tratti di casi rari, esiste comunque anche ilA transessuale omosessuale o bisessuale (per esempio, la femmina che transita per diventare uomo ma è attratta dagli uomini).

 

Di fatto, per come stanno le cose in questo momento storico ed in questa nazione, è impossibile pretendere l’immediata ed incondizionata accettazione del proprio orientamento sessuale da parte di un genitore. Al di là di tutte le stupidaggini che un genitore può dire (“è una fase”, “guarirai”, “non dirlo in giro” etc.) dobbiamo prendere per segnali positivi la propensione a cercare di capire e il volerne parlare. L’ottusità è la bestia più difficile da sconfiggere, ma col dialogo si possono fare molti passi avanti, perciò non biasimiamo troppo lo sgomento iniziale di un genitore. Purtroppo, la piena accettazione richiede necessariamente un tempo variabile da qualche mese a qualche anno, ma raramente il rifiuto perdura all’infinito; questa variabilità dipende dalla personalità del genitore, dalla sua apertura mentale, ma anche dall’impegno delLa figlioA omosessuale. Essere omosessuali oggi in Italia non è un dramma, ma richiede certamente un impegno ed  una consapevolezza che ad una persona eterosessuale non sono richieste.

Come si può lavorare su un genitore? IlA primoA a doversi accettare è ilA figlioA. Deve essere preparatoA Lui/lei stessoA sull’argomento e saper smontare punto per punto i dubbi del genitore. L’ignoranza si combatte con la competenza! Fondamentale è sconfiggere gli stereotipi e i pregiudizi. E’ importante far capire ad un genitore che nulla della sua condotta ha determinato né avrebbe potuto cambiare l’orientamento sessuale del figlio. Sul web si possono reperire molte dichiarazioni ufficiali da parte delle istituzioni competenti, come l’Ordine Nazionale degli Psicologi o l’American Psychological Association.

Spesso i sensi di colpa sono acuiti dalla percezione della sofferenza delLa figlioA. EssoA dovrebbe cercare, nel momento in cui fa coming out, di non apparire troppo angosciato e depresso. Più facile a dirsi che a farsi! Per questo, credo che una lettera dettagliata possa funzionare meglio di tante parole: in questo modo, chi scrive ha la possibilità di spiegarsi meglio e di mascherare le proprie emozioni, mentre il mittente può rileggere più volte la lettera sino ad afferrarne appieno il contenuto.

Per quanto riguarda la religione, molti gay hanno pronte sulla punta della lingua frecciate di odio nei confronti delle persone di fede, specie se cattolica. Un po’ di ragioni ce l’hanno, per carità, ma non mancano figure religiose, talora anche di spicco, che si sono espresse favorevolmente nei confronti dell’omosessualità. Se si ha a che fare con genitori molti religiosi è importante documentarsi anche su questo punto per controbattere le loro obiezioni.

Esistono anche associazioni che supportano le persone omosessuali e le loro famiglie, come AGEDO (Associazione Genitori e amici di persone Omosessuali e transessuali).

Vi lascio il link ad un interessante articolo (per la verità già un po' datato) con tante storie di famiglie che, dopo il primo drammatico impatto, hanno abbracciato pienamente la causa dei propri figli e che ora lottano in prima fila per i loro diritti.

 

http://italia.panorama.it/Famiglia-amp-tabu-mamma-mia-sono-gay

Direi che la tua analisi è completa,

ma parte unicamnete da un pregiudizio positivo

nei confronti dei genitori.

 

Alla fine sembrano solo disinformati, condizionati e apprensivi.

Ma potrebbero benissimo essere anche meschini, intolleranti ed egoisti.

Nella maggioranza dei casi sarà un mix di queste due cose.

Molto bello l'articolo che hai postato. Tra gli altri ci sono citati i genitori di Manlio, e quindi suoceri di Claudio (Rossi Marcelli) di "Hello daddy". Pensare che magari tra i vari pensieri di un genitore ci sia l'idea di non poter avere nipoti o che comunque il proprio figlio non possa avere una famiglia sua, e invece.

Edited by Viola77

Complimenti per l'articolo, molto esaustivo!

Io devo ancora varcare la soglia del CO, sperando che tutto vada bene, ma sicuramente, conoscendo i miei genitori, all'inizio saranno molto turbati in quanto mia madre è una pseudo-bigotta (dice di essere cristiana, ma non condivide alcune affermazioni della chiesa... per lei, l'importante è comportarsi bene), mentre mio padre non è molto cristiano, e per certi versi è contro la chiesa, ma ciò che mi spaventa è il suo orgoglio, che lo porterà quasi sicuramente a detestare l'idea di avere un figlio omosessuale...
L'idea di spiegare il tutto con una lettera, è buona, ma forse, argomenti come questi devono essere trattati faccia a faccia, e io, sinceramente, non so quando dirglielo... pensavo di confidarmi con loro tra qualche mese, all'incirca una settimana prima di partire per l'università (sempre se passo la quinta XD) così, durante quella settimana ne possiamo parlare, dopodiché partirò per l'università e durante quel periodo di tempo, (forse) accetteranno l'idea di avere un figlio gay.
Che ne pensate? Secondo voi, può funzionare? Bye!  :bye:

L'importante penso che sia parlarne con cognizione di causa e soprattutto non sganciare la bomba e poi sparire! E' opportuno avere il tempo di discuterne.

Il CO è una questione personale e ognuno lo fa un po' come si preferisce; l'importante è farlo quando ci si sente pronti e accettati, perchè se già si fatica ad ammetterlo a sè stessi, ammetterlo ad altri può essere emotivamente sconvolgente e subire un rifiuto destabilizzante, perchè al proprio rifiuto interiore se ne accavallerebbe uno esterno.

Per esempio, nel tuo caso, fare CO e poi scappare potrebbe farli preoccupare: "oddio! Adesso che farà nella grande città??". Forse parlarne prima potrebbe essere meglio. Prima di fare CO, cerca di prevedere anche la gravità delle reazioni, specie finchè sei ancora economicamente dipendente da loro!

Direi che la tua analisi è completa,

ma parte unicamnete da un pregiudizio positivo

nei confronti dei genitori.

 

Alla fine sembrano solo disinformati, condizionati e apprensivi.

Ma potrebbero benissimo essere anche meschini, intolleranti ed egoisti.

Nella maggioranza dei casi sarà un mix di queste due cose.

Grazie! Mi riferivo alla maggior parte dei genitori! Per esperienza diretta e indiretta, credo che attualmente i genitori così meschini ed egoisti siano una minoranza -ma posso sbagliare!

per conto mio i problemi nel accettare o comprendere un figlio omosessuale nascono dal fatto che spesso i genitori hanno desideri o aspettative sui figli. possibilmente il figlio dovrebbe andare bene a scuola, avere amici, fare magari sport e in futuro fare dei nipotini con cui compiacersi. I genitori dovrebbero sostenere e accompagnare il figlio nelle sue scelte e il figlio non dovrebbe essere qualcuno che realizza i desideri dei genitori.

 

è una differenza di approccio che non tutti i genitori capiscono.

 

l'articolo citato inizia con il racconto di un suicidio di un giovane gay. per questo posto anche se un po' OT un filmato su uno studio di qualche giorno fa:

 

http://la1.rsi.ch/home/networks/la1/telegiornale?po=eb7f1b4e-8dca-442c-97f5-89c992730df8&pos=e7739bdb-359b-4ffa-82c4-ba7d2bc9308d&date=21.02.2013&stream=low#tabEdition

Edited by marco77

Purtroppo, l'articolo che hai postato rispecchia in tutti i punti mio padre (non tanto mia madre che sembra di mentalità più aperta) il quale sembra avere alcuni comportamenti di omofobia anche perchè è super religioso ed essendo che vorrebbe controllare tutte le mie scelte personali già si è mostrato molto contrario al fatto che io sia passato all'Ateismo figuriamoci che io sia Gay....morirebbe di infarto letteralmente xD
Io, ci sto troppo male pensando che la sua mente sia molto chiusa e ferma a solo ciò che dice il cristianesimo (solita stronz**a dell'uomo+donna -.-'' ). A questo punto mi verrebbe da dire che solo trovando una casa in cui vivere da solo e molto lontano dai miei genitori troverò il coraggio di fare un vero e proprio C.O.

@@nicoocin per quanto mi riguarda, a mio padre non importa più di tanto che sia ateo, invece mia madre è molto meno tollerante di mio padre (per la religione), ma alla fin fine, in casa non ci badiamo più di tanto... diciamo che sono io che cerco di portare mia madre verso l'ateismo XD

comunque, tornando a te, non credo che prenderti una casa risolverà i problemi, anzi, l'allontanamento dai tuoi genitori, potrebbe causarti parecchio dolore... cerca un'altra soluzione! :nomention:

Mio padre lo sa ma dopo anni non l'ha ancora accettato. Non ne parla e quelle rare volte che affronta l'argomento lo fa non in maniera positiva. Ad esempio questa estate ho dato una mano in un B&B. Un giorno mi sono arrivati dei clienti a mezzanotte perchè avevano sbagliato strada e sono rimasto a dormire lì perchè poi il mattino mi sarei dovuto alzare alle sette per preparare le colazioni. Apriti cielo, secondo mio padre ho passato la notte a dare via il culo, non c'è stato verso di fargli capire la situazione :-(

Purtroppo gli stereotipi e i pregiudizi sono duri a morire! Poi si aggiunge il problema dell'età; è fisiologico: più passa il tempo, più i nostri neuroni si trasformano in tessuto connettivale, assolutamente non funzionale ed incapace di modificarsi... salvo casi eccezionali, cambiare idea dopo una certa età è ben difficile -tant'è vero che i vecchietti sono sempre i più testardi!

Create an account or sign in to comment

You need to be a member in order to leave a comment

Create an account

Sign up for a new account in our community. It's easy!

Register a new account

Sign in

Already have an account? Sign in here.

Sign In Now
×
×
  • Create New...