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Chàvez : sarà la storia a giudicarlo?


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Apro questo thread sulla morte di Hugo Chàvez, visto che nessuno ne ha ancora parlato.

 

Il personaggio è stato indubbiamente uno che divide, militare paracadutista, incarcerato per due anni per un tentato colpo di Stato, esce e vince per cinque volte di fila le elezioni (dal 1998 al 2012). Autodefinitosi un "socialista del XXI Secolo", la sua figura è stata amata soprattutto dalle ali estreme di sinistra e di destra, mentre è stata odiata dalla maggioranza dei socialdemocratici, liberali e conservatori di mezzo mondo. Lui stesso aveva come ispiratori Castro, Mussolini e soprattutto Simòn Bolivar. Molto consenso è arrivato dall'opporsi strenuamente a qualsiasi cosa che arrivasse dagli Stati Uniti.

 

Molti in Italia e in Europa (pure dai blog di area Pd) hanno scritto senza tanti giri di parole che è morto un dittatore, tuttavia non ha mai abolito i partiti politici (le elezioni sono sempre state considerate libere), la stampa è rimasta libera, così le radio e le televisioni private.

Indubbio che il consenso delle masse veniva dai programmi populisti (tipo stipendi più alti per tutti), ma negli ultimi anni nonostante l'aumento del prezzo del petrolio (il Venezuela è uno dei primi produttori mondiali) l'economia è entrata in una crisi spaventosa : l'inflazione è al 50%, la moneta si sta svalutando giorno dopo giorno e in molti negozi e supermercati scarseggia la roba.

 

Cosa ne pensate della sua figura? Era un semplice dittatore in salsa sudamericana? Un socialista sognatore? Un fascista mascherato? Molti vedono analogie tra l'avvento di Chàvez negli anni novanta e quello di Grillo adesso, cosa hanno di simile i due personaggi? Io penso molto, dall'aver trovato terreno fertile in un'economia e una società corrotta con una crisi del sistema politico, ai comizi di piazza pieni di gente, alle proposte di rifare da zero lo Stato, spesso impossibili.

 

 

 

 

http://www.lindipendenza.com/morto-chavez-viva-chavez-destra-e-sinistra-estreme-sono-in-lutto/ 

Edited by Loup-garou
privateuniverse

Di positivo c'è che non è stato subalterno agli Stati Uniti e che ha usato i proventi dell'aumento del prezzo del petrolio per ridurre la povertà e le disguaguaglianze nel suo paese.

 

Dubito che la sua politica sia sostenibile nel medio termine, e che avrebbe potuto perseguirla senza l'ausilio di circostanze esterne.

 

Preferisco nettamente figure come i presidenti di Uruguay, Ecuador, Brasile e Bolivia.

Di positivo c'è che non è stato subalterno agli Stati Uniti e che ha usato i proventi dell'aumento del prezzo del petrolio per ridurre la povertà e le disguaguaglianze nel suo paese.

 

Dubito che la sua politica sia sostenibile nel medio termine, e che avrebbe potuto perseguirla senza l'ausilio di circostanze esterne.

 

Preferisco nettamente figure come i presidenti di Uruguay, Ecuador, Brasile e Bolivia.

 

Condivido il discorso, anche se sul tema della riduzione della povertà i dati sono molto discordanti. Negli ultimi 2-3 anni l'inflazione è galoppata al 50%, la moneta si sta svalutando a ritmi record (ad inizio 2010 servivano 2 bolivar per un dollaro, ora ne occorrono 6.28!, con inevitabile corsa a cambiare i soldi da parte dei ceti più abbienti). 

 

Sicuramente senza i proventi del petrolio la c.d. "rivoluzione bolivariana" (che di rivoluzione non ha niente) non sarebbe potuta andare avanti. Molto positivo in America Latina lo sviluppo del Brasile durante l'era Lula, ma anche dell'Argentina sotto Kirchner o della Colombia nel periodo Uribe.

 

Che fosse un dittatore, come hanno detto in Europa (un mio amico, personaggio influente del Pd locale ha scritto su FB "è morto un dittatore") non è vero, le elezioni sono sempre state libere (molte città e regioni sono governate dall'opposizione), ci sono molti giornali e tv che sono sempre stati critici verso Chàvez. Sarebbe interessante sapere cosa ha fatto per i diritti LGBT in Venezuela.

Non credo proprio che i diritti civili possano essere la cartina di tornasole

per valutare il suo governo, comunque aveva appoggiato un progetto di

legge sulle unioni civili, che non penso sia stato approvato.

 

Ovviamente il versante più problematico delle politiche chaviste riguarda

altri diritti civili: la libertà economica e la proprietà privata in primis

 

Chavez ha infatti creato un sistema di partecipazioni statali in gran parte

espropriando, ma anche confiscando senza pagare alcuna indennità etc.

Il problema è che dopo 15 anni di nazionalizzazioni, espropriazioni, confische

lo Stato Venezuelano è il primo imprenditore concorrendo per il 30% al PIL

del paese

 

E qui sta il fallimento di Chavez

 

Nel fatto che nonostante continui espropri e nazionalizzazioni la percentuale

rimanga al 30%, il chè avviene per il fatto che le imprese nazionalizzate diventano

improduttive, inefficienti etc. 

 

Tralasciamo pure il fatto che molte imprese fossero straniere, multinazionali

americane e probabilmente la stessa borghesia venezuelana meriti ben poche

simpatie....che insomma questa compressione di diritti civili economici, possa in 

ipotesi "giustificarsi" in ottica sociale: resta il fatto che il sistema non funziona

Un nemico della libertà sotto ogni punto di vista, che ha combattuto il "capitalismo americano" a parole, vendendo poi allo stesso le risorse della Bolivia per tenere un piedi un apparato pubblico inefficiente. Condanna senza appello per quello che è stato un dittatore ed un nemico della democrazia(anche Lukashenko è stato eletto tramite consultazione elettorale, ma non credo che qualcuno lo giudichi un leader democraticamente eletto).

 

P.s./ @@Fabius81 lo sai che in Argentina la gente scende in piazza, all'ultima protesta, censurata dal governo, c'erano due milioni di persone, per la povertà crescente a causa dell'inflazione galoppante(al 25%) e per la paura sempre più concreta di un nuovo default? La mossa geniale della Kirchner per porre rimedio è stato taroccare i dati dell'agenzia nazionale di statistica, istituto su cui si basa la credibilità internazionale di un paese, tanto che l'FMI ha approvato una censura.

@@Frollo : lungi dal difendere Chàvez, ma tra il Venezuela e la Bielorussia c'è un abisso, nel primo le elezioni sono sempre state multipartitiche http://en.wikipedia.org/wiki/Elections_in_Venezuela

nel secondo invece sono sempre state una farsa per eleggere Lukashenko con maggioranze assolute http://www.parties-and-elections.eu/belarus.html

 

non dimentichiamo poi che le tv private in Venezuela non erano affatto pro-Chàvez, anzi, l'hanno sempre fortemente osteggiato.

 

@@privateuniverse : ma il candidato dei socialisti in Argentina non era la Kirchner stessa?

Se non ricordo male, ci aveva provato con un referendum a diventare

presidente a vita del Venezuela....

 

Per quanto riguarda la libertà di informazione:

http://it.wikipedia.org/wiki/RCTV

 

Comunque non è certamente l'unico paese del latinoamerica ad avere

problemi di libertà di informazione, i problemi esistono anche in Messico

o in regimi politici diversi, direi che il fatto di partire da una situazione in

cui il regime chavista aveva tutto un intero sistema contrario, ha determinato

una limitazione delle libertà, ma all'opposizione non sono certo mancati mezzi

e risorse per opporsi strenuamente ( cosa che non si verifica spesso in situazioni

di segno politico inverso )

 

Il segno politico dell'azione di governo non è stato certo libertario o democratico

però

privateuniverse
ma il candidato dei socialisti in Argentina non era la Kirchner stessa?

 

No, la Fernández proviene dal PJ, il Partito Giustizialista, cioè peronista.

 

Ora non ho più la concentrazione per ricordare certi dettagli, ma in Argentina (o, più correttamente, nella Repubblica Argentina, perché "Argentina" è un aggettivo, non un sostantivo), così come nella gran parte degli altri paesi del continente americano, fino ad anni recenti partiti socialisti o socialdemocratici propriamente detti non si sono mai sviluppati, per una serie di motivi che ora sarebbe troppo lungo discutere. In buona parte dei paesi latinoamericani ci sono partiti aderenti all'Internazionale Socialista che, però, quasi mai hanno la denominazione "socialista" o "socialdemocratico" nel loro nome. In anni relativamente recenti in alcuni paesi hanno cominciato a svilupparsi partiti socialisti propriamente detti, e non semplici versioni autoctone, spesso ibride, di partiti assimilabili a quelli socialisti; per esempio in Cile, dove l'ex presidentessa Michelle Bachelet (e, prima di lei, il presidente Ricardo Lagos) appartenevano proprio al PS cileno.

 

In particolare, in Argentina il PJ contiene varie correnti, di destra e di sinistra. La Fernández (e il suo defunto marito, Néstor Kirchner) appartengono alla corrente di sinistra, ma c'è anche un peronismo di centrodestra o di destra, al quale appartengono, tra gli altri, pur essendo rivali tra loro, gli ex presidenti Menem, Rodríguez Saá e Duhalde.

 

Insomma, è una situazione un po' simile a quella della vecchia DC nostrana, nella quale convivevano fazioni conservatrici e progressiste; solo molto più fluida e minata da personalismi. Considera poi che, in Argentina come in altri paesi, per esempio il Canada e, in misura diversa, la Svizzera, ci sono partiti politici federali e partiti politici provinciali, e in vari casi i due livelli non coincidono né sono sovrapponibili.

 

In ogni caso, il candidato socialista alle ultime presidenziali argentine era Hermes Binner.

  • 3 weeks later...

Alla domanda "cosa ha fatto Chavez per la comunità GLBT?" ti risponde il mio ragazzo che è venezuelano:

Un cazzo. Anzi, usava spesso l'equivalente di "frocio" e "ricchione" per appellare gli esponenti dell'opposizione.

A parte questo non mi ha mai parlato bene di lui, in qualsiasi campo... anzi è andato via dal Venezuela proprio a causa sua, e come lui tanti.

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