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"Sindrome da replica" e mondo gay


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Ilromantico

Ultimamente ci sono stati degli episodi che hanno accentuato in me la visione di un mondo gay simile alle repliche estive di mezzanotte. Gente che a metà di un percorso non lo completa e lo ricomincia all'infinito o gente che non costruisce nulla e non si evolve. La molla è scattata all'ennesima storia di caio che a 20-30-40 anni ha fatto sempre le stesse cose e sempronio che dopo 7 anni di fidanzamento e 2 di matrimonio (tradendo dal minuto zero, specifico) limita la sua storia a un"il sesso non mi piaceva con lui", come se i problemi o le gioie di una coppia di possano davvero ridurre a questo. Ma non è il sesso il punto, è un discorso 360• gradi, a me ha stupito il fatto che una coppia del genere in 9 anni non abbia maturato spirito di sacrificio, comprensione, voglia di costruire qualcosa in futuro. Quando il giocattolo si rompe se ne compra subito un altro perché l'importante sembra essere solo soddisfare il proprio egoismo. E sorvolando pure su questo nel trovartene un altro non finisci certo il percorso perché appena il giocattolo stufa ne ritroverai un altro e così via, fin quando ti renderai conto che nella vita non ha costruito nulla. E voi che ne pensate?

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https://www.gay-forum.it/topic/23073-sindrome-da-replica-e-mondo-gay/
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Io leggo il contrario di quello che intendi...

 

Due persone che stanno insieme nove anni anche se il sesso non funziona

hanno uno spirito di sacrificio davvero notevole...

 

"Quando il giocattolo si rompe se ne compra subito un altro"?

Beh ok, ma l'esempio che hai fatto non è così:

hai solo parlato di uno che si tiene il "giocattolo rotto" per anni.

 

Può capitare che una persona non ci piaccia più dopo anni.

In quei casi le ipotesi sono tre:

a) La lasci

B) Ti sacrifichi a una vita di castità

c) Fai sesso con altri, rimanendoci insieme

 

Se consideri l'altra persona solo un "giocattolo rotto"

e la vostra unione si basava principalmente sul sesso

sicuramente la lasci e ti cerchi qualcun altro.

 

Se la vostra unione si basava su un altro tipo di legame

allora puoi scegliere se vivere ancora con lei come "fratelli"

facendoti seghe per i successivi 30-40 anni

o fare sesso anche con altre persone.

 

Non so voi cosa fareste se il desiderio sessuale

- dopo anni - finisse con la persona che amate.

Seghe, scappatelle o rottura?

Io, appunto, definisco tutto questo consumismo sessuale. E nessuno mi ha mai convinto che il fenomeno sia speculare al dongiovannismo etero o sia dovuto a caratteristiche intrinseche del "maschio cacciatore per natura".

In genere un etero si accontenta di una moglie e di un amante. Se è un puttaniere non si sposa, ma sono casi rari. L'etero ha bisogno di una moglie come della madre.

 

Nel mondo gay si assiste invece molto spesso alla fine di una relazione (in genere molto prima dei nove anni citati), semplicemente perché non si prova più attrazione sessuale per il proprio partner.

Da che dipenderà? Io penso che abbia a che fare con il sessocentrismo dell'identità sessuale. Ho anche delle spiegazioni di tipo psicanalitico, ma taccio perché infastidiscono molto...

Di fatto il corpo gay è un corpo fatto per essere consumato, ed è come se un eventuale flusso affettivo, si esaurisse tutto in questo consumo, spesso compulsivo. Spero che un giorno qualcuno faccia delle statistiche a riguardo, in modo da non dare più alibi a chi rifiuta la realtà e si nasconde tacciando di repressione e omofobia chi la proclama.

Giusto per mettere un sigillo scientifico sulla questione, perché tutti noi, se guardiamo con sincerità alle nostre esperienze e a quelle di coloro che ci sono vicino e frequentiamo, sappiamo molto bene come funzionano le "relazioni" nel mondo gay, quanto poco durino, perché finiscono e quanta ipocrisia ci sia nelle cosiddette "coppie(?) aperte"...E caliamo un velo pietoso su un altro collante fondamentale di tante relazioni che sembrano più durature, ovvero il denaro...

Con tutto il rispetto, akinori (verso la tua persona, non certo verso le posizioni espresse), raramente si leggono tante boiate in un solo post.

Abbi l'accortezza e la decenza di parlare per le tue esperienze personali (perché già a parlare di quelle delle persone che si conoscono si eccede in presunzione, il più delle volte), non per quelle di tutti i gay :)

limita la sua storia a un"il sesso non mi piaceva con lui", come se i problemi o le gioie di una coppia di possano davvero ridurre a questo. Ma non è il sesso il punto, è un discorso 360• gradi, a me ha stupito il fatto che una coppia del genere in 9 anni non abbia maturato spirito di sacrificio, comprensione, voglia di costruire qualcosa in futuro

 

 

Una storia durata 9 anni è una storia importante nella vita di una persona

di relazioni così lunghe se ne possono avere al massimo due o tre.

 

Certo è finita, quindi qualcosa ad un certo punto non ha funzionato più, ma

dobbiamo anche presupporre che per 9 anni prima avesse funzionato

 

Può essere che a 20 anni andasse bene una intesa di un certo tipo,

che contemplava una certa libertà sessuale reciproca, ma a 29 questo

tipo si sia dato una calmata e abbia desiderato di non avere più delle

avventure sessuali, ma di trovarsi un compagno monogamo

 

A quel punto essendo sempre mancata l'intesa sessuale - per questo

cambiamento - la storia magari è terminata...insomma il cambiamento fatale

sarebbe stato indotto dalla monogamia.

 

Altrimenti non vedo quale senso logico abbia quella frase...direi zero.

Ogni caso è a se.

Come ha detto Alma, se sono stati assieme 9 anni, vuol dire che qualcosa c'era.. e poi è finita.

 

Io trovo bello che una coppia gay possa avere gli stessi problemi di una coppia etero, senza dover per forza sentirsi "obbligati" a dimostrare qualcosa.

 

Anche le coppie etero si mollano.... così le coppie gay.....

Esistono coppie che staranno assieme per sempre (A differenza di quello che pensa akinori) e coppie che si lasceranno.... per fortuna che è così. E per fortuna che siamo tutti diversi. In fondo anche tu @@Ilromantico vivi una storia solida che ti auguro perduri.. per cui per una coppia che si molla, ce ne sono altre che resistono.

Il mondo gira nel verso giusto.

personalmente non ho capito quale sia il problema nel buttare via il giocattolo rotto ovvero nel terminare una relazione che dimostra di non funzionare, non è che il sacrificio di una vita di infelicità mi apra le porte al paradiso visto che non esiste

Il vincolo giuridico è un collante formidabile delle unioni eterosessuali, che manca ancora del tutto, (oppura comincia appena ad affacciarsi sulla scena), per le coppie gay. Certo, per le coppie etero c'è il divorzio, ma  il divorzio è solo un correttivo a una situazione che è arrivata al limite dell'intollerabile, e spesso prelude a un nuovo matrimonio. Senza contare che costa, e che non sempre vi si ricorre. È quindi evidente che, allo stato attuale della civiltà nel mondo, una differenza tra coppie eterosessuali (unite in un vincolo giuridico, di fronte allo stato e alla società, per alcuni addirittura in un vincolo religioso) e coppie omosessuali non unite in nessun vincolo, c'è, è forte, e sarebbe stranissimo se non ci fosse.

 

Le coppie eterosessuali, inoltre, procreano, fanno figli o li adottano, almeno in altissima percentuale: abbiamo scoperto addirittura che procreare o avere figli adottivi è un desiderio anche delle coppie omosessuali. Questo è il secondo vincolo di cui gode la coppia eterosessuale, ed è tanto forte quanto il precedente, forse anche di più, perché dura per tutta la vita, e frena la tendenza alla disgregazione della coppia. Sommati insieme, i due vincoli risultano molto potenti, e anche questo vincolo non esiste per le coppie gay.

 

In terzo luogo, le coppie eterosessuali, siano sposate o non lo siano dal punto di vista proprio, cioè strettamente giuridico, sono inserite, inoltre, nel sistema della famiglia e della parentela. Ora questo sistema, che è alla base della civiltà, non esiste per le coppie gay. Non esistono cuginanza, nipotato, non esistono nonne e zie o zii, non esiste tutto un enorme e potente vincolo di relazioni. Ora anche questo reticolo di rapporti parentela frena e in parte trattiene dalla decomposizione cui è o può essere esposta una coppia. La cosa risulta ancora più evidente se ci si riferisce a un recente passato: molti abbandoni di tetti coniugali, molti disfacimenti familiari erano inibiti proprio per le ripercussioni negative che avrebbero avuto, in certi casi, in tali reticoli. E anche se oggi c'è il divorzio, questo non toglie che per ogni nuova coppia che andrà a formarsi ci sarà comunque un nuovo reticolo familiare-parentale che la attenderà, nel quale la nuova coppia si inserirà. 

 

È per questo tra l'altro che noi vogliamo (creare) il matrimonio, la famiglia, e con essa i fgli, la parentalità, il parentado. 

 

Due gay o due lesbiche che si lasciano ricominciano da zero la loro vita, in un certo senso il loro vincolo dissolto non lascia traccia alcuna nella società - tanto quanto una relazione clandestina. Non avendo vincoli, non hanno freni o correttivi al disfacimento della coppia; non avendo obblighi, sono anche soggettivamente del tutto liberi: alla fine di una relazione, ogni gay o lesbica ritroverà solo sé stesso, ed eventualmente (ma neppure sempre) qualche amico comune. Mi sembra dunque ovvio che una differenza ci sia, e enorme. 

@@Isher Concordo su tutta la tua analisi.

 

E' un pò come dire che per colpa dei divorzi i matrimoni che durano sono di meno.

 

Quando l'affermazione più corretta sarebbe "dato che prima non c'erano i divorzi, la gente rimaneva sposata".

privateuniverse

Penso che le considerazioni di @@Isher siano molto fondate.

 

Peraltro io conosco diversi casi anche di coppie eterosessuali che si sfasciano dopo anni quasi senza colpo ferire, magari per delle piccolezze. Però devo dire una cosa: nella totalità o quasi dei casi che conosco si trattava di coppie che, pur quasi sempre conviventi, non erano sposate; e, altro dettaglio non trascurabile, non avevano figli, spesso programmaticamente, nel senso che mi ricordo il mio stupore quando un mio ex amico, di fronte alle mie domande sulla possibilità di avere figli, la scartasse a priori per considerazioni banali, del tipo "se avessi un figlio non potrei più cambiare la macchina", che è cosa un po' diversa, io trovo, dal citare una situazione finanziaria difficile. Io, che ero nei miei "mid-thirties" e immaginavo che fosse naturale il desiderio di avere figli, anche biologicamente propri, questi discorsi erano veramente sconcertanti.

 

Il che avvalora quel che diceva @@Isher a proposito del quadro sociale e istituzionale in cui le coppie eterosessuali spesso sono inserite, mentre le coppie omosessuali non lo sono quasi mai. Viene però anche un dubbio: e se due non si sposassero anche perché, individualmente o in coppia, sono meno inclini a intraprendere una relazione con impegno e con l'intenzione di farla durare costi quel che costi?

 

Io ho ormai un rapporto molto conflittuale con gli omosessuali e l'omosessualità; ma mi chiedo se non ci sia un problema più generale che riguarda la costruzione dell'amore e la percezione del senso di una relazione e che coinvolge ormai quasi invariabilmente eterosessuali e omosessuali (e anche single per forza come me, se devo dire la verità).

Io ho ormai un rapporto molto conflittuale con gli omosessuali e l'omosessualità; ma mi chiedo se non ci sia un problema più generale che riguarda la costruzione dell'amore e la percezione del senso di una relazione e che coinvolge ormai quasi invariabilmente eterosessuali e omosessuali (e anche single per forza come me, se devo dire la verità).

 

Forse sì forse no. Viviamo in un'epoca ricca di contingenza, in cui il contingente aumenta esponenzialmente. Questo provoca un correttivo all'instabilità dei tempi. Le persone si rifugiano nel privato. Chi sta in coppia ci rimane, finché è possibile. Alcuni addirittura partono con il desiderio e bisogno di coppia fin dall'inizio: si mettono insieme a 18 o 23 anni e vanno avanti così per tutta la vita.

 

La difficoltà della costruzione dell'amore, della percezione del senso, credo riguardi, almeno a livello conscio, solo le persone evolute, colte, capaci di avvertire la pressione del mondo (quindi, in un ceto senso, persone che sono anche più umane e quindi più fragili, almeno nel senso che non accettano passivamente l'esistente e, ad esempio, se ne sentono, almeno a tratti, insoddisfatte), un mondo che richiede prestazioni elevate in un quadro che però è esposto continuamente alla precarietà. 

 

Ma tutto questo non fa che promuovere la ricerca di un partner, o di un piccolo mondo di affetti.

 

Chi ne è tagliato fuori, per qualunque ragione, ha la scelta tra la depressione, e altri svaghi: viaggi, interessi culturali, palestra, impegno nel lavoro e vita individuale il più possibile espansa.

 

Chi fa a meno dei sentimenti, punta tutto sul sesso, e quindi su storie oppune storielle, a seconda dei casi. 

 

Queste mi sembrano le tre tipologie e opzioni fondamentali. La quarta è la famiglia e il matrimonio, appannaggio, per il momento, delle coppie eterosessuali. 

ma mi chiedo se non ci sia un problema più generale che riguarda la costruzione dell'amore e la percezione del senso di una relazione e che coinvolge ormai quasi invariabilmente eterosessuali e omosessuali (e anche single per forza come me, se devo dire la verità).

Io mi sento di quotare questo parte di privateuniverse.

Certamente la mancanza di un modello a cui aderire può far mancare "le sponde" a un rapporto che va momentaneamente in crisi, e senza le sponde (il vincolo, i figli, la famiglia) il rapporto si sgretola senza rimedio, quando invece c'erano margini di manovra per farlo funzionare.Ma forse nemmeno tanto come blocco psicologico a rompere un vincolo, forse più come un processo di identificazione in un certo tipo di relazione,  di relazione stabile all'interno del matrimonio, nella quale cresciamo fin da ragazzini? (e che quindi non è applicabile, allo stato attuale per il mondo gay, o comunque viene percepito come tale?)

Ma io mi chiedo quanto valgano i vincoli in realtà, dato che nella mia esperienza, per le coppie etero della mia generazione il motivo per sfare o non sfare una famiglia non è mai stato nei figli ma nella presenza di una terza persona alla quale uno dei due membri della coppia potesse approdare. Per i casi che ho vissuto direttamente, si sopporta ogni cosa finchè non esiste una via d'uscita migliore, sono pochissimi i casi di chi decide di riavere semplicemente la propria libertà. Ma ovviamente la mia esperienza non ha fondamenti statistici...

Insomma io ho un'amica intima e alcune conoscenze che hanno chiesto la separazione di ritorno dal viaggio di nozze, sempre per la presenza di un'altra persona. E quindi faccio un po' di fatica a vedere la stabilità del vincolo matrimoniale come freno. Poi anche sul concetto di freno, bisognerebbe capire se sia secondario a un lavoro sulla coppia (e allora è utile) oppure no.

Detto questo io sono favorevole al matrimonio, lo considero la manifestazione di un'idea per la quale si "lavora" tutta la vita (idea che è di per sè più forte del vincolo stesso del matrimonio).

Edited by Viola77

Viola, stai capovolgendo la mia argomentazione, senza accorgertene. 

Insomma io ho un'amica intima e alcune conoscenze che hanno chiesto la separazione di ritorno dal viaggio di nozze, sempre per la presenza di un'altra persona. E quindi faccio un po' di fatica a vedere la stabilità del vincolo matrimoniale come freno.


Quanto ho detto, peraltro un'ovvietà, riposa sul concetto di riconoscimento di uno status giuridico e di uno status immateriale: essere sposo o sposa; genitore, madre o padre; membro di una famiglia e parentela; tutte cose riconosciute come fondamento della società, e che conferiscono, oltre che uno stato giuridico, anche uno status immateriale.

 

Tutto ciò costituisce un vincolo. E infine il vincolo è un freno.

 

Il freno, dunque, viene per ultimo, ed è un effetto del vincolo, e il vincolo è legato a uno status. Questa è la logica della mia argomentazione.

Ora, quanto al freno, esso non è altro che un freno: non è una catena. Il fatto che non sia del tutto coibente (il che mi sembra ovvio) non toglie che non sia un freno. 

 

 

Il fatto che uno si innamori di una persona dopo il viaggio di nozze e se la sposi non toglie nulla alla situazione che ho descritto. Il fatto cioè di poter contrarre numerosi matrimoni non toglie nulla al fatto che quando è sposato gode di quello status, vincolo, freni, che funzionano come condizioni generali di stabilità della coppia. Anche l'adulterio, tra l'altro, ha un riconoscimento sociale, nel caso di coppie etero formate da persone ricche e influenti, o celebri, o - e questo è interessante - stabili nel loro adulterio. 

 

PS: sono arrivato a 3997 post, e ne ho solo 2 residui a disposizione, perché non voglio diventare Super-star. Quindi difficilmente mi leggerete presto....

 

MaxDoran ha il coraggio di scrivere:

"Con tutto il rispetto, akinori (verso la tua persona, non certo verso le posizioni espresse), raramente si leggono tante boiate in un solo post"

 

Guarda @MaxDora, hai appunto dimostrato di non aver nessun rispetto, né per la mia persona, né per le posizioni espresse. Sono mortificato nel fartelo notare.

 

L'argomentazione di @Isher, invece, alla quale vale forse la pena di rispondere, si basa su tre elementi:

 

1) il vincolo giuridico (=matrimonio)

2) la procreazione

3) l'inserimento nel Sistema.

 

La si smonta subito:

 

1) la sessualità del gay non si presta, come quella eterosessuale, ad un vincolo giuridico. Un gay è un gay è un gay! Non riuscirai mai a seppellirlo in un matrimonio, se non facendo violenza alla sua natura.

 

2) se sei gay, non potrai mai assumerti la responsabilità di un altro da te, perché devi assumerti prima quella nei confronti di te stesso.

 

3) l'inserimento nel Sistema è proprio ciò che annullerebbe definitivamente la differenza omosessuale: pura antipolitica.

La visione piccolo-borghese di isher rappresenta il tipico tentativo di distruzione di un'identità altra. Il gay non è altro che un corpo che deve essere desessualizzato. Una mimesi mai riuscita dell'ideale etero. Il Mulino Rosa in cui il biscotto plastificato sarà l'ostia per l'automa triangolato, ancora una volta edipicamente.

Sono felice che Isher non arrivi ai 4000 commenti. 3999 sono già troppi. Sciò! :-)

Edited by akinori

L'importante è che tu non scriva il 4000° post. Ma solo per non diventare Super-star, sia chiaro! :-)

E' il capitalismo che produce schizofrenia, do you remember? Immagina che io sia Lenz che si aggira in una dark room.

Immagina la passeggiata di Lenz in una dark room. Mi segui?

Edited by akinori
Ilromantico

@@Isher hai ben analizzato parte di quello che intendevo!ma in realtà il discorso è ancora più grande e non si limita solo al tema dei matrimoni o della durata delle coppie.

 

@@Fabiofax spero che duri ovviamente ;), ma il punto non è la durata di una coppia, ma questo gettare la spugna alla prima difficoltà per poi ripetere una replica. O la gente che dai 20 ai 40 anni vive la sua vita come una continua replica, gente che non accetta di essere diventata grande e/ o fa sempre le stesse cose. Io per carità ho la mia coppia, altri amici che sono fantastici, ma certi amici e/o conoscenti mi stanno deprimendo con le loro continue repliche. Non trovo che facciano nulla di utile per la comunità né per gli altri né per loro stessi e, anche se è brutto da dire, alla fine non emettono positività, ma solo un mondo grigio, grottesco e limitante. E il sesso rappresenta una piccola percentuale, parlo davvero di tutti gli aspetti. Io ho la mia testa ovvio, ma avere esempi più stimolanti non sarebbe male. E a me per ora è successo questo, all'ennesimo racconto replica mi sono rotto di sti esempi poco stimolanti.

 

Per gli altri. Quello è stato un esempio che mi ha fatto un po' pensare, ma in realtà non l'avete capito bene. Stavano da 9 anni insieme, ma uno era fedele e sinceramente innamorato, mentre l'altro sin dal minuto zero quando c'era voglia o aveva problemi gli faceva le corna, salvo poi far l'innamorato e voler pur far la recita del matrimonio. Non era è per nulla vero che è finita per mancanza di attrazione sessuale perché fino alla fine entrambi erano attratti e facevano sesso abbastanza selvaggio (testimonianza dei 2). È realmente finita perché il traditore a un certo punto voleva ritornare ad avere 20anni e a stare con un ragazzo di 18-20 anni e visto che il partner già era invecchiato di 10anni a lui forse piaceva di meno. Inoltre la coscienza verso il partner pensava talmente tanto che pur di non essere sincero si inventò che lui tradiva perché si sentiva poco considerato, amato. Cazzate, perché il partner lo venerava e lui comunque in qualsiasi periodo(felice o brutto) della relazione gli ha fatto le corna. Ecco cosa intendo per "giocattolo rotto", utilizzare in 9 anni una persona in questo modo, non essere nemmeno capaci di essere sinceri ed autocritici con se stessi. E a me non fa tristezza, la fine di una relazione, ma che la felicità di una persona possa nutrirsi di felicità effimere e tutto iñ resto. Spero di essermi spiegato.

Ilromantico

Ah, comunque parlando di "costruire qualcosa", non c'è bisogno di scomodare parenti, figli e vincoli sociali e giuridici. Intendevo anche cose MOLTO più semplici e banali: cambiare/ comprar casa, andare dai parenti, vivere la quotidianità, costruirsi un gruppo di amicizie sincere, uscire con etero, fare progetti a medio/lungo termine, cambiar routine, superare i problemi di coppia, avanzare nella vita di coppia/professionale, maturare, ecc.

 

Ho reso L'idea?:)


Insomma io ho un'amica intima e alcune conoscenze che hanno chiesto la separazione di ritorno dal viaggio di nozze, sempre per la presenza di un'altra persona

 

Certamente c'è una componente irrazionale nello sposarsi e separarsi subito dopo

o comunque una contraddittorietà di comportamenti. Forse a volte dopo un lungo

fidanzamento alcuni etero si trovano di fronte ad una scelta del tipo: ora o ci decidiamo

a sposarci, o ci lasciamo...io so anche di diversi fidanzamenti interrotti di fronte a questa

alternativa. Evidentemente chi decide di sposarsi e si pente immediatamente dopo avrebbe

dovuto prendere la decisione di porre fine al fidanzamento

 

Questo spesso accade quando il passaggio da fidanzati a sposati, coincide con il passaggio

al mondo adulto: da studenti a lavoratori da figli che convivono coi genitori a persone indipendenti

etc.

 

A differenza di altri paesi in Italia il matrimonio costituisce, per gli etero, l'uscita dalla propria famiglia

di origine. Questo non accade quasi mai ai gay ed alle lesbiche, che già a 18 anni...vogliono essere

autonomi dalle famiglie e cercano di realizzare questo obiettivo in via prioritaria. Ai gay studenti fuori

sede, che rappresentano una discreta percentuale di giovani privilegiati, questa alternativa si presenta

meno secca, possono godere di un certo numero di anni di relativa libertà

Ilromantico

Si certo, c'è sempre da comprendere ed accettare tutti, anche se sono gelidi, immaturi, pazzi, egoisti, opportunidti o che altro, però nel frattempo poi si fa la battutina acida a Ben che sembra la mamma. Ma per favore!!!!!

 

Ma io cosa dovrei accettare esattamente? Gente che fa del male ad altra gente per egoismo? Chi non da nessun esempio interessante né costruttivo? Chi per tutta la sua vita avrà vissuto come un eterno adolescente? Chi non lascia niente di utile in questa vita? Chi non ci mette la faccia e non lotta nella quotidianità?

 

Mi dispiace, ma alla lunga stancano e non ci vedo proprio nulla da premiare. Li accetto, ma sono stanco di esempi vuoti ed insulsi.

mi sono perso.

con chi ce l'abbiamo esattamente?

 

perché credo siamo tutti d'accordo nel dire che la "gente che fa del male, usa gli altri, è egoista" è meglio perderla per trovarla. ma questo cosa c'entra con la coppia che scoppia citata nel post d'apertura e che giustamente si sfascia perché il sesso non andava più?

 

personalmente riterrei molto più egoista, profittatore ecc ecc qualcuno che continua a stare con l'altro anche se il vibe se n'è andato. poi se esiste qualcuno che non ha voglia di impegnarsi, e pur sapendolo "sin dal minuto zero" comunque vive relazioni di anni e anni (prendendo in giro il prossimo) questo di certo è male ma non vedo come possa inficiare l'opinione su un'intera categoria


Stavano da 9 anni insieme, ma uno era fedele e sinceramente innamorato, mentre l'altro sin dal minuto zero quando c'era voglia o aveva problemi gli faceva le corna, salvo poi far l'innamorato e voler pur far la recita del matrimonio

 

Il problema è che se veramente le cose stavano in questi termini, l'altro dei due era un po' masochista

 

Ovviamente se prendiamo un caso estremo di stronzaggine, siamo tutti d'accordo nel criticarlo.

E probabilmente il minimo che si possa dire è che una persona del genere non dovrebbe sposarsi

ma anche non dovrebbe essere sposata o sopportata per 9 anni.

 

Essere capaci di autocritica, deve funzionare anche dal lato di chi, in nome di un'etica del

sacrificio e della speranza di un cambiamento che non avviene mai, continua a stare insieme ad

una persona palesemente sbagliata per lui ( e forse non solo per lui, ma proprio per il matrimonio )

 

Insomma, ad una ricostruzione di un certo tipo ( perchè vedo che varia ) si può obiettare che c'è

stato fin troppo spirito di sacrificio, fin troppa comprensione...unilaterale.

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