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tutto è relativo e soggettivo..ci sono molte incognite e fattori da valutare..l'ambiente,la famiglia,la cultura,l educazione propinataci,i parenti,gli amici etc....

 

poi il ruolo del padre potrebbe essere parzialmente assolto dalla madre..ma ovviamente questo è molto circoscritto ed ipotetico..l' assenza della madre potrebbe essere altrettanto nociva così come la presenza  "negativa" di ambedue..cioè è veramente difficle e credo molto improbabile fare 1 quadro completo,con cause e conseguenze annesse..

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@marziorock

 

tuo padre sembra essere il tipico stronzo che pensa solo ai suoi interessi, trascura famigliari e tradisce la moglie. fattene una ragione, non ne hai colpa tu.  lui è un modello negativo e non cercare di giustificarlo o capirlo secondo me.

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@marco77

 

Purtroppo è così e lo è stato per molto tempo. E' un recidivo, ma è pur sempre mio padre. Ha fatto anche delle cose belle per me, sebbene io tenda a sentire maggiormente il carico della sua assenza e del suo egoismo. Oggi non mi vergogno di dire che, forse, cerco un uomo che, almeno in parte, colmi le sue lacune, che si prenda cura di me anche con una leggera genitorialità. Ovviamente non voglio un padre surrogato, ma qualcuno che mi sia fedele e che mi faccia sentire al primo posto, non l'inevitabile ripiego. Sono stato con un uomo più grande (37 anni lui, io 28), proprio cercando questo, ma alla fine mi ritrovo a fare ancora da baliasciutta!

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A 12 anni mi ha proprio detto che per lui io non sono normale.
non è che tu già allora davi dei segnali riguardanti il tuo orientamento? vuoi inconsciamente o vuoi palesemente :uhsi: forse è per questo che stava con gli altri bambini o tuo cugino, tu non gli rappresentavi il figlio naturale :look:

 

la tua ricerca in campo amoroso ti porterà inevitabilmente e incontrovertibilmente verso degli stronzi, forse tuo padre ti ha lasciato più di quello che ti immagini :sisi:

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@Aizen

 

Il problema di mio padre è stato esattamente questo, ovvero la non accettazione in prima istanza della paternità (per immaturità) e poi delle inclinazioni di un figlio già mal digerito. 

Per quanto riguarda le tue ipotesi circa la mia ricerca di un ragazzo, temo di doverle condividere. Vorrei riuscire a spezzare questo circolo vizioso in cui mi sono inconsciamente infilato, così da permettermi di costruire una relazione appagante con qualcuno. E' un cammino davvero molto difficile, ahimè, per il quale provvederò a breve a farmi aiutare.

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  • 2 weeks later...

Nell'ordine simbolico, il padre rappresenta il Fallo (oggetto A). Il significante fondamentale.
Ogni bug in questo significante determinerà il destino del figlio. Influenzerà persino il rapporto con la Madre, perché anch'essa soggiace all'ordine simbolico fondamentale.

 

Non credo si possa essere "padri di se stessi". Non puoi inventarti IL significante (fondamentale), non puoi costruirlo, puoi solo assimilarlo.

E' banale ascrivere l'omosessualità al padre assente, certo. Non è la presenza o assenza reale del padre a favorire l' omosessualità, ma semplicemente quella simbolica.
Un buon padre riesce a triangolarti edipicamente, secondo il pensiero borghese. E raggiunge il suo intento di dare l'immortalità a sé stesso attraverso te.
Un padre cattivo, non ci riesce.
Un buon figlio si fa triangolare.
Un cattivo figlio, no. Ma è sempre una questione di consapevolezza, la triangolazione.

 

Non puoi farti padre di te stesso. puoi semplicemente rifiutare la triangolazione edipica, decidendo di non essere funzione della società borghese, prendendoti la responabilità del tuo destino e le gravi conseguenze (sociopatìa, anormalità, asincronicità esistenziali). Al netto, l'orgoglio misero di una libertà assoluta e il corollario d'infelicità che ti regala questa ybris. E la scoperta che la tua omosessualità forse è un feticcio. Una scoperta che ti lascia senza fiato e che cercherai di razionalizzare con tutte le tue forze.

 

 

Inutile girarci intorno, l'omosessualità è la ricerca insoddisfatta del nome del Padre. E questo nome è: Fallo.

Il simbolico ridiventa materia e si fa carne...

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ma tu akinori hai avuto allora un così tragico destino? 

Ogni consapevolezza superiore, ogni profonda intelligenza della realtà, ogni capacità di elaborazione di un giudizio veramente autonomo e non inculcatoci dagli altri - che facciamo verità nostra, inconsapevoli del fatto che siamo stati ancora una volta "programmati" (da un'ideologia, da un sistema di credenze, da una dipendenza) - tutto questo presuppone un vissuto tragico (il destino è un'altra cosa). Ricordi il Mida citato da Nietzsche? Sileno che prorompe in una risata demoniaca quando il re gli chiede la cosa migliore per un uomo, e risponde: non essere nato, non essere, non essere niente?

Noi adulti siamo sgamatissimi, anche senza consapevolezze superiori, ad ogni modo: superata la boa dei 25, ti rendi conto che il "pat pat" del "be gay, it's okay" è utile agli adolescenti per fuggire la repressione omofobica della società eterosessista, ma dopo è impossibile costruirsi un fantasma di padre che ti faccia "pat pat" quando devi affrontare la vita da solo. Il fantasma di un fantasma, ché il Padre, simbolicamente, è già di per sé un fantasma edipico, insieme con il suo Nome.

Ho sempre pensato che il segreto della felicità, in genere, consistesse in una buona dose di stupidità. Ma non è che puoi diventare stupido, se non lo sei già.

Però voglio lasciare un messaggio di speranza: credo che l'origine di molti problemi (nevrosi, ansia, infelicità) dell'uomo attuale, sia nella sopravvalutazione della sessualità da una parte, e nella costruzione di una società ipersessualizzata che costruisce il suo biopotere su di essa.

Vale per gli etero, per i gay, per ogni orientamento, per ogni gender.

La sessualità non è altro che uno stratagemma della natura per perpetuare se stessa, unico fine di questa volontà senza scopo. L'orgasmo è un'astuzia per favorire la procreazione, il principio del piacere è il contentino che è stato dato alla scimmia per produrre scimmiette, ad infinitum, che ad un certo punto scompariranno, come già i dinosauri, per una catastrofe provocata dalla loro stessa idiozia e superbia o per un cataclisma naturale o chi sa che cosa. Niente dura in eterno.

Detto questo, io ho raggiunto la mia serenità designificando la sessualità e rifiutando la società ipersessualizzata. Grazie anche all'apporto di pratiche meditative di origine indiana, sono approdato ad un'appagante asessualità che ha aumentato le mie capacità di sublimazione proporzionalmente alla diminuizione della dipendenza.

Rifiutando la sessualità, de-segnificandola, ti liberi della trappola simbolica. Non hai bisogno più del Padre e della Madre. Quindi, il Fallo non condiziona più il tuo volere e il tuo destino, che tu ti identifichi con esso, come nel caso etero, o che tu non riesca a farlo, come nel caso omo. Il padre è un organismo che ti ha messo al mondo, casualmente. Non hai bisogno nemmeno più della Madre, organismo complementare di questa messa in scena. Niente Fallo, niente fantasmi, niente triangolazione edipica.

Sei finalmente più che adulto. Sei libero.

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Mai avuto un padre in senso significativo (purtroppo fisicamente per un pó c'è stato).. Ma non ne sento la mancanza (non ti puó manmancare ció che non hai mai avuto) nè ho mai cercato una figura paterna in altre persone.

 

Mi fa strano vedere una famiglia con due genitori!! XD a volte quando si vede che stanno da dio uniti mi commuovo..

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  • 2 weeks later...

Guarda io sono una 32enne e ho avuto anche io un padre a metà come scrivi te, ma il mio mi ha creato più problemi di ciò che mi ha potuto donare e se avessi avuto un padre a tempo pieno penso che me ne avrebbe creati ancora di più, dopo anni di analisi e studi ho compreso le ragioni del suo riversare sul prossimo le sue carenze e la cultura che lo portava a fare del male a chi gli sta vicino, per questo sia in passato che nel presente dico a me stessa che forse sarebbe stato meglio non averlo affatto un padre e francamente in passato sentivo il bisogno di questa figura genitoriale ora per niente, e ripeto, dopo aver analizzato le mancanze e il modo di essere di questo genitore.

Edited by Nemesi
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@akinori

E fu così che entro un decennio o uccidi qualcuno o ti suicidi per esserti represso.

Ti stai raccontando balle solamente per non affrontare le tue paure e ansie

Non ho più paure né ansie o ne ho pochissime - forse solo una, ineluttabile...- da quando ho imparato a controllare il desiderio.

Se riuscissi a vincere anche l'ansia ineluttabile, quella nei confronti della Morte, 24 ore su 24 ore ogni giorno, forse sarei un guru...

Ma avrei bisogno, appunto, di vivere da guru. Non si può contemporaneamente vivere in questa società e raggiungere l'illuminazione, ovvero la liberazione definitiva dal desiderio. Un consumatore di merci, di Fallo fantasmato, di relazioni, non potrà mai essere un guru. Nemmeno semplicemente una persona libera, se è per questo :-)

Naturalmente, sarebbe da squilibrati superare l'ansia della Morte con il suicidio, così come sarebbe squilibrato superarla con rapporti sessuali promiscui...

Come ritengo non sia molto equilibrato cercare di fuggire la triangolazione edipica fantasmandosi un Padre partendo da un sé scisso, perché immerso, comunque, nella triangolazione edipica, per quanto - apparentemente  - si sia liberato dall'omofobia introiettata (che è fisiologica in una società eterosessista - la quale, giova ricordarlo, è l'unico modello storico di società, quindi l'unico reale e quindi l'unico razionale, secondo la nota formula hegeliana).

Insomma, il "metodo Isher" mi sembra velleitario quanto il tentativo di risolvere una nevrosi con una psicosi, anche se naturalmente rispetto il suo percorso di "adattamento" di un omosessuale in una società eterosessista. Dandolo per vero e per "funzionante", mi sembra comunque inscritto in una geometria edipica, anzi iperedipica, in quanto  più che triangolare, quadrangolare addirittura: il padre reale, la madre reale, il figlio reale (omosessuale), il padre-di-sé che è un padre fantasmato ed un'ulteriore ipostasi fallica. Francamente, mi sa tanto di regressione narcisistica.

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  • 1 month later...

 

 


Si sono in ritardo etc etc :D



Tornando seri: ma sei mai andato da uno psicologo/a?

 

Rispondendo al tuo scherzo: sei sicuro che debba andarci io?

Curiosità: ma hai capito qualcosa di quello che ho scritto? Sì, lo so, il linguaggio è un po' specialistico, ma è possibile spiegarlo in termini più semplici...

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Rispondendo al tuo scherzo: sei sicuro che debba andarci io?

Curiosità: ma hai capito qualcosa di quello che ho scritto? Sì, lo so, il linguaggio è un po' specialistico, ma è possibile spiegarlo in termini più semplici...

 

Sinceramente da come scrivi sento che sei una persona che pensa tanto e molto cervellotica, i tuoi ragionamenti mi rocordano un pò i miei che facevo un pò di tempo fa.

E, ricollegandomi alla tua seconda frase ti rispondo che ho letto solo qualche frase perché è veramente troppo, è come leggere un testo tutto fitto e privo di punteggiatura.

 

:)

 

Rispondendo alla primva domanda beh si penso che male non fa, ma è un consiglio che darei a qualsiasi persona. Io ci vado e ne ho trovato giovamento.

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anch'io sono cresciuto senza una figura paterna

 

nel senso che ho convissuto con un padre molto + vecchio di mia madre, freddo e distaccato

 

i nostri rapporti sono passati da freddi a turbolenti con la mia crescita: si è sempre mostrato insoddisfatto di me e critico in tutto quello che ero e facevo  

 

ora con la vecchiaia e la trascuratezza che si è inflitto è troppo debole e depresso per continuare a criticarmi come una volta 

 

comunque credo che l'assenza di una figura paterna abbia influito sui miei problemi d'identità

Edited by Catilina
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  • 2 weeks later...

La figura paterna è fondamentale nella costruzione e nella stabilizzazione dell'identità sessuale. Le terapie riparative si basano proprio sulla ricostruzione di una figura paterna che è andata in frantumi...

Ma, che tu la svaluti o la rivaluti questa figura, siamo sempre nel contesto della triangolazione edipica. Ci sono un padre, una madre, degli interdetti, una trasgressione...

Non è che tu ti liberi di tutto questo dicendo che Freud è superato, che la psicoanalisi non è una vera scienza - o costruendo altre fantasmatiche geometrie. Bisogna fare un piercing al centro di questo triangolo. Non è cosa da poco. Non è una strada per molti.

L'eteronormatività e l'omonormatività sono delle coperte di Linus necessarie all'essere umano adulto integrato, ovvero fotalmente dipendente dal sistema che gli dà l'unico significato che possa concepire. Perché appunto, tolta questa coperta, è nudo.

Edited by akinori
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  • 3 weeks later...

La nudità come dici te Akinori è però, o potrebbe divenire, la possibilità di ricostruire qualcosa dal neutrale... insomma un altra via possibile, le tue teorie escludono il matriarcato dove la figura paterna non esisteva sostanzialmente, certo c'è chi crede non sia mai esistito il matriarcato, io invece credo sia esistito e la comunità era un sostegno alla figura materna quindi di fatto come per molte specie animali, la figura del padre è inesistente, era anzi (perdonate la mia dislessia).

Edited by Nemesi
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La nudità come dici te Akinori è però, o potrebbe divenire, la possibilità di ricostruire qualcosa dal neutrale... insomma un altra via possibile, le tue teorie escludono il matriarcato dove la figura paterna non esisteva sostanzialmente, certo c'è chi crede non sia mai esistito il matriarcato,..

 

Naturalmente la mia analisi riguarda una cultura, anzi un'intera civiltà, costruita sul patriarcato. Edipo, il suo complesso nucleare, la semiotica freudiana - è tutto un sistema di dominio patriarcale. Quando parlo di Fallo come Significante Dispotico, mi riferisco ancora al suo ruolo in una cultura borghese e patriarcale: solo in una cultura del genere può distribuire la sua scala di intensità libidica e occupare lo spazio vuoto del tetranomo lacaniano.

 

Io credo nell'esistenza pre-storica del matriarcato, prima che la civiltà patriarcale costruisse la SUA storia, distruggendo tutte le testimonianze che lo riguardavano. Dopo le ricerche rivoluzionarie di Bachofen, alla fine, nell'Accademia, è stato posto un interdetto su questo argomento. Ma poi le ricerche di Marija Gimbutas, per esempio, hanno riposto la questione in historicis e in termini difficilmente eludibili. Pesa il fatto però che l'Accademia è un'istituzione fondamentalmente maschilista e patriarcale. Questo non significa che è unicamente la dimora dei baroni - le baronesse non mancano (anche se quantitativamente in minoranza)! Ma resta patriarcale e maschilista nella cultura che propaga, in quella che cela, nei suoi pregiudizi, nella Weltanschauung che giustifica la sua istituzione stessa.

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