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Sindrome di Peter Pan?


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marziorock

Ragionavo su alcuni aspetti relativi alla mia ultima storia, grazie alla quale, devo dire, sto facendo un grande lavoro di miglioramento su di me e sul mio stile di vita.

Ci sono però alcune cose che non mi tornano.

Il mio ex, 37 anni, prima relazione seria, padre morto dopo lunga malattia (durata 22 anni), madre molto concentrata sul padre, sorella dispotica, egoista e omofoba per iper-religiosità. Una sola storiella con una ragazza, finita perchè lui non aveva voglia di vederla spesso. Accetta la propria omosessualità nel 2009, dopo la morte del padre, pur continuando a vivere nascosto con la maggior parte dei suoi amici e, ovviamente, della famiglia stessa. Ad ottobre, su pressioni della madre, si dichiara e la madre mette un muro, mentre la sorella non accetta e rimane contrariata, causandogli sensi di colpa come piovessero. Prima di conoscermi (gennaio 2012), lui ha avuto solo una successione di avventurette (poche), infatuazioni adolescenziali, il più delle volte per ragazzi etero e situazioni che lo hanno sempre portato a soffrire.

La nostra storia dura un anno, nel quale lui sembra molto lanciato all'inizio (gennaio-giugno) e, lentamente, quando la cosa si fa seria, lui comincia a raffreddarsi. Mi lascia tra le lacrime, senza dirmi che non mi ama, per poi mandarmelo a dire un mese dopo attraverso sua cugina ed una mia amica. Successivamente chiede in giro di poter vedere il mio profilo Facebook...

A marzo '13 va a vivere da solo, salvo poi scoprire che sta per metà da solo e per metà a casa di sua madre! Fate conto che è un bancario a tempo indeterminato da anni, quindi con la possibilità di andare a vivere da solo da un pezzo. E' profondamente controllato dalle due donne della sua famiglia, con le quali ha un rapporto di amore e odio e di sudditanza.

Secondo voi, è affetto da Sindrome di Peter Pan? A me pare proprio che non voglia crescere. Fatica a prendersi responsabilità (anche sul lavoro), ha la tendenza al vittimismo e a fare tragedie per ogni minimo problema. E' egoista e non considera mai molto le opinioni del partner, preferendo fare sempre e comunque quello che vuole, non considerando minimamente l'altro. 

Prima di conoscermi, era infatuato follemente di un ragazzo etero di dieci anni più giovane di lui, che non c'è mai stato e con il quale ha ripreso ad uscire in compagnia dopo che tra di noi è finita, non so se con profitto o meno...

Far chiarezza su questa situazione mi serve per definire la mia dose di responsabilità, per aiutarmi a comprendere quanto devo migliorarmi. Il mio errore più grosso è stato quello di essere geloso di uno pseudo-ex, che non voleva conoscermi e che lui assecondava per mancanza di coraggio nell'affrontarlo. No, non è nemmeno un gran Cuor di Leone, dal momento che ci ha messo 5 mesi per decidersi a sputare il rospo e dirmi che non potevamo continuare (aggiungendo anche "però, adesso che te l'ho detto, sì, mi sento più leggero... ma non ti lascerei più andare!"). Ma vaffa!

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marziorock

Vi devo ringraziare!

Da una parte dico "che peccato!", in virtù di tutto un anno molto intenso vissuto insieme, mentre dall'altra sono rincuorato, perché almeno mi rendo conto che di errori davvero madornali che abbiano compromesso la nostra storia forse non ne ho davvero compiuti. Il problema di fondo era che io volevo evolvere e crescere, mentre a lui andava bene la sua eterna adolescenza.

Allora ribalto la questione, permettendomi di generalizzare. Parlando con una signora di 60 anni, sposata e madre di un uomo di 40, mi ha detto che tutti gli uomini soffrono di questa sindrome.

Secondo voi c'è davvero una pandemia o il fenomeno è contenuto?

 

In relazione a quanto mi avete detto, concludo con una massima di mia nonna (sposata per più di 50 anni con un Acquario, come il mio ex), che diceva: "No, col tempo non maturano. Marciscono!".

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Un po' ti capisco. Il mio ragazzo(chiamiamolo cosi) ha 40 anni. Stiamo bene insieme, andiamo d'accordo, abbiamo molte cose in comune ecc ecc....pero' lui è molto restio per la cosiddetta storia seria. Non che non siamo seri, ma viaviamo alla giornata la relazione, e ogni volta che anche per scherzo gli dico"dai poi quando diventero' tua moglie....ti cucino io" e lui mi risponde con battutine tipo"noo ma tu mi avveleni non sai cucinare". E quando affrontiamo l'argomento seriamente lui mi dice di non pensarci, di stare tranquillo, e che poi le cose se devono andare andranno.

 

Ok ha ragione, pero' minkia io ha 23 anni ci penso un po' al futuro, tu no?? Ma...alla fine io la vivo davvero alla giornata, vedremo.

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Hinzelmann

Mi sembra solo il tipico gay, schiacciato dai sensi di colpa

per la propria omosessualità e quindi un po' debole di

carattere etc il tutto aggravato da un contesto familiare

in cui tutti probabilmente erano "al servizio" di questo

padre gravemente malato.

 

Tuttavia nel 2009 si è dichiarato pur sapendo che i suoi

sono omofobi, bene o male fa il bancario che non è un

lavoro che escluda un certo grado di responsabilità e

soprattutto è - finalmente - andato a vivere da solo.

 

Certo se rimani bloccato dai 12 anni ai 34 non è che

si possa immaginare che la cosa non abbia un suo peso,

ma non direi si tratti di sindrome di Peter Pan quanto di

omosessualità.

 

Tanto è vero che i Peter Pan etero dai 12 ai 34  SE LA

SAREBBERO SPASSATA, mentre lui di fatto è stato al

servizio della propria famiglia.

 

Anche in questo caso una storia di ordinaria omofobia

non capita da lui, ma neanche - molto - da te.

 

Comunque non è mai troppo tardi ed anche a 37 anni

pur con limiti e ritardi si può cambiare....e lui con una

certa fatica lo sta facendo!

 

Facciamoci gli auguri, non mi pare se la sia spassata molto

in passato!!

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Tanto è vero che i Peter Pan etero dai 12 ai 34  SE LA
SAREBBERO SPASSATA, mentre lui di fatto è stato al
servizio della propria famiglia.

 

Eh già, questa non è sindrome di Peter Pan.

Peter Pan non era un mammone schiacciato dai sensi di colpa.

 

Questo tipo non rifiuta le responsabilità, se ne prende troppe.

Solo che si prende responsabilità verso sua madre

e questo al suo ragazzo dava fastidio.

 

Per essere "maturo" come dite voi, avrebbe dovuto essere irresponsabile:

abbandonare il padre malato e la madre vedova per farsi la sua vita.

Non è un Peter Pan, è una badante. Ed è strano che vi sembrino uguali.

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marziorock

Non è che mi desse fastidio, ma soffrivo tanto a non sentire il suo impegno sincero, pur non volendomi lasciare. Lotti strenuamente per cercare di tenere in piedi tutto e di alleggerirgli il carico, consapevole di tutte le sue zavorre, aiutandolo a liberarsi progressivamente. Se ora vive metà settimana da solo e se sua madre e sua sorella sanno di lui, un po' è anche merito mio e della sicurezza che gli ho dato (questo me l'ha riconosciuto lui stesso). 

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Hinzelmann

Perchè dici che il suo impegno non era "sincero" ?

 

Se è vero che la tua storia con lui, lo ha anche aiutato 

a prendere sicurezza e fare dei cambiamenti, significa che

non è stata una storia "falsa"

 

Forse tu gli hai chiesto - in modo del tutto legittimo - un impegno

totale-esclusivo di coppia ,che lui non era ancora in grado di

prendere essendo la vostra la sua prima relazione in assoluto in 37

anni, chiedere tutto o molto a chi parte da zero e così in ritardo non

è saggio.

 

Forse gli fa bene - finalmente - trovare anche dei suoi spazi, senza

precipitare immediatamente in un'altra relazione.

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Solidarizzo col bancario represso.

Poi maturità/responsabilità, immaturità/irresponsabilità sono endiadi così labili.

Par che avere un buon lavoro, vivere soli, avere una certa vita sociale e, di conseguenza, 

fuggire dalla famiglia, sia una specie di suggello dell'acquisita 'responsabilità'.

Ma per rispondere a qualcuno, foss'anche a sé stessi, occorre non rispondere ad altri...

 

Ognuno ha le proprie vicende familiari, più o meno bizzarre,

è facile denigrare sto 37enne, evidentemente un po' fragile,

perché non riesce a crearsi la vita che probabilmente pure vorrebbe viversi.

@marziorock...comunque visto che ci scrivi tu e non il tuo ex, trovo che pensare d'averlo aiutato a percorrere la via dell'indipendenza sia funzionale al tuo benessere; lo è meno attaccare le sue debolezze, perché di solito lo si fa quando ci si sta ancora emotivamente sotto........

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marziorock

@Hinzelmann, non credo che lui fosse falso, ma sicuramente è una persona molto abituata al calcolo per le sue vicissitudini familiari. Questo, però, non fa bene ad un rapporto che sta crescendo e si sta lentamente consolidando. Considera, inoltre, che quando abbiamo preso a frequentarci con assiduità lui era felicissimo di aver finalmente trovato una persona che non lo usasse e non lo allontanasse dopo qualche appuntamento. Si lamentava con i suoi amici di non trovare una persona che volesse impegnarsi con lui. Alla fine, dopo un anno, se ne va, asserendo che forse non sa se è proprio quello che vuole?? Per la serie "dopo sette fette, ho capito che era polenta"!

 

@schopy, purtroppo ammetto che non mi sia ancora del tutto indifferente. Dopo 4 mesi e mezzo che non lo sentivo e non lo vedevo, questa sera mi ha scritto un sms, in seguito ad un incontro, io in auto, lui a piedi, avvenuto per caso ieri pomeriggio, con un fugace scambio di saluti. Sinceramente mi ha emozionato ed evidentemente anche per lui ha avuto un suo peso. L'attaccarsi alle sue debolezze e alle sue mancanze è un sistema per evitare di idealizzarlo troppo, nel tentativo di accantonarlo.

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@schopy, purtroppo ammetto che non mi sia ancora del tutto indifferente. Dopo 4 mesi e mezzo che non lo sentivo e non lo vedevo, questa sera mi ha scritto un sms, in seguito ad un incontro, io in auto, lui a piedi, avvenuto per caso ieri pomeriggio, con un fugace scambio di saluti. Sinceramente mi ha emozionato ed evidentemente anche per lui ha avuto un suo peso. L'attaccarsi alle sue debolezze e alle sue mancanze è un sistema per evitare di idealizzarlo troppo, nel tentativo di accantonarlo.

Non sai come ti capisco :) 

Mi permetto di consigliare di non riprendere nessun tipo di frequentazione...fintantoché uno dei due non si fidanza con qualcun'altro.

Edited by schopy
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@@marziorock accetti un consiglio?

 

Io mi sono reso conto che in realtà in amore ci sembrano tante questioni esterne molto rilevanti, quando invece al succo delle cose, esiste un unico fattore: mi ama? lo amo? 

dove, diciamo, per amare significa quanto meno superare una soglia rilevante di interesse e di coinvolgimento per cui quanto meno ci si prova a far funzionare le cose.

Tutto il resto, è triste dirlo, è noia.

 

Io ho un mio ex con il quale ancora una parte di me è legata, nonostante altre storie (mie e sue) in mezzo. Per me rimane tuttora fra uomini e donne l'unica persona che io abbia veramente amato. Sono abbastanza certo che anche per lui ci sia stato, almeno per un po', un fortissimo coinvolgimento. Fu una storia intensa e ci ha segnato entrambi. Lo lasciai, oramai più di 1 anno e mezzo fa (e tieni conto che non ci siamo più visti di persona), per tutta una serie di ragioni che, ai tempi, considerai solo esterne. Lo lasciai in parte perchè non potevo continuare e in parte convinto che, dopo un momento di riflessione, lui sarebbe tornato dicendomi "ok, korio, farò questo e quest'altro o almeno ci proverò ma torniamo insieme perchè ti confermo che sei tu l'amore della mia vita". In realtà non successe.

 

Per un bel po' di tempo mi sono trovato a fare autoanalisi di me. Ad accendermi di speranza per ogni messaggio che ci scambiavamo (ce ne scambiavamo ancora alcuni, anche per questioni di soldi, niente di che, da sistemare dopo un viaggio insieme, ma in cui ogni tanto a lui scappava un "amore mio" e a me un "cucciolotto"). A pensarci su. A chiedermi quali fossero le mie responsabilità.

 

E poi ho avuto un'altra storia con un ragazzo perfetto. Bello, incredibile a letto, fantastico e innamoratissimo come nessuno. Solo che io non ero abbastanza innamorato. La storia l'ho chiusa dopo 7 mesi, e lui ci soffre moltissimo chiedendosi e chiedendomi se può tornare con me, e quali sono le sue colpe e a fare autocritica e a farsi del male, non volendo capire che di fatto, l'unica realtà è che non ero abbastanza innamorato da voler continuare e superare i problemi e le situazioni che inevitabilmente vengono fuori tra coppie adulte dopo qualche mese di relazione. Sicuramente questo ragazzo mi piace, sicuramente un po' mi manca e sicuramente mi piacerebbe poterlo reincontrare qualche volta per starci insieme perchè ci stavo veramente bene insieme, anche fosse per due coccole e un film sul divano. Ma non è amore, è una scopamicizia comoda quella che vorrei.

 

E, a posteriori, ho capito che in realtà il mio bell'attore (il primo ex), alla fine non mi amava realmente abbastanza dal voler superare i problemi. Sicuramente voleva stare con me, sicuramente gli manco, e sicuramente vorrebbe avere una relazione con me alle sue condizioni. Ma amarmi? no.

Tempo di andare avanti, marzio. Rimarrà nel tuo cuore a lungo, e lo sai, vibrerai come un diapason ad ogni suo tocco, ma è comunque tempo di andare avanti. Se realmente ti avesse amato, avrebbe lottato per te e non ti avrebbe fatto scappar via.

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marziorock

E' assolutamente quello che ho intenzione di fare: andare avanti. E' l'unica soluzione a tutto questo e con grandissima fatica devo ammettere che sto cominciando a farlo. Ho trovato nuove amicizie, nuovi luoghi di aggregazione e sto cercando di tagliare con questo passato ingombrante. Non so cosa ne sarà di me e di lui. Sicuramente se lui è mio, prima o poi tornerà a me o io tornerò a lui. Altrimenti il famoso "luogo da chiamare casa" lo troverò altrove, tra le braccia di qualcun altro, che, voglia il Cielo, spero sia quello giusto.

@korio, una cosa accomuna i nostri ex: anche il mio si diletta con la recitazione. Ma se nel Medioevo gli attori non potevano essere sepolti entro le mura cittadine, un motivo ci sarà stato, no?? :D

Una parte di me lo attende, anche per autoaffermazione, lo ammetto. Un'altra parte, però, mi dice che non mi deve interessare, che, come dici tu, korio, se mi avesse voluto davvero trattenere a sé, avrebbe lottato contro ogni cosa. "La verità è che non gli piaci abbastanza".

@schopy, accetto il consiglio, che sicuramente giunge da esperienze personali che ti avranno insegnato la dura lezione. Io, come gli dissi da principio, non ho assolutamente intenzione di essere suo amico e sono stato molto risoluto in questo, al punto tale che quando mi sono accorto che non era stato recepito il messaggio (scrive ad una mia amica a febbraio per dirle che non mi contatta per non illudermi circa un suo ritorno, ma che presto saremmo tornati ad uscire tutti insieme....), l'ho cancellato e bloccato su Facebook, unico canale che aveva per giungere "direttamente" a me, scrivendo uno stato che non lasciava dubbi circa le mie intenzioni (la mia stupida perfidia mi ha portato a puntare sul fattore del pettegolezzo tra le sue amiche, che glielo avrebbero riportato senza alcuna ombra di dubbio). Dopo un po' ho pure abbandonato Facebook, in modo che nemmeno le sue amiche potessero rompermi le scatole. A me sembra di essere stato notevolmente chiaro, no? Se ti saluto per strada è per mera cortesia, visto che non mi hai ucciso il gatto. Non vedo la necessità dell'sms... Lo so, sono molto arrabbiato, ma meglio che depresso!

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