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Suicidio, ci avete mai pensato?


FallenDorian

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aaahhh il suicidio... dire che ci "penso" ogni giorno è un eufemismo.
Scusate la franchezza, ma l'intero topic (con qualche eccezione) mi sembra il festival della banalità. Di "tempi migliori" ne ho piene le tasche, non vivo nel futuro io. Le belle parole su di un fantomatico mondo disneyano di felicità e amore per tutti, non aiutano chi sente davvero il bisogno di sentirsi una corda intorno al collo o di un proiettile nelle tempie.

Servono fatti.

Fatti che dimostrino al di là di ogni ragionevole dubbio che la vita di QUELLA persona cambierà non solo in meglio, ma anche nei tempi bervi.
Qualcuno può dare queste certezze? No, e dunque ogni parola è solo aria fritta. Una serie di frasi fatte che, nella migliore delle ipotesi, si basa semplicemente sull'esperienza personale. Ma, appunto, l'esperienza è PERSONALE e non può essere applicata come una regola universalizzabile a ogni individuo.
Dunque, quali sarebbero le "soluzioni" per evitare di togliersi la vita? Bella domanda... "rimboccarsi le maniche" non serve a nulla: se sei convinto che le cose vadano male, troverai DI SICURO qualcosa che andrà male. Io credo, quindi, che esistano solo due possibilità: o il già citato aiuto medico o una gran botta di culo.

Ritornando ora al tema del topic, se penso al suicidio? Io DESIDERO la morte ma, purtroppo, ne ho un istintivo timore. Evito di pensarci dandomi delle piccole mete da raggiungere, dei "palliativi" mentre mi lascio trascinare dagli eventi.

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FallenDorian

Io direi che non dovrebbe farlo "al limite"! Anzi, dovrebbe essere uno dei primi passi.

Alla fine, non so perché, ma si ha la percezione che andare dallo psicologo sia in qualche modo umiliante, però non è affatto così, anzi :sisi:

Io lo farei in modo regolare, se riuscissi a conciliarlo con tutto il resto (e in questo periodo ne avrei proprio bisogno, ma vabbè, questo è un altro discorso :asd: ).

Sono giá in terapia, per me umiliante lo è! Anche perchè mi sento uno stupido, detesto il mio tono di voce noioso e deprimente..

Io credo che la psicoterapia sia efficace per le persone che riescono ad identificare i problemi, non per quelli immersi nel problema che non vivono, tipo me adesso insomma..

Detesto dovermi presentare in questo modo, sono così confuso e stanco alle volte che non riesco a concentrarmi per capire ció che mi viene detto.. Non ce la faccio più insomma

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FallenDorian

aaahhh il suicidio... dire che ci "penso" ogni giorno è un eufemismo.

Scusate la franchezza, ma l'intero topic (con qualche eccezione) mi sembra il festival della banalità. Di "tempi migliori" ne ho piene le tasche, non vivo nel futuro io. Le belle parole su di un fantomatico mondo disneyano di felicità e amore per tutti, non aiutano chi sente davvero il bisogno di sentirsi una corda intorno al collo o di un proiettile nelle tempie.

 

Servono fatti.

 

Fatti che dimostrino al di là di ogni ragionevole dubbio che la vita di QUELLA persona cambierà non solo in meglio, ma anche nei tempi bervi.

Qualcuno può dare queste certezze? No, e dunque ogni parola è solo aria fritta. Una serie di frasi fatte che, nella migliore delle ipotesi, si basa semplicemente sull'esperienza personale. Ma, appunto, l'esperienza è PERSONALE e non può essere applicata come una regola universalizzabile a ogni individuo.

Dunque, quali sarebbero le "soluzioni" per evitare di togliersi la vita? Bella domanda... "rimboccarsi le maniche" non serve a nulla: se sei convinto che le cose vadano male, troverai DI SICURO qualcosa che andrà male. Io credo, quindi, che esistano solo due possibilità: o il già citato aiuto medico o una gran botta di culo.

 

Ritornando ora al tema del topic, se penso al suicidio? Io DESIDERO la morte ma, purtroppo, ne ho un istintivo timore. Evito di pensarci dandomi delle piccole mete da raggiungere, dei "palliativi" mentre mi lascio trascinare dagli eventi.

Sono pienamente d'accordo, come ho detto pocanzi sognare in un momento così brutto risulta del tutto inutile se non più deprimente.. Il presente è uno schifo, l'unica cosa che mi fa stare bene è dormire, anche se non sem
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FallenDorian

Sono pienamente d'accordo, come ho detto pocanzi sognare in un momento così brutto risulta del tutto inutile se non più deprimente.. Il presente è uno schifo, l'unica cosa che mi fa stare bene è dormire, anche se non sempre riesco facilmente..

Poi c'è il passato, meraviglioso ed insistente che ti tormenta senza tregua, che ti fa sentire incapace, diverso..

Ci sono dei momenti in cui mi armo di buona volontà e mi "rimbocco le maniche" per uscirne, tutto inutile.. Sento che è arrivata per me la fine della felicità, che da questo momento in poi la mia vita è rovinata e lo resterà per sempre..

E le incomprensioni, nessuno soffre quanto e come me, nessuno mi com

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FallenDorian

Sono pienamente d'accordo, come ho detto pocanzi sognare in un momento così brutto risulta del tutto inutile se non più deprimente.. Il presente è uno schifo, l'unica cosa che mi fa stare bene è dormire, anche se non sempre riesco facilmente..

Poi c'è il passato, meraviglioso ed insistente che ti tormenta senza tregua, che ti fa sentire incapace, diverso..

Ci sono dei momenti in cui mi armo di buona volontà e mi "rimbocco le maniche" per uscirne, tutto inutile.. Sento che è arrivata per me la fine della felicità, che da questo momento in poi la mia vita è rovinata e lo resterà per sempre..

E le incomprensioni, nessuno soffre quanto e come me, nessuno mi comprende..

Ps: scusate se ho scritto due volte se za completare, dall'iPhone mi viene malissimo xD

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Max Dorian

 

 


Sono giá in terapia, per me umiliante lo è! Anche perchè mi sento uno stupido, detesto il mio tono di voce noioso e deprimente..

 

Ma è sbagliato! Non c'è nulla di umiliante né per chi è depresso, né per chi non lo è e "sta bene".

Fa bene ed è una pratica del tutto normale, non è una cosa da "sfigati" o falliti.

Smetti di autoflagellarti, comunque :sisi:

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FallenDorian

Ma è sbagliato! Non c'è nulla di umiliante né per chi è depresso, né per chi non lo è e "sta bene".

Fa bene ed è una pratica del tutto normale, non è una cosa da "sfigati" o falliti.

Smetti di autoflagellarti, comunque :sisi:

Credo che non riusciró mai a smettere, odio troppo ció che sono diventato per riuscire!

Non so se vi è mai capitato di stare lontani dal mondo, isolarvi per la depressione, uscire e sentirvi "regrediti", mi sento stupido, peggiore rispetto anche a gente completamente ignorante, insicuro, debole, mi sento come se tutto avesse perso importanza, valore.. non credo di averne più, prima avrei lottato a spada tratta per farmi valere, per le cose a cui tenevo, adesso mi sento profondamente ferito, come se qualcuno avesse intaccato il mio valore facendomi perdere l'amor proprio, ho perso il controllo di me stesso..Forse sono solo impazzito e devo accettare di essere malato. È una situazione ingestibile, davvero

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Io credo che la psicoterapia sia efficace per le persone che riescono ad identificare i problemi, non per quelli immersi nel problema che non vivono, tipo me adesso insomma..

 

che vuoi dire con "immersi nel problema che non vivono" ?

 

il tuo pessimismo attuale come pure il non avere una prospettiva migliore, il vedere tutto nero sono un sintomo della depressione. quando la depressione diminuirà questi sintomi diminuiranno o spariranno. è normale che non vedi prospettive se ora ti trovi in una depressione.

 

la cosa migliore per te secondo me è farti curare, ci vuole del tempo e non passa come un rafreddore ma se segui una terapia con un terapeuta con cui ti senti a tuo agio è il meglio che tu possa fare secondo me.

 

anche il fatto che vuoi dormire non è inusuale per chi ha una depressione.

 

il fatto che ora riconosci di essere malato è il primo passo per uscirne. spesso non si vuol vedere o riconoscere di essere depressi.

Edited by marco77
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@maxdorian

 

sisi hai ragione;)e te lo dice uno che è quasi del mestiere XD

 

infatti la stragrande maggioranza delle persone non vede di buon occhio nè lo psichiatra nè tantomeno lo psicologo!ma credo, come al solito ,perchè ci sia molta ignoranza a riguardo :(

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Non so se vi è mai capitato di stare lontani dal mondo, isolarvi per la depressione, uscire e sentirvi "regrediti", mi sento stupido, peggiore rispetto anche a gente completamente ignorante, insicuro, debole, mi sento come se tutto avesse perso importanza, valore..

Diamine se lo so... oramai nemmeno le cose che mi rendevano DAVVERO felice bastano più. Sì, certo, qualche soddisfazione personale, ma nulla di più. Ha davvero tutto perso di valore...

 

 

 

ma credo, come al solito ,perchè ci sia molta ignoranza a riguardo

In questi casi non è una questione di "ignoranza". Io so perfettamente cosa fa uno psicologo/psichiatra e so anche che un suo aiuto è fondamentale per uscire da una forte depressione. Il problema, però, è che quando si è in queste situazioni si tenta in tutti i modi di tentare di uscirne da soli (vuoi per sentirsi "forti" e ancora padroni della propria vita, vuoi per non far "preoccupare" i propri cari, vuoi per il non sembrare "pazzo" ecc...).

Io, ad esempio, nonostante reputo l'intervento medico indispensabile nel caso di forti depressioni, ho un rifiuto irrazionale nell'andare dallo psicologo. 

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FallenDorian

 

Diamine se lo so... oramai nemmeno le cose che mi rendevano DAVVERO felice bastano più. Sì, certo, qualche soddisfazione personale, ma nulla di più. Ha davvero tutto perso di valore...

 

 

In questi casi non è una questione di "ignoranza". Io so perfettamente cosa fa uno psicologo/psichiatra e so anche che un suo aiuto è fondamentale per uscire da una forte depressione. Il problema, però, è che quando si è in queste situazioni si tenta in tutti i modi di tentare di uscirne da soli (vuoi per sentirsi "forti" e ancora padroni della propria vita, vuoi per non far "preoccupare" i propri cari, vuoi per il non sembrare "pazzo" ecc...).

Io, ad esempio, nonostante reputo l'intervento medico indispensabile nel caso di forti depressioni, ho un rifiuto irrazionale nell'andare dallo

Ma io credo che essendo il diretto interessato ed essendo stato dallo psicoterapeuta di persona, informandomi ovviamente anche prima, proprio ignorante in materia non posso essere definito.

Non è il pregiudizio nei suoi confronti o nei confronti degli psichiatri a farmi sentire un debole o unfallito, è la mia condizione. So benissimo che loro fanno il loro mestiere e curano la psiche, come il cardiologo cura i problemi cardiovascolari, il dentista i denti, etc.. Ma credo che dimenticate una cosa, la psicologia non puo' essere definita una scienza "esatta" e nella terapia entrano in gioco tantissimi fattori. Essa è basata su teorie e i diversi orientamenti dimostrano che non possono essere definite esatte, anzi a volte sono proprio contrastanti. E mi sembra anche più che normale che perdere il controllo della propria vita e metterla nelle mani di un perfetto sconosciuto, per quanto professionista non sia il massimo.

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FallenDorian

Diamine se lo so... oramai nemmeno le cose che mi rendevano DAVVERO felice bastano più. Sì, certo, qualche soddisfazione personale, ma nulla di più. Ha davvero tutto perso di valore...

 

 

In questi casi non è una questione di "ignoranza". Io so perfettamente cosa fa uno psicologo/psichiatra e so anche che un suo aiuto è fondamentale per uscire da una forte depressione. Il problema, però, è che quando si è in queste situazioni si tenta in tutti i modi di tentare di uscirne da soli (vuoi per sentirsi "forti" e ancora padroni della propria vita, vuoi per non far "preoccupare" i propri cari, vuoi per il non sembrare "pazzo" ecc...).

Io, ad esempio, nonostante reputo l'intervento medico indispensabile nel caso di forti depressioni, ho un rifiuto irrazionale nell'andare dallo psicologo.

Ma io credo che essendo il diretto interessato ed essendo stato dallo psicoterapeuta di persona, informandomi ovviamente anche prima, proprio ignorante in materia non posso essere definito.

Non è il pregiudizio nei suoi confronti o nei confronti degli psichiatri a farmi sentire un debole o unfallito, è la mia condizione. So benissimo che loro fanno il loro mestiere e curano la psiche, come il cardiologo cura i problemi cardiovascolari, il dentista i denti, etc.. Ma credo che dimenticate una cosa, la psicologia non puo' essere definita una scienza "esatta" e nella terapia entrano in gioco tantissimi fattori. Essa è basata su teorie e i diversi orientamenti dimostrano che non possono essere definite esatte, anzi a volte sono proprio contrastanti. E mi sembra anche più che normale che perdere il controllo della propria vita e metterla nelle mani di un perfetto sconosciuto, per quanto professionista non sia il massimo.

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nell'ordine ho pensato:

 

mi faccio prete cosi non devo fare sesso

mi uccido perche sono nato sbagliato

mi faccio prete cosi faccio sesso

 

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Passando ti ho letto, se cerchi di trovare la soluzione per tornare ad essere come prima ti stai illudendo, la depressione viene proprio perché i tuoi vecchi schemi mentali ti ci hanno portato, come ad esempio l'esser pieno di te, vedere la terapia come un aver ceduto è stupido orgoglio, perché in realtà è un segno di maturità. La particolarità della depressione è proprio il rimuginio mentale fisso su pensieri negativi, il primo è proprio quello di non uscirne mai più. Se tenti di divertirti auguri, non ne uscirai davvero, nel senso che non è ignorando la depressione che se ne va, nemmeno combattendola se ne va, è un percorso di accettazione profonda. Per prima cosa, anche adesso sei tu, anche se ti piace identificarti solo con l'immagine di te quando stavi bene e ti sentivi fico, anche adesso che ti senti un perdente sei tu. Permettiti di esprimerti per quello che sei ora e non cercare di assomigliare a quello che vorresti essere, ossia felice e pieno di energia. Permettiti di essere triste, negativo, non socievole, apatico, più combatti la depressione più gli dai forza, più ti dici che dovresti stare diversamente e più la rafforzi, più ti dici che eri meglio prima e più la rafforzi, più ti dici che dovresti essere felice e più la rafforzi. La terapia con il tempo ti aiuterà a capire perché è venuta.  

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FallenDorian

Passando ti ho letto, se cerchi di trovare la soluzione per tornare ad essere come prima ti stai illudendo, la depressione viene proprio perché i tuoi vecchi schemi mentali ti ci hanno portato, come ad esempio l'esser pieno di te, vedere la terapia come un aver ceduto è stupido orgoglio, perché in realtà è un segno di maturità. La particolarità della depressione è proprio il rimuginio mentale fisso su pensieri negativi, il primo è proprio quello di non uscirne mai più. Se tenti di divertirti auguri, non ne uscirai davvero, nel senso che non è ignorando la depressione che se ne va, nemmeno combattendola se ne va, è un percorso di accettazione profonda. Per prima cosa, anche adesso sei tu, anche se ti piace identificarti solo con l'immagine di te quando stavi bene e ti sentivi fico, anche adesso che ti senti un perdente sei tu. Permettiti di esprimerti per quello che sei ora e non cercare di assomigliare a quello che vorresti essere, ossia felice e pieno di energia. Permettiti di essere triste, negativo, non socievole, apatico, più combatti la depressione più gli dai forza, più ti dici che dovresti stare diversamente e più la rafforzi, più ti dici che eri meglio prima e più la rafforzi, più ti dici che dovresti essere felice e più la rafforzi. La terapia con il tempo ti aiuterà a capire perché è venuta.

Si, ma ci terrei a precisare che io non ero pieno di me, ero semplicemente soddisfatto dei miei successi e di eccellere in tutto quello che facevo. Credo che chiunque abbia un'esperienza di successi, a ritrovarsi in questo stato sarebbe depresso, frustrato, nervoso etc.. Penso anche che i miei vecchi schemi mentali erano molto buoni se mi permettevano di ottenere tutto quello che volevo anche se quotidianamente dovevo far fronte all'invidia comune..avró sbagliato in qualcosa, sicuramente, come tutti, anch'io sono un umano, ma avrei preferito identificare il problema e risolverlo, come in passato. Non ritrovarmi improvvisamente una persona completamente diversa che pensa al suicidio come soluzioni di una sequela di problemi che non sento che mi appartengano.. Si, sono sempre io ma non riesco ad identificarmi anche con questa persona, perchè identificarmi significherebbe accettare di non poter avere la vita che credo sarei in grado di avere (per le esperienze passate), è difficile da spiegare..

Sto provando a reagire "positivamente" anche sdrammatizzando un po', uscendo con amici, senza mentire a me stesso ovviamente.. Peró alcuni giorni vorrei solo morire, non ho la forza per fare nulla..

Tu comunque, hai affrontato la depressione?

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La frustrazione che provi è proprio il fatto che ti sei identificato come un vincitore (il successo è stabilito dai parametri imposti dalla società) e adesso secondo gli stessi schemi mentali (che credi di non aver subito come tutti) ti senti un perdente e non accetti di sentirtici, e ti ripeti in continuazione che non dovresti stare così, che dovresti essere diverso, come prima. Sei focalizzato su quello che dovrebbe essere, invece di focalizzarti su quello che è. I tuoi vecchi schemi mentali non possono essere buoni perché ti hanno portato alla situazione in cui ti trovi adesso. Quando dici di essere una persona diversa, ti stai solo paragonando ad un immagine che hai di te stesso, adesso sei diverso dall'immagine che con il tempo hai creato di te stesso. Ma è impossibile essere diversi da ciò che si è, è possibile solo essere diversi in confronto a qualcosa, ossia all'immagine che tu hai di te stesso, ed è quella che deve crollare. Fino a che non accetterai completamente il momento che stai vivendo, dentro di te sarà costante un conflitto interiore, una lotta, un dimenarti vano che ti porterà solo altra sofferenza. Non puoi importi di essere felice e socievole se in questo momento non lo sei, ne devi sentirti in colpa perché non ci puoi fare nulla, e men che meno devi dispiacerti per te stesso. Più vuoi fuggire da questa situazione in cui ti trovi più la rafforzi. Più ti sforzi di reagire più la rafforzi. La reazione verrà spontanea quando sarà il momento.

 

P.S. ammettere di essere pieni di se non è una vergogna, è un segno di maturità.

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  • 3 weeks later...
FallenDorian

Hey ragazzi! Non vi ho più dato notizie perchè fondamenfalmenfe la situazione non è cambiata per niente..

Sono andato da una psicoterapeuta ma non mi sembra di risolvere granchè quindi ho deciso di vedere uno psichiatra.. Ogni giorno è sempre lo stesso, non riesco ad alzarmi, ho il cervello sempre più appiattito e provo una forte rabbia per questo.. Anche se alcuni problemi li ho identificati, mi sembra troppo tardi.. Credo di avere i neuroni allo sbando e non poter risolvere un bel niente.. Scrivo per sfogarmi un po' visto che non vedo più nessuno perchè mi vergogno a farmi vedere in questo stato.. Sono sempre stato perfetto ed ho sempre attirato l'attenzione di tutti, so che non riuscirei a tollerare l'umiliazione di qualche commento negativo..

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@FallenDorian

 

Ciao. Io non voglio mettere sul piatto cose troppo personali. Quindi ti basti sapere che comprendo la tua situazione. 

E però posso dirti, a te e ad altri che leggono, che è uno stato che si può superare, dal quale si può uscire.

 

So che il tuo corpo e una parte della tua mente "rema contro" di te, tenendoti a uno stato di bassa energia. Purtroppo questo avviene perchè il corpo umano, compreso il cervello, è una macchina che, come la maggiorparte dei sistemi biologici, tende quando può ad andare nello stato di "protezione" a bassa energia. Il corpo non capisce la tua sensibilità, i tuoi pensieri, se vuoi la tua anima, fa un ragionamento più automatico: se tu ti sforzi a superare la fossa dove sei ficcato, ti devi procurare dolore, fatica, superare alcune "strutture" fisse nella tua mente, e questo il tuo sistema "istintivo", se vuoi "animale" te lo impedisce.

Una scimmia circondata da un anello di fuoco, non corre attraverso questo per cercare di andare oltre: rimane li, a urlare, paralizzata.

 

Tu devi prendere consapevolezza di questo, prima ancora dei fattori, come dire, psicologici o in generale "mentali" della situazione. Se non impari a "ignorare" la stanchezza, il dolore, la sensazione di non avere energie e forze e la tendenza a non fare nulla, che non derivano da "te", ma da uno scorretto sistema di protezione del tuo corpo, allora tutto diventa ovviamente molto difficile. Se vuoi vederla in un altro senso, è una cosa semplicemente chimica. Il corpo produce sostanze che ti tengono giù, quindi tu devi ignorare questa attività sabotatori.

Chiaramente non è una cosa automatica, è una cosa che devi imparare a fare, esercitarti, giorno dopo giorno, a superare un primo nemico, che è una parte di te stesso. Tanto, che altro hai da fare in questo stato, se non stare meglio?

 

La seconda cosa che poi devi capire è che non c'è nessuna ragione per cui tu devi punire te stesso. Devi essere, in un certo senso, il primo dei tuoi maestri, e il primo dei tuoi "consolatori". Non serve a nulla sentirsi stupido, malato, idiota, umiliato. Sei caduto, sei finito nella fossa, il perchè e il percome adesso non ti serve a nulla. Cosa eri in passato e come brillavi prima ti serve solo a darti una idea della direzione dove devi muoverti: in avanti e in alto. Quindi, proprio come faresti se fossi caduto in un buco, comincia a piantare le dita nel terreno, ignora il sangue e il dolore e comincia a tirarti su. Molto militare, molto disciplinato, te, per te stesso. Avanti, ogni giorno un pezzo. 

 

Ti capiterà un giorno di cadere e di avere l'impressione di aver perso ogni cosa, ma non è così: quando riaffonderai le dita nel terreno, le sentirai più forti e riuscirai a salire un po' di più. E poi ricadrai all'indietro e sentirai un sacco di dolore e tu lo ignorerai: un pianto un respiro e poi su, di nuovo: dita nel terreno e su. Una sola direzione, avanti, futuro.

 

Chi sarai, cosa diventerai, quale sarà il tuo destino dopo, che età avrai etc etc, non conterà nulla. A un certo punto sarai fuori dalla buca, accetterai che il mondo è andato intanto avanti, ti adatterai e sarai più forte.

 

Credimi, ce la puoi fare!  Non darla vinta alla scimmia che è in te.

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FallenDorian

@FallenDorian

 

Ciao. Io non voglio mettere sul piatto cose troppo personali. Quindi ti basti sapere che comprendo la tua situazione.

E però posso dirti, a te e ad altri che leggono, che è uno stato che si può superare, dal quale si può uscire.

 

So che il tuo corpo e una parte della tua mente "rema contro" di te, tenendoti a uno stato di bassa energia. Purtroppo questo avviene perchè il corpo umano, compreso il cervello, è una macchina che, come la maggiorparte dei sistemi biologici, tende quando può ad andare nello stato di "protezione" a bassa energia. Il corpo non capisce la tua sensibilità, i tuoi pensieri, se vuoi la tua anima, fa un ragionamento più automatico: se tu ti sforzi a superare la fossa dove sei ficcato, ti devi procurare dolore, fatica, superare alcune "strutture" fisse nella tua mente, e questo il tuo sistema "istintivo", se vuoi "animale" te lo impedisce.

Una scimmia circondata da un anello di fuoco, non corre attraverso questo per cercare di andare oltre: rimane li, a urlare, paralizzata.

 

Tu devi prendere consapevolezza di questo, prima ancora dei fattori, come dire, psicologici o in generale "mentali" della situazione. Se non impari a "ignorare" la stanchezza, il dolore, la sensazione di non avere energie e forze e la tendenza a non fare nulla, che non derivano da "te", ma da uno scorretto sistema di protezione del tuo corpo, allora tutto diventa ovviamente molto difficile. Se vuoi vederla in un altro senso, è una cosa semplicemente chimica. Il corpo produce sostanze che ti tengono giù, quindi tu devi ignorare questa attività sabotatori.

Chiaramente non è una cosa automatica, è una cosa che devi imparare a fare, esercitarti, giorno dopo giorno, a superare un primo nemico, che è una parte di te stesso. Tanto, che altro hai da fare in questo stato, se non stare meglio?

 

La seconda cosa che poi devi capire è che non c'è nessuna ragione per cui tu devi punire te stesso. Devi essere, in un certo senso, il primo dei tuoi maestri, e il primo dei tuoi "consolatori". Non serve a nulla sentirsi stupido, malato, idiota, umiliato. Sei caduto, sei finito nella fossa, il perchè e il percome adesso non ti serve a nulla. Cosa eri in passato e come brillavi prima ti serve solo a darti una idea della direzione dove devi muoverti: in avanti e in alto. Quindi, proprio come faresti se fossi caduto in un buco, comincia a piantare le dita nel terreno, ignora il sangue e il dolore e comincia a tirarti su. Molto militare, molto disciplinato, te, per te stesso. Avanti, ogni giorno un pezzo.

 

Ti capiterà un giorno di cadere e di avere l'impressione di aver perso ogni cosa, ma non è così: quando riaffonderai le dita nel terreno, le sentirai più forti e riuscirai a salire un po' di più. E poi ricadrai all'indietro e sentirai un sacco di dolore e tu lo ignorerai: un pianto un respiro e poi su, di nuovo: dita nel terreno e su. Una sola direzione, avanti, futuro.

 

Chi sarai, cosa diventerai, quale sarà il tuo destino dopo, che età avrai etc etc, non conterà nulla. A un certo punto sarai fuori dalla buca, accetterai che il mondo è andato intanto avanti, ti adatterai e sarai più forte.

 

Credimi, ce la puoi fare! Non darla vinta alla scimmia che è in te.

Essendo una personalità con tratti narcisistici, sono sempre stato più "razionale" e meno "impulsivo".. Ho sempre ignorato la sofferenza ed ho sempre cercato di evitare a tutti i costi le frustrazioni e devo dire di esserci sempre riuscito.. Ignorare la sofferenza ed il dolore nel quale sono sprofondato., non so fino a che punto possa giovarmi.. Questo a dire degli psicologi, io sinceramente sono in uno stato di confusione totale, non so più chi sono, sono stanco, arrabbiato, frustrato ed ho un pensiero fisso, il suicidio. credo che l'istinto al suicidio sia rinorzato dal mio narcisismo, mi sento un fallito e mi odio da morire..

Quindi a tuo dire . "Se vuoi vederla in un altro senso, è una cosa semplicemente chimica. Il corpo produce sostanze che ti tengono giù, quindi tu devi ignorare questa attività sabotatori" se andassi da uno psichiatra potrei almeno curare gli squilibri chimici? Anche perchè fatico anche a scrivere, concentrarmi ed elaborare pensieri come un tempo.

Edited by FallenDorian
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Uno psichiatra aiuta. Ma devi metterci del tuo. Devi pensare il tuo cervello come un muscolo che deve essere rieducato. Riprogrammato a non pensare ciclicamente al danno al passato alla facile uscita. Ogni momento in cui la tua mente entra nel loop tu devi rompere il loop in qualche modo. Ogni momento in cui i tuoi pensieri vanno al passato o alla morte tu devi rompere il loop in qualche modo. Urla nella tua testa "NO!" trovati qualcosa da fare: lava i piatti colora un foglio scrivi un diario fai degli integrali. Datti degli obiettivi a breve termine: il cruciverba 40 min di corsa leggera il quadro del gioco etc. Poi tutto aiuta. Bevi tanta acqua con i sali minerali: spremute potassio etc tutto ti fa avanzare 1mm. Ogni mm. è importante. Non aspettare che gli altri ti aiutano gli altri ti aiuteranno ma la vita è la tua.

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@FallenDorian abbiamo la stessa età. Ho avvertito anche io spesso, come ho scritto, questo tipo di sentimento pesante, palpabile, sostanziale di volere il suicidio. Ma poi ho sempre constatato che il suicidio è addirittura il volto angelico dietro il quale si nascondeva in realtà il rifiuto della realtà per come mi era data. Quindi, il problema da che mondo è mondo, è della realtà, ma non è la realtà. Posso capire che quando si iniziano a comprendere la propria cedevolezza, la propria caducità e il fatto che si è immersi in una realtà che muta e che ha come unica vera certezza la morte ci si possa sentire male. Lo hanno fatto Leopardi, Schopenhauer, Nietzsche, Heidegger e tantissimi altri filosofi.

 

Eppure la vita è data così: il prezzo da pagare per l'essere vivi è di fatto la possibilità di non esserlo più. La realtà da sola non ci dice «vivimi male» o «vivimi felice», dice solo «io ci sono» e relega a noi il compito di definire il modo di esserci dentro. Vedere tutto come la costante marcescenza di ciò che si ha attorno non è una scoperta che hai fatto tu: lo vediamo tutti, chi più chi meno, ma non possiamo permetterci di vivere così. La realtà produce e distrugge, e la copresenza di entrambe le azioni non la rendono né buona né cattiva, semplicemente rendono realtà la realtà. Il problema dei farmaci è che ci sdoppiano. A un certo punto si diventa Io-normale e Io-sotto-i-farmaci. E allora sì che la realtà si sdoppia e diventa buona e cattiva. Purtroppo, quando si è sani la si vive come cattiva, e quando non si è puramente in sé la si vive bene, sicché non rimane che viverla per sempre bene al costo di dipendere dai farmaci. Il processo non è affatto dissimile da quello cui va incontro il drogato.

 

Se sei bello come dici, se un tempo (che non può che essere un passato recente, dato che sei giovane come me) stavi bene, non era perché fossi meglio o peggio, era perché semplicemente vivevi assorbito da tante cose che evidentemente, per quanto fossero gratificanti, non davano una vera soddisfazione, un vero appagamento. Ora che hai compreso quali cose sono andate e/o vanno storte, quali sono effimere e inautentiche, cerca di riappropriarti di te stesso sulla base di questo nuovo inizio. Ci sono persone che per tutta la vita vivono ignorando la vuotezza delle loro azioni senza mai riflettere esistenzialmente su ciò che fanno; hai avuto la fortuna di poter evitare di arrivare a ottant'anni con tanti rimorsi: sfrutta questa chance e divieni autentico. I nuovi inizi si sperimentano solo in virtù della fine di qualcosa.

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FallenDorian

@FallenDorian abbiamo la stessa età. Ho avvertito anche io spesso, come ho scritto, questo tipo di sentimento pesante, palpabile, sostanziale di volere il suicidio. Ma poi ho sempre constatato che il suicidio è addirittura il volto angelico dietro il quale si nascondeva in realtà il rifiuto della realtà per come mi era data. Quindi, il problema da che mondo è mondo, è della realtà, ma non è la realtà. Posso capire che quando si iniziano a comprendere la propria cedevolezza, la propria caducità e il fatto che si è immersi in una realtà che muta e che ha come unica vera certezza la morte ci si possa sentire male. Lo hanno fatto Leopardi, Schopenhauer, Nietzsche, Heidegger e tantissimi altri filosofi.

 

Eppure la vita è data così: il prezzo da pagare per l'essere vivi è di fatto la possibilità di non esserlo più. La realtà da sola non ci dice «vivimi male» o «vivimi felice», dice solo «io ci sono» e relega a noi il compito di definire il modo di esserci dentro. Vedere tutto come la costante marcescenza di ciò che si ha attorno non è una scoperta che hai fatto tu: lo vediamo tutti, chi più chi meno, ma non possiamo permetterci di vivere così. La realtà produce e distrugge, e la copresenza di entrambe le azioni non la rendono né buona né cattiva, semplicemente rendono realtà la realtà. Il problema dei farmaci è che ci sdoppiano. A un certo punto si diventa Io-normale e Io-sotto-i-farmaci. E allora sì che la realtà si sdoppia e diventa buona e cattiva. Purtroppo, quando si è sani la si vive come cattiva, e quando non si è puramente in sé la si vive bene, sicché non rimane che viverla per sempre bene al costo di dipendere dai farmaci. Il processo non è affatto dissimile da quello cui va incontro il drogato.

 

Se sei bello come dici, se un tempo (che non può che essere un passato recente, dato che sei giovane come me) stavi bene, non era perché fossi meglio o peggio, era perché semplicemente vivevi assorbito da tante cose che evidentemente, per quanto fossero gratificanti, non davano una vera soddisfazione, un vero appagamento. Ora che hai compreso quali cose sono andate e/o vanno storte, quali sono effimere e inautentiche, cerca di riappropriarti di te stesso sulla base di questo nuovo inizio. Ci sono persone che per tutta la vita vivono ignorando la vuotezza delle loro azioni senza mai riflettere esistenzialmente su ciò che fanno; hai avuto la fortuna di poter evitare di arrivare a ottant'anni con tanti rimorsi: sfrutta questa chance e divieni autentico. I nuovi inizi si sperimentano solo in virtù della fine di qualcosa.

Beh, no.. La situazione credo che sia molto più complicata... Io ho sempre fatto le scelte con la mia testa ed ho sempre cercato di vivere la mia vita autenticamente. Soprattutto dopo il liceo, mi sono messo in discussione ed ho attraversato un un periodo di introspezione per fare la scelta giusta o almeno quella che reputavo più giusta per le mie capacitá.. Beh, sicuramente avevo raggiunto un alto grado di consapevolezza ed uno stato di beatitudine che ricordo con molta nostalgia.. Ma qualcosa è andato storto, non voglio/posso ricercare la causa perchè in questo momento impazzirei visto che sono in uno stato di completa confusione peró lo stress, l'ansia ed il nervoso accumulati mi hanno fatto entrare in questo stato depressivo, dal quale non credo riusciró ad uscire per l'orgoglio narcisistico che mi caratterizza, sono già abbastanza ferito ed umiliato..
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Vedi? C'è una parte del tuo cervello alla quale ti ostini a dar retta che ti parla di narciso di orgoglio ferito di non più possibile di finito.

La realtà è che tu IERI forse eri così. Oggi non te lo puoi permettere. Quindi sei ferito e umiliato? Di a te stesso e sto cazzo accetta che sei sporco e puzzolente e ricomincia a pulirti. Non hai tempo da perdere con Narciso. Salutarlo e torna a pensare a te stesso.

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FallenDorian

Vedi? C'è una parte del tuo cervello alla quale ti ostini a dar retta che ti parla di narciso di orgoglio ferito di non più possibile di finito.

La realtà è che tu IERI forse eri così. Oggi non te lo puoi permettere. Quindi sei ferito e umiliato? Di a te stesso e sto cazzo accetta che sei sporco e puzzolente e ricomincia a pulirti. Non hai tempo da perdere con Narciso. Salutarlo e torna a pensare a te stesso.

Ma quando provo a pensare a me stesso SBAM e mi ricompare quell'immagine di me perfetta, circondato da tantissime persone ed ammirato.. Cioè ho sempre vissuto in questo modo.. Per me vivere in un altro modo sarebbe un'umiliazione sopra l'umiliazione anche perchè gli altri mi hanno anche sempre invidiato, ma non é una mia convinzione è così davvero .. Mi sono sempre preoccupato della mia immagine e qui ndi per me esiste solo quel modo si vivere.. ora so di non potermelo permettere perchè le mie performance non saranno mai perfette come prima, mi trascuro nel look e sono cronicamente stanco e svogliato, di non poter frequentare le stesse persone che frequntavo un tempo perchè, devo essere sincero, la maggior parte delle amicizie si basava su interessi.. Dal mio punto di vista per interessi in comune, scambio di idee etc.. Ma alcuni dei miei amici erano interessati alla mia condizione sociale, perchè sono benestante e lo dimostravo anche dal modo di curarmi e vestirmi... ora che dovrei fare? Iniziare a ripulirmi.. Ma come? Mi sento un poveraccio disperato :(
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Ma quando provo a pensare a me stesso SBAM e mi ricompare quell'immagine di me perfetta, circondato da tantissime persone ed ammirato.. Cioè ho sempre vissuto in questo modo.. Per me vivere in un altro modo sarebbe un'umiliazione sopra l'umiliazione anche perchè gli altri mi hanno anche sempre invidiato, ma non é una mia convinzione è così davvero .. Mi sono sempre preoccupato della mia immagine e qui ndi per me esiste solo quel modo si vivere.. ora so di non potermelo permettere perchè le mie performance non saranno mai perfette come prima, mi trascuro nel look e sono cronicamente stanco e svogliato, di non poter frequentare le stesse persone che frequntavo un tempo perchè, devo essere sincero, la maggior parte delle amicizie si basava su interessi.. Dal mio punto di vista per interessi in comune, scambio di idee etc.. Ma alcuni dei miei amici erano interessati alla mia condizione sociale, perchè sono benestante e lo dimostravo anche dal modo di curarmi e vestirmi... ora che dovrei fare? Iniziare a ripulirmi.. Ma come? Mi sento un poveraccio disperato :(

 

Ma perchè, pensi che stare a lamentarti ti aiuti a tornare ad essere quello che vuoi essere? Pensi che le lacrime e la disperazione servano a qualcosa?

 

Quello che eri ieri, non conta. Era ieri, era passato, e se ne è andato. Volevi sapere cos'è la morte? Ecco, il passato è morto. E' solo ricordi. Finito. Andato.

 

Quello che sarai domani non lo sai. Dipende principalmente da te. Potrai essere perfetto. Probabilmente sarai migliore di perfetto: sarai un essere umano consapevole.

Quello che puoi fare oggi è una cosa sola, smettere di piagniucolare, fare un bel respiro e ricominciare a ricostruire.

Se vuoi stare meglio. Se lo vuoi fare. Se ti ci metti, giorno dopo giorno, ci puoi provare. Non credere, alcuni ci sono riusciti,  altri no. Ma solo provandoci e lavorando duro si ricostruisce se stessi. Ripeto, se lo vuoi fare. Se dentro di te, da qualche parte, esiste un briciolo d'anima su cui lavorare.

 

Se invece qui cerchi solo la commiserazione degli altri, sappi che è una tua scelta consapevole, sicura e certa e della quale potrai solo tu stesso rimproverarti. Più di questo non posso dirti in questo momento. Sei alla scelta. Che ogni giorno devi rinnovare. Ogni giorno ti sveglierai e ti dirai: cosa voglio fare? commiserarmi o lavorare? Ogni giorno che lavorerai, crescerai, in qualche modo, in qualche parte oscura di te che neanche conosci, e sarai bello. Ogni giorno che ti commisererai, sarai brutto, piangente, stupido, incapace di scrivere.

 

La scelta sembra ovvia, ma la devi fare tu. Ogni mattina. Ogni giorno. Indipendentemente da dottori, maghi, famiglia, amici, nemici, scuola, lavoro, etc. Sei tu nella tua testa. Sei tu che la mattina devi decidere. Poi il resto viene da se, nel modo in cui verrà. 

 

Domanda: Hai altro da fare domani che lavorare su te stesso? Hai altri impegni? Ci sono cose più importanti di te per te? Pensa a questo, pensa a razionalizzare in maniera brusca, spietata, lineare. E con calma vincerai la tua battaglia. Non oggi, non domani. Ma la vincerai. 

 

In bocca al lupo.

Edited by korio
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@FallenDorian cos'è di preciso che continui ad omettere e che ha fatto sì che la tua vecchia vita non ci fosse più, per dio? Cosa è avvenuto perché la situazione cambiasse? Quali performance? Perché ora non potrai più farle come prima? Ha senso rimpiangere degli amici interessati solo alla tua condizione sociale?

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FallenDorian

@FallenDorian cos'è di preciso che continui ad omettere e che ha fatto sì che la tua vecchia vita non ci fosse più, per dio? Cosa è avvenuto perché la situazione cambiasse? Quali performance? Perché ora non potrai più farle come prima? Ha senso rimpiangere degli amici interessati solo alla tua condizione sociale?

Tutto, ero un perfezionista in tutto. Non riesco comunque ad essere come un tempo perchè ho avuto un attacco di panico che mi ha fatto perdere il lume della ragione.. È troppo complesso da spiegare.. Ho capito che mi sa che non mi resta che rassegnarmi e andare avanti anche se ho il presentimento che non torneró mai più ad essere quello di un tempo e che la mia vita non sarà come invece avrei potuto crearla... Di questo ne sono sicuro, ma vabè..
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Beh, no.. La situazione credo che sia molto più complicata... Io ho sempre fatto le scelte con la mia testa ed ho sempre cercato di vivere la mia vita autenticamente. Soprattutto dopo il liceo, mi sono messo in discussione ed ho attraversato un un periodo di introspezione per fare la scelta giusta o almeno quella che reputavo più giusta per le mie capacitá.. Beh, sicuramente avevo raggiunto un alto grado di consapevolezza ed uno stato di beatitudine che ricordo con molta nostalgia.. Ma qualcosa è andato storto, non voglio/posso ricercare la causa perchè in questo momento impazzirei visto che sono in uno stato di completa confusione peró lo stress, l'ansia ed il nervoso accumulati mi hanno fatto entrare in questo stato depressivo, dal quale non credo riusciró ad uscire per l'orgoglio narcisistico che mi caratterizza, sono già abbastanza ferito ed umiliato..

 

M allora, non sono uno psicologo, ma da un po' sono in terapia con uno psicologo cognitivo-comportamentale, iniziata dopo aver avuto due attacchi di panico...non so come s'è manifestato per te, ma io avevo una fortissima tachicardia, mi girava la testa, credevo di svenire mentre ero pure iperteso.

All'inizio non volevo far terapia, non stimavo la psicologia in genere e invece mi accorgo che andarci mi fa stare notevolmente meglio.

Tu scrivi "Ma qualcosa è andato storto"...ora, senza voler ricostruire nel dettaglio tutta la narrazione della tua vita, credi davvero che chi ai tuoi occhi è un vincente, una persona di successo, non debba mai affrontare momenti in cui qualcosa va storto?

Scrivo questo non perché tu ti debba sentir in colpa se stai ancora "dentro" a questa difficoltà, anzi, ma perché tu rifletta sul fatto che è decisamente irrealistico credere di poter vivere sempre in quello stato di beatitudine che ora ricordi con nostalgia....

Ti consiglio psicoterapia, ed eventualmente colloquio col tuo medico o con uno psichiatra al centro di salute mentale per farti prescrivere un farmaco.

Io mi son comportato così e per ora funziona. Vedrai che se cerchi aiuto da dei professionisti, affidandoti un po' alle loro indicazioni, ne uscirai prima di quanto credi...rinunciare un pizzico all'orgoglio ti renderà se possibile ancora più efficiente di quanto fossi quando stavi bene  :sorriso:

Edited by schopy
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FallenDorian

Ma perchè, pensi che stare a lamentarti ti aiuti a tornare ad essere quello che vuoi essere? Pensi che le lacrime e la disperazione servano a qualcosa?

 

Quello che eri ieri, non conta. Era ieri, era passato, e se ne è andato. Volevi sapere cos'è la morte? Ecco, il passato è morto. E' solo ricordi. Finito. Andato.

 

Quello che sarai domani non lo sai. Dipende principalmente da te. Potrai essere perfetto. Probabilmente sarai migliore di perfetto: sarai un essere umano consapevole.

Quello che puoi fare oggi è una cosa sola, smettere di piagniucolare, fare un bel respiro e ricominciare a ricostruire.

Se vuoi stare meglio. Se lo vuoi fare. Se ti ci metti, giorno dopo giorno, ci puoi provare. Non credere, alcuni ci sono riusciti, altri no. Ma solo provandoci e lavorando duro si ricostruisce se stessi. Ripeto, se lo vuoi fare. Se dentro di te, da qualche parte, esiste un briciolo d'anima su cui lavorare.

 

Se invece qui cerchi solo la commiserazione degli altri, sappi che è una tua scelta consapevole, sicura e certa e della quale potrai solo tu stesso rimproverarti. Più di questo non posso dirti in questo momento. Sei alla scelta. Che ogni giorno devi rinnovare. Ogni giorno ti sveglierai e ti dirai: cosa voglio fare? commiserarmi o lavorare? Ogni giorno che lavorerai, crescerai, in qualche modo, in qualche parte oscura di te che neanche conosci, e sarai bello. Ogni giorno che ti commisererai, sarai brutto, piangente, stupido, incapace di scrivere.

 

La scelta sembra ovvia, ma la devi fare tu. Ogni mattina. Ogni giorno. Indipendentemente da dottori, maghi, famiglia, amici, nemici, scuola, lavoro, etc. Sei tu nella tua testa. Sei tu che la mattina devi decidere. Poi il resto viene da se, nel modo in cui verrà.

 

Domanda: Hai altro da fare domani che lavorare su te stesso? Hai altri impegni? Ci sono cose più importanti di te per te? Pensa a questo, pensa a razionalizzare in maniera brusca, spietata, lineare. E con calma vincerai la tua battaglia. Non oggi, non domani. Ma la vincerai.

 

In bocca al lupo.

Io credo che tutto questo non sia giusto, che io non me lo merito perchè mi sono sempre comportato bene, sono sempre stato onesto ed ho sempre lavorato sodo per raggiungere i miei obiettivi e i miei livelli.. E adesso è sfumato tutto.. Si, è passato, sono solo ricordi.. Ma sono sempre il frutto del mio lavoro duro, dei miei sforzi e quest'annientamento totale sinceramente io non riesco proprio a capirlo.. Tudici che devo lavorare ogni giorno e che staró meglio così.. Ma su cosa devo lavorare? Su me stesso, ma che significa? Il mio obiettivo è sempre stato di avere una vita perfetta.. Dovrei lavorare su questo? Cercare ogni giorno di riperfezionarmi sempre di più? Edited by FallenDorian
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E mi sembra anche più che normale che perdere il controllo della propria vita e metterla nelle mani di un perfetto sconosciuto, per quanto professionista non sia il massimo.

Per quanto adesso possa sembrarti assurdo, invece, a parer mio è proprio quel che ti conviene fare.

Io ho scelto la terapia cognitivo-comportamentale proprio perché, leggendo un po' in giro, le statistiche dicevano fosse quella che prometteva maggiori successi per superare gli attacchi di panico...i colloqui poi son molto concreti, pochissima "teoria" e talmente "banale" da poter essere difficilmente contrastata.

 

Se i sintomi dell'attacco di panico t'hanno fatto sospettare che ci sia qualche disagio di natura organica, fai anche qualche visita specialistica...

es., io con l'occasione ho scoperto d'avere un leggero prolasso della mitrale, di soffrire di gastrite cronica...nulla che possa aver causato l'attacco in modo diretto in ogni caso. Dopo qualche settimana in cui queste notizie mi avevano gettato in uno sconforto ancora peggiore, ora son contento di aver più chiara la situazione.

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