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Vi sentite mai.... soli?


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E' ozioso chiederlo e, tanto più, chiederselo.

Chiusi in una camera o sulla pista del Pineta, che sia romitaggio e vita mondana, facendo sesso con dieci persone o solo con noi stessi,

a letto da vent'anni con una stessa persona o al bar con gente conosciuta da una vita: non fa differenza.

Soli lo siamo tutti.

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  • Marshall86_86

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Marshall86_86

Stai interpretando, di nuovo, la domanda come una domanda sul senso della vita. Ho gia' specificato come fosse circostanziata ad una fase molto ben specifica, come quello del "post" di una rottura sentimentale. E, in ogni caso, se sia ozioso o meno porre delle domande non spetta stabilirlo a nessuno. Che saccente!

Ogni volta che penso alla mia condizione mi sento solo e anche in questo momento. Penso che non sarò definitivamente in pace con mè stesso finchè non avrò fatto C.O. con la mia famiglia, non che io ci tenga tantissimo ma tipo mi deprimo quando mio padre mi assilla chiedendomi se e quando troverò una ragazza e io cerco di ridere, ma dentro di me ci sto male e rifletto sul modo migliore per rivelarlo. Penso, chissà se un giorno noi omosessuali potremmo essere felici in questa vita senza aver paura di attacchi da parte di stupidi omofobi, senza essere discriminati e ritenuti reietti; diversi. Penso che vorrei trovare un partner, per condividere le mie emozioni e le mie sensazioni, cose che solo lui può capire essendo nella mia stessa condizione, in modo da consolarci a vicenda e fregandocene degli altri!!

Per carità, si può piacere anche "circonfusi dal malessere"

persino la depressione è qualcosa ti fa sembrare figo se la porti bene.

Ma le persone a cui piaci depresso son gente che andrebbe proprio evitata.

 

Già, si instaura un terribile circolo vizioso.

Sai che lui sarà presente quando tu starai un po' giù di corda...

senza accorgertene, dopo un po' starai giù di corda per ottenere la sua attenzione.

 

 


Stai interpretando, di nuovo, la domanda come una domanda sul senso della vita. Ho gia' specificato come fosse circostanziata ad una fase molto ben specifica, come quello del "post" di una rottura sentimentale. E, in ogni caso, se sia ozioso o meno porre delle domande non spetta stabilirlo a nessuno. Che saccente!

 

santo cielo, ho idea che tu sia un attimino teso O_O era tanto tempo che non ricevevo tanta acidità gratuita..

ma va beh, ci piaci così

 

quanto al ragionamento, per quanto mi riguarda è perfettamente pertinente: se è dato come presupposto che siamo tutti e sempre soli, è naturale averne sentore nei vari aspetti della vita; non esiste una questione filosofica o presunta tale che non si declini negli aspetti pratici e/o quotidiani dell'esistenza.

nel momento in cui realizziamo la solitudine di fondo che sottostà ad ogni esistere, tutti gli ambiti della vita ne riflettono l'essenza: penso sia del tutto legittimo (legittimo quanto inutile, beninteso) cercare in qualcuno che non siamo noi un senso di conforto e condivisione, ed è meraviglioso quando questo accade; è molto meno magico però rendersi conto di come i problemi e gli affanni di uno non siano quelli dell'altro, e che anzi gran parte dei partner son pronti a scappare a gambe levate di fronte alle minime difficoltà

è normale, dicevo, essere presi dallo sconforto quando non si ha un orecchio a cui parlare o un fianco caldo nel letto.. questo perché da soli si può arrivare a stare bene - arrivo a pensare che sia la condizione indispensabile di ogni rapporto -, ma in due talvolta si sta meglio; il che non vuol dire giocoforza essere qualcos'altro rispetto a due solitudini che si sorreggono a vicenda

Marshall86_86

@@D. : Caro D., non facciamo i vittimisti. Quando ci si introduce in una conversazione usando (in modo davvero gratuito) aggettivi di oziosita', mi viene da pensare che ci potrebbero essere modi che diano meno l'impressione di saccenza. Ma va beh, ci piaci cosi'.

 

Sul resto concordo, in parte. Non e' detto che il sentirsi soli sia presupposto di "ogni esistere". Lo e' nella misura in cui si generalizza il proprio modo di essere e percepire. Non credo tutti si sentano "soli" o si sentano soli allo stesso modo o per motivi simili.

La mia domanda era molto meno impegnativa di cio'. Nel post di una relazione si tende a non convivere bene con quel senso di "fallimento" (termine improprio) che mina un po' l'autostima e, inesorabilmente, lascia spazio a sensazioni poco edificanti quali un pizzico di autocommiserazione e "solitudine". Cio' detto, concordo. La cura alla solitudine non e' nella compagnia, la cura sta nel ricostruirsi l'autostima, o meglio ancora, sarebbe non usarla come scudo ogni qualvolta le situazioni della vita non prendono la piega che ci si sarebbe aspettati (sul capitolo aspettative si potrebbe fare un ennesimo trattato).

 

 


Ogni volta che penso alla mia condizione mi sento solo e anche in questo momento. Penso che non sarò definitivamente in pace con mè stesso finchè non avrò fatto C.O. con la mia famiglia, non che io ci tenga tantissimo ma tipo mi deprimo quando mio padre mi assilla chiedendomi se e quando troverò una ragazza e io cerco di ridere, ma dentro di me ci sto male e rifletto sul modo migliore per rivelarlo. Penso, chissà se un giorno noi omosessuali potremmo essere felici in questa vita senza aver paura di attacchi da parte di stupidi omofobi, senza essere discriminati e ritenuti reietti; diversi. Penso che vorrei trovare un partner, per condividere le mie emozioni e le mie sensazioni, cose che solo lui può capire essendo nella mia stessa condizione, in modo da consolarci a vicenda e fregandocene degli altri!!

 

quoto

fino a quando quella sensazione di disagio non scompare avrò sempre modo di sentirmi solo anche se circondato da mille amici..

l'unica speranza è trovare qualcuno con cui condividere tutto questo, ma fino ad oggi sono stato sfortunato :keeporder:

 

 


E' ozioso chiederlo e, tanto più, chiederselo.
Chiusi in una camera o sulla pista del Pineta, che sia romitaggio e vita mondana, facendo sesso con dieci persone o solo con noi stessi,
a letto da vent'anni con una stessa persona o al bar con gente conosciuta da una vita: non fa differenza.
Soli lo siamo tutti.
ti giuro che mi hai commosso, poetica la cosa, i miei complimenti per la vena poetica. 

 

 


Caro D., non facciamo i vittimisti.

 

uahuahauah! vittimista de che.. chi se l'è presa

ho l'impressione che ti prenda troppo sul serio.. ma è nelle cose dell'umiltà dire che potrei anche sbagliarmi

io, per non sapere leggere né scrivere continuo a fare il cazzone

 

 

 


Non credo tutti si sentano "soli" o si sentano soli allo stesso modo o per motivi simili.

 

Non mi sognerei mai di dire come si sentano gli altri.

Un conto è sentirsi soli, un altro è essere soli.

 

 

 


quel senso di "fallimento" (termine improprio) che mina un po' l'autostima e, inesorabilmente, lascia spazio a sensazioni poco edificanti quali un pizzico di autocommiserazione e "solitudine".

 

devo aver inteso male io.. uscire ammaccati da una relazione non credo sia 'solitudine', al massimo, come ben dici, è sensazione di fallimento. Ho il timore fondato che sia una reazione spontanea ad ogni perdita che ci coinvolge. Penso sia solo dolore, senza un nome preciso.. ed è nella natura del dolore essere intrasmissibile, il che ci rende soli a esperirlo

FreakyFred

Io quando parlo non so mai quanto della mia esperienza può essere condivisa, e quanto invece è solo mio. Posso dire che l'amicizia fa davvero davvero tanto per migliorare la qualità della tua vita. Però ci sono vari però... Io ad esempio l'amicizia la guardo con una certa diffidenza, perché nel mio caso diventa sempre ambigua, perfino quella femminile. Credo sia perché sono un po' sociopatico, e quindi se trovo una qualche persona, qualunque persona, che mi fa sentire amato così come sono e verso la quale io sento lo stesso attaccamento, per me diventa un mondo. Eppure so fin dall'inizio che se non riesco a concretizzare in ciò qualcosa di più strutturato, non sarà per sempre un mondo, perché gli amici prima o poi si fidanzano, e tu finisci sullo sfondo. E giusto così, ma se tu non ti fidanzi mai, rischia di sentirti sempre sullo sfondo della vita di tutti.

Inoltre non si può dimenticare il problema sollevato da Hinzelmann, e cioè che è importante avere dei successi, sentire che puoi essere amato. Lasciamo un attimo il discorso sulla solitudine di per sé, c'è anche una questione di autostima, gli uomini hanno bisogno di vicinanza, e non riuscire ad avere la vicinanza presto o tardi scatena dubbi e paure. Scatena il dubbio di essere repellente, o freddo, o insignificante, o brutto e banale come si è detto. Si ha paura di essere inadeguati a un proprio desiderio fondamentale. 

Io credo di essere spessissimo frainteso su questo punto. L'autostima mi spinge tanto a desiderare un ragazzo, ma non QUEL ragazzo. Cerco sempre un ragazzo che per i miei parametri sia molto attraente, che mi colpisca al primo sguardo, ma non è per ragioni di autostima che faccio questa selezione, né per valutare colui che è "degno", altrimenti non avrei avuto a che fare con ragazzi che evidentemente apparivano bombe sexy solo ai miei occhi. Fondamentalmente è paura, paura di finire bloccato, come sempre mi è capitato, in situazioni in cui c'è sempre un qualcosa che non va, in cui la passione sfugge fra le dita e alcune pareti non sono valicabili.

Penso che la paura di restare "bloccato", intrappolato in situazioni dolorosamente senza sbocco, mi allontani dall'approccio puramente amicale al sesso maschile (ma non solo). La mia vita sociale non è questo granché, nel senso che manca gravemente di intimità: non ho amici intimi e vicini, quelli che ho abitano tutti lontano. E ho paura di averne perché temo il momento in cui finirò sullo sfondo... Ci sono amicizie che diventano fuochi. Ma se devo bruciare, deve essere fino alle ossa, non posso scaldarmi solo la pelle. 

Non so se conoscete la poesia di Pessoa, quella sulla trippa...

 

ma, se ho chiesto amore, perché mi hanno portato 
trippa alla maniera di Porto fredda?

Non è un piatto che si possa mangiare freddo,  
ma me l'han portato freddo. 
Non mi sono lamentato, ma era freddo, 
non si può mangiare freddo, ma arrivò freddo.

  • 2 weeks later...

Solo?

Stare da solo non mi dà fastidio, sono un piccolo lupo solitario certe volte, soprattutto certe sere... però se parliamo di affetto e amore allora sì, mi sento spesso solo e ci sto male... spero tanto di riuscire a conoscere qualcuno di speciale prima o poi

:friends:

  • 3 weeks later...

Molto spesso non mi sento amato da nessuno, neanche da mia mamma, nonostante fa di tutto per farmi capire che lei è dalla mia parte.

 

Diciamo è come se gli altri dovessero ricordarmi che provano qualcosa per me, altrimenti me lo "scordo" diciamo   :cray:

mi sento sempre e comunque solo. sono perdutamente innamorato del mio migliore amico e non ne uscirò mai. ogni qualvolta mi parla della sua fidanzata impazzisco e non devo pensare che purtroppo sarò escluso dalla sua vita. lui si farà una famiglia, avrà dei figli e io alla finestra a guardare.

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