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Fenomenologia dell'autoaccettazione; quella volta che sono cambiato.


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Non me ne vogliano i filosofi di professione del forum, ma io, che di filosofia ho solo la passione, amo usare i termini filosofici. Magari facendo ''uso di parole libere'' come qualcuno ha avuto a dirmi. Ma in questo caso intendo per fenomenologia «serie di eventi e fenomeni di interazione soggetto-oggetto» non la disciplina filosofica novecentesca :-)

 

Premessa... per lungo tempo io più che non accettato non mi sono «autointegrato»: in pratica la mia sessualità mi guardava dal buio della stanza, io guardavo lei, ma entrambi rimanevamo a fissarci.

 

Poi però mi sono innamorato di un etero al mare. A quel punto ho dovuto fare i conti con quella creatura che mi fissava nel buio, ci ho fatto a botte e ora andiamo perfettamente d'accordo.

 

Se dovessi usare una metafora hegeliana, potrei dire che ho dovuto alienarmi da me, vedermi distrutto e prendere coscienza nuovamente di me arricchito dalla "brutta" esperienza che è stato quell'amore.

 

La domanda è: c'è stato un un evento, un cambiamento nella realtà dei fatti, che in qualche modo vi ha fatto fare i conti con l'accettazione di voi stessi? Oppure ancora: è stato un processo graduale, come nel mio caso, oppure è accaduto tutto di botto? Insomma, qual è stata la vostra fenomenologia dell'autoaccettazione?

 

Nota bene: essere accettati ≠ aver fatto CO.

La mia ragazza mi mollò a giugno,

soffrii tutto luglio e ad agosto decisi di provare con un ragazzo.

Baciai due amici al mare, conobbi un ragazzo a settembre,

gli feci la corte per tre mesi e ci mettemmo insieme a dicembre.

Correva l'anno 1995.

@Amor-fati Confermo la mia tesi, sei un genio nel creare discussioni! :D

:o @Almadel non lo sapevo, interessante! :D

 

Sinceramente mi sforzo per cercare di ricordare quando l'ho capito e quando l'ho accettato, ma non ci riesco. Questo perchè credo di averlo capito parallelamente con lo scoprire dell'esistenza dell'omosessualità, e l'ho accettato (senza alcuna difficoltà, visto che non ho dovuto "spostare la mia attenzione" da un sesso all'altro) parallelamente con lo scoprire della mia "gaiezza". Di certo in 3° elementare lo sapevo.

Sarà stato il 98 o il 99, scaricavo impunemente foto porno (etero, mi pare che mi piacessero pure, ricordi troppo confusi, forse mi confondo con un altro..) zippate usufruendo la connessione dei pc dell'università. All'epoca si faceva prima con mirc, si accedeva ai file serv, si tirava giù qualunque cosa, la si salvava sui floppy e poi a casa si aprivano le sorprese.

E sorpresa fu, tra tante nel mucchio, proprio una foto porno gay, in bianco e nero, con tre ragazzi raffigurati, nudi, che peraltro non stavano facendo proprio nulla di che .

Si guardavano. Nemmeno poi vogliosamente. "Uno sguardo con cui si guarda un amico", avrei detto.

 

Fu un treno preso in faccia. Un qualcosa di strano, di mai sentito, l'inizio di un film d'avventura che sai già ti piacerà anche se non e conosci la trama, qualcosa che mal si legava alla parola "gay" che perlomeno conoscevo fino a quel momento.  Mi accettai rapidamente, o meglio non ne ho avuto bisogno non ponendomi proprio il problema, fu solo questione di ridefinire tutto quello che avevo vissuto prima, mettere un segnalibro e dire "si ricomincia da qui".

bah io ricordo che provavo un qualcosa di forte per i ragazzi verso la terza ,quarta elementare..poi ho cercato di reprimere tutto ciò ma poi tutto è riemerso nelle medie..e lì ho capito che non potevo far nulla,era naturale..ecco non ho avuto poi grossi problemi ad accettarmi..

Io ho difficoltà a capire quale sia il problema dell'accettazione, in quanto non ho mai avuto questo problema: ho capito che mi piacevano i maschietti a 9 anni (ma pensavo fosse cosi' per tutti), a 11 ho capito che mi piacevano solo e proprio i maschietti e che non era una cosa che capitava a tutti, e a 14 l'ho detto ai miei.

In definitiva, quando leggo di gente che, magari addirittura da adulta, non si accetta, non riesco proprio a concepire quale possa essere il problema...come anche non concepisco i problemi di accettazione in genere, anche quando ad esempio si parla di gente che non accetta il proprio corpo...essendo una persona molto pratica e concreta per me quelli che sono dati di fatto non hanno motivo di essere messi in discussione, in quanto non modificabili: tali sono, e tali rimangono.

Anche io innamorato dell'amico etero.. Ne ho preso coscienza allora (2010)..

 

La cosa che non mi ha fatto accettare subito è stata che questo caro figliolo

mi ha respinto e insultato senza darmi spiegazioni dopo che eravamo stati in 'intimitá'

Un muro. Ho passato i 5 mesi piú brutti della mia vita piangendo notte e giorno

volevo addirittura suicidarmi ma non ne avevo le palle.

 

Poi l'illuminazione: un libro polveroso trovato su uno scaffale di una biblioteca

Un uomo per amica di J.Ramster.

Mi ha letteralmente cambiato la vita.

Quando tutti mi avevano abbandonato,

Un cazzo di libro mi ha salvato. <3

 

Fabio.

@@00Glee00 grazie! Sapevo che non ero l'unico ad avere avuto qualche esperienza particolarmente... strong  :)

 

@@faby91 aaahhhh quanto si sta male! Però è un vaccino... fatto una volta, mai più! Capisci dove sta il confine tra noi e loro e la pianti anche solo di pensarci.

 

@@ben81 [OT] il problema dell'accettazione è forse lo stesso porsi del problema. In pratica tu non accetti una parte di te perché scaturisce in te -a causa di eventi esterni, come i condidzionamenti di genitori, parenti, ambiente in generale- la negazione della tua integrità psicosessuale: tutte quelle pulsioni che provi per i maschietti di botto non sono più la normalità, ma una "malattia" riprovevole. Anche io ricordo che trovassi assolutamente normale -ed è così alla fine- tutto quel che provavo, ma poi l'ambiente esterno mi ha alienato da quel modo d'essere. [fine OT]

zell dincht

Sono stati gli zingaricse!

Apparte le scemate, penso che il mio inconscio l'abbia sempre saputo. Da piccolo mi ricordo che mi affascinavano le foto di nudo (soprattutto quelle maschili) ma da lì al mio scoprirmi gay ne passò di acqua sotto al fiume. Comunque penso che la mia totale presa di coscienza avvenne verso i 14 anni, quando mi innamorai perdutamente di un mio amico. Non l'avessi mai fatto. L'accettazione completa (ma proprio del tutto) è avvenuta un annetto fa, da quando cioè non ho più problemi a dire che sono gay (20 anni).

Hinzelmann

E' chiaro che un innamoramento determina o può determinare

quel coinvolgimento emotivo complessivo, che non consente più

di tenere a distanza qualcosa che si sa che c'è, ma fino a quel momento

può essere considerata solo una generica "attrazione sessuale", un altro

da sè ( questo è anche dovuto al fatto che la nostra società non ci

incoraggia a tenere in degna considerazione tutto ciò che è solo sessuale )

 

Tuttavia ci si può arrivare, vuoi razionalmente, vuoi per fattori favorevoli

( una educazione aperta, un clima familiare non giudicante, carattere e

temperamento ) anche soltanto attraverso la scoperta della pulsione

omosessuale, cioè ragionevolmente prima di innamorarsi.

 

Poi ci sono le esperienze di vita diverse, io non mi sono mai innamorato

del mio migliore amico etero, che poi non ho più frequentato dai 14, ma

ho sempre sospettato di essermelo impedito, mentre dai 12 facevo giochini

sessuali con un altro amico di cui sicuramente non ero innamorato.

Mmm anche per me la mia omosessualità non era mai stata un problema fin quando mi innamorai del mio compagno di classe al primo anno di liceo.Da lì sono iniziati i tormenti e le paure,e ne sono uscito,un pò come te @Amor-fati,affrontandola faccia a faccia,le ho fatto capire le mie paure,ma da quel momento in poi è iniziata una nuova vita e dicevo a me stesso...I'm gay,any problems? :D

vedo che molti comunque hanno avuto come evento scatenante l'ammmòre... infatti condivido quanto detto da @@Hinzelmann ! L'evento in ogni caso serve se da soli non si è riusciti ad autoaccettarsi o comunque non si è voluto farlo: se l'ambiente è favorevole infatti il problema non si pone, e insieme ad esso non si pongono la scissione da sé in altro da sé.

zell dincht

Beh sì, ci deve essere qualcosa che ti spinge a prendere una decisione..soprattutto quando in giro non senti altro che discriminazione verso ció che stai inconsciamente diventando. Diciamo che, da un certo punto di vista, l'ammmore è più forte del pregiudizio (che cosa romanticosa D:).

 

OT: ho scritto veramente sotto al fiume invece che sotto al ponte? Scrivere di primo mattino fa male <.<

Avevo 23 anni e ho conosciuto una ragazza che mi ha molto colpito.

Mi sono ritrovata a pensarla molto spesso, nonostante l'avessi vista solo due volte in vita mia.

Provavo il desiderio di baciarla e stare con lei. Dopo due giorni passata a pensarla così tanto ho ripensato alle amiche per le quali avevo provato un forte attaccamento (scambiato all'epoca per ammirazione) e sono risalita ad episodi successimi in 4 scuola materna, periodo in cui volevo sposare la mia amica del cuore (che tra l'altro in più di un'occasione avevo tentato di baciare). Quindi mi son guardata allo specchio e mi sono detta: "tu sei lesbica" e mi sono messa a ridere come una scema. Mi sembrava incredibile averci messo tutto quel tempo a capirlo, visti i duemila segnali avuti tutta la vita xD.

@Amor-Fati

se c'è una cosa che può consolarti, i filosofi di "professione" spesso mancano di cogliere quel che il lettore appassionato come te riesce a vedere :)

Per rispondere alla domanda, è successo una notte, tra i 17 e i 18 anni.

Dormivo da mia nonna, perché era a casa da sola e ci si turnava perché ci fosse sempre qualcuno la notte con lei.

Fissavo il soffitto e riflettevo sul fatto che da mesi l'unica cosa che mi faceva stare davvero bene era la compagnia di R.,

e di quanto fossi geloso se preferiva passare il suo tempo con altri invece che con me, di quanto mi facesse male vederlo baciare una ragazza.

 

Mi son detto che insomma, tutte le puttanate sul "migliore amico" erano una scusa.

Mi piaceva, ne ero innamorato, non ero minimamente interessato al sesso con le ragazze...

ero gay.

Primo pensiero: mi faccio frate e/o prete di modo da coprire la cosa.

Secondo pensiero: il primo pensiero forse andava bene per il protagonista di qualche pruriginoso romanzo ottocentesco.

Terzo pensiero: devo dirlo ad Anna.

 

Poi insomma, tutta una serie di indizi rivelatori s'erano già presentati fin dai 10-11 ani...avevo erezioni solo in compagnia maschile. Mi dicevo che la cosa fosse dovuta ad una specie di "imbarazzo". Ho imparato a masturbarmi prima di capire bene cosa fosse la masturbazione, e non ero del tutto certo che quello che facevo fosse sesso con me stesso...anche perché fantasticavo sui ragazzi...ripudiavo un po' l'idea di essere gay.

 

Anche dopo la notte della "rivelazione", mi ci son voluti ancora un paio d'anni per il primo bacio.

Edited by schopy

[OT] @@schopy grazie! Spero sia così, ho fatto un ordine di libri di filosofia qualche giorno fa, spero di comprenderli al meglio dato che due sono i capisaldi dell'esistenzialismo («L'essere e il nulla» ed «Essere e tempo») :) [fine OT]

 

Spesso poi l'iniziale «fare i conti» rimanda alla ricerca di soluzioni anche tra le più disparate - farsi prete, andarsene per sempre, suicidio alla peggio - che però sono solo una valutazione momentanea e spesso irrazionale di quello che sta accadendo. Io quello che mi successe lo ho sempre nominato, nella mia mente, come «la tempesta».

Filippo B95

Correva l'anno 1995.

@@Almadel ne è passato di tempo......non.pensavo!

Dopo questo OT:sono cambiato quest anno,il giorno di San Valentino 2013. Vidi su Facebook una foto di due ragazzi che si baciavano con scritto "Scusate ma Noi siamo infinito".

Da lì scattò in me la miccia che mi fece accettare di essere gay.

Dragon Shiryu

Per quanto mi riguarda me, mi sono accorto che mi piacevano anche i ragazzi quando mi innamorai del mio compagno di classe (anche se poi ho dichiatato a me stesso di essere bisex solo qualche anno fa)

Quindi mi son guardata allo specchio e mi sono detta: "tu sei lesbica" e mi sono messa a ridere come una scema

ahahha bellissimo

 

Io, come molti immagino, sono partito da una situazione difficile.

Non so a che età iniziai a capire che mi piacevano i ragazzi. Ma ero confuso ed impaurito (uso questi due termini per farla breve) perché cmq mi ero fidanzato con delle ragazze. 

 

In palestra mi ricordo che ci stavo provando con una ragazza, infatti erano i giorni dei primi baci,... quando a poco a poco iniziai a conoscere sempre più il mio attuale ragazzo.

Quando mi accorsi che ormai ero perso in lui e che mi sarei fatto tagliare un braccio pur di baciarlo, allora decisi di chiudere subito con questa ragazza e di mandare tutto a fanculo..

Da li a poco ci provai e riprovai, fino a quando non è cascato tra le mie braccia :) 

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