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L'omosessualità è una malattia


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Ilromantico

E' una vergogna. Per me dovrebbe esistere una legge che proibisca "opinioni" del genere. Visto che ufficialmente l'omosessualità NON è una malattia e più che plausibile che debba essere reato per un educatore (o qualsiasi funzione pubblica). Tuttavia, non ci sarebbe bisogno nemmeno di scomodare l'OMS, ma usare PURA logica. Supponiamo che l'omosessualità sia davvero una "malattia", in cosa consiste questa malattia?Non permette di vivere?Non penso. Si contagia?Non penso. Avere relazioni omoaffettive e omosessuali influenza la salute degli altri o l'integrità fisica e mentale di noi stessi. Non penso.

 

Per me è davvero SCANDALOSO che i super-omofobi retrogradi la buttino sulla malattia, perché stanno realmente mancando di rispetto alle vere malattie. E' una semplice questione di cattivissimo gusto Si tratta al massimo di questioni morali, ma la morale non c'entra un tubo con la salute vera e propria.

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Il punto infatti è che se a dirlo è uno su facebook o un BM del cazzo passa e dopo l'incazzatura magari ci ridi su..

 

Ma se a dirlo é qualcuno che nella tua vita si pone come tuo educatore (suora, prof...) allora vedi piú come se sei tu ad avere problemi e ci stai male..

Mr.Londoner

http://milano.repubblica.it/cronaca/2013/06/02/news/l_omosessualit_una_malattia_bufera_sulla_catechista_di_segrate-60157782/?ref=HREC1-11

 

Una catechista ha detto ai suoi alunni del corso di cresima che l'omosessualità è una malattia. Davvero???Beh, allora perché non diamo l'otto per mille alla ricerca scientifica affinché trovi una cura per l'omosessualità invece che alla chiesa cattolica? Scherzi a parte, la cosa che disgusta è come, nel 2013, ci siano persone (e purtroppo ce ne sono, e pure troppe...) che pensino che siamo dei "malati".

 

ed è per questo che professo una religione diversa...il cristianesimo purtroppo è molto chiuso come quasi tutte le altre religioni convenzionali!

L'argomento malattia è spesso usato fraudolentemente come ultima spiaggia per spostare l' attenzione dal dibattito sui diritti civili,

se è una malattia lo Stato dovrà elargire la pensione di invalidità, il posto auto x disabili, permessi dal lavoro retributi per fare sedute dagli psYcologi nicolosiani, esenzioni varie e così via  :laugh:

Che ricordi non mi è mai successo di sentire un insegnante o educatore in genere dire che l'omosessualità sia una malattia

Premesso che l'omosessualità non è una malattia per la scienza -  la scienza psichiatrica attuale,  è bene precisarlo -  e che per la chiesa cattolica è, oltre che un peccato (soggettivamente), un disordine morale (oggettivamente) - mi sembra che ci sia un po' di confusione a riguardo - , ho fatto già notare in precedenza  come spesso la scienza venga mitizzata quanto la religione da persone o categorie che cercano un volano nella trasmissione di determinati interessi. Macrofisica del potere, parodiando Foucault. La scienza medica attuale è poi legatissima alle industrie farmaceutiche e non occorre molta intelligenza per capire la relazione che può esserci tra vendite dei farmaci e invenzione o scoperta di nuove malattie.
Quindi non ritornerò su quella che per me è parva materia.
Mi interessa piuttosto il costruttivo ragionamento inverso che propone @perfy: rifiutare di definire qualcosa una malattia per evitare che pesi sull'erario, specialmenti in questi tempi di recessione. Questo spiega perché, por exemplo, hanno riaperto i manicomi: non per seguire le battaglie del movimento anti-psichiatrico, come ci è stato propinato dalla publbicistica sinistrorsa,  ma perché non ci si poteva permettere più di mantenere gli schizofrenici con i soldi pubblici.
Allora, penso che in Italia si possa stare tranquilli: il nostro stato, per quanto laico solo di nome ma di fatto succube della monarchia vaticana, non potrebbe mai ammettere,  anche in un futuro in cui il consiglio dei ministri fosse composto solo da vescovi, che l'omosessualità sia una malattia: semplicemente perché la nostra Sanità non avrebbe i mezzi per curarla :-)
Negli Stati Uniti invece definire l'omosessualità una malattia potrebbe essere un affare colossale per le assicurazioni, dato che non esiste ancora in quel paese arretrato una Sanità pubblica vera e propria, nonostante il generoso tentativo di Obama.
Di fatto, la sindrome di immunodeficienza acquisita, non è stata una medicalizzazione mondiale dell'omosessualità, partita proprio dagli Stati Uniti? Quanti soldi hanno guadagnato le case farmaceutiche con l'AZT sulla pelle dei malati? Non sarebbe di un'ingenuità straordinaria pensare che la scoperta tardiva degli effetti devastanti di questa medicina   - che in realtà era un veleno - sia stata solo una casualità? Ed è stato sempre casuale il fatto che, dopo non molti anni che l'omosessualità sia stata depenalizzata, sia uscita fuori quella che originariamente veniva definita la "malattia degli omosessuali"?
E' come se la malattia, una volta uscita dalla porta, sia entrata dalla finestra. La ricerca scientifica e le cause farmaceutiche si stanno specializzando sempre di più in questo sporco gioco di sponda, in cui il malato è solo un consumatore di merci come tutti gli altri. La sua merce si chiama farmaco, non c'è molto altro da dire.
D'altra parte, è una nota strategia di politica internazionale quella di controllare un paese costringendo la sua economia ad insistere su passività di bilancio in seguito ad importazioni, non solo di materie prime, ma anche di altri prodotti, come i farmaci. Perché credete che i paesi del Terzo Mondo si siano messi a produrre gli antiretrovirali autonomamente? Non avrebbero mai potuto soddisfare la domanda di farmaco importandoli dall'estero a causa dei prezzi che su larga scala diventavano esorbitanti per il loro già provato erario.  Coloro che pretendevano di curare la nuova malattia erano le multinazionali, non certo un ente di beneficenza...
In conclusione: che l'omosessualità sia considerata o no una malattia dipende non dall'obiettività della scienza, ma da gruppi d'interesse. Che attualmente non sia considerata dalla psichiatria una malattia, non può impedire che in futuro possa essere considerata di nuovo tale da un'altra branca della scienza, come ad esempio la genetica. E ancora, il fatto che non sia considerata nuovamente una malattia non può evitare che non sia medicalizzata, come se fosse una malattia - lo ha dimostrato tragicamente il caso AIDS.

En passant, il paragone di maniera tra omosessualità e mancinismo davvero non sta in piedi: i mancini non fanno il "mancini pride" ne rivendicano la "mancino-genitorialità". Quindi niente tartufismi, please: quando si chiedono dei diritti, non si tratta più di gusti o di necessità naturale: si fa una battaglia ideologica e politica, che va lealmente dichiarata.
 

 

 

In conclusione: che l'omosessualità sia considerata o no una malattia dipende non dall'obiettività della scienza, ma da gruppi d'interesse. Che attualmente non sia considerata dalla psichiatria una malattia, non può impedire che in futuro possa essere considerata di nuovo tale da un'altra branca della scienza, come ad esempio la genetica. E ancora, il fatto che non sia considerata nuovamente una malattia non può evitare che non sia medicalizzata, come se fosse una malattia - lo ha dimostrato tragicamente il caso AIDS.

In conclusione: non hai la minima idea di come funzioni il metodo scientifico e, non avendo né le conoscenze né i dati oggettivi per supportare il tuo "parere", ti dai al complottismo.

 

Fico.

Davvero? Si dà il caso invece che il metodo scientifico lo conosco benissimo, ma non ha nulla a che vedere con la scienza vista in una prospettiva decostruzionista. Sai che significa? Che l'oggettività della scienza è semplicemente un mito, perché essa soggiace storicamente a lobby e gruppi di potere, come ogni attività umana. Si chiama realismo, non complottismo.

Naturalmente, la terrestre oggettività del metodo scientifico della nostra civiltà (nata da non molto su un pianeta che è un'invisibile sputo di fango privo della pur minima incidenza, a livello macrocosmico - al massimo riusciamo a buttare qualche scatola di metallo intorno alla nostra orbita o lungo il nostro infinitamente piccolo sistema solare con improbabili messaggi per superintelligenze aliene che nel caso li leggessero difficilmente sarebbero interessate ad una cultura così primitiva) - la terrestre oggettività di questo metodo, scrivevo, non ha nulla a che vedere con la scienza come oppio dei popoli.

p.s.

In generale, l'argomento ad coniurationem non ha alcuna validità dialettica. La prima entità interessata a smentire una teoria complottista, è proprio quella che ha ordito il complotto, che naturalmente deve negarlo per principio :-)

 

Ma non si tratta qui nemmeno di fare complottismo: che l'AZT sia stato un farmaco che ha inasprito l'AIDS anziché curarlo è un dato obiettivo, che vi siano interessi di case farmaceutiche nella creazione di nuove malattie o nella loro definizione è un dato obiettivo, che alcuni paesi del Terzo mondo si siano fabbricati da sé i farmaci anti-aids perché quelli che importavano erano troppo costosi è un dato obiettivo, che l'AIDS sia uscito fuori non dopo molti anni che l'omosessualità era stata depennata dal registro delle malattie psichiatriche è un dato obiettivo: sono tutte informazioni che si possono reperire facilmente in rete, e sono documentate anche da interviste, articoli giornalistici, libri, inchieste. Certo esula dalle  mie intenzioni, e penso anche dalla natura di questo thread, scrivere un saggio su questo argomento. Del resto, sono informazioni così banali che fanno parte della coscienza comune delle persone avvertite.

Forse abbiamo due concetti diversi di obiettività, peccato che ne esista uno solo, reale :-)

Edited by akinori
BlaineAnd.

Bah questi cattolici li sopporto sempre meno >.<. Se non altro i ragazzi del corso hanno un po' rotto le scatole a questa tizia malefica.

OT: La cosa più interessante del topic pero' è l'opinione di @akinori secondo cui qualcuno si metterebbe a diffondere malattie per aumentare i guadagni delle case farmaceutiche. Dove l'ha sentito, al servizio di Mistero precedente a quello sulla comunicazione con gli alieni xD?

Io non sento. Io so. L'esempio che ho fatto usando gli alieni (sulla cui esistenza o inesistenza non potrà mai esserci certezza scientifica - limiti del metodo scientifico e della sua religione :-) era una figura retorica. Ma anche no.

 

Vorrei semplicemente mettervi in guardia da facili ipostatizzazioni. Facile diffidare della religione. Molto più difficile diffidare della scienza.

 

In genere la struttura omonormativa mette in guardia i gay dalle religioni, perché non c'è nessuna religione che santifichi l'omosessualità. Al massimo può essere tollerata o assimilata superficialmente, secondo l'ordine di struttura dello specifico consumo (vedi evangelici e protestanti contro cattolici, la posizione valdese eccetera. Microfisica del potere, ancora).

 

Ma né la struttura omonormativa, né la sovrastruttura eteronormativa mettono in guardia l'individuo ( a prescindere dal suo orientamento: gay, etero etc.) dalle scienze. Vi siete mai chiesti perché? Siete così ingenui da credere in una scienza al servizio dei gay, solo perché qualche decennio fa l'omosessualità è stata depennata dal manuale delle malattie psichiatriche come "malattia", appunto?

 

Dimenticate che è la stessa ipostatizzata scienza che ve lo aveva inserito, ancora prima! :-)

 

Paucis verbis: por exemplo, quando una branca della vostra idolatrata scienza, la statistica, dimostrerà che l'omosessualità non sarà più necessaria per risolvere il problema della sovrappopolazione, ma sarà un pericolo che inciderà sul problema dell'estinzione del genere umano (nemmeno in tempi tantio lontani, anche ora, subito: basta una qualche catastrofe interna o esterna che riduca la biomassa) - ebbene, credete che la scienza sarà ancora oggettiva quando parlerà di omosessualità?

 

E ancora, qualora uno scienziato trovi il fantomatico gene dell'omosessualità, perché la società che lo ha prodotto vuole trovarlo (pensiamo ad un'impostazione sociale di tipo nazista, por exemplo) - Pensate che se questa società neonazista volesse disfarsi degli omosessuali, semplicemente per sopravvivere, nemmeno per fare eugenetica - depennerebbe ancora una volta l'omosessualità dal suo registro delle malattie? Por exemplo...

Il bello della scienza, che per nostra fortuna si ferma al fenomeno, è proprio quello di essere falsificabile (riprendendo Popper) da chiunque.

 

Se davvero fossero state le case farmaceutiche a decidere che l'omosessualità non è una malattia, nascondendo il fatto che lo sia, tutti coloro informati ed interessati all'argomento avrebbero fatto sapere che ciò è falso, ed avrebbero continuato a ritenerla tale. Aggiungici anche che ciò non avrebbe nemmeno contrastato la tradizione negativa aleggiante attorno alla cosa.

 

Dato che non è andata così, e che nessuno scienziato realmente slegato da fonti di potere (siano esse case farmaceutiche piuttosto che la chiesa o che altro) si è lamentato della cosa, la si può accettare per vera, pur senza essere medici a nostra volta.

 

Io non penso, onestamente, che queste lobby industriali siano guidate da tali geni capaci di fregare in un colpo solo tutti i medici del mondo.Al massimo possono spingere per far sembrare una certa questione più nera di quel che in realtà è, ma non possono certo rigirarsela a piacere.

 

Ricorda che è un uomo anche chi comanda, non ha un intelletto superiore, e come tutti può sbagliare.Alcuni tendono spesso a pensare a queste organizzazioni come enti semidivini ed infallibili. Non è così. Non vincono sempre loro.La verità, almeno su questioni oggettive, non può essere nascosta, e già Galileo lo sapeva.

 

Quindi su, un po' di ottimismo, che non fa mai male!

In guardia: non ho scritto che sono state le cause farmaceutiche a decidere che l'omosessualità è una malattia. E' vero però che non escludo che possano farlo in un futuro prossimo venturo, di concerto con gli scienziati (che molto spesso finanziano). Di fatto, sull'AZT hanno giocato sporco. La speculazione sugli anti-retrovirali è poi una dinamica economica che rientra nelle cosiddette "società di mercato", in cui il capitalista deve ricavare dalla merce il massimo profitto. Ma non per questo è giustificabile eticamente, specialmente se la merce è un farmaco e in ballo ci sono vite umane. L'ottimismo della volontà è utile per sopravvivere. Il pessimismo della ragione aiuta ad essere lucidi.
Avete mai sentito parlare di disease-mongering? Oggi anche le malattie sono marketing. Esistono già farmaci per malattie che ancora non sono nate e li scopriremo (così come scopriremo la nuova malattia che curano) attraverso la pubblicità.
Il caso dell'epidemia di dislessia è significativo, perché riguarda l'ambito psichiatrico. Si fanno delle statistiche, si disegnano delle curve in un grafico, si stabiliscono dei valori limite che rappresentano la media della popolazione. Chiunque non rientri in questa media ha un problema, ovvero è malato. La notizia buona (soprattutto per le cause farmaceutiche) è che si può guarire. Comprando il tal farmaco. Naturalmente, chi non può permettersi di comprarlo, in un paese che non ha un sistema sanitario pubblico (o che ne ha uno inefficiente) dovrà sopportare un esito infausto della malattia che gli è stata diagnosticata.
Una malattia non cronicizzabile con il farmaco opportuno potrebbe anche portare alla morte. O a nuove forme di segregrazione sociale, nella migliore delle ipotesi.
E' ragionevole pensare che degli psichiatri possano stabilire quale siano i valori soglia per definire normale la condizione dell'omosessualità (naturalmente parlo delle società più evolute, in cui l'orientamento è stato momentaneamente legittimato): si disegnerà una curva a campana e verranno fissate due deviazioni standard ( rispetto, por exemplo, al numero di rapporti consumati in un anno solare). Chi sarà fuori, sarà considerato malato. Si potrebbe parlare, por exemplo, di "disturbo da omosessualità compulsiva". Ma niente paura: ci sarà già qualche casa farmaceutica a proporre il farmaco miracoloso.
Vi rimando a questo link, che spiega chiaramente come funziona il famigerato DSM, la Bibbia degli psichiatri. Traetene le ragionevoli conclusioni.

 

http://neuropsic.altervista.org/drupal/?q=node/356

 

 


Va beh, ma a questo punto perché parlare di chiesa, anche l'OMS l'ha debellata come malattia nel 1991...

È chiaro che stiamo parlando delle posizioni assunte negli ultimi anni e al massimo lustri.

 

Non è che anche considerando solo i lustri le cose siano cambiate da molto tempo.....  

Depennata come malattia dalla sanità mondiale da quattro lustri, non considerata peccato da alcune chiese riformate da due (forse) lustri.....

Certo che per te probabilmente quattro lustri sono tutta o quasi la tua vita, per me sono meno di un terzo della mia!

 

Comunque quello che è un po' strano è che la Chiesa cattolica, che aveva per quasi due millenni considerato l'omosessualità un peccato (sodomia), abbia incominciato a considerarla malattia psichica (disturbo della personalità) circa due decenni fà, proprio quando cioè la sanità mondiale l'ha depennata dall'elenco delle malattie! 

Tutto considerato poteva continuare a considerarla un peccato.....

Icoldibarin

Probabilmente perché in vatocano hanno capito che il peccato eccita mentre la condizione di malato emargina. Anche il sesso fuori dal matrimonio dovrebbe essere un peccato secondo la CC, eppure dilaga anche fra coloro che si professano cattolici (del resto anche l'omosessualità, ma in genere viene vissuta molto più di nascosto).

Saltando tesi complottarde, alieni e scie chimiche, il fatto che l'omosessualità depennata oggi come malattia, possa rientrarci un domani non è un tema da sottovalutare e su cui meriterebbe spenderci un po' di attenzione.

In primo luogo la definizione di malattia è qualcosa di per se estremamente vago, ma soprattutto sottoposto a continui cambiamenti; secondo punto, come dice in maniera parzialmente giusto akinori, spesso ciò che è/è stato etichettato come malattia, disordine, ecc..., ha subito/subisce questo destino sotto la spinta di gruppi di pressione, non sono economici, ma anche semplicemente di opinione(e senza aspettarsi grandiosi cambi di opinione in occidente, anche uno spostamento del baricentro geopolitico, verso paesi con differenti sensibilità, potrebbe portare al ripensamento delle organizzazioni internazionali); in terza istanza, anche se strettamente collegata alla precedente, il progresso della ricerca in alcuni cambi, ed il mio pensiero va subito alla genetica, potrebbe delineare l'omosessualità nel campo delle patologie, anche se poi il riconoscimento sarebbe comunque un fatto politico(essendo la scienza un mezzo). Già in passato scrivendo in un altro topic sollevai i miei dubbi sul fatto che l'omosessualità sia qualcosa di innato, ma soprattutto i miei timori quando si diceva che fosse qualcosa trascritto nel nostro codice genetico.

Quindi adesso vi trovato a bollare questo giudizio inaccettabile non solo sul piano morale, ma soprattutto sul piano scientifico, ma potrebbe essere, che per uno dei continui ricorsi della storia, tra qualche anno saranno queste persone ad usare "la scienza" come un manganello, anche se spesso quando escono notizie tendenziose come "trovato sul cromosoma 11 il gene che codifica l'omosessualità" i primi a gridare al miracolo siano proprio gli omosessuali.

 

P.s./ L'argomentazione di Prefy non regge nemmeno per una nazione dove vige lo stato di diritto, perché basterebbe che l'omosessualità non venisse riconosciuta come patologia invalidante(se non erro la sterilità ad esempio non lo è), e quindi non soggetta ad "indennizzo", ma questo non farebbe venire meno la possibile "condanna" della stessa. 

 

 


In primo luogo la definizione di malattia è qualcosa di per se estremamente vago, ma soprattutto sottoposto a continui cambiamenti

Ma non è vero, "malattia" ha una precisa definizione tutt'altro che vaga. E in qualunque parte di questo universo, l'omosessualità non rientra in quel concetto.
E non venite a dirmi "basta cambiare la definizione" o "la definizione è un concetto umano" perché ciò non altererebbe la realtà dei fatti, cioè esisterà sempre una categoria di stati psico/fisiologici che noi oggi definiamo "malattia" all'interno dei quali "omoseussualità" non può rientrare. Non è che se domani una grande multinazionale si sveglia e dice "facciamo che l'erba è blu! A me il verde è sempre stato spocchioso", l'erba all'improvviso cambia colore. No, essa continuerà ad assorbire tutte le frequenze luminose eccetto quel range di frequenze che noi, convenzionalmente, abbiamo definito come "verde".
"Convenzionalmente"?! Allora basta cambiare "convenzionalmente" il concetto di "verde" in modo tale che rientri nel concetto di "blu".
No, perché oltre all'erba diventerebbe, a domino, concettualmente "blu" tutto ciò che è propriamente verde: diventa blu una lucertola, diventa blu un alga, diventa blu una cimice ecc...
Questo cambiamento andrebbe a cozzare con talmente tanti dati di fatto che, non solo, come nelle migliori dimostrazioni per assurdo, invaliderebbe in modo automatico l'ipotesi di partenza, ma sarebbe anche impossibile che passi inosservato davanti all'intera comunità scientifica globale (in questo esempio, non solo fisici, ma anche erpetologi, botanici, entomologi ecc...). Una situazione talmente paradossale che non si può più parlare di semplice "complotto", ma di un'immensa truffa nella quale sarebbero coinvolti NON una parte, ma l'INTERA comunità scientifica la quale, come il più cattivo dei super-criminali Marvel, ha come unico scopo l'abolizione del verde e, probabilmente, il dominio del mondo.
Similarmente, cambiare la definizione di "malattia" per far rientrare l'omosessualità è estremamente pericoloso perché devi così alterarne il concetto che per effetto a farfalla entreranno altre "non-malattie" che automaticamente ti invaliderebbero la nuova definizione.
E stai sicuro, come è successo per tantissimi studi fatti con i piedi (molti ANCHE passati in peer review), il resto della comunità scientifica non sarebbe d'accordo.

Ripeto, qui si ha una concezione sbagliata (se non parodistica) di "metodo scientifico". 
Esso si basa su fatti e logica. 
Non su "chi lo dice" o "su quanti son d'accordo".
 

@Frollo, ho già spiegato prima che l'argomento ad coniurationem non sussiste. Negare per principio che vi siano poteri forti che fanno convegere le loro strategie a danno di una moltitudine fa semplicemente il gioco di chi il complotto l'ha ordito. O pensi che l'essere umano sia buono per natura e chi ha il potere lo usa esclusivamente per il benessere dell'umanità?

Naturalmente, delle scie chimiche hai parlato solo tu. Ed è inutile banalizzare il problema degli alieni, perché i governi hanno investito miliardi per scoprire la loro esistenza o per cercare di comunicare con loro. Non si può negare che possano esistere. Io ho semplicemente scritto che se esistessero (congiuntivo ipotetico), non si occuperebbero di noi.

Credo che tu abbia frainteso qualcosa, forse nella fretta di leggere su un cellulare - presumo sia successo questo perché ci sono anche vari errori ortografici nel tuo post; infatti, ripeti esattamente la maggior parte delle mie tesi, confermando la loro oggettività.

Il gene dell'omosessualità è una gaia illusione. Pensare che omosessuali si nasca fa comodo a chi ha bisogno di dare una sostanza al suo progetto di "identità gay". E' un modo per mistificare il fatto che l'ideologia omonormativa si fonda sostanzialmente sulla sessualità. Anche su questo mi trovo completamente d'accordo.

 

p.s.

 

In una società che avesse un disperato bisogno di figli perché c'è stato un calo demografico fatale dovuto a una qualsiasi possibile catastrofe (provocata dalla natura, o dall'uomo stesso), l'omosessualità diventerebbe una patologia invalidante. Certo che non sarebbe affatto "indennizzata", Temo anzi che sarebbe l'omosessuale a dover risarcire qualcosa alla società in cui sciaguratamente si trovasse a vivere.

D'altra parte, con quella che definisco la "medicalizzazione" indiretta dell'omosessualità, attraverso malattie come l'aids, in alcuni paesi come l'Italia che hanno un sistema sanitario nazionale (chi sa per quanto tempo ancora...), questa ha dei costi concreti che incidono sulle spese di bilancio (gli antiretrovirali li paga lo Stato). Quando si scopre che le spese sanitarie possono ridursi con la prevenzione, non si va molto per il sottile. Le leggi e le campagne contro il fumo, l'alcol, o i problemi cardiovascolari, sono state fatte, qui e altrove, perchè servivano a ridurre la spesa pubblica. Non è difficile immaginare come si possa prevenire l'omosessualità, nel caso che diventasse esosa per lo Stato, attraverso campagne mirate: le prime pubblicità per la prevenzione dell'aids erano abbastanza terroristiche. Quando poi si è scoperto che l'aids non era legata all'omosessualità, e che adoperando i preservativi c'era un ottimo margine di protezione, per cui l'epidemia è rientrata, le cose sono migliorate parecchio. Ma se l'aids fosse rimasta nel mondo omosessuale diventando pervasiva, credo che le cose sarebbero andate diversamente: nessuno avrebbe tolto dalla mente del cittadino medio la convinzione che tutti i gay erano degli appestati, e immediatamente si sarebbe identificata l'omosessualità in sé come una malattia.

 

@Hikami, nella comunità scientifica ci sono spesso delle spaccature su argomenti controversi come la fusione a freddo, l'aids e la stessa omosessualità. Alla fine prevale l'indirizzo di quegli scienziati che hanno più fondi a disposizione. Gli scienziati non sono delle anime belle che si dedicano alla ricerca per il bene dell'umanità. Anche tra di loro, attualmente prevale la figura del manager e la pratica del marketing (ho postato un link molto istruttivo stamattina).

Edited by akinori

 

 


Probabilmente perché in vatocano hanno capito che il peccato eccita mentre la condizione di malato emargina.

 

Forse, però questo non spiega perché i lebbrosi sì (malati) e i sodomiti no (non malati ma peccatori).

Io sono più propenso a credere ad una specie di modernizzazione, sia pure ritardata, della dottrina morale specifica:

per adeguarsi ai tempi l'omosessualità è stata considerata dalla Chiesa piuttosto malattia che peccato, solo che nel frattempo la medicina ha cambiato opinione e non l'ha considerata più malattia.

Una Chiesa insomma in ritardo sui tempi della scienza..... ma non è una novità!

Sì akinori scrivevo da un cellulare, e no, non era mio scopo invalidare ciò che hai scritto, semplicemente non mi interessava occuparmi dell'esistenza dei cosiddetti poteri forti, sui cui sono abbastanza sicuro abbiamo idee abbastanza diverse, non tanto sulla loro esistenza, quanto su quanto influenti realmente siano e su cosa facciano realmente. Semplicemente osservavo quanto sia pericoloso costruire la difesa dell'omosessualità, come condizione di salute, su dati "scientifici".

 

Hikami88, il cambiare la definizione di un termine non è solo un processo costante, spesso ciò avviene per aggiornare la parola con nuove scoperte effettuate, oppure riadatta all'interno di nuovi sistemi, ad esempio filosofici, ma molte volte è accaduto avvenuto su precise spinte politiche o di opinione, e non è qualcosa che concerne solo il passato, ma che continua interessare il presente, e dato che non credo in uno sviluppo lineare della storia, e che si viva costantemente nel migliore dei mondi possibili, come pensava Leibniz, non escludo che per qualche motivazione lo stato attuale, che noi consideriamo giusto, possa cambiare.

Faccio inoltre presente che oggi i concetti di disabilità, menomazione, malattia, salute, ecc..., adottate dall'OMS sono in continua revisione.

 

Tornando al metodo scientifico, esso rappresenta l'insieme di presupposti teorici e modalità pratiche per far sì che un dato esperimento/discorso/teoria possa dirsi scientifico/a(te va un'insieme di convenzioni), e quindi fornire dati scientifici. In sostanza rappresenta un metodo di indagine, che non ha però compito ne presunzione di definire i risultati, che è qualcosa che spetta a branchie specifiche della filosofia; molto banalmente il metodo scientifico si limita a fornire modelli interpretativi e previsionali, per quanto approssimati, utili per capire il mondo che ci circonda, insomma si limite a risponderti al come, non al Perchè, ed in questa sua "praticità" sta il fatto di essersi imposto su altri metodi concorrenti(faccio notare, onde evitare polemiche al P maiuscola di Perchè, che sta indicare il fatto che non si giunge mai a conoscenza ultima e certa verificabile scientificamente, ma semplicemente a nuovi parziali perchè). Tutto sto pippozzo per dirti che conoscere il metodo di analisi scientifica, che tra l'altro diventa incredibilmente manipolabile quando il campo d'azione diventa l'uomo, in particolare la sua psiche, non c'entra assolutamente nulla con il discorso da me fatto, che molto limitatamente, e con estrema banalizzazione, era quello sui cui cercava di far riflettere Popper quando parlava di strumentalizzazione dei dati scientifici per scopi personali.

Edited by Frollo

ok @Frollo.

Aggiungerei che per un gay è molto facile sputare sulla religione, specie se cattolica: i cattolici definiscono i gay peccatori sul piano etico religioso e moralmente disordinati su un piano etico più laico: quindi sono ritenuti a giusta ragione dei persecutori.

 E’ molto più difficile per un gay sputare sulla scienza, semplicemente perché in questo momento storico la scienza ha sdoganato il gay come portatore di malattia psichiatrica. Ma non molti decenni fa la scienza nazista ( e sì, perché la scienza ha la sua dimensione sociopolitica, e ha un livello di obiettività accettabile in una cultura democratica, non in una dittatura, por exemplo. Ma se c’è una dittatura tu non puoi discutere la scienza di quella dittatura: è la scienza, punto), la scienza nazista, scrivevo, usava i gay, insieme con gli ebrei, per esperimenti genetici. Seguendo i principi della scienza stessa, eh! Semplicemente si trattava di fare del gay una cavia,  funzione che nella cultura democratica attuale spesso è rivestita dal topo o dalla scimmia. Esseri viventi, ma appartenenti ad una specie diversa dalla nostra. Quindi democraticamente “caviabili”.

I nazisti ritenevano gay, zingari ed ebrei “caviabili” semplicemente perché non appartenevano alla loro razza (a quello che loro avevano stabilito, scientificamente, come concetto di razza).

 Questo dimostra che per l’essere umano non occorre il salto di specie per creare delle cavie  (o dei capri espiatori – su un altro livello – come nel caso degli animali). Basta il salto di razza (come nel caso di ebrei e zingari). O il salto di gender, come nel caso dei gay.

Aggiungo che l’omosessualità come malattia, prescindendo dal discorso della sua eventuale medicalizzazione, è un concetto fondamentalmente psichiatrico. Dunque una questione mentale, in senso molto lato. In pratica, si tratta di stabilire se i gay sono “pazzi” o no. Ed è ovvio che che è sempre la maggioranza a stabilire cos’è pazzia e cosa non lo è. Anche in una società democratica.

Anche a dispetto della scienza, che dovrà adeguarsi.

Edited by akinori
Hinzelmann

Probabilmente perché in vatocano hanno capito che il peccato eccita mentre la condizione di malato emargina. Anche il sesso fuori dal matrimonio dovrebbe essere un peccato secondo la CC, eppure dilaga anche fra coloro che si professano cattolici (del resto anche l'omosessualità, ma in genere viene vissuta molto più di nascosto).

 

Con il Concilio Vaticano II la chiesa ha fatto una opzione chiara

in Chiesa si predica "l' Ammore" con la A maiuscola ( peace &love )

si suona la chitarra ci si vuole tanto bene e si evitano prediche

scomode.

 

E grazie a questa tattica molti gay cattolici praticanti, non più praticanti

o diversamente religiosi sono francamente convinti che Gesù è buono 

e magari anche che il Parroco è buono....e la colpa di tutto è degli Alti

Vertici, dei papaveri della Chiesa ( che prima o poi cambieranno )

 

La chiesa di base mostra il volto buonista del Buon Pastore, che non

condanna nessuno accoglie e non critica niente...da Totò Riina in giù.

Tanto è vero che il sacramento meno praticato è la confessione

Il sistema repressivo e di controllo sociale, peccato-confessione, 

è saltato...e la chiesa lo sa benissimo.

 

Siamo passati da una chiesa che minacciava l'inferno ad una chiesa

che deve promettere il paradiso, per mantenere un minimo di consenso

Per questo c'è bisogno di leggi e regole che si facciano carico di

fare il lavoro sporco

Se dallo spiacevole episodio della catechista di Segrate si vuole costruire il solito - e perdonatemi, a mio giudizio ormai stucchevole - dibattito sulle posizioni omofobe della chiesa cattolica riguardo all'omosessualità, temo vi sfugga un elemento fondamentale: la catechista ha espresso un'opinione personale. La posizione ufficiale della chiesa cattolica è quella nota, che ho espresso in un post precedente: l'omosessualità è peccato, in termini religiosi, ed è un disordine morale, in termini più laicamente etici.

Se la dottrina della chiesa non mi sta bene, non mando i miei figli al catechismo. Non posso pretendere che una catechista legittimi il matrimonio omosessuale. Né posso impedirle di esprimere il suo parere personale di educatrice cattolica, per quanto non rifletti il pensiero ufficiale dell'istituzione che rappresenta.

Di cosa stiamo parlando?

Su quest'ultima battuta concordo con Akinori. È come tutta quella gente che all'elezione del nuovo papa ha urlato al «è contro i matrimoni omosessuali! Oddio, un nazista!» e certo che è contro i matrimoni omosessuali, è il papa, mica l'indiano dei Village People.

Cos'è tutto questo buonismo?

Da quando un Pakistano può picchiare la moglie

e sentirsi dire: "Embè? E' Mussulmano! Mica un attivista gay!"

 

A casa mia si chiama relativismo culturale:

giustificare comportamenti sbagliati con la scusa della diversa cultura.

Max Dorian

Il punto è che certe opinioni non dovrebbero essere accettate, non dovrebbero essere permesse.

Certo, il pensiero è sempre libero, ma esprimere determinate opinioni dovrebbe essere un REATO. Esattamente come lo è l'istigazione al suicidio, e soprattutto se ci si trova in una posizione di autorità, come ad esempio nel campo della formazione (e anche del catechismo).

Il realtivismo culturale non c'entra proprio nulla :-)

Nessuno ti obbliga in Italia a seguire le prescrizioni morali dei cattolici.

Se mandi i tuoi figli a catechismo, significa che vuoi dare un certo stampo alla loro educazione. E secondo questo stampo, l'omosessualità è considerata un peccato e un disordine morale. Da alcuni cattolici, che parlano a titolo personale, e se ne fregano di cosa la scienza ha spuntato o no nel DSM, è considerata anche una malattia. Non voglio che mio figlio riceva questo stampo? Non lo mando al catechismo! Non c'è molto altro da dire.

 

p.s.

Secondo il ragionamento di Almadel, un cattolico o un laico dovrebbero giustificare i comportamenti omosessuali, perché fanno parte di una diversa cultura (o sottocultura, che dir si voglia). Ma dubito che parlerebbe di relativismo culturale e buonismo, in questo caso. Penso che sarebbe per lui la massima espressione di democrazia e civiltà, invece :-)

 

In realtà, in termini filosofici, il relativismo non è altro che un modo per definire quelle ideologie secondo la quale non esiste un principio etico superiore. Può essere una divinità, ma anche il senso morale autonomo, in senso kantiano.

Ah, e se accettiamo il concetto secondo il quale le opinioni che non ci fanno comodo devono essere considerate un reato, facciamo pure ciao ciao all'Illuminismo e a tutta la cultura moderna e contemporanea - nella quale rientra anche la fenomenologia gay :-)

Edited by akinori
Icoldibarin

Nessuno ti obbliga in Italia a seguire le prescrizioni morali dei cattolici.

Se mandi i tuoi figli a catechismo, significa che vuoi dare un certo stampo alla loro educazione.

La prima affermazione è del tutto vera e speriamo che la maggior parte delle persone se ne renda conto.

Sulla seconda non ne sarei sicuro in toto, molti genitori che mandano a catechismo i loro figli probabilmente hanno smesso di andare a messa da diversi anni e se sono cattolici lo restano solamente per inerzia; il battesimo, la comunione e la cresima rimangono pratiche di consuetudine, le si fa perché tutti le fanno.

E questa non è una scusa, è un aggravante a mio vedere.

 

 

la catechista ha espresso un'opinione personale. La posizione ufficiale della chiesa cattolica è quella nota, che ho espresso in un post precedente: l'omosessualità è peccato, in termini religiosi, ed è un disordine morale, in termini più laicamente etici.

 

Il punto è che certe opinioni non dovrebbero essere accettate, non dovrebbero essere permesse.

Attenzione perché si toccano due estremi egualmente pericolosi.

Se è vero e, per quanto riguarda il sottoscritto, sacrosanto il diritto di avere e soprattutto di manifestare la propria opinione per quando sgradita sia all'altrui orecchio bisogna tentare di delimitare bene il significato di opinione ed il significato di manifestare.

Questo non è sempre semplice da discernere e spesso ci si trova a muoversi su un crinale labile.

Intanto un'opinione non equivale ad un insulto e, nei limiti del caso, deve essere argomentata; per esporre un'opinione si deve essere predisposti al dialogo, altrimenti il verbo proferito si trasforma velocemente in giudizio e poi in insulto.

In secondo va tenuto conto degli auditori e del ruolo dell'oratore, essendo ragazzi delle medie ancora in piena formazione e rivestendo nel suo frangente il ruolo di educatrice, la catechista non può perdere ogni freno inibitorio ed essere indipendente dal contesto.

Per esempio non può disquisire con disinvoltezza e dettaglio dei piaceri che le provoca il suo feticismo di sottomissione durante la pratica della pioggia dorata.

Non può nemmeno dire che è salutare fumare in età preadolescenziale, che i negri sono culturalmente inferiori e che l'omosessualità sia una malattia a meno di argomentare e ridefinire nella sua visione il concetto di 'salutare', 'culturalmente inferiore' e 'malattia' con tutte le conseguenze che tali ridefinizioni comporterebbero, come evidenziato nei messaggi precedenti.

Dire invece che certe opinioni non dovrebbero essere permesse risulta un atto decisamente fascista, totalitario e assolutamente ingiustificabile nonostante i migliori propositi.

Ogni opinione deve essere in una società libera considerata accettabile a patto che venga argomentata, che si sia disposti ad assumersi le responsabilità che quell'opinione comporta, che venga proposta nelle misure e nei modi che richiedono le circostanze e che si sia predisposti alla replica ed alla critica.

Anche se non sarei in grado di fare discorsi anche solo minimamente paragonabili ai vostri, per quanto mi riguarda è assurdo definire l'omosessualità come malattia: a quel punto potremmo dire che le persone bionde, o quelle con gli occhi azzurri sono malate perché diverse dagli altri. Malattia è qualcosa che limita le funzioni vitali o le condizioni psicologiche e sociali. Anche se sono gay, non mi pare di essere strano, di avere qualche limite oppure di non essere normale, a parte che mi piace il pisello invece della patata. Che poi anche il concetto di normale è decisamente relativo. Se fossimo noi quelli normali e invece gli etero fossero quelli malati? Ah già, loro sono più fichi perché possono fare figli, mentre noi no.

Uff... c'è una tale confusione sulla questione scientifica...
Leggendo i vostri commenti lo confermo: non avete idea di come funzioni la scienza.

E comincio a credere che nemmeno sappiate COME sia stato dimostrato che l'omosessualità non è una malattia...

Sulla questione delle "definizioni".
E' ovvio che le definizioni siano in continua revisione e cambiamento, altrimenti sarebbe una religione dogmatica.
Ma ciò non significa che da un momento all'altro si rivoluzioni tutto!!!
Anche il concetto di "specie biologica" è in continua mutazione e revisione (ogni anno fanno un convegno apposito!) ma ciò non significa che può capitare che un giorno venga assegnato il rango di "specie" ai tostapane!!!
I tostapane non saranno MAI una specie.
Come l'omosessualità non sarà MAI una malattia.

Prima lo era NON per questioni di "definizioni", ma perché nessuno aveva testato l'ipotesi che l'omosessualità fosse una malattia.
Come ho già già detto prima, la Scienza non è una sfilza di definizioni e paroloni detta da chissà qauli eminenti professoroni.

La Scienza è una disciplina per nulla democratica la quale DEVE sottostare a ben due grandi tiranni: i fatti e la logica.

Tutto il resto è aria fritta.

 

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