wasabi Posted June 27, 2013 Share Posted June 27, 2013 (edited) Diciamo che essere gay ti costringe a fare scelte consapevoli, perchè ogni scelta di vita richiede una conquista e ogni conquista va fortemente voluta. Non esiste una "strada maestra" da seguire passivamente, sulla quale ci si possa accomodare. Nulla è scontato, nulla viene fatto "perchè si fa così". Non esistono neanche le pressioni sociali "Allora quando ti sposi? Allora quando fai un figlio?" (magari qualcuno te lo chiede anche, ma non esiste certo la stessa pressione che viene esercitata sugli etero). Non parliamo di quanto debba essere consapevole e fortemente voluta la decisione di fare un figlio ... figlio che certamente non capita per sbaglio, che tendenzialmente non si fa perchè "tutti lo fanno", che non si fa perchè i nonni lo vogliono, ma che richiede una grandissima convinzione. Esiste comunque il rischio di volere un figlio per desiderio di "normalità", ma i sacrifici da fare per realizzare questo progetto sono talmente tanti che se la motivazione non è più che profonda si molla prima ... Edited June 27, 2013 by wasabi Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Mikafan Posted July 2, 2013 Share Posted July 2, 2013 Credo che il vantaggio di essere gay sia quello di andare fuori dagli schemi. Gli etero, se riflettiamo, sono INSOPPORTABILMENTE banali, 1) si fidanzano con il/la primo/a cretino/a che incontrano 2) fanno un sacco di stronzate (per esempio, dicono "ti amoooo", si sbaciucchiano di qua e di là come se niente fosse, e poi litigano e si lasciano, e dov'era tutto quel amooorree poi? 3) incomprensioni tipiche (l'uomo critica la donna, perché pensano solo a truccarsi oppure sono permalose e gelose, la donna critica l'uomo, perché tradisce sempre) 4) si sposano, quindi secondo gli altri cominciano una serie di devi-devi, e si giustificano dicendo "ma se ti ama deve fare così", non rendendosi conto che stanno trasformando una relazione in un peso sempre più grande da portare 5) alla fine nella maggior parte dei casi c'è il divorzio, perché poi entrambi i coniugi cambiano, non sono più loro stessi, non hanno l'intesa che c'è tra una coppia con lo stesso sesso (perché in realtà non c'è mai stata) Insomma, non si hanno pressioni sociali da parte dei parenti e si sta più tranquilli. Poi io gli etero li trovo noiosi, non so voi. Io sono felice ed orgogliosa di essere lesbica, e sono orgogliosa di voler sembrare un ragazzo nel vestirmi e nel modo di fare. L'unica cosa che non mi piace è l'Italia, l'ho sempre odiata, non solo per questo motivo ma anche per altre cose. Il mio obiettivo e lasciare questa nazione di merda e andare via in una società che mi accetta per come sono, cheneso, magari gli Uk, la Norvegia, la Svezia, l'Islanda. Questi sono Stati.... Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
faby91 Posted July 2, 2013 Share Posted July 2, 2013 Credo che il vantaggio di essere gay sia quello di andare fuori dagli schemi. Gli etero, se riflettiamo, sono INSOPPORTABILMENTE banali, 1) si fidanzano con il/la primo/a cretino/a che incontrano 2) fanno un sacco di stronzate (per esempio, dicono "ti amoooo", si sbaciucchiano di qua e di là come se niente fosse, e poi litigano e si lasciano, e dov'era tutto quel amooorree poi? 3) incomprensioni tipiche (l'uomo critica la donna, perché pensano solo a truccarsi oppure sono permalose e gelose, la donna critica l'uomo, perché tradisce sempre) 4) si sposano, quindi secondo gli altri cominciano una serie di devi-devi, e si giustificano dicendo "ma se ti ama deve fare così", non rendendosi conto che stanno trasformando una relazione in un peso sempre più grande da portare 5) alla fine nella maggior parte dei casi c'è il divorzio, perché poi entrambi i coniugi cambiano, non sono più loro stessi, non hanno l'intesa che c'è tra una coppia con lo stesso sesso (perché in realtà non c'è mai stata) Insomma, non si hanno pressioni sociali da parte dei parenti e si sta più tranquilli. Poi io gli etero li trovo noiosi, non so voi. Io sono felice ed orgogliosa di essere lesbica, e sono orgogliosa di voler sembrare un ragazzo nel vestirmi e nel modo di fare. L'unica cosa che non mi piace è l'Italia, l'ho sempre odiata, non solo per questo motivo ma anche per altre cose. Il mio obiettivo e lasciare questa nazione di merda e andare via in una società che mi accetta per come sono, cheneso, magari gli Uk, la Norvegia, la Svezia, l'Islanda. Questi sono Stati.... pure i gay sono NOIOSISSIMI e fanno tutte le cose che hai citato per gli eterisessuali.. Semplicemente dipende dalle persone non dai gusti sessuali.. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Mikafan Posted July 2, 2013 Share Posted July 2, 2013 vabbè, però non sono proprio la stessa cosa, è più raro trovare banalità nel mondo gay che in quello etero Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
faby91 Posted July 2, 2013 Share Posted July 2, 2013 Non è affatto vero.. Direi che è raro trovare persone non banali siano esse eteri o omi.. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Mikafan Posted July 2, 2013 Share Posted July 2, 2013 beh, allora sono io una persona molto fuori dal comune allora ahah Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
wasabi Posted July 2, 2013 Share Posted July 2, 2013 Beh, a te sembra che nel mondo gay ci sia meno banalità perché non abbiamo un modello fisso a cui rifarci, non abbiamo una strada prefissata da seguire, siamo fuori dagli schemi per definizione, anche se spesso facciamo di tutto per omologarci ;-) Quando ogni tua scelta sembra coraggiosa a prescindere, perché rompe gli schemi e gli altri ti considerano trasgressivo quando desideri le cose che desiderano più o meno tutti, ti sentì un po' fuori dal comune anche quando non lo sei... Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Ilromantico Posted July 3, 2013 Share Posted July 3, 2013 @Viola77 ma lasciali perdere, tanto loro ne sanno più degli stessi eterosessuali! A me pare tutto tranne che un confronto, state dimostrando solo di volervi autoconvicere disperatamente di cose che non sapete. La domanda è:perché? Io vedo solo una sfilza di pregiudizi, fandonie e rosicate immotivate sulle coppie etero. Mi ricorda un vecchio detto:"quando la volpe non arriva all'uva dice che è acerba". Io da bisex vedo solo moltissime coppie gay in netto svantaggio. Uno svantaggio dato da una società omofoba e da unA mentalità sentimentale/sessuale molto acerba per tanti gay. Lo dimostra il fatto che cambiapelle e anche tu wasabi tiriate in ballo "vantaggi" abbastanza poco sostanziosi e superflui. Il ragazzo che si innamora della "Trans" perde la testa anche perché la società lo incoraggerà con la sua relazione e potrà viversela al 100% con spensieratezza, per molti gay ciò non è possibile o non totalmente possibile. Per esorcizzare allora la si butta sulla facilità del sesso tra gay e la facilità di zero vincoli e divertimento continuo, ma é poca sostanza. Non si diventerà schiavi della società, ma della bulimia sessuale e della sindrome di peter pan senza dubbio e mi sembrano cose decisamente più tristi e pericolose della fila al supermercato. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
wasabi Posted July 3, 2013 Share Posted July 3, 2013 (edited) Mi dispiace, @Ilromantico per questa tua visione negativa del mondo gay, che ti vedo propinare da sempre. Che ti devo dire? Mi dispiace per te, dal momento che hai deciso di vivere con un uomo ma non ti senti parte né del mondo etero né di quello gay. Sembra che tu rimpianga tante cose della vita da etero ... Non so che dire, magari col tempo accetterai la tua condizione, che di fatto adesso è quella della vita in una coppia gay... Il tono del mio post rivolto al ragazzo che ha aperto la discussione aveva lo scopo di incoraggiarlo, questo sì, perchè dire ad uno che sente pesantemente la propria condizione come uno svantaggio che il mondo gay fa tutto schifo, che i gay sono schiavi della bulimia sessuale, che non sono capaci di avere vincoli etc ... non mi sembra una grande idea, non ti pare? Io vivo da sempre con spensieratezza la mia vita di coppia, perchè fortunatamente ho il carattere adatto e la situazione familiare e sociale propizia per fregarmene altamente dei condizionamenti, degli svantaggi etc ... Hai avuto la sfortuna di propinare il tuo predicozzo sull'invidia alla persona più sbagliata ;-) Il discorso sulla trans non l'hai assolutamente capito, ma io lo facevo per Viola, e mi basta che abbia colto lei quello che intendevo (come è avvenuto). Edited July 3, 2013 by wasabi Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Hinzelmann Posted July 3, 2013 Share Posted July 3, 2013 Beh diciamo che tutti questi modelli e ruoli sociali che sostengono gli etero ed una coppia etero, a volte possono diventare dei condizionamenti che soffocano le individualità. E' chiaro che una donna che diventa mamma e moglie si deve confrontare con una serie di aspettative sociali su ciò che questi due "ruoli" implicano ; e così anche il marito e padre etc. La loro assenza per i gay e la coppia gay, possono consentire di decidere in maggiore libertà e - nel caso di scelte sicuramente sfavorite - con maggior consapevolezza Quindi anche gli etero hanno da imparare qlcs da noi Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Viola77 Posted July 3, 2013 Share Posted July 3, 2013 E' chiaro che una donna che diventa mamma e moglie si deve confrontare con una serie di aspettative sociali su ciò che questi due "ruoli" implicano ; e così anche il marito e padre etc. io dico sempre che la cosa più difficile di fare la madre è farla avendone una. Le pressioni a cui si è sottoposte specie nel frangente della maternità sono una cosa che è difficile perfino da spiegare tanto i sensi di colpa sono diventati "naturali" e quindi è come se sparissero. Come l'omofobia interiorizzata forse? può essere una chiave di lettura. E essere se stessi, forzando ciò che la società si aspetta da te, donna, lavoratrice, moglie madre e figlia, è una bella sfida. Sfida che tante preferiscono non fare, lasciandosi vivere nel solco che la società ha scavato per te. Forse per i gay il solco non c'è e quindi c'è da rimboccarsi cmq le maniche? Può essere in effetti. Ma tutto sta sempre alla consapevolezza che abbiamo. Consapevolezza che si può sempre maturare. Quindi l'essere sfavorito perchè "fuori dalla società" ti rende qualcosa indietro come consapevolezza. Certo tutto ha un prezzo, in entrambi i casi. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
wasabi Posted July 3, 2013 Share Posted July 3, 2013 (edited) Diciamo che l'essere forzatamente "fuori dagli schemi" può schiacciare e anche annientare chi ha paura di distinguersi dalla massa, fin troppi sono i casi di gay che si annullano, che non vivono la propria omosessualità, per paura di "uscire dal solco". L'altra faccia della medaglia è il rischio di cercare l'omologazione a tutti i costi, di cercare di seguire il solco tracciato da e per gli etero (famiglia del mulino bianco etc...), senza tener conto delle proprie vere esigenze e motivazioni. La consapevolezza è una conquista, non arriva gratis, richiede una costante e impegnativa autoanalisi. Secondo me, alla fine, se si ha la forza di essere onesti, se ne guadagna in libertà e autenticità. Costa fatica (da tanta a tantissima a seconda dei casi), ma può pagare molto. (Immagino che più o meno tutto quello che ho detto si adatti bene anche al discorso del "ruolo della donna", al rischio che una donna/madre/figlia sia spinta a fare quello che la società prevede, che la propria famiglia prevede, che la propria madre si aspetta, anche se non la rappresenta e non è quello che sente di volere ...) Edited July 3, 2013 by wasabi Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Viola77 Posted July 3, 2013 Share Posted July 3, 2013 (edited) (Immagino che più o meno tutto quello che ho detto si adatti bene anche al discorso del "ruolo della donna", al rischio che una donna/madre/figlia sia spinta a fare quello che la società prevede, che la propria famiglia prevede, che la propria madre si aspetta, anche se non la rappresenta e non è quello che sente di volere ...) si in quest'ottica credo di si. col carico di sensi di colpa. Perchè c'è la percezione che si possa essere una buona madre solo così, in un modo solo. Non che per ognuna invece, ci sia la propria versione di se stesse "buona madre", che è unica come unica è la persona. Come una sorta di evoluzione di se , invece che essere obbligate a forzare se stesse dentro un modello standard, che è percepito come l'unico davvero buono. Perchè poi entrano in giochi destini non nostri, quelli dei bimbi. Perchè se sbagli e paghi te e un conto, se sbagli e pagano loro è tutta un'altra storia. Ora poi abbiamo deviato sulla donna, ma io non credo che i maschi etero, che magari da fuori siano così fighi, non soffrano degli stessi problemi, benchè la società gli arrida di più. Cresciuti come guida e pilastro della famiglia, uscire dal solco del maritopadrepadrone e scoprire debolezze, inclinazioni, condivisione di responsabilità, compagne "fuori dal solco" non credo sia facile. Perchè se accetti una compagna al pari tuo, la società ti dice che stai cedendo ciò che è tuo, quindi stai svalutando te stesso Edited July 3, 2013 by Viola77 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
wasabi Posted July 3, 2013 Share Posted July 3, 2013 (edited) Ora poi abbiamo deviato sulla donna, ma io non credo che i maschi etero, che magari da fuori siano così fighi, non soffrano degli stessi problemi, benchè la società gli arrida di più. Cresciuti come guida e pilastro della famiglia, uscire dal solco del maritopadrepadrone e scoprire debolezze, inclinazioni, condivisione di responsabilità, compagne "fuori dal solco" non credo sia facile. Ma io non sono neanche più così convinto che la società faccia davvero un così grande favore ai maschi etero ... Probabilmente la donna-madre è ancora soggetta alle pressioni più forti, che fanno leva, come dicevi tu, sui sensi di colpa, che sono tremendi e tormentano perchè fanno sentire sempre un po' "inadeguati". Ma anche il maschio-padre che sente la vecchia concezione del mondo cambiare, tremargli sotto i piedi, che deve ancora dimostrarsi forte, imperturbabile, pilastro della famiglia, ma anche essere sensibile, condividere le ansie, le responsabilità pratiche e quotidiane legate ai figli, che deve rapportarsi ad una moglie indipendente (soprattutto dal punto di vista mentale), che non si adegua più supinamente alle sue decisioni, che deve mettersi costantemente in discussione, pur dovendo sempre mostrarsi vincente e sicuro di sé, non ha vita facile ... Edited July 3, 2013 by wasabi Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Viola77 Posted July 3, 2013 Share Posted July 3, 2013 No infatti non lo è. Ma indubbiamente in tanti settori, non ultimo quello lavorativo (che non si può non considerare come fondamente, il lavoro non è solo mantenimento della famiglia, ma realizzazione di sè), gli uomini sono ancora privilegiati. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
wasabi Posted July 3, 2013 Share Posted July 3, 2013 (edited) Fuor di dubbio ... La donna fa ancora oggi più fatica dell'uomo ad essere valorizzata lavorativamente quanto merita. Certo che se un uomo non ha successo sul lavoro, ne risente maggiormente a livello di identità sociale, si sente giudicato più negativamente per questo, si sente un "fallito". Per la donna questo vale un po' meno ... c'è meno pressione sulla donna rispetto al modello vincente legato al successo lavorativo (viceversa, c'è più pressione sull'essere una buona moglie e una buona madre). si in quest'ottica credo di si. col carico di sensi di colpa. Perchè c'è la percezione che si possa essere una buona madre solo così, in un modo solo. Non che per ognuna invece, ci sia la propria versione di se stesse "buona madre", che è unica come unica è la persona. Come una sorta di evoluzione di se , invece che essere obbligate a forzare se stesse dentro un modello standard, che è percepito come l'unico davvero buono. P.S. Ti immagini i sensi di colpa di genitori gay, che esulano per forza dal modello "davvero buono"? Probabilmente il senso di inadeguatezza è il nemico principale in questi casi. Edited July 3, 2013 by wasabi Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Viola77 Posted July 3, 2013 Share Posted July 3, 2013 Certo che se un uomo non ha successo sul lavoro, ne risente maggiormente a livello di identità sociale, è vero. quanto più vero adesso in un periodo di crisi, dove l'uomo che perde il lavoro va in crisi con una forza molto più dirompente. Quello che però per me è sempre valido è che, dati per assodati condizione di partenza vantaggiato e/o svantaggiate, poi tutto il resto ce lo giochiamo noi. Le strade poi sono diverse, e parlano di noi molto più di altre cose. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Hinzelmann Posted July 3, 2013 Share Posted July 3, 2013 E essere se stessi, forzando ciò che la società si aspetta da te, donna, lavoratrice, moglie madre e figlia, è una bella sfida. Sfida che tante preferiscono non fare, lasciandosi vivere nel solco che la società ha scavato per te. Forse per i gay il solco non c'è e quindi c'è da rimboccarsi cmq le maniche? Può essere in effetti. Ma tutto sta sempre alla consapevolezza che abbiamo. Consapevolezza che si può sempre maturare. Eppure gli antropologi ci dicono che questo "lavoro" giova nel medio periodo a tutta la società. Perché i gruppi sociali umani che si sono estinti, nel corso dei secoli, sono quelli che si sono caratterizzati per un isolamento geografico ed un rigido conservatorismo sociale, che in condizioni ambientali sfavorevoli ha poi impedito al gruppo l'adattamento necessario alla sopravvivenza. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Viola77 Posted July 3, 2013 Share Posted July 3, 2013 Eppure gli antropologi ci dicono che questo "lavoro" giova nel medio periodo a tutta la società. Ne sono sicurissima anch'io. Giova al singolo, che trova la propria realizzazione, e a tutta la società. E io ne sono una grande sostenitrice, anche quando io da fuori incarno il prototipo della donna che nel solco c'è cresciuta tutta la vita, ho sposato il ragazzo conosciuto al liceo, laureata a 23 anni, sposata a 24, due figli -pure maschio e femmina!! come il mulino bianco- ecc ecc eppure ogni scelta era ciò che sono. Adesso che ciò che sono si scosta dal solco (come i capelli rosa e il Pride) tutti spalancano le bocche... Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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