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Pride e spirito di partecipazione etero


Ilromantico

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A parte che dietro i media ci sono più gay a manipolare di quanto tu possa sospettare ( e magari non manipolano affatto, magari si identificano proprio con quelli che riprendono o credono che sia chi sa quale genialata strategica farlo).

A parte questo, se anche la responsabilità fosse tutta dei media, non si dovrebbe dare occasione ai media di specularci sopra.

 

D'altra parte mi viene in mente anche la seguente riflessione: che la maggioranza dei gay forse non è "sobria" (in senso anche lato), e dovrebbe autoreprimersi molto per raggiungere un risultato mediaticamente accettabile in questo senso...

Quindi forse è il caso di abolirli proprio, questi gay pride, e condurre la battaglia in maniera "delegata" con persone presentabili, Uno stand in una piazza, per esempio, dove un gruppo di ragazzi vestiti in giacca e cravatta o in jeans e maglietta si confronti con gli etero curiosi senza inutili carnevalate - stile ragazzi della porta accanto, per intenderci. Ma poi è sicuro che costoro rappresenterebbero la maggioranza dei gay e che la maggioranza dei gay si sentirebbe rappresentata da costoro?

Mi sa che si cade nel classico uruborismo :uhsi:

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Uno stand in una piazza, per esempio, dove un gruppo di ragazzi vestiti in giacca e cravatta o in jeans e maglietta si confronti con gli etero curiosi senza inutili carnevalate - stile ragazzi della porta accanto, per intenderci. Ma poi è sicuro che costoro rappresenterebbero la maggioranza dei gay e che la maggioranza dei gay si sentirebbe rappresentata da costoro?

Mi sa che si cade nel classico uruborismo :uhsi:

Nel mio piccolo ho sempre cercato di agire così. Insomma, visto che il mio scopo era integrarmi come ragazzo gay, da quando frequento l'Università è così che mi comporto coi colleghi di facoltà, e con gli amici che mi parlavano di pene di cuore facevo altrettanto...ma perché trovavo che fosse spontaneo così.

 

Comunque il pride già c'è, non è che ci si deve porre troppi interrogativi.

E' un momento di visibilità, a cui in realtà io non ho mai partecipato, ma di cui non mi vergogno né credo che la carnevalata in sé sia un male. Conosco etero che partecipano, per andare a far festa, ma non li trovo parassitari anzi.

Insomma, se è una parata più gente c'è meglio è.

E in quanto "parata" non credo dovrebbe avere alcuna funzione rappresentativa.

Se i tuoi amici ti conoscono al lavoro, all'Università, al bar...sanno già che essere gay non ti rende particolarmente diverso...

e poi è ridicolo parlare di rappresentanza gay, come se l'orientamento sessuale ci rendesse una classe di cittadini "a parte".

Chiedersi se gli etero sono parassitari ai gay pride è come star negli anni 70 e chiedersi se i maschi possono andare o no ai cortei femministi.

 

Piuttosto si potrebbe pensare di variare un po' i riferimenti pop...insomma, d'accordo che è iniziato tutto con le canzoni di Judy Garland, ma magari si può fare lo step successivo...

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Comunque il pride già c'è, non è che ci si deve porre troppi interrogativi.

 

Come dire che l'omofobia esiste, inutile interrogarsi sopra? :eek:

 

 

 


Chiedersi se gli etero sono parassitari ai gay pride è come star negli anni 70 e chiedersi se i maschi possono andare o no ai cortei femministi.

 

Ma non credo affatto che gli etero siano parassitari: anzi, vanno a vedere uno spettacolo, comprano biglietti per guardarne altri supplementari una volta finita la parata...
 

 

 


e poi è ridicolo parlare di rappresentanza gay, come se l'orientamento sessuale ci rendesse una classe di cittadini "a parte".

 

Sarà anche ridicolo, ma la democrazia rappresentativa funziona così.

 

 

 


Piuttosto si potrebbe pensare di variare un po' i riferimenti pop...insomma, d'accordo che è iniziato tutto con le canzoni di Judy Garland, ma magari si può fare lo step successivo...

 

Ma io direi di farla finita con i riferimenti pop, che testimoniano solo l'inconsistenza della sottocultura omosessuale.

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...be in effetti per quello suggerivo di cambiar qualche base musicale...

paragonare il pride all'omofobia è quantomeno insolito...che il pride non sia forse il mezzo più idoneo a combatterla è altra cosa.

Il toipic riguardava la pretesa presenza parassitaria di ragazzi etero...la cosa più sensata l'ha scritta @Almadel, dicendo che quando si fa associazionismo è impensabile avere grandi numeri di persone a discutere noiosamente di cose a volte francamente noiose...le feste funzionano meglio. Per esperienza in movimenti studenteschi vari, di fatto ho organizzato più feste -di autofinanziamento si intende- di molti pr.

 

La democrazia rappresentativa rappresenta la volontà dei cittadini organizzatisi entro delle forme partito, così risulta a me; credo converrai nel ritenere che la parata del pride non è un congresso di partito né una manifestazione politica. Se diventa politicamente rilevante, lo diventa appunto in seconda battuta...ma la pubblicità, la visibilità dell'evento non basta a renderlo "politico".

Come già detto altrove..non credo alla politica di genere, che è sempre a vocazione minoritaria.

Ahimé, spesso chi porta avanti la politica "di genere" non si accorge poi che questa è minoritaria non perché intercetta solo una minoranza, ma  perché sovente si occupa solo di temi "minori". Questa la mia opinione.

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Quindi forse è il caso di abolirli proprio, questi gay pride, e condurre la battaglia in maniera "delegata" con persone presentabili, Uno stand in una piazza, per esempio, dove un gruppo di ragazzi vestiti in giacca e cravatta o in jeans e maglietta si confronti con gli etero curiosi senza inutili carnevalate - stile ragazzi della porta accanto, per intenderci. Ma poi è sicuro che costoro rappresenterebbero la maggioranza dei gay e che la maggioranza dei gay si sentirebbe rappresentata da costoro?

Mi sa che si cade nel classico uruborismo :uhsi:

 

Purtroppo sì, un'azione si incatena all'altra e si finisce in Uroboro. Puoi star tranquillo che un'iniziativa del genere -che condivido- non farebbe in tempo a vagire che dovrebbe spirare. Bisognerebbe essere disposti a barattare la propria sacra soggettività egoistica in nome di una maggiore credibilità, e tempo che siano pochi gli individui in grado di fare ciò. Non sia mai...

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Silverselfer

 

 


Uno stand in una piazza, per esempio, dove un gruppo di ragazzi vestiti in giacca e cravatta o in jeans e maglietta si confronti con gli etero curiosi senza inutili carnevalate

 

Cioè proponi un "travestimento" per tranquillizzare la popolazione "normale"? Perché immagino che per un ... oddio, non mi ricordo mai gli acronimi ... insomma credo che per un ragazzo che si veste da donna o una trans, costringersi in abiti del genere sia il vero travestimento. Oppure proponi di mandare avanti i più "presentabili"? 

 

Abolire il prode? E chi siamo per deciderlo? Il pride ci sarà fin quando le persone ci vorranno partecipare. 

 

Ricordiamoci sempre che in alcune parti del mondo organizzare un pride e parteciparvi è un gesto rivoluzionario con tutti gli annessi rischi del caso. Il pride occidentale è ancora oggi un faro per molte realtà in cui l'omosessualità è negata, repressa e persino perseguitata. 

 

Anzi, proprio per questo, i nostri pride oggi hanno bisogno di assumersi una responsabilità maggiore e soprattutto prendere coscienza che alla luce di un percorso compiuto, bisogna rielaborare il messaggio che si vuole dare ... perché la visibilità oramai mi sembra un obiettivo raggiunto. 

 

Ci sto riflettendo molto su questa cosa. Secondo me la valenza maggiore di un pride è quella di incontrarsi e sentirsi una comunità. Pare poco, ma non lo è. Io sento gente che chiede il permesso al lavoro per esserci, che si sposta per andare, spende 

i propri soldi per parteciparvi ... lo scopo è di esserci e rincontrarsi come in una sorta di fiera di paese. Nel corteo è un continuo saluto, un abbraccio e tanta voglia di conoscersi ... anche di fare bisboccia, anche come occasione d'inciampare in una storia d'amore più o meno seria ... non credo che sia deprecabile tutto questo. 

 

Siamo una minoranza e molti gay vivono in realtà molto piccole, dove spesso si è in pochi o addirittura soli. Il pride diventa come quelle feste rurali dove ci si mette il vestito buono e si va alla fiera per fare lo struscio. Nel nostro caso significa anche poter sentirsi parte di qualcosa di grande. Stupirsi di non essere unici e specchiarsi negli atteggiamenti di altri come te. 

 

La mia disillusione sta più nel non avere trovato un posto in tutto questo e volgo lo sguardo altrove, però non mi azzardo a dire che è sbagliato.

 

Penso al pride Ugandese ... quelle facce che seppellivano con un sorriso i loro detrattori ... e parliamo di gente che ti ammazza a martellate in testa! Cioè, il pride è una specie di copertina, il pennone dove si issa una bandiera e non la bandiera ... la gente forse non ha uno scopo politico quando si alza la mattina e va al pride, sono le organizzazioni che poi usano questa manifestazione per tradurla in azione politica. 

 

Forse dovremmo puntare lo sguardo dentro a queste organizzazioni ... essere più esigenti e soprattutto, iniziare a creare una diversità di offerta politica, che si traduce anche in diversità di costumi. Avere in comune una preferenza sessuale non significa condividere la stessa concezione che si ha della vita. 

 

mah ... 

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Sì, ma è una enormità inescusabile che in Italia - che non è precisamente l'Uganda - non ci sia ogni anno a un Gay Pride uno stand (nient'altro che uno stand) su Pasolini (gay), o su Marguerite Yourcenar (lesbica), o su Françoise Sagan (bisessuale), o su Marlene Dietrich (lesbica), o su Rodolfo Valentino (come minimo bisessuale), e poi aiutatemi con qualche altro nome italiano, ce ne sarà pure qualcun altro, Barbara Alberti, Walter Siti, Aldo Busi, tanto per mostrare ai gay che omosessualità è anche produzione di cultura ad esempio, e direi quasi soprttutto mostrare agli eterosessuali che gli autori dei libri che loro leggono o gli attori che loro amano, sono, guarda, un po', gay, lesbiche e bisessuali, anche se accada che per motivi storici (ieri) o per scelta (oggi) dai loro libri e dalle loro vite la cosa non emerga.

 

So che una volta è stata invitata la compianta Nilla Pizzi (la Regina! :-) ) a un Pride. Ma invitare Peter Cameron, o Alan Hollinghurst, o Didier Eribon, perché non viene in mente a nessuno? Io so la risposta, ma la domanda va comunque posta, e permetterebbe di superare il discorso veramente cretino sul Pride-carnevalata. Il Pride è solo ripetitivo, fidatevi da me che il primo l'ho fatto credo nell'81 o nell'80, non ricordo. So che quello di Bologna dell'82 fu per me il secondo, ma questo non ha interesse.

Edited by Isher
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Rendiamoci conto di una cosa evidente.

Se io voglio invitare l'ultimo ragazzo di Tondelli 

o una coppia di gay che ha avuto un figlio con gravidanza surrogata

mi serviranno dei soldi per pagare loro il viaggio e la permanenza.

 

E questi soldi io li otterrò con le feste,

perché la loro mera presenza non autofinanzia l'iniziativa.

Mi spiace, è così.

 

Quindi per me è ovvio che le feste servono a quello.

Però i Gay Pride non fanno guadagnare: sono in perdita.

Per ogni Pride bisogna aver fatto già molte feste durante l'anno

e - se va bene - alla festa finale si recupera qualcosa.

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Ma il lavoro da svolgere per creare uno stand di cultura gay i ragazzi lo farebbero gratis, è ovvio. E come non credo la Pizzi si sia fatta pagare, sicuramente non si farebbe pagare lo scrittore, celebre o meno celebre, per venire a parlare di letteratura gay.

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Certo che si fa pagare:

per la precisione non vuole - giustamente - farlo a sue spese.

Devi pagargli viaggio, vitto e alloggio;

persino se non vuole una lira per la sua presenza.

 

Viene Peter Cameron? Bene.

Se ci servono 1500 euro per pagargli il viaggio e alloggiarlo,

tenuto conto che - se va bene - prendiamo 300 euro da una festa

significa che per 5 mesi faremo praticamente solo quello

(sfidando SIAE, vicini iracondi, cercando DJ gratuiti e via così...)

Occupando una sala (che spero gratuita) con (a farla grossa) 40 persone a vedere Cameron...

(col traduttore simultaneo fortunatamente gratis, in viaggio a sue spese e alloggiato da un amico...)

 

Io non gestisco mica il Muccassassina, 

ho piccoli finanziamenti per piccoli eventi.

Se avessi la testa o il cuore per i grandi eventi,

coi soldi che faccio invitereri Anna Oxa mica Cameron.

Riproponendo all'infinito lo stesso modello:

faccio soldi col commerciale per chiamare altre star commerciali...

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paragonare il pride all'omofobia è quantomeno insolito...

Ma guarda non è insolito se prendi certe parole dalla bocca di chi le dice....

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tanto per mostrare ai gay che omosessualità è anche produzione di cultura ad esempio, e direi quasi soprttutto mostrare agli eterosessuali che gli autori dei libri che loro leggono o gli attori che loro amano, sono, guarda, un po', gay, lesbiche e bisessuali, anche se accada che per motivi storici (ieri) o per scelta (oggi) dai loro libri e dalle loro vite la cosa non emerga.

 

Non posso che essere d'accordo, considerando quello che mi ha portato al RomaPride. Anche se, devo dire, che il ragionamento di Almadel non fa una grinza, purtroppo. E' una strada molto difficile da battere quella della cultura :(

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A quel che so io delle iniziative collaterali al pride, per il pride

nazionale ci sono, quest'anno quindi è toccato a Palermo.

 

Credo che Arcigay tenda a concentrare un finanziamento specifico

sul pride nazionale ( riproponendo nel corso di una settimana una

alternanza di vari momenti, ludico culturali se è disponibile un luogo

dove fare village, nella speranza di richiamare gente )

 

Certo si può discutere della qualità di questo programma...

 

Non c'era stata polemica tempo fa sulle spese di viaggio e

rappresentanza del presidente arcigay e del direttivo pro

tempore? Già solo loro costano una cifra non indifferente

( a volte può venire il sospetto che qualche dibattito di attualità

sia un riempitivo per giustificare un viaggio...più che una iniziativa

di reale interesse...ma si tratterebbe sempre di "fichi secchi eh? )

 

Comunque direi che il trend sia quello di una settimana di iniziative

possibilmente concentrata in un luogo, tipo village, se la città collabora

etc.

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A parte che "la considerazione che gli etero hanno del pride" è una costruzione tua, ché come non c'è una massa compatta di gay a favore del pride ed un'altra contro, credo le opinioni siano molto varie...

Ma con un paio di immagini di ragazzi nudi cosa ci avresti "dimostrato"...?

Se arcigay che si prende in carico l'organizzazione del pride non ritiene di dover "contenere" certe esuberanze, mentre tu sì, entra in arcigay e datti da fare per modificare il modo in cui si organizzano anche i pride.

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@Hinzelmann, quest'anno abbiamo partecipato

all'organizzazione del Pride Veneto che contava sei mesi di iniziative

messe in piedi da tante singole realtà territoriali

e pubblicizzate da un giornalino stampato per l'occasione col logo del Pride.

Le realtà GLBT rappresentavano circa il 50% delle associazioni organizzatrici.

 

I fondi sono venuti dal mechandising, dalla festa finale,

dalle donazioni di un benefattore locale e da alcuni sponsor

(c'era un filippino travestito da sigaretta elettronica nel corteo...)

 

La formula organizzativa è stata piuttosto particolare:

hanno partecipato molte realtà culturali di Vicenza

(teatro, danza, cinema, gallerie d'arte, concerti)

e tutte le realtà GLBT del Veneto.

Questa parcellizzazione ci ha impedito di chiamare grandi nomi,

sia del mondo della cultura che del commerciale.

 

Devo dire che ho preferito in questo modo

rispetto a dedicarmi per mesi a fare feste

per poter trasformare il Pride in una kermesse culturale di un certo livello.

Fondamentalmente perché preferisco chiamare Certi Diritti, Famiglie Arcobaleno e l'Agedo

a parlare in associazione durante l'anno e fare una festa per il Pride;

piuttosto che fare feste tutto l'anno per invitare Vattimo e Cameron un giorno solo.

 

Mi rendo conto che chi giudica l'associazionismo GLBT solo dal Pride

e ha fame di iniziative culturali di un certo livello

potrebbe trovare sbagliato il mio ragionamento.

D'altra parte bisogna cercare di avere un minimo di realismo.

Le persone brave a raccogliere fondi non sono brave a organizzare iniziative culturali e viceversa:

sfortunatamente il Movimento GLBT non ha un Benigni o un Travaglio 

che ti riempiono la sala di persone parlando di diritti civili...

(Il meglio su cui possiamo puntare è la Litizzetto)

 

Io sono anche disposto a chiamare il DJ di Berlino

per finanziare una conferenza di alto livello su Pasolini:

ma se poi voi non venite alla conferenza

e mi dite che siete stanchi delle iniziative commericiali...

beh, allora forse è meglio sbattersi molto meno.

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donazioni di un benefattore locale e da alcuni sponsor

 

Questa mi sembra una notizia positiva, che cioè ci siano

benefattori e sponsor...

 

Mah, guarda io non sono neanche dogmaticamente orientato

in un senso o nell'altro, peraltro se ci sono 10 pride l'anno mi

pare anche giusto sperimentare strade diverse

 

Non è detto sia sbagliato parcellizzare se parliamo di Pride-Veneto

cioè di Pride regionale, se poi esiste un Pride Nazionale che sia 

percepito come tale.

 

Ed ovviamente il fatto di discuterne non significa non apprezzare

gli sforzi fatti...però nel caso del Palermo pride qualcosa non ha

funzionato e forse si dovrebbe rivedere

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Se arcigay che si prende in carico l'organizzazione del pride non ritiene di dover "contenere" certe esuberanze, mentre tu sì, entra in arcigay e datti da fare per modificare il modo in cui si organizzano anche i pride.

 

A parte che - forse ti sembrerà strano - io lavoro e quindi non ho la possibilità di dedicarmi a tempo pieno all'attività militante, a differenza di altri. Ad ogni buon conto la mia voce la faccio sentire nelle riunioni delle varie associazioni della mia realtà. Sfortunatamente sono sempre in minoranza. In una delle ultime discussioni mi è stato risposto che i miei discorsi erano fascisti e omofobi, che nella festa dei gay, i gay devono esprimersi come vogliono e anche se tutti gay i non sono così la maggior parte lo sono o tendono ad esserlo. Sono io ad essere diverso, e come queer rappresento "un'eccezione in una minoranza".

Io ho ribattuto che la festa dei gay è anche un'occasione di visibilità politica, quindi ok la gioia, l'orgoglio eccetera - ma i culi e gli uccelli da fuori non mi sembravano qualcosa che avessero a che vedere con Stonewall o con l'omogenitorialità. Perché al pride puoi pure scheccare se ti senti donnissima, ma c'è anche una maniera per farlo, non è che devi sbatterla in faccia agli altri necessariamente...

Ogni anno litigo su questi argomenti, ogni anno mi danno sempre le stesse risposte. E poi alla fine  c'è la giustificazione auto-assolutoria: "non sappiamo nemmeno come siamo riusciti ad organizzarlo quest'anno, e non è nemmeno sicuro che ci siamo riusciti completamente" (perché ci sono come valore aggiunto i litigi tra le due principali associazioni locali, tra queste e altre realtà, tra tutte e il direttivo di Roma etc.).

 

Per me si tratta di una strategia sbagliata - lo dimostrano i fatti del resto. Però poi quando ve la prendete con la società omofoba, i preti e i fascisti facendo le vittime, mi viene voglia di prendervi a sganassoni, giuro!

 

En passant:

l'ultimo pride di Palermo è stato di una miseria assoluta: l'aspetto culturale consisteva nel tentativo pretestuoso di spacciare per esperienza di liberazione la pornografia più sudicia ed autoreferenziale (vedere il link citato nel mio blog).

 

Prendo atto, dunque, che ci sono, oltre ad un problema di strategia politica e ad una questione organizzativa, anche un limite culturale insormontabile nell'organizzazione di questo genere di manifestazioni, almeno in Italia.

Edited by akinori
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M be...io ho l'impressione che se tu variassi un filino i modi riusciresti a comunicare e a "far passare" meglio le tue idee.

Certo, se non è una cosa cui puoi dedicare troppo tempo, chi invece ci sta sempre "dentro" non sarà mai troppo propenso a darti retta, e passerai come omofobo o come rompiballe....chi della "militanza" o dell'associazionismo riesce a camparci farà sempre prevalere le proprie idee. 

Non ci sono tante alternative a dire il vero...quando si devono decidere delle cose "in gruppo", in generale, vince la figura più carismatica. Comunicare le proprie idee perché siano veicolo di modificazione nel modo di pensare altrui richiede molta pazienza...o una buona dose di simpatia. Secondo me se tu iniziassi a lavorare su quelle -anziché sull'acculturamento- riusciresti a farti ascoltare di più, anche sui forum  :sorriso:

 

Per quel poco d'esperienza che ho avuto in piccole realtà di associazionismo -non gay- "politicamente" connotato le idee che passavano dipendevano fortemente dal carisma di pochi personaggi...e dalle ragazze che erano a loro più vicine.

Poi ho visto anche alcuni gruppi "evolvere" e quando il testimone passa a qualcuno di più giovane, più idealista, più folle, allora magari le cose cambiano e si ridiscutono anche assunti che parevano "intangibili".

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Forse hai ragione...ma sai, io non sono un tipo piacione. La mia dignità e la mia etica mi impediscono di veicolare attraverso il mio corpo il mio messaggio. Non riuscirei mai a prostituire le mie idee attraverso una comunicazione che non fosse esclusivamente intellettuale, magari mostrando i pettorali in un avatar. Il carisma di cui tu parli è quello basato sulla seduzione, che gioca su elementi irrazionali perché evidentemente non ha un fondamento teorico. La mia strada è più aspra e difficile, ma prima o poi i tempi che sto anticipando mi verrannno incontro. Del resto io sono il tipo dell'intellettuale romantico e anarcoide, solitario e anti-sistema. Il mio fine non è piacere ma svegliare le coscienze - il ché è un compito decisamente poco simpatico.

Al di là della missione che mi sono prefisso, però, nella realtà sono molto tollerante e più simpatico di quanto non appaia su un forum!

(scusate questo piccolo OT)

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Ilromantico

OT @prefy potresti cambiare l'immagine del tuo avatar? Non che m'impressioni terribilmente, ma non mi sembra piacevole da vedere.

 

Ritornando In Topic non capisco cosa c'entri l'Uganda (con tutto il rispetto), i problemi finanziari dei pride ed il pop vs cultura. Potremmo pure mettere Stephen Spielberg e la nazionale Italiana di calcio, ma la domanda rimarrà "gli etero vengono per supportare noi o per usufruire dei nostri spettacoli?". Se una causa poi è sentita non c'è bisogno di trucchetti per attirare l'attenzione della gente e non c'è bisogno di  chissà quali soldi per organizzare. E lo dico perché qui sono capaci di riunirsi in tanti e con tanta passione più volte al mese per la stessa causa. Mi risulta quindi difficile ipotizzare che la "noia" possa essere un deterrente reale ed i soldi un elemento necessario per organizzarsi. Che costi esorbitanti presuppongono degli striscioni, qualche megafono e la voglia di manifestare di più persone?

 

Il problema è anche dei gay che se non c'è "divertimento" magari vengono a manifestare per i propri diritti. E lì la crudissima affermazione di una persona a me molta cara. io: "io sono d'accordissimo che mettano i carri e ci si diverta, ma non capisco perché non diano la stessa importanza a temi importanti come le famiglie, i diritti, ecc." risposta: "E' inutile girarci attorno, diciamoci la verità, i gay-pride servono soprattutto per le feste (ed i guadagni) e molti ci vanno per scopare approfittando della presenza di stranieri e blah blah. Alla fine di politico si fa poco e nulla". Rimasi un po' deluso da quest'affermazione perché considerando chi l'ha detta ho capito che certe cose non erano solo una mia impressione.

 

Non penso ci sia bisogno di 'carismatici' leader gay, ma che il pubblico gay valuti un po' meglio le sue priorità. Finché nei blog o nei social network si commenterà di più la nuova parrucca di lady gaga, piuttosto che una notizia sull'omofobia o sui diritti, è logico pensare che possa esserci un certo problema di fondo da parte di una fetta di gay. Ovviamente tutto IMHO.

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C'è una cosa che mi chiedo ormai da un pezzo però: questo problema della promiscuità è solo nostro o c'è anche in altri paesi? Cioè, al pride di New York per dire, o di Barcellona le cose funzionano diversamente?

Edited by Amor-fati
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Le cose più o meno sono le stesse ovunque

 

Ovviamente nei paesi in cui i diritti già ci sono

la componente edonistica prevale nettamente

è veramente la festa della comunità a pieno titolo.

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"gli etero vengono per supportare noi o per usufruire dei nostri spettacoli?

 

La seconda che hai detto, è evidente. Politicamente i diritti gay minacciano le prerogative etro. Gli etero gay-friendly lo sono per moda e convenienza politica.

 

 

 


Ovviamente nei paesi in cui i diritti già ci sono

la componente edonistica prevale nettamente

è veramente la festa della comunità a pieno titolo.

 

La dimostrazione che il fine del raggiungimento dei diritti, di fatto, punta ad una legittimazione della promiscuità sessuale.

Astuzia del fallocentrismo, realtà della miseria sociopolitica delle rivendicazioni.

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Il problema è anche dei gay che se non c'è "divertimento" magari vengono a manifestare per i propri diritti. E lì la crudissima affermazione di una persona a me molta cara. io: "io sono d'accordissimo che mettano i carri e ci si diverta, ma non capisco perché non diano la stessa importanza a temi importanti come le famiglie, i diritti, ecc."

 

Non so proprio su che base lo dici

e francamente non mi piace questa disinformazione.

 

Questa è la lista degli Incontri e Convegni Politici del Veneto Pride:

http://www.vicenzapride.it/category/eventi/incontri-convegni/

Scorrila fino in fondo perché è lunga.

 

Questa invece la lista delle Manifestazioni e Iniziative

di cui la parata finale è solo la più importante:

http://www.vicenzapride.it/category/eventi/manifestazioni-iniziative/

 

Questa invece è la conferenza che ha organizzato la mia associazione

http://www.vicenzapride.it/i-diritti-degli-affetti/

sempre all'interno delle iniziative per il Pride.

 

Ti risparmio l'elenco delle iniziative culturali.

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La seconda che hai detto, è evidente. Politicamente i diritti gay minacciano le prerogative etro. Gli etero gay-friendly lo sono per moda e convenienza politica.

 

e questo giudizio è limitato agli etero gay-friendly? cioè una persona che manifesta per i diritti senza che sia "parte in causa" ha sempre un secondo fine o cmq una motivazione estranea ai diritti stessi, oppure questo è vero solo per gli etero che vanno al pride?

 

poi questa cosa che i diritti gay minaccino le prerogative etero mi ha fatto venire in mente un video molto carino che ho visto stamani

Edited by Viola77
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Sì, ma è una enormità inescusabile che in Italia - che non è precisamente l'Uganda - non ci sia ogni anno a un Gay Pride uno stand (nient'altro che uno stand) su Pasolini (gay), o su Marguerite Yourcenar (lesbica), o su Françoise Sagan (bisessuale), o su Marlene Dietrich (lesbica), o su Rodolfo Valentino (come minimo bisessuale), e poi aiutatemi con qualche altro nome italiano, ce ne sarà pure qualcun altro, Barbara Alberti, Walter Siti, Aldo Busi, tanto per mostrare ai gay che omosessualità è anche produzione di cultura ad esempio.

 

Lo troverei un po' ridicolo...molti etero troverebbero ridicolo che fosse ricordato loro che l'omosessualità è produzione di cultura.

L'omosessualità è quel che è...ché molti omosessuali possano anche produrre cultura credo non lo neghi nessuno.

Come scrive @Almadel, per fare dibattiti, iniziative culturali ben organizzate, etc...il pride in sé non è la sede più adeguata.

 

Ché poi, a voler dirla tutta, io non conosco poi così tante persone che non vorrebbero uguali diritti anche per coppie omosessuali....solo in un momento di non-governo qual è quello attuale nessuno si piglia la briga di mettere la cosa in agenda.

Io son molto felice per la sentenza di ieri della Corte Suprema USA, mi rammarico solo che 3 anni fa in Italia, quando fu chiesto alla Corte Costituzionale di pronunciarsi sulla costituzionalità o meno del matrimonio tra persone dello stesso sesso le cose siano andate un po' a puttane...

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io non conosco poi così tante persone che non vorrebbero uguali diritti anche per coppie omosessuali.

 

@schopy questo è vero fino a quando non parli di adozione ... a quel punto la vedi la levata di scudi dell'italiano medio legato alla "famiglia tradizionale"!

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Perchè la gente confonde la necessità biologica di un maschio e una femmina per "fare" un bambino con la genitorialità.

Perchè per fare un bimbo ci vogliono maschio e femmina, per fare i genitori no.

E se qualcuno si oppone basta farsi spiegare per bene quale compito genitoriale, fisico o sentimentale ha a che fare con quello che si ha nelle mutande :)

A volte sono 10 minuti ben spesi ^_^

 

p.s. chiedo venia per la deriva OT

Edited by Viola77
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10 minuti nel caso di persone molto intelligenti, molto aperte al dialogo, abituate a ragionare, a porsi domande etc ...

 

In tutti gli altri casi ci si scontra con il muro di gomma di idee preconfezionate e rassicuranti ...

 

Gli italiani vanno messi di fronte al fatto compiuto (come già tante famiglie arcobaleno stanno facendo), 

allora magari iniziano a dire: "Toh, ma allora forse si può fare ...!"

 

La legge poi è l'ultima ad accodarsi e a prendere atto di ciò che già avviene (come sempre ... vedi aborto and so on...), invece che fungere da traino.

Edited by wasabi
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ehm...sulle adozioni neanch'io ho un'idea chiarissima....salvo che in Italia adottare è un casino anche per le coppie eterosessuali. 

Maledetti pedagogisti, ci son loro dietro tutte queste crisi di coscienza in cui sono immerso.

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