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Cari ragazzi/e, secondo voi l'essere gay può andare d'accordo con l'essere religiosi?

Io ho scoperto da non molto la mia omosessualità e sono sempre stata cattolica.

 

So abbastanza di Chiesa e quanto riguarda la religione e quindi mi sto facendo delle domande...

La chiesa ovviamente non ci accetta ma mi ritrovo a pensare che comunque l'insegnamento più grande che ci è stato dato è quello di amare il nostro prossimo...e credo che io sono in grado di amare, ora più che mai!

 

Quindi, si religione, no chiesa, come per tante altre cose che non si capiscono di questa istituzione? (In teoria le due cose andrebbero di paripasso!)

 

Voi che ne pensate?

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Conosco gay religiosi che si accettano tranquillamente, nessuno di loro segue la chiesa cattolica e nessuno che abbia idee eccessive sul rapporto con la religione.

Poi ho conosciuto gay bigotti e sono i gay peggiori con cui ho avuto a che fare, anche per ciò che non riguarda direttamente la religione.

L'importante è fare in modo che le proprie idee non creino problemi di accettazione.

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E' una scelta estremamente personale. Conosco gay atei, agnostici, religiosi in senso ampio, cristiani e persino qualche gay cattolico. 
Io non credo che il proprio orientamento sessuale sia vincolante in qualcosa di universale e intimo come la spiritualità, tuttavia non posso fare a meno di trovare estremamente contraddittori coloro che cercano di vivere la propria omosessualità serenamente pur rimanendo parte della Chiesa Cattolica.

 

Tu pensavi di orientarti più verso una "religiosità" in generale, o rimanere comunque costante alla filosofia cristiana (non cattolica) specificatamente? :)

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Concordo con quanto detto.
Ognuno è libero di professare il proprio credo, indipendentemente dal suo orientamento sessuale,
ma ovviamente un omosessuale che cerca di far combaciare al proprio essere le dottrine cattoliche
o comunque di qualunque altra istituzione che condanni il suo essere, non posso che definirlo incoerente e perfino ridicolo.
E' come dar ragione ad un bullo dopo che ti ha messo la testa nel water e rubato i soldi del pranzo; è volersi proprio male XD

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Concordo con quanto detto.

Ognuno è libero di professare il proprio credo, indipendentemente dal suo orientamento sessuale,

ma ovviamente un omosessuale che cerca di far combaciare al proprio essere le dottrine cattoliche

o comunque di qualunque altra istituzione che condanni il suo essere, non posso che definirlo incoerente e perfino ridicolo.

E' come dar ragione ad un bullo dopo che ti ha messo la testa nel water e rubato i soldi del pranzo; è volersi proprio male XD

senza per forza scomodare i bulli...

pensa a quelle donne che subiscono violenze dai loro partner... e poi pucci pucci li perdonano, e continuano così più e più volte...

di recente c'era quel caso dove http://www.huffingtonpost.it/2013/05/28/miss-picchiata-intervista-allavvocato_n_3346627.html

 

una potrebbe dire... ho imparato dal cristianesimo ad amare il prossimo, a perdonare e a porgere l'altra guancia...

il mio parere ? cazzi tua ! (fino a quando non si mettono a votare leggi restrittive per tutti, sharia style, per me possono pure mettersi un cilicio e andare in giro a giubilare la loro miseria...)

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Bisogna amare il prossimo....ma che se lo meriti però! Non bisogna diventare dei cretini solo perché si fa del bene.

 

Se si perdona una persona che ti fa solo male, sarebbe un atto di bene? Se, verso chi? Verso se stessi? Per niente.

 

Mia mamma è molto religiosa, io non mi sono mai definito cattolico, nonostante quando ero piccolo ero stato poche volte "costretto" a dire che lo ero altrimenti i compagnetti di classe delle elementari mi avrebbero parlato dietro.

 

Io dico sempre: credo in Dio, non nella Chiesa. Anche se non solo religioso, non ho particolari ideologie e quant'altro, e soprattutto rifletto con la mia testa, non con come mi hanno insegnato.

 

P.S. A me sembra che la gente di chiesa si diverta a telecomandare la mente delle persone e a far fare tutto ciò che loro dicono e vogliono. Avrò detto una cassata, ma io la penso così...

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Amore bello non è solo la chiesa che ci comanda a bacchetta...

 

Quindi vivere un credo un po' diverso, che mi faccia sentire bene per quello che sono..cioè abbandonare la chiesa...

Io sono scout da una vita e mi piace quel mondo..dovrei mollare anche quello perchè presuppone l'andare a messa, farsi la comunione...

 

Dovrei trovare un equilibrio o qualcosa che mi dia la possibilità di vivere entrambe le cose contemporaneamente e serenamente..

Perchè ovvio posso continuare e far finta di niente ma non voglio, per me stessa, prendermi in giro o contraddirmi. E' una roba interiore, non mi interessa ciò che pensano gli altri!

So che le due cose non possono camminare di paripasso ma una è insita in me e non la posso cambiare con l'altra invece posso trovare una soluzione.

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Mercante di Luce

Io, come ho già avuto modo di argomentare in altre discussioni, credo che ci sia una profonda incompatibilità tra l'essere omosessuali e l'essere cattolici.

Ma ci sono alcune confessioni protestanti che mantengono il messaggio evangelico coniugandolo con una visione più aperta nei confronti dei fedeli, come per esempio la Chiesa Valdese, per cui credo che si possa essere senza problemi cristiani e omosessuali.

 

http://it.wikipedia.org/wiki/Valdismo#Laicit.C3.A0_dello_stato.2C_temi_etici_e_progressismo_sociale

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@Sarokkia

 

Distinguiamo i due aspetti che hai messo in luce: spiritualità e contesto sociale.

 

La spiritualità, che è il nostro rapportarci alla divinità e parallelamente indagare in noi stessi la nostra coscienza e il nostro rapporto con la morte, è un fattore soggettivo e personale, ed è un percorso, non uno "stare". Se gli aspetti di spiritualità incidono più o meno sulle tue scelte sessuali, è una questione che tu puoi scoprire dentro di te e non c'è discussione ne regola che tenga. Quello che "Dio" ti chiede lo scopri dentro di te.

 

Il contesto sociale non è la religione. A te piace essere cristiana perchè vai negli Scout o ti piace appartenere alla comunità del tuo posto con cui condividi riti domenicali. Non c'è niente di male, questo vale per un sacco di persone. Però c'entra poco con Dio e con la fede. Se tu "non dici" di essere gay, non stai mentendo a Dio o peccando, stai semplicemente adattandoti con delle convenzioni sociali. A te sta la scelta se sia più opportuno o meno nasconderti o palesarti, ed è un discorso differente.

 

Ho un amico che è gay dichiarato e, direi, anche parecchio visibile, che è capo dell'Azione Cattolica del suo paese. Con il parroco ha trovato un punto di equilibrio e lui semplicemente fa convivere il suo lavoro per la comunità e il suo appartenere "al gregge" in maniera anche attiva, con il rimorchiare ogni giorno un ragazzo differente e frequentare i consueti luoghi di ritrovo (dark, battuage, saune) di chi ha una sessualità spinta.

Non c'è un conflitto nel rapporto con Dio, o se vuoi con te stesso, la tua etica, la tua visione interiore. C'è un conflitto con il contesto sociale della parrocchia, che risolve semplicemente essendo dichiarato ma evitando comportamenti che possono infastidire gli altri, come tra l'altro è giusto che sia indipendentemente dalla propria fede: si chiama educazione.

Tu ti chiedi se può essere scomodo essere lella tra gli scout. Nella maggioranza dei casi si. In alcuni gruppi scopri molta più tolleranza. Potresti essere la prima, nel tuo gruppo, ad aprire una breccia e a consentire in futuro che altre ragazze con un diverso orientamento sessuale possano comunque vivere il contesto sociale degli scout. Oppure potresti nasconderti come hai sempre fatto e continuerai a fare: in ogni caso per andare nei boschi non hai bisogno di dire che sei lesbica. In entrambi i casi Dio, o Allah, o Buddha, o Ganeshi o il marxismo si adatterà.

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@korio, il discorso sul contesto sociale non fa una piega.

Spero però che tu ti renda conto che il tuo amico di AC

sarà costretto ad andare in dark tutta la vita

perché una relazione matura è impossibile nel suo contesto.

Intendo dire che sta pagando molto caro "non infastidire gli altri".

 

Lo stesso vale per i boyscout e la religione non c'entra.

C'entra piuttosto il conformismo e il non voler essere esclusi da un gruppo.

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@korio, il discorso sul contesto sociale non fa una piega.

Spero però che tu ti renda conto che il tuo amico di AC

sarà costretto ad andare in dark tutta la vita

perché una relazione matura è impossibile nel suo contesto.

Intendo dire che sta pagando molto caro "non infastidire gli altri".

 

Lo stesso vale per i boyscout e la religione non c'entra.

C'entra piuttosto il conformismo e il non voler essere esclusi da un gruppo.

 

In realtà lui se ne frega abbastanza, e ha partners e un folto gruppo di amici gay.

Certo, deve porre cautela a mischiare i due mondi, questo si.

Per dirti un esempio: quando ero in coppia con un suo amico, siamo andati a una "messa di Natale" (ci teneva). Finita la messa ci ha presentati alla famiglia (è dichiaratissimo), e ad alcune persone del posto. Non è stato posto l'accento sull'argomento "gay", ma neanche abbiamo evitato di stare abbracciati io e il mio ragazzo dell'epoca.

 

Non raccontiamo i miracoli ci vuole una gestione attenta, ma dopotutto la richiesta alla base è complicata. Però, e questo dipende ovviamente da luogo a luogo, molto è superare l'iniziale sbigottimento di massa, e poi la gente fa l'abitudine e non ci pensa più. Dopotutto, essere gay è una cosa privata, non è che coinvolge aspetti sociali quotidiani, non cambia il prezzo del pane o il modo con cui si parcheggia la macchina. E' nella mente della gente, l'ostacolo, e spesso nella mente delle persone c'è uno stereotipo e una larva di idea omofoba che poi, quando si conosce un caso reale, della gente vera, e si vede che in realtà non c'è consistenza in questa idea omofoba, la cosa viene rigettata e lasciata a livello di chiacchiere. Quelle, le chiacchiere, sono inevitabili.

 

Con questo non mi azzardo a dire che in OGNI parrocchia sia possibile una cosa del genere, però non è neanche vero che sia impossibile dappertutto.

 

Anche negli scouts, l'esempio è uguale. Ci sono gruppi di scout dove il problema non c'è, dove ci sono ragazzi dichiarati (ovviamente non viene fatta pubblicità della cosa, e l'argomento viene glissato, ma dopotutto essere gay o etero cambia il modo con cui si accende un fuoco?), e gruppi dove conosco gente terrorizzata che deve nascondersi e toccare il culo alle altre ragazze per far vedere di non essere gay e mantenere la parte.

E' di qualche mese fa la protesta di un gruppo di scouts contro una stretta omofoba dell'organizzazione in generale, protesta non condivisa da tutti i gruppi scout ma da alcuni si.

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E' di qualche mese fa la protesta di un gruppo di scouts contro una stretta omofoba dell'organizzazione in generale,

 

Si, si qualche mese fa l'associazione voleva chiudere le porte ai gay.. fortunatamente è stata abbandonata la proposta.

Comunque non sarei né la prima né l'ultima lella scout...ne conosco un sacco in realtà ;) 

E ho conosciuto anche gay che frequentano l'associazione quindi dipende dal gruppo.

Senza contare che non è necessario che lo spiattello al mio gruppo, non lo nascondo toccando i culi ai maschi ;P, se me lo chiedono non lo nego..

 

Però non posso nemmeno far finta di niente sapendo che è una cosa incoerente essere gay e frequentare la chiesa...le due cose non fungono insieme.. dovrei testimoniare qualcosa in cui non credo e non voglio farlo.

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Però non posso nemmeno far finta di niente sapendo che è una cosa incoerente essere gay e frequentare la chiesa...le due cose non fungono insieme.. dovrei testimoniare qualcosa in cui non credo e non voglio farlo.

 

In realtà questa posizione è un po'.. falsa. La Chiesa considera l'omosessualità in se come una caratteristica degli uomini e delle donne, non si può infatti discutere il sentimento umano. Puoi trovare una nota di questo tipo sulla catechesi moderna.

 

E' la sessualità che è in generale considerata peccato quando non viene fatta a scopo procreativo, quindi il sesso lesbo e gay è alla pari del sesso fuori dal matrimonio e dal sesso fatto con metodi contraccettivi, per non parlare della masturbazione che è considerata un attacco diretto ai 10 comandamenti. Però non credo tu ti porresti gli stessi problemi, ne chiedi alle persone che sono intorno a te il rispetto "talebano" di tale posizione.

 

E in realtà tu non testimoni nulla. Tu sei una persona e come tutte le persone vivi al meglio la tua vita. La cosa importante non sono gli atti esteriori ma sono gli atti interiori. Se tu pensi che sia sbagliato essere lesbica, allora è un problema con il quale dovrai convivere, e la tua unica soluzione sarà l'astinenza. Se invece pensi che non ci sia nulla di male ad essere lesbica, quello è il tuo punto di vista e se Dio esiste lo sa. Entrare o no in Chiesa cambia poco, non è l'atto formale, o il rito, o la forma che contano.

 

Quindi ti dico: fai un lavoro interiore per capire esattamente cosa significa per te credere e cosa significa per te la fede. E cerca di essere onesta con te stessa e capire di chi temi la disapprovazione quando entri in Chiesa, se di Dio oppure delle signore in prima fila pronte a fare delle chiacchiere il riempitivo della propria giornata. 

 

Quando avrai chiarezza su queste cose, tutto sarà molto ovvio.

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semmai credo sia strano essere cattolici e frequentare la chiesa. la chiesa è un'istituzione fatta di persone, non è amministrata da dio in persona, e in quanto tale è fallibile (e spesso risibile). bisognerebbe coltivare la propria spiritualità anche aldilà del mero luogo di culto (esente da ici), specie quando si fa di tutto per considerarci ospiti appena tollerati. oppure cambiare religione e scoprire la via per conto proprio, senza considerare l'esser stati battezzati una cosa che "ormai c'è e tocca tenermelo"

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semmai credo sia strano essere cattolici e frequentare la chiesa. la chiesa è un'istituzione fatta di persone, non è amministrata da dio in persona, e in quanto tale è fallibile (e spesso risibile). bisognerebbe coltivare la propria spiritualità anche aldilà del mero luogo di culto (esente da ici), specie quando si fa di tutto per considerarci ospiti appena tollerati. oppure cambiare religione e scoprire la via per conto proprio, senza considerare l'esser stati battezzati una cosa che "ormai c'è e tocca tenermelo"

 

E questo è scritto nella pietra. Concordo perfettamente. 

E' un passo importante la comprensione di quanto "essere cattolici" sia una espressione sociale di contesto: andare alla messa, con quegli amici, quel giro, l'abitudine familiare, l'approvazione dei vicini, in cui la spiritualità viene molto molto dopo, e invece quale sia la richiesta interiore (qualora ci sia), di soddisfare a domande dello spirito, domande che poco hanno a che fare con regole formali, domande a cui l'essere cattolici da delle risposte ma che ci devono andar bene nel totale, altrimenti forse non è l'essere cattolici il proprio modo di esistere.

E' un passo da fare, da chi lo vuol fare. C'è poi chi si accontenta di vivere nell'incoerente compromesso, e ok, va bene uguale ma poi non chiediamoci come fare a risolvere il compromesso stesso.

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E' la sessualità che è in generale considerata peccato quando non viene fatta a scopo procreativo, quindi il sesso lesbo e gay è alla pari del sesso fuori dal matrimonio e dal sesso fatto con metodi contraccettivi, per non parlare della masturbazione che è considerata un attacco diretto ai 10 comandamenti. Però non credo tu ti porresti gli stessi problemi, ne chiedi alle persone che sono intorno a te il rispetto "talebano" di tale posizione.

 

Vero, non ci avevo riflettuto sopra a questa cosa..

E non penso sia sbagliato essere lesbica, assolutamente..

 

In quanto a testimoniare direi che invece essendo capo è parte del mio dovere educativo. Però d'altronde possiamo riprendere lo stesso discorso quotato sopra: tutti i capi fanno sesso fuori dal matrimonio, anche non in relazioni stabili, quindi non credo che questo genere di comportamento sia più corretto dell'avere una relazione omosessuale.

 

Delle signore in prima fila non me ne frega niente..

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Vero, non ci avevo riflettuto sopra a questa cosa..

E non penso sia sbagliato essere lesbica, assolutamente..

 

In quanto a testimoniare direi che invece essendo capo è parte del mio dovere educativo. Però d'altronde possiamo riprendere lo stesso discorso quotato sopra: tutti i capi fanno sesso fuori dal matrimonio, anche non in relazioni stabili, quindi non credo che questo genere di comportamento sia più corretto dell'avere una relazione omosessuale.

 

Delle signore in prima fila non me ne frega niente..

 

Ecco qua, carissima. Hai tutte le chiavi in mano per aprire le porte del tuo futuro.

Mi sembri tosta al punto giusto per camminare, se questo è il tuo desiderio e obiettivo, nel sentiero stretto ma possibile fra la propria identità personale e il vivere, testimoniandolo, all'interno di una cristianità moderna che non ponga più anacronistiche attenzioni alle forme sociali come il sesso dentro o fuori le relazioni, le identità sessuali o la carne di maiale e le aragoste, ma che torni a vivere in chiave moderna i capisaldi di tolleranza fede e speranza che sono i bastioni del messaggio cristiano. 

 

Usa la forza della tua identità di capo per testimoniare queste cose, per parlare ai ragazzi che quello che conta è amare, è rispettare gli altri e se stessi (il che significa precauzioni e attenzione), e che conta ciò che si ha dentro e non   il colore o il sesso delle persone che frequentiamo e amiamo. Allora, io credo, avrai svolto effettivamente i tuoi compiti di educatrice.

Edited by korio
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Usa la forza della tua identità di capo per testimoniare queste cose, per parlare ai ragazzi che quello che conta è amare, è rispettare gli altri e se stessi (il che significa precauzioni e attenzione), e che conta ciò che si ha dentro e non   il colore o il sesso delle persone che frequentiamo e amiamo. Allora, io credo, avrai svolto effettivamente i tuoi compiti di educatrice.

 

E' impossibile darti torto.

Edited by Mikafan
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Hinzelmann

 

 


In quanto a testimoniare direi che invece essendo capo è parte del mio dovere educativo. Però d'altronde possiamo riprendere lo stesso discorso quotato sopra: tutti i capi fanno sesso fuori dal matrimonio, anche non in relazioni stabili, quindi non credo che questo genere di comportamento sia più corretto dell'avere una relazione omosessuale.

 

Non è esattamente la stessa cosa evitare di "spiattellare"

al gruppo di essere lesbica, predicando l'amore universale

ed il rispetto per tutti e dire che sei lesbica ed hai una ragazza

 

Delle sistemazioni si possono trovare ma un certo livello di

autocensura ti sarà sempre richiesto

 

Un etero che presenta la fidanzata non si mette certo

a parlare di sesso...ma intanto la presenta.

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senza per forza scomodare i bulli...

pensa a quelle donne che subiscono violenze dai loro partner... e poi pucci pucci li perdonano, e continuano così più e più volte...

di recente c'era quel caso dove http://www.huffingto..._n_3346627.html


In effetti il tuo è un esempio molto più calzante :P
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Cari ragazzi/e, secondo voi l'essere gay può andare d'accordo con l'essere religiosi?

Io ho scoperto da non molto la mia omosessualità e sono sempre stata cattolica.

 

Quindi, si religione, no chiesa, come per tante altre cose che non si capiscono di questa istituzione? (In teoria le due cose andrebbero di paripasso!)

 

Voi che ne pensate?

 

Guarda io sono stato praticante fino all'età di 14 anni, poi mi sono distaccato sempre di più dalla religione (non per il fatto di essere gay) fino a non pormi domande sull'esistenza o no di un Dio, mi definisco un agnostico, non posso definirmi ateo in quanto battezzato/cresimato, ecc...

 

Un paio di ragazzi gay che conosco erano di famiglia credente e si sono distaccati fino ad ignorare completamente il tema religione (cosa comune a molti giovani comunque). Poi ho conosciuto tempo fa un tipo che prima era cattolico (era stato per tanti anni chierichetto), poi si era avvicinato addirittura ai mormoni (quanto di più omofobo ci sa, roba da pazzi) e infine è diventato un wiccan praticante, perchè mi ha spiegato che malgrado sia gay non riesce a credere che non esista un'entità superiore.

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Boh, io ad esempio seguo molto le attività della parrocchia, non credo nella chiesa, ma credo in Dio e sono convinto di poterci parlare da solo e pregarlo se ho bisogno, non devo certo fare tutte quegli inutili riti con l'aiuto di un tizio che sta sull'altare vestito in modo strano.

 

Inoltre nei 10 comandamenti non è scritto che non bisogna essere gay.

 

I comandamenti sono stati consegnati da Dio in persona a Mosè, tutto il resto è un'interpretazione di altre persone. Non me ne frega nulla di quel che dicono Luca, Matteo o Pierino, se Dio ama tutti indistintamente e non dice che essere gay è tra i peccati, io ascolto lui, non certo altri tizi che con la scusa di riportare la parola di Dio ci hanno infilato dentro chissà quali opinioni e giudizi personali.

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 non posso definirmi ateo in quanto battezzato/cresimato, ecc...

 

Mi sa che non hai ben chiaro il significato di ateo.

 

 

Però non posso nemmeno far finta di niente sapendo che è una cosa incoerente essere gay e frequentare la chiesa...le due cose non fungono insieme.. dovrei testimoniare qualcosa in cui non credo e non voglio farlo.

 

Nella chiesa ci sono troppi personaggi che insultano gli omosessuali, secondo me tollerarlo è un errore.

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Mi sa che non hai ben chiaro il significato di ateo.

 

 

 

Nella chiesa ci sono troppi personaggi che insultano gli omosessuali, secondo me tollerarlo è un errore.

 

Giusto! Secondo me essere gay & cattolici è un ossomoro,un pò come dire di essere nazisti & comunisti oppure etero & omo.

Infatti quando l'acuzzino comincia ad amre il proprio carnefice si parla di Sindrome di Sthendal :girlsigh:

Edited by LadyOscar
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Giusto! Secondo me essere gay & cattolici è un ossomoro,un pò come dire di essere nazisti & comunisti oppure etero & omo.

Infatti quando l'acuzzino comincia ad amre il proprio carnefice si parla di Sindrome di Sthendal :girlsigh:

 

Trollol

Edited by dreamer_
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privateuniverse

Sarà la trecentesima volta che si aprono discussioni di questo tipo.

 

Ma cercare se ce ne sono già altre, prima di aprirne una, no eh?

 

 

Il contesto sociale non è la religione. A te piace essere cristiana perchè vai negli Scout o ti piace appartenere alla comunità del tuo posto con cui condividi riti domenicali. Non c'è niente di male, questo vale per un sacco di persone. Però c'entra poco con Dio e con la fede. Se tu "non dici" di essere gay, non stai mentendo a Dio o peccando, stai semplicemente adattandoti con delle convenzioni sociali. A te sta la scelta se sia più opportuno o meno nasconderti o palesarti, ed è un discorso differente.

 

Mi pare un modo molto discutibile, e molto disonesto, di rapportarsi: con la chiesa alla quale si pretende di appartenere, con il mondo circostante e, in definitiva, anche con sé stessi.

 

Non vedo su quali basi si possa affermare che una persona che pretenda di professare una fede religiosa possa, sostanzialmente, fare quel che vuole, a seconda delle convenzioni sociali, senza che questo non mini dalle fondamenta l'autenticità della sua fede religiosa e del rapporto che, presumibilmente, in quanto credente dovrebbe avere con Dio.

 

Che poi casi del genere siano frequenti, forse soprattutto in Italia, visto che siamo il paese della doppia morale, quella pubblica e quella privata (non a caso tu hai distinto tra "spiritualità" e "contesto sociale", e non tra "spiritualità" e "religione"), non significa che possano essere considerati una risposta accettabile e valida alla domanda che è stata posta all'inizio della discussione.

 

 

PS Io resto sempre meravigliato quando confronto la rigidità dogmatica della chiesa cattolica e la sua estrema, come dire, flessibilità sul piano pratico; soprattutto in Italia.

Che ci sia un divario fra i principi e la realtà è inevitabile; sono il primo a esserne consapevole, a volte anche dolorosamente, quando penso a me stesso.
Ma la capacità dei cattolici italiani, e forse in particolare dei gay cattolici italiani, di contorcersi a 360 gradi, conciliando l'inconciliabile, ha dell'incredibile; o, forse, dovrei dire che ha del "miracoloso".

In passato questo mi scandalizzava. Ora che sono più maturo mi fa solo scuotere la testa e, in qualche modo, mi diverte.
Perché, diciamocelo: questo modo di credere, anzi, di vivere, non può essere preso sul serio.
 

Edited by privateuniverse
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Mi hai quotato e ti rispondo, @privateuniverse

 

Non credo che le proprie scelte spirituali siano discutibili dall'esterno. Non credo che, in un argomento dove quello che conta è il proprio personale rapporto con Dio (in senso più ampio possibile), si possa dire ciò che è giusto o sbagliato.

 

Per quanto riguarda la dogmaticità della chiesa cattolica, c'è da dire che ogni dogma è sempre posto dagli uomini e che comunque è Dio a giudicare, e quello che conta, Vangelo alla mano, è ciò che si ha nel cuore e non il rispetto stretto delle regole, e non conta un giudizio esterno rispetto al quale bisognerebbe sempre essere molto cauti. Da non cattolico ma da conoscitore dell'argomento, il vangelo è pieno di richiami a questo aspetto: vale il commento all'episodio della Maddalena " chi è senza peccato scagli la prima pietra" o la pagluzza nell'occhio degli altri contro la trave che si ha nel proprio, o ancora l'episodio chiave del figliol prodigo, lo scontro tra Gesù e il Tempio, che viene fatto virtualmente crollare.

 

Ma aldilà dei richiami, io credo non sia corretto stare li a giudicare il modo con cui ogni persona cerca di mediare quelli che sono aspetti culturali "indotti" dall'ambiente, la propria spiritualità, e gli eventi che cambiano nella vita. La coerenza esteriore non è mai un gran pregio, quello che conta è il rispetto dei fondamentali: carità, speranza, fede.

Questo per ogni persona. Se poi si vogliono fare critiche al contesto Cattolico e alle regole formali della Chiesa, perchè discuterne ancora? si sa che sono dogmi anacronistici e legati a un contesto sociale oramai senza senso. E proprio per questo non vedo come si possano criticare i tentativi di giovani che cercano dall'interno, con la propria vita e faccia, di innovare e cambiare le cose, lentamente e nel proprio piccolo.

 

Aggiungo e chiarisco: 

 

Non ha senso dire " tu se sei gay non devi essere cattolico ". Uno fa quello che vuole, e interpreta il proprio fallace raffronto con un set di regole come crede. Rispetto alla propria spiritualità, dentro di se una persona valuterà e peserà quanto può sentire qualcosa "peccato", e pesare sulla propria coscienza e spiritualità il rispetto o meno di qualche elemento. Probabilmente a un giovane d'oggi una sessualità aperta (che sia gay o etero è indifferente) non viene considerata un "peccato grave", se questa sessualità è legata a rapporti sentimentali di valore e non a una promiscuità materiale. E, come dire, la validità o meno di questa scelta se la giocherà con Dio il giorno del giudizio, e rispetto a questo giudizio, il valore sociale della disapprovazione della signora in prima fila a cui non piace che la nostra amica si abbracci con la sua ragazza vale molto poco.

Così come vale molto poco il rispetto di una forma generale. Una persona può andare in chiesa o meno ogni settimana, e nessuno andrà a casa sua a trascinarlo ogni domenica in parrocchia. Potrà avere una disapprovazione, il prete potrà guardarlo male. Ma se questa persona crede fortemente dentro di se che questa cosa non ha senso, e che il nutrimento della propria spiritualità e del proprio rapporto con Dio si basa su altre cose, questa sarà la sua regola. Sarà un peccatore? sarò un peccatore. La gente lo giudicherà male? lo faccia e guardi la pagliuzza nel suo occhio rispetto alla trave del loro e si senta pronta a scagliare la prima pietra, lui porgerà l'altra guancia e proseguirà per la mia strada.

 

Non sarà un Cristiano Cattolico DOCG ? Esticazzi. 

 

Non è corretto definirsi Cristiano Cattolico se non si vuole essere DOCG? E chi lo decide? E chi è che deve deciderlo: una persona esterna o se stessi e Dio?

Edited by korio
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privateuniverse

E' una questione della quale si è discusso ampiamente.

 

Di solito, i non cattolici tendono a valutare ciò che è giusto o sbagliato per un cattolico basandosi sul fatto che, per l'appunto, non sono cattolici.

 

Il problema è che un cattolico questo non potrebbe farlo; un cattolico non può appartenere a una chiesa scegliendo di trasgredire in privato le regole che implicitamente accetta di seguire in pubblico. Non è questione di non giudicare, ma di coerenza tra ciò che si dichiara in pubblico e ciò che si fa in privato.

 

Se, per intendersi, io sono un quadro di un'organizzazione cattolica e vado regolarmente con prostitute, non posso dire "l'importante è il rapporto che ho con Dio".

 

Questo è l'alibi degli opportunisti; e dubito fortemente che un cattolico che ammettesse pubblicamente di andare con le prostitute non riceverebbe sanzioni e potrebbe mantenere la posizione che occupa.

 

Che poi la chiesa cattolica, soprattutto in Italia, si comporti così, predicando più o meno bene e razzolando malissimo, purché di nascosto, non è un buon motivo per sostenere che questo sia un modo dignitoso e onesto di quadrare il cerchio tra orientamento sessuale e orientamento religioso.

Edited by privateuniverse
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