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Si può uscire dall'egodistonia?


Sampei

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Ciao a tutti,

cerco di spiegare brevemente quello di cui vorrei parlare, che in effetti è riassunto nel titolo. Se un ragazzo gay è egodistonico lo sarà per sempre? Avrà o non avrà la possibilità di stare bene con se stesso prima o poi? Io credo di essere egodistonico perchè sono ormai perfettamente consapevole della mia omosessualità da 4-5 anni, ma tutto ciò che ho fatto in questo periodo è stato innamorarmi di due o tre ragazzi etero presi un po' a caso nella popolazione umana e provare una sola volta invano a forzarmi a stare con un ragazzo gay conosciuto in un sito, verso il quale però non provavo assolutamente nulla. Non riesco a fare altro per cambiare la situazione. Non riesco a fare coming out con nessuno. Non con la mia famiglia, perchè ci sono sempre tensioni (che non riguardano me) e poi mi vergogno davvero troppo; e nemmeno con gli amici, perchè alcuni sono persone molto morbose, altri sono conoscenti troppo superficiali, altri ancora hanno orientamenti politici di merda. Ho provato a cercare nuovi amici ma non è cambiato niente, anche le nuove persone che conosco via via per cercare di cambiare giro di amicizie si rivelano appartenere alle tre categorie suddette.

 

Vorrei reagire a questo blocco; ho deciso di far qualcosa, di smettere di essere così inerte dopo un nuovo evento che mi ha lasciato estremamente perplesso: ho avuto il sospetto che un ragazzo ci provasse con me, ma quando mi ha chiesto "informazioni dettagliate" non ho avuto il coraggio di dire la verità.

 

Ormai quell'occasione è perduta per sempre, e forse non era nemmeno un'occasione ma solo un film mentale. Mi ha però molto impressionato il terrore che ho avuto alla prospettiva di essere giudicato da qualcuno che mi chiedeva molto serenamente se avessi la fidanzata... o il fidanzato.

 

Che cosa potrei fare? Forse dovrei prendere dei medicinali? Delle "pillole della felicità" per intenderci, che mi facciano essere meno palloso e più socievole? Forse dovrei essere più interessante ma non ho la più pallida idea di cosa obbigarmi a fare per esserlo. Non so, l'unica cosa su cui non ho dubbi è che mi sento inferiore agli altri perchè mi sento una persona immatura, troppo ingenua e sprovveduta. Uno che è rimasto "indietro" insomma. Io stesso mi scarterei dalle persone che mi piacerebbe conoscere.

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Ciao!

Per capire meglio la tua situazione, se d'improvviso tu ti ritrovassi a vivere in un'ipotetica "Gaylandia" in cui tutti sono gay e nessuno ti chiede nulla perchè tutti danno per scontato la tua sessualità, ti sentiresti ancora egodistonico ?

 

 

Quello che intendoè : il problema è in te, o il problema sono gli altri e tu in realtà con te stesso vivresti bene e magari riusciresti anche ad approcciarti meglio coi ragazzi?

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umh ghosthunter credo che abbia centrato il problema.  Quanti anni hai? Prima d scoprirti gay era tutto ok?

 

beh il nn aver risposto alla domanda di un sospetto gay che ti chiede se stai con ragazze o ragazzi è stato sciocco..

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OT Non so perché ma il sito mi ha pubblicato due volte lo stesso commento :(

Edited by Mikafan
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Sono sorpreso che esista l'egodistonia (è uno dei rami del disturbo ossessivo-compulsivo per caso?)

 

Anche io credo che @GhostHunter77 abbia centrato il punto. Sei tu che sei conflittuale con la tua omosessualità o lo sei solo per colpa degli altri?

 

Ho trovato un sito, non so se può esserti utile http://gayfriendlyroma.forumcommunity.net/?t=21193993

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Ho 24 anni e prima di "rendermi conto" di essere gay andava tutto peggio, stavo parecchio male perchè non riuscivo a concepire questa cosa mentre chiaramente nulla funzionava come mi sarei aspettato. Poi quando l'ho capito e accettato la situazione è migliorata molto. Riguardo all'ipotesi "gaylandia" sinceramente non saprei, credo che avrei comunque forte imbarazzo a gestire una situazione in cui un ragazzo ci prova apertamente con me... soprattutto (paradossalmente!!!) se quel ragazzo mi piace.

 

E' stato appunto quel che è successo: non avrei mai ipotizzato che il ragazzo che da un po' di tempo ritenevo tanto carino iniziasse a parlare con me, prendesse l'iniziativa per conoscermi e mi facesse una domanda così incredibilmente improvvisa e diretta. Alla domanda "hai il ragazzo?" mi sono limitato a rispondere di no e sono rimasto paralizzato dall'imbarazzo. Ci sono state altre due o tre discussioni estremamente ambigue con lui, ma ho sempre guardato il lato negativo della cosa (ripetendomi: "non farti viaggi mentali, stai travisando delle parole casuali")  piuttosto che cercare di capirne di più. Ora, sono piuttosto abbattuto non (solo) per il fatto che non saprò mai se si trattava di un etero chiacchierone o di un gay che ci provava, ma soprattutto perchè ho constatato che non sono capace di interagire in maniera serena in situazioni del genere: il terrore di "fare brutta figura" con il mio interlocutore (alla prospettiva di fargli capire di essere gay) è stato cento volte più forte dell'interesse che avevo... per lui, e quindi ovviamente, che sapesse di me, e parallelamente dell'interesse che avrei avuto a indagare di più su di lui.

Edited by Sampei
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Hai paura che quel ragazzo di avrebbe trattato male, se gli avessi detto di essere gay?

 

Cioè, tu dici che eri quasi terrorizzato se quel ragazzo avesse capito che sei gay, ma...perché? Perché ti "vergogni" di te? Perché hai paura che non ti accetta? Hai paura che saputo che sei gay ti mandava a quel paese e non ti trattava più come prima?

Edited by Mikafan
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Ciao @Sampei

capisco molto bene quel che dici a proposito del fatto che "ti scarteresti anche tu dalla lista della gente da conoscere"..

il tuo atteggiamento un filino nevrotico mi fa simpatia :)

M...io non credo che un ragazzo egodistonico lo sarà per sempre.

Quel che dici a proposito di innamoramenti di ragazzi etero "a random" e la delusione del ragazzo conosciuto in chat è una cosa in fondo naturale...

 

Ti chiedo, se posso: cosa ti dà fastidio dei ragazzi gay, tanto da vergognarti della tua omosessualità?

Perché se inizi a de-costruire certe associazioni di idee le cose iniziano a sistemarsi...

Più ragazzi gay conoscerai, più t'accorgerai che non è un mondo "compatto".

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Capacity92

Sei egosintonico, lascia  l'egodistonia a chi ne soffre davvero. La questione è che hai paura delle conseguenze sociali di un 'eventuale scoperta della tua omosessualità... giusto? Forse hai paura di non venire accettato, hai paura di rimanere solo...

Edited by Capacity92
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@Capacity92 ha ragione, se tutti i gay egodistonici fossero come te 

probabilmente vivremmo in paradiso.. :)

Direi che sei solo timidissimo e insicuro.

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Cosa mi dà fastidio dei ragazzi omosessuali? Beh in effetti niente. E' solo che invidio la sicurezza e la spavalderia che hanno generalmente i ragazzi etero... e anche invidio il fatto che possono permettersela. La loro consapevolezza di "essere socialmente ok" è veramente un problema per me, perchè appunto io ho la consapevolezza contraria, e non sono assolutamente capace di gestirla in pubblico. Certo se uno ti insulta tu reagisci, ma sai anche che quando si sa si apre anche una serie infinita di situazioni di conflitto, in cui devi dimeniticarti il piacere di parlare con nuove persone e pensare solo a difenderti. Anche per questo non sono riuscito a svelarmi a quel ragazzo: temevo che avrebbe utilizzato questo "dato" su di me per giudicarmi e per scartarmi dalle sue conoscenze. Il problema non è il rifiuto nè l'insulto, è il fatto di essere obbligati a fornire un'informazione che può ritorcersi contro di te.

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Capacity92

Quando vedo una persona la cui percezione di cosa è "socialmente ok" è così fortemente condizionata e soprattutto non riesce a vedere la società dal di fuori come un semplice insieme di regole più o meno arbitrarie... penso che ci sia poco da argomentare... ti sentirai sempre sbagliato a questo punto, devi prendere consapevolezza di cosa è una società 

 

La sicurezza la puoi avere anche tu. Con tutto quello che i ragazzi gay devono attraversare tra CO e casini sono molto più sicuri loro di molti etero sbruffoni.

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SAmpei, ma sei proprio sicuro che non ci sia più occasione di parlare a quel ragazzo? Perhcé credo che dialogare con lui sarebbe ottimo per te. Soprattutto se è gay e soprattutto se ti piace.

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La loro consapevolezza di "essere socialmente ok" è veramente un problema per me, perché appunto io ho la consapevolezza contraria, e non sono assolutamente capace di gestirla in pubblico. Certo se uno ti insulta tu reagisci, ma sai anche che quando si sa si apre anche una serie infinita di situazioni di conflitto, in cui devi dimenticarti il piacere di parlare con nuove persone e pensare solo a difenderti. 

 

Allora, è un po' anacronistico credere che da gay tu non possa essere "socialmente ok", né pare tu ti fidi troppo degli altri, se temi ti "scarterebbero" dalle loro conoscenze se solo sapessero che sei gay.

Come vai accorgendoti, non puoi rimanere in questo limbo.

 

Probabilmente esageri nel ritenere che le conseguenze saranno così temibili, che dovrai vivere sempre "in difesa"...

l'omofobia esiste, ma di omofobia non si muore...non a 24 anni.

Come dice @Capacity92, a volte dover affrontare una serie di "casini" può rendere un ragazzo gay socialmente più "indipendente".

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Di casini purtroppo ne ho già affrontati parecchi, non inerenti l'omosessualità ma comunque non era roba da poco.

Affrontare casini a quanto pare non rende le persone più forti, le sfianca e basta.

 

Il ragazzo di cui parlo non lo rincontrerò certamente mai più perchè l'ho conosciuto all'estero.

Chissà poi forse tutte queste elucubrazioni sono anche colpa mia, se mi convinco anche solo per un momento che sia normale che un ragazzo possa provarci con un altro ragazzo in un contesto assolutamente neutro, cioè "non-gay". Mi dimentico infatti che è qualcosa che non può accadere normalmente, mi dimentico che le relazioni sociali di base non possono che essere eterocentriche.

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Capacity92

le relazioni sociali di base sono tra persone :) non per forza Uomo-Donna e conosco gente che non si fa problemi a fermare ragazzi per strada a provarci, forse sarà l'ambiente universitario... E ancora non capiamo quale sia il problema... Di cosa hai paura? 

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@Sampei ti serve un po' d'esperienza per renderti conto che puoi decidere tu come comportarti con gli altri, che non sei tenuto a comportarti in modo convenzionale. Se penso a quando son stato insultato, o quand'ero più piccolo "bulleggiato" a vausa dell'omosessualità, in nessun caso è accaduto perché avevo tentato degli approcci, anzi.

 

Quando ho scritto che affrontare dei casini può rendere più "indipendenti" non intendevo dire necessariamente più forti...solo più capaci di discriminare cosa ci sta bene da cosa non ci va :)

Edited by schopy
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Beh di cosa ho paura è scontato: di perdere le amicizie che ho, di non poterne più creare di nuove, di non poter vivere le esperienze positive che ho vissuto finora per esempio viaggiando per l'Europa protetto dalla presunzione universale "esisti ergo sei etero". Dovrei accettare di subire tutte le conseguenze degli stereotipi, perchè è inevitabile, ma non me ne capacito ancora, non riesco a mandar giù questa cosa.

 

La rottura dell'omosessualità è che si tratta di una diversità "nascondibile" e quindi puoi assaporare realmente i vantaggi che ci sono nel non esporsi, cosicché ti ci abitui e non riesci a conoscere alternative. Se solo fossi nero o pellerossa sarebbe più semplice.

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Non so se si sta usando correttamente il termine egodistonia.

Una cosa sulle amicizie, secondo me non ha molto senso non fare CO per paura di perdere gli amici. Se non lo accettano vuol dire che non sono veri amici e quindi meglio perderli.

Poi il resto sono paranoie inutili, non penso abbiano molto senso neppure queste, è un farsi del male in cambio di niente.

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Non riesco a fare coming out perchè solo così penso di poter continuare ad avere degli amici e poterne conoscere di nuovi. Già è difficile per me avere delle relazioni sociali decenti, per colpa del mio carattere, se poi dovessi aggiungerci anche altre complicazioni potrei tranquillamente chiudermi in camera senza più uscire. Non voglio restare da solo, è brutto. Vorrei poter continuare a vivere delle esperienze con gli altri, vorrei non isolarmi. Forse sono solo un vigliacco però le motivazioni che ho scritto sono vere, non sto inventando. Razionalmente, si tratta di mettere in discussione ogni cosa, e anche di mettere allo scoperto un proprio punto debole. E' per questo motivo che non ho la più pallida idea di cosa fare.

 

Per tornare all'esempio di prima, non sono riuscito a dire altro a quel ragazzo perchè mi immaginavo già la sua reazione: "ah poveraccio 'sto sfigato è anchesì frocio, come cavolo mi è venuto in mente di rivolgergli la parola". Non so, mi sono prefigurato già il suo disgusto nei miei confronti e non ce l'ho fatta a dire nient'altro, sono rimasto bloccato.

Edited by Sampei
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Consiglio meramente spassionato: partendo dal fatto che ciascuno/a di noi deve fare il proprio percorso prima di raggiungere il proprio equilibrio, sappi che il desiderio di mantenere rapporti sociali con i tuoi "amici" reprimendo totalmente la tua persona e natura, aggraverà i tuoi problemi del socializzare col prossimo.

Proprio in virtù del fatto che non sarai mai tranquillo a parlare con una persona perchè avrai sempre il tarlo de "devo nascondere la mia omosessualità" nel cervello e vedrai pericoli in ogni dove.

E te lo dice una persona che ha fatto i suoi primi C.O. con un'età maggiore della tua ed è passata attraverso tale stadio.

Scelta tua quella di rimaner celato perchè ritieni ogni singolo essere umano un lupo cacciatore di omosessuali, ma non credere che ti sarà possibile nasconderti a vita nè tantomeno sperare di instaurare una relazione stabile e seria con una persona tenendola rinchiusa in un armadio.

 

Per il resto, in bocca al lupo

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@Sampei scusami, ma tu viaggi per tutta Europa e hai chiunque incontri ti mette addosso il timore che la tua omosessualità venga scoperta? Mi suona nuova come cosa perché tendenzialmente nascondi la tua omosessualità maggiormente se sei in un contesto locale come può esserlo il merdoso paese dove vivo io nell'hinterland milanese.

 

Ho sentito di parecchie persone che, una volta fuori dal loro contesto di vita originario, si sono date alla pazza gioia in altri paesi e sono, per dir così, rinate.

 

Se un ragazzo ci prova con te stacci, non ha alcun senso respingere le persone a priori. Non dovevate per forza fare sesso davanti a tutti in quel momento, no? ;)

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Vergognarsi dell'omosessualità è un punto debole.

Vergognarsi di se stessi è un problema, immagino grave, e non so cosa fare per smettere.

 

 

 


chiunque incontri ti mette addosso il timore che la tua omosessualità venga scoperta?

Non capisco lo stupore, nel titolo parlo apertamente di egodistonia, non credo di aver utilizzato la parola a caso. Se uno è schiavo del giudizio degli altri lo è tanto nel proprio paese che all'estero, non vedo differenze.

Non è questione di "starci", perchè non ho alcuna prova che fosse gay nè tantomeno che fosse interessato a me. Sarebbe stato sufficiente non essere paralizzato dal terrore e discutere tranquillamente dell'argomento che aveva messo in mezzo lui con tanta disinvoltura. Eh, "disinvoltura", che parola figa, so a stento cosa significhi.

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Capacity92

L'egodistonia è la non consapevolezza di un atto/stato mentale (e il relativo correlato comportamentale), spesso è un termine associato a disturbi del comportamento nevrotici o organizzazioni psicotiche. 

 

Sei inconsapevole di essere gay? Mi sembra di no, quindi non capisco di che egodistonia stiamo parlando...

 

Secondo me la tua timididezza e la tua scarsa competenza nelle abilità sociali ti fanno vedere il problema come più grande di quello che è. Una persona simpatica rimane tale che sia dichiaratamente gay o meno. Se è dichiarata, ha la fortuna di sapere che ogni suo amico è un suo vero amico. Se una persona è antipatica e noiosa o comunque, per qualche motivo, non riesce a costruirsi una rete sociale degna di questo nome, avrà difficoltà sia etero che gay dichiarato. 

 

Secondo me dovresti lavorare su te stesso a prescindere dalla tua omosessualità...

Edited by Capacity92
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Non è assolutamente vero, l'egodistonia non postula affatto l'inconsapevolezza. Quello che conta è l'attuazione di un pensiero, di un comportamento contrario o confliggente con le esigenze del proprio io. La persona, ahimé, può esserne perfettamente consapevole.

 

Anzi paradossalmente se un disturbo è egosintonico la persona probabilmente non ne uscirà mai, non riconoscerà di avere un problema perchè non lo ritiene tale!

 

Non voglio per forza autodiagnosticarmi, ovvio, ci tenevo solo a fare questa precisazione.

 

Insomma tornando al tema generale, cercavo una spiegazione alla mia coglionaggine per poterla superare o almeno contenere un po'.

Edited by Sampei
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Capacity92

Non è affatto vero, se una persona è egodistonica non riterrà il problema tale, non si accorgerà nemmeno di avere un problema. Un tipico esempio è il paziente tipo del disturbo narcisista o chi soffre di disturbo paranoide. L'egosintonia tipica di molti pazienti nevrotici da loro la consapevolezza che c'è un problema, invece...

 

Scusa se sono pedante ma queste cose mi stanno a cuore e mi piace la correttezza nelle definizioni

 

Per il resto... Non capisco se il problema è l'essere gay o l'essere socialmente poco abile... 

Edited by Capacity92
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Forse non ci troviamo perchè io volevo usare la definizione per descrivere il singolo comportamento mentre tu la utilizzi per descrivere la persona nel suo complesso.

 

Insomma volevo identificare una situazione in cui, più o meno consapevolmente, mi sono comportato in maniera assurda e contro i miei stessi interessi. Perchè appunto avevo un forte interesse per una persona, la cosa mi ha lasciato decisamente sconvolto e in definitiva non ho fatto altro che allontanarla. Ma forse non ha nemmeno più importanza, ormai è inutile ripensarci.

Edited by Sampei
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Hinzelmann

Mah insomma...io non credo che il terrore di dire: "sono gay"

sia qualcosa di così strano, suppongo che la prima volta che

un gay l'ha detto a qualcuno sia stato per tutti a vario titolo

emozionante.

 

Si tratta in fondo di realizzare la propria omosessualità, portarla

da un piano che è quello della "condizione omosessuale" a quello

della sua "realizzazione"

 

Finché la tua omosessualità la conosci solo tu, in fondo è come se

non esistesse...anche se tu sai di esserlo, puoi far finta che non ci

sia. Ovviamente la pulsione sessuale ti spinge ad uscire da questa

situazione, perchè vorrebbe una realizzazione un soddisfacimento

i ragazzi carini li vedi...il conflitto non è coi tuoi interessi ma con i tuoi

desideri

 

Cosa invidi come caratteristiche personali agli etero? La spavalderia

 

Quindi in realtà sei abbastanza consapevole di essere un "vigliacco"

di fartela sotto...

 

Però non devi pensare a te stesso come ad un vigliacco costituzionale

in realtà una parte di te per bloccarti ti scatena una reazione emotiva

spropositata, ingigantendo i pericoli nonostante il contesto favorevole

( essere all'estero etc. )

 

Si tratta di prendere atto del fatto che in certi contesti, nonostante

questo terrore irrazionale, il pericolo effettivo è modesto e che sei

tu che ci metti del tuo, lo alimenti...sei tu ad avere paura di te stesso

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