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Gay ripiegati su se stessi


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Vista la becera discesa negli inferi rosa che sta prendendo questo topic, peraltro partito molto bene, vi chiedo solo il favore di riportare i toni ad un livello sereno, e qualora vi venisse voglia di insultare, sfogatevi sulla foto di Margherita --->   Elio_Veller.jpg  
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Adesso ho avuto la conferma ( anche se non ne avevo bisogno ) che questa mentalità e di questo antipatico andazzo...

 

Bene rimanete nascosti, rimanete repressi, perche chi piu' chi meno tutti lo siete, la vostra vita non sara' servita a niente, non avrete lasciato un segno...

 

Molti qui dentro sono i classici gay piccolo borghese che aspettano il principe azzurro per accasarsi e vivere come etero in mezzo agli etero.

 

Voi non avete idea di ciò che gente prima di voi ha fatto per cambiare le cose, forse avete paura...un po vi capisco..anche io ne avevo molta...ma poi passa.

Oggi i gay sono piu tutelati, sono gia' partiti risarcimenti salati per discriminazioni sul posto di lavoro e anche fuori...

 

E' un peccato che quelli come me si ritrovano soli, senza avere un gruppo con cui uscire, senza potere fare nulla durante il giorno, perche qui sono tutti nascosti..pronti solo a lanciarti occhiate maliziose dalle auto e niente piu'.

 

Ma non vi preoccupate, volente o nolente, lo faccio anche per voi, peccato che probabilmente non lo apprezzate.

 

- Rimanete nascosti, devi anche accettare che ci sono gay riservati che non vedono per quale motivo debbano dire a tutti di quello che provano o che fanno nella loro vita privata, alla gente non interessa quello che fa una persona a letto.

- Gay repressi, se ci sono questi tipi di gay un motivo c'è e non sto nemmeno a spiegartelo.

- La vostra vita non sarà servita a niente, interessante questa frase, secondo il tuo ragionamento tutti i gay dovrebbero scendere in mezzo le piazze e gridare "sono gay, voglio i miei diritti" con un pugno rivolto verso il cielo.

- Non avrete lasciato un segno, segno di cosa ?

 

"Voi non avete idea di ciò che gente prima di voi ha fatto per cambiare le cose" del tipo ?

 

Questo topic si divide in molti opinioni, io dico che mi comporto da persona normale e riservata dove non trovo il bisogno di dichiararmi per il semplice motivo che non voglio essere etichettato per quel che non sono, tu dici che i gay devono comportarsi da gay e non da etero, Almadel dice che i gay si comportano esattamente come gli etero, ecco vedi ? ognuno ha il suo stile di vita e sceglie come comportarsi, quindi è inutile discutere dicendo "Un gay deve comportarsi da gay".

devi anche accettare che ci sono gay riservati che non vedono per quale motivo debbano dire a tutti di quello che provano o che fanno nella loro vita privata, alla gente non interessa quello che fa una persona a letto.

 

Quello che qualcuno cercava di dirti è che essere gay non riguarda solo quello che una persona fa a letto e non riguarda solo la sfera privata.

Come per gli etero le relazioni sentimentali, le convivenze, i matrimoni, le vacanze insieme etc ... sono fatti anche "pubblici", lo stesso vale per i gay.

Chiunque mi inviti al suo matrimonio, o al battesimo del figlio, sa che l'invito deve essere per due persone, perchè di certo non ci vado senza il mio ragazzo, per farti un esempio. A maggior ragione questo vale per le vacanze tra amici, le cene con i colleghi, i compagni di università etc ...

 

Poi questo è verissimo:

 

 

ognuno ha il suo stile di vita e sceglie come comportarsi, quindi è inutile discutere dicendo "Un gay deve comportarsi da gay".

 

Uno vive come gli pare e tiene lo stile di vita che più lo rispecchia, fermo restando che se decide di mantenere la "riservatezza" su alcuni aspetti della propria vita, come le relazioni, le frequentazioni, addirittura le convivenze, lo fa per una scelta volontaria (che può avere mille giustificazioni), non perchè sia normale così.

Edited by wasabi

Boh, io sarò stupido ma non vedo perchè uno, almeno dall'età dell'adultezza in poi, debba farsi così tanti problemi di forma. C'è e ci sarà gente che sparlerà su di te su mille cose, mentre c'è la maggioranza della gente che di sparlare di te non gliene frega una emerita cippa. 

 

Non comprendo la necessità oggi di andare in giro ad esplicitare le proprie preferenze sessuali, non vedo come possa essere utile dire ad esempio nel proprio posto di lavoro che, ad esempio, sono etero ma mi piace essere frustato, o che la mia ragazza fa fatica a fare sesso orale, o che sono gay o bisessuale. Non vedo proprio perchè l'argomento debba essere preso.

 

Nello stesso tempo, non comprendo la necessità di nascondersi se uno ha voglia di passeggiare mano nella mano con il proprio compagno, o di scambiarsi delle carezze al ristorante o cose del genere (sempre all'interno di un contegno necessario). Non vedo cosa può succedere (a parte in posti e situazioni calde che però sono abbastanza rare), se qualcuno ti vede.

 

Non comprendo questa paura di essere accumunati a qualcuno che non appare come noi. Se ti senti molto maschile e ti comporti da vero macho, la gente non ti assocerà con Lady Gaga, e viceversa, se sei evidentemente effemminato nei modi e nei gesti, nessuno ti assocerà a Rambo, indipendentemente dal tuo orientamento sessuale.

 

Personalmente io non dico alle persone che conosco e che non sono miei amici stretti che sono bisessuale. Sono cazzi miei. Men che meno a lavoro. A me non piace parlare di cose relative alla mia stretta privacy con gente alla quale di questa privacy non ha che un interesse superficiale o ludico.

 

Nello stesso tempo, se sono con un compagno e sono in giro, mantengo un comportamento decoroso ma intimo, se mi sento di doverlo fare, alla stessa maniera di come mi comporterei se fossi con una compagna.

Quando ho avuto una relazione seria, ho detto a casa che avevo un ragazzo, o una ragazza. Quando non ho una relazione seria, a casa nessuno sa chi mi porto a letto e pretendo che non me lo si chieda.

 

Vivete semplice e vivete di sostanza e tante cose spariscono. Certo, esiste la cautela, esiste la discriminazione e non è uguale essere gay o etero. Ma non c'è neanche tutta questa enorme distanza che si dovrebbe supporre a leggere le posizioni di cui sopra. 

Questo sempre a mio parere e opinione. E mi chiamo Ido Traini.

Non comprendo la necessità oggi di andare in giro ad esplicitare le proprie preferenze sessuali, non vedo come possa essere utile dire ad esempio nel proprio posto di lavoro che, ad esempio, sono etero ma mi piace essere frustato, o che la mia ragazza fa fatica a fare sesso orale, o che sono gay o bisessuale. Non vedo proprio perchè l'argomento debba essere preso.

 

Nello stesso tempo, non comprendo la necessità di nascondersi se uno ha voglia di passeggiare mano nella mano con il proprio compagno, o di scambiarsi delle carezze al ristorante o cose del genere (sempre all'interno di un contegno necessario). Non vedo cosa può succedere (a parte in posti e situazioni calde che però sono abbastanza rare), se qualcuno ti vede.

 

 

parole sante!!!!! :-)

Mi metteró in camera un santino di korio!!

 

Ma perché dite nome e cognome?

VolereVolare

Vedo che c'e' gente molto aggressiva su questo Forum...

Non ho molto da aggiungere a quello che ho detto..mi sembra che i miei concetti siano stati abbastanza chiari e lineari...e' ovvio che qui dentro c'e' chi di proposito cerca di andarmi contro, perche' evidentemente è quel tipo di persona e di gay di cui io parlo.

Una persona fine a se stessa, arroccata sui suoi diritti pseudo-etero e felice di vivere in questa o quella gabbia...sia pure con caminetto e gatto da accarezzare come diceva qualcuno.

 

Ho notato pero' che qualcuno ha colto quello che volevo dire..anche se non ricordo i nick...questo mi fa piacere.

 

L'ambiente moderno gay, fatto di locali, saune, discoteche, dark room, chat e forum e' sicuramente un'ambiente che fa gola a molti e che muove anche un mercato economico, è ovvio quindi che c'e' l'interesse di portarlo avanti e radicarlo bene nella cultura gay insegnando che se sei gay oggi devi fare quello stile di vita e devi avere dei diritti che ti portino a essere uguale a un etero.

 

Io non credo questa sia la strada giusta, tutto questo distoglie l'attenzione dal quotidiano, dalla vita di tutti i giorni che e' ancora a volte piena di problemi e rogne.

Ecco perchè i gay non si devono "radunare" ma sparpagliare nella societa' ed essere presenti in posti pubblici da tutti accessibili.

 

Facile essere gay e vivere da gay in un mondo dove apri il portafoglio e paghi e poi e' tutto come al paese dei balocchi.

 

 

Per questo siamo arrivate al punto in cui molti gay disprezzano il gay pride e lo osteggiano anche, io personalmente lo apprezzo, anche se ripeto i gay pride li possiamo fare anche da soli nel nostro piccolo.

 

La Riservatezza di cui tanto si parla, spesso non e' altro che la repressione e la paura di essere se stessi, di sentirsi veramente liberi...molto probabilmente perche molti di voi non lo sono mai veramente stati, pensano di esserlo si...ma non lo siete..perche siete cresciuti con la paura e la repressione addosso fino a farla diventare la vostra stessa natura.

 

Molti di voi di questo non si rendono conto.

Mi metteró in camera un santino di korio!!

 

Io li ho già mandati in stampa, ne faccio almeno una decina da disseminare per la casa :-))

 

Mi sembra importante sottolineare che l'essere gay non riguarda solo le preferenze sessuali, delle quali anch'io non mi metto a parlare a destra e a manca.

Diciamo che, sostanzialmente, non mi comporto molto diversamente dalle persone che frequento nel quotidiano.

Se un compagno di università mi parla della vacanza che sta programmando con la morosa io gli parlo di quella che sto organizzando con il moroso e alcuni amici ...

Se uno mi scrive su WhatsApp un commento su quanto sono belle le tette di quella che è appena passata, io gli rispondo che anche il culo di quello che le stava in fianco non è male (poi magari commento anche le tette, perchè gli occhi li ho anch'io :-)).

Alla cena con i colleghi del mio ragazzo io ho partecipato, esattamente come i partner degli altri, non ho finto di essere un amico.

 

Sono esempi banali, quotidiani, che non richiedono chissà quale sforzo o militanza ... si tratta solo di vivere con naturalezza.

 

Se mi piacciono le fruste o preferisco i pompini ... questi sono dettagli privati, cose che non devono interessare a chiunque ...

 

P.S. Non solo la firma rappresentata dalla frase "piccolo borghese", ora anche le frasi in grassetto ... che ingenuità ...

Edited by wasabi

parole sante!!!!! :-)

Mi metteró in camera un santino di korio!!

 

Ma perché dite nome e cognome?

 

beh, è un po' facile mettersi a fare le parternali su come si deve e non si deve essere gay nel mondo moderno e parlare di come è bello rendersi visibile al mondo, facendolo dal segreto di un nick su internet.

Credo che prima di mettere la faccia sulla propria identità sessuale, bisognerebbe mettere la faccia sulle proprie idee nel momento in cui si vogliono sostenerle.

Dire che i gay non si devono radunare è un po' masochistico, è importante fare comunità perché si è in netta minoranza, e forse non sapete cosa vuol dire essere the only gay in the village. Tra l'altro non significa escludersi dal resto della società, concretamente non è ciò che succede a chi frequenta gruppi gay.

Come se per un gay fosse disdicevole avere a che fare con altri gay.

Per quanto riguarda il dichiararsi o meno ovviamente è una scelta personale, però non bisogna inventarsi scuse e rendersi conto che i contorsionismi lessicali per non ammettere di essere gay sono poco onesti nei confronti degli altri, tipo "Ma tu sei sposato? No, io sto con una persona..." Sono discorsi che prima o poi capitano.

O anche dare la colpa agli altri, è troppo facile.

Io ho paura che chi confonde l'essere gay

con una "faccenda sessuale" e quindi privata

(e non accetta che sia una "questione sentimentale" 

e quindi pubblica) si stia condannando alla solitudine

o - nel migliore dei casi - a una perenne clandestinità.

 

Un altro discorso è la "militanza" ovvero l'idea

che - poiché l'omofobia nasce dall'ignoranza -

è positivo per tutti se il maggior numero di persone possibili

hanno la possibilità di conoscere uomini e donne omosessuali.

 

E un discorso ulteriore è la "riservatezza"

cioè il diritto di poterlo far sapere nei modi e nei tempi,

nei contesti e alle persone che si ritengono più opportuni.

privateuniverse

forse c'è stato negli ultimi tempi un aumento di queste persone.

Persone, anche giovani, che si nascondono agli occhi della società, che frequentano ambienti etero comportandosi da tali e che imitano il modello machista e maschilista, forzando anche esteticamente comportamenti e caratteristiche maschili fino all'estremo...e tutto questo sempre per nascondersi e apparire più virili e insospettabili che mai...

 

Quelli che fanno vita sociale gay invece, si rinchiudono nei locali il week end, dove poi trovi sempre la stessa gente, locali che se una volta erano una novità e che avevano diritto di esistere oggi sono ghetti, pollai, luoghi fini a se stessi.

 

[...]

 

Negli anni 90 tutto questo non c'era, c'era solo isolamento e discriminazioni quotidiane, era difficile se non impossibile farsi degli amici o avere esperienze sessuali poichè non sapevi dove sbattere la testa per trovare cose del tutto normali ma impossibili in quei tempi e in certi ambienti...

 

Ebbene noi in quegli anni ci abbiamo messo la faccia, siamo usciti fuori nonostante tutto, c'era un fermento diverso, una voglia di emergere che oggi non vedo più!

 

E quando dico noi intendo i giovanissimi di quegli anni, anche se ovviamente quelli nascosti ci sono sempre stati e ci saranno sempre...

 

Devo avere la memoria corta.

 

Io non mi ricordo tutto questo gran fermento di gay che uscivano allo scoperto negli anni Novanta.

 

Quel che ho sperimentato, sia direttamente sia pensando alle persone che mi è capitato di conoscere, è il cambiamento sostanziale, soprattutto per chi vive in provincia, che ha portato internet; che, come giustamente rilevi tu, ha permesso alle persone di incontrarsi senza dover andare per forza a battere, nei locali o nelle saune (il che, per chi vive in provincia, significava anche doversi fare centinaia di chilometri), e quindi di rompere, o di sperare di rompere, un isolamento che era molto gravoso.

 

Non riscontro neanche tutto questo andare indietro. A me pare che ci siano molti più gay "visibili" di un tempo, gay che non si fanno particolari problemi a dirlo agli amici o ai genitori o ad andare per locali senza essere terrorizzati all'idea che qualcuno che li conosce possa identificarli.

 

Per il resto, le questioni che richiami tu sono eterna materia di discussione, ma bisogna considerare che l'Italia è un paese i cui atteggiamenti sociali sono stati particolarmente plasmati dalla forma storica assunta dal cattolicesimo nel nostro paese; siamo il paese della doppia morale, una pubblica e una privata, spesso giustificata con l'argomento della riservatezza (che in sé è giusto ma che, per il modo in cui viene usato, è specioso e strumentale). Per non parlare del fatto che noi italiani siamo tutti geni, la sappiamo tutti più lunga degli altri, e quindi siamo strutturalmente incapaci di studiare una soluzione, se non collettiva, quanto meno "comunitaria" ai problemi di ciascuno. Anche facendo la tara, un gruppo di bocciofili appassionati sarebbe più capace di mettere in piedi strutture che semplifichino il perseguimento dei propri interessi rispetto a un gruppo di gay (uno che conosco ci sta provando nella sua realtà di provincia non molto lontano da dove abito io, scommetto qualunque cosa che i suoi lodevoli sforzi non porteranno a molto).

 

Per il resto, è particolarmente divertente leggere come tu e @ben81, che vi conoscete, anche virtualmente, a malapena, vi siate presi a male parole non sapendo praticamente niente l'uno dell'altro. :D

In effetti gli anni '90 non erano tutto questo paradiso, però

"andare per forza a battere" è una espressione da anni '50-'60,

che già veniva contestata a Pasolini negli anni '70 e che presupponeva

l'inesistenza di locali, dove poter parlare ed avere incontri meno fugaci.

 

Che poi in provincia negli anni '80 e '90 si sia percepito il locale

gay come un mero luogo dove andare a battere, più sicuro rispetto

al parco x o y, questo potrebbe essere anche vero...ma in effetti a

quel punto potrebbe essere ritenuto tale anche internet, che però

ci mette a disposizione siti di cultura gay, forum, aggregatori di notizie

e film a tema da scaricare e blog e possibilità di promuovere gratis

iniziative Lgbt etc. etc.

Voglio fare una considerazione.

 

Forse essere gay e "dimostrare" di essere gay non può essere più inteso nel mondo in cui l'autore di questo thread lo intende. Forse tende a cambiare, ma potrà essere comunque efficace e positivo.

 

Provo a spiegarmi.

 

In passato l'omosessualità era qualcosa di talmente inconcepibile che la sua manifestazione esteriore doveva passare per canali "visivi"; doveva passare per il rifiuto di canoni estetici, per l'adozione di comportamenti contrari allo stereotipo dei due generi. Un po' lo è anche oggi, ma secondo me molto meno.

 

In passato il rifiuto della virilità, degli stereotipi della divisione dei generi, del codice dell'abbigliamento, del modo di comportarsi, voleva dire: guardami, io ESISTO. Non puoi negare che esisto.

 

Ma adesso è (un po') diverso.

L'omosessualità è palese, non è più negabile, nei paesi occidentali essa è riuscita ad emergere dall'inesistenza cui era stata relegata da circa 1960 anni di Cristianesimo.

 

Quindi forse adesso le esigenze collettive sono cambiate. Il taboo "primario" non c'è più.

L'esigenza più avvertita in questo periodo storico è diversa: è quella della legittimazione non della sua esistenza, ma della sua quotidianità, della sua normalità, della sua banalità, della sua equiparabilità all'eterosessualità.

Quindi forse il metodo "visivo" tende a perdere posizioni. Tende a non servire più poiché sottolinea qualcosa che è ormai assodato e non riesce più a fare il passo successivo. Forse potrebbe pian piano diventare più efficace il metodo comunicativo; un metodo secondo cui l'omosessualità non si "vede" più, perchè tanto si sa che c'è... ma se ne PARLA, nel senso che essa entra nei discorsi quotidiani e assume i connotati di una notizia come un'altra, di un dato semi-irrilevante di una persona.

 

Il fine, l'esigenza, il bisogno più avvertito è quello dell'assimilazione dell'omosessualità al vissuto quotidiano delle persone, del venir meno della seconda barriera, cioè quella per cui una cosa esiste ma è talmente lontana che posso dimenticarmene, e dunque se mi salta fuori in un contesto ordinario mi sorprendo, mi scandalizzo, me ne stupisco.

 

E' forse per questo che diventa meno pressante l'esigenza dell'apparire omosessuali ma diventa più utile, concreta e sensata l'esigenza di parlare di questo argomento, di menzionarlo liberamente, quando capita, di discuterne senza remore, di lasciarlo cadere come un argomento qualsiasi in mezzo agli altri mille argomenti del vissuto della gente.

 

E' per questo che secondo qualcuno gli omosessuali si "vedono" di meno, perchè l'omosessualità sta diventando (mooolto lentamente) non più qualcosa di fisico-materiale ma un fatto sociale non poi così eccessivamente scandaloso e sorprendente. E infatti se anche questi famigerati omosessuali si vedono di meno, dell'omosessualità se ne parla sempre di più: se ne parla bene, se ne parla male, se ne parla senza cognizione di causa, ma se ne parla.

E' questo il nuovo taboo, la seconda barriera, che viene pian piano erosa; io esisto ERGO entro a far parte della comunicazione quotidiana fra le persone. Se poi "non si vede che lo sono" l'effetto di distruzione del taboo è ancora maggiore, perchè decade definitivamente la possibilità di discriminare (discriminare nel senso di discernere, distinguere) visivamente le persone a seconda del loro orientamento, cosicchè, in un circolo virtuoso anti-taboo, si è sempre più costretti A PARLARNE.

Edited by Sampei

 

 


Quindi forse adesso le esigenze collettive sono cambiate. Il taboo non c'è più.
L'esigenza più avvertita in questo periodo storico è diversa: è quella della legittimazione non della sua esistenza, ma della sua quotidianità, della sua normalità, della sua banalità, della sua equiparabilità all'eterosessualità.

 

 

 


E' forse per questo che diventa meno pressante l'esigenza dell'apparire omosessuali ma diventa più utile, concreta e sensata l'esigenza di parlare di questo argomento, di menzionarlo liberamente, quando capita, di discuterne senza remore, di lasciarlo cadere come un argomento qualsiasi in mezzo agli altri mille argomenti del vissuto della gente.

 

 

Il fine, l'esigenza, il bisogno più avvertito è quello dell'assimilazione dell'omosessualità al vissuto quotidiano delle persone, del venir meno della seconda barriera, cioè quella per cui una cosa esiste ma è talmente lontana che posso dimenticarmene, e dunque se mi salta fuori in un contesto ordinario mi sorprendo, mi scandalizzo, me ne stupisco.

 

Sono molto, molto d'accordo con quanto dici.

E' il mio modo di vedere le cose, è il mio modo di viverle nel quotidiano.

 

Credo anch'io che le esigenze siano un po' cambiate rispetto al passato e che quindi non abbia senso continuare la "battaglia" con le stesse modalità (che pure sono state utili e lodevoli).

Gli omosessuali "visibili" ci sono anche oggi e non dobbiamo certo passare a volerli censurare per desiderio di "omologazione", ma diciamo che oggi anche chi non è immediatamente riconoscibile come omosessuale per aspetto, atteggiamenti, abbigliamento etc ... può esserlo tranquillamente e forse ancora più efficacemente in altri modi.

Essere visibili e provocatori non serve per gli "etero".

Serve per gli omosessuali: sono loro che devono essere educati

alle parrucche rosa, ai baci a tre e ai culi di fuori.

 

Per gli etero di Destra tutto è "provocazione"

e per gli etero di Sinistra tutto è "libertà".

La battaglia è quindi assolutamente interna.

 

Nella Comunità Gay io mi sento proiettato

all'interno di una dialettica etero degli anni Sessanta:

da un lato "le troie comuniste coi peli sulle ascelle"

e dall'altro "le casalinghe depilate e cattoliche".

 

E' una situazione molto noiosa, molto "già vista".

Cinquanta anni fa abbiamo vinto noi, oggi chissà.

Eh, appunto, è una cosa molto noiosa ...

E' una cosa già vista anche tra i gay, ormai tutti siamo abituati a vedere parrucche rosa e culi di fuori

(c'è chi ancora urla allo schifo, ma secondo me la "battaglia della visibilità" oggi ha cambiato terreno di gioco).

 

Siamo meno abituati invece a vedere quello che diceva @Sampei , la rivoluzione dell'essere sé stessi, semplicemente sé stessi, ogni giorno e non solo in alcuni contesti specifici.

E' più facile mettersi la parrucca rosa durante il Pride o in un locale gay e poi nel quotidiano, con i vicini di casa o con i colleghi, starsene nascosti e "riservati".

 

Io credo che oggi la sfida sia soprattutto questa.

Edited by wasabi

Francamente trovo sensato indossare una parrucca rosa al pride e mettersi in cravatta per andare in ufficio, perciò non capisco @wasabi di che stiam parlando. Se ritengo i colleghi e i vicini simpatici racconto loro di me -e quindi del fatto che sono gay- se li ritengo noiosi francamente non me ne preoccupo. Ma non mi sento per questo un represso, anzi...e poi non voglio star al centro del'attenzione solo perché sono gay. Non è lecito godere del diritto di dichiararsi con chi si ritiene opportuno farlo? E' ipocrisia? O 365 giorni l'anno devo dire a chiunque incontri che sono gay? :)

 

 

E' forse per questo che diventa meno pressante l'esigenza dell'apparire omosessuali ma diventa più utile, concreta e sensata l'esigenza di parlare di questo argomento, di menzionarlo liberamente, quando capita, di discuterne senza remore, di lasciarlo cadere come un argomento qualsiasi in mezzo agli altri mille argomenti del vissuto della gente.

 

 

Concordo...di fatto a me scoccia ancora sentir qualcuno parlare di gay come di "altri"...non solo perché gli altri siamo noi, ma perché ormai chiunque abbia un minimo di vita sociale, etero o gay che sia, sicuramente conosce persone di diverso orientamento sessuale...e non vedo ragione per gridare allo scandalo. Ma così come trovo ridicolo scandalizzarsi per gli atti di esibizionismo -vedi baci a tre e culi di fuori-...fondamentalmente trovo "vecchio" fare del proprio comportamento sessuale una sorta di battaglia politica. Insomma, se ti ecciti di più pensando alla tua scopata come ad una sorta di rivendicazione ok, ma non confondiamo troppo i piani...

Francamente trovo sensato indossare una parrucca rosa al pride e mettersi in cravatta per andare in ufficio, perciò non capisco @wasabi di che stiam parlando. Se ritengo i colleghi e i vicini simpatici racconto loro di me -e quindi del fatto che sono gay- se li ritengo noiosi francamente non me ne preoccupo. Ma non mi sento per questo un represso, anzi...e poi non voglio star al centro del'attenzione solo perché sono gay. Non è lecito godere del diritto di dichiararsi con chi si ritiene opportuno farlo? E' ipocrisia? O 365 giorni l'anno devo dire a chiunque incontri che sono gay? :)

 

No, va beh, mi prendi in giro, dillo  :lol: 

Io ho detto che bisogna stare al centro dell'attenzione ad ogni costo? Che bisogna andare in giro con i cartelli?

Io ho detto che è più facile fare i "provocatori" in certi determinati contesti che vivere coerentemente giorno per giorno rispettando sé stessi e la propria identità, invece di trincerarsi dietro una ipotetica "riservatezza".

 

E non è una battaglia politica (che è ancora un'altra cosa), è una battaglia per sé stessi, per il diritto a vivere la propria vita.

Edited by wasabi

Mah insomma se si parla sempre e soltanto di "esibizionismo"

non si esce dalla palude di un discorso minato in partenza da

un giudizio del tutto parziale

 

Intanto - non so voi - ma io 2013 quando vado al supermercato i gay

li riconosco...ci saranno pure gli insospettabili, ma non vedo tutta questa

invisibilità assoluta, come non vedo neanche parrucche rosa

 

Né in passato era diverso...forse negli anni '70 la clone culture consigliava

i baffi ed oggi no, sono fuori moda...ma le tipizzazioni sono sempre quelle

e le differenze, nient'affatto irrilevanti, non sono però quelle che dite voi

 

Può essere che in prospettiva si possa perdere la "sensibilità" gay, la

cultura gay...che questo sia il prezzo da pagare all'emancipazione

 

Credo ce ne accorgeremmo in due....visto che per il 90% dei gay italiani

il problema pare sia solo l'esibizionismo.

 

In ogni caso non penso sia un problema attuale ( poi io penso che in

realtà saremo sempre una minoranza e una assimilazione mai ci sarà

ma questo è un altro paio di maniche, si andrebbe lontano... ) 

Ma io credo che il punto non sia quanto si è "visibili" nel senso di "riconoscibili ad occhio",

quanto piuttosto quanto si è consapevoli della differenza che intercorre tra la "provocazione" e la "naturalezza",

e tra la "riservatezza" e il "nascondersi".

Su questi concetti credo ci sia molta confusione ed è grave perché qui si gioca la serenità di tanti giovani gay.

Edited by wasabi

Io ho detto che è più facile fare i "provocatori" in certi determinati contesti che vivere coerentemente giorno per giorno rispettando sé stessi e la propria identità, invece di trincerarsi dietro una ipotetica "riservatezza".

 

E non è una battaglia politica (che è ancora un'altra cosa), è una battaglia per sé stessi, per il diritto a vivere la propria vita.

 

M e qui casca l'asino. Perché non capisco che cosa significhi di preciso vivere coerentemente "rispettando sé stessi" invece di fare i "riservati". Al momento sono single, esco più spesso con amici etero che con amici gay ed in luoghi non "connotati" in senso gay, non ho una vita sessuale né sentimentale da qualche mese, non parlo spesso di omosessualità se non su questo forum...tutto ciò fa di me uno che si trincera dietro la riservatezza? Perché le valutazioni dipendono molto dalla misura che ciascuno dà alle cose.

Un comportamento "naturale" per me è vissuto come provocatorio da persone appartenenti ad un'altra generazione; un atteggiamento riservato per me è sintomo di "repressione" per alcuni miei conoscenti gay...

 

Sul fatto che continueremo ad essere "inassimilabili" come dice @Hinzelmann, penso si possa discutere.

Non è una questione irrilevante; si fa un gran parlare di abolire le "differenze", mentre riconoscere la specificità del "diverso" è tutt'altra cosa. Ora, in merito non ho un'opinione netta, ma credo che molte controversie, anche in seno all'associazionismo, dipendano proprio da una mancata presa di posizione su questo punto. Io un po' me ne cavo fuori, avendo già pontificato altrove a proposito della difficoltà di definire una specifica "cultura" gay, o una specifica "sensibilità"...

Edited by schopy

@wasabi, posso essere davvero sincero con te?

Io credo che tu non conosca personalmente nessuno

che a un Pride si sia messo una parrucca o abbia il sedere di fuori.

Se pensi che questa gente sia "riservata" nella vita, sbagli.

Se pensi che si comporti così anche durante l'anno, sbagli.

Non so se sai che "sbagli", io penso semplicemente che tu non li conosca.

 

Io li conosco e ogni anno cercano di farmi mettere una parrucca.

O almeno i brillantini sulla barba o qualcosa di simile.

E' tutta gente che nella vita vale assai più di me:

gente capacissima di mollare un contratto se il "capo"

ha qualcosa da ridire sulla loro cazzo di parrucca rosa.

E riesce a farlo proprio perché è molto serio durante l'anno...

 

Io (e molti di voi) non valiamo abbastanza per una parrucca rosa.

Non abbiamo il potere contrattuale di dire: "Se mi vuoi accettami anche se sono frocissima"

Io (e molti di voi) siamo troppo mediocri per tutto questo.

 

Sì, anche io mi incazzo di fronte alla sfrontatezza di molti gay.

Li conosco bene: è gente che Uppsala, Leiden, la Sorbona, Oxford e tutti gli altri

venderebbero un rene pur che facessero il dottorato da loro.

Ci credo che non hanno problemi a mostrare il culo tempestato di paillettes.

 

Io (e molti di voi) che è un miracolo se ci chiamano McDonald a friggere patatine

siamo per forza più sobri: mica possiaiamo farci taggare vestiti da pappagalli in calore o no?

Altrimenti invece che alla friggitrice, ci metteranno a pulire i cessi.

Io non sono un grande conoscitore della storia gay e non sono un militante e neanche uno che si mette li a discutere di lotta per la discriminazione.

Certe cose non le capisco. Nel senso, ovvio, che comprendo il problema, partecipo e solidarizzo con la causa, ma non vedo qui in Italia questo grande salto insormontabile.

Certo, non siamo in Germania o in UK, dove non è così strano o così inusuale essere abbordati da qualcuno dello stesso sesso, che si sia etero o gay, in un contesto pubblico non codificato come friendly.

 

Ma non siamo neanche in Ghana o a Dubai, dove rischi lavoro, posizione sociale e in qualche caso anche la vita.

 

L'anno scorso sono andato al mare con un ragazzo molto piacevole. Siamo andati in una spiaggia bellissima, a Sirolo, piena di persone e ovviamente non codificata come gay-gayfriendly.

 

In acqua, vedendoci in costume e vista l'ambientazione meravigliosa, ci è venuta voglia di baciarci, senza stare a pensare a nulla se non a quell'istante.

Siamo poi tornati sulla riva a prendere il sole e a chiacchierare. 

 

Nessuno si è avvicinato a dirci qualcosa. Nessuno ci guardava con curiosità. Nessuno si è spostato di asciugamano. Non è interessato a nessuno.

 

Forse ho una visione un po' ottimistica. Ma credo che la maggioranza delle persone non sia così morbosamente attenta ai nostri partners.

 

M e qui casca l'asino. Perché non capisco che cosa significhi di preciso vivere coerentemente "rispettando sé stessi" invece di fare i "riservati". Al momento sono single, esco più spesso con amici etero che con amici gay ed in luoghi non "connotati" in senso gay, non ho una vita sessuale né sentimentale da qualche mese, non parlo spesso di omosessualità se non su questo forum...tutto ciò fa di me uno che si trincera dietro la riservatezza? Perché le valutazioni dipendono molto dalla misura che ciascuno dà alle cose.

Un comportamento "naturale" per me è vissuto come provocatorio da persone appartenenti ad un'altra generazione; un atteggiamento riservato per me è sintomo di "repressione" per alcuni miei conoscenti gay...

 

Io non lo so come la vivi tu, lo saprai tu se ti "censuri" o se sei naturale :-)

 

Se sei con i tuoi amici etero e vedi passare un bel ragazzo fai commenti come loro farebbero a proposito di una bella ragazza? O ti trattieni?

Parli loro dei tuoi crucci sentimentali come loro fanno con te o ti trattieni?

A me non frega una mazza se gli anziani mi considerano provocatorio perchè bacio il mio ragazzo in strada o gli altri gay mi considerano represso, mi interessa che io vivo tranquillamente senza censure. E ad un certo punto gli altri si fottano ...

 

 

Nessuno si è avvicinato a dirci qualcosa. Nessuno ci guardava con curiosità. Nessuno si è spostato di asciugamano. Non è interessato a nessuno.

 

Forse ho una visione un po' ottimistica. Ma credo che la maggioranza delle persone non sia così morbosamente attenta ai nostri partners.

 

Appunto ... Condivido l'impressione ...

 

@Almadel

 

A parte che sì, ne conosco, non ho l'abitudine di parlare a casaccio ...

Ti sei accorto che non ho detto una parola contro chi ha le parrucche rosa o i brillantini nel culo?

Se proprio ti interessa saperlo io ho sfilato con la parrucca e anche con lo smalto fucsia, se vuoi ti mando una foto e mi dici se mi donano ...

E non mi incazzo per la sfrontatezza dei gay, mi incazzo con chi dice "Non vorrei che mi assimilassero a loro".

Io invece voglio che mi assimilino a loro, perchè siamo entrambi esseri umani e siamo anche entrambi gay, guarda un po' ...

 

Tu hai solo il brutto vizio di pensare di sapere tutto degli altri, perfino di quelli che non conosci affatto ...

 

(Ti dico un'altra cosa a margine ... il mio ragazzo, prima di accettare di essere trasferito qui a Londra, ha preteso che la sua azienda mi considerasse un suo familiare per quanto riguarda i diritti sui viaggi pagati per tornare in Italia, le spese sanitarie etc .. Avrebbe rinunciato ad un bel po' di soldi in caso contrario. Guarda un po', l'azienda non ha fatto una piega e io ho esattamente gli stessi diritti delle varie mogli dei suoi colleghi anche se in Italia ufficialmente non avremmo diritto ad un cazzo).

Edited by wasabi

In acqua, vedendoci in costume e vista l'ambientazione meravigliosa, ci è venuta voglia di baciarci, senza stare a pensare a nulla se non a quell'istante.

Siamo poi tornati sulla riva a prendere il sole e a chiacchierare. 

Nessuno si è avvicinato a dirci qualcosa. Nessuno ci guardava con curiosità. Nessuno si è spostato di asciugamano. Non è interessato a nessuno.

Forse ho una visione un po' ottimistica. Ma credo che la maggioranza delle persone non sia così morbosamente attenta ai nostri partners.

Questo è parlare.

 

@wasabi ora è più chiaro quel che intendi dire. Si capisce che sei un tipo naturale e che vive con coerenza giorno per giorno, a differenza dei provocatori e dei "riservati"...stai bene e credi si dovrebbe comportarsi come te per viver sereni...probabilmente hai ragione. Hai fatto di te stesso il giusto mezzo, il parametro con cui prender misura degli altri.

 

@Almadel non abbatterti troppo. Il mondo del lavoro è così precario -per quasi tutti- che non è infrequente passare dal ruolo di conferenziere al banco del fast food nel giro di qualche mese, indipendentemente dalle paillettes   :yes:

Edited by schopy

Ben81 sei una persona con la puzza sotto il naso...

 

Non ho bisogno della tua personale lezione per sapere quello che gia' sapevo..ho usato il termine ghetto perche' mi piaceva ok?

 

La puzza sotto al naso qui ce l'hai solo tu, che ti sei iscritto ad un forum senza nemmeno presentarti, e iniziando a postare solo per criticare e lanciare invettive, al mero fine di crecare la polemica ed il flame.

Detto cio', i termini non devono usati perchè piacciono o meno, ma devono essere usati in funzione di esprimere concetti e significati precisi: tu hai usato un termine che ti piaceva, ma lo hai usato a vanvera...prova ad andare dal fruttivendolo a chiedere delle mele (perchè ti piace questo termine) piuttosto che delle pere, e poi dimmi l'interlocutore cosa capisce.

E non hai nemmeno l'umiltà di ammettere la tua "svista", chiamiamola cosi'

 

O devo pensare che tu hai un qualche interesse personale a portare avanti il discorso:"si andiamo nei locali e nelle saune"???

Magari sei un assiduo frequentatore.

Ebbene no...io consiglio invece di stare fuori...in piazza! una semplice normale piazza!

 

Ma guarda, in realtà ho qualche milione di euro da investire, quindi pensavo di aprire una catena di locali gay...a fenomeno...stai parlando con uno che al massimo va a ballare ogni tanto, sia in discoteche etero CHE in discoteche gay, e si fa qualche passeggiata nella gay street romana...non per questo ho la tua stessa saccenza ed arroganza nel condannare chi magari preferisce andare nei locali ogni sabato...ognuno passa il proprio tempo dove meglio preferisce

 

Ci sono tanti modi per essere visibile e ogni modo va bene....

Ti sei mai chiesto quanti non sono visibili per il semplice fatto che sono repressi e poi a casa si mettono in reggicalze o si comportano in modo diverso rispetto a fuori?

Se ci sono pochi visibili e' perche' ci sono molti repressi!

Bisogna essere se stessi! Se poi tu non sei visibile e non vuoi esserlo, bhe e' come se non esisti...non hai molta voce in capitolo direi se si parla di problemi sociali e quotidiani di ogni giorno..tanto tu sembri o vuoi sembrare etero no?

 

 

 

Ah ecco, dici che tutti i modi vanno bene, eccetto che magari passare una serata in una discoteca gay... ti contraddici nella stessa frase...allucinante :D

Sul travestirsi a casa: stai paragonando l'omosessualità al travestitismo:  ti rendi conto della castroneria che stai dicendo?

Sull'essere visibile: io ho scelto di essere visibile quando, quasi 20 anni fa, ho iniziato a fare coming out con famiglia, parenti ed amici: sono fidanzato da 7 anni, convivo, e chiunque ci frequenti (ma anche chi non ci frquenta) sa che siamo una coppia.

Se permetti questo è piu' essere visibili che "stare in piazza a scheccare", per citare le tue parole.

Ho detto vivere in mezzo agli etero OVUNQUE.Punto.

Questo concetto e' diverso dall'altro...ripeto un gay oggi non si realizza col matrimonio e via discorrendo...ci sono cose piu importanti nella vita di tutti i giorni che si devono conquistare.

 

 

Il benaltrismo...che mezzuccio puerile...quindi siccome a te il matrimonio non interessa (o, piu' probabile per come ti poni, sei tu che non interessi a nessuno per un eventuale matrimonio) automaticamente l'estensione dei medesimi diritti a tutti i cittadini diventa irrilevante...complimenti, sei al pari dei beceri che si oppongono alla fecondazione assistita in quanto loro hanno già dei figli, e quindi se ne sbattono delle esigenze altrui

 

NON SONO LE LEGGI CHE DEVONO CAMBIARE LA SOCIETA', ma siamo noi che dobbiamo cambiarla attivandoci singolarmente, altrimenti anche se c'e' la legge si migliora poco...certo hanno dato il voto alle donne peccato che ne ammazzano ancora una dozzina al giorno.

 

Io mi sono attivato, accettandomi ed uscendo allo scoperto sin da adolescente: tu, oltre a passare le giornate per strada a scheccare (mi baso sempre e solo sulle informazioni che ci hai dato) cosa fai?

 

Per quanto riguarda il resto tu sei il classico piccolo borghese gay con la puzza sotto il naso, che per primo critica e che si sente pizzicato nel culetto perche' forse ha capito che la sua esistenza e' inutile per i suoi simili,  i gay come te non servono a niente e a nessuno.

 

Come già detto qui chi per primo è entrato a spada tratta a lanciare anatemi e sprizzare acidità e astio verso il Mondo intero non sono io, ma soltanto tu: ti ci sei creato un account apposta, il che la dice lunga sui tuoi intenti, e anche sulla tua provenienza...sei una delle utenze piu' in odore di clone/troll degli ultimi mesi...la gente non è fessa ;-)

 

E non offendere chi vuole scheccare perche' si capisce benissimo che ne provi invidia perche non hai il coraggio di farlo tu, sempre meglio una checca che uno come te.Hai solo da imparare.Checca repressa.

 

 

 

Specchio riflesso, gnè gnè, ora chiamo la maestra perchè mi hai dato della checca repressa! :D

Ma cresci, infantile che non sei altro, e prendi atto che ci sono tanti gay che non scheccano non per un qualche motivo, ma semplicemente perchè si sentono uomini e quindi non è nella loro natura scimmiottare il sesso femminile, sculettando e facendo le oche come tu auspichi debba accadere a tutti.

Edited by ben81
Ilromantico

Ho solo letto il primo intervento e l'ultimo (visto che gli interventi di ben81 non deludono mai). Non ho voluto leggere il resto per evitare di contaminare il mio pensiero e perché il problema mi pare palese: l'utente è incazzato con sé stesso. A me pare evidente che l'utente sia incazzato con sé stesso perché non è maschile come gli altri gay, non vive in una metropoli, non ha una coppia, ha dovuto sopportare tempi più duri per i gay, ecc. Capisco che ci possa essere del "rancore" nel vedere che la propria vita è stata più dura dei giovani gay, ma fattene pure una ragione e sii felice che loro possono vivere con meno difficoltà la propria omosessualità rispetto ai tuoi tempi. A proposito, anche tu vivi nel PRESENTE quindi metti da parte il rancore e goditi la vita.

VolereVolare

Ciao ragazzi...

volevo precisare che io non sono il clone di nessuno, è la prima iscrizione e il primo messaggio che faccio su questo Forum che conoscevo solo di sfuggita...e dico sul serio, questo giusto per far si che nessuno si senta influenzato da me pensando che sono qualcuno di vostra conoscenza.

 

Sampei ho apprezzato molto il tuo discorso...è molto interessante...andrebbe ancora approfondito e trovo che abbia una base di verita' anche se ritengo che "scendere in campo" ogni giorno nel proprio piccolo sia ancora importante, se non dappertutto ma sicuramente in molte parti d'Italia...la visibilità puo' avere ancora successo ed essere un mezzo semplice e immediato di comunicazione sopratutto in ambienti molto ostili.

 

 

Cara Ben, da quello che hai detto della tua vita si capisce bene come tu viva nel tuo piccolo mondo fatato, circondato da famiglia e amici e da gente che ti vuole bene, altra cosa e vivere fuori in modo visibile, affrontando e cercando di cambiare la società anche nel proprio piccolo.

 

Sai com'e' cara ben non tutti possiamo avere la tua fortuna e la tua comodità..c'e' anche chi certe cose se le deve sudare o semplicemente ha "un concetto di salvezza" piu' ampio, che riguarda anche gli altri e non solo noi stessi.

Tu sei salvo? bene sei protetto dal tuo piccolo carinissimo zuccheratissimo mondo.

 

Io no, non sono salvo e lotto ancora per me e per quelli come me, e sono felice di farlo, sono cresciuto così.

 

Caro ben anche se tu conquisterai quei diritti e quello stile di vita che ti renderà come un etero sappi che ci sara' sempre chi cerchera' di toglierti dopo questi diritti o calpestarli....

IO NON CREDO CHE UN GAY POSSA DORMIRE SUGLI ALLORI, NEANCHE DOPO.

 

Ho sempre avuto l'idea di un gay combattivo, pronto a tutto, ruvido e forte che è, e deve rimanere un'alternativa, l'opposto di quello che la societa' ci offre ( sopratutto in senso negativo ) e che non deve snaturalizzarsi ne fuori e ne dentro.

 

Un gay e' sempre comunque "contro" ed è giusto che sia cosi. Sempre.

 

 

Ho l'impressione che tu sia la classica figlia del dottore che ha avuto tutto facile nella vita, tu sai poco dell'omosessualità osteggiata, delle battaglie sul capo, della sofferenza vera..........sei proprio una shampista!!!

 

 

Io ringrazio i ragazzi del gay pride anche se non ho capito se ENRICO ne parla bene o male...scusa ma non ho afferrato il discorso delle parrucche...credo che il gay pride sia positivo ma che non si adatto a tutti i gay.

Io personalmente non vado perchè faccio la mia parte per conto mio, il pride me lo faccio da solo sul posto dove vivo...forse e' meglio che farlo in 2.000 a Roma o a Milano.

Ma ringrazio quei ragazzi e quelle persone.

 

Cara ben, mi dispiace moltissimo che tu abbia tirato fuori questa antipatica discriminazione su chi usa parrucche o si traveste.

Devi molto a quella gente, e' anche merito loro se tu oggi hai una vita decente sai?

 

Chi critica come te quelle persone di solito lo fa per 2 motivi:

 

- invida ( ma magari al tuo ragazzo faresti schifo in calze e perizoma..bisogna anche avere un minimo di fisico no?)

 

- o forse non ti accetti del tutto come dici e come pensi...un gay che si accetta non critica mai un'altro gay perche non vede niente di negativo in lui.

CHI CRITICA UN'ALTRO GAY LO FA PERCHE' VEDE RIFLESSO SE STESSO NELL'ALTRO, per come e' o per come vorrebbe essere, e quindi scatta la critica.

 

 

Un saluto

 

 

IL ROMANTICO ma cosa stai dicendo???

 

tu sei fuori come un balcone!

 

Hai detto tante di quelle cazzate che nemmeno ribatto punto per punto!

 

Sei una tipa molto superficiale e sbrigativa!

Prima leggiti tutti i post per capire il discorso meglio, non stai leggendo novella 2000

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