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Omosessualità e religione


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Ma non si parlava di Gerald?

Comunque uno che dice che non si può insieme essere omosessuali e streghe, solletica la mia compiacenza di omosessuale ;-)

 

 

 

Nessuno, non almeno noi atei generalmente, nega il rispetto delle scelte altrui in materia di religione, per quanto possano sembrare stravaganti.

Però che non ci sia differenza tra il credere che l'universo sia retto da un gigantesco tricheco piuttosto che da un'intelligenza ordinatrice se non creatrice, sembra un'affermazione un po' forte anche a me che sono ateo e che quindi non vedo dimostrazioni inconfutabili dell'esistenza dell'intelligenza ordinatrice o creatrice.

Va bene tutto, ma un tricheco poi!

Ovviamente questo vale anche per le piogge d'oro o per gli efflati di spirito che fanno partorire vergini, per i morti crocifissi che risorgono e per altre simili amenità.

Hai delle manie di persecuzione: " noi atei, siamo aperti generalmente " ... Ti prego, io sono credente e ho rispettato le tue opinioni benchè non abbia ricevutto lo stesso trattamento. Per quanto mi riguarda non perdo tempo con chi superbamente parte prevenuto rispetto ad un argomento cosi complesso. È comodo nascondersi dietro intellettualismi vuoti letti qua e là su google... la superbia è e resterà sempre la sorella dell'ignoranza.

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Hai delle manie di persecuzione: " noi atei, siamo aperti generalmente "

 

Mania di persecuzione attiva o passiva? 

Comunque non vedo dove sia la mania di persecuzione, attiva o passiva, in una tale dichiarazione.

Semmai potresti oppormi che non è vero che gli atei generalmente non negano rispetto alle scelte altrui, anche perché obbiettivamente non sono mancati regimi dichiaratamente atei e molto poco rispettosi dei credenti.

Ma la mania di persecuzione non so cosa c'entri......

 

 

 

 

Ti prego, io sono credente e ho rispettato le tue opinioni benchè non abbia ricevutto lo stesso trattamento.

 

E cosa dovrei fare per rispettare le tue opinioni?

Dovrei tacere le mie?

Per il resto hai potuto rispondere a me come io a te e se vuoi puoi anche rispondermi (chi te lo impedisce?)  punto per punto sulla questione della perfezione universale, invece di passar sopra tacendo.

 

 

 

la superbia è e resterà sempre la sorella dell'ignoranza.

 

Concordo!

Intanto potresti cominciare a non ignorare le evidenti contraddizioni che implica l'affermare che l'universo è perfetto e che un dio perfetto l'ha creato con eccelsa benignità verso le sue creature!

Edited by Mario1944

Ma la mancanza di rispetto dove sarebbe? Lo dico perché noi atei siamo abituati ad essere accusati di essere irrispettosi anche quando diciamo che non esiste alcun dio.

Ti rispondo subito! La mancanza di rispetto è nel tono SACCENTE, superficiale e, a mio parere, irritante con cui si esprime la propria opinione. Per me ogni ateo ha diritto ad esprimere il suo parere e per me per quanto possa essere blasfemo o irrispettoso ( secondo la mia visione delle cose) sarà sempre un arricchimento! Detto questo ripeto, il tuo parere in quanto ateo è valido e io lo rispetto e lo ascolto ma è e rimane sempre un PARERE, così come il mio... Credo che su questo punto ATEI, CREDENTI,AGNOSTICI ... Tutti dovrebbero trovarsi. Detto questo, ciò che mi irrita sono le risposte di chi da una verità PERSONALE per una CONCLUSIONE SCIENTIFICA... L'ho detto e lo ripeto NESSUNO ha la verità in tasca! OVVIAMENTE questo rispetto come lo esigo per le mie idee, lo attribuisco a tutti, senza distinzioni di sesso, credo, razza ecc ... Spero di essermi spiegato :)

AndrejMolov89

Affrontiamo il discorso razionalmente. 
Tu hai la tua fede, è un dato, bisogna rispettarla. Io ho la mia filosofia di vita, ovvero l'agnosticismo. Il tuo discorso di prima, rimane, dal punto di vista prettamente scientifico, imbarazzante. Non bisognerebbe utilizzare i risultati scientifici attribuendogli un ipotetica perfezione, o altro, perché sono equilibri instabili che emergono da un sistema che si auto-organizza (da qui, il discorso imbarazzante, perché descrivi sistemi che non hanno bisogno in alcun modo di un ente creatore). Non c'è bisogno di Dio per rendere possibile la vita e l'equilibrio attuale, obbiettivamente parlando serve una scatola abbastanza grande e abbastanza elementi tali per cui la probabilità che emerga un evento, sia concretamente possibile. Cioè, non si tratta di non rispettare o rispettare la tua visione del mondo, ovvero la tua fede, personalmente voglio obbiettare questo uso cattivo di ragionamenti scientifici per convalidare o meno una posizione. La fede e la scienza sono due cose perfettamente distinte e non possono e devono mischiate.
Ripeto, io posso rispettare la tua persona visione della vita e del mondo, non ti considero un cretino perché credi, è questo il sunto del discorso, ma non posso personalmente vedere l'uso così improprio della natura al fine di giustificare una Fede.  

 

 


Detto questo ripeto, il tuo parere in quanto ateo è valido e io lo rispetto e lo ascolto ma è e rimane sempre un PARERE, così come il mio... Credo che su questo punto ATEI, CREDENTI,AGNOSTICI ... Tutti dovrebbero trovarsi. Detto questo, ciò che mi irrita sono le risposte di chi da una verità PERSONALE per una CONCLUSIONE SCIENTIFICA...

 

Vediamo di distinguere le due cose, perché la scienza è una cosa diversa dalla filosofia e in particolare dalla filosofia che si occupa di dio cioè la teologia.

E' chiaro che intorno alla divinità non ci potranno mai essere dimostrazioni scientifiche né a favore né contro, dato che la scienza non si occupa dei principi primi e dei fini ultimi delle cose.

Quindi non c'è, almeno da parte mia, nessun problema a concedere che sulla questione dio o non dio si possono avere opinioni varie senza che alcuno possa pretendere di avere certezze inconfutabili dicendo "somaro" all'altro (salvo che non si cada nell'ipotesi del tricheco gigante.....).

 

C'è però una questione preliminare, metodologica, che è da porre e su cui i credenti in un dio sorvolano troppo spesso oppure ribaltano a proprio favore e cioè la questione dell'onere della prova.

Perché a me risulta che siano i credenti in un dio quelli che affermano qualcosa positivamente e quindi mi sembra logico che siano essi a dover dimostrare con argomenti inoppugnabili l'esistenza positiva di un dio di tale o di tal altra natura.

Non siamo infatti noi atei o agnostici ad affermare positivamente che dio non c'è, se non dopo, e solo dopo, che i credenti hanno affermato positivamente che dio c'è e non ne hanno tuttavia dato dimostrazione inoppugnabilmente efficace.

Io credo che si debba accettare il fatto che l'approccio alla religione di

David_Alex sia oggi molto diffuso.

 

E' l'approccio di chi, nonostante rifiuti la teologia in quanto prodotto

dell'uomo nei suoi aspetti dogmatici, estrae pochi riferimenti morali

essenziali peraltro trasversali a quasi ogni religione, vagheggiando

l'idea dell'esistenza di un Dio necessario a dare un senso o un principio

d'ordine al mondo.

 

Di fatto è un "deismo"

 

Poiché è un tipo di approccio, per certi versi razionalistico ( si avrebbe

la pretesa di separare il senso vero-razionale della religione dalle

superstizioni e dalle incrostazioni culturali ) il cozzo con chi ritiene che

la razionalità debba condurre all'ateismo o all'agnosticismo è frontale.

 

C'è però un secondo aspetto del Deismo che mi lascia perplesso,

spogliato del significato polemico che ebbe nel XVIII sec. contro le

religioni rivelate ( vedi festa dell'essere supremo di Robespierre )

non è che ci dica molto sul piano spirituale individuale.

 

C'è nel deista contemporaneo il desiderio di un mondo senza

conflitti, secondo me ( ma è più una analisi psicologica che

peraltro è avvalorata dalla storia del deismo, che nasce come

reazione alle guerre di religione...)

 

Ma dubito che la risposta deista possa essere soddisfacente

a livello esistenziale, se coerentemente svincolata da qualunque

osservanza e credenza

Ma non si parlava di Gerald?

Comunque uno che dice che non si può insieme essere omosessuali e streghe, solletica la mia compiacenza di omosessuale ;-)

 In effetti! :P

 

Se permettete la mia versione della verità 

è molto più seria della vostra.

 

Se domani non trovo più la cioccolata nella dispensa

posso pensare che me l'abbia fregata il mio ragazzo

o credere che sia stata assunta in cielo per opera dello Spirito Santo.

 

Ecco, per me questa è la differenza tra Atei e Credenti.

Entrambi non sappiamo la Verità,

ma la vostra è assolutamente ridicola. :)

 

E con questo sei la prova della mia tesi che gli atei non sono diversi dai credenti.

@Pix, io davvero non ci credo che per te

una spiegazione assurda valga quanto una spiegazione plausibile.

Puoi raccontarmela come vuoi, ma sono intimamente convinto

che se il tuo ragazzo ti dicesse che la cioccolata l'ha fatta sparire lo Spirito Santo

tu lo prenderesti - come minimo - in giro.

 

Salvo poi pretendere che io abbia rispetto per simili affermazioni

quando - invece della cioccolata - venga messo in mezzo l'Universo

o una ragazza rimasta incinta o l'origine della Vita.

 

Se tu pensi davvero che si possa mettere sullo stesso piano

l'idea che i fulmini li scagli Zeus e l'idea che siano solo scariche elettriche

e che io non possa dire a un pagano: "Guarda che ti sbagli" prima

e "Guarda che sei un povero mentecatto" se lui continua a insistere,

sarò costretto a dubitare dei limiti del suo senso del ridicolo.

 

Quello che conta davvero è che tu in realtà la pensi come me.

Se io ti vengo a raccontare di essere figlio di Odino, come minimo mi prendi per burlone

e non ti preoccupi affatto di non rispettare le scemenze che sparo.

E se convinco qualche poveraccio che ho ragione, 

rischio anche che mi denunci per circonvenzione d'incapace.

 

Che poi tutta la gente che crede in queste cose allucinanti

sia in disaccordo su tutto tranne sul fatto che i gay siano sbagliati,

dimostra solo la povertà di spirito di chi casca in queste assurdità.

 

 


@ Mario 1944 l'essenza è quella delle origini, di una pianta prima vengono le radici e solo alla fine le foglie, quindi se ne deduce che qualunque tentativo di modernizzare un culto e adattarlo alle esigenze del singolo non è altro che una semplice imitazione o un tentativo goffo di revival, ma l'originale rimarrà sempre tale e per questo inimitabile...

 

Sì vabbè ma qual è secondo te questa essenza del paganesimo avendo mente alla quale tu puoi affermare senza tema di smentita che il culto del dio X non sia pagano?

Dire che l'essenza è quella delle origini non vuol dire nulla se non chiarisci di quali origini parli.

Anche il cristianesimo ha le sue origini, dato che non è sempre esistito.

Quindi il cristianesimo originale secondo te può essere definito paganesimo?

E così l'ebraismo e l'islamismo?

 

 

 

 


Che poi tutta la gente che crede in queste cose allucinanti
sia in disaccordo su tutto tranne sul fatto che i gay siano sbagliati,
dimostra solo la povertà di spirito di chi casca in queste assurdità.

 

Infatti, dato che la condanna della sodomia è una delle pochissime cose su cui sono d'accordo, se la tengono ben stretta per dimostrare che non sono discordi per partito preso.....

@Pix, io davvero non ci credo che per te

una spiegazione assurda valga quanto una spiegazione plausibile.

Puoi raccontarmela come vuoi, ma sono intimamente convinto

che se il tuo ragazzo ti dicesse che la cioccolata l'ha fatta sparire lo Spirito Santo

tu lo prenderesti - come minimo - in giro.

 

Non stavo parlando di questo. Parlavo del fatto che sia tra gli atei che tra i credenti ci sono persone che dimostrano poco rispetto per le credenze altrui. Io credo che gli estremisti vi siano ovunque: un credente moderato non si affida al 100 % ad una religione ( si noti poi che pretendere dagli altri di seguire in toto una religione è di per sé una cosa sbagliata perché esistono tante forme di spiritualità quante sono le persone ) e quindi ha idee di regola mature sui vari temi. Affermare una cosa azzardata e non essere aperti al confronto è da persona con poche rotelle.

 

 


Parlavo del fatto che sia tra gli atei che tra i credenti ci sono persone che dimostrano poco rispetto per le credenze altrui.

 

C'è però da dire che ci sono grosso modo due tipi di credenze che è difficile rispettare seriamente:

primo, le credenze oggettivamente "stravaganti", ingiustificabili in ogni tempo e luogo, contrarie alla minima e quotidiana esperienza umana di sempre,

secondo, le credenze che potevano essere in qualche modo giustificabili 2 mila o mille o meno anni fa, quando avevamo certe cognizioni scientifiche, ma che difficilmente possono essere giustificate oggi con il progresso della scienza.

 

Esempi del primo tipo:

credere che una vergine partorisca fecondata da un dio sotto forma di spirito o di pioggia,  

credere che un uomo crocifisso possa risorgere e salire al cielo con corpo al seguito.

 

Esempi del secondo tipo:

credere che dio abbia creato l'uomo come essere privilegiato e centrale nell'universo, 

credere che dio abbia creato l'universo poche migliaia d'anni fa,

credere che dio abbia incardinato la salvezza di tutto il genere umano, anzi di tutto l'universo, su un pugno di predoni vagabondi vissuti in una minima entità spazio-temporale.

 

Come detto da Almadel con un esempio buffo, ma icastico, è ridicolo accusare il divino Spirito Santo se sparisce una ghiottoneria dalla dispensa, se non altro perché si dimostra di avere uno scarso senso della dignità di quello Spirito che pure si pretende di definire santo e divino!

 

Davanti a credenze  siffatte, non si tratta di essere atei o no, ma semplicemente di avere o no il senso del ridicolo.

 

Fermo restando che queste credenze, tendenzialmente ridicole e comunque ingiustificabili, non inficiano per sé stesse eventuali risposte teologiche alle domande filosofiche:

se ci sia una causa prima ed un fine ultimo di tutto,

se ci sia un'intelligenza universale ordinatrice o creatrice,

perché esista l'universo,

se sopravvivrà qualcosa di noi,

se.....,

perché......

 

 

 


un credente moderato non si affida al 100 % ad una religione

 

Non capisco bene che specie sia il "credente moderato" che non si affida al 100% alla sua religione, ma mi sembra molto simile a quello che i credenti chiamano "miscredente"!

C'è però da dire che ci sono grosso modo due tipi di credenze che è difficile rispettare seriamente:

primo, le credenze oggettivamente "stravaganti", ingiustificabili in ogni tempo e luogo, contrarie alla minima e quotidiana esperienza umana di sempre,

secondo, le credenze che potevano essere in qualche modo giustificabili 2 mila o mille o meno anni fa, quando avevamo certe cognizioni scientifiche, ma che difficilmente possono essere giustificate oggi con il progresso della scienza.

 

Non credo ci sia differenza tra un credente che crede in determinate cose e un ateo che crede in qualcosa in istituzioni che non solo sono completamente diverse da come le vede ma lo discriminano anche.

Il "progresso della scienza" non c'entra molto.

Epicuro sapeva benissimo che i fulmini non li scagliava Zeus,

ma non aveva la minima idea di quale potesse esserne la causa.

Cita otto spiegazioni plausibili per le scarse conoscenze dell'epoca,

ma non si avvicina minimamente alla verità sulla folgore.

Ciò non di meno sapeva che la causa non poteva essere un dio

e ci ha azzeccato, direi.

 

L'Ateo ammette di non sapere le cose:

anche se nell'ultimo secolo abbiamo trovato una spiegazione razionale

praticamente per tutto, cento anni nella storia umana sono davvero pochi.

Su ciò che non sappiamo è però consentito fare delle ipotesi, ricordando che:

1) Se sono ipotesi non possono essere articoli di fede ed essere spacciate come tali

2) Se un'ipotesi è superata dai fatti, i fatti hanno la precedenza sulle idee

3) Le ipotesi devono essere congruenti con la realtà: passi la fantascienza, ma il fantasy no.

Per me non fa una grande differenza

se una persona che si dice Atea

crede ai Rettiliani, a Di Bella o alle scie chimiche...

 

Il mondo è pieno di stramboidi, non lo nego.

Ma tra pensare che "la scienza ufficiale ci tenga nascosta la verità"

e credere a "uno Spirito Intelligente che ha creato il mondo"

c'è una certa differenza.

La differenza che passa tra il credere che nel mio freezer

ci sia il cadavere del mio ex smembrato e fatto a pezzi (paranoia)

e quella di pensare che ci sia un Pokémon di tipo Erba surgelato (psicosi).

Io ad esempio continuo ad essere amico di Almadel perché so che non potrei mai trovare un bulbasaur surgelato nel suo freezer, non perché non ce lo metterebbe, ma perché i bulbasaur non esistono. Infatti se esistessero non credo potremmo essere più amici.

 

Chiarito questo, credo sia conveniente tener presente che non sono rare le persone che si definiscono atee e che, concretamente, non lo sono: non quelli delle scie chimiche e degli alieni, bensì quelli che non credono in un dio, ma credono nell'esistenza dell'anima, o di forze mistiche che abitano o muovono il cosmo.

 

È vero che la parola ateo indica, strettamente, una persona "senza dio", ma è vero anche che, seguendo quei tre punti elencati da Almadel poco fa, l'esistenza di un dio è inaccettabile al pari dell'anima, dei fantasmi, dei demoni, e di quante altre entità e forze mistiche.

 

Gli "studiosi del paranormale", ci dicono che è colpa dei nostri mezzi e strumenti limitati se non riusciamo ancora a percepire queste entità, e in questo non contraddicono né il punto 2, perché è impossibile provare che non esistono i fantasmi, né il punto 3, perché di fatto fanno fantascienza.

Quel che contraddicono è il punto 1: qualsiasi scienziato, fatta un'ipotesi, non trovato alcun dato tangibile, si limiterebbe a constatare questo, non a costruire un sistema di deduzioni fittizie, spacciandole per vere, solo per soddisfare un impulso fede: facendo così si passa dalla fantascienza al fantasy, da "è possibile che esistano forme di vita tecnologicamente più avanzate della nostra e che vogliano entrare in contatto con noi" al creazionismo.

 

Se poi vogliamo limitare il concetto di ateo a quello di persona che non crede nell'esistenza di un dio, possiamo farlo, ma così quella di ateo diventa una definizione unicamente descrittiva di quello, e perde qualsiasi descrizione strutturale e cognitiva.

 

Se vogliamo ridurlo a quello, allora parliamo di persone scientifiche e persone antiscientifiche (non solo "ascientifiche", ma "anti", perché la loro fede nega, in uno o più passaggi, qualsiasi metodo scientifico).

 

Per capirci, chi entra in conflitto con uno dei tre punti sopra espressi da Almadel, è antiscientifico.

privateuniverse

Ringrazio gli ateisti del forum per la loro grande intelligenza.

 

Se non avessi letto loro avrei continuato a incolpare lo Spirito Santo ogni volta che vedo che è sparita la cioccolata dalla dispensa.

 

Non c'è niente da fare: avete un'intelligenza superiore, siete più seri; siete più forti, siete i più forti.

 

Chapeau.

Edited by privateuniverse

Io ho parlato di scientifico e antiscientifico, non di intelligente e scemo.

 

Metodo scientifico e fede si negano a vicenda: la fede è, per definizione, l'atto di credere vero qualcosa che non può essere dimostrato tale. Questo contraddice in toto il metodo scientifico.

 

La teoria dell'evoluzione, che è una teoria, io non la posso definire, e non la definisco, vera, perché non può essere dimostrata tale.

Io non ho fede nell'evoluzione, non la reputo vera anche se non posso dimostrare che lo sia.

 

Considero invece la teoria dell'evoluzione come un'ipotesi, esattamente come lo è dio: un'ipotesi, nel caso della teoria evoluzionistica, che sino ad ora si è dimostrata coerente e funzionale nel riunire i fenomeni biologici.

Esattamente come l'idea che durante le eclissi solari un mostro divorasse il sole era, nell'antichità, un'ipotesi coerente con quanto osservato e funzionale a spiegare quel fenomeno, ma indimostrabile, come lo è la teoria dell'evoluzione.

 

Il fatto che un'ipotesi indimostrabile sia coerente e funzionale nella spiegazione di un fenomeno non la rende vera, a meno di un atto di fede.

Quell'atto di fede, in scienza, non può essere contemplato, perché contraddice in sé il metodo scientifico: è antiscientifico.

 

Non è un insulto, né implica un'intelligenza inferiore: un pensiero scientifico sottostà al metodo scientifico, un pensiero antiscientifico nega il metodo.

 

Tu sai che non è stato lo Spirito Santo a rubarti la marmellata? Ottimo.

Come lo sai?

Lo sai perché hai fede in uno Spirito Santo che non ruba la marmellata, non perché segui un pensiero scientifico riguardo l'esistenza e il comportamento dello Spirito Santo.

Non si può essere scientifici e antiscientifici allo stesso tempo: o si è l'uno o si è l'altro.

 

Diversamente si commette l'errore di dire "io sono una persona scientifica perché so che i fulmini non sono opera di un dio, ma credo in Dio". E questo non è un pensiero scientifico, perché a monte del dimostrare secondo il metodo scientifico che i fulmini sono fenomeni naturali di natura elettrica che si sviluppano in seguito a una disparità di cariche, metto l'atto di fede, in considerare vera l'ipotesi indimostrabile di un dio che non lancia fulmini, perché il dio in cui ho fede è fatto così.

privateuniverse

 

 


Tu sai che non è stato lo Spirito Santo a rubarti la marmellata? Ottimo.
Come lo sai?
Lo sai perché hai fede in uno Spirito Santo che non ruba la marmellata, non perché segui un pensiero scientifico riguardo l'esistenza e il comportamento dello Spirito Santo.
Non si può essere scientifici e antiscientifici allo stesso tempo: o si è l'uno o si è l'altro.

 

Potrei rispondere facilmente dicendo che buona parte, se non la maggior parte, dei credenti ha la stessa fede in uno Spirito Santo che non ruba la marmellata.

 

Ma non è così che chi professa una fede religiosa è stato dipinto.

 

O no?

 

L'ultimo capoverso a me sembra contraddittorio; mi sembra contraddittorio in sé ("considerare vera l'ipotesi indimostrabile di un dio che non lancia fulmini perché il dio in cui ho fede è fatto così"? mah), contraddittorio rispetto a ciò che è stato spesso sostenuto in questa discussione (visto che l'"essere una persona scientifica" non mette affatto al riparo dal nutrire convinzioni del tutto irrazionali su questioni che non hanno niente a che vedere con il mondo delle ipotesi scientifiche) e contraddittorio, infine, rispetto a quanto hai appensa sostenuto, e cioè che si può benissimo essere razionali negli ambiti in cui la conoscenza scientifica conserva una sua validità, e ciò nonostante, credere in un Dio che non sia il tappabuchi per quando non so spiegarmi chi ha rubato la marmellata.

Non credo ci sia differenza tra un credente che crede in determinate cose e un ateo che crede in qualcosa in istituzioni che non solo sono completamente diverse da come le vede ma lo discriminano anche.

 

Non penso che il "credere a" qualcosa di umano possa essere assimilato al "credere in" qualcosa di divino!

Certamente il verbo "credere" può indurre in confusione e infatti a volere essere rigorosi bisognerebbe distinguere con le due diverse preposizioni "a" e "in", perché non è la stessa cosa il "credere in dio" ed il "credere ad un uomo".

Che poi ci sia qualcuno che creda "in" un altro uomo come qualche altro crede "in" un dio, è dimostrazione solo che talvolta gli uomini si creano divinità terrene, non che il ripudio della credenza "in" un dio sia a sua volta una fede.

 

Infatti, come ho già detto alcuni post fà, quelli come me, che dai credenti sono ingiuriosamente chiamati atei, notano solamente che le prove dell'esistenza d'un dio sono talora assurde, spesso contraddittorie, sempre insufficienti alla dimostrazione, ma non perciò quelli come me hanno fede in un "non dio" perché, se l'avessero, sarebbero altrettanto credenti quanto lo sono quelli che hanno fede in un dio!

 

 

Il "progresso della scienza" non c'entra molto.

Epicuro sapeva benissimo che i fulmini non li scagliava Zeus,

ma non aveva la minima idea di quale potesse esserne la causa.

Cita otto spiegazioni plausibili per le scarse conoscenze dell'epoca,

ma non si avvicina minimamente alla verità sulla folgore.

Ciò non di meno sapeva che la causa non poteva essere un dio

e ci ha azzeccato, direi.

 

Il progresso della scienza invece c'entra molto per alcune proprietà attribuite a dio ed alla sua creazione.

Ad esempio, quando la scienza insegnava che la Terra fosse centro dell'universo e che avesse poche migliaia d'anni, poteva non essere inverosimile supporre un dio creatore d'un uomo come essere centrale di tutto il creato, come creatura privilegiata proprio in virtù della sua posizione localmente e temporalmente centrale.

Del resto penso tu sappia che Epicuro non negava che gli dei esistessero e non lo negava, guarda un po!, proprio per la sua spiegazione scientifica della conoscenza, fondata sugli efflussi di atomi dai corpi.

Oggi probabilmente non avrebbe necessità di concedere l'esistenza degli dei, ma in fondo non ne avrebbe avuto bisogno neppure se avesse accettato la teoria aristotelica della conoscenza.

 

 

In realtà spesso e volentieri l'ateo crede a cose che si allontanano dalla scienza tradizionale e se ne vedono delle belle!

 

E quali sarebbero queste cose antiscientifiche e chi sarebbero gli atei che le credono in quanto atei?

Bada bene: in quanto atei.

 

 

Ringrazio gli ateisti del forum per la loro grande intelligenza.

 

Ringrazio per la mia parte......

 

 

Esattamente come l'idea che durante le eclissi solari un mostro divorasse il sole era, nell'antichità, un'ipotesi coerente con quanto osservato e funzionale a spiegare quel fenomeno, ma indimostrabile, come lo è la teoria dell'evoluzione.

 

A parte che semmai era durante le eclissi di Luna che alcuni popoli credevano che un mostro divorasse la Luna, infatti non si capiva cosa fosse il corpo interposto, mentre nelle eclissi di Sole si vedeva benissimo che il corpo interposto era la Luna.

A parte questo, mi sembra che la teoria dell'evoluzione abbia un pò più di fondamenti probatori dell'ipotesi mostro che divora il Sole (rectius la Luna) nelle eclissi, pur considerando la diversità di conoscenze e di strumenti di conoscenza scientifica tra noi ed i nostri antenati, infatti se il mostro divorava la Luna, poi la risputava subito dopo, quando essa usciva dal cono d'ombra della Terra.

Quindi non è che l'ipotesi del mostro fosse poi così "coerente con quanto osservato e funzionale a spiegare quel fenomeno".

Del resto non mi risulta che Egizi, Babilonesi o Greci avessero formulato l'ipotesi del mostro che divora i corpi celesti.

Sarà un caso, ma anche allora c'era chi capiva o tentava di capire senza ricorrere a favolette improbabili e chi invece.....

 

 

Diversamente si commette l'errore di dire "io sono una persona scientifica perché so che i fulmini non sono opera di un dio, ma credo in Dio". E questo non è un pensiero scientifico, perché a monte del dimostrare secondo il metodo scientifico che i fulmini sono fenomeni naturali di natura elettrica che si sviluppano in seguito a una disparità di cariche, metto l'atto di fede, in considerare vera l'ipotesi indimostrabile di un dio che non lancia fulmini, perché il dio in cui ho fede è fatto così.

 

Non sono d'accordo con te su questo (e quindi su questo sono d'accordo con Privateuniverse) per la semplice ragione che l'opinione dell'esistenza di dio è per sua natura extra scientifica, quindi la scienza e la filosofia teologica non sono in sé contraddittorie, perché lavorano su piani diversi.

Infatti nessun ateo, quanto meno non io, può ragionevolmente chiedere ad un credente la dimostrazione scientifica dell'esistenza di dio, ma può e deve chiederne la dimostrazione filosofica secondo ragione e senza contraddizione con i principi e le definizioni che egli stesso pone.

Non è un caso che da 2500 anni i filosofi che accettano l'ipotesi di dio si siano impegnati, con scarsa efficacia per altro, nella dimostrazione della sua esistenza.

Edited by Mario1944

 

 


Sì vabbè ma qual è secondo te questa essenza del paganesimo avendo mente alla quale tu puoi affermare senza tema di smentita che il culto del dio X non sia pagano?
Dire che l'essenza è quella delle origini non vuol dire nulla se non chiarisci di quali origini parli.
Anche il cristianesimo ha le sue origini, dato che non è sempre esistito.
Quindi il cristianesimo originale secondo te può essere definito paganesimo?
E così l'ebraismo e l'islamismo?

Non è questo il luogo ed il contesto per spiegare le basi di una religione ( servirebbero pagine e pagine e non mi sembra il caso ) se davvero ti interessa capire cosa intendo io per vero paganesimo posso suggerirti Omero, Esiodo, l'orfismo, i misteri eleusini e tutte le testimonianze sui culti romani, greci ed italici che sono giunte sino a noi, quindi io posso affermare quanto detto su queste basi, ovvero sulle basi delle mie conoscenze e delle mie esperienze e su una base dottrinale, perchè, ripeto per l'ennesima volta, una religione per essere tale deve essere pura, altrimenti si è avanti ad un sincretismo o peggio ad una falsa religione basata su dottrine sbagliate ( attenzione non sbagliate a priori perchè lo dico io, sbagliate perchè non trovano fondamento storico, nè letterario nè tantomeno religioso, spirituale o dottrinale )...

Mi sembrava di essere stato chiaro in merito alle origini, per origini del paganesimo intendevo il culto pagano come lo praticavano i miei e probabilmente anche i tuoi antenati ( al più con qualche lieve adattamento ai tempi attuali ) e non come lo praticano gli wiccan ( che non si capisce nemmeno bene a quale branca precisa del paganesimo si rifacciano, quindi...)

Non vedo come possiamo mettere le religioni monoteiste in mezzo al mio discorso, ma ti risponderò comunque : devi sapere che i cristiani hanno ripreso un buon 70% delle loro usanze, dei loro riti e dei loro simboli dal paganesimo ( es. moltissime festività cristiane cadono proprio gli stessi giorni in cui si festeggiavano le feste pagane più importanti, la maggior parte delle chiese furono costruite in prossimità dei templi ) e questo fu fatto solo per meglio assoggettare la popolazione e per spingerla alla conversione inconsapevole ( grande bastardata ) e quello che non riuscirono a trasformare a loro vantaggio lo demonizzarono, e stessa cosa fecero gli ebrei, fecero proseliti a forza di demonizzare le divinità degli altri culti ( ad esempio uno dei demoni più spietati e crudeli secondo loro sarebbe Lilith, che altri non era che una dea mediorientale della fertilità e dell'amore ), caso strano tutti i nomi della demonologia cristiana ed ebraica ricalcano sin troppo fedelmente i nomi delle antiche divinità cananee, babilonesi, assire ed arabe,e stesso dicasi dell'Islam ( non so se ti risulta ma la divinità degli islamici era un membro di un pantheon arcaico che progressivamente e lentamente cadde in disuso lasciando il posto al do unico)...Rispondendo all'ultima domanda posso dirti che no, i monoteismi originari non erano pagani ma hanno rubato molto da esso, il paganesimo per come lo vedo io è quello antico ( che sia greco-romano, celtico o norreno non importa ) di certo non è quello predicato da un gruppo di ragazzini che pensano di risolvere tutti i loro piccoli problemi adolescenziali entrando a fare parte delle "coven" come a loro piace chiamarle...Detto questo spero solo di essermi spiegato bene...

Detto questo spero solo di essermi spiegato bene...

 

Mica troppo, anzi per niente ;-)

 

 

 

 

Non vedo come possiamo mettere le religioni monoteiste in mezzo al mio discorso, ma ti risponderò comunque : devi sapere che i cristiani hanno ripreso un buon 70% delle loro usanze, dei loro riti e dei loro simboli dal paganesimo

 

Non è una gran novità e comunque io andrei anche oltre il 70%!

Comunque con il proliferare di figli di dei, madri di dei, profeti di dei, creature semidivine per natura, creature quasi divine per merito, non è che cristianesimo, ma anche ebraismo ed islamismo, siano poi così rigorosamente mono(teisti).

 

 

 

 

se davvero ti interessa capire cosa intendo io per vero paganesimo posso suggerirti Omero, Esiodo, l'orfismo, i misteri eleusini e tutte le testimonianze sui culti romani, greci ed italici che sono giunte sino a noi, quindi io posso affermare quanto detto su queste basi, ovvero sulle basi delle mie conoscenze e delle mie esperienze e su una base dottrinale, perchè, ripeto per l'ennesima volta, una religione per essere tale deve essere pura,

 

Guarda che stai facendo di molte erbe diverse un solo fascio...... qual è la caratterizzazione comune delle religioni che hai citate se non quella di essere anteriori al cristianesimo che per ciò le condannò collettivamente ed indistintamente come pagane?

In sostanza mi dici che per essere pagani è sufficiente non essere cristiani, ebrei od islamici.

E comunque cosa significa religione "pura"?

Pura rispetto a cosa?

Non è che l'antica religione dei Greci fosse pura, dato che assunse divinità di popoli anteriori  ai Greci (ad esempio Apollo) e poi di popoli esterni ai Greci (ad esempio Dioniso).

Non parliamo poi della religione romana i cui dei furono rimodellati su quelli Greci quando non addirittura presi di peso dai Greci (vedi Apollo, Bacco/Dioniso, Ercole, i Dioscuri) o da altri popoli (Cibele, Iside).

 

 

 

Mi sembrava di essere stato chiaro in merito alle origini, per origini del paganesimo intendevo il culto pagano come lo praticavano i miei e probabilmente anche i tuoi antenati ( al più con qualche lieve adattamento ai tempi attuali ) e non come lo praticano gli wiccan ( che non si capisce nemmeno bene a quale branca precisa del paganesimo si rifacciano, quindi...)

 

Lasciami capire:

tu dici che va bene il paganesimo antico con qualche "lieve adattamento ai tempi attuali", ma che non ti va bene quello dei Wiccan che però non capisci bene a quale paganesimo si rifaccia.

Io ti domando:

di quale paganesimo antico parli?  ce n'era più di uno, dato che ogni popolo praticamente aveva ddivinità sue proprie;

quali solo i "lievi adattamenti ai tempi attuali" che ammetti al paganesimo che hai scelto?

se non capisci a che paganesimo i Wiccan si rifacciano, come puoi dire che non siano autenticamente pagani?

Edited by Mario1944

 

 


Mica troppo, anzi per niente ;-)
Mi dispiace per te :)

 

 


Non è una gran novità e comunque io andrei anche oltre il 70%!
Comunque con il proliferare di figli di dei, madri di dei, profeti di dei, creature semidivine per natura, creature quasi divine per merito, non è che cristianesimo, ma anche ebraismo ed islamismo, siano poi così rigorosamente mono(teisti).
 
A detta loro è così...

 

 


Guarda che stai facendo di molte erbe diverse un solo fascio...... qual è la caratterizzazione comune delle religioni che hai citate se non quella di essere anteriori al cristianesimo che per ciò le condannò collettivamente ed indistintamente come pagane?
In sostanza mi dici che per essere pagani è sufficiente non essere cristiani, ebrei od islamici.
E comunque cosa significa religione "pura"?
Pura rispetto a cosa?
Non è che l'antica religione dei Greci fosse pura, dato che assunse divinità di popoli anteriori  ai Greci (ad esempio Apollo) e poi di popoli esterni ai Greci (ad esempio Dioniso).
Non parliamo poi della religione romana i cui dei furono rimodellati su quelli Greci quando non addirittura presi di peso dai Greci (vedi Apollo, Bacco/Dioniso, Ercole, i Dioscuri) o da altri popoli (Cibele, Iside).
Affatto...ci risiamo con questo discorso, ho già parlato e spiegato tutto in merito a cosa intendo per religione pura e rispetto a cosa e non ho voglia di rimettermi a scrivere tutto da capo, ma ho come l'impressione che tu non voglia capire in nome il tuo ateismo, del tuo razionalismo e della tua scienza onnipotente che ti chiude gli occhi molto più di quanto credi, perchè ti spinge a non voler ascoltare e a liquidare quello che dicono gli altri come superstizione, fantasia etc. e comunque ti garantisco che non devi insegnarmi proprio niente sui miei dei ( non vuole essere un affermazione presuntuosa o saccente, lungi da me ) altrimenti se così fosse non starei qui a parlarne ( non parlo di ciò che non conosco )

Lasciami capire:
tu dici che va bene il paganesimo antico con qualche "lieve adattamento ai tempi attuali", ma che non ti va bene quello dei Wiccan che però non capisci bene a quale paganesimo si rifaccia.
Io ti domando:
di quale paganesimo antico parli?  ce n'era più di uno, dato che ogni popolo praticamente aveva ddivinità sue proprie;
quali solo i "lievi adattamenti ai tempi attuali" che ammetti al paganesimo che hai scelto?
se non capisci a che paganesimo i Wiccan si rifacciano, come puoi dire che non siano autenticamente pagani?

Anche qui ho già risposto ( ma le leggi le risposte degli altri o ti limiti ad un occhiatina fugace ? ) Io per antico intendo ogni paganesimo, per me quello di Roma, per gli altri quello celtico, norreno o come vogliono loro, degli adattamenti possono essere fatti, ma lievi e a patto che non stravolgano l'essenza della dottrina e il suo significato e la sua forma originaria. La wicca riconosce ogni divinità di ogni pantheon e di conseguenza non ne riconosce nessuna, la sua dottrina è cristiana e la sua spiritualità è buddhista, di pagano non ha nulla, è un mero sincretismo e nulla di più.

Non riesco a quotarti dal telefono, sicché m'arrangio come viene.

 

Riguardo al come sia stato dipinto il credente in questa conversazione, sinceramente, non mi interessa: se ti senti offeso dalla questione della marmellata per come l'ha posta Almadel tirarla fuori nel discorso con me non ha minimamente senso. Non ho contribuito alla discussione nel suo svolgimento, né l'ho letta, ho commentato unicamente per riallacciarmi agli ultimi 4 commenti prima del mio, ai tre punti di almadel e alla definizione della parola ateo, e al fatto che ci fossero persone atee che avanzavano ipotesi fantacientifiche.

 

Il fatto che tutti i credenti credano in un dio che non ruba la marmellata, a me va benissimo come risposta, perché è esattamente quel che ho detto.

 

La differenza che ho fatto io sta tra l'avanzare un ipotesi indimostrabile, e il sostenere una convinzione indimostrabile: il primo è dire "è possibile che esistano gli aleni" il secondo è dire "credo negli alieni".

 

Mi sono espresso male nel mio precedente commento, e avrei dovuto applicare completamente questa distinzione, anche al caso degli alieni e delle scie chimiche.

 

Il primo è un pensiero scientifico, il secondo è un pensiero antiscientifico.

 

Sulla questione del contraddirmi, no so se tu abbia capito male a causa dei miei errori di cui sopra, ma quella contraddizione che evidenzi è proprio quella che evidenzio io: non esiste pensiero scientifico in convivenza al pensiero antiscientifico, perché quando questo si verifica, il secondo smonta a priori il primo, e quel che ne rimane è un sistema di deduzioni logiche fatte a partire da un'ipotesi non dimostrabile accettata a priori come vera.

 

Per questo, se credi nell'esistenza dello Spirito Santo, affermare che sai scientificamente che la marmellata non te l'ha rubata lo Spirito Santo, non corrisponde a verità, perché il fatto che tu sappia che non te l'ha rubata lui, si basa su di una tua credenza antiscientifica in uno Spirito Santo che non ruba la marmellata.

 

Se credi in dio, ovvero credi vera un'ipotesi non dimostrabile, qualsiasi deduzione secondo logica tu possa fare sulla realtà che ti circonda non è scientifica, e il tuo pensiero non è scientifico: puoi arrivare alle stesse conclusioni di una persona che utilizzi il metodo scientifico, ma questo non rende il tuo pensiero scientifico.

 

Il pensiero scientifico si basa sul dubbio: tutto è incerto, tutto è dimostrabile solo secondo metodo e dati e tutto ciò che stato dimostrato è falsificabile solo secondo metodo e dati. E quando si arriva ad un limite di dimostrabilità, a causa delle tecnologie o della logica, ci si limita a dire "non so", e al più a formulare un "potrebbe essere così". Su quel "potrebbe", ci si possono costruire discipline intere, ma discipline consapevoli che se quel "potrebbe" venisse a decadere, se quell'ipotesi instabile e indimostrabile arrivasse ad essere non funzionale rispetto ai fatti, tutta la disciplina dovrebbe collassare e riorganizzarsi, come accadde per la biologia quando l'ipotesi dell'abiogenesi dei microorganismi si dimostrò non funzionale a descrivere i dati ottenuti.

Eppure oggi un biologo con un minimo di basi di fisica e chimica, e che adotti un pensiero scientifico, sull'abiogenesi dovrebbe dirti che se prendi un contenitore stagno pieno di composti chimici e lo lasci lì fermo da ora ad un tempo infinito hai una probabilità infinitesimale, secondo termodinamica e cinetica, che quei composti si aggreghino a formare una forma di vita.

Perché per lui, che utilizza il pensiero scientifico, l'ipotesi dell'abiogenesi era indimostrabile tanto quando era funzionale a descrivere i dati dell'epoca, quanto ora che non lo è più: è sempre stata un'ipotesi indimostrabile, nessuno l'ha mai dimostrata, e come tale non è stata falsificata, ma sostituita da un'ipotesi altrettanto indimostrabile, ma più funzionale a descrivere i dati, ovvero l'ipotesi secondo cui la vita NON si sviluppi spontaneamente dalla materia inanimata, se non in date circostanze chimiche e fisiche.

 

Quel che è diverso tra questo e l'aver fede in una qualsiasi cosa, sta nel fatto che la fede considera vera un'ipotesi indimostrabile: non la ritiene una semplice ipotesi sulla quale eventualmente costruire una disciplina intera, la reputa vera, vera e infalsificabile.

Nega il metodo scientifico tanto nella dimostrazione, che manca, tanto nelle possibiltà di falsificazione, che sono negate.

 

E basta un solo assunto di fede, un solo assunto antiscientifico, uno solo, per rendere il pensiero di una persona antiscientifico, sempre secondo quanto ho detto sopra riguardo allo Spirito Santo e la marmellata.

 

Non considero il pensiero come "compartimentato a livello logico e qualitativo": il pensiero è unico, continuo, e la logica lo attraversa da parte a parte in ogni sua estensione.

 

L'inserimento di una convinzione antiscientifica rende antiscientifico necessariamente tutto il resto: non toglie assolutamente nulla all'intelligenza di quella persona, spesso non ne debilita nemmeno le capacità di produrre conoscenza, ma quella persona non avrà comunque un pensiero scientifico. Potrà avere un pensiero molto simile, nella struttura di deduzioni fatte, a quello di una persona il cui pensiero segua il metodo scientifico, ma qualitativamente i due pensieri saranno diversi, perché dietro ad ogni deduzione fatta dal credente ci sarà una certezza antiscientifica e inviolabile.

 

Per il credente in un dio creatore la gravità esiste per deduzione e anche perché dio ha voluto creare l'universo a questo modo.

Per un non credente che utillizzi un pensiero scientifico la gravità e le leggi di questo universo potrebbero bessimo non essere mai esistite, per lui la probabilità che potesse verificarsi quell'ipotesi indimostrabile esiste, per il credente in un dio creatore no: perché nell'esistenza di un dio creatore non esiste probabilità.

 

Dio, l'indimostrabile ritenuto vero e infalsificabile, è il termine ultimo dell'incertezza, è la certezza assoluta che vanifica ogni forma di incertezza da lui a discendere, e non può esserci pensiero scientifico senza incertezza, perché l'intero pensiero scientifico si muove sull'incertezza e nell'incertezza, e solo in quellla.

 

Un pensiero che accetti una certezza inviolabile non è scientifico.

Mario 1944, l'esempio dell'eclissi era un esempio, come se ne potrebbero fare altri, non un approfondimento storico: che in ogni età siano esistite persone con diversa predisposizione speculativa, non è un mistero.

 

Per quel che riguarda la questione della non contraddittorietà tra scienza e filosofia teologica, non credo tu abbia colto il senso del mio intervento: io non parlo di scienza, ma di pensiero scientifico, e non parlo di filosofia teologica, ma di fede.

 

Sono l'atto di fede e il pensiero scientifico a non poter sussistere contemporaneamente, e non nel mondo, nell'umanità, nella cultura, ma nella stessa persona: o c'è l'uno o c'è l'altro.

 

Ottimi scienziati sono stati e sono credenti in dio e han prodotto conoscenza e permesso rivoluzioni scientifiche: ciò non toglie che il loro pensiero, accettando un'ipotesi indimostrabile come vera e infalsificabile, non fosse un pensiero scientifico.

 

Del resto lo scienziato produce scienza, ma non per questo è tenuto ad adottare un pensiero scientifico: adotta il metodo scientifico per fare il suo lavoro, ma non per questo ha un pensiero scientifico come persona.

 

La scelta di adottare o meno un pensiero scientifico è personale, non derivata dalla propria occupazione o dalle proprie passioni: chi sceglie per sé un pensiero scientifico sceglie di pensare in funzione di un'incertezza costante ed estesa a tutto, ovviamente secondo il metodo, e non accetta violazioni di quel metodo nel proprio pensiero.

 

Chi le accetta, rinuncia ad un pensiero scientifico, in favore di un pensiero che trova più adatto a sé.

 

Niente di più.

E ovviamente l'esempio dello scienziato credente è valido per un qualunque credente: chiunque può credere in un dio e applicare correttamente il metodo scientifico alla situazioni più disparate, solo non a tutte; ma dall'applicare il metodo a fare del metodo il proprio pensiero, la differenza è qualitativa.

 

La questione della marmellata scomparsa, ad esempio: io credente nello Spirito Santo applico il metodo scientifico per risolvere il mistero, lo applico limitatamente alla situazione, come lo scienziato credente lo applica al suo lavoro.

 

È un esercizio mentale, utile a ritrovare la marmellata o a scoprire un nuovo elemento chimico, ma dopo di che posso dire che il mio pensiero è scientifico? Posso dire che il mio pensiero è il metodo? No.

 

Il mio pensiero applica il metodo limitatamente a precise e innumerevoli questioni, ma non si riduce ad esso, non si piega all'essere scientifico.

 

E dico "scientifico" e non "esclusivamente scientifico" per due ragioni.

 

- La prima, è quella che ho già espresso: considero il pensiero come unico, continuo e attraversato da parte a parte dalla logica; ragion per cui un concetto antiscientifico in un sistema di pensiero scientifico, non ha l'effetto di una goccia d'olio in un bicchiere d'acqua, quanto piuttosto quello di un cucchiaino di sale da cucina in un bicchiere di acqua distillata: si scioglie irrimediabilmente senza lasciar traccia visibile di sé, scindendosi in ioni che interagiscono con quell'acqua, e il risultato è che quel bicchiere non è più pieno di acqua distillata, ma di acqua salata.

 

- La seconda, è che sinceramente troverei molto fastidioso se qualcuno venisse a dirmi che il mio pensiero è sia scientifico sia antiscientifico a seconda dei casi e delle circostanze, che è spezzato in due parti distinte tra loro incoerenti, e addirittura contraddittorie in termini. Avanzare l'idea di questo partizionamento, mi sa tanto da psicanalisi da quattro soldi dell'ateo sul credente "Ma allora questo come me lo spieghi? Ma vedi che ti contraddici? Sei incoerente.", il classico dibattito da bar nel quale si porta (forzatamente) il metodo scientifico (ammazzato e storpiato) su dio, quando tutto quel che il metodo potrebbe dire in merito è che è un'ipotesi non dimostrabile, e quel eventualmente che ne esistono di più funzionali alla spiegazione dei dati sino ad ora raccolti.

 

Preferisco pensare agli altri come persone dotate di un pensiero unico, continuo e logico, piuttosto che fare il Freud di turno.

 

Poi quel pensiero può essere affine al mio, e quindi scientifico, basato unicamente sul metodo e sull'incertezza, o non affine al mio, non basato sul metodo perché per fede ammette come vere e non falsificabili delle ipotesi non dimostrabili. Io l'ho chiamato antiscientifico, ma solo perché contraddice il metodo scientifico.

 

Fossi credente non avrei problemi a dire che il mio pensiero, no, non è scientifico: applico comunemente il metodo, ma ho fede.

 

E se una persona priva di fede venisse a dirmi che, in fondo, anche lei ogni tanto pensa che potrebbe esistere un dio, ma non sempre, solo ogni tanto, magari nei periodi difficili, o quando sente che la sua vita non ha senso, e che in ragione di questo suo pensiero sulla probabilità dell'esistenza di dio ritiene di essere anche lei credente quando in realtà non lo è, sinceramente non ci starei.

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