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"Ma è davvero necessario?"


AndrasKun

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Bah, millenni...Secondo me la diversità tra i Gay e gli Etero è qualcosa che è nata con la società. Se tu ci pensi bene, nell'antica Grecia non era niente di che essere gay. Basta pensare all'unione che si creava tra gli uomini (erastes) e i giovani (eromenos). Ricordiamoci che tutto è stato iniziato dalla Chiesa. Per il resto, sono pienamente d'accordo con te, cambiapelle: biasimare un Coming Out, non dev'essere una copertura per i propri atteggiamenti. Diciamo che non vedo i CO necessari; ma al contrario nemmeno credo che bisognerebbe celare la propria natura. Infondo, una persona, se ti vuole bene, te ne vuole pure se ami qualcuno del tuo sesso. E se tu sei la persona amata e non ricambi, basta dirlo.

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Caro Cambiapelle.

Allora intendiamoci: cosa vuol dire "sbandierarlo"?

A mio avviso significa: "dirlo anche alle persone con cui non abbiamo nessuna confindenza" Questa cosa è sbagliata? No. E' necessaria? Quasi mai.

 

Però bisogna ricordare che tutti i pregiudizi che hanno gli etero nei nostri riguardi nascono dal fatto che pochissimi di loro conosco un gay di persona: dichiararsi permette loro di avere almeno un termine di paragone e se qualcuno farà davanti a questi delle battutacce su gay, potranno almeno dire "io ne ho conosciuto uno e mi era simpatico".

 

Caro Diginex,

l'omofobia non l'ha inventata la Chiesa (altrimenti perchè l'Islam sarebbe omofobo?). Lei ha solo raccolto l'omofobia di matrice ebraica ("Dio non vuole") e quella di matrice stoica ("abbiamo il dovere di figliare per la patria e di sposarci. E perchè? Perchè è difficile e le cose difficili ci rendono migliori")

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per me sbandierare la nostra omosessualita' voul dire varie cose ... c'e' chi concentra ogni suo discorso sul fatto di essere gay (che palle pensare di essere gay 24 ore su 24 !...) , chi invece si fa appositamente additare per i suoi stravaganti modi di vestire solo per dare scalpore..... tutto questo per me e' inopportuno. e' essenziale invece vivere l'omosessualita' nella maniera piu' serena possibile , dove possibile, nella maniera piu' leale e senza raccontare balle.....

se io sono al supermercato , faccio la fila e la cassiera mi chiede 40 euro e 39  centesimi per la spesa che ho comprato io non gli porgo i soldi dicendo ''tenga ...ha, io sono gay....'''

 

se sono allo stesso supermercato, con la stessa cassiera che una volta cominciata una breve conversazione magari mi chiede se ho la ragazza io potrei correggerla e dire magari '' no e comunque non sarebbe UNA RAGAZZA....

 

questo pero' dipende dal fatto di avere oppure meno superato la fase dell'accettazione e se si abita in un posto abbastanza civile da permetterlo (dipende anche dalla sicurezza che amici ed eventualmente genitori riescono a trasmettere)

 

insomma, troppo semplice per me giudicare, ma non tollero che una persona mi dica '' non faccio coming out con nessuno perche' e' inutile..o ancor peggio '' e' una cosa personale''

 

ma stiamo impazzendo? volenti oppure no la sfera sessuale e' un ponto piu' o meno centrale nel rappotarsi con altri..e' impensabile e deprimente avere il concetto di poter condividere con gli amci tutto ma non QUESTO....

 

il coming out come gia' detto deve errere un ''diritto di tutti '' e uno scopo da raggiungere per la propria serenita'. e non venitemi a dire che siete contenti cosi' perche' non ci credo.

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per me sbandierare la nostra omosessualita' voul dire varie cose ... c'e' chi concentra ogni suo discorso sul fatto di essere gay (che palle pensare di essere gay 24 ore su 24 !...) , chi invece si fa appositamente additare per i suoi stravaganti modi di vestire solo per dare scalpore..... tutto questo per me e' inopportuno. e' essenziale invece vivere l'omosessualita' nella maniera piu' serena possibile , dove possibile, nella maniera piu' leale e senza raccontare balle.....

se io sono al supermercato , faccio la fila e la cassiera mi chiede 40 euro e 39  centesimi per la spesa che ho comprato io non gli porgo i soldi dicendo ''tenga ...ha, io sono gay....'''

 

Proprio come la penso io. Parole sante!

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filippogherardi

Alle persone cui ho rapporti umani lo dico perché per me è impensabile che in un'amicizia io nasconda una parte così importante del io essere.

 

Agli estranei lo dico - senza forzature - perchè voglio che il mondo cambi in meglio.

 

Credo fermamente che se TUTTI i gay nascosti volessero (potessero) dichiararsi, la nostra visibilità aumenterebbe a tal punto che la gente (e i politici) non potrebbero più ignorarci o bollarci impunemente. Basti vedere quante cose sono cambiate rispetto a vent'anni fa.

 

Per me il discorso di Yrian è il più saggio

insomma io vivo nella speranza che il mondo cambi in meglio, ma io per primo mi devo impegnare.

poi io preferisco dirlo solo agli amici perchè dirlo agli estranei mi sembrerebbe sbandierarlo troppo.

però mi piace sapere che i miei amici hanno un'idea di persona gay che vive tra loro, che ha comportamenti normali. se invece non conosco e dico rischio di passare per extraterrestre...

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E` un cambiamento e come tutti i cambiamenti e` doloroso e difficile.

 

Mi autocito dalla firma.

 

Fare coming out, vuol dire mettersi in gioco tutto e rischiare paurosamente, quello che succedera` dopo e` altamente impredicibile. Quindi io consiglierei di farlo solo quando si e` sicuri di se' stessi, mettendo in conto tutti i problemi e le sciagure derivanti. Dico questo perche' credo che sia particolarmente difficile che una persona esterna capisca tutto quello che per noi sembra banale e alle volte c'e` bisogno di cautelarsi prima.

 

E` vero si tratta di coraggio, ma ricordiamoci anche della ragione. Se la famiglia decidesse di mandarti via staresti veramente in braghe di tela. Qualcuno potrebbe dire "Ma la legge", certo la legge dice tante belle cose, dopo pero` ognuno sa quello che puo` succedere e dico soprattutto in ambienti come l'entroterra siciliano piuttosto che quello campano ecc. Abusi, violenze e quant'altro potrebbero venir fuori e poi come la mettiamo?

 

Sono per l'ossimoro coraggio ragionato.

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ma infatti io sono daccordo con te! se un vostro eventuale coming out dovesse mettere in pericolo la vostra permanenza in casa non fatelo! non voglio certo essere complice della rovina di qualcuno per un consiglio sbagliato...  ben venga il coming out, ma ben venga anche appunto la ragione. ma se questa deve essere una scusa per non farlo con nessuno allora io dico che non sono daccordo  dubito fortemente che un ragazzo gay al giorno d'oggi viva circondato da perfetti imbecilli omofobi....una volta che una persona , anche con difficolta' in casa, raggiunge una completa indipendenza economica a questo punto e' bene che se ne fotta dell'opinione della gente anche se fossero i propri stessi genitori

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Mi trovo fortemente in accordo con True_Vampire.

 

Non ritengo che sia necessario fare coming out continuo e palese.

L'essere non deve continuare ad essere sottolineato nella sua attuale forma no? Se fossi fuoco non dovrei continuare a dire "Brucio, ehi lo sapete che brucio? Sono fuoco, sono caldo e brucio", al contrario mi sembra sintomo di una forte insicurezza dover sempre dichiararsi e dover sempre palesizzare. Intendo: agli amici è giusto dirlo, ma dipende il modo e le motivazioni, se come dici tu Almadel dovessi rivelarlo solo perché "mi parlano solo di ragazze" sarebbe una balordata. Che amici sono coloro che non si accorgono di ciò? Quando glielò detto apertamente ad alcuni miei amici non c'è stata la minima reazione, solo un semplice "Si capiva in effetti". Ma che senso avrebbe insistere? Doverlo rivelare a tutti? Oppure semplicemente voglio Io (persona insicura che continuamente rivela) mettere una barriera tra me ed il mondo. Voglio io credermi diverso perché non mi va di integrarmi? Alla fine cosa ho ottenuto? Solo il rispetto di quella legge universale "diventi ciò che odi".

 

Gli omofobi ovviamente hanno ridotto gran parte dalla popolazione omosessuale paurosa ed odiante, non gli si toglie la loro prima colpa, ma è giusto diventare come loro (in una posizione diametralmente opposta certo)? L'odio non può che generare odio, tutto alla fine nasce dalla paura. L'insicurezza non è forse paura? Facendoci tutti un esame di coscienza, possiamo affermare di essere liberi di quei bei giudizi a priori? Guardando come è stato attaccato True_Vampire bisognerebbe riflette (magari i suoi post sono criptici, però nel mio modesto parere è alquanto semplice e chiaro).

 

Mi si può dire che è giusto rivelarlo perché ciò favorisce il dialogo e via dicendo. Però quanti qui nelle presentazioni hanno specificato se sono omosessuali, bisessuali, etero curiosi (penso ce ne siano no? Almeno tra le ragazze penso di si), transessuale, ermafroditi etc etc

Con quale metro diamo per scontato tutto ciò? Il nome del forum? Beh questo non è un pregiudizio? Se io fossi un eterosessuale normale che vuole far una tesi sull'omosessualità, ma per non influenzare non lo dico, se mi dichiarassi etero nella presentazione sarei guardato con sospetto? Di sicuro non apertamente, ma al primo tentativo sono sicuro che "omofobo" me lo trovo scritto. Ripeto tutto questo sospetto non è sbagliato poiché è comunque nato da una condizione di disagio, ma si sta facendo qualcosa per migliorare? Secondo me un miglioramento è già questo ponderare COSA dire. Se dico che sono omosessuale perché voglio parlare di ragazzi, sono più stimabile di un etero che parla di ragazze? Se mi sento bene in un gruppo alla fine a chi importerà. Poi ovvio adesso come adesso la pedagogia è scarsa su moltissimi fronti e la maggior parte delle persone non è aperta, ma invece di farci vedere come un gruppo chiuso legato ai nostri riti massonici  mostriamoci come persone normali che non pretendono nulla di particolare, già fare delle leggi che ci favoriscano indirettamente aumenta il divario se ci pensate, poiché è stato necessario una legge, ma se la questione è naturale che bisogno c'era? Ripeto la pedagogia deve cambiare, ma presto o tardi cambierà, mentre una vita passata nell'inisicurezza (del troppo coming o del troppo poco) non torna indietro.

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Caro Anubis,

non so se sono la persona giusta per replicarti, ma lo farò ugualmente.

 

Se io mi tengo mano nella mano con il mio ragazzo, sto facendo un "coming out continuo e palese" con dozzine di sconosciuti. Non "sottolineo" forse la mia condizione? Eppure mi comporto come una "persona normale"!

Quello che per me è "integrazione" per te significa "mettere una barriera fra me il mondo". Come si spiega tutto questo? Per me "essere normale" significa "comportarsi come gli altri"; non certo "essere come gli altri."

 

Poi dici:

Gli omofobi ovviamente hanno ridotto gran parte dalla popolazione omosessuale paurosa ed odiante, non gli si toglie la loro prima colpa, ma è giusto diventare come loro (in una posizione diametralmente opposta certo)? L'odio non può che generare odio, tutto alla fine nasce dalla paura. L'insicurezza non è forse paura? Facendoci tutti un esame di coscienza, possiamo affermare di essere liberi di quei bei giudizi a priori? Guardando come è stato attaccato True_Vampire bisognerebbe riflette (magari i suoi post sono criptici, però nel mio modesto parere è alquanto semplice e chiaro).

 

Dove, quando e in che modo io o gli altri avremmo un atteggiamento eterofobo?

Pensi di convincermi col tuo difettoso sillogismo:

*Non nasconderlo

= Ostentarlo

= Essere insicuro

= Odiare chi non è come me

?

Se era questa la tua intenzione, devo deluderti.

Nel mio mondo i miei amici etero mi invitano ai loro matrimoni con il mio compagno e vengono con me al Gay Pride per manifestare per i miei diritti.

Non provo certo "odio" per i ragazzi che non possono vantare una normalità simile; percò non consento che giustifichino la loro "anomalia" con el parole sbagliate.

 

Io non pretendo nulla di particolare. Non voglio fare cose che gli etero non possono fare (quale altra definizione avresti per "particolare"?).

Voglio poter fare, sia culturalmente che istituzionalmente, le stesse cose che possono fare i miei amici. E' questa una "pretesa" e in virtù di quale ragionamento? Certo che "delle leggi sono necessarie" ma non saranno certo delle "leggi specifiche" ad aumentare il divario: sarebbe come dire che il diritto di voto agli afroamericani è una "discriminazione" perchè è servita una legge per ottennerlo... no, guarda è troppo stupido... neppure riesco a credere che si possa formulare un pensiero tanto capzioso.

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Se io mi tengo mano nella mano con il mio ragazzo, sto facendo un "coming out continuo e palese" con dozzine di sconosciuti. Non "sottolineo" forse la mia condizione? Eppure mi comporto come una "persona normale"!

Quello che per me è "integrazione" per te significa "mettere una barriera fra me il mondo". Come si spiega tutto questo? Per me "essere normale" significa "comportarsi come gli altri"; non certo "essere come gli altri."

 

Dai non posso credere che tu, o Enrico, non hai capito cosa intendo! Tenersi per mano, avere atteggiamenti femminili, avere un preciso tono di voce. Quando è che uno di questi fattori diventa ostentazione? Quando è forzato. Se fa parte dell'essere non è ostentazione e lo sai anche tu, io intendo quelle persone che devono urlarlo a tutti i costiti (io avevo un compagno di classe omosessuale che doveva SEMPRE tutti i giorni andare contro altri nostri compagni più conservatori e tutte le volte doveva SEMPRe far commenti stupidi ed idioti, che d'altra parte aumentavano l'omoerotofobia in classe, per cosa? Perché davanti a tutti doveva ostentarlo, mentre se eri solo con lui nemmeno ne parlava.....

 

Dove, quando e in che modo io o gli altri avremmo un atteggiamento eterofobo?

Pensi di convincermi col tuo difettoso sillogismo:

*Non nasconderlo

= Ostentarlo

= Essere insicuro

= Odiare chi non è come me

?

Se era questa la tua intenzione, devo deluderti.

Nel mio mondo i miei amici etero mi invitano ai loro matrimoni con il mio compagno e vengono con me al Gay Pride per manifestare per i miei diritti.

Non provo certo "odio" per i ragazzi che non possono vantare una normalità simile; percò non consento che giustifichino la loro "anomalia" con el parole sbagliate.

 

Io non ho affatto asserito ciò, ho detto che PUò capitare che ci sia una certa ostilità verso gli eterosessuali, anche se indiretta.

 

Io non pretendo nulla di particolare. Non voglio fare cose che gli etero non possono fare (quale altra definizione avresti per "particolare"?).

Voglio poter fare, sia culturalmente che istituzionalmente, le stesse cose che possono fare i miei amici. E' questa una "pretesa" e in virtù di quale ragionamento? Certo che "delle leggi sono necessarie" ma non saranno certo delle "leggi specifiche" ad aumentare il divario: sarebbe come dire che il diritto di voto agli afroamericani è una "discriminazione" perchè è servita una legge per ottennerlo... no, guarda è troppo stupido... neppure riesco a credere che si possa formulare un pensiero tanto capzioso.

 

Dico subito, non era necessaria un legge per il diritto di voto agli afroamericani poiché dovevano già avere il diritto di voto. Non dico sia sbagliato ottenere ciò tramite leggi, bensì si deve concedere ciò poiché non c'è nulla contro. Il matrimonio e l'adozione agli omosessuali deve essere concesso non perché gli omosessuali hanno fatto pressioni ed ottenuto una legge, ma perché è giusto. Ovvio poi se non si riesce poiché la pedagogia al giorno d'oggi è uno schifo (smettiamo di dare la colpa alla società quando è palesemente dei genitori) è giusto usare delle leggi, che però col tempo devono essere eliminate poiché assorbite da altre leggi più universali.

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A mio parere, non si tratta di sbandierare la propria inclinazione, anzi e` come se io manifestassi una mia passione. Mi piace leggere ... e tra le altre cose preferisco gli uomini alle donne(o viceversa). Apro una parentesi dicendo che secondo me un CO senza le parole "omosessuale" e "gay" potrebbe essere migliore.

 

Un giorno sarebbe magnifico se si potesse dire "mi piacciono gli uomini" con la sessa tranquillita` con cui si dice "mi piace la musica".

 

Sta a noi farci sentire e manifestare per il nostro diritto a esistere!

 

Avanti popolo... alla rivoluzione rosa  :D

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Anch'io ho avuto un conoscente complentamente "pazza".

E frequentavo i suoi esasperati compagni di classe etero...

Era anche l'esasperazione e il tormento del Movimento Omosessuale della mia città, dei suoi famigliari, amici e conoscenti.

Gli omosessuali maschi hanno un modo di essere dementi diverso rispetto agli altri membri della collettività.

Dire i "gay non dovrebbero fare le pazze" equivale a dire "le donne etero non dovrebbero essere invidiose e vanesie" o "i maschi etero non dovrebbero essere violenti e volgari" e "le lesbiche non dovrebbero essere prevaricatrici e pedanti".

 

Lasciamo, caro Anubis, l'esegesi della demenza alla psichiatria e concentriamoci piuttosto sul consigliare un'etica accessibile, dignitosa e moderna a noi stessi e a chi ci legge.

 

Allo stesso modo se vi è un'ostilità verso gli eterosessuali da parte dei gay, questa non è causata da altro che dalla loro personale miseria umana come è per ogni cuore che ingrassi odiando.

Se di una colpa non ci siamo ancora macchiati, questa è quella di non aver mai incolpato gli eterosessuali della crisi di noi stessi e delle nostre relazioni, come invece ci ripetono spesso gli etero (che, misteriosamente, paiono divorziare a causa di noi omosessuali) e soprattutto quegli osceni parassiti toccabambini che ci hanno insegnato la vergogna per noi stessi.

 

Il matrimonio e l'adozione agli omosessuali deve essere concesso non perché gli omosessuali hanno fatto pressioni ed ottenuto una legge, ma perché è giusto.

 

Capisco che tu non apprezzi Marx, ma non apprezzo che tu non lo capisca.

Se i travestiti di Stonewall non avessero fatto le barricate contro la polizia, in California la sodomia sarebbe ancora illegale. Senza parlare delle sufragettes, di Martin Luther King, di Gandhi...

Per quei "principii universali" di cui tu stesso parli è stata fatta una guerra da una, e dall'altra parte dell'oceano un re ha perso la testa... evidentemente neppure i "principii universali" sono una cosa concessa semplicemente perchè "è giusto", come dici tu.

Puoi rigettare la violenza, faticosamente potrai pensare però di ottenere qualcosa senza lotta, senza "pressioni".

 

Anche questo però è un capitolo assolutamente fuori tema.

Lasciamo alla Storiografia il gusto di sapere perchè, quando e come la società è cambiata in un modo o nell'altro.

La Pedagogia che tu citi serve a mutare la trasmissione inter-generazionale di un valore, la Politica serve per mutare l'orientamento dei valori all'interno della comunità degli adulti (la Società, il sistema: chiamalo come preferisci)

 

La domanda topica ("dichiararsi è davvero necessario?") rimane un quesito etico e anche se ha a che fare con la psicologia (e le turbe della personalità) e la politica (e i doveri del cittadino); dovrebbe riuscire a essere posta in maniera assoluta rispetto a esse.

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  • 4 months later...
Guest Lover_Of_Darkness

questa domanda l'hanno gia fatta...in un'altro topic...e cmq...ti rispondo io...vivere nascosti nel proprio buco con la paura di essere scoperti di una cosa di cui non cè niente di male...porta ad una vita senza senso, piena di insicurezze...e staresti male con te stesso....è cosi bello condividere con gli altri quello che tu pensi...quello che tu provi....

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Io la trovo una forma di onestà verso la persona con cui si fa Coming Out il fatto di non nascondere quello che si è...Non dico di andare a sbandierarlo ai 4 venti, però, se uno magari tiene a un rapporto di amicizia, forse è meglio essere onesti...E poi si scoprono tante belle cose... La prima persona con cui ne ho parlato mi disse proprio in quell'occasione di essere anche lui bisessuale :asd:

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silente, la domanda in realtà è:tu saresti disposto a trascorrere tutta la tua vita a prendere in giro non solo gli altri ma te per primo, solo per una questione di paura? Forse ancora non hai accettato del tutto il tuo essere gay e quindi, forse, sei ancora un pò titubante sul da farsi :asd: se questo è il tuo caso allora aspetta a fare c.o. , nessununo ti mette fretta , è una cosa che devi fare quando ti senti pronto.Io personalmente non ce la farei, ad un certo punto della mia vita, dopo aver mentito per anni ( essendo ovviamente ben coscente che ero gay ) sono scoppiato e ho sentito la necessità di dirlo a qualcuno. Credimi ora mi sento molto meglio, e so che almeno così non prenderò in giro i miei amici e la mia famiglia. :ok:

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io sono daccordo con pulciò. io non ce la farei mai a non dirlo, non riuscirei a stare nascosta e a tenermelo dentro. senza contare che a volte non dicendolo è necessario anche mentire.

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E' giusto fare ciò che tu senti essere la cosa giusta per la tua persona e per le relazioni con gli altri.Il CO non è una qualcosa che è obbligatoria nella vita di una persona omosessuale (quindi puoi anche decidere di non dire niente a nessuno), ma è qualcosa che alla fine ti permette di poter essere quello che sei e di apprezzare ancor di più il rapporto che si ha con determinate persone.

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io non ce la farei mai a non dirlo, non riuscirei a stare nascosta e a tenermelo dentro. senza contare che a volte non dicendolo è necessario anche mentire.
Forse vado lievemente OT, ma, almeno per quanto mi riguarda, non dire cose importanti equivale a mentire :rotfl:
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Beh tu parli di necessità di fare Coming Out, quindi di un bisogno personale, quel bisogno di liberazione che si prova nel rendere partecipi le persone di questa tua "particolarità", e parli del fatto che non lo senti.. Io credo sia normale, del resto non tutti abbiamo lo stesso punto di vista sul CO.Ci sono persone che te lo spiattellano in faccia insieme al nome e cognome, persone che non aspettano altro che si entri in topic per dirlo, altre che lo fanno come "ripicca" per vedere la reazione della persona che si ha davanti.. Io per esempio tendo a tenerlo nascosto per una questione di precauzione, ma quando non avrò bisogno di tutelarmi (vivo in un collegio a stampo cattolico, ahimé) sarò una di quelle persone che lo diranno con tranquillità ma solo se la cosa sarà inerente all'argomento affrontato, non ho la pressante necessità di dirlo per liberarmi da un peso, perché di fatto un peso non è!

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Io parlo per me dicendo che non mi sento assolutamente diverso da nessuno di conseguenza lo dico solo e soltanto quando c'è necessità di chiarezza e con persone di cui mi fido ( amici veri ).Qui nell'anonimato sono più libero e mi sento bene ma fuori mi sento un pò oppresso come se non potessi essere capito.

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Ho unito il topic di silente7825 a quello di AndrasKun, cambiandone il titolo in "Ma è davvero necessario?".Vi pregherei, in seguito, di fare una piccola ricerca prima di iniziare un nuovo topic.Grazie.
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Sezione e post molto interessante! Mmm... Leggendo alcuni post mi è sembrato che fare una cosa del genere sia il compimento della propria esistenza, nonchè la cosa più ovvia e facile dell'universo :PTuttavia secondo me la cosa è molto più complessa; le proprie tendenze sessuali rientrano nella parte più intima della sfera privata di una persona (che quindi si può liquidare con un secco "non sono fatti tuoi" :gha:), e pertanto non mi sento di aver mai mentito a nessuno se alcune persone non sanno con chi mi vedo, chi mi piace o chi mi porto a letto (e ho degli amici assolutamente etero di cui non si sa nulla della vita privata, ma riusciamo a divertirci lo stesso ed a scambiare opinioni ed iniziare discussioni interessanti)... Quando sto con i miei amici, posso tranquillamente giudicare e parlare di ragazze, fornendo un giudizio che sicuramente non include l'attrazione fisica, ma solamente i miei gusti in fatto di persone; stessa cosa quando per caso si parla di un ragazzo; non c'è niente di male a dire se è bello, brutto, scemo, idiota... :asd:Inoltre c'è un altro problema di maggiore entità: una situazione di C.O. può portare a grandi e gravi problemi, che possono stravolgere completamente la vita di una persona, che può essere rifiutata dai suoi migliori amici, parenti o genitori (e non tutti sono disposti a correre questo rischio, anche se si tratta "solo" dei migliori amici, che però magari si conoscono da tanto tempo e hanno assunto un ruolo rilevante nella vita quotidiana), o nella peggiore delle ipotesi, cacciata da casa. Le tante persone che a cuor leggero sono riuscite a superare questo ostacolo e correre questo rischio hanno tutta la mia ammirazione, altre invece (tra cui mi inserisco anche io, non so se si capisce :heart:), attendono e valutano quando, se, come e dove si verificherà il momento opportuno e meno rischioso per una cosa del genere... Ma comunque, se questo momento non dovesse arrivare, non vedo nulla di vergognoso o di sbagliato nel non aver rivelato al mondo una parte della mia privacy :gha:

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Guest Aleister

Mi lascia veramente perplesso chi ammette candidamente di aver fatto "CO" per liberarsi da un peso, o chi palesemente lo mette in atto perché fa tendenza (orrore). Partendo dal secondo punto... secondo me c'è una marea di persone, soprattutto ragazzini, che si dichiarano omosessuali a destra e manca perché ne ricavano un qualche piacere. Mi sembra tanto sullo stile di valanghe di persone da me conosciute che si dichiaravano "dark" :heart: rido ma non scherzo, il comportamento era analogo in tutto e per tutto.Poi spesso è da rilevare quanto sia gradita la presenza di un antagonista contro cui lottare. Alcuni potrebbero vivere alimentandosi col solo "voler essere accettato dagli altri", per esempio. Qualcosa da bruciare sul fuoco dell'ego, il bisogno di darsi un'identità, il bisogno di "andar contro". Penso che per alcune persone l'omosessualità sia una sorta di salvezza, senza quella non sarebbero originali, non sarebbero speciali, e non avrebbero una mazza per cui lottare.Tutto questo per me nasce da una sbagliata impostazione della vita, nell'impellente necessità di gettarsi nella corsa per l'esaltazione costante del proprio ego.Il tutto rigorosamente "secondo me" :gha:

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Guest Irish Dragon

Per come intendo io il coming out (ossia il dire che sono lesbica, senza pormi problemi sul chi ho davanti o sulla sua eventuale reazione), credo che sia un sentimento normale il volersi "dichiarare" se capita l'occasione.Poi non è che sto con la fregola di dirlo a mezzo mondo (lì potrebbe far pensare un comportamento del genere, siamo d'accordo), semplicemente se mi trovo nella situazione di esprimere i miei gusti sessuali e "sentimentali", lo faccio liberamente.Idem, se ho un rapporto stretto con una persona e non trovo giusto limitarmi nei commenti o nascondermi per ciò che sono, mi tolgo un peso dicendole che son lesbica e che sono fatta in una data maniera. Potrà non accettarlo, ma alla fine avrò fatto una cosa che ritengo giusta per me stessa e anche per l'altra.Se poi questo è un voler fomentare il proprio ego, beh, ti dirò Aleister... io non mi faccio problemi nel dire ciò penso, faccio e credo. Il volermi liberare di diversi sassolini, non l'ho mai fatto per darmi un tono o per peronare una causa che sentivo mia solo in parte, ma per vivere un po' meglio e "giocare a carte scoperte".

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Guest Aleister

Ops.Hai mischiato due cose per colpa mia, in effetti all'inizio ho tirato in ballo che mi lasciava perplesso chi diceva di farlo per liberarsi da un peso ma poi ho parlato di altro.Ad ogni modo la perplessità destata dal "liberarsi da un peso" era più o meno: "non dovrebbe essere mai un peso, se ad un certo punto arriva ad essere un peso di cui bisogna liberarsi e per farlo ci serviamo degli altri, vuol dire che a priori c'era qualcosa che non andava".Ti dirò di più Irish, quello che tu definisci io non lo chiamerei "liberarsi da un peso" a cui do, come si è visto, una definizione ben diversa, bensì direi che tu naturalmente senti di condividere il tuo essere con le persone con cui entri in contatto, perché effettivamente vuoi più che altro evitare di crearti un peso ^^

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Mi è molto difficile non fare coming out a causa del rapporto simbiotico che ho sempre avuto con i miei ragazzi.Siamo sempre insieme, ci abbracciamo e ci baciamo spesso...Lui è un buon 40% dei miei argomenti di conversazione ("siamo andati..." abbiamo fatto..." abbiamo visto...") e di lui non posso certo vergognarmi.Nessuno mi ha mai rifiutato per la mia omosessualità.Frequento unicamente persone che non hanno problemi verso i gay, i mussulmani, i neri, gli ebrei e via discorrendo...Si fossero dimostrati omofobi, li avrei rifiutati io ben prima del mio coming out....

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Credo che il problema sia se affiancare il CO alla sfera intima dell'essere o a qualcosa di diverso. Se è associato alla sfera intima nessuno può obbligare a dirlo ne può dire che è mentire alle persone care.Del resto, le forme di coming out sono molteplici: si può anche vivere tranquillamente senza fare un coming out "esplicito" pur rimanendo se stessi. Senza contare che non tutte le persone sono stupide o non sono sufficientemente sensibili da non percepire certe cose.Credo comunque che il sentirlo un peso da togliere non sia una cosa buona: il coming out non può avere effetti riparatori con se stessi.L'importante è poter vivere in armonia con la propria anima. E in armonia si può anche vivere senza dire che si è gay.

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panna.stracotta

secondo me ci si sente meglio a dirlo o a farlo capirecioè a non reprimersi, non a fare uno spettacolo gay per presentarsiessere se stessi, punto. se no ci si fa solo male :sisi:io ho fatto sempre come mi sentivo e sto bene con me stessaquelli dritti hanno capito ma i tonti no, però non li cerco mica per raccontare i fatti mieiVogliatevi bene, è solo questo che conta :rotfl:

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