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Complimento o Omofobia??


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lo so dovrei imparare a non dare ascolto a quello che dice/pensa la gente ma non ce la faccio.

 

Se non ce la fai, sappi che non farai molta strada nella vita.

 

 

 

Edit: la gente non cambierà idea, ma noi dobbiamo imporci affinché lo facciano. E questo vale in tutti i campi, non solo nel mondo LGTBQI.

Non siamo meno importanti di nessuno.

Edited by Mikafan
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Beh è anche comprensibile....desiderare una volta non essere

preso per il culo, ma apprezzato!

 

Lo abbiamo detto diverse volte, è comprensibile che un ragazzino

lo consideri un complimento...è comprensibile per chi se lo sente

dire, figuriamoci per chi desidererebbe sentirselo dire almeno una

volta...quando viene preso per il culo.

 

Solo che devi trovare una persona o delle persone che ti facciano 

sentire apprezzato per chi sei e non per chi non sei.

Solo che devi trovare una persona o delle persone che ti facciano 

sentire apprezzato per chi sei e non per chi non sei.

Eh lo so, ma è più facile a dirsi che a farsi, il mondo è pieno di persone superficiali che non danno importanza al valore di una persona ma semplicemente alle apparenze...ma non andiamo OT in caso dopo apro un topic apposito XD

Ma di solito non è "è bello e sensibile! Cosí carino

E gentile! INFATTI è gay!"

 

Dipende: se stai parlando bene della caratteristica astratta "gentilezza" o "bellezza fisica" o "realizzazione professionale" allora ti stupirai se uno che la possiede è gay. Se invece stai denigrando le suddette caratteristiche astratte, allora utilizzerai l' "infatti è gay!" per chi le possiede.

Edited by Sampei

L'unica cosa strana è che non abbiano ancora cancellato i tuoi deliri, oltre a bannare il tuo ennesimo clone, vecchia trollona :evil:

ma è solo questione di tempo, vedrai :yes:

Senti non so per chi tu mi stia scambiando, ma ti assicuro che non sono il clone di nessuno.

Quindi vacci piano altrimenti il prossimo ad essere bannato sarai tu!

Edited by Lavipera

@prefy

Ti avevo dato "il femminile" perché dal nome pensavo che fossi una donna.

Per curiosità, cosa è successo tra le 22:15 e le 22:43 che ti ha fatto comprendere la mia prorompente mascolinità? :spiteful:

Edited by prefy
La frase "non si vede che sei gay" è basata su di uno stereotipo, ma questo da solo non basta a renderla omofoba.

 

Ciononostante non rappresenta un complimento in nessun caso.

 

Primariamente perché priva di senso in un'ottica scevra di stereotipi, e poi perché in generale l'accostamento o il paragone di una persona a uno stereotipo non è gradevole per chi lo riceve, perché non è gradevole constatare che le sue qualità, in questo caso quelle di apparenza esteriore, siano ridotte dall'altro a un collimare o meno a un modello.

 

La componente di discriminazione (intesa come giudizio iniquo e spregiativo, non come atto logico del distinguere una cosa dall'altra), invece, dipende solo da un'eventuale accezione negativa insita nel termine "gay", e in ciò che sottintende.

 

Se il mio stereotipo del gay è un ragazzo effeminato, ma non considero negativo il suo esserlo, né sottintendo alcunché di negativo al fatto che lo sia, nel dire a qualcuno "non si vede che sei gay" non sto discriminando i gay, sto semplicemente facendo un'affermazione priva di senso e valore.

 

Se il mio stereotipo del gay è un ragazzo effeminato, ma considero il suo essere effeminato un essere una "donna mancata", e sottintendo che sia un "maschio a metà", nel dire a qualcuno "non si vede che sei gay" sto riempiendo di discriminazione una frase priva di senso e valore, dandole senso e valore discriminatori.

 

Discriminazione relativa al sesso (l'espressione "donna mancata", nel gergo comune, è spregiativa verso il soggetto maschio perché il soggetto femmina è in sé ritenuto inferiore al primo, e assomigliarvi nei modi e nell'aspetto è degradante), all'identità di genere (tu gay effeminato non sei un uomo, sei una donna coll'uccello, un "mezzo uomo") e all'orientamento sessuale (in ultima analisi, avendo la discriminazione riempito lo stereotipo del gay, si applica a tutti i gay, anche a te soggetto mascolino, perché è un bene che tu non sembri gay: sembri normale).

 

Dunque non solo "omofobia", ma un bel bordello di roba.

 

In generale trovo utile distinguere il caso in cui viene adottato un semplice stereotipo non carico di discriminazione, dal caso in cui lo stereotipo viene reso vettore e mezzo della discriminazione.

 

In entrambi i casi credo sia opportuno rispondere, e spiegare, ma la forza e i modi e il contenuto di quella risposta e di quelle spiegazioni variano dal primo al secondo caso.

 

Per distinguerli, è sufficiente chiarire se l'altro nel dire "non si vede che sei gay", crede di farvi un complimento o meno.

 

Se crede di farvi un complimento, è discriminatorio.

 

Quindi, per sapere se chi avete davanti è una testa di cazzo o solo una persona che è convinta che tutti i gay siano effeminati (perché magari di gay ne ha conosciuti pochi, o nessuno), chiedeteglielo.

 

- Non si vede che sei gay!

- Devo prenderlo come un complimento?

Quante volte tutti noi avremo sentito questa

Frase:

 

-wow non si vede che sei gay!! :-)

-oh grazie!! <3

 

 

Il bello è che arriva anche da gay!!!

Quando me lo dicono ultimamente reagisco

Un pochino male.. Perchè questo pseudo

Complimento altro non è che un ammasso di

Stereotipi messi giú a caso per formare il

Prototipo gay e paragonarlo a te..

 

Peró etero e alcuni gay sono convinti di farti

Un complimento!!

 

Cosa ne pensate voi???

Come reagite?!

Non si tratta di un complimento. Hai già spiegato bene tu la logica che sottende una frase del genere: alla mente si affaccia lo stereotipo del gay e, quando ci si accorge che "sorprendentemente" non corrisponde per un bel niente a quel ragazzo di cui si sta parlando (che, effettivamente, è omosessuale), ci si meraviglia e si esclama con occhi sbarrati "ma non sembri gay!". Lo stereotipo esiste ed è un dato di fatto, ma dovrebbe diventare un oggetto di divertimento, di autoironia consapevolizzata, non il modo con cui realmente fare confronti. Ciò che più mi infastidisce è il fatto che nell'eterosessualità è accettato ormai il fatto che esistono diversi e variegatissimi modi di essere eterosessuali (il "modello macho", per esempio, è chiaramente superato in moltissimi casi ed è stato sostituito da modelli che, se vogliamo, potremmo definire quasi l'opposto del modello macho...), mentre nell'omosessualità, sembra esista un unico modo di essere gay. Sembra che si sia veramente destinati ad essere tutti uguali, strillanti checche che parlano di moda mentre accarezzano un cagnolino profumato.

Bha.

Ciò che più mi infastidisce è il fatto che nell'eterosessualità è accettato ormai il fatto che esistono diversi e variegatissimi modi di essere eterosessuali [...] mentre nell'omosessualità, sembra esista un unico modo di essere gay.

 

Non capisco chi sia il soggetto di quel "è accettato".

 

Perché se il soggetto è la maggioranza di tutta la società, dovremmo considerare che si tratta di una società composta al 90% da eterosessuali, nella quale il restante 10% gay o bsx a prevalenza omosessuale in parte non accetta il proprio orientamento sessuale, parte che io considero essere almeno un 50% di quel 10%, quindi scendiamo a un 5% della popolazione totale che si accetta come gay o bsx a prevalenza omosessuale, e di questo 5% quanti sono dichiarati sia nella loro vita privata che nella loro vita pubblica?

 

Pochi. Io direi al massimo 2 su 5, anche se non so se ci siano statistiche affidabili in merito.

 

Un 2% della popolazione totale: se prendo 100 persone a caso, 2 di queste saranno dichiaratamente gay o bsx a prevalenza omosessuale.

 

Ora portiamo queste percentuali nell'ottica stereotipica della maggioranza della popolazione, mettendo nel conto l'eteronormativà e la mentalità omofoba e sessista che fanno parte del nostro bagaglio culturale.

 

Un eterosessuale può venire a sapere che un individuo è non-eterosessuale solo se questo lo dichiara, o lo dimostra con azioni (ad esempio camminare tenendosi per mano con una persona del suo stesso sesso, o scambiarsi effusioni in pubblico con quella persona).

 

Un eterosessuale non va a cercare i gay per vedere come sono fatti: più in generale nessuno che appartenga alla categoria A va a cercare qualcuno che appartenga a una categoria B per verificare quali e quante tipologie esistano in quella categoria di persone, salvo non sia un sociologo o uno psicologo che sta svolgendo un qualche lavoro. 

 

L'eteronormatività racconta a tutti noi che esistono solo gli eterosessuali, e che al più gli omosessuali saltano fuori ogni tanto, come i funghi: questo peggiora ulteriormente la percezione dell'esistenza degli omosessuali; sicché non solo un etero non se li va a cercare, ma parte dal presupposto che di base tutti siano etero, salvo smentita.

 

La mentalità omofoba ci ha regalato un'idea spregiativa dell'omosessuale, che è un diverso.

La mentalità sessista ci ha regalato un'idea spregiativa della donna, e quindi un'idea ancor più spregiativa dell'uomo effeminato, che è un uomo che si abbassa a comportarsi come una donna, ed è anche lui un diverso.

L'omosessuale e l'uomo effeminato condividono caratteristiche con la donna eterosessuale: il primo va con gli uomini, il secondo si comporta come una donna.

 

L'ottica stereotipica, che lavora per accozzaglie e approssimazioni, ha preso tutto questo e l'ha distillato ai giorni nostri (in base a una percentuale di dichiarati del 2%), nell'idea che gli omosessuali siano tutti effeminati: la "prova definitiva" nell'ottica di chi applica lo stereotipo, è che esistano pochi etero effeminati, e che quando una persona è effeminata, si può dire con buona approssimazione che è anche omosessuale.

 

Non c'è nulla, ma davvero nulla, di sorprendente nella formazione di questo stereotipo: è il prodotto di analogie tra stereotipi diversi immersi in una mentalità sessista, omofoba ed eteronormativa.

 

Un'ottima fetta degli eterosessuali non ha mai conosciuto di persona un gay o un bsx dichiarato, limitandosi a vederli in tv, o per strada, o a fare supposizioni su persone che si sospetta siano gay: non ha modo di capire che esistono modi diversi di esserlo, dal bear, al twink, al truzzo, al mascolino, all'effeminato, all'alternativo, all'anarco-insurrezionalista, al nerd malato di warhammer, al cucciolotto in cerca dell'amore puro, all'avvocato riservato, al padre di famiglia omogenitoriale, a tutte le sfumature più incasinate che possano venirvi in mente.

 

Non ha modo di capirlo, salvo non glielo si spieghi o dimostri, ma sfortunatamente gli unici a poterlo fare sono quei 2 dichiarati su 5, che sono 2 su cento di tutta la popolazione. Ora, da dichiarato, vi posso dire che sia io che altri proviamo a farlo quotidianamente, ma che tra i dichiarati non tutti hanno a cuore questa e altre questioni.

Anzi, molti gay dichiarati se ne sbattono altamente, e sono tra i primi ad adottare ottiche stereotipiche cariche di discriminazione verso altri gay, lesbiche, bisex, transgender, etero, uomini, donne, e via discorrendo.

 

Io personalmente non mi sento offeso nel sentirmi dare della checca da un etero o da un non-etero, quel che mi manda in bestia è che quella persona consideri spregiativo il modo d'essere di alcuni, in questo caso i ragazzi effeminati, al punto da reputare il dare della "checca" un insulto.

 

E questo vale particolarmente se quell'insulto viene da un non-etero.

 

Perché finché il problema è che dobbiamo liberarci dall'ottica stereotipica imbevuta di discriminazione sull'orientamento sessuale, sul sesso e l'identità di genere, bene, possiamo affrontare il problema, e la soluzione è dichiararsi e collaborare per spiegare alla maggioranza che gli stereotipi sono sciocchi, e che se imbevuti di discriminazione sono offensivi.

 

Ma se il problema è che un non-etero non gradisce il genere di stereotipo che gli viene affibbiato perché non si reputa checca, perché le checche sono altri, e pensa che dobbiamo spiegare alla maggioranza che non siamo tutti checche per vedersi riconosciuto il diritto a non essere considerato checca, e per garantire che solo le checche siano considerate checche, allora no: quella persona non si rende conto di essere parte integrante del vero problema.

Edited by Woland_88

 

 


Mettiamo il caso contrario. Se vi dicessero: "sembri proprio un gay", invece vi farebbe piacere?

 

Per me il discorso è il medesimo.

 

Se nel dirmi "sembri proprio un gay" applica lo stereotipo, per incoscienza o disinformazione o poco acume, ma non lo riempie di discriminazione in base all'orientamento sessuale, al sesso o all'identità di genere, non la reputo un'offesa, né a me né ad altri, ma gli spiego comunque l'insensatezza dello stereotipo.

 

Se invece nel dirmi "sembri proprio un gay" applica lo stereotipo, e lo riempie di una qualsivoglia discriminazione, la ritengo un'offesa, non un'offesa rivolta a me come singolo, ma rivolta a tutti i gay, e a qualsiasi altro gruppo possa essere coinvolto nei sottintesi della discriminazione.

 

Per intenderci, se un tizio mi vede camminare per strada in tacchi a spillo e mi dice "sembri proprio un gay", e nel pensarlo mette un'accezione negativa sulla parola "gay", sta riempiendo uno stereotipo di discriminazione omofoba, sessista e sull'identità di genere: mi sta dicendo che sembro gay perché indosso i tacchi, che sono un abito femminile, ma sta anche sottintendendo che un uomo che indossi abiti femminili non è un "vero uomo", ma una "donna mancata", e percependo il sesso femminile come inferiore, un maschio che si abbassi a comportarsi da donna è ancora peggiore di una donna; parimenti mi considera un uomo a metà, non un vero uomo, ma una donna con l'uccello, sputando sulla mia identità di genere e su quella delle persone transessuali; in ultimo, dal momento che tutti questi sputi si ricollegano al mio essere gay, mi sta disprezzando in base al mio orientamento sessuale, e con me sta disprezzando tutti i gay (abbracciandoli nella medesima discriminazione).

 

Il problema è che mentre nel caso di "non sembri gay", basta capire se l'altro sta cercando di farci un complimento, o la ritiene comunque una cosa positiva, per capire se ci sta offendendo, nel caso di "sembri proprio un gay" bisognerebbe chiedergli se ritiene una cosa negativa il fatto che gli sembriamo gay, domanda alla quale molto probabilmente risponderà di no per pararsi il culo, e riderne appena voltato l'angolo.

Beh in quel caso è l'articolo indeterminativo che fa la differenza.. sa di generalizzazione, un gay come se tutti i gay fossero uguali solo per quello. 

Io lo troverei dispregiativo. 

Un amico che non sapeva di me faceva di continuo battute del tipo: ohh a chi arriva per ultimo la pizza è gay.. ohh mi sembri un gay.. gay.. gay..
Io sbottai e glielo dissi: E quindi? 
Da quel giorno non ha più fatto battute del genere ;) 

 

Caso diverso è "Mi sembri gay".. come dire che si vede. Anche se l'aspetto esteriore e i modi spesso sono frutti di stereotipi e preconcetti che possono portare all'inganno. 

Ma come!?

In questo magico mondo di omofobi interiorizzati

è fondamentale sembrare più etero possibile per rimorchiare! :)

 

Un mio caro amico (negro, ma che non sembra negro;

quello che ha un fratello che sembra più negro di lui anche se è mulatto

ma le cose in cui il primo sembra negro sono da negro stupido,

mentre in quello in cui lo sembra il fratello sono da negro intelligente :))

una volta mi disse: "Togliti quel cappello da Village People,

perché se ti guardo vedo più un gay che Enrico".

 

A parte il fatto che io in effetti a 20 anni andavo all'Università

con un cappellino nero di pelle che probabilmente oggi

mi metterebbe un po' a disagio persino in una festa leather

ho trovato la sua affermazione molto significativa.

 

Beh no, i miei amici non fanno l'equazione gay = effeminato:

ci sono modi frocissimi di essere gay anche senza bisogno di scheccare

(a 17 anni mi disegnavo i baffi con la matita nera come John Waters).

Non capisco chi sia il soggetto di quel "è accettato".

 

Perché se il soggetto è la maggioranza di tutta la società, dovremmo considerare che si tratta di una società composta al 90% da eterosessuali, nella quale il restante 10% gay o bsx a prevalenza omosessuale in parte non accetta il proprio orientamento sessuale, parte che io considero essere almeno un 50% di quel 10%, quindi scendiamo a un 5% della popolazione totale che si accetta come gay o bsx a prevalenza omosessuale, e di questo 5% quanti sono dichiarati sia nella loro vita privata che nella loro vita pubblica?

 

Pochi. Io direi al massimo 2 su 5, anche se non so se ci siano statistiche affidabili in merito.

 

Un 2% della popolazione totale: se prendo 100 persone a caso, 2 di queste saranno dichiaratamente gay o bsx a prevalenza omosessuale.

 

Ora portiamo queste percentuali nell'ottica stereotipica della maggioranza della popolazione, mettendo nel conto l'eteronormativà e la mentalità omofoba e sessista che fanno parte del nostro bagaglio culturale.

 

Un eterosessuale può venire a sapere che un individuo è non-eterosessuale solo se questo lo dichiara, o lo dimostra con azioni (ad esempio camminare tenendosi per mano con una persona del suo stesso sesso, o scambiarsi effusioni in pubblico con quella persona).

 

Un eterosessuale non va a cercare i gay per vedere come sono fatti: più in generale nessuno che appartenga alla categoria A va a cercare qualcuno che appartenga a una categoria B per verificare quali e quante tipologie esistano in quella categoria di persone, salvo non sia un sociologo o uno psicologo che sta svolgendo un qualche lavoro. 

 

L'eteronormatività racconta a tutti noi che esistono solo gli eterosessuali, e che al più gli omosessuali saltano fuori ogni tanto, come i funghi: questo peggiora ulteriormente la percezione dell'esistenza degli omosessuali; sicché non solo un etero non se li va a cercare, ma parte dal presupposto che di base tutti siano etero, salvo smentita.

 

La mentalità omofoba ci ha regalato un'idea spregiativa dell'omosessuale, che è un diverso.

La mentalità sessista ci ha regalato un'idea spregiativa della donna, e quindi un'idea ancor più spregiativa dell'uomo effeminato, che è un uomo che si abbassa a comportarsi come una donna, ed è anche lui un diverso.

L'omosessuale e l'uomo effeminato condividono caratteristiche con la donna eterosessuale: il primo va con gli uomini, il secondo si comporta come una donna.

 

L'ottica stereotipica, che lavora per accozzaglie e approssimazioni, ha preso tutto questo e l'ha distillato ai giorni nostri (in base a una percentuale di dichiarati del 2%), nell'idea che gli omosessuali siano tutti effeminati: la "prova definitiva" nell'ottica di chi applica lo stereotipo, è che esistano pochi etero effeminati, e che quando una persona è effeminata, si può dire con buona approssimazione che è anche omosessuale.

 

Non c'è nulla, ma davvero nulla, di sorprendente nella formazione di questo stereotipo: è il prodotto di analogie tra stereotipi diversi immersi in una mentalità sessista, omofoba ed eteronormativa.

 

Un'ottima fetta degli eterosessuali non ha mai conosciuto di persona un gay o un bsx dichiarato, limitandosi a vederli in tv, o per strada, o a fare supposizioni su persone che si sospetta siano gay: non ha modo di capire che esistono modi diversi di esserlo, dal bear, al twink, al truzzo, al mascolino, all'effeminato, all'alternativo, all'anarco-insurrezionalista, al nerd malato di warhammer, al cucciolotto in cerca dell'amore puro, all'avvocato riservato, al padre di famiglia omogenitoriale, a tutte le sfumature più incasinate che possano venirvi in mente.

 

Non ha modo di capirlo, salvo non glielo si spieghi o dimostri, ma sfortunatamente gli unici a poterlo fare sono quei 2 dichiarati su 5, che sono 2 su cento di tutta la popolazione. Ora, da dichiarato, vi posso dire che sia io che altri proviamo a farlo quotidianamente, ma che tra i dichiarati non tutti hanno a cuore questa e altre questioni.

Anzi, molti gay dichiarati se ne sbattono altamente, e sono tra i primi ad adottare ottiche stereotipiche cariche di discriminazione verso altri gay, lesbiche, bisex, transgender, etero, uomini, donne, e via discorrendo.

 

Io personalmente non mi sento offeso nel sentirmi dare della checca da un etero o da un non-etero, quel che mi manda in bestia è che quella persona consideri spregiativo il modo d'essere di alcuni, in questo caso i ragazzi effeminati, al punto da reputare il dare della "checca" un insulto.

 

E questo vale particolarmente se quell'insulto viene da un non-etero.

 

Perché finché il problema è che dobbiamo liberarci dall'ottica stereotipica imbevuta di discriminazione sull'orientamento sessuale, sul sesso e l'identità di genere, bene, possiamo affrontare il problema, e la soluzione è dichiararsi e collaborare per spiegare alla maggioranza che gli stereotipi sono sciocchi, e che se imbevuti di discriminazione sono offensivi.

 

Ma se il problema è che un non-etero non gradisce il genere di stereotipo che gli viene affibbiato perché non si reputa checca, perché le checche sono altri, e pensa che dobbiamo spiegare alla maggioranza che non siamo tutti checche per vedersi riconosciuto il diritto a non essere considerato checca, e per garantire che solo le checche siano considerate checche, allora no: quella persona non si rende conto di essere parte integrante del vero problemaT

Trovo davvero illuminante quello che dici e come lo dici. E' stato faticoso leggere e capire che anche io sono imbevuto di questa mentaliità. E' una sensazione strana, quella di riscoprirsi colpevoli per un peccato che appartiene ad un popolo. E' una sensazione che non mi piace e che mi fa sentire sporco.

 

 


E' una sensazione che non mi piace e che mi fa sentire sporco.

 

La conosco perfettamente, perché ci son passato anche io :)

 

La prima volta che ti scopri parte integrante e attiva della discriminazione, parte integrante di quella mentalità, la sensazione è brutta, parecchio brutta.

 

Talmente brutta che molti, quando se ne rendono conto, la rifuggono quasi istantaneamente, barricandosi dietro frasi del tipo "Capisco che può suonare brutto per qualcuno, ma io la penso così." o "Riconosco che è un mio limite, ma sono fatto così." per accantonarla il più rapidamente possibile, e sigillarla alla bene e meglio sotto un mucchio di scuse che loro stessi sanno essere inconsistenti.

 

Dal canto mio ho evitato questo approccio, forse perché quando avverto il senso di colpa derivante da un mio torto a qualcuno o a molti, quel senso di colpa non mi da pace e inizia a riempire i miei pensieri e le mie giornate, sino a quando non trovo il modo di porvi rimedio.

Inoltre non ammetto delle incoerenze nel mio sistema di pensiero, e quando ne evidenzio una non posso fare a meno di analizzarla e sviscerarla per poi reimpostare di seguito tutto il resto.

 

Ti consiglio di fare altrettanto, a modo tuo: una volta realizzato che sei parte attiva e integrante di quella mentalità, il passo successivo è iniziare tanto a distaccartene, tanto ad analizzare te stesso e quella mentalità per scoprire sino a che livello siete connessi.

 

Nel mio caso ti posso dire che è un lavoro che ho iniziato quella prima volta, e che da allora non si è mai fermato, ma col passare del tempo diventa molto più automatico e immediato di quanto non sia agli inizi, e anche quella "brutta sensazione" è di volta in volta sempre più ridotta, perché si è consapevoli di essere in un'ottica di miglioramento costante, e perché cambia anche il peso delle varie connessioni con la mentalità discriminatoria.

 

In passato mi son dovuto occupare di rivedere l'ottica discriminatoria che avevo verso i ragazzi effeminati, oggi mi occupo di valutare quali siano le espressioni lessicali più adatte e rispettose da adottare in riferimento a diversi tipi di persone: diventa via via un lavoro sempre meno pensante e grossolano, e sempre più di leggero e di fino.

 

E vivo meglio ora, un sacco meglio, rispetto quando ero in accordo con quella mentalità.

I wall text fi wooland mi mettono sempre paura D: anche se sempre interessanti.

 

In ogni caso, io tenderei a limitare l'uguaglianza del "non sembri gay" = "sei mascolino"

per quanto sia vero che nella prima frase per gay si intenda uno stereotipo, si tratta di uno stereotipo che non ha, di per sé, un giudizio negativo o positivo.

 

vi faccio un esempio: un bear, che veste sempre con camice alla boscaiola, sembra gay. Ma di certo non è effeminato.

Dirgli "non sembri gay" è falso. Dirgli "sembri gay" è un dato.

 

può risultare un complimento se chi lo fa sottende "sembri lo stereotipo di un gay bear. E a me piacciono"

può risultare un'offesa se chi lo fa sottende "sembri lo stereotipo di un gay bear. E a me non piacciono"

può essere percepito come un offesa se al soggetto non piace rientrare in una categoria. o non voglia essere considerato gay.

può essere percepito come un'adulazione.

può essere percepito come un dato.

 

 

Queste stesse cose possono essere applicate allo stereotipo dell'effemminato. Con la differenza che la società (sia quella etero che la stessa minoranza omosessuale) tende automaticamente a bollare effeminato come una caratteristica negativa.

 

io, da amante delle checche, quando dicono "quello è proprio gay, guarda che checca" non è necessariamente un'offesa: "guarda quel tipo, rientra nello stereotipo gay delle checche" e io guardo a quella persona con interesse perché so che potrebbe piacermi.

Ma non andrei mai a dirglielo in faccia, perché nonostante io lo intenda come complimento, l'altro lo percepirebbe come offesa, dato che molti la considerano tale (ripeto: gay e non)

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