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"Ti comporti così per ostentare il tuo essere lesbica!"


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A voi è mai capitato che qualcuno vi dicesse così? 

 

Io mi sono dichiarata da pochi mesi, e da allora mi pare che ogni cosa che faccio venga vista, soprattutto da alcune persone a me molto vicine, come un'ostentazione della mia scoperta. Ho cambiato l'anello che porto al medio dopo anni che portavo una sorta di fedina, lo hai fatto perché ostenti. Non dovrei dire a nessuno che sono lesbica, perché sembra che ostenti, alla fine è una cosa intima e personale e la gente non è tenuta a saperlo (e, ad esempio, come dovrei rifiutare un ragazzo che ci sta provando con me?! Dovrei mentire? Fare sempre la parte di quella che se la tira?! E a domanda diretta del tipo "ma il ragazzo?" cosa dovrei rispondere?!). Mi sono tagliata i capelli corti, lo hai fatto perché ostenti. Mi è scappato a voce alta, ma sempre tra me e me, un apprezzamento su una bella ragazza, mentre eravamo in giro con degli amici e mi son sentita dire che non lo avrei dovuto fare, perché poi la gente si fa delle domande, che dovrei fare attenzione, perché così sembra che io ostenti il fatto di essere lesbica (o peggio, il mio credere di essere lesbica, come mi è stato detto... non a parole dirette, ma era sottinteso).

Non so a voi, ma a me è una cosa che dà un fastidio incredibile. Mi sento come se ogni mia azione venisse osservata e giudicata sempre e solo attraverso l'ottica del "perché pensi di essere lesbica", e a nessuno viene in mente che magari quell'anello volevo cambiarlo da anni, che la voglia dei capelli corti l'ho sempre avuta ma la fatica di dover andare spesso dal parrucchiere e un po' di insicurezza personale sul fatto se sarei stata bene o no mi hanno sempre fatto rimandare, che, così come sono stata libera fino a poco fa di dire "sono etero", ora voglio essere libera di dire "sono lesbica"?! Lo so che dovrei fregarmene e fare comunque come mi pare, ma a volte la cosa diventa davvero insopportabile!

A volte mi sento come se avessi fatto un passo indietro, come se avessi sceso qualche gradino rispetto alla gente etero attorno a me, come se fossi diventata una persona di serie B.. o meglio, come se fossi percepita come una persona di serie B.. E io lotto per non sentirmi così, lotto affinché quello che dice o pensa la gente non mi tocchi, ma a volte faccio fatica.. Prima era tutto più facile, l'accettazione della gente la davi per scontata, non dovevi preoccuparti di tenere per mano il tuo ragazzo in pubblico... mentre adesso basta il semplice dire chi sei per darti dei problemi..

 

Scusate questi pensieri forse un po' sconclusionati, avevo bisogno di sfogarmi.. Comunque rimandano alla domanda iniziale, a voi è mai successa una cosa simile, con amici, parenti o conoscenti?

Mmmmm  pur comprendendo le tue ragioni cerca di dare tempo a chi ti sta vicino di accettarti.

 

L'accettazione non è sempre semplice, se si parte dal presupposto legittimo che non c'è nulla da accettare non se ne esce.

Se ti sei dichiarata da pochi mesi cerca di essere comprensiva nei confronti di chi ti è vicino e ti vuole bene.

Evita alcuni comportamenti o attenuali è ovvio che se adesso mostri dei comportamenti che prima nascondevi per gli altri sia un'ostentazione.

Sono passati solo pochi mesi, ti sei nascosta per tanto tempo attenuare alcuni comportamenti per qualche altro mese non influirà sulla qualità della tua vita.

Persone che accomunano normalissimi comportamenti ad un'ostentazione del proprio orientamento sessuale, sono persone che fondamentalmente non ti hanno accettata.

Se quei comportamenti e quelle decisioni le avessi prese senza aver fatto coming out, nessuno avrebbe avuto da ridire perché, cambiare un anello o un taglio di capelli, è una cosa che fa chiunque almeno una volta nella propria vita.

Lo stesso vale per il fare apprezzamenti verso una persona che si trova attraente.

 

 

Che poi ostentare di essere lesbica... ma cosa diamine vuol dire? Che gli etero possono avere determinati comportamenti e tu no perché sei lesbica?

La risposta è ahimé solo una: omofobia.

 

Per quanto mi riguarda non ho mai avuto tal genere di problema né in famiglia né con le persone con cui sono dichiarata.

Ma anche no.

Comportati esattamente come ti senti di fare.

Punto primo se anche fosse davvero ostentazione, cosa che non è, ma se anche lo fosse non è un problema tuo.

Chi ti fa ramanzine sull'ostentazione si preoccupa solo della sua apparenza. Se gira con qualcuno che sembra omosessuale potranno pensarlo anche di lui/lei.

In sostanza sono il tipo di persone che va bene finché no si sa/non si capisce.

Secondariamente se non accettano alcuni tuoi atteggiamenti e riportano tutto al tuo orientamento sessuale non hanno accettato davvero la cosa.

Dagli tempo, questo si, ma non fingere per farli contenti, è controproducente.

 

In piu non vedo davvero perché un omosessuale non possa ostentare, se volesse, la sua omosessualità come gli etero fanno con la loro eterosessualità.

 

Edit: ovviamente non avevo letto la risposta di nowhere mentre scrivevo.

Il ma anche no era riferito al consiglio di evitare alcuni atteggiamenti (a questo punto tutti direi)

BellezzaBYrome

@Fenn

Il mio parare è: Sentiti orgogliosa di quello che sei e nn sentirti MAI inferiore agli altri.

Inizia a conoscere altra gente e circondati di persone che sono fiere di quello che sei e nn che tendono a ''bloccare'' la tua personalità.

Edited by BellezzaBYrome

Se sei sicura di te stessa e orgogliosa di ciò che sei saprai essere comprensiva con chi ti ama e saprai dargli il tempo che è necessario.

 

Ma che è l'inquisizione omofobica? E pure se fosse che facciamo uccidiamo le persone a noi care perchè hanno bisogno di tempo, oppure le tagli perchè non ti accettano dopo pochi mesi?

 

Bisogna cercare di essere dialoganti senza ovviamente tradire se stessi, questo è ovvio.

Qualche anno fa ero solita uscire con un gruppo misto, composto da me, ragazzi/e etero ed un ragazzo gay: io e quest'ultimo, a detta altrui, sembravamo tali da ostentare il nostro essere in ogni occasione (nello specifico: io ero quella che "sembrava volerlo dire al mondo", lui era "il soggettone")

Lì per lì non ci si fa troppo caso, magari la si butta sul ridere per ogni battuta o presunta tale, però dopo anni ho imparato che il vedere l'ostantazione come negativa e l'accettare sono due cose abbastanza differenti; certo, si può accettare l'ostentazione altrui (o quella che viene percepita come tale), la si può riqualificare e considerare quasi caratteristica, però poi è difficile far capire che alcuni comportamenti possono essere normali o anche solo liberatori. Tante persone vengono accettate per ciò che sono, eppure non vengono considerate libere di poter dire chiaramente "io sono lesbica" o apparire come tale.

Io fossi in te proverei a ribattere di volta in volta, ma arrivata ad un certo punto neanche ci perderei troppo tempo.

 


L'accettazione non è sempre semplice, se si parte dal presupposto legittimo che non c'è nulla da accettare non se ne esce.

 

Nessuno è costretto ad accettare qualcosa, ancor meno la presenza di una persona dopo la rivelazione di una determinata realtà.

Ci si può venire incontro, questo sì, ma a meno che non si voglia partire dal presupposto del "chi ha più cervello, lo usi" (sempre valido, per carità), non è detto si trovi la voglia di fronte a chi considera "ostentazione" l'espressione altrui.

Poi va da sé che andrebbe visto in che termini viene fatto l'appunto, ma come detto, trovo che l'accettare e il porre dei paletti corranno su due binari ben differenti.

 


Evita alcuni comportamenti o attenuali è ovvio che se adesso mostri dei comportamenti che prima nascondevi per gli altri sia un'ostentazione.

Sono passati solo pochi mesi, ti sei nascosta per tanto tempo attenuare alcuni comportamenti per qualche altro mese non influirà sulla qualità della tua vita.

 

Non è detto che sia così ovvio: una persona potrebbe anche pensare che, venuto meno il tabù dell'omosessualità, la persona davanti stia solo rivedendo altri aspetti della propria vita alla luce di quanto detto e nulla più.

Non dico poi non possa disorientare il passaggio repentino del "Sono etero \ Ehi, bella quella ragazza!" o non possa creare imbarazzi all'interno di alcune amicizie/conoscenze, ma qui il problema di fondo non è tanto l'accettazione in senso stretto, bensì l'idea che Fenn possa voler esprimere se stessa in maniera analoga a quanto fanno gli etero.

A questo punto, perché dovrebbe nascondersi per altri mesi?

Non so forse la maggioranza di voi a 14 anni ha capito di essere gay a 15 l'ha detto al mondo e a 16 andava in giro ai gay pride, in tal caso ok.

 

Per gli altri, se è stato un percorso più o meno lungo per noi capire ed accettare la nostra sessualità, perchè non comprendere che le persone che ci vogliono veramente bene possano aver bisogno di un pò più di tempo?

 

Intendiamoci se conosco tizio per la prima volta che sa che sono gay, ci esco insieme ad altre persone che conosco da poco e mi dicono "ma tu ostenti" perchè, dico per dire, ti senti le canzoni di madonna oppure guardi i ragazzi quando passano, in tal caso li posso anche mandare a cagare, quella è omofobia.

Se invece amici o parenti che sai da una vita, vivono l'imbarazzo del mondo gay, per ignoranza per mentalità, ma ti trattano come sempre solo che alcune cose che fai li mettono a disagio, si può evitare, non è un tradire se stessi nè un continuare a nascondersi suvvia.

 

Che poi è una regola di vita, quante volte nella vita limiamo certi aspetti della nsotra personalità per farsi accettare? Io non dico di cambiare però, faccio un esempio, mettiamo che sei una lesbica mascolina (scusate il clichè è solo un esempio) ti dichiari e il giorno dopo dichiarata in famiglia ti fai un taglio cortissimo dei capelli, a mio avviso è un comportamento legittimo ma un pò avventato non dico di non farlo ma sarebbe il caso di aspettare.

Bisogna rispettare le sensibilità altrui e non essere sempre così tremendamente razionali e di principio, la vita non è bianca o nera ma è di mille sfumature di grigio.

Edited by Iron84

@Iron84 

...La sensibilità altrui? E la mia dove la mettiamo?

Non sono mica una ladra né un'assassina eh e se permetti nel momento in cui faccio C.O. e sono sincera con le persone, vedere che ogni mia singola azione è ritenuta ostentazione della mia sessualità perché son lesbica mentre un etero che fa la medesima cosa viene ritenuto normale, a me farebbe girare alquanto le scatole..

Posso capire che per i genitori potrebbe essere un tasto più dolente (vedi: la solita solfa sulle aspettative riguardo i figli) ma riguardo alle altre persone che ti vogliono bene, dovrebbero fare almeno un paio di scatti mentali: la decisione di fare C.O. uscendo allo scoperto in una società come la nostra che già ci rende la vita difficile ed il fatto che hai davanti la stessa identica persona a cui vuoi bene, con la differenza che ora è sincera sul fatto che invece che essere etero è omosessuale.

Quindi se dopo che faccio C.O. con le persone che mi vogliono bene queste mi invitassero a cambiare atteggiamenti comunissimi perché per loro è improvvisamente diventata ostentazione, allora sono fondamentalmente omofobi. Di certo mi aspetterei di campare più tranquilla dopo un C.O. non di dover rientrare nell'armadio per non urtare la sensibilità omofobica altrui e calpestare la mia che è già stata calpestata a sufficienza quando non ero dichiarata, ti pare?

Oltretutto, aspettare un po' cosa significa? Un mese, tre mesi, un anno, dieci anni. E' il 2013, se quelli che ti vogliono cosi' bene non possono accettarti per quello che sei, magari e' meglio continuare ad amarli con una certa distanza. Se veramente vi amano, supereranno questo dramma sociale che e' avere il figlio /a omosessuale. Se e' un boccone troppo grande da digerire, magari non vi amano poi cosi' tanto.

 

 


Per gli altri, se è stato un percorso più o meno lungo per noi capire ed accettare la nostra sessualità, perchè non comprendere che le persone che ci vogliono veramente bene possano aver bisogno di un pò più di tempo?

 

Personalmente, e come ho già scritto, trovo che la questione dell'essere accettati segua binari differenti rispetto all'essere accusati di ostentare.

Non dico le persone vicine non possano avere problemi in relazione al nuovo modo di porsi, ma al tempo stesso:

 

 

 


Bisogna rispettare le sensibilità altrui e non essere sempre così tremendamente razionali e di principio, la vita non è bianca o nera ma è di mille sfumature di grigio.

 

Andrebbe capito se è ad esempio una questione di "sensibilità" derivante da un eccessivo preoccuparsi (es. per la nostra incolumità) o se invece, come ho avuto modo di vedere per esperienza, è questione di intolleranza ma riferita ad una persona cara/amica.

A volte è necessario "educare" a capire il mondo omosessuale o il proprio modo di fare, ma non penso che la strada giusta sia nascondersi e limare, perché significa che abitueremo quella persona ad una visione di noi che magari non è veritiera.

Io cerco di mettermi nei loro panni e quello che non fate voi, vedete la cosa solo dal vostro punto di vista.

Se uno si è dichiarato da pochi mesi deve dare il tempo ai suoi familiari di fare il proprio percorso altrimenti si è ottusi e basta.

 

Ciò che diverso spaventa, è della natura umana, anche la nostra, non bisogna dare tutto per scontato ma apprezzare le persone che si sforzano di cambiare ed educarle senza necessità di metterle a disagio.

 

Oltretutto, aspettare un po' cosa significa? Un mese, tre mesi, un anno, dieci anni. E' il 2013, se quelli che ti vogliono cosi' bene non possono accettarti per quello che sei, magari e' meglio continuare ad amarli con una certa distanza. Se veramente vi amano, supereranno questo dramma sociale che e' avere il figlio /a omosessuale. Se e' un boccone troppo grande da digerire, magari non vi amano poi cosi' tanto.

 

Tu ne fai una questione di orgoglio.

Quando i miei genitori si separarono io mi mettevo vergogna di dirlo e lo vivevo male, ho avuto la fortuna di frequentare gente che certe cose non me le chiedeva e glissava sull'argomento e non che fosse tenuta a farlo, nè che fosse colpa mia se i miei si erano separati e nemmeno che ci fossero ragioni talmente scandalose da non parlarne. Una classica e serena separazione come ce ne sono all'ordine del giorno.

Dopo poco la cosa l'ho superata ed accettata e ne parlavo con chiunque senza problemi.

 

Ho detto aspettare qualche mese ancora non ho detto anni.

Edited by Iron84

Io cerco di mettermi nei loro panni e quello che non fate voi, vedete la cosa solo dal vostro punto di vista.

 

Se uno si è dichiarato da pochi mesi deve dare il tempo ai suoi familiari di fare il proprio percorso altrimenti si è ottusi e basta.

Ciò che diverso spaventa, è della natura umana, anche la nostra, non bisogna dare tutto per scontato ma apprezzare le persone che si sforzano di cambiare ed educarle senza necessità di metterle a disagio.

 

Il punto è che qui non si sta parlando solo dei propri familiari, ma di un cerchio di relazioni ben più esteso.

Inoltre, non pensi si possa accettare una persona senza però condividere i suoi "eccessi" o il suo palesare alcuni aspetti del proprio essere, più che altro in base alla logica del "fai ciò che vuoi, purché tu non vada a dirlo in giro"? Se non lo reputi possibile è anche inutile che stiamo a parlarne, ma più che altro perché per te l'accettare qualcuno a quel punto implicherebbe anche un accettare il modo in cui poi quest'ultimo ne parla o meno.

Gli amici si scelgono, i famigliari no.
Qualche differenza nel trattare la questione quindi c'è, non mi è chiaro se tra queste persone che ti vogliono bene ci sono solo gli amici (citati più sotto nell'episodio dell'apprezzamento ad alta voce) o anche dei famigliari.

Un paio di punti in comune ci sono: il dare tempo, che non significa non rispondere, ma significa avere la pazienza di capire che accettarti, per chi ti vedeva come eterissima, è un processo medio-lungo e non te la puoi prendere per questo, puoi solo incrociare le dita che vada a finire come tutti vorremmo, con la piena accettazione. Insomma questo per il lato emotivo del sentirti dire ogni volta 'ostenti': cerca di non rimanerci sempre male.
Il punto due è però rispondere: quando ti dicono "ostenti", si suppone che tu possa rispondere a queste persone, perché dici che ti vogliono bene, e dove c'è bene ci dovrebbe essere dialogo. Quindi dì che questa cosa non è vera, che ti scoccia, che ti stufa sentirtelo dire ogni volta. E che se anche fosse vera sono fatti tuoi e che te ne freghi di quello che pensa la gente.
E se con gli amici le cose non cambiano dopo che hai esternato i tuoi fastidi, beh, forse è ora di ripensarle queste amicizie.
Tra l'altro, cambiare un anello, a meno che tu non abbia messo un anello grande come la testa di un neonato, difficilmente può essere classificato come ostentazione. Questa è omofobia e pregiudizio bello e buono, cara mia.

il fatto che ti dicono che tu credi di essere lesbica è indicativo del rispetto che provano per te. Loro sanno meglio di te quel che tu sei e ti dicono che tu credi una cosa che non sei. se sono famigliari la cosa purtroppo è abbastanza comune credo e vanno in qualche modo tollerati proprio perchè famigliari e non puoi mollarli.

 

se sono amici io farei capire che dirmi queste frasi non va e se non finiscono tagli i rapporti con loro.

 

 


Io cerco di mettermi nei loro panni e quello che non fate voi, vedete la cosa solo dal vostro punto di vista.

 

Qua non si sta parlando di fare C.O. con i propri genitori e dal giorno dopo metterli al corrente dettagliatamente delle proprie abitudini sessuali.

Qua si tratta di dover persino far problemi per le azioni e i comportamenti più banali perché possono far pensare a 'sta fantomatica ostentazione con una cerchia di persone più ampia rispetto al nucleo familiare.

Il ché equivarrebbe a dire "si ok, grazie per aver fatto C.O. ora però torna nell'armadio, grazie"

Penso che te debba fare ciò che senti e ti capisco quando dici che è difficile fregarsene del giudizio altrui, alle volte si resta ferite da chi non ci accetta per come siamo, dovresti comunque far notare a queste persone che le lesbiche non portano tutte i capelli corti e che se cambiano un anello non è il segno evidente della loro omosessualità, insomma fa loro capire che vivere di stereotipi non fa bene alla loro salute mentale, magari con delicatezza faglielo capire io sono piuttosto diretta quando mi trovo davanti situazioni nelle quali le persone esprimono la loro omofobia.

Devo dire che sono anche in linea con quello che scrive SaintJust sulle ramanzine, il mio consiglio è cercare di far capire a queste persone che non sei diventata improvvisamente un aliena.

Per fare un po' di chiarezza, i miei genitori ancora non sanno di me, le persone che mi hanno fatto questi discorsi sono mia sorella e la mia migliore amica. Mia sorella più che altro è quella che, testualmente, mi dice che non sono "normale", che devo prendere atto del fatto che non sono normale, perché la normalità è l'eterosessualità, infatti noi omosessuali siamo una minoranza... però allo stesso tempo mi dice che mi sosterrà sempre e comunque. L'ho mandata a quel paese e discorso chiuso.

E' la mia amica che mi ha fatto la paternale dell'ostentazione... attaccandosi al fatto che mi sono dichiarata da pochi mesi e che soprattutto non ho ancora avuto esperienze con ragazze pensa che la mia sia come una fase passeggera, un momento di confusione temporaneo.. in pratica mi dice "non ostentare troppo la tua omosessualità perché poi magari scopri che non lo sei", quindi non lo dire in giro, soprattutto non dirlo ai tuoi (finiresti per farli soffrire per niente (?!?!)), lasciati aperte tutte le porte (magari rinsavisci!!). Capisco che lo possa fare per proteggermi, sapendo che non è reso facile vivere da omosessuale, però un po' più di fiducia nel mio giudizio la gradirei.. di certo che sono lesbica non gliel'ho detto così, tra una patatina fritta e l'altra, come dire sai oggi ho fatto la spesa.. E già ho parlato con lei a questo proposito, ma sembra non capire. Le ho detto che non mi interessa quello che la gente può pensare di me se sa che sono lesbica, le ho detto che, indipendentemente dal fatto di non avere esperienze, io mi sento sicura di quello che sono. 

Quando siamo sole e magari cadiamo nell'argomento ne parliamo senza problemi, se le dico che ho incontrato una ragazza in giro le fa piacere e mi chiede come è andata, proprio come abbiamo sempre fatto. Però quando si tratta di aprirsi al mondo lì arrivano i paletti: la scena dell'apprezzamento ad una ragazza è avvenuta mentre eravamo in giro con delle sue amiche, che non sanno di me, e la sua preoccupazione era che loro si facessero delle domande a sentirmi dire "che gnocca" (perchè alla fine è solo questo che ho detto, tra me e me), e questo, per lei, non andava bene. Perché io stavo ostentando. Infatti non esiste assolutamente che una ragazza etero dica "che figo!!" quando vede un bel ragazzo. Guai. Potrebbero capire che sei etero!!

 

 

 


Qua si tratta di dover persino far problemi per le azioni e i comportamenti più banali perché possono far pensare a 'sta fantomatica ostentazione con una cerchia di persone più ampia rispetto al nucleo familiare.

 

Esattamente. La sensazione che mi ritrovo a provare adesso è esattamente questa. L'andare in giro per negozi e mentre ti provi dei vestiti (normalissimi fra l'altro, perché non ho mai avuto uno stile troppo appariscente (niente anelli grossi come teste di neonati @Krad77 ;-) ) farti problemi perché pensi "mmm, però così sembra che ostenti?" Capisco che ciò magari è anche frutto di un'insicurezza mia, nutrita però dai discorsi di questa amica..

Come ti farai un giro di amicizie gay, la tua amica in questione si trovera' di fronte alla scelta di apreire la mente, o lentamnete allontanarsi da te. Mi sembra che sia piu' interessata a quello che la gente "normale" pensa, che al tuo benessere.

Le affermazioni che ha fatto tua sorella riguardo le minoranze e la presunta normalità si commentano da sole, non credo ci sia bisogno di aggiungere altro davanti ad un ragionamento di tal spessore.

Riguardo la tua migliore amica, non vorrei che il discorso dell'ostentazione in realtà non sia finalizzato a tutelare te, ma lei. Perché se le hai detto che stai bene così e sei convinta di quel che sei, per quale motivo insistere sul fatto che potresti non essere lesbica e sul fatto che non si debba sapere così facilmente in giro? Non è che in realtà tale cosa mette a disagio proprio lei?

O forse la tua amica ha paura di non trovarsi piu in sintonia con te, perdere le cose in comune che fin ora forse avevate. Come una chiacchierata sopra un ragazzo o la scelta di un vestito...

Edited by bugiarda

non sentirti di serie B ci sono persone che purtroppo non capiscono realmente, sembra che accettino la cosa ma poi hanno da ridire sui nostri comportamenti come se fossero diversi da quelli degli etero. puoi dare tempo e distinguere i contesti ma devi essere te stessa per stare bene, è come hanno detto sopra purtroppo alcune persone hanno paura di quello che pensa la gente se si sapesse che tu sei lesbica se lei sta sempre con te allora lo è anche lei. questo è il problema. vivi la tua omosessualità con naturalezza fai quello che ti senti perchè non stai facendo male a nessuno, sarebbe diverso se devi comportarti diversamente per compiacere gli altri, in quel caso faresti male solo a te stessa.

  • 2 months later...

Io uso la tattica della difesa - offesa : mi comporto come mi sento, sono narcisista, profondamente eterofoba ( e talvolta anche bifoba), e il primo che mi dice " ma tieniti per te queste cose, stai zitta, non farti scoprire.." io lo aggredisco e umilio pesantemente. Quando una persona intelligente si fida scivola nell'attimo del deficiente. Guai! Dopo regna il silenzio ed io in alto con il trofeo. :triniti:

Edited by Analitica
butchlesbian94

ma chissenenfrega TE NE DEVI SBATTERE di quello che dice la gente ehm anche se ben fosse chissene sn molto fiera di essere lesbica e quindi no ho problemi a ostentarlo ci sono delle mie conoscenti che hanno delle  delle maglie con scritte tipo sono lesbica oppure viva le lesbo eccc  e me ne sbatto di quello che pensa la gente di me...meno seghe mentali....

  • 1 month later...

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