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Perdere la testa per gli etero


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Nono, di ragazzi dolci e sensibili che amano il corteggiamento

il mondo gay è letteralmente pieno!

Semplicemente i gay che si reputano "maschili"

spesso considerano il romanticismo "una cosa da checche".

 

Dalla serie: "Se avessi voluto portare una persona fuori a cena

prima di sbatterle il caxxo in bocca, sarei andato con una donna".

 

I gay maschili non si conquistano davanti a un caffè parlando di Kilye Minogue.

Si conquistano con le gare di rutti, sfidandoli a sport estremi,

succhiandoglielo nel cesso del bar o pogando hardcore.

 

Anche i "gay maschili" hanno il loro immaginario erotico.

Nella loro immaginazione è eccitante "fare cose da maschi".

Quindi invece di sperare che ti invitino al ristorante,

prova a invitarli ad assistere al tuo allenamento di basket.

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Semplicemente i gay che si reputano "maschili"

spesso considerano il romanticismo "una cosa da checche".

 

Chissà se anche gli etero che si reputano "maschili" considerano il romanticismo "una cosa da effeminati".

Sospetto di sì......

Edited by Mario1944

Chissà se anche gli etero che si reputano "maschili" considerano il romanticismo "una cosa da effeminati".

Sospetto di sì......

 

Eh già :)

 

Tizio racconta ai suoi amici: "Allora le ho offerto una cena e le ho regalo 11 rose rosse come i giorni da cui ci conosciamo..."

Amici di Tizio: "Ma glielo hai buttato in f*ga?"

Tizio: "No, aspetto che accetti di venire con me sulla casa sul lago. Voglio che la prima volta il suo viso sia illuminato dal riverbero del tramonto sull'acqua..."

Amici di Tizio: "Ma sei gay?" - "Bleaargh!" (rumore del vomito) - "Ma Tizio, te devi farti curare da uno bravo!"

Faccio giusto una piccola precisazione, a scanso d'equivoci.

 

I gay maschili, e i "gay che si reputano maschili" di cui parla Almadel non sono insiemi congruenti.

 

Tant'è che Almadel stesso ha usato "spesso", senza ricorrere ad assoluti.

 

La maggior parte dei gay maschili che conosco e frequento reputano il romanticismo "una cosa non necessaria", non "una cosa da checche".

 

Del resto sono maschili, ma questo non implica che siano sessisti.

Edited by Woland_88

 

 


La maggior parte dei gay maschili che conosco e frequento reputano il romanticismo "una cosa non necessaria", non "una cosa da checche".

 

Meno male.

 

Comunque chi pensa sia una cosa da checche, dovrebbe imparare a distinguere il romanticismo con le cose smielate, ma non sempre si è in grado di farlo.

 

 


Comunque chi pensa sia una cosa da checche, dovrebbe imparare a distinguere il romanticismo con le cose smielate

 

Con questa affermazione però finisci per cadere nello stesso errore di chi considera il romanticismo "una cosa da checche".

Perché di fatto stai dicendo che non il romanticismo, bensì le cose smielate, sono "una cosa da checche".

 

La lucidità sta nel capire che non si deve parlare "cose da checche", perché non esistono le "checche", ma solo ragazzi effeminati (là dove "effeminato" va inteso come termine scevro di machismo e sessismo, altrimenti non se ne esce).

Cerchiamo di liberarci dall'ottica sessista in cui le "cose da checche" son sempre quelle che fanno gli altri, che sono le "vere checche".

 

Io utilizzo il verbo "scheccare" per definire orgogliosamente alcuni miei modi, e se mi chiedono "ma sei checca?" rispondo "fino al midollo", perché nonostante sia tendenzialmente maschile preferisco esser considerato da conoscenti e sconosciuti come una bomba di lustrini pronta a esplodere al minimo accenno di Carrà, o perfino come una "checca che si finge maschile", piuttosto che un "uomo vero".

 

Faccio appositamente terrorismo psicologico sui sessisti, perché finché si gioca tutti allo scaricabarile di chi è checca e chi no, i ragazzi effeminati si ritrovano sempre da soli ad affrontare il sessismo altrui, ma quando sono i ragazzi maschili a farsi per primi carico di quel sessismo definendosi orgogliosamente checche, il sessismo perde incredibilmente di potenza e valore.

Distinguere il romanticismo dalle cose smielate

è solo una questione di sensibilità personale

e non sono certo due termini oggettivi.

 

Parliamoci però francamente.

Ci sono molti tipi di gay e ciascuno di loro ha un suo proprio immaginario.

Se voglio sedurre un ragazzo dovrò captare quell'immaginario e metterlo in atto.

 

No. A nessun etero piace regalare fiori né pagare le cene.

Lo fanno perché la consuetudine vuole che le donne lo desiderino

e poche donne fanno qualcosa per far capire che per loro è diverso.

 

Fosse per loro regalerebbero alla donna dei loro sogni

la maglietta sudata con cui hanno vinto la Coppa

o aspetterebbero la loro fidanzata per provare

il nuovo gioco per l'Xbox che aspettano da mesi.

 

Questo per un maschio è romantico,

per una donna è probabilmente una caxxata.

Se un maschio vuole conquistare una donna

si adeguerà alla idea di romanticismo di lei.

 

La cosa fantastica di essere gay e maschi

è che spesso le idee romantiche coincidono.

 

Il problema di Doctoralf88 è che vuole un gay che ragioni come ragiona un etero:

ma l'immaginario di costoro è limonare dopo qualche round di pugilato

e non sedurre un ragazzo con una cena raffinata e un regalo a sorpresa.

Il corteggiamento non implica necessariamente

dolcezza e sensibilità....altrimenti cadremmo nel

paradosso che siccome gli etero lo fanno....allora

i maschi etero sarebbero dolci-sensibili e romantici.

 

Peraltro "rituali di corteggiamento" esistono in tribù

e società arcaiche in cui i matrimoni sono combinati

ed il matrimonio è un fatto sociale che riguarda l'intera

comunità e non un fatto privato o sentimentale.

 

Perchè i gay si corteggiano poco?

 

Facciamo notare che quando i gay erano

froci....e facevano sesso nei cinema o "battevano"

davanti alle caserme etc. In quei tempi in cui il gay

era solo l'omosessuale passivo...il romanticismo certo

non esisteva 

 

E questo per un semplice fatto le relazioni fra gay non sono un

fatto di rilievo sociale, non sono un fatto pubblico, non c'è famiglia

non c'è comunità c'è semmai la voglia di allontanarsi da contesti ostili.

 

Questa è la verità....il testosterone, il romanticismo c'entrano da qui a lì

Con questa affermazione però finisci per cadere nello stesso errore di chi considera il romanticismo "una cosa da checche".

Perché di fatto stai dicendo che non il romanticismo, bensì le cose smielate, sono "una cosa da checche".

 

La lucidità sta nel capire che non si deve parlare "cose da checche", perché non esistono le "checche", ma solo ragazzi effeminati (là dove "effeminato" va inteso come termine scevro di machismo e sessismo, altrimenti non se ne esce).

Cerchiamo di liberarci dall'ottica sessista in cui le "cose da checche" son sempre quelle che fanno gli altri, che sono le "vere checche".

 

Io utilizzo il verbo "scheccare" per definire orgogliosamente alcuni miei modi, e se mi chiedono "ma sei checca?" rispondo "fino al midollo", perché nonostante sia tendenzialmente maschile preferisco esser considerato da conoscenti e sconosciuti come una bomba di lustrini pronta a esplodere al minimo accenno di Carrà, o perfino come una "checca che si finge maschile", piuttosto che un "uomo vero".

 

Faccio appositamente terrorismo psicologico sui sessisti, perché finché si gioca tutti allo scaricabarile di chi è checca e chi no, i ragazzi effeminati si ritrovano sempre da soli ad affrontare il sessismo altrui, ma quando sono i ragazzi maschili a farsi per primi carico di quel sessismo definendosi orgogliosamente checche, il sessismo perde incredibilmente di potenza e valore.

 

 

Mi sono espresso male. Non credo che le cose smielate sono da checche. Assolutamente no. Sono cose che ad mio punto di vista personale non piace, poi che lo facciano uomini o donne per me non ha alcuna differenza.

 

Vedo le cose smielate come sintomo di superficialità, ecco. Io sono romantico solo occasionalmente. Preferisco far sentire una persona amata, anziché ripetere in continuazione "ti amo" oppure cose tipo "il mio cuore affonda nel profondo dei tuoi occhi".

 

Non so se mi sono spiegato...

Che tristezza; spero solo che non si stia facendo di tutta l'erba un fascio; certo, do' ragione a chi dice che il "corteggiare" non deve essere uguale per forza al dire "ti amo" continuamente; ma allo stesso tempo, è una tristezza uscire al primo appuntamento con uno che nemmeno entro nella sua macchina ha già il pisello di fuori; ok, forse l'idea della cena al lume di candela è anche esagerata; ma un minimo di "discorso e scambio di opinioni" ??....no ??

 

 


certo, do' ragione a chi dice che il "corteggiare" non deve essere uguale per forza al dire "ti amo" continuamente; ma allo stesso tempo, è una tristezza uscire al primo appuntamento con uno che nemmeno entro nella sua macchina ha già il pisello di fuori;

 

Sì, infatti è una cosa davvero squallida.

Fosse per loro regalerebbero alla donna dei loro sogni

la maglietta sudata con cui hanno vinto la Coppa

o aspetterebbero la loro fidanzata per provare

il nuovo gioco per l'Xbox che aspettano da mesi.

 

Almadel ma che razza di etero conosci?????

 

 

 

 

Il problema di Doctoralf88 è che vuole un gay che ragioni come ragiona un etero:

ma l'immaginario di costoro è limonare dopo qualche round di pugilato

e non sedurre un ragazzo con una cena raffinata e un regalo a sorpresa.

 

Forse bisognerebbe distinguere non tra omosessuali ed eterosessuali, ma tra coloro che cercano una persona da amare e coloro che cercano una persona con cui scopare, occasionalmente o no non fa differenza.

Per chi cerca una persona da amare il corteggiamento ed il "romanticismo" (anche se il termine è improprio lo uso per capirci) sono  obbligati, anche se poi sono chiaramente modulati a seconda dello status sociale e culturale dell'interessato.

Per chi invece cerca una persona con cui scopare il corteggiamento ed il romanticismo normalmente sono superflui, anzi poco stimolanti in quanto ritardano la consumazione sessuale desiderata, e quando sono concessi forse lo sono per dissimulare il desiderio di solo sesso. 

 

Personalmente trovo insostituibili il corteggiamento ed il romanticismo in una coppia che viva insieme per amore, superflui  per una coppia che s'incontri, occasionalmente o no, per sesso.

Non avrei mai potuto e non posso tuttora pensare di fare l'amore col mio ragazzo con la stessa "asetticità" con cui faccio la doccia il mattino o (scusate la volgarità) espleto le mie necessità fisiologiche. 

Almeno una parola gentile, un gesto galante d'approccio, un fiore non possono mai mancare, anche se è il mio amore da quasi 25 anni, altrimenti non penserei di fare l'amore con chi amo, ma solo di masturbarmi con il corpo di un altro. 

Edited by Mario1944

Che tristezza; spero solo che non si stia facendo di tutta l'erba un fascio; certo, do' ragione a chi dice che il "corteggiare" non deve essere uguale per forza al dire "ti amo" continuamente; ma allo stesso tempo, è una tristezza uscire al primo appuntamento con uno che nemmeno entro nella sua macchina ha già il pisello di fuori; ok, forse l'idea della cena al lume di candela è anche esagerata; ma un minimo di "discorso e scambio di opinioni" ??....no ??

 

Ma oddio, secondo me l'ideale sarebbe uscire con una persona con cui

si parla e si discute e ci si piace al punto che non si può fare a meno

di tirar fuori il pisello XD

 

Tutte queste discussioni sono viziate da una serie di falsi argomenti.

 

E' chiaro che se la mamma mi ha detto che devo sposare una brava

ragazza ebrea, dovrò intenzionalmente frequentare ambienti ebraici

perchè se aspetto che capiti....da sé, buonanotte al secchio!

 

Questo per procurarsi un appuntamento...

 

Certo nessuna mamma raccomanderà al figlio di andare in un locale

gay...XD Ma c'è bisogno dell'autorizzazione della mamma?

 

Dopodiché dovrebbe essere noto a tutti - non dico per esperienza

ma almeno per aver visto dei film...che dopo cena arriva il momento

del bacio maschio-femmina con offerta a "salire a bere qlcs da me"

che in chiave etero significa sesso.

 

E siamo proprio...all'ingaggio più convenzionale e standard

La donna pudica-romantica-scottata o che "se la tira" pretenderà

un altro appuntamento...e non salirà. Ma in tutto ciò io non vedo

chissà quale romanticismo o dolcezza. Il maschio, anche se timido

o insicuro...però ci deve provare, deve avere un minimo di intraprendenza

per poter attrarre la femmina, anche se magari tira un sospiro di sollievo

quando viene respinto 

 

Certo ci sono gay che vivono l'omosessualità come mero sfogo

sessuale e quindi compiono rapide incursioni e consumazioni one

shot...ma questi in genere in un locale non ci vengono, o comunque li

si sgama al volo

 

In costoro io mi ostino a non vedere niente di maschile...sarà un mio

limite, certamente se si identificano come maschili-etero una serie di

caratteristiche che identificano un problematico, solo per il terrore di

un minimo cenno di espressione di omosessualità ( nel modo di vestire

o di atteggiarsi, o di esprimersi ) il problema sta nei criteri sbagliati di

selezione.

Non cadiamo in stereotipi o luoghi comuni però :/

Conosco gay maschili stra-romantici, nel senso che sanno come corteggiare senza bisogno di essere smielati.

Questo immaginario del gay maschile tutto rutti,sesso e null'altro mi mette quasi i brividi.

Concordo.

Tante volte, quando alcuni parlano della sostanza dell'essere maschili, mi sembra che parlino dell'essenza dell'essere cafoni.

Direi proprio, secondo la mia esperienza di maschio quasi 70enne, che siano due cose diverse e che tra l'altro dell'essere cafoni partecipino ormai non poche rappresentanti del "gentil sesso", come si diceva ai miei tempi.  

Anche la cafonaggine appartiene a una parte dell'immaginario gay maschile:

vi piaccia o non vi piaccia, ma è così.

Vi appartiene non solo perché ci sono gay a cui piace essere cafoni,

ma anche perché - a differenza delle etero - ci sono anche gay che lo apprezzano.

 

Facendo la tara sulla cafonaggine, non si esaurisce questo immaginario.

C'è lo sport, i motori, un certo genere di musica e le attività da nerd:

più o meno tutto quelle cose che non piacciono alle donne o agli effeminati.

 

Quello che manca (o c'è molto poco) è il desiderio dei gay maschili

di avere a che fare con persone che non condividono questo immaginario.

Normalmente non seduci una ragazza invitandola a un gioco da tavolo

o portandola a fare pesca d'altura sul peschereccio che hai sistemato

o invitandola a un concerto dei Manowar

(e di certo non la seduci recitando coi rutti l'alfabeto al contrario).

 

Però coi gay maschili almeno una di queste funziona:

altrimenti che senso avrebbe dire "a me piacciono gli etero?"

Beh, se ti piacciono gli etero e sei gay ti dovranno piacere 

o i gay che hanno un qualche interesse in comune con gli etero

o i gay che pur avendo questi interessi ti trattano come una ragazza.

 

Sfortunatamente credo che gay del secondo tipo non esistano.

L'unico modo per evitare gay dall'approccio sessuale istantaneo

che ti fanno sentire poco valorizzato, è frequentare contesti gay

in cui essendoci più persone, almeno "senti" che quella persona sta

dedicando del tempo a te e non ad altri

 

Dopodiché c'è il concreto rischio...di annoiarsi e realizzare che

l'unica cosa che potete condividere è una scopata e sarebbe

stato meglio smutandarsi nel parcheggio dietro al locale o non

vedersi proprio

 

Però forse è una esperienza attraverso cui devi passare

 

 


Anche la cafonaggine appartiene a una parte dell'immaginario gay maschile:
vi piaccia o non vi piaccia, ma è così.
Vi appartiene non solo perché ci sono gay a cui piace essere cafoni,
ma anche perché - a differenza delle etero - ci sono anche gay che lo apprezzano.

 

Che ci sono persone che apprezzano i cafoni è indubbio e probabilmente ciò accade in gran parte dei casi perché anche loro sono cafoni.

Quello che credo sia da tenere bene fermo è primariamente che questi gusti "particolari" non dipendono affatto dall'essere omosessuale, infatti tali gusti si ritrovano anche negli eterosessuali non solo nei maschi ma anche, al contrario di quello che sostieni tu, nelle femmine.

 

Secondariamente è da tenere ben fermo che fare il cafone non è fare il maschio e tanto meno fare l'uomo.

Del resto le regole della convivenza civile e della buona educazione le hanno inventate gli uomini, non le donne, quindi se un comportamento è giudicato da cafoni e quindi in violazione di quelle regole, gli è perché uomini autorevoli in un certo tempo e luogo hanno concordemente stabilito che quel comportamento non è degno di un uomo civile, ma appunto di un cafone cioè di un villano, di un bifolco, secondo il pregiudizio antico che gli abitanti delle città fossero civili e quelli delle campagne incivili.

 

Certo ci possono essere variazioni anche notevoli a seconda dei tempi e dei luoghi nel giudizio sui comportamenti civili ed incivili.

Ad esempio ruttare a tavola era buona educazione per gli antichi Romani perché indicava gradimento del cibo.

Ma rimane indiscutibile che maschilità o addirittura virilità non si manifestano nella volgarità, anzi ne sono il contrario perché la volgarità è appunto il rifiuto o l'ignoranza delle regole di comportamento proprie dell'uomo civile, del "vir" appunto.

...io so solo che oggi ho assistito in stazione alla Bivisa qui a Milano a una scena stupenda: due ragazzi gay che si salutavano chiamandosi amore; praticamente, uno dei due stava per partire perché era diretto alla Malpensa; l'altro l'aveva accompagnato; bellissimi ragazzi entrambi ed entrambi maschili; forse mi è bastato per credere ancora in qualcosa;

...io so solo che oggi ho assistito in stazione alla Bivisa qui a Milano a una scena stupenda: due ragazzi gay che si salutavano chiamandosi amore; praticamente, uno dei due stava per partire perché era diretto alla Malpensa; l'altro l'aveva accompagnato; bellissimi ragazzi entrambi ed entrambi maschili; forse mi è bastato per credere ancora in qualcosa;

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Che ci sono persone che apprezzano i cafoni è indubbio e probabilmente ciò accade in gran parte dei casi perché anche loro sono cafoni.

 

Essere cafoni è un po' come essere palestrati.

I palestrati si apprezzano solo tra loro, 

ma hanno ammiratori anche grassocci e magrolini.

 

 

 


Del resto le regole della convivenza civile e della buona educazione le hanno inventate gli uomini, non le donne, quindi se un comportamento è giudicato da cafoni e quindi in violazione di quelle regole, gli è perché uomini autorevoli in un certo tempo e luogo hanno concordemente stabilito che quel comportamento non è degno di un uomo civile, ma appunto di un cafone cioè di un villano, di un bifolco, secondo il pregiudizio antico che gli abitanti delle città fossero civili e quelli delle campagne incivili.

 

La "buona educazione" l'hanno inventata i padri per le loro figlie femmine.

Certi comportamenti sono assai sconvenienti in presenza di fanciulle, bambini, preti e gay

ma tra maschi dello stesso rango vigono norme di comportamento dette cameratesche

che consentono il linguaggio scurrile, l'espulsione rumorosa di gas, 

nudità e minzione pubbliche e scherzi maneschi; normalmente inaccettabili

in presenza di chi non è immediatamente riconosciuto come "maschio".

 

 

 


Ma rimane indiscutibile che maschilità o addirittura virilità non si manifestano nella volgarità, anzi ne sono il contrario perché la volgarità è appunto il rifiuto o l'ignoranza delle regole di comportamento proprie dell'uomo civile, del "vir" appunto.

 

Non confonderei il "civis" con il "vir".

Un uomo civile si comporta educatamente in tutti i contesti appropriati,

perché è anche da questo che si evince la sua civiltà.

Il "barbarus" invece non è in grado di misurarsi a seconda del tempo e del luogo.

 

Invece il "vir" si contrappone al "mollis", come l'italiano "maschile" allo "effeminato".

Un "maschio civile" si comporterà diversamente in taverna e al Senato.

Un "effeminato civile" non si vestirà al lavoro come si veste nella discoteca gay.

Un "maschio barbaro" al lavoro rutterà in faccia ai clienti

e un "effeminato barbaro" probabilmente palperà loro il pacco.

Essere cafoni è un po' come essere palestrati.

I palestrati si apprezzano solo tra loro,

ma hanno ammiratori anche grassocci e magrolini.

 

Certamente c'è anche l'attrazione del simile verso il dissimile, ma credo che essa nasca quasi sempre da un desiderio, impossibile o difficilmente attuabile, di come si vorrebbe essere.

Il deboluccio ricerca il palestrato perché vorrebbe essere robusto come lui e così anche il ben educato ricerca il cafone perché forse in segreto vorrebbe liberarsi delle regole della buona educazione che sente come costrizioni.

La "buona educazione" l'hanno inventata i padri per le loro figlie femmine.

 

Dai Almadel non dire cavolate!

La buona educazione esisteva anche nelle società che relegavano le femmine, madri, moglie e figlie, negli anfratti delle mura domestiche.

Anzi la buona educazione era soprattutto se non esclusivamente rivolta all'esterno della propria casa, dove l'uomo è sempre stato padrone se non assoluto, certo poco contrastato.

Certi comportamenti sono assai sconvenienti in presenza di fanciulle, bambini, preti e gay

ma tra maschi dello stesso rango vigono norme di comportamento dette cameratesche

che consentono il linguaggio scurrile, l'espulsione rumorosa di gas,

nudità e minzione pubbliche e scherzi maneschi; normalmente inaccettabili

in presenza di chi non è immediatamente riconosciuto come "maschio".

 

Mi domando che maschi tu frequenti o forse ai miei tempi le regole erano diverse ed io sono sopravvissuto al naufragio delle regole di buona educazione?

Ma da quello che sento anche dai giovani non mi pare proprio!

Non confonderei il "civis" con il "vir".

Un uomo civile si comporta educatamente in tutti i contesti appropriati,

perché è anche da questo che si evince la sua civiltà.

Il "barbarus" invece non è in grado di misurarsi a seconda del tempo e del luogo.

Invece il "vir" si contrappone al "mollis", come l'italiano "maschile" allo "effeminato".

 

Veramente mi sembra che tu faccia confusione tra concetti diversi, infatti il "barbarus" non s'opponeva tanto al "civis" ma al "civis romanus" dato che ad esempio un Cartaginese era "civis" di Cartagine ma era "barbarus" in quanto non Greco né Romano, invece la contrapposizione di "vir" era con "mulier" anche se un "vir" non sarebbe stato degnamente tale se fosse stato "mollis" .

 

Comunque riconosco che il mio uso di "uomo civile" e di "vir" può aver indotto ambiguità e chiarisco che non volevo riferirmi specificamente alle concezioni degli antichi romani, ma più generalmente a quelle di ogni popolo, perché tutti i popoli hanno regole di educazione, per quanto diverse e talora opposte, sulle quali si basa la loro convivenza sociale (volevo dire "civile" ma ho evitato temendo che il significato fosse considerato legato a "civis" e quindi a "respublica", "libertas" ecc. che nel caso specifico non c'entrano).

 

Per rimanere invece al caso specifico, è difficile accettare, e penso tu sia d'accordo, che il comportamento lesivo delle regole della buona educazione (quali che siano secondo il contesto storico e sociale) non implichi mai, in nessun tempo, in nessun luogo, in nessuna cultura, l'esaltazione della dignità sociale di chi le viola, ma semmai la sua degradazione.

Quindi, attenendoci agli esempi sopra riportati, se uno rutta o peggio a tavola, difficilmente potrà essere considerato perciò più uomo (in contrapposizione alle bestie), o più maschio (in contrapposizione alle femmine), o più cittadino (in contrapposizione a chi cittadino non è e quindi ignora le regole della sua "città").

 

Ovviamente, come ho già detto sopra, le regole possono variare da popolo a popolo, da secolo a secolo, da cultura a cultura e quindi il rutto a tavola, volgare oggi, era educato ai nell'antica Roma.

Ma la varietà delle regole in contesti temporali e sociali diversi non impedisce che la violazione delle regole vigenti, quali siano riconosciute in un certo contesto temporale e sociale, sia indegna di che di quel contesto faccia parte e quindi non gli assegni merito, ma demerito e se è uomo lo degradi a bruto, se è maschio lo degradi ad evirato, se è cittadino lo degradi a barbaro.

Edited by Mario1944

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