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Attivismo lgbt: dubbi e proposte.


Sherlock

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Salve a tutti, ritorno dopo molto tempo su questo forum, che anni fa è stato un importante punto di partenza per aprirmi al mondo gay e maturare una maggiore consapevolezza di me stesso. Successivamente, ho cominciato ad entrare nell'ambiente dell'associazionismo, facendo volontariato al gay center di Roma. Prima con il gruppo giovani, poi come operatore della gay help line, un numero verde che offre ascolto e consulenza.

 

Ora, scrivo questo topic perché voglio riflettere su alcune cose riguardanti il volontariato.

La prima domanda che vi pongo è questa: cosa vi aspettate voi dal volontariato? Partendo dal presupposto che viviamo in un paese ancora molto indietro in fatto di diritti lgbt, ancora omofobo sotto certi aspetti, ma soprattutto ignorante, cosa pensate che un'associazione di volontariato dovrebbe fare?

 

La cosa che più mi lascia perplesso, parlando in generale, è vedere quante resistenze ci siano perfino nella stessa comunità gay. Mancanza di interesse o sfiducia nella possibilità di cambiare qualcosa?

Per dire, sono stato varie volte a tenere un banchetto con materiale informativo alla "gay street", ovvero via di San Giovanni in Laterano, qui a Roma, dove si trova un locale gay famoso. Altre volte all'Alpheus, una discoteca. E in entrambi i casi ho sempre notato una certa indifferenza. Quando invece sono stato a tenere lo stesso banchetto in locali "etero", ho notato molto più interesse. Ragazzi che si fermavano, chiedevano informazioni, prendevano i volantini ecc. La cosa mi ha abbastanza stupito.

Ovvio, non sto dicendo che bisogna rivolgersi solo ai gay(i diritti civili e il rispetto per le differenze riguardano tutti i cittadini, non solo una minoranza), però continuo a non capire perché le maggiori resistenze partano proprio dai "diretti interessati" alla causa!

 

Altra questione che pure mi stupisce è quella delle scuole. Con alcune scuole di Roma siamo riusciti a fare dei progetti sull'omofobia, e sono state tutte esperienze molto positive e belle. Soprattutto, progetti necessari, visti i casi di bullismo omofobico ancora troppo frequenti. Anche da un'indagine Istat di qualche anno fa risulta che il mondo della scuola ha un gran bisogno di sensibilizzazione su queste tematiche.

Eppure, ancora oggi ci sono moltissime scuole, licei, istituti che si rifiutano a priori di fare un progetto contro l'omofobia, adducendo motivazioni assurde quali "in questa scuola non ci sono ragazzi gay" e così via. E spesso anche dopo episodi di bullismo, o i vari casi di suicidio che ci sono stati, non solo a Roma, negli ultimi anni, docenti e presidi continuano a dire che non c'è bisogno di alcun progetto o educazione di questo tipo. Io veramente non capisco come si può negare l'evidenza...e per questo pongo la questione anche a voi.

Questi, comunque, erano solo alcuni esempi.

 

Purtroppo, c'è bisogno di lavorare molto su queste cose. E l'aiuto deve partire prima di tutto dall'informazione, dalla comunicazione con gli altri. Se però questa comunicazione è resa così difficile, e trova tante resistenze, allora cosa fare? Io col tempo ho imparato a gestire abbastanza queste difficoltà, ma non smetto mai di chiedere aiuto e consiglio agli altri. Anche e soprattutto a chi non ha mai fatto volontariato, e forse sa dire in maniera più diretta quali sono le esigenze da colmare, le cose che andrebbero fatte per una maggiore comunicazione, un maggior coinvolgimento. Vi sarei davvero molto grato se mi scriveste le vostre opinioni su tutto ciò, e anche le vostre proposte e suggerimenti! :)

 

 

 

 

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Credo che la diffidenza da parte degli stessi gay sia un problema in realtà relativa all'indole dei singoli omosessuali: il fatto di appartenere alla stessa minoranza non significa che abbiamo tutti le stesse idee o gli stessi interessi.

Di conseguenza se la mia coscienza mi dice di informarmi, non è detto che quella altrui dica lo stesso.

Basta solo vedere le grandi differenze di vedute anche solamente in luogo ristretto e virtuale come un forum, figurati nella vita reale dove ci può essere quello che, appunto, va alla gay street romana per andare a locali e non con altri fini.

 

Riguardo il discorso degli istituti e le scuole, non mi stupiscono le  risposte del genere  "non ci sono omosessuali qui".

Che l'Italia sia un paese di benpensanti omofobi lo sappiamo un po' tutti, in quest'ottica inoltre trovo anche (tristemente) normale se una scuola preferisce non prendere posizioni in merito ad un argomento spinoso come l'omosessualità per non rischiar proteste o l'indignazione dei genitori.

 

La soluzione? Secondo me insistere e perseverare anche se c'è il rischio di sbattere la testa contro 100 muri: se fra questi 100 c'è la tenue speranza  che almeno un paio possano crollare, secondo me ne vale la pena.

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Perdonami, io frequento la gay street di Roma e talvolta anche discoteche, ma non ho mai visto alcun banchetto che proponesse iniziative e volantini utili... l'unica iniziativa utile vista negli ultimi anni a Roma è stata quella del Mieli relativa ai test hiv gratuiti, e l'ho scoperta solo casualmente sfogliando il loro sito...

Edited by ben81
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Purtroppo è in buona parte il riflesso di un certo ambiente gay che è composto da gente abbastanza frivola e superficiale. Non credere che in altre zone d'Europa stiano messi tanto meglio, qua ad esempio la 'solidarietà' e l'attivismo tra gay riguarda solo ben pochi gay. E io col tempo comincio sempre più a convincermi che buona parte dei gay, chi più o chi meno, senta comunque un 'senso di colpa' per essere gay e questo si traduce in una giustificazione parziale di certe libertà negate ("In fondo è giusto che non abbia una famiglia. Sono gay, dopotutto/Mi sembra giusto non baciarmi in pubblico. Sono gay"). Tutto ciò poi si trasforma in una sorta di "ripicca", "visto che la società non mi permette responsabilità(Figli, famiglia, accettazione sociale) allora penserò a godermi al massimo la vita e posso fregarmene di tutto e di tutti".

 

Ovviamente è un mio pensiero, ma fin troppi gay mi danno sta impressione e spiegherebbe perché alla feste in troppi, ma per cose serie 4 gatti.

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Riguardo alla scarsa partecipazione non so bene cosa dire: probabilmente il clima omertuoso che può esserci in una scuola, in un ambiente lavorativo o sportivo è sufficiente a smorzare gli entusiasmi di chiunque e ad atterrire le persone più insicure e timide, mentre in un locale, in una discoteca o associazione le persone ce la frequentano sono già sufficientemente sicure di sè e autonome che non percepiscono il bisogno di cimentarsi in discorsi seri quando hanno già a disposizione la stabilità necessaria per potersi divertire e creare la propria rete di relazioni sociali.

 

Riguardo alle proposte ho pensato a questo: si potrebbero fare dei piccoli "corsi" educativi, delle conferenze, degli incontri informativi, non solo ai ragazzi, ma ai genitori dei ragazzi o ancora meglio ai genitori dei bambini; in questo modo si potrebbe imbrigliare come target della sensibilizzazione proprio il soggetto più ostico in assoluto, cioè il genitore del\la ragazzo\a gay, magari ancor prima che il figlio abbia preso coscienza di sè e abbia fatto coming out.

 

In questo modo si potrebbero insegnare molte cose:

 

-per esempio si potrebbe sfatare, con una fonte ufficiale, il classico mito del gay = libertino pervertito promiscuo che molti genitori coltivano con ferrea devozione e isterico terrore;

 

-si potrebbe far vedere come il tema omosessualità non è solo qualcosa di lontano e sconosciuto ma qualcosa con cui qualsiasi genitore potrebbe astrattamente doversi confrontare in concreto;

 

-si potrebbe in generale demistificare l'argomento omosessualità, corrodendo un po' la magica aurea di

misterioso taboo che impedisce di parlarne in famiglia come argomento di tutti i giorni;

 

-si potrebbero far conoscere esempi e testimonianze di famiglie in cui genitori omofobi per questioni di principio hanno rovinato la vita ai figli distruggendo il legame con loro;

 

-si potrebbero far conoscere esempi e testimonianze di famiglie in cui i genitori sono venuti incontro ai figli permettendo loro di realizzare la propria vita rafforzando il legame con loro;

 

-si potrebbero insegnare piccole regole di basilare civiltà finalizzate a impedire che il bambino, a causa di comportamenti cazzuti dei genitori, introietti omofobia dall'ambiente familiare (dicendo ai genitori per esempio di non fare battute derisorie davanti al bambino, di non avere la tipica abitudine mediterranea di dileggiare o attaccare per gusto sadico categorie astratte di persone, di parlare dell'argomento con calma e senza ansie sessuofobico-cattolicomaniacali, ecc).

 

Dimmi cosa ne pensi, è fattibile?

 

Sicuramente il 99% dei genitori sarebbe riluttante a partecipare, però uno lo può dire chiaramente nei manifesti, nei volantini, negli inviti: o ti attrezzi per evitare di essere un'ostacolo nella vita di tuo figlio... o sarai PER TUA SCELTA VOLONTARIA quell'ostacolo. Non ci sono alternative.

 

Servirebbe un titolo semplice ma anche un po' provocatorio: boh tipo

"e se mio figlio fosse gay e non fossimo nel medioevo?" o "mille modi per distruggere mio figlio: come evitarli?"

Edited by Sampei
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Quella dei corsi di formazione la trovo un'idea sicuramente valida, ma tu dove pensi che bisognerebbe tenerli? Tipo nella nostra struttura oppure in scuole, magari biblioteche comunali e via dicendo? Comunque fighissimi i titoli XD

 

Per quanto riguarda le altre cose dette, concordo sul fatto di perseverare, essere costanti, abbattere i muri ecc. Questo sicuramente funziona, perche`, parlando in termini moto rozzi, la gente inizia ad ascoltarti solo dopo che gli rompi le scatole a dismisura. E questo ci puo` anche stare, ma non basta. Il punto e` che servono anche idee nuove, originali. Un progetto che stimoli veramente interesse e curiosita`.  L'interesse verso queste tematiche si puo` sviluppare anche in chi apparentemente non vuole saperne se si capisce la necessita` di quella persona. Per esempio in un istituto dove abbiamo lavorato gli studenti a inizio anno erano molto restii a parlare di queste cose. Molti si dichiaravano apertamente omofobi e ne facevano un vanto. Alla fine dell'anno dopo i vari incontri e la realizzazione di alcuni video contro l'omofobia fatti dagli stessi studenti, non dico che sono diventati tutti favorevoli al matrimonio e alle adozioni, ma molti si sono resi conto che effettivamente essere gay e` perfettamente normale e che in molti casi diventa difficile per via degli stessi pregiudizi che avevano anche loro. 

 

Ad ogni modo grazie, mi avete gia` dato delle risposte interessanti...continuate cosi`!!! :D

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Secondo me i più cinici sono proprio i gay... forse perché l'omofobia interiorizzata ci dilania... Non mi meraviglia che siano più gli etero a interessarsi delle sofferenze altrui, almeno non hanno subito aggressioni per il loro orientamento!

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Un etero nei posti gay ci può venire una volta per curiosità e basta...altro che interessamento...e  parlo di etero friendly, assolutamente non omofobi, ma semplicemente disinteressati.

Qualcuno, forse @Bullfighter in un altro topic che è stato chiuso, mi chiedeva se con gli amici etero si parlava di tematiche gay... la mia risposta è che, pur avendo tutti amici etero friendly e che mai hanno discriminato me o altri gay, a parte le domande subito successive al co, per loro l'argomento omosessualità intesa come cultura nemmeno esiste, perchè non lo vedono nemmeno come argomento, come del resto per loro non esiste l'argomento "cultura eterosessuale"...possono farti una domanda specifica e sporadica, magari sui temi a loro cari come le dinamiche del rimorchio, ma per il resto non gliene frega niente...

Edited by ben81
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Quella dei corsi di formazione la trovo un'idea sicuramente valida, ma tu dove pensi che bisognerebbe tenerli? Tipo nella nostra struttura oppure in scuole, magari biblioteche comunali e via dicendo?

 

Sì immagino che si potrebbero utilizzare strutture "neutro" come una biblioteca, una sala messa a disposizione dall'università o dalle scuole o da qualche altra istituzione per poter fare degli incontri serali.

 

Non conosco bene come un'associazione possa organizzare un evento del genere, soprattutto non conosco come si gestiscono i fondi, ma credo che si potrebbe cercare di "intercettare" volutamente i genitori proprio in ambiti in cui è "precoce" parlare di omosessualità: per esempio nelle scuole elementari e medie, cercando di pubblicizzare questi incontri informativi chiedendo aiuto ai rappresentanti dei genitori che potrebbero esporre l'iniziativa per la prima volta mettendola nell'ordine del giorno di un'assemblea genitori, oppure inoltrando l'invito attraverso mailing-list.

 

Alle superiori i genitori diventano più "sfuggenti" perchè essendo i figli già parzialmente autonomi possono disinteressarsi molto più facilmente dell'ambiente scolastico. Ciò non toglie che anche alle superiori si possano provare approcci simili.

 

Nei licei, per scavalcare le resistenze di presidi omofobi e sopperire all'indifferenza dei genitori si potrebbero anche distribuire dei giornalini nei quali si spiega in parole semplici tutto ciò di cui abbiam parlato in questo thread; mi ricordo che al liceo ce li avevano distribuiti tanti a testa con vari contenuti: educazione sessuale, prevenzione delle malattie veneree etc. In questo modo anche la gente magari più imbarazzata si può portare a casa il materiale e leggerselo con calma in privato.

 

Si potrebbero insomma fare delle mini-guide di educazione sia sessuale che sentimentale-relazionale parlando di eterosessualità, omosessualità, bisessualità, transessualità. Tutti argomenti di cui la gente non sa nulla, è obbligata ad andare a spanna. Nell'adolescenza i ragazzini e le ragazzine, anche etero, sono obbligati a fare finta di essere esperti in queste materie ma tendenzialmente non lo sono affatto e penso che potrebbe fargli piacere avere qualche linea guida fornitagli "sottobanco" per non essere del tutto allo sbando.

Edited by Sampei
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Io avrei voluto fare l'attivista, ma ho visto che con i tempi non ce la faccio.

Ma ogni volta che vedo un banchetto alle serate, o alla street o altro mi ci fiondo.

In genere quando vado al Mieli e quando mi arrivano le newsletter su iniziative cerco almeno di parteciparvi.

Tipo sit-in, manifestazione e via dicendo.

 

Ad esempio l'anno scorso al Circolo degli Artisti nella serata friendly firmai per le coppi di fatto e mi regalarono un preservativo.

 

La cosa che mi fa innervosire è che quando devono sfilare per la street o per i locali si mettono quasi nudi,

se devono mettere una cazzo di firma per una petizione scappano e dicono: "così tutti sapranno che sono gay" (come se non si vedesse).

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Mi soffermo sul tuo primo esempio.
Se io fossi in giro a Roma per la gay street, e vedessi un banchetto con materiale informativo, dépliant volantini e simili, probabilmente non mi fermerei. Questo perché credo di essere già abbastanza (parecchio) informato. Non so quanti tirerebbero dritto per il mio stesso motivo però...
Per contro, non mi stupisce che lo stesso banchetto abbia più successo in posti etero, essendo tendenzialmente meno, o anche molto meno, informati.

 

Ho però questo idea: se ti porti dietro qualche centinaio di preservativi, e attacchi a distribuirli gratis in gay street, sarai preso d'assalto..., con quello che costano. Ma @Almadel pare portare dati empirici contrari, anche se suppongo che la zona geografica dove fa volontariato lui sia parecchio più a nord-est, e se la gay street è tanto frequentata, forse la distribuzione gratuita potrebbe avere più successo... boh

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Quanto al disinteresse in fatto di contesti informativi, banchetti, volantini, la penso come gli altri. Cosa dovrebbe fare... non so, quanto al cosa potrebbe fare, rispetto a quanto riporti tu, forse penserei di provare anche un altro canale come le aziende. Probabilmente anche qui di 100 muri da sfondare ne cadono solo 2, magari vale comunque la pena provare, sempre che le associazioni non si muovano già in questa direzione oltre ai consueti canali.

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Io ritengo che il continuo fallimento di qualsiasi iniziativa politica intrapresa dai movimenti gay ne mini la credibilità e questo crea disinteresse.

Dare la colpa sempre a terzi se in Italia non siamo riusciti ad ottenere nemmeno uno straccio di pacs non fa onore al movimentismo.

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Sì e no

 

Nel senso che gli attivisti sono sempre stati una esigua minoranza

e probabilmente chi è disinteressato oggi che non ha i diritti, potrebbe

esserlo domani a maggior ragione, perchè li ha già ottenuti.

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@Krad77 però sbagli a (passami il termine) snobbare i banchetti che trovi perché magari non sei informato su tutto, sulle ultime novità e soprattutto sulle iniziative che i circoli LGBT stanno attuando.

Ad esempio, ad un banchetto per una determinata petizione, ti ci devi per forza avvicinare se vuoi firmare

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Quanto al disinteresse in fatto di contesti informativi, banchetti, volantini, la penso come gli altri. Cosa dovrebbe fare... non so, quanto al cosa potrebbe fare, rispetto a quanto riporti tu, forse penserei di provare anche un altro canale come le aziende. Probabilmente anche qui di 100 muri da sfondare ne cadono solo 2, magari vale comunque la pena provare, sempre che le associazioni non si muovano già in questa direzione oltre ai consueti canali.

 

In che senso le aziende?

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Le aziende per sostenere la loro attività fanno promozione (quindi comunicazione promozionale), pertanto un altro canale al quale agganciarsi potrebbe essere questo, solamente che in genere vogliono qualcosa in cambio...

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Possiamo fare qualche esempio, @inuxzero?

Perché in genere è l'azienda che vuole utilizzare i canali dell'associazionismo

e fatico a immaginare il viceversa (tranne che nel caso "pubblicità dell'IKEA).

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Io non ho mai fatto associazionismo per la semplice ragione che nelle varie associazioni della mia città ci sono gay con cui ho litigato/mi stanno sul cazzo.
sì, sono un soggetto complicato.

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Sto compilando il calendario per il gruppo giovani che inizia l'undici ottobre...tengo a mente le cose che avete scritto, poi se avete altro da aggiungere leggo :) Una data comunque importante sarebbe la giornata mondiale contro l'aids il primo dicembre. Secondo voi che tipo di azioni sul territorio si potrebbero fare? 

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per conto mio visto che siete un gruppo di giovani sarebbe interessante se fate delle azioni rivolte proprio ai giovani. ad esempio potrebbe essere la sensibilizzazione dei genitori di figli adolescenti in modo che i genitori di figli gay non cadano dal pero quando un figlio in futuro dice loro di essere gay. idealmente questa sensibilizzazione sarebbe rivolta sia agli adolescenti stessi che ai genitori. questo però sarebbe un progetto molto impegnativo ma avrebbe anche l'effetto collaterale di diminuire il bullismo nelle scuole forse....

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Avevo pensato a una qualche attività di sensibilizzazione rivolta anche ai genitori, o anche un corso di formazione sulle tematiche per i docenti nelle scuole. Si, sarebbe bello, ma molto complicato. Bisognerebbe arrivarci tramite i ragazzi. magari partendo da un progetto con degli studenti, si potrebbe chiedere loro se sono disposti o interessati a coinvolgere anche i loro genitori...da lì poi forse si potrebbe creare una rete. Solo che bisogna anche capire come fare tutto ciò. Magari collaborando con altre associazioni come Agedo o Famiglie Arcobaleno, visto che le invitiamo anche al gruppo giovani, tanto vale chiedere :)

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Sto compilando il calendario per il gruppo giovani che inizia l'undici ottobre...tengo a mente le cose che avete scritto, poi se avete altro da aggiungere leggo :) Una data comunque importante sarebbe la giornata mondiale contro l'aids il primo dicembre. Secondo voi che tipo di azioni sul territorio si potrebbero fare? 

 

 

Offrite il test rapido, come l'iniziativa proposta tempo fa dal Mieli...è il modo migliore per convincere la gente a fare il test hiv.

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tra sifilide e hiv secondo me è più importante hiv perchè la sieropositività con la sua cura farmacologica è una situazione cronica mentre la sifilide la si toglie completamente dal corpo se la si prende.

 

un'altra possibilità sarebbe offrire entrambe le cose.

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  • 4 weeks later...

Si in realtà lo scopo sarebbe principalmente quello di sensibilizzare su questa malattia che è meno conosciuta, e che è facile da non riconoscere subito se si viene contagiati. Poi, se presa in tempo è facilmente curabile, altrimenti provoca danni molto gravi. Sull'hiv faremo comunque qualcosa. Il test salivare è un po' complicato, perché in Italia non è ancora una norma come nel resto d'Europa.

 

Ad ogni modo, la prima cosa rimane sempre la prevenzione, e su quello bisogna insistere di più. Ricordo un medico che una volta scherzosamente(ma neanche troppo) ci disse l'ABC della prevenzione. A= astinenza(ahahahah direte voi). B= be faithfull. C= condom.

 

Come al solito, bisogna combattere l'ignoranza, prima di tutto. Come associazione a parte il numero verde gay help line(800 713 713), che offre informazioni e consulenze mediche, legali e psicologiche, faremo anche quest'anno varie azioni sul territorio. Intanto i banchetti informativi(se qualcuno di Roma vuole venire e partecipare ovviamente sarebbe grandioso!), e poi gli interventi nelle scuole, che come ho accennato secondo me rimangono tra le cose più importanti in assoluto.

 

Come sempre, chi del forum vive a Roma e dintorni e ha voglia di fare e partecipare, si faccia vivo! C'è sempre bisogno di persone e di idee nuove! :)

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vorrei aggiungere una motivazione che, mi pare, non è ancora emersa.

Per molti gay, essere gay è semplicemente una questione privata. Soprattutto se sei ancora giovane, se il diritto di sposarti non rientra nel tuo orizzonte di interessi e non sei mai stato pestato a scuola. Chi ha un "profilo" del genere secondo me è più portato a voler affermare la sua normalità, il fatto che già adesso riesce a vivere come gli altri, e che i suoi gusti sessuali non gli cambiano la vita, né lo rendono appartenente a un gruppo: è una questione privata.

 

Diventare attivista significa rafforzare la propria appartenenza al gruppo, alla minoranza, e così facendo sottolineare la propria differenza rispetto al gruppo dei "normali".

 

Un altro aspetto molto semplice, che è stato già detto, è che in qualsiasi gruppo minoritario o discriminato gli attivisti sono solo una piccola parte. La maggioranza della gente è rassegnata, disinteressata, o troppo presa da problemi quotidiani prioritari.

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