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[Lingua] Dubbi linguistici


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:P XD ok... può sembrare un topic stupido, ma son due giorni che mi martello la testa con lo stesso dubbio. Siamo un forum, tante gente... qualcuno mi darà la soluzione! :gha: .. e poi beh si può usare questo topic per i tutti i dubbi di tipo grammaticale e lingustico XD nuovi termini in circolazione...Ora.. il mio problema.. come si completa questa frase? : " oggi il sole splende come non ha mai......" ??? :P :P

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https://www.gay-forum.it/topic/2482-lingua-dubbi-linguistici/
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Guest -NakedOnTheSand-

"..fatto prima" :P

 

Non esiste il participio passato di splendere. Ci sono molti verbi in italiano che non ne hanno.

 

Vorrei suggerire di utilizzare questo topic anche per chi ha dubbi su parole, verbi, sintassi etc riguardo lingue straniere, cosicchè chi sarà in grado di aiutare, aiuterà!

 

(Sweet, tesoro, preparati: ti tartasserò XD)

Se è caduto in disuso un motivo ci sarà...

Fosse per me, per analogia, userei il termine INESISTENTE "spleso"

la desinenza in -so del participio passato è molto diffusa fra i verbi della seconda coniugazione col tema in "nasale + dentale"

tendere = teso

accendere = acceso

prendere = preso

SPLENDERE = SPLESO

Mi pare che siano tutti verbi difettivi della forma del participio passato.

Almeno questo è vero per i verbi in -combere

 

Ma gli altri mi pare di conoscerli. Sarà mica un trabocchetto?

- "Pendere" fa sicuramente "peso"; altrimenti "appendere" non farebbe "appeso"

- "Spandere" qui in Veneto fa "spanto". Sarà italiano?  Suppongo di sì.

- "Stridere"... mmm. In latino è difettivo; immagino sia difettivo pure in italiano.

(Vale il discorso fatto per "splendere", se proprio ce lo vogliamo INVENTARE sarebbe "striso")

- "Mescere" in latino fa "mixtum"; quindi in italiano farà "misto"

- "Fendere" anche questo è latino e piuttosto facile: è "fesso" . In zoologia si usa non poco.

 

Non hai messo il principe dei verbi con participio passato "strano": ESIGERE!

Ecco invece ciò che risulta a me:

 

incombere > incombuto

soccombere > soccombuto

procombere > procombuto

pendere > penduto

spandere > spanduto

stridere > striduto

mescere > mesciuto

fendere > fenduto

 

Esatto, esatto, mi ero dimenticato di "esigere". Chissà quale sarà il suo participio passato!!!!

 

 

Eccone alcuni altri con cui ti puoi divertire:

 

* Calere

* Cernere

* Fervere

* Fulgere

* Fungere

* Indulgere

* Rilucere

* Olire

* Prudere

* Solere

* Spandere

* Struggere

* Svellere

* Tangere

* Urgere

* Vertere

* Vigere

* Dirimere

* Delinquere

* Discernere

* Suggere

Cos'è questa? La Sagra dei Finali in Uto?

Sono orribili, mi spiace.

Non so dove tu li abbia trovati, ma a me fanno ca*are!

 

Esatto, esatto, mi ero dimenticato di "esigere". Chissà quale sarà il suo participio passato!!!!

 

Ma questa è una battuta! Simpatico! ("Esatto" è il participio passato di "esigere"; Rainbow è molto spiritoso se si tratta si grammatica)

 

Comunque non ti do il mio parere su questi verbi che mi hai sottoposto:

1) Sono troppi; sei il solito esagerato (gay al 90%, ormai sei segnUto)

2) Scommetto che per te sono tutti tipo: "caluto" "cernuto" "fervuto" et cetera

3) Fra poco sono dottore in Storia della Lingua; come minimo dovresti pagarmi.

 

Però se me lo chiedi gentilmente potrei rpensarci.

Ghghghghgh... sinceramente non interessano nemmeno a me quei participi passati. Era per divertirmi un po'. Nessuno dei miei docenti all'università ha mai preteso che io conoscessi queste cose; figuriamoci se mi pongo il problema adesso! Le considero solo delle curiosità, dei giochetti estivi alla stregua delle parole crociate. A livello pratico poi, ognuno parla come meglio crede e vige l'anarchia. Perfino l'Accademia della Crusca si è ormai rassegnata e nel suo vocabolario accetta le cose più improbabili ("daccordo", "qual'è"). Comunque credo che un fra-poco-dottore in Storia della Lingua e un fra-poco-dottore in Lingue e Letterature Straniere avrebbero parecchie cose da raccontarsi. Chissà... Incontriamoci per un pusigno e discutiamone ultroneamente, se ti va!

Già.

qui non siamo maestri delle elementari o moderatori del gay-forum, pronti a segnare il minimo errore; anzi!

Io sono goloso di devianze negli usi linguistici, amante dei costrutti analogici (come diceva il mio fratellino: se si dice "bevuto" si dirà "bevere"!), fanatico di forme dialettali e di prestiti.

 

Fra i verbi da te segnalati, lasciando da parte i difettivi, direi:

- Calere = calato (come fosse della Prima): "Di te non me n'è mai calato più di tanto"

- Fungere = funto (come in latino e come in de-fungere)

- Indulgere = indulto (da cui il sostantivo, noto alla cronaca politica)

- Solere = Solito

- Struggere = Strutto (rivoltante)

- Svellere = Svelto (come "divellere" fa "divelto")

- Tangere = Tatto (è chiaro? I verbi che terminano in -gere all'infinito, terminano in -atto al participio)

Per un attimo pensavo di essere un emerito ignorante al vostro confronto. Ho pensato: "Mio Dio questi come stanno!!!".

Poi ho letto che vi state laurendo in queste cose. Mi sono sentito così a disagio. Comunque, più che la linea di Rainbow, sui verbi irregolari appoggio Almadel. Tra l'altro, quando non so il participio di qualche verbo, vedo nella forma composta com'è, e mi aiuto per la forma non composta. :P

 

Quanto al "daccordo" e al "qual'è" non posso che provare ribrezzo: scommetto che la Crusca accetterebbe anche "gran chè" o "approposito", come ho visto da qualche parte su questo forum!

Meno male, a 'sto punto, che non venga presa in considerazione più di tanto.

Ma è sempre il solito discorso, la grande diatriba tra chi considera una lingua come un semplice mezzo di comunicazione (la filosofia del "basta farsi capire") e chi invece ha ancora un po' di rispetto (o di venerazione) per il valore storico e culturale di una lingua. Gli errori, anche i più gravi, se entrano nell'uso comune, poco a poco diventano la regola. E cose che un tempo erano regole precise e rigorose, oggi sono vittime del lassismo grammaticale più sfrenato.

 

Vi chiedo:

 

1) si scrive "ventitre" oppure "ventitré"?

2) "un amalgama" o "un'amalgama"?

3) la parola "asma" è maschile o femminile?

4) pronunciate "fèstival" oppure "festivàl"?

5) "retrobottega" è maschile o femminile? e "anticamera"?

6) qual è il femminile di "avvocato"? e di "vigile"? e "soldato"?

7) scrivete "province" o "provincie"?

8) è preferibile scrivere "sarcofaghi" o "sarcofagi"?

9) qual è il singolare della parola "cachi"?

10) "marrone" è aggettivo?

11) il superlativo di "aspro"?

12) il plurale di "auditorium"? e di "ultimatum"? e di "album"? e di "solarium"?

13) cosa significa la parola "affatto"?

14) prima persona s. del presente del verbo "giacere"? e di "disfare"? e di "evaporare"? e di "sguainare"? e di "istigare"? di "valutare"? (indicare accento)

15) "anodìno" o "anòdino"?

16) terza persona singolare del presente di "deviare" o "ovviare"? (indicare accento)

17) "diatrìba" o "diàtriba"?

18) "edìle" o "èdile"?

19) "incàvo" o "ìncavo"?

 

... è un gioco da ragazzi!

Rispondo secondo quelle che sono le mie nozioni e secondo il mio modo di ragionare.

1) Senza accento.

2) Senza apostrofo (è maschile).

3) Tutte e due.

4) La prima che hai detto.

5) Tutti e due maschili (si fa riferimento a retro e anti, che sono maschili, no?).

6) Secondo me sono invariabili, come "notaio", anche se ultimamente si tende ad usare la forma femminile (ma "notaio" non ce l'ha comunque).

7) Senza i, ma anche nell'altra forma è corretto (anzi, forse è più corretto).

8) Credo la prima, ma è piuttosto indifferente oramai, come il caso di "province".

9) Un cachi.

10) Dipende dal contesto. "Un marrone" (la castagna)= sostantivo; "di colore marrone"=aggettivo.

11) Asperrimo (il latino a volte aiuta! :P).

12)Auditoria, Ultimata, Albi (di questo ho qualche dubbio), Solaria.

13) Per niente.

14) Io giàccio. Io dìsfo. Io evàporo (ma esiste? è possibile?), Io sguàino, Io ìstigo, Io vàluto. (Ma ora mi dirai che sono tutti verbi con accento piano, no? :P)

15) Non conoscevo la parola, e sul vocabolario dice che tutti e due gli accenti vanno bene.

16) Devìo e Ovvìo.

17) Credo che dipenda se si pronuncia la parola alla latina o alla greca:io propendo per la prima, ma perchè mi piace di più.

18 e 19) Tutt e due piane; per la seconda ho dovuto guardare, e ho scoperto che ho sempre pronunciato male la parola "incàvo" (la dicevo nell'altro modo).

Indubbiamente, ma a me sinceramente non piace la troppa libertà in fatto di regole linguistiche. Boh, sarò conservatore, che ve devo di'?

 

Comunque: si dice "cui" o "a cui"? A me "a cui" sembra una ripetizione, visto che "cui" già vuol dire "al quale/alla quale". O mi sbaglio?

 

Poi: il "sè" porta l'accento quando? Intendo anche quando è in coppia con "stesso/stessa/stessi/stesse". Come ci si regola?

Io sapevo che va accentato se si può confondere con qualcos'altro. Ad es.: "Se stessi" senza accento può essere inteso come la forma verbale; accentarlo elimina il dubbio. E' così?

 

Illuminatemi! :P

Non male, Rei!

 

La grammatica vorrebbe che ventitré e trentatré si scrivessero con l'accento.

Festival è una parola di origine francese.

Se retro- e anti- sono maschili, allora tu quando guidi metti "il retromarcia"? E dici "i retrovie"? "Il retroguardia"?

Qual è secondo te l'etimologia della parola "avvocato"?

Sei convinto che la parola "marrone" sia aggettivo? Allora ha anche un femminile? E un plurale?

Se "affatto" significa "per niente", allora perchè si dice "non è affatto sbagliato"? Doppia negazione?

Mi hai detto che disfare fa "io disfo"... sicuro?

Inutile dire che la grammatica tradizionale prevede che si dica evapòro, sguaìno, istìgo, valùto.

A volte il latino aiuta...  :P

 

 

Per il discorso del sè, quando è da solo è accentato. Ma nell'espressione "se stesso" è preferibile evitare l'accento.

Cos'è il festival dell'enigmistica?

Avrei voluto partecipare anche io...

Dico la mia, comunque:

6) Assolutamente "l'avvocata" "la vigile" e "la soldata".

Non vi piacciono? peggio per voi!

7 e 8) Concordo con Rei, è lo stesso.  Io preferisco "sarcofaghi" (mantiene la gutturale del singolare) e "provincie" per analogia con "camicie"

12) Il plurale di "auditorium" "curriculum", "ultimatum" e via discorrendo è uguale al singolare, per carità. E' da latinisti irrecuperabili la desinenza -a nel neutro plurale. Le parole straniere in italiano non vanno concordate nè in numero, nè in caso. "Ieri sera mi sono guardato due film" e non "ieri sera mi sono guardato due filmS".  Non vorrete mica dire: "metta qui la foto del CURRICULI", vero? Oppure "La pratica degli ULTIMATORUM è tipica dei terroristi"?

13) il caso di "affatto" è affatto interessante...

 

Caro Rei,

il termine "cui" indica solo che il pronome relativo è "in caso obliquo"

Puoi dire "a cui" per lo stesso motivo per cui puoi dire "per cui"

Caro ZoroZ,

c'è una differenza tra "chiamare se stesso" ed "essere chiamato"?

Direi che è abbastanza vaga.

Nel caso di un nickname è evidente che prima di tutto sei tu a "chiamarti ZoroZ" e solo secondariamente "vieni chiamato" in questo modo. :D

Be' Rainbow, se stesso non si confonde con nient'altro, tanto meno con la forma verbale. Io facevo riferimento soprattutto quando va con stessi e stesse.

 

Comunque, ti rispondo solo alle cose che mi lasciano perplesso.

Le altre le do per assodato come mie erronee convinzioni.

 

Avvocato ha la sua etimologia, che ovviamente prevedeva anche il plurale e il neutro. Ma con il tempo, essendo questo un lavoro solamente maschile, come tutti gli altri, si è sempre pensato che non esistesse il femminile. Che esiste,è vero, ma che suona male e per questo poco usato.

Sul marrone potrei risponderti che nella lingua italiana esistono forme aggettivali che non hanno le classiche desinenze: -o/-i -a/-e. Prendi ad es. intelligente. Ha solo il plurali in -i, ma non la classica "uscita" al femminile. Non mi vengono in mente altri aggettivi con cui potrei paragonarti marrone, però ci penserò...

Sulla doppia negazione: a differenza dell'inglese in italiano esiste la doppia negazione e non è infrequente. Metti: "non m'ha chiamato nessuno". Quindi io direi che se po' fa'... :D

Su disfare invece ti potrei obiettare che probabilmente nei verbi composti, per esigenze linguistiche o per adattamenti avvenuti nel tempo, si sia preferito utilizzare la forma abbreviata. Vorresti forse dirmi che dire : "io lo fo tutti i giorni" è un modo sbagliato di parlare? Lo usano soprattutto in Toscana, patria del nostro italiano, o sbaglio? :D

Nel caso di un nickname è evidente che prima di tutto sei tu a "chiamarti ZoroZ" e solo secondariamente "vieni chiamato" in questo modo. :D

:D
c'è una differenza tra "chiamare se stesso" ed "essere chiamato"?

Direi che è abbastanza vaga.

Ho usato ZoroZ per dire un nome qualsiasi. Il fatto è che molte volte viene utilizzato "mi chiamo" nel senso di "vengo chiamato" , "ti chiami" nel senso di "vieni chiamato" ecc... E dicendo "vengo chiamato" a volte si vieni derisi.

A ragione si viene derisi... suona strano dire "vengo chiamato Vincenzo".

Io sinceramente non sono contrario a che la lingua si evolva (sarebbe da stupidi in realtà pensare il contrario). Ad es.: quante volte cè stato detto che "ma però" non si dice? E "a me mi" nemmeno? L'evoluzione della lingua parlata ha portato a tollerare questi adattamenti. In futuro ceramente si potrà dire che tutto sommato sono corretti. Quello che non sopporto è che non si rispettino le regole di ortografia.

Come mettere l'apostrofo al posto dell'accento o dove non va messa; staccare o attaccare le parole secondo come ci gira ecc.

Certo, con questo non voglio dire "scrivete con gli strafalcioni o con errori purchè siano scritti bene!". :D

 

(E detto tra noi: in realtà non mi piace troppo la tolleranza che si ha verso "ma però" o "a me mi" :D)

Fin da piccoli ci insegnano che "a me mi" non si dice. Di recente ho letto in alcune grammatiche che eminenti studiosi sostengono che quello che molti definiscono "pleonasmo" in realtà è da considerarsi corretto in italiano. Tra l'altro la ridondanza del pronome personale è caratteristica anche di altre lingue dove viene considerata norma.

Mi pare di ricordare che nel 16° capitolo dei Promessi Sposi, quando Renzo chiede informazioni sulla strada per Gongorzola, gli venga risposto:  "A me mi par di sì".  Probabilmente l'intento di Manzoni era quello di far parlare la vecchia con un linguaggio popolare, quasi dialettale.

 

Voi cosa ne pensate?

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