Rotwang Posted October 9, 2013 Share Posted October 9, 2013 Vorrei ricordare il disastro immane avvenuto esattamente cinquant'anni fa, nella notte del 9 ottobre 1963 una colossale frana dal pendio montuoso (il monte Toc) sopra la diga del Vajont finì nelle sue acque causando un'inondazione catastrofica che superò la diga e distrusse i centri abitati del fondovalle veneto, dove morirono 1.918 persone. La tragedia fu causata soprattutto da errori compiuti dai progettisti ed ingegneri, che non si curarono degli smottamenti montuosi della zona. Nonostante le proteste degli abitanti della valle del Vajont e i forti dubbi degli organi preposti al controllo del progetto, a metà degli anni Cinquanta iniziarono i primi espropri fondiari e la preparazione al cantiere: i lavori per la costruzione di una delle dighe più alte al mondo iniziarono nel 1956, senza l'effettiva autorizzazione ministeriale, che arrivò un anno dopo. A lavori iniziati si succedettero varie scosse sismiche, furono compiuti ulteriori rilievi geologici che mostrarono una grande "paleofrana" sul monte Toc, la quale avrebbe potuto cadere nel bacino artificiale formato dalla diga, il cantiere non si fermò e anzi fu ampliata l'altezza della barriera per impedire un qualsiasi problema idro-geologico, ma ciò contribuì solo a prolungare l'attesa al disastro. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Viola77 Posted October 9, 2013 Share Posted October 9, 2013 Io ho scoperto la storia del disastro del Vajont 16 anni fa guardando lo speciale di Paolini che mi tenne inchiodata alla tv, da allora l'ho rivisto innumerevoli volte. Siamo andati a vedere la diga coi bimbi proprio l'anno scorso, vederla dal vivo è impressionante, così come è impressionante vedere le tracce della frana. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Kador88 Posted October 9, 2013 Share Posted October 9, 2013 Ho visto il film e anche degli speciali. La rabbia viene spontanea sapendo che poteva essere tutto evitato. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
PietroUomoDiPietra Posted October 9, 2013 Share Posted October 9, 2013 Io mi son rivisto un mese fa un bel po' del materiale che c'è su youtube su questo disastro e speravo che, oggi, qualche giornale ne rievocasse la memoria come la vicenda merita. In giro però non ho visto molto... Peraltro non solo si poteva evitare tutto ma il disastro è stato costruito pezzo per pezzo per più di 35 anni... e sapendo perfettamente che si stava quasi certamente facendo una porcata immane. Ciao Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
conrad65 Posted October 9, 2013 Share Posted October 9, 2013 (edited) Siamo andati a vedere la diga coi bimbi proprio l'anno scorso, vederla dal vivo è impressionante, così come è impressionante vedere le tracce della frana. concordo, vedere la diga dal vivo lascia un'impressione terribile, incancellabile, è una specie di immane torrione grigio che si leva nello stretto spicchio di una gola ancora oggi quei luoghi sono geologicamente devastati, Longarone è un paese ricostruito, male, sul fango di quella tragedia l'onda che fuoriuscì dalla diga, lasciandola intatta, si infilò in questa gola stretta a precipizio che ne amplificò la potenza come se fosse stato l'affusto di un cannone invisibile puntato verso il paese e per effetti fluidodinamici generò una prima corrente d'aria che arrivò a valle e distrusse Longarone ancora prima che arrivasse l'acqua, come un ciclone si è calcolato che l'onda d'urto provocata dall'aria sia stata superiore a quella della bomba atomica di Hiroshima Edited October 9, 2013 by conrad65 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
privateuniverse Posted October 9, 2013 Share Posted October 9, 2013 Ma stasera lo replicano lo speciale di Paolini? A mezzanotte, da quel che leggo sulla mia rivista. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Angelo1900 Posted October 11, 2013 Share Posted October 11, 2013 Ho visto il film e anche degli speciali. La rabbia viene spontanea sapendo che poteva essere tutto evitato. La rabbia viene quando ti dicono che costruirono quella diga già sapendo che quella parte di montagna sarebbe venuta giù. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
AndrejMolov89 Posted October 13, 2013 Share Posted October 13, 2013 Sinceramente non sono esperto di questo particolare argomento. Non l'ho mai approfondito dal punto di vista geotecnico. Ritengo che la questione sia complessa e splittata in diversi livelli, che si mischiano e interagiscono, due di questi livelli sono quello del ruolo della commissione scientifica e la dimensione politico-economica. Quanto erano indipendenti gli scienziati preposti? Come mai le osservazioni di diversi geologici venivano messe a tacere? Secondo me, il caso del Vajont è un caso da manuale in cui si dimostra la necessità di garantire alla scienza un certo grado di indipendenza qualora esprima un parere riguardo una tematica ambientale di questa portata. Bisogna assolutamente fare delle scelte politiche di modo tale che gli scienziati preposti ad un analisi dei rischi non abbiano conflitti d'interessi e soprattutto che vengano fatti controlli per garantirne l'onestà, dall'altro non ci deve essere una pressione politico economica sui risultati scientifici della questione, mi pare abbastanza nota la frase di Dal Piaz ("mi dica cosa devo scrivere") che è abbastanza simbolica per descrivere come una serie di valutazioni sottostimate per fare l'occhiolino agli interessi economici abbia condotto a questo disastro: non credo che sia stata una cosa voluta o prevista, semplicemente perché lo scopo degli studi, era di esistere per rassicurare quindi erano superficiali e fatti unicamente per garantire che è stato fatto un minimo controllo! Solo verso la fine di tutta questa vicenda tutti si sono convertiti all'ipotesi che stava per capitare qualcosa, ma era troppo tardi anche perché le voci contrarie venivano messe a tacere. Il caso del Vajont è qualcosa che deve essere studiato da tutti (in particolare deve essere studiato da noi Geologi) perché illustra sinteticamente la storia italiana degli ultimi sessant'anni. Sembrerà strano, ma anche attualmente ci sono situazioni ambigue che potrebbero non garantire in determinate circostanze l'efficienza di istituti di ricerca preposti al rischio idrogeologico. L'ingv esiste grazie ai soldi che riceve dalla protezione civile, che fino a qualche anno fa era comandata dal mafioso Bertolaso, e c'era il concreto rischio che la rete sismica passasse al controllo di agenzie private oppure della protezione civile, RETE SISMICA su cui si basa la carta della pericolosità sismica italiana, cosa che voleva Berlusconi, il quale è sempre stato uno speculatore edilizio. Secondo me dalla vicenda non abbiamo imparato nulla, perché da un lato non c'è un effettivo controllo dell'integrità delle persone preposte, ma dall'altro si permettono che situazioni ambigue, con rapporti di forza così squilibrati sussistano che logicamente potrebbero portare ad una sempre più intromissione del potere politico economico in faccende cruciali per la vita del paese.http://www.radio.rai.it/podcast/A42689368.mp3 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
privateuniverse Posted October 13, 2013 Share Posted October 13, 2013 @Greed89: se ti guardi la registrazione della pièce teatrale di Marco Paolini sull'argomento avrai la risposta a tutte le tue domande; è un'opera documentatissima. Sulla parte finale delle tue considerazioni concordo completamente. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
AndrejMolov89 Posted October 13, 2013 Share Posted October 13, 2013 L'ho vista. Mi è piaciuta tantissimo. Non sono esperto del lato geologico della frana, cioè, è stato una riattivazione di una paleofrana, però ho alcune questioni riguardo la natura della stessa (se è o meno una deformazione gravitativa profonda oltre ad essere una paleofrana). (Riguardo le domande, è che preferisco farmi un idea da solo, tramite documentazione, non perché non stimi Paolini, lo adoro, ma è perché vorrei condurre le riflessioni personalmente, questa faccenda mi tocca personalmente, come tanti geologi, perché Dal Piaz, Desio, e altri, sono i fondatori della geologia moderna in Italia, sono mostri sacri e c'è quasi la paura di delegittimarli, per delegittimarci, infatti è un argomento doloroso soprattutto a Padova, visto che la genìa dei Dal Piaz è innestata a Padova da tempo immemore) Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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