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Marine Le Pen: "Il Front National è primo nei sondaggi. Se governo farò uscire la Francia dalla UE"


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PARIGI  -  "Sono pronta a governare, a prendermi responsabilità nazionali". Marine, semplicemente. Tutti la chiamano per nome e già questo è un segnale, neppure piccolo, del fatto che il passato e la sua eredità sono ormai alle spalle, o almeno così si vuole far credere. La mutazione genetica e politica dei Le Pen pare compiuta se è vero, come dice l'ultimo sondaggio Ifop per il Nouvel Observateur, che il Front National potrebbe essere il primo partito francese alle prossime elezioni Europee.

Marine Le Pen risponde al telefono con il solito piglio. Il padre Jean-Marie sarà candidato, ma lei ormai vive di luce propria. La sua abilità di sdoganatrice su quello che un tempo era il "partito del Diavolo" è stata a lungo sottovalutata. "Non mi stupisco del nuovo sondaggio. Ho già detto che tra qualche anno saremo al governo, e io punto a fare la Presidente di questo paese che altrimenti rischia di finire in miseria".

Fino a dove vuole arrivare, Madame Le Pen?
"Sono pronta per l'Eliseo. Voglio governare la Francia. Non sopporto chi dice che non abbiamo le competenze necessarie, che siamo solo un partito di protesta. Abbiamo molti esperti, tra economisti e giuristi, che prima lavoravano per l'Ump e il Ps e che ora invece stanno con noi".

La sua ascesa è anche lo specchio della debolezza degli altri partiti tradizionali?
"I francesi sono stufi di questa casta Umps (l'acronimo di Ump e Ps, slogan di Le Pen, ndr). Abbiamo una classe politica ridicolizzata. I cittadini sono stufi di essere rappresentati da governanti incapaci, aggrappati ai loro privilegi e pure accusati di corruzione".

Nel suo programma ci sono molti nemici: gli immigrati, l'Europa, la globalizzazione. E le soluzioni?
"Quando saremo rappresentati in massa al parlamento europeo, proporremo un programma in quattro punti: la fine dello spazio di Schengen, l'addio all'Euro, il patriottismo economico e la superiorità del diritto nazionale sulle direttive europee".

Non le sembrano semplici slogan?
"Tutt'altro. Se entro un anno non otterremo soddisfazione su questi punti allora promuoveremo in Francia un referendum per chiedere l'uscita dall'Unione europea. Sono convinta che i cittadini saranno d'accordo con me: la maggioranza dei miei compatrioti non vuole morire in questo magma informe chiamato Europa".

Sul voto europeo lei è favorita perché si basa su un sistema proporzionale. Ma con il maggioritario a doppio turno?
"Per le prossime elezioni municipali (a marzo, ndr) abbiamo schierato centinaia di candidati giovani, preparati. Siamo noi la vera forza di rinnovamento della politica francese. Secondo tutti i sondaggi, passeremo il primo turno in moltissime città. Siamo già il primo partito del paese. L'Umps può vincere contro di noi al secondo turno solo alleandosi nel cosiddetto "fronte repubblicano"".

Perché non vuole riconoscere che il Front National è di estrema destra?
"Non accetto questa definizione. È un modo di chiuderci in un angolo. Siamo un partito patriottico, gollista".

Proprio sicura di ispirarsi al Generale De Gaulle?
"Certo perché come lui ha fatto in un'altra epoca anche noi difendiamo una Francia sovrana e che sappia difendere nel mondo la sua grandeur".

Si è accorta che i tempi sono cambiati?
"Infatti oggi la nostra sovranità si difende combattendo le derive del neoliberismo, gli abusi dell'economia di mercato, l'ingerenza di Bruxelles".

Non mancano gli anatemi contro rom e islamici.
"Il multiculturalismo ha fallito. Chi vuole vivere in Francia lo deve fare alle nostre condizioni, rispettando la République".

Il Presidente Hollande dice che l'Europa deve trarre un insegnamento dalla tragedia di Lampedusa. Qual è il suo?
"Sono andata a Lampedusa un anno e mezzo fa, mentre molti politici francesi facevano finta di niente. Purtroppo già allora avevo previsto queste tragedie. Anzi, avevo avvertito che i politici europei sarebbero stati moralmente responsabili delle prossime vittime. Quindi, non ho nulla da imparare".

Come evitare che succeda ancora?
"L'Europa deve scoraggiare i viaggi della disperazione. Dobbiamo dire a questi poveretti che non abbiamo più niente da offrire".

Neanche un briciolo di solidarietà per queste vittime?
"La solidarietà non si esercita quando si hanno già milioni di disoccupati, un sistema di protezione sociale che sta andando in rovina. Piuttosto dovrebbero essere solidali le monarchie dei petrodollari, vicine geograficamente a queste popolazioni povere. Noi pensiamo solo ai francesi".

 

Repubblica.it.

 

Che ne pensate? Il Fronte Nazionale conquisterà il potere in Francia? Se un partito di estrema destra divenisse governo di maggioranza quali ripercussioni avremmo anche nella vicina Italia? I diritti LGBT faticosamente acquisiti in Francia sarebbero aboliti?

Edited by Rotwang

Non penso che il suo partito arriverà primo, anche perché le politiche erano l'anno scorso, quindi conta poco.

In ogni caso la Francia ha il vantaggio del sistema maggioritario, per cui se prende voti li prende all'UMP favorendo i socialisti...

Conferma pure quello che penso su chi dice di essere né di destra né di sinistra, e cioè che è di destra.

I quattro punti del Front national non sono tutti da buttare. Alcuni (l'avversione al neoliberismo) li accomunano all sinistra e all'estrema sinistra. La superiorità del diritto nazionale su quello europeo la Francia se lo può largamente permettere (mentre per la Vaticalia è l'inverso). Se il Front National promuovesse un referendum per l'uscita della francia dallUe (cosa che mi auguro ardentemente), lo vincerebbe. La ratifica a Schengen fu data per un briciolo di voti dai francesi, che sono nazionalisti: io conosco molti francesi socialisti e di sinistra che voterebbero per l'uscita della Francia dall'Ue. 

PietroUomoDiPietra

I quattro punti del Front national non sono tutti da buttare. Alcuni (l'avversione al neoliberismo) li accomunano all sinistra e all'estrema sinistra. La superiorità del diritto nazionale su quello europeo la Francia se lo può largamente permettere (mentre per la Vaticalia è l'inverso). Se il Front National promuovesse un referendum per l'uscita della francia dallUe (cosa che mi auguro ardentemente), lo vincerebbe. La ratifica a Schengen fu data per un briciolo di voti dai francesi, che sono nazionalisti: io conosco molti francesi socialisti e di sinistra che voterebbero per l'uscita della Francia dall'Ue. 

 

E quale problema risolverebbero con questo "nazionalismo"? Ormai  nessuna economia è un'isola e non si capisce proprio cosa cambierebbe tra stare dentro o fuori la UE o altri cartelli politici ed economici della stessa natura. Non è che passare dallo stare su una nave che fa acqua allo stare su una scialuppa bucata per conto suo cambi granché le cose.

Tutte queste sceneggiate dell'uscire dalla UE, dall'Euro (senza poi farne mai nulla9 sono tutte coperture di un'unica realtà: siamo nella merda - in tutta Europa - e nessuno ha mezza idea di come uscirne, se non praticamente sperando che da qualche parte succeda un miracolo. Da questo punto di vista le destre (di qualunque nazionalità) sono solo chiacchiere e distintivo: a parte il "si salvi chi può" (che non vi è certo bisogno del loro "genio" per dirlo, anzi...) non hanno esattamente NESSUNA soluzione, fosse pure sbagliata, per uscire da questo pasticcio. Esattamente come non ce l'ha nessun altro.

 

Ciao

I quattro punti del Front national non sono tutti da buttare. Alcuni (l'avversione al neoliberismo) li accomunano all sinistra e all'estrema sinistra. La superiorità del diritto nazionale su quello europeo la Francia se lo può largamente permettere (mentre per la Vaticalia è l'inverso). Se il Front National promuovesse un referendum per l'uscita della francia dallUe (cosa che mi auguro ardentemente), lo vincerebbe. La ratifica a Schengen fu data per un briciolo di voti dai francesi, che sono nazionalisti: io conosco molti francesi socialisti e di sinistra che voterebbero per l'uscita della Francia dall'Ue. 

Il fatto che molti francesi siano ancora nazionalisti mi sembra deprimente. Insomma, si spera che le ultime generazioni stiano cominciando a vedere se stessi non come cittadini di singoli stati, ma come cittadini del mondo, ed è un valore che si andrebbe a perdere.

E mi sembra ancora più paradossale che ci sia ancora qualcuno nell'occidente che crede di potersi salvare solo staccandosi dall'UE, per sopravvivere abbiamo bisogno di muoverci dal punto di vista economico come una sola entità. E poi, abbiamo avuto i nostri anni di gloria, ma ormai siamo al tramonto, è inutile farne un dramma, ciclo e riciclo storico, prima o poi doveva succedere.

In tutti periodi di crisi economica l'estrema destra avanza, non per nulla Hitler e il suo partito nazista crebbero proprio nel periodo successivo alla crisi del 29.

 

Ora abbiamo:

 

-in Grecia Alba Dorata che di colpo alle ultime politiche del 2012 è saltata al 7%.

 

-in Austria il partito di estrema destra Fpoe dell'ormai defunto Haider è passato al 21,5% diventando il terzo partito del paese.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/09/29/elezioni-austria-lultradestra-orfana-di-haider-terzo-partito-con-215/727681/

 

- e come se non bastasse pure la Francia con il Front National della Le Pen come primo partito secondo i sondaggi.

 

Un panorama sicuramente inquietante.

Edited by Sbuffo

 

 


Che ne pensate? Il Fronte Nazionale conquisterà il potere in Francia? Se un partito di estrema destra divenisse governo di maggioranza quali ripercussioni avremmo anche nella vicina Italia? I diritti LGBT faticosamente acquisiti in Francia sarebbero aboliti?

 

Per ora direi che la Germania stia usando un trattamento di favore nei confronti

della Francia, in modo tale da poter bastonare Grecia Cipro Italia Portogallo spagna

etc.

 

Certo non è più la Francia di Mitterand, ma ricevono un trattamento di privilegio che

gli consente di illudersi di codecidere ( d'altronde il gollismo stesso si è alimentato

per 50 anni sull'illusione che la Francia avesse vinto la guerra ) in particolare il loro

sistema bancario e finanziario è stato tenuto al sicuro, garantendo l'afflusso di capitali

extra UE.

 

Certo se gli investimenti stranieri in Francia, pari all'1,8% del PIL dovessero crollare

per una crisi del sistema bancario francese, si volatilizzerebbe il vantaggio fondamentale

della permanenza della Francia nell'UE ed anche il suo ruolo di procacciatore di capitali

e la situazione potrebbe precipitare anche in termini politici

 

In tutta questa intervista non compare mai la parola "Germania"....mi pare un grave limite.

PietroUomoDiPietra

In tutti periodi di crisi economica l'estrema destra avanza, non per nulla Hitler e il suo partito nazista crebbero proprio nel periodo successivo alla crisi del 29.

 

Ora abbiamo:

 

-in Grecia Alba Dorata che di colpo alle ultime politiche del 2012 è saltata al 7%.

 

-in Austria il partito di estrema destra Fpoe dell'ormai defunto Haider è passato al 21,5% diventando il terzo partito del paese.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/09/29/elezioni-austria-lultradestra-orfana-di-haider-terzo-partito-con-215/727681/

 

- e come se non bastasse pure la Francia con il Front National della Le Pen come primo partito secondo i sondaggi.

 

Un panorama sicuramente inquietante.

 

Puoi anche aggiungere M5S in Italia che, sebbene non ancora realmente di destra, potrebbe facilmente diventarlo in futuro. Come in tutte le crisi anche in questa vince chi SEMBRA avere delle soluzioni perché le urla più forte, non chi le ha veramente (che in questo caso proprio non c'è). Un Keynes per il ventunesimo secolo è ancora ben di là da venire... sempre che sia possibile che arrivi beninteso: i margini di manovra e autoriforma che, nonostante la botta del '29, allora il capitalismo possedeva, oggi sono decisamente più stretti e fragili e, comunque la si rigiri, prima o poi tra sistema industrale e sistema finanziario si dovrà arrivare ad una resa dei conti, altrimenti non si va più da nessuna parte: con questa situazione un Keynes dei giorni nostri dovvrebbe  fare i conti con casini che il Keynes originale non si sognava  neppure nel peggiore dei suoi incubi.

 

In ogni caso stiamo a vedere... una soluzione verrà trovata prima o poi; auguriamoci che sia almeno una soluzione accettabile e di lungo respiro: i palliativi basati sull'indebitamento come quelli che stanno mettendo in campo in questi mesi i giapponesi con la cosiddetta "abenomics" (ovvero la solita vecchia zuppa del deficit spendig ribattezzata con l'ennesimo "nomics" per farla sembrare più fresca di quella che è) difficilmente riusciranno ad essere nel tempo qualcosa di più che, appunto palliativi.

Peraltro tutto fa pensare che, di qui a medio  e forse lungo termine, la locomotiva che avvierà la prossima ripresa saranno ancora una volta gli Stati Uniti, grazie all'essere a loro volta trainati dalla rivoluzione energetica dovuta allo sfruttamento dello "shale gas" che gli apre possibilità di rilancio economico che noi al momento possiamo solo sognarci.

 

Il gioco, insomma, si sta facendo interessante.

 

Ciao

@isher se la FRancia esce dall'Ue usciamo tutti..

 

bisogna vedere cosa farebbero in concreto se governassero, a chiacchere sn buoni tutti.  La destra dovrebe capire che in Ue c'e' tanto da cambiare, ma e' l'unica speranza per il vecchio occidente.

In tutti periodi di crisi economica l'estrema destra avanza, non per nulla Hitler e il suo partito nazista crebbero proprio nel periodo successivo alla crisi del 29.

 

Ora abbiamo:

 

-in Grecia Alba Dorata che di colpo alle ultime politiche del 2012 è saltata al 7%.

 

-in Austria il partito di estrema destra Fpoe dell'ormai defunto Haider è passato al 21,5% diventando il terzo partito del paese.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/09/29/elezioni-austria-lultradestra-orfana-di-haider-terzo-partito-con-215/727681/

 

- e come se non bastasse pure la Francia con il Front National della Le Pen come primo partito secondo i sondaggi.

 

Un panorama sicuramente inquietante.

La crisi c'entra di sicuro, anche se mi chiedo se l'ascesa dell'estrema destra non sia una reazione estrema a una globalizzazione che ha portato a far scemare ogni confine, fisico o immateriale. L'estrema destra come difesa iperbolica della propria identità svanita. (Soprattutto in Francia. Il caso della Grecia è nella fattispecie estremo ed è una reazione disperata di sopravvivenza).

Per quel che riguarda l'Austria: per quel poco che posso conoscere, sono stato lì durante il periodo della campagna elettorale. L'FPO era in origine il partito di Haider, da cui era fuoriuscito per fondare il BZO che alle elezioni è andato malissimo, credo 

senza raccogliere nessun deputato. L'FPO è passato a posizioni più moderate, un partito di destra, ma non più estrema. Interessante per quel che riguarda il populismo in Austria è stato il neo partito Frank, del multimilionario austro-canadese Frank Stronach che mettendoci oltre alla faccia il nome, chiede la fuoriuscita dall'Euro e una sorta di politica all'Allianz fur Deutschland. E Frank ha raggiunto comunque un bel gruzzolo di voti.

Crisi a parte, credo che l'esasperazione del cosmopolitismo della sinistra abbia portato a tutto ciò. Senza pensare che la sinistra è tutto sommato l'espressione di una buona parte della finanza internazionale istituzionale, ben dentro BCE, IMF e compagnia. Mi vien da chiedere chi difende ormai gli interessi della piccola borghesia, rimasuglio classe operaia... Non c'è da sorprendersi se gli operai padani votavano in massa la Lega prima e M5S oggi...

PietroUomoDiPietra

Appunto, l'anti-europeismo è spendibile solo in campagna elettorale,

ma concretamente nessuno avrebbe il coraggio di metterlo in pratica.

 

Appunto. Come si dice, è facile fare i "duri e puri" con il culo degli altri; bisogna poi vedere, quando a rischiare di andarci di mezzo è il proprio, rimangono altrettanto "bravi", duri e "puri"... ;-)

 

Ciao

@isher se la FRancia esce dall'Ue usciamo tutti..

 

È esattamente quanto mi auguro!

 

Che poi l'Ue sia l'unica speranza per l'Europa, è tutto da dimostrare. I discorsi al riguardo non sono mai dimostrativi, e peccano di dogmatismo. 

 

È vero che l'antieuropeismo si spende in campagna elettorale, come osserva Almadel, ed è anche da considerarsi che nel 2014 ci sarà, pare, una 'ripresina' (il che significa meno voti per l'estrema destra): ma questo vale per l'antieuropeismo di protesta di certi partiti. Diversa è l'idea di un referendum per uscire dall'Ue: questo, se il pronunciamento fosse positivo, non sarebbe più mero 'antieuropeismo', sarebbe uscita dall'Ue e, forse, crollo dell'Ue. 

PietroUomoDiPietra

È vero che l'antieuropeismo si spende in campagna elettorale, come osserva Almadel, ed è anche da considerarsi che nel 2014 ci sarà, pare, una 'ripresina' (il che significa meno voti per l'estrema destra): ma questo vale per l'antieuropeismo di protesta di certi partiti. Diversa è l'idea di un referendum per uscire dall'Ue: questo, se il pronunciamento fosse positivo, non sarebbe più mero 'antieuropeismo', sarebbe uscita dall'Ue e, forse, crollo dell'Ue. 

 

Guarda, non aspetto altro che qualcuno lo faccia... gusto per vedere quanto saranno bravi dopo ad arrampicarsi sugli specchi nel giustifcarsi quando la gente si renderà conto, NEL MIGLIORE DEI CASI (a cui non credo nemmeno se prendo degli allucinogeni per poterlo fare), che non avranno risolto proprio un bel nulla.

 

Sarebbe  uno spettacolo stupendo... per gli spettatori. Molto meno per gli attori.

 

Ciao

a me il progetto stati uniti dell'europa piace, certo però se la polonia ne fa parte solo perché cosi gli imprenditori italiani possono trasferirci la produzione a costi minori allora no. o tutti uguali oppure lasciamo perdere. marine le pen... vabè, nei periodi cdi crisi il nazionalismo e il protezionismo sono reazioni naturali.

Personalmente posso dire che sono argomenti, intendo quello di uscire dall'ue etc, che non so quanto possano competerci. Certo ognuno ha la sua opinione che va rispettata, ognuno ha il suo modo di vedere etc etc Però già gli economisti ci sbattono la testa, chissa noi eheh però nonostante ciò è lecito dare del nostro.. quindi.. ecco:
Un dato oggettivo sul nostro stupenderrimo, brillante "stati uniti dell'europa".
Per aiutare la crisi spagnola-bancaria sono stati dati in prestito 100 miliardi al tasso del 3%. Il nostro sempre stupenderrimo, brillante sistema europeo prevedeva che l'Italia, punta di diamante europea assolutamente in piena espansione economica, partecipasse all'aiuto per il 20%, quindi 20 miliardi. Quanto siamo solidali (che di fondo è anche giusto esserlo, non fraintendete)=)

Ahimè, C'è un piccolo problema. Per salvare la Spagna,  l'Italia si è indebitata quindi di 20 miliardi, a un tasso però, che non aveva un gran che di solidale: 7%.

Se la matematica non è un'opinione..

 

Quindi.. sempre se la matematica non è un'opinione, è mai possibile che vi sia un sistema di aiuti che preveda che un paese immersi nella m***a come noi "messi ad aiutare" un altro paese in crisi, indebitandosi? un conto è aiutare, un conto è andare a prendersi m***a da tutte le parti.
Sarà che sono un euroscettico=|

Edited by ican

marine le pen è una xenofoba allucinante... vidi un'intervista tempo fa dove diceva che voleva uscire dall'unione europea per non essere invasa dai rom. c'è da preoccuparsi.

marine le pen è una xenofoba allucinante... vidi un'intervista tempo fa dove diceva che voleva uscire dall'unione europea per non essere invasa dai rom. c'è da preoccuparsi.

beh di certo le sue posizioni in questi temi sono mooolto preoccupanti. (sia chiaro il discorso mio di prima era puramente legato sull ue, non su di lei). Indubbio che certe ideologie nascano da sentimenti di disagio della popolazione.. Di certo il sentimento nazionalista nasce dal fatto di voler far prevalare il proprio popolo rispetto agli altri, in quanto è localizzato e radicato nel "suo" territorio. Ma questo comunque non giustifica la non apertura verso popolazioni che non hanno nulla, che scappano dalla fame, guerra e quanto altro si possa aggiungere ahimè. E' un tema davvero molto delicato :\

a me il progetto stati uniti dell'europa piace

il problema è che non sono stati proprio realizzati, né pensati, perché SUE sgnifica unificazione politica, che non è stata fatta e tanto meno sarà fatta in futuro. L'unificazione politica peraltro sarebbe stata la base indispensabile per fare senza tremendi discrasie, che si sono puntualmente verificate, la moneta unica. Penso che l'effetto positivo della creazione dell'Ue (abbattimento delle frontiere, proprio in senso culturale o psicologico, libera circolazione negli stati membri, e anche un certo influsso sulle legislazioni nazionali) si sia già fatto sentire da tempo, e sia finito. 

PietroUomoDiPietra

il problema è che non sono stati proprio realizzati, né pensati, perché SUE sgnifica unificazione politica, che non è stata fatta e tanto meno sarà fatta in futuro. L'unificazione politica peraltro sarebbe stata la base indispensabile per fare senza tremendi discrasie, che si sono puntualmente verificate, la moneta unica. Penso che l'effetto positivo della creazione dell'Ue (abbattimento delle frontiere, proprio in senso culturale o psicologico, libera circolazione negli stati membri, e anche un certo influsso sulle legislazioni nazionali) si sia già fatto sentire da tempo, e sia finito. 

 

Per il momento non sarei così negativo da considerare tutto finito. Certo è che se "l'unificazione" continuerà a limitarsi alla sola moneta non c'è da aspettarsi che il tutto duri un granchè.  Ma credo che per arrivare ad una vera riunificazione come ad un definitivo fallimento del tutto si dovrà passare ancora per qualche altra bella legnata in testa che non solo colpiscano le "solite" teste (le nostre) ma anche quelle di personaggi decisamente meno abituati a questo "trattamento". E, salvo miracoli di dubbia realizzabilità, dovrebbe essere una "cura per capelli" che gli arriverà in testa al massimo entro la fine di questo decennio.

 

Per conto nostro, come italiani, possiamo solo stare a vedere chi avrà la testa più dura: sicuramente non noi  visto che ormai la strenna delle svendite (e delle chiusure) di ogni cosa minimamente svendibile si sta avviando (per noi) alle battute conclusive (e almeno per Alitalia e Telecom sono in gran  parte concluse: in sospeso sono rimasti al più alcuni dettagli sul salvare o meno la faccia e il culo di qualcuno... che questa volta però sarà solo di qualcuno, non di tutti).

 

Ciao

Edited by PietroUomoDiPietra

Se la Francia fosse la Francia...cosa che non è con Hollande

e figuriamoci con la Le Pen, avrebbe dovuto imporre alla Germania

la scelta fra la ricontrattazione del debito dei paesi deboli, anche in

proprio danno dovendosene addossare una parte o la creazione di

un Euro Sudeuropeo che potesse svalutare e di cui dovrebbe costituire

la spina dorsale

 

A queste condizioni avremmo avuto una leadership francese

 

Ma la Francia ha usato lo scudo tedesco per disimpegnarsi dai

paesi in difficoltà al pari della Germania ed intercettare quei capitali

esteri che ovviamente si sono spostati verso il paese più solido dell'area

 

La Francia sta già facendo una politica di interesse nazionale e che certo

la mette in posizione di eventualmente ritornare al Franco francese con danni

minori rispetto agli altri paesi dell'area.

 

La differenza sta nel fatto che Sarkozy e Hollande lo fanno senza dirlo

il chè consente alla Le Pen di far finta di non sapere ciò che viene fatto,

 

Quel che c'è da dire è che i vantaggi francesi non bastano a compensare

le difficoltà strutturali della Francia, che è un paese con prezzi alti, tasse alte

spesa alta e bassa competitività

 

E' vero che notoriamente la Francia spende meglio dell'Italia, ma la maggior

efficienza amministrativa forse non le basta più...anche perchè li porta ad

essere troppo conservatori. 

 

Ora il problema è che dal discorso della Le Pen si capisce chiaramente che

lei si propone di essere ancora più conservatrice degli altri in campo economico

e amministrativo. 

AndrejMolov89

Il progetto di unificazione politica a scala Europea, è un'idea che mi ha sempre affascinato e vorrei che si attuasse. Penso che l'Italia culturalmente parlando sarebbe ancora più indietro se non ci fossero alcune norme europee che la costringano a fare delle norme di civiltà, o altro. Sostanzialmente, però, sembra che la coesione dell'unione europea sia solo economica, e che funzioni male ed è quasi inevitabile che nascano delle frange anti-eurepeiste. Inoltre, secondo me il processo economico messo in atto, è irreversibile, cioè, molti anti-europa sono persone che vogliono risultati immediati, ovvero l'uscita dall'unione sarebbe una sorta di passaggio verso un momento di bengodi, per così dire, posto che non sarà sicuramente così per la stragrande delle economie deboli europee e forse anche quelle forti, bisognerebbe effettivamente valutare le ragioni di chi vuole uscire dall'Europa e soprattutto farli conoscere quali saranno le conseguenze sul breve-lungo termine. A me pare che determinate posizioni siano di pancia, e siano "capricciose", nel senso che si fondano essenzialmente su un sentimento di frustrazione delle persone (che dovrebbero indicare già un fallimento o degli errori dell'amministrazione europea), che da un lato vengono sottostimate da chi sta nei vertici, come se la comunità europea non fosse altro che un progetto economico e non politico e di unificazione, dall'altro l'uscita e la disgregazione del progetto europeo porterebbe molti danni sul breve periodo e molto probabilmente anche sul lungo periodo. L'europa per poter sopravvivere e evitare la catastrofe dovrebbe riacquisire l'idea di un progetto politico, non puramente economico, e soprattutto bisognerebbe fare in modo che le persone possano scegliere consapevolmente se andare via o togliersi, avendo in mente che sostanzialmente è un processo irreversibile, e che non riporterà indietro l'orologio di 20 anni.

Gli argomentati «se» di Hinzelmann e il giovanile «dover essere» di Greed convergono nel manifestare il fallimento dell'Ue, che costa infinitamente, funziona male, e sta distruggendo uno per uno i paesi della vecchia Europa, a parte la Germania.

 

Quello che resiste è il MIto: se non si fosse fatta l'Ue, l'Europa sarebbe stata distrutta. Mito e profetismo: la storia non ha insegnato niente, vedo.

 

Altri sperano ancora; altri invece soggiungono: il nazionalismo è il male assoluto; in ogni caso, questo disastro e questo fallimento sono il destino dell'Occidente, che deve scomparire.

PietroUomoDiPietra

che è la cura per capelli ?

 

sarà che sono pelato ma non capisco che vuoi dire......

 

Era un eufemismo per dire che questa volta  le legnate dai loro stessi giochini economici se le prenderanno pure loro che stanno in alto loco... forse con famigerato bonus di buona uscita... ma forse anche no.

 

Ciao

PietroUomoDiPietra

Altri sperano ancora; altri invece soggiungono: il nazionalismo è il male assoluto; in ogni caso, questo disastro e questo fallimento sono il destino dell'Occidente, che deve scomparire.

 

Il nazionalismo, con le economie integrate al livello in cui lo sono oggi, è una cazzata assoluta, punto e basta. Da questo punto di vista chi sogna, anzi ha proprio le traveggole, sono, Le Pen, leghisti e malpancisti di professione assortiti che semplicemente, oltre alle loro solite stronzate di sempre, non hanno nulla da proporre. Ma proprio nulla. E la gente questo, al momento di votare, in Francia lo sa benissimo: E in Italia lo sta imparando in fretta.

 

Ciao

Il profetismo è ciò su cui è nata l'Ue, misto all'idealismo dell'europeismo degli anni 50 e 60: un esperimento, fatto troppo in grande, senza realismo, del tutto astratto, le cui conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. L'estrema destra europea non mi pare abbia toni profetici: innanzitutto non le appartengono, per tradizione; poi è un altro tipo di reazione, la loro. Tornando al primo detto: idealismo e profetismo sono il male assoluto, per me, se esiste un male assoluto. Entrambi, peraltro, godono di una caratteristica comune: l'impunità, la non-responsabilità. Parlare di cose belle e alte non costa niente, anzi affascina: ma i guai che combina, nessuno li paga. 

Edited by Isher

 

 


il nazionalismo è il male assoluto

 

No, io questo non lo direi...anche perchè sarebbe un nazionalismo ridefinito

"civilizzato" integrato da forti vicinanze o comunque - penso- non più bellico

 

Quel che dico è che il nazionalismo in Francia è già in atto...cioè il fallimento

dell'UE è un fatto, ma lo è per gli egoismi nazionali che hanno condizionato

fin dall'inizio il processo di cd. "integrazione europea"

 

O meglio direi che il nazionalismo viene negato ( da UMP e Socialisti, non dalla Le Pen )

ma l'egoismo nazionale o l'interesse nazionale se vogliamo una espressione più neutra

è abbondantemente già praticato da tutti.

 

Il problema è che i partiti non estremi....sono estremamente bugiardi, lo sono sempre

di più e non solo in Italia ( pensiamo alle bugie della guerra in Iraq o alle mille ipocrisie

sugli immigrati o sulle primavere arabe etc. )

 

Noi abbiamo un problema di legittimazione democratica e verità, perchè la mia

sensazione è che i Democratici ( in senso lato ) abbiano una certa tendenza a

mentire. Forse in precedenza si percepiva meno perchè c'erano leadership più

carismatiche, forse anche perchè la guerra fredda costituiva una legittimazione

ideologica o comunque pre-costituita, per assurdo quando eravamo meno liberi

si era più sinceri ( ma forse così assurdo non è...)

 

Un elemento fondamentale di questo fallimento - secondo me - è derivato anche dalla

caduta del muro di Berlino. Si è impressa una accelerazione più fondata sui timori

di una nuova Germania riunificata, che su un progetto politico di prospettiva.

 

Solo Andreotti forse ebbe un soprassalto di sincerità ( d'altronde quanto ad idealismo

e profetismo è sempre stato carente...)

 

Oggi a distanza di 20 anni possiamo dire che la preponderanza tedesca c'è

ugualmente...e che si è vista poco fino ad oggi solo perchè la Germania doveva

"digerire" la DDR, operazione che l'ha tenuta impegnata per una 15na d'anni

A me pare che invece l'attuale idea dell'Europa Unita sia molto concreta

e si basi essenzialmente sul timore che rimanendo divisi

si sia facili prede di superpotenze in cerca di egemonie militari ed economiche.

 

Il guaio è che molte economie del Continente si facevano forti

di una competitività basata sulla svalutazione della moneta nazionale

e l'introduzione dell'Euro ha messo in crisi questi Paesi.

 

Su questo malcontento si innesta l'Estrema Destra

che aggiunge sul piatto anche xenofobia e omofobia

(nel caso di Marie Le Pen l'ostilità alle adozioni gay).

 

Abbiamo visto il fantastico nulla di vent'anni di euroscetticismo leghista

e ci apprestiamo ad altrettanta malmostosità grillina: 

niente mi fa pensare che col Fronte Nazionale sarà diverso.

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