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Non voglio farlo soffire


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Ciao a tutti! E scusate il mio poema epico.

 

Avrei voluto presentarmi nella sezione apposita, purtroppo però - e lo capirete da ciò che scriverò - ho troppo timore di fornire indizi, dunque invece di presentarmi con dati falsi mi è sembrato più corretto scusarmi qui.

 

Ho 25 anni e da quasi un anno e mezzo sono fidanzato con un ragazzo di 22. Un ragazzo che penso di non aver mai amato. 

 

Lui è una persona splendida da tantissimi punti di vista: è gentile, premuroso, educato, posato, altruista, buono, intelligente, arguto, idelista, simpatico, capace, divertente, un po' pazzo, coinvolgente, serio ma non ingessato, uno che sa mettersi in discussione, uno disposto a fare sacrifici, coi piedi per terra ma tanti sogni in testa. E oltre a tutto questo è anche molto bello. Infine 'sotto le coperte' va tutto bene. Quando ci siamo messi insieme mi piaceva molto, trovavo vi fosse un grande feeling, ma non posso dire che ne fossi innamorato. Ho però pensato che i miei sentimenti nei suoi confronti non avrebbero potuto far altro che crescere sempre di più, invece ho paura che non lo abbiano fatto. Tenterò di spiegare perché.

 

Penso di non poter dire che lui abbia dei lati negativi in senso stretto però posso affermare che - dal mio punto di vista, secondo quelle che sono le mie necessità, secondo la dimensione in cui vivo e mi aspetto di vivere - ne ha molti. Inizialmente non ci feci molto caso ma a lungo andare l'impressione che questa relazione non faccia per me cresce sempre di più.

 

Lui è troppo bisognoso di me. Ci vediamo normalmente, questo sì, ma per il resto del tempo lui è sempre presente. Dal mattino, fino alla sera. Quei giorni in cui non ci incontriamo (di solito ci vediamo due o tre giorni alla settimana) quasi tutte le mattine ci vediamo su skype, e per il resto della giornata è un continuo messaggiare. Volendo fare una stima molto al ribasso, direi che come minimo una cinquantina di sms, tra lui ed io, ce li scambiamo. E in mezzo ci possono stare anche delle telefonate. Io non so se per gli altri sia tanto o poco ma posso dire che per me è veramente tanto. Non sono un freddo insensibile, penso che un messaggio del buongiorno, un "Come è andata?", un buona notte, siano cose normalissime. Ma così tanto, no. Lui capisce che in certi momenti ho da fare, come ad esempio quando lavoro, e lo accetta, però se in altri frangenti io non mi faccio sentire per due o tre ore, o se mando un messaggio leggermente più freddo, allora lui si preoccupa. Mi chiede se va tutto bene, salvo poi lamentarsi di avermi visto 'freddo'. In precedenza era ancora peggio. Se, dopo esserci scambiati già chissà quanti messaggi, per mezz'ora tardavo rispondere all'ultimo dei suoi, si irritava. Se in mezzo alle venti volte che ci diciamo ti amo tutti i giorni, per dimenticanza io non glielo dico reciprocamente una sola su venti, lui si indispettisce.Ho provato a fargli capire che per me è ancora troppo ma tutte le volte che il discorso torna, lui fa intendere di credere di aver già fatto degli sforzi enormi. Il problema è che, per adattarmi al suo livello attuale, ne ho fatti di enormi anche io, e mi sto rendendo conto che ancora non va. Abbiamo litigato molte volte per arrivare ad un compromesso che a lui sta stettissimo, e a me ancora di più. E non voglio litigare ancora, perché non ce la farei più. Sarebbe bello però se il problema fosse solo questo.

 

E' anche troppo apprensivo in generale, su tutto. Sulla mia salute, sul modo in cui lavoro (perché se non mi impegno abbastanza allora poi devo fare gli straordinari, e questo toglie del tempo a noi, dunque devo metterci più energia), sul modo in cui guido e in cui esco, sull'ora a cui torno e a cui dormo, su dove vado e con chi, davvero, su tutto. E' veramente gentile che si preoccupi per me di tante cose, ma lo fa così tanto e dando consigli che si aspetta io ascolti - altrimenti si lamenta - che talvolta è insopportabile.

 

Per non parlare poi della gelosia. Io non sono un traditore, non lo tradirei mai. Però sono una persona che ha degli amici, delle conoscenze, molte delle quali gay. E lui è sempre là, come un avvoltoio, pronto a sapere chi fa cosa, nella paura che "quel sorriso di quello là", invece di essere di cortesia, fosse un tentativo di provarci con me. Ed è vero, non sono un santo. Se vedo un bel ragazzo, non importa che io faccia lo sforzo di girarmi, non importa che non faccia lo sforzo di non fantasticare, non importa che preghi in aramaico per evitare che accada: io le vedo, e penso "che bel ragazzo". Questo, per lui, è inaccettabile. Io non devo avere occhi. Come ho detto, non sono un traditore, ma al contempo sono anche una persona con vedute molto 'moderne'. Mi piacerebbe passeggiare per la strada con lui e poter dire insieme "che bel ragazzo". Giusto per farvi capire quanto sono aperto di mente, forse direi perfino sì ad un'avvenutra a tre...ma che non ci siano le avventure a tre, né i commenti insieme, me ne frego. Io ho accettato fin dall'inizio la sua idea di relazione e mi ci sono plasmato. Però non sopporto di vedere brutti musi e gesti di stizza alla minima - spesso tra l'altro nemmeno voluta e del tutto causale - occhiata. La verità, è che se io sono appagato da una relazione, non ho bisogno di niente altro. Non certo di entrare nei camerini coi miei colleghi del negozio di abbigliamento. Ecco, appunto, io lavoro alla cassa di un negozio. Secondo il mio ragazzo, tutti ci provano con me, e io non aspetto altro. La verità è che io non mi aspetto assolutamente niente, ma purtroppo non posso dire che questi problemi nella relazione non stiano dando problemi anche da quel punto di vista. Mi spiego meglio.

 

Lui, per me, è stato il primo. Prima di lui, io un uomo non l'avevo visto mai nemmeno col binocolo. Neanche un misero bacio gay. Ho sempre avuto un'idea di relazione molto cinematografica. Palpitazioni, sospiri, sentimenti esplosivi, passioni, momenti sfrenati. La prima volta che mi innamorai, di un compagno di classe alle superiori, provai esattamente questo. Ero attirato dalla sua bocca, mi contorcevo nel letto disperandomi che non fosse mio, sognavo ad occhi aperti di baciarlo, mi facevo esplodere le arterie nel pensiero di farci l'amore. Insomma, sentivo di essere innamorato. Con il mio ragazzo non sento queste cose. Sento che gli voglio un bene dell'anima, sento che non voglio farlo soffrire, sento che dovrei trattarlo come un re perché si merita il meglio dalla vita, sento che dovrei prostrarmi ai suoi piedi e farmi usare come zerbino...ma non sento quelle passioni. Forse, se fosse meno oppressivo, se fosse meno geloso, se riuscissi a farlo rimanere un po' più distaccato, riuscirei a godermi di più le cose buone di lui, come facevo all'inizio della relazione. Invece adesso, mi sto trasformando nelle sue paure. Sto diventando ciò che lui teme. Quando conosco un ragazzo che mi piace, il suo pensiero, invece di lasciare il tempo che trova, di insinua. Penso che forse con quell'altro ragazzo sentirei le passioni che  non sento con il mio ragazzo, penso che forse un suo sorriso potrebbe darmi i brividi, penso che forse potrei sentirmi ribollire il sangue all'idea di 'averlo'. Perché quelle sensazioni io le ho avute una volta, non ricambiate, e poi non le ho mai più vissute.

 

In più, metteteci anche il fatto che con la sua famiglia sto male. Sua sorella e sua madre sono due persone così diverse da me, la sua  famiglia ha idee così distanti e modi di fare così opposti, che non riesco a starci bene. Mi sento un pesce fuor d'acqua, nel posto sbagliato. Ma a parte questo...

 

In questi mesi io ho atteso, sperando che il mio ragazzo cambiasse e che io potessi finalmente essere più sereno, e forse iniziare a starci bene per davvero, e forse iniziare ad amarlo. Invece, nonostante lui sia in parte cambiato, l'unica cosa 'grossa' che è successa è che mentre la mia mente tentava di trovare la quadra per creare i presupposti di un amore vero, la mia anima iniziava a 'guardarsi intorno'. So che un amore non si crea, ma so anche che si può coltivare. Io so che delle possibilità ci sono ma se guardo dentro me stesso, al momento sento di essere sulla strada del fallimento.

 

Se penso di stare con lui per sempre, mi sento incerto del futuro, spaventato. Lui pensa al matrimonio all'estero se solo avessi la maledetta promozione, io invece al momento direi no perfino ad una convivenza. Se penso di lasciarlo, vedo aprirsi davanti a me delle possibilità di maggiore felicità, ma al contempo ho il terrore di illudermi, e anche il terrore di ferirlo troppo. Ma so anche che più il tempo passa, se la situazione non cambia, più lo ferirò. E io non posso essere uno di quegli uomini che si fanno la doppia vita e mettono le corna. Sono notti e notti che non dormo, perché penso a come fare. A come essere davvero felice io senza abbattere lui. Perché lui mi ama, tantissimo. Sono giunto alla conclusione che dovrei impormi moralmente con durezza nella relazione, costringendolo a rivedere ulteriormente tutte le dinamiche che non riesco a sopportare. Portandolo ad essere meno apprensivo, meno attaccato, meno geloso. Ma è giusto? E non è che così lo farei soffrire ancora di più? Io dovrei fare ciò che nella vita odio fare: prendere le redini e dettare legge, mettendo da parte i miei sentimentalismi e la mia voglia di tranquillità e preparandomi a tante litigate. Perché se non riuscissi in questa operazione, prima o poi mi troverei di fronte al bisogno di dire basta o peggio ancora di fronte all'incubo di innamorarmi di un altro mentre ancora sto col mio ragazzo. Lo so che è intricato. Ma se aveste pensieri, consigli, pareri...è tutto bene accetto ragazz*, guardate, sono disperato. Grazie per aver letto tutto (o parte eheh).

Link to comment
https://www.gay-forum.it/topic/24978-non-voglio-farlo-soffire/
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Onestamente una relazione basata sulla sopportazione è una cosa destinata a fallire, se non riuscite a trovare un compromesso che vada bene a tutti e due (senza litigare nel cercarlo possibilmente) è meno doloroso tagliare i ponti subito... Che poi ovviamente abbiamo sentito solo una campana, ma se per te è comunque troppo da sopportare, cerca qualcuno con meno "pretese"!

 

 


Un ragazzo che penso di non aver mai amato. 

 

Scusa, ma per quale motivo noi dovremmo darti un consiglio per

tirare avanti una storia con una persona che ti ama, ma che tu dici

di non avere mai amato?

 

E' chiaro che una persona che ama, rispetto ad una che non ama

è più bisognosa, più apprensiva, più gelosa...la sua è una gara a

perdere in ogni contesto.

 

Se tu ci dicessi che certi suoi comportamenti ti hanno fatto disamorare

capirei...ma se ci dici che ti sei messo con lui solo perchè è stato il primo

e gli sei grato per il fatto di averti baciato e fatto sesso con te...non possiamo

certo dirti di continuare a stare con lui per mera gratitudine, non a 25 anni.

L'unica soluzione è fargli capire cosa ne pensi, certo lo ferirai molto se lui è così tanto innamorato di te, ma ti stai precludendo la possibiltà di vivere la vita serenamente...il tuo ragazzo è così paranoico e assillante perchè ha paura di perderti o forse ha già capito che tra di voi non va più tanto bene ma preferisce continuare a sopportarti piuttosto che perderti.

 

 

 


Forse, se fosse meno oppressivo, se fosse meno geloso, se riuscissi a farlo rimanere un po' più distaccato, riuscirei a godermi di più le cose buone di lui, come facevo all'inizio della relazione. Invece adesso, mi sto trasformando nelle sue paure. Sto diventando ciò che lui teme.
Questa è la frase che mi è sembrata più significativa del tuo discorso...

Provaci, se ti ama veramente sarà disposto a sacrificarsi...altrimenti passa oltre.

Ti capisco. In teoria tu dovresti lasciarlo immediatamente; se vuoi temporeggiare un po', cerca di dirgli chiaramente che questa sua gelosia morbosa la stai soffrendo troppo e che per il bene del vostro rapporto lui deve diventare meno assillante. Dato che non vuoi farlo soffrire, nel momento in cui deciderai di lasciarlo magari anzichè abbandonarlo e buttarlo fuori dalla tua vita, cerca di stargli un po' vicino nella sofferenza, insomma crea un distacco graduale ma costante.

Caspita... è una situazione delicata... penso che dovreste parlarne bene a quattr'occhi, prima di gettare via il tutto. Anche io, come te, odio dover imporre delle regole, ma se sono costretto a farlo per salvaguardare la mia felicità allora lo faccio. Non lo faccio così, a cuor leggero perché non so cos'altro fare: lo faccio perché tengo all'altra persona e voglio giocarmi tutte le mie carte prima di tagliare i ponti in modo definitivo. Penso che tu agli inizi della relazione fossi molto preso da lui, stavi bene, ma col tempo a causa della sua "oppressione" ti sei un pochino stancato (anche perché hai visto che alla fin fine cambiamenti ne son arrivati pochi...). E' legittimo avere dei dubbi, ma questi crescono in maniera esponenziale se col partner non stiamo bene... purtroppo è così. Riguardo alla gelosia, se è poca e sana in un rapporto va bene, alla fine fa anche piacere, ma da quello che scrivi si rasenta il limite della follia. Io ho rischiato di perdere tutti i miei amici a causa di un ex oppressivo e geloso fino al midollo e, posso parlare con sincerità? E' stata la cosa più stupida che io abbia fatto in vita mia...

Riguardo al futuro, dovresti parlare con lui, fagli capire che la relazione impostata come ora non ti fa felice, anzi ti soffoca, e tu ti stai pian piano allontanando... digli che sei disposto a fare altri tentativi ma anche lui dovrà collaborare, perché le cose fatte a senso unico poi lasciano il tempo che trovano... 

Beh diciamo che ti sei un po' mezzo scavato la fossa.. Partiamo dal fatto che se ha sto comportamenti che ti irritano parecchio, la prima cosa da fare è dirgli che sono realmente fastidiosi. Fai un bel discorso.

Se invece vuoi chiudere, beh le parole le dovrai scegliere te.. Te sai com e. Nonti consiglio di mollarlo, però devo tener conto che ogni tanto vanno chiuse certe porte, non essere troppo spaventato dell ignoto, affrontalo con corsggio(anche se sembra che lui sia davvero una brava persona!)

Situazione complicata in effetti.
Non temere che lui possa riconoscerti, se legge questo forum sicuramente l'avrà fatto.
Ma potrebbe anche essere una cosa positiva dopo tutto.
Io penso che tu debba essere molto franco con lui, tutta questa oppressione non può che fare male al vostro rapporto ed a te.
Il fatto che tu non lo ami è di certo molto rilevante
ma posso benissimo capire i motivi che ti hanno spinto a credere
che una relazione amorosa con lui avrebbe funzionato
e la speranza che, date le premesse, l'amore potesse giungere in futuro.
Però a quanto dici vi volete molto bene entrambi e se ne siete consci potreste risolvere
questa spinosa situazione.

Lessi una metafora sulle relazioni (amicali o amorose) che trovai particolarmente calzante:
Se vuoi custodire e proteggere su una spiaggia la sabbia che hai in mano
Non puoi lasciare il palmo aperto perché il vento te la porterà via
ma non puoi nemmeno stringere il pungno perché ti scapperà via dalle fessure delle dita.

Saper trovare la giusta dimensione al vostro rapporto di sicuro non sarà facile e lineare
ma se siete disposti a mettervi entrambi in gioco penso che possiate godere in futuro
di un ottimo rapporto, se sarà amicizia od amore non lo so.
Dipende da lui e da te ma sicuramente il tentativo andrebbe fatto.

La situazione, per quanto delicata, è sufficientemente chiara.

 

Lui ti ama, profondamente, e riversa su di te tutte le insicurezze di cui è portatore: è iper geloso in quanto ritiene che qualunque ragazzo mediamente aitante potrebbe interessarti più di lui, è iper apprensivo perché è portato a pensare che tu stia intrattenendoti con qualcuno e la situazione ti stia piacendo più che stare con lui, e ti scrive costantemente per cercare di allontanare i pensieri maligni a riguardo.

 

Non lo sto giustificando, ma posso comprendere una persona insicura e i suoi comportamenti: lo ero anche io, molto più di quanto non lo sia tutt'ora.

Lui credo sia consapevole d'essere una persona forse troppo presente, ma se la mia intuizione è corretta, non riesce in alcun modo a cambiare, pur volendolo.

 

Tuttavia, il nocciolo della questione da te esposta è un altro: vuoi per come si comporta lui all'interno della relazione, vuoi per le tue sensazioni, il rapporto non ti sta appagando.

 

Tu non puoi vivere in una relazione che non ti fa sentire appagato, perché passeresti il tempo a illuderti riguardo a come potrebbe essere, e a rimpiangere, forse, il mancato inseguimento di occasioni che rifiuterai per amore del tuo attuale ragazzo.

Tu non vuoi farlo soffrire, ma è palese che soffrirà, sia che tu lo lasci sia che voi litighiate per cercare di raddrizzare, forzatamente, le cose.

 

Devi parlargliene, devi raccontargli tutto esattamente nel modo in cui l'hai raccontato a noi: gli dici che gli vuoi bene, ma che non ti fa provare quelle emozioni necessarie a mantenere vivo l'amore. 

E' primario che, in una relazione, ci sia ciò che a te manca: la voglia di continuare, di progettare, di condividere. Da come racconti, sta scemando, e non è un bene. 

 

Dopo che gliene avrai parlato, potrai valutare cosa fare, concretamente, alla luce dei suoi feed-back.

 

Non hai altra scelta: soffrirà comunque, ma è bene che tu scelga la via più sincera e meno prolungata nel tempo. 

Edited by Laen

 

 


non riesce in alcun modo a cambiare, pur volendolo.

 

Capirei questo discorso se CereoMinor non desse al

suo partner motivo di essere insicuro

 

Ma un fidanzato che di fatto sa di non essere mai stato

innamorato i motivi di insicurezza li dà e li comunica, anche

se mente....certe cose si sentono in un anno e mezzo.

Io dico solo una cosa: Amare e Tenere a una persona sono due cose molto diverse. 
Si può anche poi disquisire dei vari modi di amare.. da quello più positivo a quello più negativo.

Certo che arrivare a dire che tutti ci provino con te, anche alla cassa del supermercato.. beh non è una cosa bella da sentirsi dire. Come potrei stare io con una persona che penserebbe ogni 5 minuti se lo cornificherei con il primo che passa? Questo non ha proprio sicurezza interiore. 

Il resto l'hanno già detto gli altri.. anche abbastanza esaurientemente. 

Capirei questo discorso se CereoMinor non desse al

suo partner motivo di essere insicuro

 

Ma un fidanzato che di fatto sa di non essere mai stato

innamorato i motivi di insicurezza li dà e li comunica, anche

se mente....certe cose si sentono in un anno e mezzo.

 

Beh, i collegamenti mentali tra CereoMinor e il suo ragazzo non possiamo conoscerli, ma ti posso garantire che un ragazzo profondamente insicuro vede del marcio anche dove non c'è, e non è per niente facile eludere queste sensazioni.

nn avevi mai avuto nessuno @CereoMinor, questo é molto bello, ti ama sicuramente, é intelligente e vivace.  Unico neo é appiccicoso e geloso.

 

Alla sua etá é anche comprensibilissimo.

 

E tu lo vuoi lasciare?????  O_O  .. nemmeno sei innamorato d un altro!

 

MADO nn so cs dire.  Mi pare che nn t rendi conto della fortuna eccetera che hai, peró vabé

@redneck La chiami fortuna avere una persona bella, con i suoi difetti (più o meno gravi) ma che non ami lì come cagnolino che si farebbe in 4 per te? 
Il buon senso direbbe: meglio stare da soli che far soffrire gli altri. No? 

Credo che sia mille volte peggio lasciare una persona che non ami dopo anni, una volta che hai trovato un "cioccolatino più succoso". 

Edited by yalen86

Ciao a tutti! E scusate il mio poema epico.

 

Avrei voluto presentarmi nella sezione apposita, purtroppo però - e lo capirete da ciò che scriverò - ho troppo timore di fornire indizi, dunque invece di presentarmi con dati falsi mi è sembrato più corretto scusarmi qui.

 

Ho 25 anni e da quasi un anno e mezzo sono fidanzato con un ragazzo di 22. Un ragazzo che penso di non aver mai amato. 

 

 

Io penso che con questa frase "un ragazzo che penso di non aver mai amato" tu posso aver già capito quello che devi fare. 

Lascialo, per il tuo bene e soprattutto per il suo, se non lo avevi mai amato avresti dovuto semplicemente non mettertici insieme perché, primo, lo hai illuso e secondo, tu per un anno e mezzo hai avuto una relazione che molto probabilmente nemmeno volevi.

Non saprei dirti in che modo dovrai dirglielo, perché tu meglio di tutti sai com'è fatto, però diglielo. 

@CereoMinor

 

lascia perdere...mi pare evidente che sto ragazzo è di una pesantezza imbarazzante (ma che fa nella vita per riuscire ad inviarti 50 sms al giorno?) e poi guardala in positivo, magari anche lui finalmente acquisisce una sua personalità meno dipendente...

tra i miei amici che portavano avanti questi rapporti simbiotici la rottura della relazione ha sempre migliorato le vite di entrambi.

Edited by schopy

Trovo difficile rispondere a questi post perche' un anno fa mi sono trovato in una situazione simile... ma io ero l'appiccicoso! Non esattamente quanto il ragazzo di CereoMinor ma comunque stavo "soffocando" il mio compagno.

A questo punto bisognerebbe capire quanto sia consapevole lui del suo comportamento e quanto tu dai motivo di essere cosi' geloso... io stavo perdendo la persona piu' importante della mia vita e questo mi ha fatto capire tante cose... ho comunque molto bisogno di lui ed e' il perno della mia vita anche se spesso la cosa mi fa stare male... la.mia dipendenza intendo... quindi ti consiglio di.essere piu' che sicuro di non amarlo prima di buttare tutto all'aria... se io avessi letto un post come il tuo.scritto dal mio Lui sarebbe stata la realizzazione del mio peggior incubo... e ti dico che dopo un anno tra noi le cose sono molto migliorate grazie a quel periodaccio... per questo sottolineo... pensaci bene...

Edited by Andre_88mi

Dici che non vuoi nulla di più da una relazione. La mia domanda,invece, è diversa: Che cosa è rimasto di te in questa relazione?

Ti parlo per esperienza personale, a me era rimasto solo un ricordo di come ero. Fai benissimo a scendere a compromessi ma deve esserci un limite invalicabile che una volta oltrepassato deve essere il segnale di "esagerazione"... Meglio stare soli che "stare agli ordini" di una persona che ti ama, certo, ma solo come ti vorrebbe lei. Non mi pare sia il massimo perché sarete in due a soffrire (e tu non per la sua mancanza ma perché sarà difficile "rientrare" in te stesso).

I difetti saranno anche pochi secondo te.. ma dipende da quanto sono pesanti. 

Forse non hai mai avuto un fidanzato oppressivo, ipergeloso ecc che vedeva un tradimento anche se parlavi tranquillamente con una persona del tuo stesso sesso. 

All'inizio ci può anche stare.. ma alla lunga queste cose stancano molto, snervano e ti fanno sentire frustrato perché l'altro vede problemi che effettivamente non ce ne sono. 
Qui il problema più grave (al di là dei difetti del fidanzato) è che lui dice di non averlo mai amato. 

Grazie per tutte queste risposte, ho trovato alcune cose su cui riflettere e molti punti di vista dai quali guardare la situazione, e tutto ciò era esattamente quello che cercavo. Avete scritto tantissime cose, proverò a chiarire alcuni punti e a rispondere ad alcuni consigli.

 

Inizio con la cosa a parer mio più importante, ovvero il perché ho iniziato e continuato questa relazione. Ho letto che secondo qualcuno l'errore principale, la cosa peggiore, è che io mi sia fidanzato con questo ragazzo senza esserne innamorato. Non so se sia un errore o meno, pur non essendo innamorati, credere in una persona, credere che si possa costruire qualcosa di importante, credere che un grande feeling possa trasformarsi in amore. Ecco, non so se sia stato un errore o meno ma di questo non mi sento in colpa, perché nelle mie intenzioni non c'era assoutamente l'intento di stare con lui per essere stato il primo, e dunque per gratitudine. La mia prima volta avrei potuto averla con un uomo sconosciuto sentito in chat 5 ore prima, e mica mi sarei sentito in dovere di essere grato a quest'uomo! A maggior ragione se si parla di sentimenti, la gratitudine - se mai ci fosse - secondo me non dovrebbe trovare spazio. Dovrebbero trovarlo solo le intenzioni, le emozioni e le speranze. Quando conobbi il mio ragazzo, rimasi pesantemente preso. Allo stesso modo in cui mi sentii prima di innamorarmi per la prima volta. Forse stupidamente, immaginai che con un ragazzo così raro per forza di cose i miei sentimenti sarebbero cresciuti. Insomma, io ho iniziato la relazione vedendo quell'inizio come un punto fermo, come un momento dal quale rafforzare ciò che sentivo, dal quale costruire insieme qualcosa di molto più importante. Anche perché, sebbeno io creda fermamente che esista il colpo di fulmine, tanti amori nascono col tempo. Io ho trovato un ragazzo meraviglioso, gli ho voluto un bene enorme, ho sentito un grande feeling e ho pensato che tutto potesse andare per il meglio. Purtroppo, non è stato così.

 

Detto questo, capisco bene comunque chi ha scritto "perché dovremmo darti consigli su come continuare una relazione con una persona che dici di non aver mai amato?". Anche perché nella mia domanda c'era il sottointeso: non che io stia cercando, eventualmente, consigli su come continuare. Sto cercando anche di capire se la cosa giusta da fare sia continuare o meno.

 

Il motivo per il quale io dopo un anno e mezzo sono ancora qui a pensarci, è perché nonostante io non senta quel sentimento enorme, ho comunque un grande sentimento nei suoi confronti. Perché al netto delle fissazioni, dell'apprensione e della gelosia è comunque un ragazzo straordinario. Purtroppo, il problema 'sono io', in un certo senso. Sono io che non riesco ad adattarmi di più, sono io che non mi trovo bene stretto alle sue 'condizioni'. Tutti hanno bisogno di qualcosa da una relazione, e penso che tutti abbiano bisogno che una relazione, per continuare bene, determinate cose non le abbia. Potrei cambiare ulteriormente io, ma non me la sento. Sono rimasto 'trafitto' dalle parole "Che cose è rimasto di te in questa relazione?" perché mi hanno fatto pensare che in questo anno e mezzo io sono diventato un'altra persona. Forse migliore, non dico di no, anzi probabilmente sì, ma non dovrebbe esserci un punto in cui dire basta?

 

Sembrerebbe semplice chiedere a lui di cambiare. Dopo aver letto la mia descrizione delle sue gelosie e delle sue paranoie, alcuni di voi hanno comprensibilmente dato per scontato che lui di sforzi non ne abbia fatti. Invece sì, ne ha fatti eccome. Quello che è ora, è il risultato, da parte sua, di profondi esami di coscienza, sforzi e sacrifici. Esattamente come da parte mia. Eravamo come due galassie distanti anni e anni luce, e abbiamo fatto molti passi reciproci per avvicinarci. Dunque io non posso onestamente affermare di essere una vittima, perché l'unico problema non è la sua mancanza di impegno, una sua non voglia di venirmi incontro. Il problema è che la nostra distanza era così grande che, seppur colmata con enormi sforzi di entrambi, è ancora troppo grande. E io sono arrivato a quel punto in cui mi sono reso conto che ciò faccio, mi snatura. Prima, gli mandavo un messaggio ogni tanto nel corso della giornata, ma lo facevo attendendo la sua risposta, scrivendolo con emozione, sentendo ciò che dicevo. Ora, spesso, lo faccio meccanicamente, perché lui se lo aspetta. Dice che non devo farlo se non me la sento, ma se non lo faccio ci sta male. Non è mai stato un ricatto, ma io mi sono sempre sentito come se lo sia. Perché se lui sta male si litiga, e allora sto male io, perdo le mie giornate, lavoro male. E allora mi sono sforzato di fare delle cose anche meccanicamente, pensando non solo 'egoisticamente' all'evitare le litigate ma anche a provare a dargli ciò che cerca.  Ma ho sbagliato, perché determinate cose da me non può averle. Ho pensato che avrei potuto cambiare così tanto, ho sperato che col tempo quelle 'auto-imposizini' sarebbero diventate qualcosa di più spontaneo. Non lo hanno fatto.

 

Ecco perché adesso sento che l'attuale equilibrio, che sta reggendo bene, è diventato per me un peso troppo grande. Affinché io mi senta felice nella relazione, ho bisogno di riappropriarmi di una parte di me. Se dovessi farlo, l'equilibrio si spezzerebbe, e sarebbe ancora il mio ragazzo a dover faticare, a doversi mettere in discussione, a dover cambiare. E anche questo mi turba troppo. Sono io il primo a rifiutare di cambiare troppo, di snaturarmi. Come posso dunque mettere questa patata bollente nelle sue mani? Come alcuni di voi hanno onestamente detto, l'alternativa a questo cane che si rincorre la coda non c'è. O meglio l'unico luogo dove sfociano tutti questi discorsi è la rottura, prima o poi. Ma io ho visto cosa succede se solo si ipotizza una cosa del genere: lui va fuori di testa. Così mi sono trovato a chiedermi: in quale modo lo farei soffrire di meno?

 

Se continuassi a fare ciò che non sento naturale, prima o poi esploderei. E la storia finirebbe per mia non sopportazione.

Se chiedessi a lui di fare tutti i passi nella mia direazione che io non riesco a fare nella sua, prima o poi esploderebbe. Litigheremmo, e la storia rischierebbe di finire per mia non sopportazione.

 

Tra le due mi sembra migliore la seconda solo perché io nutro molte speranze nel fatto che, sentendomi più libero, allora potrebbero esserlo anche i miei sentimenti per lui. Insomma, con la seconda gli chiedo un sacrificio ma costruisco una possibilità. Con la prima, con la situazione attuale, andremmo lentamente verso la fine.

 

Sono d'accordo con chi ha scritto che la cosa peggiore sarebbe rallentare le cose, e magari solo posticipare la fine. E sono anche d'accordo con chi ha scritto che le possibilità sembrano esserci davvero, che certe volte bisogna ostinarsi a tentare. Ecco perché dopo tutto il vostro aiuto, del quale vi ringrazio tantissimo, sarei propenso a cogliere un particolare consiglio: provare a cambiare le cose da subito, in maniera da non perdere tempo, ma non bruscamente, ovvero per gradi. Ma per fare questo non posso parlargliene. Se gliene parlassi lui si opporrebbe, litigheremmo, e saremmo a capo. Dovrei invece semplicemente farlo, nella speranza che, facendolo piano, lui si adatti senza troppe difficoltà. Però anche qui, ho il dubbio morale e mi chiedo se sia giusto o meno fare così. Senza valutare la situazione mi sembrerebbe sbagliato ma per il bene di entrambi, invece...

PietroUomoDiPietra

Direi che il "poema epico" merita di essere commentato punto per punto per vedere se se ne può trarre qualche suggerimento utile.

 

Ho 25 anni e da quasi un anno e mezzo sono fidanzato con un ragazzo di 22. Un ragazzo che penso di non aver mai amato.

Qui è un punto cruciale che ti devi chiarire bene prima di poter dire "ho amato" o "non ho amato": che cosa pensi che sia l'amore per una persona? Cosa ritieni di dover provare per una persona quando ti senti innamorato di lei?

 

Lui è una persona splendida da tantissimi punti di vista: è gentile, premuroso, educato, posato, altruista, buono, intelligente, arguto, idelista, simpatico, capace, divertente, un po' pazzo, coinvolgente, serio ma non ingessato, uno che sa mettersi in discussione, uno disposto a fare sacrifici, coi piedi per terra ma tanti sogni in testa. E oltre a tutto questo è anche molto bello. Infine 'sotto le coperte' va tutto bene. Quando ci siamo messi insieme mi piaceva molto, trovavo vi fosse un grande feeling, ma non posso dire che ne fossi innamorato. Ho però pensato che i miei sentimenti nei suoi confronti non avrebbero potuto far altro che crescere sempre di più, invece ho paura che non lo abbiano fatto. Tenterò di spiegare perché.

Qui c'è già qualcosa da criticare. I sentimenti non "migliorano": cambiano soltanto. Se per una persona che, nonostante sia tutto quel po' po' di ben di Dio che dici di lei, non provi un'attrazione sincera e, in fin dei conti, pare che ti sei messo insieme solo perché prima, oltre che per il culo e il pisello, non ti filava nessuno, puoi aspettarti di tutto tranne che diventi un'attrazione sincera dopo. Sopratutto se in te e in lui nel frattempo è rimasto tutto immutato come agli inizi. Se non cambia niente nel rapporto e nell'evoluzione delle persone, i sentimenti possono al più esaurirsi ma sicuramente, "motu proprio" non evolvono in qualcosa di diverso o addirittura più solido.

 

Penso di non poter dire che lui abbia dei lati negativi in senso stretto però posso affermare che - dal mio punto di vista, secondo quelle che sono le mie necessità, secondo la dimensione in cui vivo e mi aspetto di vivere - ne ha molti. Inizialmente non ci feci molto caso ma a lungo andare l'impressione che questa relazione non faccia per me cresce sempre di più.

Lui è troppo bisognoso di me. Ci vediamo normalmente, questo sì, ma per il resto del tempo lui è sempre presente. Dal mattino, fino alla sera. Quei giorni in cui non ci incontriamo (di solito ci vediamo due o tre giorni alla settimana) quasi tutte le mattine ci vediamo su skype, e per il resto della giornata è un continuo messaggiare. Volendo fare una stima molto al ribasso, direi che come minimo una cinquantina di sms, tra lui ed io, ce li scambiamo. E in mezzo ci possono stare anche delle telefonate. Io non so se per gli altri sia tanto o poco ma posso dire che per me è veramente tanto. Non sono un freddo insensibile, penso che un messaggio del buongiorno, un "Come è andata?", un buona notte, siano cose normalissime. Ma così tanto, no. Lui capisce che in certi momenti ho da fare, come ad esempio quando lavoro, e lo accetta, però se in altri frangenti io non mi faccio sentire per due o tre ore, o se mando un messaggio leggermente più freddo, allora lui si preoccupa. Mi chiede se va tutto bene, salvo poi lamentarsi di avermi visto 'freddo'. In precedenza era ancora peggio. Se, dopo esserci scambiati già chissà quanti messaggi, per mezz'ora tardavo rispondere all'ultimo dei suoi, si irritava. Se in mezzo alle venti volte che ci diciamo ti amo tutti i giorni, per dimenticanza io non glielo dico reciprocamente una sola su venti, lui si indispettisce.Ho provato a fargli capire che per me è ancora troppo ma tutte le volte che il discorso torna, lui fa intendere di credere di aver già fatto degli sforzi enormi. Il problema è che, per adattarmi al suo livello attuale, ne ho fatti di enormi anche io, e mi sto rendendo conto che ancora non va. Abbiamo litigato molte volte per arrivare ad un compromesso che a lui sta stettissimo, e a me ancora di più. E non voglio litigare ancora, perché non ce la farei più. Sarebbe bello però se il problema fosse solo questo.

Intanto cominciamo da questo. Il tuo fidanzato è uno che "ama troppo" e questo è SEMPRE patologico. Ed è una caratteristica che, se non prende coscienza e non la combatte lui in prima persona, rischia di rovinargli la vita per sempre, non solo con te ma anche con chi eventualmente verrà dopo di te, con chiunque gli capiterà per le mani. Sono caratteristiche che conosco bene perché un tempo furono anche le mie... e ci dovetti sbattere la testa per anni prima di arrivare a capire (anche grazie alla provvidenziale conoscenza, limitata nel tempo ma assolutamente decisiva nella mia vita, di un amico psicologo e gay che mi aiutò in questo senso) che era un comportamento completamente errato, compreso pure il cercare di essere "ogni possibile ben di Dio" (che è innaturale... al punto che oggi, un po' "più stronzo" rispetto a quello che ero una volta, sto decisamente meglio! E sto meglio perché il mondo è quello che è... e bisogna farsene una ragione, per quanto brutta sia).

Quell'amico mi fece soprattutto leggere uno stupendo libro che consiglio anche ma soprattutto al tuo fidanzato (regalaglielo, con preghiera di leggerlo.... perchè lo riguarda molto ma molto da vicino). Il libro è quello di Robin Norwood, "Donne che amano troppo"; è edito da Feltrinelli e costa si e no una quindicina di euro. Il fatto che il testo si rivolga prncipalmente alle donne è, in questo contesto, assolutamente irrilevante: vale non solo per le donne ma anche per tanti uomini... e per gli uomini gay ancora di più.

 

E' anche troppo apprensivo in generale, su tutto. Sulla mia salute, sul modo in cui lavoro (perché se non mi impegno abbastanza allora poi devo fare gli straordinari, e questo toglie del tempo a noi, dunque devo metterci più energia), sul modo in cui guido e in cui esco, sull'ora a cui torno e a cui dormo, su dove vado e con chi, davvero, su tutto. E' veramente gentile che si preoccupi per me di tante cose, ma lo fa così tanto e dando consigli che si aspetta io ascolti - altrimenti si lamenta - che talvolta è insopportabile.

Per non parlare poi della gelosia. Io non sono un traditore, non lo tradirei mai. Però sono una persona che ha degli amici, delle conoscenze, molte delle quali gay. E lui è sempre là, come un avvoltoio, pronto a sapere chi fa cosa, nella paura che "quel sorriso di quello là", invece di essere di cortesia, fosse un tentativo di provarci con me. Ed è vero, non sono un santo. Se vedo un bel ragazzo, non importa che io faccia lo sforzo di girarmi, non importa che non faccia lo sforzo di non fantasticare, non importa che preghi in aramaico per evitare che accada: io le vedo, e penso "che bel ragazzo". Questo, per lui, è inaccettabile. Io non devo avere occhi.

Altra conferma del fatto che lui non solo ama troppo.... ma in realtà ama non tanto te come persona reale ma piuttosto un SUO sogno che "incarna" in te idealizzandoti. Il che è uno dei modi più sicuri per mandare in vacca QUALSIASI tipo di relazione, anche la più convinta: le relazioni devono essere tra persone reali, con pregi reali e soprattutto con difetti reali: è tutto un "bundle" di cui non è possibile acquistarne solo una parte o acquistarne tutto per poi buttarne una parte: o lo si compra tutto per tenerlo tutto oppure lo si lascia perdere del tutto. Non ci sono vie di mezzo. Nel momento in cui ti metti insieme a qualcuno che "rispecchi" un ideale puoi stare tranquillo che prima o poi lo "specchio" si rompe e la relazione-riflesso va inesorabilmente a puttane. Caldeggio ancora di più il consiglio di lettura appena dato (che raccomando anche a te... che non sei solo un "fidanzato" ma anche attore a pieno titolo dell'intero gioco: non sei una comparsa ma un coprotagonista - sottolineo il "co" : il perché lo capirai se leggi anche tu il libro).

 

Come ho detto, non sono un traditore, ma al contempo sono anche una persona con vedute molto 'moderne'. Mi piacerebbe passeggiare per la strada con lui e poter dire insieme "che bel ragazzo". Giusto per farvi capire quanto sono aperto di mente, forse direi perfino sì ad un'avventura a tre...ma che non ci siano le avventure a tre, né i commenti insieme, me ne frego. Io ho accettato fin dall'inizio la sua idea di relazione e mi ci sono plasmato. Però non sopporto di vedere brutti musi e gesti di stizza alla minima - spesso tra l'altro nemmeno voluta e del tutto causale - occhiata. La verità, è che se io sono appagato da una relazione, non ho bisogno di niente altro. Non certo di entrare nei camerini coi miei colleghi del negozio di abbigliamento. Ecco, appunto, io lavoro alla cassa di un negozio. Secondo il mio ragazzo, tutti ci provano con me, e io non aspetto altro. La verità è che io non mi aspetto assolutamente niente, ma purtroppo non posso dire che questi problemi nella relazione non stiano dando problemi anche da quel punto di vista.

Il motivo per cui lui si comporta così è che in fondo a sé stesso sa benissimo che il rapporto che lui idealizza con te in realtà NON ESISTE. E' una farsa anche per lui... ma non ne sa come uscirne, ovvero come trasformare un rapporto ideale in un rapporto reale che sia in grado di stare in piedi da solo, anche senza gelosie, senza tonnellate di sms e telefonate senza insomma essere presenti a oltranza su tutto e in tutto. Ovvero non sa come trasformare un FANTASMA di rapporto (che appena ti volti rischia di sparire) in un rapporto REALE capace, molto semplicemente, di stare in piedi anche quando non ci pensi. Che esiste e continua ad esistere ANCHE senza stare a "controllare" ogni tre secondi che è ancora lì, anche se lo hai perso di vista per qualche tempo perché avevi altro da fare (lavorare per dirne una!). Questo passaggio è, per personalità come la sua, assolutamente cruciale da affrontare, altrimenti rischia di rivivere di continuo lo stesso tipo di relazione fantasmatica anche con partner futuri (se ne avrà) a cui, semplicemente, non farà altro che cambiargli la faccia senza però cambiargli il contenuto. E nella quale il partner reale continuerà ad essere soltanto uno schermo su cui proiettare un'illusione.

 

Lui, per me, è stato il primo. Prima di lui, io un uomo non l'avevo visto mai nemmeno col binocolo. Neanche un misero bacio gay. Ho sempre avuto un'idea di relazione molto cinematografica. Palpitazioni, sospiri, sentimenti esplosivi, passioni, momenti sfrenati. La prima volta che mi innamorai, di un compagno di classe alle superiori, provai esattamente questo. Ero attirato dalla sua bocca, mi contorcevo nel letto disperandomi che non fosse mio, sognavo ad occhi aperti di baciarlo, mi facevo esplodere le arterie nel pensiero di farci l'amore. Insomma, sentivo di essere innamorato. Con il mio ragazzo non sento queste cose.

Ti assicuro che, semmai avessi avuto per le mani e nel letto quel ragazzo, dopo una settimana non te ne sarebbe più importato una cippa. Il desiderio fisico è generato dagli ormoni che "drogano" il cervello per favorire (in natura) l'accoppiamento purchessia; l'amore invece è un qualcosa generato dai neuroni che sono sì, anche qui, sotto l'effetto di ormoni ma completamente diversi da quelli che presiedono all'erotismo. Purtroppo però la "consolle di controllo" (il cervello) è unica ed è facile prendere fischi per fiaschi pensando che ai "comandi di volo" ci sia un pilota mentre invece c'è l'altro.

 

Sento che gli voglio un bene dell'anima, sento che non voglio farlo soffrire, sento che dovrei trattarlo come un re perché si merita il meglio dalla vita, sento che dovrei prostrarmi ai suoi piedi e farmi usare come zerbino...ma non sento quelle passioni. Forse, se fosse meno oppressivo, se fosse meno geloso, se riuscissi a farlo rimanere un po' più distaccato, riuscirei a godermi di più le cose buone di lui, come facevo all'inizio della relazione. Invece adesso, mi sto trasformando nelle sue paure. Sto diventando ciò che lui teme. Quando conosco un ragazzo che mi piace, il suo pensiero, invece di lasciare il tempo che trova, di insinua. Penso che forse con quell'altro ragazzo sentirei le passioni che non sento con il mio ragazzo, penso che forse un suo sorriso potrebbe darmi i brividi, penso che forse potrei sentirmi ribollire il sangue all'idea di 'averlo'. Perché quelle sensazioni io le ho avute una volta, non ricambiate, e poi non le ho mai più vissute.

Intanto gli vuoi bene e questo non è certo cosa da poco: è anzi LA BASE per qualsiasi relazione voglia durare nel tempo. Il resto però è soltanto un vecchio copione prevedibilissimo... in cui non sei solo tu ad avere desideri "proibiti" ma in realtà li ha anche lui (come li hanno tutti). Lui in realtà, senza averne coscienza esplicita (ma non è detto che non ne abbia una implicita e inconscia, anzi...) ti sta spingendo a fare ciò che più lui teme: rompere il rapporto da una parte per godersi la solita lagna masochistica tipica di queste situazioni ("buaaahhh, capitano tutte a me e non me ne va mai bene una! Gli ho dato tutto e guarda come mi ha trattato! Uhee, Uheee! Uheee!!!") e dall'altra per sfuggire al pericolo non solo che tu gli infranga il sogno idealistico ma che soprattutto glielo infrangi a tal punto che non rimangono più nemmeno i cocci da rimettere insieme. Cosa che, molto salutarmente, lo costringerebbe a cercare altre modalità di relazione visto che quelle vecchie sono andate definitivamente a puttane. Per cui, se vuoi che sia una rottura utile anche per lui in modo che il tuo investimento affettivo (il volergli bene!) non se ne finisca nel cesso con tutto quanto, il mio consiglio è non stare al suo gioco che impone una rottura obbligata a suo favore ma piuttosto di fare i tuoi interessi affettivi... cioè rovesciare il tavolo da gioco, scoprire le carte, imporre un cambiamento di regole al gioco. Non so se la relazione poi si salva ma almeno hai qualche probabilità non solo di salvarla ma eventualmente, se non si salva, almeno di portarti a casa qualche coccio utile... sia per lui che per te.

 

In più, metteteci anche il fatto che con la sua famiglia sto male. Sua sorella e sua madre sono due persone così diverse da me, la sua famiglia ha idee così distanti e modi di fare così opposti, che non riesco a starci bene. Mi sento un pesce fuor d'acqua, nel posto sbagliato. Ma a parte questo...

Questi al momento sono problemi secondari (diciamo pure: "di contorno") che però nel caso la relazione continui andranno prima o poi chiariti.

 

In questi mesi io ho atteso, sperando che il mio ragazzo cambiasse e che io potessi finalmente essere più sereno, e forse iniziare a starci bene per davvero, e forse iniziare ad amarlo. Invece, nonostante lui sia in parte cambiato, l'unica cosa 'grossa' che è successa è che mentre la mia mente tentava di trovare la quadra per creare i presupposti di un amore vero, la mia anima iniziava a 'guardarsi intorno'. So che un amore non si crea, ma so anche che si può coltivare. Io so che delle possibilità ci sono ma se guardo dentro me stesso, al momento sento di essere sulla strada del fallimento.

Queste cose semplicemente NON possono cambiare da sole. Se si parte con questo atteggiamento tanto vale aspettare la seconda venuta del Messia... le probabilità che succeda sono più o meno le stesse.

 

Se penso di stare con lui per sempre, mi sento incerto del futuro, spaventato. Lui pensa al matrimonio all'estero se solo avessi la maledetta promozione, io invece al momento direi no perfino ad una convivenza. Se penso di lasciarlo, vedo aprirsi davanti a me delle possibilità di maggiore felicità, ma al contempo ho il terrore di illudermi, e anche il terrore di ferirlo troppo. Ma so anche che più il tempo passa, se la situazione non cambia, più lo ferirò. E io non posso essere uno di quegli uomini che si fanno la doppia vita e mettono le corna. Sono notti e notti che non dormo, perché penso a come fare. A come essere davvero felice io senza abbattere lui. Perché lui mi ama, tantissimo. Sono giunto alla conclusione che dovrei impormi moralmente con durezza nella relazione, costringendolo a rivedere ulteriormente tutte le dinamiche che non riesco a sopportare. Portandolo ad essere meno apprensivo, meno attaccato, meno geloso. Ma è giusto? E non è che così lo farei soffrire ancora di più? Io dovrei fare ciò che nella vita odio fare: prendere le redini e dettare legge, mettendo da parte i miei sentimentalismi e la mia voglia di tranquillità e preparandomi a tante litigate. Perché se non riuscissi in questa operazione, prima o poi mi troverei di fronte al bisogno di dire basta o peggio ancora di fronte all'incubo di innamorarmi di un altro mentre ancora sto col mio ragazzo. Lo so che è intricato. Ma se aveste pensieri, consigli, pareri...è tutto bene accetto ragazz*, guardate, sono disperato.

Intanto, se ti poni questi problemi, vuol dire che lo ami anche se non sai che "forma" abbia l'amore. Ma è una cosa che ci vuol tempo a imparare, non farti fretta... Dovrai prima sbarazzarti delle macerie di quel che credevi (o credi ancora) fosse amore per capire cosa sia in realtà: qualcosa di poco spettacolare, anzi alle volte pure noioso come un volo intercontinentale.... ma che alla fine ti porta ad atterrare in un mondo completamente diverso da quello da cui sei partito. In questo tu e il tuo compagno potete, se volete, essere vicendevolmente "copiloti" di un volo che può portarvi ad una vita piena, serena e soprattutto degna di essere vissuta. Sta solo a voi e alla vostra volontà darci dentro e mettercela tutta per affrontare e risolvere lealmente e francamente i problemi che avete. Le possibilità non vi mancano.

 

Grazie per aver letto tutto (o parte eheh).

E' stato un piacere! Per me anche molto (re)-istruttivo: non c'è nulla di meglio che vedere altri vivere vicende simili alle proprie per capire un po' di più quello che si è vissuto di persona. E non se ne sa mai abbastanza...

 

Ciao

 

 

Trovo difficile rispondere a questi post perche' un anno fa mi sono trovato in una situazione simile... ma io ero l'appiccicoso! Non esattamente quanto il ragazzo di CereoMinor ma comunque stavo "soffocando" il mio compagno.

A questo punto bisognerebbe capire quanto sia consapevole lui del suo comportamento e quanto tu dai motivo di essere cosi' geloso... io stavo perdendo la persona piu' importante della mia vita e questo mi ha fatto capire tante cose... ho comunque molto bisogno di lui ed e' il perno della mia vita anche se spesso la cosa mi fa stare male... la.mia dipendenza intendo... quindi ti consiglio di.essere piu' che sicuro di non amarlo prima di buttare tutto all'aria... se io avessi letto un post come il tuo.scritto dal mio Lui sarebbe stata la realizzazione del mio peggior incubo... e ti dico che dopo un anno tra noi le cose sono molto migliorate grazie a quel periodaccio... per questo sottolineo... pensaci bene...

Liberarsi dalle dipendenze (anche "solo" affettive) non è impresa né facile né breve. Ne so anch'io qualcosa... L'importante è capire il prima possibile di cosa si tratta realmente per reagirci di conseguenza (cosa che a me non è riuscita tanto bene visto che, prima di riuscire finalmente ad afferrare il bandolo della matassa, i quaranta me li ero già lasciati alle spalle...)

 

Ciao

Edited by R.POST

 

 


Intanto, se ti poni questi problemi, vuol dire che lo ami anche se non sai che "forma" abbia l'amore. Ma è una cosa che ci vuol tempo a imparare, non farti fretta... Dovrai prima sbarazzarti delle macerie di quel che credevi (o credi ancora) fosse amore per capire cosa sia in realtà: qualcosa di poco spettacolare, anzi alle volte pure noioso come un volo intercontinentale.... ma che alla fine ti porta ad atterrare in un mondo completamente diverso da quello da cui sei partito. In questo tu e il tuo compagno potete, se volete, essere vicendevolmente "copiloti" di un volo che può portarvi ad una vita piena, serena e soprattutto degna di essere vissuta. Sta solo a voi e alla vostra volontà darci dentro e mettercela tutta per affrontare e risolvere lealmente e francamente i problemi che avete. Le possibilità non vi mancano.

 

 

Quoto.

Molti confondono l'amore con la passione, le famose "farfalle nello stomaco", che si sentono nei primi tempi di conoscenza e di storia.

Beh, l'amore è qualcosa di molto meno "effervescente", ma di molto piu' duraturo...l'autore del topic ci dice che loro due si piacciono esteticamente entrambi, che vanno d'accordo come carattere (a parte l'appiccicosità del fidanzato), e che pure a letto va bene... non mi sembra quindi il caso di certe coppie tristi che si fidanzano senza piacersi, vuoi fisicamente o mentalmente, solo per non stare da soli... quindi io non butterei via tutto cosi'...magari è giusto parlargli e spiegarli che se uno lavora o ha impegni non è che può stare sempre attaccato al cell, ma sono certo che se lo lasciasse quelle telefonate e quei messaggi gli mancherebbero...

Liberarsi dalle dipendenze (anche "solo" affettive) non è impresa né facile né breve. Ne so anch'io qualcosa... L'importante è capire il prima possibile di cosa si tratta realmente per reagirci di conseguenza (cosa che a me non è riuscita tanto bene visto che, prima di riuscire finalmente ad afferrare il bandolo della matassa, i quaranta me li ero già lasciati alle spalle...)

 

Ciao

Hai ragione... e sono ancora convinto che se con il mio compagno finisse non so se riuscirei a rimettere insieme i pezzi... ma sono molto piu' consapevole ora sopratutto perche' per quelle 48ore che siamo stati separati si e' reso conto di aver bisogno di me quanto io di lui e per ancora molto tempo non dovro' preoccuparmi di ricompormi come un puzzle! comunque grazie! ;)

 

@CereoMinor

Mi sembra di notare da quello che scrivi che tra di voi il problema, ti sembrera' assurdo dato lo scambio di sms, sia la comunicazione... il dirsi/scriversi le cose 1000 volte al giorno non garantisce che il messaggio passi efficacemente; e questo lo deduco anche dal tuo ultimo post dove dici che dovrai aiutarlo a cambiare ma senza dirglielo.... non la trovi una contraddizione in termini?!?!?! In una storia da soli si fa ben poco ... la cosa che devi assolutamente fare se vuoi investire in questo rapporto e non tenerlo in piedi per compassione, e' essere onesto... lo fai tacere, anche con mezzi coercitivi, e gli dici chiaro e tondo quello che hai detto a noi qui.... senza farti menate o limitandoti per le sue reazioni o risposte.... mettiti tu al centro e di come la pensi.... troppo spesso i rapporti vanno a farsi benedire perche' non si dice ma si ci si aspetta di venir capiti... hai tanto da dire... svuota il sacco e se il messaggio non viene recepito sai cosa fare, consapevole pero' di aver fatto tutto il possibile!

Edited by R.POST

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