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Secondo voi desiderare un fidanzato della stessa "razza" di Zac Efron è desiderare troppo ??


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Difatti io non lo capisco nemmeno tra etero; perché anche se fossi etero in toto io non farei mai cose del genere....andrei sempre e comunque solo con chi mi piace veramente e non avrei mai è poi mai relazioni aperte;

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Il punto è che è sbagliato fanne una questione generale. Ci sono gay che hanno coppie aperte e gay in coppia fissa. Non sei obbligato a fare nulla di ciò così come nessun etero è obbligato ad andare a prostitute, frequentare locali per scambisti ecc... quindi non è un vero problema questo.

Se uno è Troia Inside lo è sia da etero che da gay.

Cambia solo a chi rivolge la sua troiaggine.

 

Ma se tu dici che son cosí TUTTI i gay o TUTTI gli etero o ancora TUTTI i maschi,

Beh stai dicendo delle cavolate e non c'è manco bisogno di spiegartelo.

 

Tu sei gay e non sei cosí.

E ce ne sono molti di gay/etero/ragazzi cosí!

Guarda che sei tu che ti poni in modo molto intollerante verso chi ha modi di vivere e abitudini diverse dalle tue. Se vuoi essere rispettato devi innanzitutto rispettare gli altri, anche chi ha comportamenti che non ti piacciono, dato che non ti danneggiano in alcun modo. Ti danno fastidio? Chiediti perché, dato che nessuno ti vuole costringere a fare ciò che non ti va.

No, allora, non si sta capendo proprio quello che dico; sembra di parlare in ostrogoto; ognuno è libero di viversi la vita che vuole; e fin qui non ci piove; ma che io mi debba conformare a chi ha atteggiamenti che non sono consoni al mio modo di vedere le cose e di pensare....no, allora non ci sto; voi direte: ma nessuno ti dice niente; però dai discorsi che vengono fuori vi giuro che invece è proprio quello che emerge;

Nel momento in cui io dico: "vado solo con chi mi attrae fisicamente".... (Contando poi ovviamente anche cervello e il resto)....puntualmente ricevo risposte di persone che mi dicono che il mio modo di ragionare è sbagliato e che dovrei praticamente andare con anche chi non mi aggrada; e succede anche in giro; mica solo qui sul forum;

unmondomigliore

secondo me devi andare con i ragazzi che ti piacciono e che ti attraggono....

il che però non significa che debbano essere tutti come zac efron (e non puoi neanche pretenderlo)

che poi, detto fra noi, ci sono ragazzi molto più belli e allo stesso tempo molto meno popolari di zac efron....

Prima cosa, le coppie aperte esistono anche tra gli eterosessuali.

 

Punto secondo, nessuno ti sta chiedendo di conformarti a chi ha atteggiamenti non consoni ai tuoi. E' palese che, nella propria vita, uno sia libero di gestirsi come meglio ritiene a patto che non vada a ledere la medesima libertà altrui.

 

Concordo, comunque, sul fatto che sia difficile approcciarsi sessualmente con qualcuno che non aggrada: ciò non esclude, però, che la scoperta di particolari virtù caratteriali/comportamentali di quest'ultimo possano, nel tempo, scatenare un interesse che nella sua generalità sia in grado di rendere la persona attraente in toto. 

 

E' pressoché inutile stilare valutazioni numeriche e disquisire sulle dinamiche che intercorrono: l'attrazione verso una persona è quanto di più soggettivo, personale e individuale esista, e credo che nessuna legge scientifica sia in grado di schematizzarla. 

Edited by Laen
PietroUomoDiPietra

Ah, ok, forse ho capito. 

 

Secondo me, più che nella Chiesa (che ne è solo un cappello ideologico) il lato veramente pericoloso di questa società è il suo perenne stato di militarizzazione, in cui non vi sono reali periodi di pace ma soltanto tregue più o meno lunghe tra un conflitto e l'altro e che, nell'ottica del "si vis pacem para bellum" non smette mai realmente di essere in armi. Una situazione che ovviamente prima o poi non può che arrivare a confliggere direttamente anche con qualunque modello alternativo circa l'essere "uomo" o "maschio". Essere un maschio che invece di considerare un altro maschio solo come un potenziale avversario rispetto al quale essere sempre pronti alla possibilità di ingaggiare battaglia ed eventualmente eliminarlo, lo considera come un potenziale compagno di letto se non addirittura di vita, non è, per questo sistema, il migliore dei grattacapi con cui, al suo INTERNO, può augurarsi di doverci fare i conti.

E questo non solo sul piano strettamente e tecnicamente militare ma anche sul piano di quella che è forse la più lunga e ininterrotta guerra di sempre, ovvero quella contro le donne e la loro libertà di decidere, della propria vita, quel che gli pare. Diiscorso lungo comunque e, qui, inevitabilmente OT.

 

Ciao

Nel momento in cui io dico: "vado solo con chi mi attrae fisicamente"

 

Ti faccio un esempio personale, mi è capitato di uscire con un ragazzo che, la prima volta che l'ho visto, ho pensato "che brutto". Ci sono uscito per fare amicizia, per me non ha senso conoscere qualcuno col proposito di trovare un fidanzato, la trovo una cosa da problematici. Poi conoscendolo ho capito che mi interessava, che era molto attraente come persona e ci sarei pure stato, perché ciò che piace di una persona è quanto è capace di emozionarti, non è un questionario con caselle da compilare tipo "estetica sì, carattere no" ecc... Per dire che certe cose le capisci solo vivendole e non pensandoci troppo sopra.

@PietroUomoDiPietra E il cameratismo dove lo mettiamo? E lo spirito di squadra? Non so, io non ho mai vissuto il mio rapporto con gli altri uomini in modo competitivo, sarà che proprio la competitività non sta scritta nel mio DNA (e questo vale in generale, quando andavo a scuola o nello sport ho sempre avuto più spirito di squadra e di collaborazione piuttosto che spirito competitivo). Allo stesso modo vivo l'omosessualità come una particolare modalità (una meravigliosa modalità) di gioco di squadra, basato più sulla complicità che sulla lotta o sul possesso. Naturalmente mi sono messo con una persona che la pensa esattamente come me, che anche nell'azienda dove lavora viene apprezzata per la capacità di fare team più che per la determinazione nell'essere migliore degli altri. Io amo definire la coppia come una particolare squadra, dove non c'è spazio per le "lotte di potere" o le supremazie ma solo per la collaborazione e la comprensione. Mi sembrerebbe addirittura stupido o assurdo metterci a competere tra di noi, quando già la legge del più forte regna nel mondo "esterno".

Edited by wasabi

Per dire che certe cose le capisci solo vivendole e non pensandoci troppo sopra.

 

Che è poi il consiglio che abbiamo dato tutti....mettiti in gioco, conosci

veramente degli altri gay, invece di favoleggiare che siano altri ad interessarsi

a te e magari che questi altri siano pure strafighi o più belli.

PietroUomoDiPietra

@PietroUomoDiPietra E il cameratismo dove lo mettiamo? E lo spirito di squadra? Non so, io non ho mai vissuto il mio rapporto con gli altri uomini in modo competitivo.

 

Nemmeno io. Il competere con gli altri (soprattutto il competere distruttivo contro gli altri per avere la meglio), è un tratto appreso dalla vita di gruppo, non innato. Quanto al cameratismo e lo spirito di squadra vale, appunto, per le squadre, cioè per gruppi NON troppo grandi: se ci fai caso in genere le squadre di qualsiasi tipo (sportive, lavoro ecc.) difficilmente vanno oltre la ventina di persone e spesso si fermano prima: oltre questa cifra sembra non si possa fare a meno di frammentare i gruppi in sottogruppi... dando così inizio alle gerarchie e, con essa, alle competizioni per salire di grado e ottenere migliori "premi" (anche di tipo sessuale, un tempo più direttamente e oggi più indirettamente attraverso la mediazione dell'attrattiva che offre il disporre di maggiori risorse economiche). In questo non è che differiamo un granché da altri mammiferi gregari: la vera differenza è che noi "culturizziamo" tutto, trasformandolo alle volte in maniera impensabile... ma non per questo realmente sganciato dalle nostre origini naturali.

 

Per ora, almeno, non siamo ancora riusciti a diventare una specie completamente artefatta rispetto al resto del mondo vivente: con i progressi dell'ingegneria genetica è probabile però che le cose possano cambiare già nel corso di questo secolo. Ed è probabile, secondo me, che la componente conservatrice della comunità umana avrà in futuro ben altre gatte da pelare che non l'occuparsi di cosa la gente fa nel letto e con chi, anche se probabilmente l'omofobia, come il generale impicciarsi della vita privata degli altri, darà ancora parecchio filo da torcere prima di schiattare (mi auguro) una volta per tutte. Sono comunque abbastanza ottimista! :D

Edited by PietroUomoDiPietra

Ma poi Doctoralf88, adesso, a parte tutto, che ti frega di cosa dicono i tuoi amici su cosa è giusto e cosa no? Dai, comportati come ritieni più consono alla tua personalità e non farti influenzare e dalle generalizzazioni da bar.

 

Perchè se dici: "ah però i gay sono degradati perchè fanno (o dicono di fare) questo e quello" stai pubblicamente offendendo prima di tutto te stesso perchè basi le tue riflessioni sul sentito dire, dimostrando di non conoscere affatto nè tutti i gay, nè cosa arrivano a combinare alcuni etero. E, addirittura, lasci passare il messaggio che ti senti "forzato" a conformarti (malvolentieri...) ad un modello di concezione delle relazioni sociali che non ti garba. Ora, va bene che hai una gran voglia di iniziare le prime esperienze, ma non c'è bisogno di nessuno che ti autorizzi ufficialmente a fare o ti vieti ufficialmente di fare un qualcosa piuttosto che un qualcos'altro.

 

Tu hai il timone, e tu decidi. E non devi renderne conto agli altri. Se tu vuoi fare qualcosa, fallo. Se tu non vuoi fare qualcosa, non farlo.

 

Il mondo non si divide fra gay e etero, il mondo si divide fra gente che la pensa come te, gente che la pensa parzialmente come te, gente che la pensa in maniera opposta alla tua, e gente che prima la pensa in un modo e poi in un altro.

 

Non sprecare il tuo tempo a scandalizzarti per chi non la pensa come te, cerca invece chi condivide le tue rifessioni.

Secondo me, più che nella Chiesa (che ne è solo un cappello ideologico) il lato veramente pericoloso di questa società è il suo perenne stato di militarizzazione, in cui non vi sono reali periodi di pace ma soltanto tregue più o meno lunghe tra un conflitto e l'altro e che, nell'ottica del "si vis pacem para bellum" non smette mai realmente di essere in armi. Una situazione che ovviamente prima o poi non può che arrivare a confliggere direttamente anche con qualunque modello alternativo circa l'essere "uomo" o "maschio". Essere un maschio che invece di considerare un altro maschio solo come un potenziale avversario rispetto al quale essere sempre pronti alla possibilità di ingaggiare battaglia ed eventualmente eliminarlo, lo considera come un potenziale compagno di letto se non addirittura di vita, non è, per questo sistema, il migliore dei grattacapi con cui, al suo INTERNO, può augurarsi di doverci fare i conti.

E questo non solo sul piano strettamente e tecnicamente militare ma anche sul piano di quella che è forse la più lunga e ininterrotta guerra di sempre, ovvero quella contro le donne e la loro libertà di decidere, della propria vita, quel che gli pare. Diiscorso lungo comunque e, qui, inevitabilmente OT.

 

Ciao

Nell'antichità la pace era vista da tutti gli storici come semplice preparazione alla guerra, e la storia umana interessante era solo o principalmente storia di guerra. per esempio fra gli storici greci. Eppure i greci non avevano troppi problemi col sesso fra uomini...

PietroUomoDiPietra

Nell'antichità la pace era vista da tutti gli storici come semplice preparazione alla guerra, e la storia umana interessante era solo o principalmente storia di guerra. per esempio fra gli storici greci. Eppure i greci non avevano troppi problemi col sesso fra uomini...

 

Su questo, per quanto riguarda l'aspetto MILITARE del più famoso di questi casi di presunta "benevolenza", sono andato a vedere un paio di cose qui: http://www.giovannidallorto.com/saggistoria/tebe/tebe.html e mi pare che, nello specifico i  problemi c'erano eccome se, addirittura, un generale NEMICO si è preso la briga di verificare addirittura SUI MORTI che, appunto, non vi era stato alcunchè di "irregolare". Una compagnia dell'esercito (tanto più quando si tratti di un reparto di professionisti) NON è una compagnia di amanti ma semmai una compagnia di COMPLICI (come è d'altronde assolutamente necessario in quelle che, sfrondate di ogni retorica, non sono altro che bande addestrate di assassini), che non è precisamente un rapporto di amore e non potrebbe diventarlo senza rischiare di mettere a repentaglio l'incolumità di tutta la squadra.

 

Che poi, all'interno di queste strutture composte da soli maschi possano ALLE VOLTE imboscarsi per bene ANCHE degli omosessuali (e onestamente non della miglior specie...) questo non le fa certo diventare omofile, anzi. Ti basti pensare che per rimanere all'Italia, fino a quando era ancora in vigore l'esercito di leva, dichiarare alla visita di leva (dimostrandolo) di essere gay era motivo di ESCLUSIONE dal servizio militare. Se questo è non avere problemi con l'omosessualità beh, dovresti farmi la cortesia di chiarire bene cosa sia per te "un problema".

 

Cerchiamo poi, se non è chiedere troppo, anche di non scambiare le fantasie dei film porno pieni di marines, poliziotti e soldati gay che più gay non si può, per la realtà, non fosse che perché la realtà dice che, negli ambienti forzosamente popolati da soli maschi, lo sfogo sessuale principe della stragrande maggioranza degli interessati non è affatto il "convertirsi" all'omosessualità, fosse pure temporaneamente, ma piuttosto il ricorso massiccio alla vecchia, cara e sempre disponibile "Federica", relegando l'omosessualità ai soli direttamente interessati - cioè gli omosessuali effettivamente tali che, nell'esercito come in altre istituzioni composte da soli maschi, peraltro non sono in realtà significativamente di più di quanto non lo siano in altri ambiti meno "costretti" (diciamo che, se fuori sono DUE su cento, dentro sono al massimo TRE su cento, non precisamente una variazione di quelle che ti cambiano la vita...).

Edited by PietroUomoDiPietra

Se la competitività è contenuta non è un male

soprattutto se la intendiamo in chiave maschile

come capacità di raggiungere un risultato.

 

Cioè nella fattispecie riuscire a rimorchiare qualcuno

 

Non tutti ( impossibile ) non il migliore ( difficile )

ma una persona che volevo rimorchiare

 

Altro discorso è se questa competitività si riveste di

caratteristiche diverse, tipo la conferma di una efficienza

personale, il confronto continuo, l'espressione di una

aggressività ( diretta o indiretta )

 

Poi è chiaro che in un rapporto di coppia deve decollare

la capacità di cooperare

 

Non credo sia neanche esatto dire che certi aspetti siano

prerogativa maschile, anche le donne possono essere

competitive e aggressive, anche se in forme diverse rispetto

a quelle maschili ( mediamente l'aggressività femminile è

più indiretta...è più facile cioè che Tizia ferisca Caia, preferendogli

Sempronia )

 

Fra gay bisogna saper riconoscere competitività e aggressività

femminili e certe dinamiche peculiari...tutto qui.

Non è possibile cambiare direttamente ma è possibile capire da dove arrivano e perché li hai in una data forma. Che è poi la base per avviare, se interessa, un loro riorientamento. Caspita c'è gente che è arrivata a cambiare orientamento sessuale VOLONTARIAMENTE vuoi che non ci sia alcuna possibilità di rimodulare i propri gusti? E che siamo, topi???

 

Sì siamo animali come i topi, fattene una ragione. E tu hai 54 anni e di sessualità la tua generazione non ne capisce NULLA. Uno non rimodula un bel niente, nasce com'è e lo resta tutta la vita, è così difficile da comprendere e da accettare?

Edited by Rotwang
PietroUomoDiPietra

@Hinzelmann - forse mi sono dimenticato di precisarlo ma non intendevo affatto parlare male della competizione IN ASSOLUTO ma solo della competizione sessuale, soprattutto di quella che scaturisce direttamente dagli ormoni e che normalmente, quanto entra in azione, il cervello neanche più si ricorda dove l'ham messo. Una competizione INTELLIGENTE per affermarsi e magari anche migliorare l'ambiente sociale che ci circonda (ad esempio cercare di raggiungere una posizione di comando perché si è sinceramente convinti di avere idee migliori dei dirigenti in carica) ha tutto il mio favore, anzitutto perché è quasi sempre una competizione MERITOCRATICA e non basata solo sull'uso diretto o indiretto della forza - cioé, in una parola, sul sopruso, cosa in cui  invece la competizione sessuale, in mancanza di argomenti migliori, tende a degenerare fin troppo spesso e quel che è peggio anche in situazioni in cui la "competizione" non ha alcun senso razionale (ad esempio la precedenza sulle strade con alterchi che anche troppo spesso arrivano alle mani se non peggio).

Devo anche onestamente riconoscere che i gay non sono certo immuni dalla competitività sessuale anche se non emerge molto spesso. A me è capitato più di una volta, di fronte al vedermi "soffiare" qualcuno che stavo "curando", di lasciarmi prendere da un bell'attacco di stizza... e non penso proprio di essere l'unico!

 

 

Sì siamo animali come i topi, fattene una ragione. E tu hai 54 anni e di sessualità la tua generazione non ne capisce NULLA. Uno non rimodula un bel niente, nasce com'è e lo resta tutta la vita, è così difficile da comprendere e da accettare?

 

Sì, se so che NON è vero. Quanto alla sessualità della mia generazione... credimi, NON la cambierei con quella della tua nemmeno se mi pagassero. Ed è tutto dire...

Dai; allora uno si alza la mattina dopo una vita per esempio da etero e alzandosi quella mattina dice: "t'ho da oggi sono gay!!!".....ma non è possibile...

PietroUomoDiPietra

Dai; allora uno si alza la mattina dopo una vita per esempio da etero e alzandosi quella mattina dice: "t'ho da oggi sono gay!!!".....ma non è possibile...

"Una mattina" no ma dopo un (bel) po' di mattine può succedere. Ed è pure successo una marea di volte. Ripeto (per la millesima volta): il fatto che qualcosa sia DIFFICILE da cambiare non significa che sia anche impossibile o IMMUTABILE . L'unica cosa che c'è di immutabile nella vita è la morte: per il resto una persona può mutare, tra quanto è sotto il controllo della sua mente (che NON è la stessa cosa di "sotto il controllo della coscienza", attenzione), QUALSIASI cosa se le circostanze lo richiedono o lo impongono. E per "circostanze che lo richiedono o lo impongono" intendo (spero mi si capisca una buona volta) qualcosa di un "attimino" più consistente che l'essere sceso dal lato sbagliato del letto o dell'essersi presi una capocciata da qualche parte

 

Dev'essere chiaro, prima di proseguire ulteriormente la discussione, che un simile cambiamento non avviene semplicemente "volendolo" alla stregua di un "voglio farmi un caffé"; ci devono essere motivazioni MOLTO POTENTI per avviare un processo del genere; non bastano le parole, ci vogliono dei MOVENTI in grado di smuovere le forze più profonde della mente (per inciso le stesse forze che a suo tempo si sono fissate su un orientamento piuttosto che un altro e che l'hanno fatto TUTT'ALTRO che a caso: forze che non sono controllate dalla coscienza... perché iin realtà è la coscienza ad essere controllata da loro e non il contrario, come invece tanti "curatori" hanno voluto dare a bere: in queste cose non vale il detto "volere è potere" ma esattamente il suo contrario: "potere è volere").

 

Per spiegarmi ancora meglio: queste forze sono arrivate ad un certo assetto (in cui è incluso ANCHE l'orientamento sessuale ma ovviamente non solo quello) come risultante di rapporti di forze che, se si sono assestate su un certo tipo di equilibrio è perché semplicemente, dopo aver valutato TUTTE le circostanze (un processo che dura ANNI e ANNI via via che, di pari passo con la crescita fisica del cervello, la mente si struttura in maniera sempre più sofisticata mentre l'individuo diventa gradualmente adulto), non hanno trovato un equilibrio migliore e, se vuoi che cambino assetto, DEVI proporre loro un equilibrio migliore di quello che hanno raggiunto autonomamente, altrimenti ringraziano... e si tengono giustamente quello che hanno.

 

Va da sé che il "proporre un equilibrio migliore" significa ben altro che fare discorsetti più o meno edificanti a favore di una scelta piuttosto che di un altra: a queste forze, che costituiscono una "coscienza altra" al servizio della normale coscienza ma completamente autonoma da essa, devi DIMOSTRARE COI FATTI che l'equilibrio che proponi al posto di quello già raggiunto sia migliore di quest'ultimo e l'unico modo di convincere questa è proporgli degli esempi concreti e funzionanti. Altrimenti, semplicemente, non ti sta nemmeno a sentire per l'ottimo motivo che i "discorsetti" se li è fatti a suo tempo da sola e, prima di decidersi, ha valutato TUTTE le possibilità in campo e, se nel frattempo, di queste possibilità non è cambiato nullla... non se ne fa nulla, punto e a capo. I cambiamenti che richiedono, per essere attuati, un intervento di questa "seconda coscienza" non si possono semplicemente porre come una "richiesta di discussione" ma piuttosto vanno posti come un qualcosa che assomiglia molto alla richiesta di riapertura di un processo in tribunale: senza elementi NUOVI per riaprire il processo e rivedere il giudizio semplicemente non si riapre un bel nulla, in qualunque lingua minacci di metterti a piangere. Proprio non c'è verso di ottenere le cose in questo modo, nemmeno se, per dire, ci si propone anche solo di smettere di fumare... figurati per il resto!

 

Se mi hai letto fino a qui avrai capito da solo che il timore che qualcuno possa cambiare orientamento sessuale semplicemente perché qualcuno lo ha "convinto" a parole o perché in una chiacchierata gli è stato "suggerito" che potrebbe essere o non essere quel che pensa di essere (scusa il giochino di parole ma ogni tanto mi diverto anch'Io!) NON HA ALCUN MOTIVO DI ESISTERE e, se esiste, è semplicemente perché tanti "orgogliosi" e "accettati" al momento del dunque si rivelano tutt'altro che tali (al punto da aver paura né più né meno DEI FANTASMI) e in realtà rivelano:

1) di non conoscersi per quello che sono e di essere non "gestori" della propria omosessualità ma, ad andar bene, soltanto degli "utenti" di un qualcosa che si trovano addosso e di cui, oltre al "pigia quel bottone piuttosto che quell'altro" come si impara a fare con i televisori, di sé stessi non conoscono in realtà nulla: quel che c'è dietro la loro stessa vita gli appare solo come una cantina nera in cui non andare a guardare troppo approfonditamente per paura che salti fuori chissà quale mostro divoratore.

2) che al di là delle chiacchiere sul proclamarsi "liberati", "emancipati", "accettati" e chi più ne ha più ne metta, in realtà sono ancora profondamente influenzati dai condizionamenti dell'ideologia eterosessuale che, sebbene (forse) non ci classifichi più come "malati" continua però a considerarci come un corpo estraneo al resto della comunità umana. Cosa che conduce al contrapporsi a questi condizionamenti non per SUPERARLI E DIMENTICARSENE UNA VOLTA PER TUTTE (che implica il conseguimento di una VERA identità sociale, politica e culturale CONDIVISA tra tutti e per il quali occorre qualcosa di più sostanzioso dei carrozzoni ballanti che si mandano a sfilare ai pride), ma piuttosto per evitare che, a furia di sentirseli ripetere, qualcosa dentro di sé finisca per "dargli ragione" (indice anche qui che quanto a identità reali e non solo di facciata siamo messi un po' maluccio).

 

Tutto questo, detto senza tanti giri di parole, si chiama in un solo modo: avere la coda di paglia e, al di là dello stretto necessario dal punto di vista "tecnico", non sapersi realmente accettare come realmente diversi dagli altri, con tutte le sue logiche conseguenze (e pure qualche serio prezzo da pagare in termini di rottura e di "non-integrazione" con il resto della società) E questo lo si vede molto chiaramente pure nell'operato di tanti gay, ANCHE politicizzati che, apparentemente emancipati e "auto-accettati" fuori ma profondamente conformisti dentro, cercano ogni modo per sostituire una normatività eterosessuale inapplicabile per evidente mancanza dei requisiti tecnici, con una sorta di "normatività interna" in cui alle volte sembra quasi che sia "vietato" non dico pensare diversamente dalla "maggioranza" ma alle volte anche solo "osare" pensare di farlo per cui, automaticamente, tutto quello che riguarda gay e mosessualità viene posto in una sorta di limbo intoccabile in cui non è ammesso discutere di nulla che lo riguardi. Ovvero, dentro in altro modo, si creano un insieme di DOGMI su un fantomatico "corretto modo di pensare all'omosessualità e agli omosessuali" che, oltre ad assomigliare fin troppo ad alcune vecchie cosucce (allo stalinismo per esempio...) è anche il modo più rapido e "corretto" di finire per non capirci più niente di sé stessi, tarpando così sul nascere qualunque reale emancipazione dalle ideologie dominanti (che, in questo contesto, finiscono per vincere con la sola forza dei numeri: tanto, da fuori, non le rimette in discussione quasi nessuno...) e, quel che più conta, impedire una reale ricerca della felicità per le persone che, oltre che nascere dall'effettiva comprensione di sé stessi e dei propri bisogni, non può che essere "su misura" e quindi anticonformista per costruzione.

 

Ciao

Edited by PietroUomoDiPietra

Eh che idioti quelli che soffrono di omosessualitá

Giágiá..

Che stupidi quelli che vengono bullizzati e quelli che si ammazzano..

 

Basterebbe un mesetto a dirsi allo specchio

"non mi piace il cazzo!"

Per guarire! <_<

 

Ma funziona anche con gli etero o solo con chi soffre di omosessualitá?

 

 

 

Se uno non riesce ad accettarsi

Non è dicendogli che deve fingersi etero che lo si aiuta

Ne dicendogli che deve fare un percoso per guarire.

 

Il percorso deve esserci ma allo specchio devi dire

"amo gli uomini e non c'é nulla di male o di innaturale!"

Non "me devo fá piace la fica!"

 

 

Ps.

Magari pensando fortemente di esser piû alto,

Posso guadagnare qualche cm...

Edited by faby91
PietroUomoDiPietra

Eh che idioti quelli che soffrono di omosessualitá (....) Posso guadagnare qualche cm...

 

Come tuo solito, nella tua infinita presunzione di aver capito tutto, non hai capito un emerito cazzo...Tanto per cambiare. Forse, se rileggi più lentamente  quel che c'è scritto (e non quello che CREDI ci sia scritto), ci riesci come ci sono riusciti tutti quanti... E se poi, dei due cervelli che hai, usi quello che sta nel cranio anziché quello su cui stai seduto, le probabilità di successo aumentano...

 

Buon week-end....

PietroUomoDiPietra

Secondo me più che una questione di testa è una questione di istinto; la testa viene dopo; ovvero quando bisogna accettare la cosa;

 

Vero anche questo; però la nostra specie non ha un vero e proprio istinto, cosa che ha costituito per la stessa un netto vantaggio riproduttivo (non esistono per noi "stagioni degli accoppiamenti" ma semplicemente la gente si accoppia quando gli va di farlo). Questo punto è fondamentale da comprendere perché tra le altre cose priva di ogni significato tecnico il concetto di "sessualità contro natura" in quanto di naturale (nel senso di comportamento obbligato da meccanismi e predisposizioni naturali) in realtà non c'è nulla. Tutti i condizionamenti che guidano la nostra sessualità in una direzione piuttosto che in un'altra non sono di per sé condizionamenti specificamente sessuali ma piuttosto condizionamenti "imprestati" per favorire la preferenza verso un sesso piuttosto che l'altro - tra cui il più noto, nei maschi è di ricercare o meno le tette e chi le porta, che peraltro alcuni vedono come l'unico effettivo "commutatore" tra eterosessualità e omosessualità; manca però qualsiasi spiegazione convincente a sostegno di questa congettura, oltretutto gà debole di suo in quanto dimentica completamente di "spiegare" i bisessuali, che rischiano di fare la stessa fine... dei calabroni in aerodinamica: "la teoria dice che non possono volare... però volano!" ;)

Edited by PietroUomoDiPietra

Il problema degli omosessuali italiani non è certo il dogmatismo

stalinista con cui applicherebbero una presunta ideologia LGBT

ma semmai l'esatto contrario, la debolezza dei gay italiani nell'elaborare

e formulare un pensiero politico gay.

 

Abbiamo avuto ed in parte ancora abbiamo gay antagonisti, gay cattolici

gay liberali gay comunisti e non....gay e basta, come all'estero.

 

Questa critica avrebbe forse un senso se rivolta a comunità gay

organizzate e potenti...mentre qui in Italia si discute ancora di ghetti

e sulla esistenza o meno di una comunità.

 

Per quel che mi riguarda e lo dico senza nessuna coda di paglia o fastidio

personale, sul piano storico mi pare che sia un modo di raccontare la realtà

italiana alla rovescia. 

PietroUomoDiPietra

Il problema degli omosessuali italiani non è certo il dogmatismo

stalinista con cui applicherebbero una presunta ideologia LGBT

ma semmai l'esatto contrario, la debolezza dei gay italiani nell'elaborare

e formulare un pensiero politico gay.

 

Abbiamo avuto ed in parte ancora abbiamo gay antagonisti, gay cattolici

gay liberali gay comunisti e non....gay e basta, come all'estero.

 

Questa critica avrebbe forse un senso se rivolta a comunità gay

organizzate e potenti...mentre qui in Italia si discute ancora di ghetti

e sulla esistenza o meno di una comunità.

 

Per quel che mi riguarda e lo dico senza nessuna coda di paglia o fastidio

personale, sul piano storico mi pare che sia un modo di raccontare la realtà

italiana alla rovescia. 

 

In effetti non mi riferivo a un dogmatismo politico in senso stretto (il riferimento allo stalinismo non è in senso politico ma piuttosto al suo modo di fare: il conformarsi al pensiero del cosiddetto "piccolo padre" era un atteggiamento che pervadeva tutto, anche l'andare al cesso, e che, con Lysenko, arrivò a produrre devastazioni anche in campo scientifico) ma ad un certo dogmatismo di pensiero in senso generale: qualsiasi posizione che, anche indirettamente, si ponga nell'ottica di discutere di omosessualità, omosessuali, ambiente gay ecc con un approccio dal respiro un po' più ampio del solito  "va tutto ben, madama la marchesa" viene visto come un attacco personale alla gente in quanto tale, con reazioni che fanno pensare che qualsiasi taglio diverso dall'approvazione incondizionata e assoluta di tutto quel che ha a che fare con i gay sia di fatto proibito e "tabu":

 

Non so poi se questa "reattività" sia peculiare della sola situazione italiana o sia invece un tratto generalizzabile anche ai gay di altri paesi; so solo che la spinta che ne deriva a esentare tutto quel che riguarda i gay dall'essere sottoposto a qualunque critica, fosse pur minima e implicita, taglia le gambe a qualsiasi evoluzione (anche politica) di quasi ogni tipo di dibattito in cui, per arrivare a dei risultati, la libertà di critica e soprattutto di "critica antipatica" (ma articolata e motivata) deve avere piena cittadinanza anche quando tocca, appunto, dei tabù o dei modi di pensare più o meno convenzionali e "di massa".

 

Da questo punto di vista, peraltro, il fatto che in Italia le contrapposizioni avvengano tra gay sulla base dei propri schieramenti politici e ideologici anziché sulla base di differenze di vedute riguardo alle proprie esigenze come "gay e basta" lo trovo come minimo sintomatico: se in qualche modo, per una fragilità secondo me di fondo, è vietato discutere su sé stessi, finisci per discutere di altro facendolo entrare a forza anche quando non c'entra nulla. Il mio riferimento alle "code di paglia" era proprio rivolto a questo aspetto: al di là della facciata, ci si sente in effetti ancora insicuri di noi stessi al punto che si preferisce andare (fin troppo comodamente) a discutere di cosa pensano gli altri di noi piuttosto che discutere di cosa pensiamo NOI di noi stessi.

Dall'alto dei miei 6963 messaggi...si fa per dire ovvio,

mi sentirei di contraddirti

 

In moltissimi casi e su moltissimi argomenti, al punto tale

che io direi "potenzialmente in tutti" c'è un rischio di personalizzare

la polemica.

 

E' estremamente facile che un gay si risenta....quasi per qualunque

argomento ; forse per una sensibilità marcata al giudizio altrui, forse

per una emotività un po' allo sbaraglio. La spiegazione non è facile

perchè in realtà non si riescono ad individuare dei "temi caldi", tanto

è vero che io mi limito a ipotizzare che possa esistere una pressione

generale al "divide et impera" senza però riuscire ad individuarla o

descriverla

 

( da cui l'effetto dell'alzare lo steccato intorno al proprio orticello personale,

anche se dentro l'orto ci sta una età anagrafica, un certo aspetto esteriore

ed un certo modo di comportarsi...aspetti cioè su cui si dovrebbe poter discutere

con liberalità e leggerezza e che non dovrebbero poter dividere )

 

Poi certo il mezzo virtuale aiuta ad esprimere una aggressività a cui corrisponde

nella realtà quotidiana un livello più o meno ampio di autocensura e repressione

( anche emotiva )

 

Esiste poi una cospicua dose di critica esterna su temi di interesse collettivo

pagine e pagine di critiche al gay pride, da parte di persone che non ci vanno

con argomenti sempre uguali ; pagine e pagine di critiche su orgoglio gay ed

etichette etc. da parte di chi le rifiuta etc 

 

Queste critiche tendono ad essere sempre uguali, ripetitive...complice anche

il fattore età ( il forum è giovane ) quindi viene incoraggiata una risposta standard

 

In questo caso il tema di interesse collettivo viene discusso da chi a titolo

individuale rifiuta il fatto di avere una coscienza collettiva gay. Ed è da questo

rifiuto pregiudiziale che nasce la percezione di esternalità della critica.

PietroUomoDiPietra

 

Dall'alto dei miei 6963 messaggi...si fa per dire ovvio,

mi sentirei di contraddirti.

 

:) 

 

 

 

In moltissimi casi e su moltissimi argomenti, al punto tale

che io direi "potenzialmente in tutti" c'è un rischio di personalizzare

la polemica.

 

E' estremamente facile che un gay si risenta....quasi per qualunque

argomento ; forse per una sensibilità marcata al giudizio altrui, forse

per una emotività un po' allo sbaraglio. La spiegazione non è facile

perchè in realtà non si riescono ad individuare dei "temi caldi", tanto

è vero che io mi limito a ipotizzare che possa esistere una pressione

generale al "divide et impera" senza però riuscire ad individuarla o

descriverla

 

( da cui l'effetto dell'alzare lo steccato intorno al proprio orticello personale,

anche se dentro l'orto ci sta una età anagrafica, un certo aspetto esteriore

ed un certo modo di comportarsi...aspetti cioè su cui si dovrebbe poter discutere

con liberalità e leggerezza e che non dovrebbero poter dividere )

 

Qui forse occorre precisare qualcosa: quando dico che c'è una pressione (piuttosto forte per come la vedo io) ad allinearsi e a conformarsi secondo un certo "credo", mi riferisco proprio ad una fenomeno di gruppo che di per sé è solo la risultante di "sintonie" implicite su aspetti, come l'autodifesa più o meno istintiva e non necessariamente molto elaborata, da quelli  che. altrettanto istintivamente, sono percepiti come "attacchi" (tra cui si sono, non ci piove, ANCHE attacchi veri e propri in cui ovviamente l'autodifesa è legittima).

E' in effetti una situazione in cui le risposte, più che essere elaborate in senso stretto dal gruppo sono in realtà selezionate tra le "migliori" (sul piano della risposta più efficace sui due piedi, non necessariamente sul piano della solidità degli argomenti) di quelle che ciascun membro del gruppo elabora di volta in volta spontaneamente e che in effetti, più che risposte, sono slogan per riaffermare se stessi e il proprio gruppo in una dinamica non molto diversa da quella che anima la tifoseria di una squadra di calcio in cui, quando una partita va storta, la colpa è di tutti tranne che, come succede il più delle volte, del puro caso (se la partita non è truccata...) o delle deficienze tecniche della propria squadra (caso normalissimo quando si parla di squadre non di punta).

Una dinamica, è importante da comprendere, che funziona da sola senza il bisogno di alcuna direzione esplicita e cosciente. I gay in un certo senso tendono a "funzionare" in questo modo perché, anche se sono già "gruppo" sono ancora ben lungi dal divenire "squadra" (cosa che, ovviamente, ha poi le sue brave ripercussioni sull'efficacia dell'azione politica visto che, al dunque, viene a mancare secondo me l'elemento fondamentale per difendersi efficacemente, cioè l'avere una identità sociale SOGGETTIVA ben definita da cui si possa, tanto per dirne una, cominciare a dar vita ad un "sindacato dei gay" o comunque qualcosa di affine).

 

Il resto che citi secondo me sono soltanto varianti del tema appena detto, in cui entrano in ballo fattori generazionali, culturali, personali ecc. che però non mutano la natura del quadro d'insieme. Finché manca una identità ben definita attorno a cui coalizzarsi, le risposte agli attacchi ai gay e alle loro manifestazioni, qualunque sia la loro natura, intenzionalità e "viralità", continueranno ad essere, proprio perché istintive e immediate, molto meno efficaci di quel che potrebbero essere e sarebbe  necessario che fossero. Un'efficacia di cui invece godono gli avversari antigay, proprio grazie al possesso di una identità culturale e sociale lungamente elaborata e rodata nel tempo. E per rimarcare dove possa arrivare, in termini di risultati, il possesso di una solida identità come soggetto sociale basta guardare a quanto ottenuto dalle donne e dalla classe operaia che, nel giro di meno di due secoli, hanno cambiato la società (non da soli ma giocando un ruolo determinante) a livelli prima semplicemente impensabili.

 

 

"Una mattina" no ma dopo un (bel) po' di mattine può succedere. Ed è pure successo una marea di volte. Ripeto (per la millesima volta): il fatto che qualcosa sia DIFFICILE da cambiare non significa che sia anche impossibile o IMMUTABILE . L'unica cosa che c'è di immutabile nella vita è la morte:

 

Beh non mi pare ci sia molto da capire.

Tu sei uno psichiatra? Non credo.

E non credo nemmeno che sia questa la soluzione.

 

Per il resto io sono un forumista come te

Quindi non ti permettere di insultarmi

Visto che non abbiamo sta confidenza e manco mi conosci.

 

Se sei in grado di ribattere solo insultando

Beh stai zitto vhe fai piú bella figura.

 

Puó darsi (spero) di aver capito male ma se è cosí

Spiegamelo al posti di dire che non ho cervello.

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