lollone Posted November 24, 2013 Share Posted November 24, 2013 Zero Zero Zero è un romanzo-inchiesta di Roberto Saviano, pubblicato con la Feltrinelli Editore il 5 aprile 2013.[1]L'argomento centrale del libro è la cocaina, della quale lo scrittore cerca di sfatare i più grandi tabù[2], raccontando l'evoluzione dei cartelli sudamericani (soprattutto messicani), i loro violenti metodi di esecuzione, i loro rapporti con le istituzioni locali, e la storia dei boss del "petrolio bianco". Quest'estate sotto l'ombrellone ho visto veramente tante persone leggere questo romanzo e volevo sapere se a qualcuno era piaciuto o meno. Io l'ho letto, all'incirca fino a metà... non sono riuscito ad arrivare alla fine. L'unica parola che mi riesce è "brutto", l'argomento della cocaina, degli effetti, del consumo e del perchè se ne faccia uso è veramente una parte misera, perchè il romanzo si concentra totalmente nel racconto delle varie vicissitudini dei clan mafiosi. è tutto un elenco di uccisioni, di chi aveva il potere, di boss, di luoghi messicani e colombiani. Io l'ho trovato terribile, l'ho prestato a due altre persone, interessate dalla figura di Saviano dopo Gomorra, e sono state, anche loro, delusissime. Saviano già mi stimola poco, ma tutto ciò che scrive è veramente ridondante... sembra di leggere la storia di El Padrino su wikipedia. Ripeto... TERRIBILE!! Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
bastian Posted November 24, 2013 Share Posted November 24, 2013 ero anche io tra quelli che sotto l'ombrellone, quest'estate, leggevano il nuovo "best-seller" di roberto saviano - e uso l'inglesismo non a caso... diversamente da te, nutro una sorta di tenerezza nei confronti dell'autore: senza dover credere al suo eroismo e alla sua onestà intellettuale o, piuttosto, alla sua capacità di trasformare in oro qualunque storia di cronaca della "mala" racconti, la conseguenza del fatto di aver pubblicato un libro di straordinario successo qual è stato "gomorra" - ossia, lo stravolgimento più radicale della sua vita e delle sue abitudini - mi fa puntualmente scorgere nei suoi occhi, nella serietà del suo volto, un che, non lo so, che mi tocca, forse addirittura mi commuove, insomma che semplicemente non mi lascia indifferente. quasi come se sentissi ogni volta, di là dallo schermo, nelle sue parole, una voce che non dice, al di qua delle parole o delle cose che dice, se non questo: la situazione di un uomo che avrebbe fatto a meno di essere oggetto dell'attenzione di un pubblico, peraltro numerosissimo e che volentieri - immagino - rinuncerebbe al suo ruolo di "scortato" o di voce civile del cosiddetto belpaese per tornare, qualche ora, ad essere un uomo, né più né meno che un uomo, come gli altri. ma va bene, lascio stare, passo al libro. l'ho letto fino in fondo, anche se avrei potuto benissimo interrompere la lettura, all'incirca, come te, alla metà. tutti quegli intrecci, sì, "alla Padrino", tutti quei dialoghi tra il re di un cartello e il suo affiliato, e la donna del re di quest'altro cartello e l'amico del fratello del re di questi altri affiliati... sfogliavo le pagine, ogni tanto perdendo il mio sguardo nel mare, pensando: ma perché scrivere un romanzo? come diavolo fa, roberto saviano, a sapere che i protagonisti reali del business della coca hanno pensato o detto questo o quest'altro? sono d'accordo con te: a tratti, mi è sembrato, per lo più, il testo per la sceneggiatura di un prossimo film. mi ha delusa, sì. e sono arrivata fino in fondo, forse, proprio per poterlo dire, senza riserve. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
lollone Posted November 24, 2013 Author Share Posted November 24, 2013 l'ho letto fino in fondo, anche se avrei potuto benissimo interrompere la lettura, all'incirca, come te, alla metà. tutti quegli intrecci, sì, "alla Padrino", tutti quei dialoghi tra il re di un cartello e il suo affiliato, e la donna del re di quest'altro cartello e l'amico del fratello del re di questi altri affiliati... sfogliavo le pagine, ogni tanto perdendo il mio sguardo nel mare, pensando: ma perché scrivere un romanzo? come diavolo fa, roberto saviano, a sapere che i protagonisti reali del business della coca hanno pensato o detto questo o quest'altro? sono d'accordo con te: a tratti, mi è sembrato, per lo più, il testo per la sceneggiatura di un prossimo film. mi ha delusa, sì. e sono arrivata fino in fondo, forse, proprio per poterlo dire, senza riserve. Ah ecco mi sembrava. Si effettivamente poi perde veramente troppa credibilità quando non viene specificata nemmeno una fonte da dove ha preso tutte quelle informazioni. è troppo inventato... a tratti diventa ridicolo. riporta dei pensieri, delle parole etc etc ... che nessuno ha mai saputo e saprà mai. Probabilmente un giorno, appena ne avrò voglia, arriverò fino in fondo per confermare quello che penso/pensiamo. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
lorecap Posted November 25, 2013 Share Posted November 25, 2013 non cosa mia - il cervello per me e' cosa 'sacra'. Pero' altri se vogliono droghe, per me ne hanno il diritto. Chi sono io per dire qualcosa sulla questione. Gia si fanno tanto male nelle cheba d'ufficio che non si puo' dire nulla. Sennattezza e coerenza. http://it.wikipedia.org/wiki/Cheba 8 ore alla settimana per a mala poena farcela nel mettere qualche soldino da parte - chi nemmeno quello. Per poi noiarsi in ufficio nel fare poco o niente. Altro che cocoacina, la peggior droga e il lavoro Dipendente. Noia Uccide. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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