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bah.

 

se c'è uno stato d'animo a cui la religione cattolica "invita" i suoi fedeli è il pentimento, ovvero il riconoscimento del peccato quale insopprimibile origine delle umane generazioni.

 

prima ancora che la constatazione della condanna biblica nei confronti dell'omosessualità, quello che a me ha sempre colpito tanto della religione ebraica (vecchio testamento) quanto della posteriore religione cristiana (nuovo testamento) è che, entrambe, edifichino sul peccato originale di adamo e di eva il fondamento dei loro princìpi.

 

l'uomo e la donna sono peccatori: gli uni perché cedono alla tentazione di conoscere ciò che dio ha stabilito portando alla luce, dal buio del nulla, l'universo vivente del creato in tutte le sue forme; le altre perché, nate dalla costola dei primi, predestinate a essere compagne - quando non causa - della loro sventura - o della loro perdizione.

 

ebraismo e cattolicesimo si fondano sul peccato: chi crede in Jahvè lo espierà ogni giorno nell'arco della sua esistenza e, attenendosi rigorosamente ai suoi comandamenti, attenderà il suo giudizio nell'aldilà; chi crede in Dio Padre e in suo Figlio Gesù Cristo attenua forse questo sostrato tramite il riferimento agli insegnamenti eminentemente cristiani: il perdono, la carità, la fratellanza, tramandateci dai Vangeli.

 

ma i dieci comandamenti escludono, comunque, anche per un cristiano, salvo il raro esempio dei santi, si possa essere su questa terra immuni dal peccato.

(la quasi totalità dei cristiani credenti nella professione della Chiesa vi entra, nella sostanza, per confessare e chiedere perdono a Dio e alla sua Trinità per i suoi peccati quotidiani: in fondo, più che dire "sono un cristiano", questo cristiano dovrebbe dire "ogni giorno provo a essere un cristiano, e ogni giorno fallisco").

 

questo per dire che, se credessi nella religione cattolica e nella Chiesa, mi sentirei comunque un essere in difetto, mortificato nella mia carnalità, in cerca della misericordia di Dio, e non tanto perché omosessuale, ma perché donna, costola dell'uomo: entrambi, tutti, agli occhi di Dio, peccatori.

 

e amen.

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Una vita di valore... questa frase mi ha fatto tristezza... gli omofobi al confronto sono dei santi... ma ti rendi conto di quello che dici una vita di valore??? Tutte le vite hanno un valore UGUALE che razza di discorsi fai tu fai lo stesso ragionamento dei razzisti peggio peggio dei cristiani hai tempi delle crociate... una vita di valore... non esiste un valore per una vita e sono persone come te che fanno differenza tra una vita e l'altra... ne la tua ne la mia vita e neanche quella di tutte le persone brave e oneste vale di più di quella di un criminale anche dei peggiori... la differenza sta nella felicitá

 

Chiuditi in una cosa con cinque omofobi e poi ne parliamo. La verità fa male, meglio nascondersi dietro un futile e deleterio buonismo.

 

bhe diciamo che la religione cattolica insegna a trasmettere l'amore tra le persone, ma questo non può avvenire con persone dello stesso.

Diciamo che anche la religione ha dei vincoli...

 

L'amore nel Cattolicesimo equivale a convertire e a mortificare. Chi afferma diversamente non conosce la dottrina.

 

Ci sono persone che credono in un Dio e persone che non ci credono, io però non vedo motivo perchè un ateo debba imporre agli altri di essere tale, come un credente debba fare la stessa cosa.

Ognuno è libero di credere in quello che vuole!

 

Ognuno è libero di credere in ciò che vuole ma non deve imporre la propria religione, come fanno le sette proselitrici ( come quelle cristiane ).

Vedo sempre con pregiudizio i "cattolici" non praticanti, ma che si professano tali e che dispensano sentenze e ammonizioni gratuite. Sarò io ad avere una visione integralista della chiesa, ma secondo me non bastano i discorsi pacificatori del papa buono di turno per cambiare la realtà della Chiesa.

Magari il motivo è che le etichette mi sono sempre state strette perché troppo restrittive (…). La soluzione per me è cambiare confessione.

Edited by AirTotem
Mercante di Luce

Questi temi si sono stati affrontati in mille discussioni precedenti.

Mi stupisco ancora che ci sia qualcuno che creda alla propaganda di questo papa e alla pubblicità fatta dai mezzi di comunicazione, basta sentire i suoi discorsi interamente per capire che da un colpo al cerchio ed uno alla botte. Rivoluzioni (ma anche evoluzioni) e chiesa cattolica non fanno parte dello stesso mondo.

 

Mi stupisco altrettanto che ci sia chi si riesca a dichiarare senza dubbi cattolico e omosessuale, come già avuto modo di discutere in precedenza.

Nessuno mi ha mai dato risposte, se non "il papa non è infallibile" (ma il cattolicesimo predica queste cose da ben prima degli ultimi 10 papi!) e la religione si può liberamente interpretare.

E allora perché non seguire una dottrina cristiana già in partenza più affine? (e ce ne sono...)

ma i dieci comandamenti escludono, comunque, anche per un cristiano, salvo il raro esempio dei santi, si possa essere su questa terra immuni dal peccato.

 

(la quasi totalità dei cristiani credenti nella professione della Chiesa vi entra, nella sostanza, per confessare e chiedere perdono a Dio e alla sua Trinità per i suoi peccati quotidiani: in fondo, più che dire "sono un cristiano", questo cristiano dovrebbe dire "ogni giorno provo a essere un cristiano, e ogni giorno fallisco").

 

questo per dire che, se credessi nella religione cattolica e nella Chiesa, mi sentirei comunque un essere in difetto, mortificato nella mia carnalità, in cerca della misericordia di Dio, e non tanto perché omosessuale, ma perché donna, costola dell'uomo: entrambi, tutti, agli occhi di Dio, peccatori.

 

e amen.

In realtà non è che serva la religione cattolica a farci rendere conto di essere imperfetti, a parte qualche caso di vanità sfrenata, sappiamo tutti di esserlo.

Però l'imperfezione che contraddistingue l'umanità intera è il realtà il nostro motore, quello che ci fa muovere o almeno abbozzare dei passi verso qualcosa che non raggiungeremo mai. Tuttavia riuscire a vedere quel qualcosa, quel miraggio ci permette comunque di camminare e fare anche grandi viaggi. Dopotutto mi viene da pensare come un vecchio adagio che l'importante sia il viaggio più che la meta.

 

A me hanno sempre un po' inquietato i ricami che ha fatto la chiesa cattolica per costruirsi l'immagine di un cristo perfetto (L'immacolata concezione di Maria aggiunta nel 1854 da Pio IX e il concepimento verginale di Gesù ad opera del secondo concilio di costantinopoli nel 533) e lasciare al contempo questo alone del peccato originale da espiare...

 

A me, forse in quanto uomo, l'imperfezione piace assai, la riconosco parte di me e del mondo e ci convivo serenamente. Questa assunzione non dovrebbe togliermi affatto la ricerca di migliorare.

 

La perfezione mi da un po' l'immagine dei bellocci patinati da copertina con tutti gli anfratti del corpo pluridefiniti grazie a photoshop, magari fanno carne però dopo un po' diventano terribilmente noiosi.

 

La perfezione ha un grave difetto: ha la tendenza ad essere noiosa. (William Somerset Maugham)

 

Dopotutto i cristiani hanno a che fare con un dio che si è voluto sporcare nel fango ed ha voluto assaporare l'umanità nella sua interezza e nelle sue limitazioni, non capisco quest'ostinazione cattolica per nascondere probabilmente una delle immagini più belle del cristianesimo.

 

E allora perché non seguire una dottrina cristiana già in partenza più affine? (e ce ne sono...)

 

Questa è una domanda in cui nei mille topic precendeti non ho mai trovato una risposta convincente :hm:

Hahahahahahahahaha ma sai che cose è il cristianesimo? Evoluto? Ma se è sempre lo stesso da 2000 anni hahahaha

 

Infatti sostengo che il Cristianesimo non sia una religione valida, forse mi sono espresso mae. Ad ogni modo questo culto, come qualsiasi altro, è in costante cambiamento e molto diverso da quello di 2000 anni fa.

 

ma i dieci comandamenti escludono, comunque, anche per un cristiano, salvo il raro esempio dei santi, si possa essere su questa terra immuni dal peccato.

(la quasi totalità dei cristiani credenti nella professione della Chiesa vi entra, nella sostanza, per confessare e chiedere perdono a Dio e alla sua Trinità per i suoi peccati quotidiani: in fondo, più che dire "sono un cristiano", questo cristiano dovrebbe dire "ogni giorno provo a essere un cristiano, e ogni giorno fallisco").

 

questo per dire che, se credessi nella religione cattolica e nella Chiesa, mi sentirei comunque un essere in difetto, mortificato nella mia carnalità, in cerca della misericordia di Dio, e non tanto perché omosessuale, ma perché donna, costola dell'uomo: entrambi, tutti, agli occhi di Dio, peccatori.

 

e amen.

 

Il tuo discorso torna, sopratutto per il rapporto con la carnalità, però è condivisibile in parte.

Non credo che il cristianesimo si fondi esclusivamente sul peccato, ma anche sulla sofferenza come il buddismo per esempio.

Poi c'è da considerare che a differenza delle altre religioni, ha un concetto potente dalla sua parte, che è quello della Grazia, cioè la possibilità di Dio di concedere una benevolenza all'uomo, malgrado la sofferenza e la condizione del peccatore. Per liberarlo. Molti hanno sperimentato sulla propria pelle questo concetto, Simone Weil è stata una delle testimoni più importanti (ha infastidito persino molti cattolici) e non era di certo un'invasata, visto che a suo tempo fu pure marxista e anticlericale.

Io credo che ci siano dei lati positivi nel cristianesimo, ma che come accade anche con le filosofie vengono sempre abbassati e livellati all'egoismo umano.

Edited by Rui

beh, @Rui, non a caso escludevo "il raro esempio dei santi" dal mio discorso.

Simone Weil, secondo molti studiosi, lo è stata. e, se agli occhi dei cattolici del tempo poté sembrare un'eretica, è proprio perché seppe incarnare con l'esempio della sua attività di operaia e partigiana quella comprensione e quella volontà di stare dalla parte dei più deboli che è quanto esattamente il cristianesimo insegna (non a caso, la figura di Cristo trova estimatori in altri pensatori/scrittori/poeti atei e di sinistra: vedi, ad esempio, Pasolini).

non bisogna essere credenti o cattolici per amare Cristo.

le scelte che Simone Weil affrontò nell'arco della sua breve vita testimoniano infatti, in un certo senso, lo scandalo della sua cristianità. e, non a caso, la sua filosofia è considerata sia politica che "mistica":

 

quanto alla "grazia", il discorso è molto complesso. ma in ogni caso il concetto di peccato la presuppone. 

Il tuo discorso torna, sopratutto per il rapporto con la carnalità, però è condivisibile in parte.

Non credo che il cristianesimo si fondi esclusivamente sul peccato, ma anche sulla sofferenza come il buddismo per esempio.

Poi c'è da considerare che a differenza delle altre religioni, ha un concetto potente dalla sua parte, che è quello della Grazia, cioè la possibilità di Dio di concedere una benevolenza all'uomo, malgrado la sofferenza e la condizione del peccatore. Per liberarlo. Molti hanno sperimentato sulla propria pelle questo concetto, Simone Weil è stata una delle testimoni più importanti (ha infastidito persino molti cattolici) e non era di certo un'invasata, visto che a suo tempo fu pure marxista e anticlericale.

Io credo che ci siano dei lati positivi nel cristianesimo, ma che come accade anche con le filosofie vengono sempre abbassati e livellati all'egoismo umano.

 

Non è così. Ogni religione ha una corrente salvifica. Nel Buddhismo, ad esempio, c'è la corrente Nichiren che afferma che recitare il mantra ideato dal fondatore porta alla salvezza in ogni caso. Per non parlare dell'Amidismo, un'altra corrente buddhista che ha come pratica la recitazione di un altro mantra, un'invocazione per il Buddha Amida che fa automaticamente accedere al suo paradiso. Queste due tradizioni sono le forme attualmente più diffuse di Buddhismo.

Ovviamente ci sono differenze tecniche ma la formula è la stessa: se hai fede, sarai salvato. E' uno stratagemma tattico e vincente,  perché il più delle persone così non deve sforzarsi per essere di valore e può condurre la loro vita senza essere particolarmente disturbate.

Argomento spinoso. Ho letto questo pensiero qualche tempo fa, e devo dire che mi trovo molto d'accordo con l'autore.

 

 

 

Vorrei una religione che mi aiutasse a coesistere con il mondo.
Vorrei una religione che mi insegnasse ad imparare dai miei sbagli e non ad averne paura.
Vorrei una religione che non mi incasinasse la testa con illusioni.
Vorrei una religione che mi donasse beatitudine senza condizionare il mio essere.
Vorrei una religione che accettasse che l’essere se stessi non vuol dire essere diverso.
Vorrei una religione che mi insegnasse a guardare dentro di me… nel più profondo della mia anima.
Vorrei una religione che non mi raccontasse ogni volta la stessa storia con le stesse battute.
Vorrei una religione che mi illuminasse nei giorni bui; che mi calmasse nel momenti di panico; che mi mostrasse la via quando l’avrò smarrita.
Vorrei una religione che non mi desse dubbi.
Vorrei una religione pronta a mostrarmi, oltre alle persone, alla terra, al male, al bene, al denaro, ai peccati, alle cose materiali, al razzismo, all’omofobia, la vera ”Essenza” della vita.
Vorrei una religione che semplicemente non mi condizionasse.
Vorrei una religione…;  

Ovviamente ci sono differenze tecniche ma la formula è la stessa: se hai fede, sarai salvato. E' uno stratagemma tattico e vincente, perché il più delle persone così non deve sforzarsi per essere di valore e può condurre la loro vita senza essere particolarmente disturbate.

 

Pare che alcuni passi del vangelo non siano così banali però:

 

 

Se uno dice: «Io amo Dio», ma odia suo fratello, è bugiardo; perché chi non ama suo fratello che ha visto, non può amare Dio che non ha visto.

 

Parlate e agite come persone che devono essere giudicate secondo la legge di libertà.

Perché il giudizio è senza misericordia contro chi non ha usato misericordia. La misericordia invece trionfa sul giudizio.

A che serve, fratelli miei, se uno dice di aver fede ma non ha opere? Può la fede salvarlo?

Se un fratello o una sorella non hanno vestiti e mancano del cibo quotidiano, e uno di voi dice loro: «Andate in pace, scaldatevi e saziatevi», ma non date loro le cose necessarie al corpo, a che cosa serve?

Così è della fede; se non ha opere, è per sé stessa morta.

Anzi uno piuttosto dirà: «Tu hai la fede, e io ho le opere; mostrami la tua fede senza le tue opere, e io con le mie opere ti mostrerò la mia fede».

 

Se c'è un paradiso insomma, pare che sia anche pieno di atei :)

Sì ma se una religione ti dice ama il tuo prossimo e tu lo prendi a coltellate mica te la puoi prendere con quella religione... :D

 

Più che le religioni in sé è la parte non laica che cerca di renderle attraenti e comode (chi avrebbe mai pensato alle cristoteche o ai casinò di CL? :D ), in genere non mai apparso molto comodo "porgere l'altra guancia".

 

 


in poche parole non raggiungeremo mai un'intesa..

 

e secondo te perchè non ho partecipato quasi per niente? Ogni volta che si tocca l'argomento non si arriva mai ad una conclusione. Il tutto condito da offese a chi crede da parte di alcuni atei che che praticamente ci danno dei deficenti...

Mercante di Luce

In realtà il problema non è relativo all'omosessualità e alla religione, ma ad alcune religioni e come si possa coerentemente dichiararsi omosessuali e appartenenti ad un dato culto che dispregia l'omosessualità.

Razionalmente non ho MAI avuto risposte credibili.

@Mercante di Luce

 

normalmente una persona nasce all'interno di una religione più o meno praticata in famiglia e lasciare la religione non è facile. è un tradimento agli insegnamenti che si ha ricevuto e alla tradizione.

 

l'essere omosessuali invece non viene insegnato dai genitori ma ci si scopre da soli omosessuali.

 

le due cose purtroppo non sono troppo conciliabili tra loro (far parte di una comunità religiosa ed essere omosessuale) e da qui nascono i conflitti interiori che gli omosessuali religiosi hanno.

 

come "soluzione" al conflitto c'è chi convive con entrambe le cose, c'è chi reprime la propria omosessualità, c'è chi lascia la religione. alla fine penso che qualsiasi soluzione al conflitto religione-omosessualità è in un qualche modo dolorosa per la persona che la fa.

Per quanto mi riguarda l'unica cosa dolorosa è che la kiesa, in Italia, riesce ad imporre la sua morale anche a chi non si riconosce in essa, attraverso le leggi dello stato che dovrebbe essere laico

Bergoglio, al di la dei toni, non ha cambiato di una virgola questa consuetudine

Mercante di Luce

@Mercante di Luce

 

normalmente una persona nasce all'interno di una religione più o meno praticata in famiglia e lasciare la religione non è facile. è un tradimento agli insegnamenti che si ha ricevuto e alla tradizione.

 

l'essere omosessuali invece non viene insegnato dai genitori ma ci si scopre da soli omosessuali.

 

le due cose purtroppo non sono troppo conciliabili tra loro (far parte di una comunità religiosa ed essere omosessuale) e da qui nascono i conflitti interiori che gli omosessuali religiosi hanno.

 

come "soluzione" al conflitto c'è chi convive con entrambe le cose, c'è chi reprime la propria omosessualità, c'è chi lascia la religione. alla fine penso che qualsiasi soluzione al conflitto religione-omosessualità è in un qualche modo dolorosa per la persona che la fa.

Scusami ma queste sono banalità e non sono una risposta alla domanda che continuo a porre, al vuoto.

Certamente chi nasce in Italia è molto probabile che, anche non nascendo in una famiglia strettamente cattolica, cresca in un ambiente fortemente cattolicizzato.

Ma raggiunta l'età della ragione è giusto fare delle scelte e non capendo come qualcuno possa fare una scelta di compromesso ne chiedo una spiegazione, una spiegazione logica.

@Mercante di Luce

 

le cose che ti insegnano da piccolo sono difficili da abbandonare. così funziona l'educazione.

 

perchè credi che i bambini vengano battezzati a 0 anni invece che a 20 anni ?

 

perchè si fa religione a scuola ? che credi: per condizionare la gente.

Edited by marco7

In realtà il problema non è relativo all'omosessualità e alla religione, ma ad alcune religioni e come si possa coerentemente dichiararsi omosessuali e appartenenti ad un dato culto che dispregia l'omosessualità.

Razionalmente non ho MAI avuto risposte credibili.

Francamente la questione più spinosa è come fare a identificarsi in una religione che ti disprezza (o meglio non ti accetta) e in generale non ti vuole comprende (nel senso di contenere) al suo interno..

Il punto è che ci sono omosessuali che possono trovarsi d'accordo con gli ideali di una certa religione e questo lo capisco,

ma come si fa a superare la questione precedente?

Credo che queste persone siano in un certo senso masochiste, perché credere in una religione che non vuole saperne niente di te in qualche modo ti fa soffrire, e quindi penso che riescano a conciliare omosessualità e religione perché sono più abituati o propensi (una sorta di monaci) alla sofferenza

 

ma questa è una mia personalissima opinione e con questo non voglio offendere nessuno..

Mercante di Luce

@Mercante di Luce

 

le cose che ti insegnano da piccolo sono difficili da abbandonare. così funziona l'educazione.

 

perchè credi che i bambini vengano battezzati a 0 anni invece che a 20 anni ?

 

perchè si fa religione a scuola ? che credi: per condizionare la gente.

 

No, mi dispiace, non mi accontento di una giustificazione del genere.

Sicuramente l'educazione e l'ambiente influiscono, ma gli alti tassi d'abbandono del cattolicesimo e le sempre più persone che non hanno timore nel dichiararsi agnostiche o atee dimostrano che si riesce a slegarsi dall'educazione impartita.

In più quella spiegazione può reggere sotto un profilo di fede, e allora io reputo ragionevoli due strade:

-mi considero un peccatore e mi comporto da peccatore, come insegna la mia Chiesa Cattolica, ovvero reprimo la mia sessualità e non ho rapporti

-mi converto ad un'altra chiesa, sempre cristiana, che sia più in linea col mio pensiero

NON trovo logiche motivazioni, né mi sono mai state date, a chi continua a vivere nella Chiesa Cattolica dichiarandosi apertamente cattolico pur non vivendo nei suoi dettami. Per me questa è ipocrisia.

Perché va bene l'indottrinamento e tutto, ma la logica è logica e se credo che dato comportamento mi manderà all'inferno, probabilmente evito di perseguirlo, mentre se non lo credo perché dovrei aderire ad una chiesa che lo fa?

 

 

Francamente la questione più spinosa è come fare a identificarsi in una religione che ti disprezza (o meglio non ti accetta) e in generale non ti vuole comprende (nel senso di contenere) al suo interno..

Il punto è che ci sono omosessuali che possono trovarsi d'accordo con gli ideali di una certa religione e questo lo capisco,

ma come si fa a superare la questione precedente?

Credo che queste persone siano in un certo senso masochiste, perché credere in una religione che non vuole saperne niente di te in qualche modo ti fa soffrire, e quindi penso che riescano a conciliare omosessualità e religione perché sono più abituati o propensi (una sorta di monaci) alla sofferenza

 

ma questa è una mia personalissima opinione e con questo non voglio offendere nessuno..

Non trattandosi propriamente di una questione minore come il celebrare la messa in un certo modo, ma di una spinosa questione etica, io non riesco a capire come ci si possa trovare d'accordo e riconoscersi in una religione che condanna apertamente e senza mezzi termini l'atto omosessuale e vivere bene la propria omosessualità, atti omosessuali inclusi.

Non credo alla spiegazione del "masochismo", perché quello sarebbe qualcuno che si reprime e crede in toto a ciò che dice la Chiesa Cattolica. E pur non condividendo, è un comportamento perfettamente logico!

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