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I diritti LGBT in Arabia Saudita


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I diritti LGBT in Arabia Saudita non vengono in alcun modo riconosciuti. L'omosessualità risulta molto spesso essere un tabù e non è assolutamente affrontata dalla società, essendo poi illegale e tra l'altro punita con la reclusione, punizioni corporali pubbliche e a volte con la morte.

Sessualità "differenti" da quella etero sono ritenute crimini e malattie, palesi segni della decadenza e dell'immoralità dell'Occidente secondo le autorità e l'opinione pubblica del regno saudita.

 

Dal 1928 l'omosessualità (il reato di sodomia) è punita come la fornicazione, se il colpevole è un uomo sposato deve subire la lapidazione fino alla morte, se invece si tratta di uno scapolo la pena ammonta a 100 frustate nella pubblica piazza e l'esilio per un anno.

Nel primo decennio del XXI secolo si hanno notizie soprattutto di imprigionamenti sommari di lavoratori perlopiù stranieri colpevoli di "sodomia".

 

La Costituzione dell'Arabia non prevede alcun diritto alla privacy, il governo può con un semplice ordine del tribunale intercettare comunicazioni private o pedinare sudditi sospetti. Qualsiasi difesa legale ai diritti LGBT è proibita, e le unioni non etero oltre a non essere riconosciute possono essere utilizzate come prove per avviare procedimenti penali.

Celebre un fatto del 2010, il principe saudita Saud bin Abdulaziz bin Nasser Al Saud, venne accusato di omicidio del suo compagno maschio durante una vacanza a Londra ed è stato successivamente condannato in patria ad una lunga pena detentiva: secondo il giudice il principe usufruiva del proprio servitore per ottenere prestazioni sessuali oltre a pagare altri uomini per lo stesso intento.

 

La censura è feroce, tutti i temi ritenuti offensivi per la famiglia reale e l'Islam sono sottoposti a proibizioni nei media, ovvero: giornali, fumetti, riviste, pubblicità, film, trasmissioni televisive, pagine web, CD, VHS, DVD, cassette musicali, oltre a tutti i software video installati nei computer venduti all'interno del regno saudita. Le sale cinematografiche pubbliche sono vietate dal 1980. Gli utenti che su Internet cercano di accedere a pagine web riguardanti argomenti e diritti LGBT vengono bloccati.

 

Le giovani donne non sposate sono tenute rigorosamente separate dai giovani uomini single. Questo a prima vista potrebbe dare la sensazione superficiale che vi sia un'accettazione nascosta dell'omosessualità e della bisessualità in ambienti esclusivamente maschili. Ma tenersi per mano e i baci sulla guancia sono per molti giovani uomini del mondo arabo fatti comuni e simboli di amicizia fraterna, non di attrazione sessuale tra uomini.

Dati i limitatissimi contatti sessuali con le donne prima dei matrimoni, anche per il pericolo connesso di avere una donna sposata ed incinta, vi è un certo grado di quasi obbligata bisessualità che coinvolge sia maschi che femmine. Vi sono rapporti indicanti che tale fenomeno di situazioni bisessuali stia diventando sempre più comune. Il Mutawwi'a, la polizia religiosa per la propagazione della virtù e la prevenzione del vizio vede nell'omosessualità uno dei suoi principali obiettivi di lotta.

 

Il travestitismo è illegale per la giurisprudenza islamica. I transessuali non possono ottenere il diritto di cambiare sesso. Alcune donne saudite si travestono da uomini al fine di eludere le restrizioni che devono affrontare in abiti femminili, ad esempio il divieto di transito in certi luoghi o di entrata in molti edifici pubblici.

Edited by Rotwang
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https://www.gay-forum.it/topic/25636-i-diritti-lgbt-in-arabia-saudita/
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E' improprio parlare di diritti GLBT.

Infatti scrivi:

 

 

Dal 1928 l'omosessualità (il reato di sodomia) è punita come la fornicazione

Il che vuol dire che essere omosessuale è gravissimo, grave come il tradimento etero...

 

Direi quindi che il problema va molto al di là dell'omosessualità.

C'è un solo modo di vivere la sessualità ed è l'eterosessualità

e un solo modo di vivere l'eterosessualità: all'interno del matrimonio.

Dal 1928 l'omosessualità (il reato di sodomia) è punita come la fornicazione, se il colpevole è un uomo sposato deve subire la lapidazione fino alla morte, se invece si tratta di uno scapolo la pena ammonta a 100 frustate nella pubblica piazza e l'esilio per un anno.

 

strana legge di cui non capisco il senso: mi pare non favorisca i matrimoni di copertura...

unmondomigliore

Mi sembra sia giusto parlare di ''persecuzione', un po' come succede in Uganda, anche se qui le punizioni includono perfino la pena di morte. 

 

peccato che l'ONU possa fare davvero poco in casi come questi. Io sarei in favore di un boicottaggio, ma purtroppo l'arabia saudita è un grande partner commerciale. Comunque non è solo la situazione degli omosessuali che mi indigna, ma anche la condizione delle donne e dei bambini. Non hanno rispetto per i diritti umani.

Edited by unmondomigliore

E' improprio parlare di diritti GLBT.

 

 

Direi quindi che il problema va molto al di là dell'omosessualità.

C'è un solo modo di vivere la sessualità ed è l'eterosessualità

e un solo modo di vivere l'eterosessualità: all'interno del matrimonio.

 

Infatti la situazione dei diritti LGBT è questa :) certo che è improprio menzionarli in casi simili.

AndrejMolov89

Il problema sostanziale è che la religione è fusa con lo stato. Manca il principio di laicità ergo tutte queste putrescenze dell'essere umano sono espresse da un intera cultura. Non si può parlare di diritto, qualora il diritto sia fuso con una morale religiosa, seems legit. Non hanno tecnicamente parlando dei diritti, non possono neppure se scegliere di osservare una propria morale o una morale diversa da quella islamica. Il problema LGBT è strettamente connesso alla laicità di stato, senza quella, senza una totale epurazione della religione dallo stato, non si possono neppure configurare i diritti umani basilari.

il problema dei paesi mussulmani è che non sono democrazie. quando anche loro avranno la democrazia i diritti civili basilari saranno introdotti.

 

Non è che le due cose vadano necessariamente a braccetto: democrazia è uno stato dove il potere è assegnato al popolo, ma può anche essere un potere assoluto che sopprime le libertà ed i diritti individuali o comunque li comprime al pari di una dittatura.

 

 

 

 

senza una totale epurazione della religione dallo stato, non si possono neppure configurare i diritti umani basilari.

 

Anche su questo nesso ci andrei cauto.

Stati atei ne abbiamo conosciuti, ma non mi sembra siano stati molto rispettosi dei diritti umani.

D'altra parte uno stato dove il capo civile è anche capo religioso ed i ministri religiosi siedono de iure nella Camera dei Pari, come è l'Inghilterra, non si può dire sia irrispettoso dei diritti umani, anzi sta ben sopra la media mondiale e forse anche europea.

Edited by Mario1944
unmondomigliore

il problema non è la religione, ma l'integralismo religioso. La religione islamica è tollerabile finché non sfocia in violenza e aggressione verso il ''diverso''. L'applicazione della Sharia è semplicemente inconcepibile. Nessuno vieta alla gente di credere in quello che vuole, ma c' è un'enorme distinzione fra legge e religione. Non si può usare la religione come scusa per giustificare le più grandi atrocità verso il genere umano (mutilazioni, torture, pene di morte).

 

Ad esempio l'Albania è uno stato a maggioranza musulmano ma non applica la Sharia.

AndrejMolov89

 

 


Anche su questo nesso ci andrei cauto.
Stati atei ne abbiamo conosciuti, ma non mi sembra siano stati molto rispettosi dei diritti umani.
D'altra parte uno stato dove il capo civile è anche capo religioso ed i ministri religiosi siedono de iure nella Camera dei Pari, come è l'Inghilterra, non si può dire sia irrispettoso dei diritti umani, anzi sta ben sopra la media mondiale e forse anche europea.

Diciamo che la formulazione esatta sarebbe in uno stato fuso con un ideologia religiosa o politica totalitaria. Le religiosi su questo aspetto sono totalitarie, l'esistenza di coscienze diverse da quella religiosa o di partito (che sia ateo o bacia banchi) non si possono configurare diritti umani sostanziali e di conseguenza civili e sociali, al massimo vengono concessi dei diritti arbitrariamente (ovvero quando metti in discussione qualcosa oppure sei qualcosa che non dovrebbe esistere)

 

 


il problema non è la religione, ma l'integralismo religioso.

 

Ma a ben guardare non è neppure l'integralismo religioso il problema, finché almeno gli effetti valgano per chi vi aderisce spontaneamente e vi conforma la sua condotta.

Il problema nasce quando si pretende che le leggi civili obbediscano o quanto meno non violino le regole religiose seguite da una parte, pur anche maggioritaria, di una nazione:

se tutti fossero in Italia cattolici rigorosamente osservanti o in Turchia mussulmani o ebrei in Israele o indù in India ecc., non ci sarebbe nulla d'iniquo ad adeguare le leggi alle regole religiose vigenti.

Ma è sufficiente che vi sia anche solo un dissidente o dalla religione o da una certa interpretazione della religione, per rendere iniquo l'adeguamento generale.

   

@Greed89, mi riferivo alla tua affermazione:

 

 

 


senza una totale epurazione della religione dallo stato, non si possono neppure configurare i diritti umani basilari.

 

Non credo che questo sarà mai possibile, quando una data religione sia parte delle tradizioni ancestrali di un popolo o comunque sia quella professata dalla maggior parte dei cittadini o da una parte notevole di loro.

Del resto una totale epurazione è stata tentata in certi paesi nel secolo scorso, ma con esiti disastrosi e per di più avendo acceso piuttosto che spento il sentimento religioso, tanto più perché si tentò di sostituire l'antica religione d'un dio con la religione non meno fanatica ed intollerante del proletariato o della nazione.

Come direbbero gli antichi, in medio stat virtus: è opportuno che uno stato consideri i sentimenti religiosi tradizionali della sua civiltà o della maggioranza dei suoi cittadini, purché questo non porti a calpestare i diritti di chi professa altre religioni o non ne professa nessuna.

AndrejMolov89

Su questo sono d'accordo, il problema non è tanto la religione come ideale nell'ottica di gestire uno stato, il problema sussiste

qualora le leggi siano una formalizzazione di ciò che dice la religione. Questo intendevo, non l'annullamento totale del pensiero religioso nella politica, purché non infetti il funzionamento dello stato plurale e laico.

unmondomigliore

Su questo sono d'accordo, il problema non è tanto la religione come ideale nell'ottica di gestire uno stato, il problema sussiste

qualora le leggi siano una formalizzazione di ciò che dice la religione. Questo intendevo, non l'annullamento totale del pensiero religioso nella politica, purché non infetti il funzionamento dello stato plurale e laico.

in realtà questo succede anche in Italia, o in molti altri stati solo apparentemente laici...basti pensare che negli USA l'adulterio è illegale. In michigan è punibile con l'ergastolo a vita. Perché ? per una setta religiosa che comanda : i mormoni..

 

 


in realtà questo succede anche in Italia, o in molti altri stati solo apparentemente laici...basti pensare che negli USA l'adulterio è illegale. In michigan è punibile con l'ergastolo a vita. Perché ? per una setta religiosa che comanda : i mormoni..

 

Ma..... quando si tratta di adulterio, forse più che la religione potè la gelosia.....

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