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I diritti LGBT in Iran


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Dopo aver postato la situazione dei diritti LGBT in Arabia Saudita, mi sembra giusto illustrare la situazione in Iran, antagonista e contraltare dell'Arabia, ma molto spesso faccia della stessa medaglia.

 

Nel XX secolo sotto il regno degli Scià, specialmente sotto l'ultimo monarca, Mohammad Reza Pahlavi, l'omosessualità era tollerata a tal punto da avere di notizie di matrimoni tra persone dello stesso sesso, coperti dai media. Tra la metà e la fine degli anni '70, alcuni iraniani dettero vita ad organizzazioni per i diritti gay, sul modello del Movimento di Liberazione Omosessuale dell'Occidente. Fino alla Rivoluzione, esistevano locali notturni gay senza alcun tipo di sanzione o restrizione. Ovviamente però sotto lo Scià l'argomento LGBT era ancora spesso un tabù.

 

La scrittrice femminista iraniana Janet Afary ha sostenuto che la Rivoluzione del 1979 è stata in parte motivata dall'indignazione morale contro il regime dello Scià (visto come decadente e sostenitore della rivoluzione sessuale) e in particolare contro un non riconosciuto matrimonio tra due uomini legati alla corte imperiale. Ciò spiega la virulenza omofobica in Iran.

 

Il governo teocratico insediato dopo la Rivoluzione islamica del 1979 stabilì che omosessuali, lesbiche e transessuali erano condannati dall'Islam ad affrontare punizioni e prigionie sotto il nuovo codice penale. Nel 1986 i transessuali sono stati riclassificati come "eterosessuali". Nel 2007 l'allora Presidente iraniano, Mahmoud Ahmadinejad disse che in Iran i gay e le lesbiche non esistevano. Le operazioni per il cambio di sesso sono consentite ed eseguite molto spesso in tutto l'Iran. I transessuali possono quindi cambiare chirurgicamente il proprio sesso e i propri documenti e sposarsi legalmente con uomini.

 

Dopo il 1979 il codice civile è la Shari'a islamica, e tutti i rapporti sessuali che si verificano al di fuori del matrimonio etero tradizionale (cioè sodomia o adulterio) sono illegali e non vi è distinzione giuridica tra rapporti omosessuali consensuali o non consensuali. Relazioni tra persone dello stesso sesso in privato sono un crimine la cui massima pena è la morte (anche se in genere non è attuata), invece lo stupro nei confronti di una persona dello stesso sesso è punito con la morte certa.

La pena di morte è per chiunque commetta questi reati (e ovviamente tanti altri) al di sopra dei 18 anni, l'omicidio invece è punibile con la morte anche dall'età di 15 anni.

 

I condannati per sodomia, spesso incorrono nel rischio di essere messi a morte, se sono adulti e consenzienti, ma è il giudice a decidere l'esecuzione. Se una persona non è consenziente, viene punito solo lo stupratore. Un non-adulto che è condannato per sodomia consensuale viene punito con 74 frustate. Per condannare un uomo di sodomia serve quattro volte la sua confessione ma anche la testimonianza di quattro uomini "etero". La sola testimonianza dell'imputato o di donne non porta alla condanna per sodomia, un po' per pregiudizio sessista contro le donne, un po' per restringere i casi da pena di morte.

Le condannate per lesbismo, mature, sane di mente e consenzienti devono essere frustate 50 volte. Se le donne imputate vengono condannate più di tre volte (e quindi 50 frustate ogni volta), alla quarta vengono messe a morte.

A discrezione del Corte di giustizia iraniana, multe, pene detentive e pene corporali sono di gran lunga più applicate della pena di morte (lo stupro come è già stato detto prevede unicamente la morte). Le accuse di sodomia sono state utilizzate spesso in reati politici per sconfiggere dissidenti, incarcerarli o metterli a tacere.

 

L'Iran è l'unico Stato islamico che riconosce apertamente i diritti dei transessuali, esistono avvocati per transessuali, e Maryam Khatoon Mokara è divenuto leader della più importante organizzazione transessuale della Repubblica Islamica dell'Iran.

 

In Iran non esiste alcuna legislazione che difenda le persone da pregiudizi e discriminazioni basati sulla sessualità o l'identità di genere. Ufficialmente il governo di Teheran sostiene che tutti siano eterosessuali e che l'omosessualità sia una violazione della volontà suprema di Allah.

I matrimoni e unioni tra persone dello stesso sesso non sono assolutamente riconosciuti né legali in Iran. Poche lesbiche, gay o bisessuali si dichiarano in famiglia per timore di essere rifiutati, maltrattati o consegnati alle autorità. I non-eterosessuali sono visti come molestatori di bambini, malati di sesso e malati degenerati.

 

Il governo iraniano non permette l'esistenza di un partito politico che sostenga/difenda i diritti LGBT. Molti partiti politici iraniani in esilio tra cui il Partito Verde hanno dichiarato che ogni cittadino iraniano sia uguale per legge, indipendentemente dal sesso, dall'età, dalla razza, dalla nazionalità, dalla religione, dallo stato civile e dall'orientamento sessuale o convinzioni politiche, e chiedono la separazione tra Stato e religione. Il Partito Comunista dell'Iran (sempre in esilio) ha sostenuto che tutti gli uomini e le donne adulti devono essere liberi di amare altri adulti indipendentemente dal sesso, e che nessuna autorità deve permettersi di interferire in rapporti tra privati di questo genere. Pure il Partito Costituzionalista dell'Iran (liberale e monarchico) ha dichiarato il suo supporto ai diritti LGBT.

 

Molte nazioni come i Paesi Bassi, il Giappone e il Regno Unito hanno dato la loro disponibilità nell'accogliere rifugiati LGBT discriminati in Iran. Il cui governo credr anche che l'omosessualità, sia un prodotto degenerativo occidentale e propagandato da Israele in Medio Oriente.

Edited by Rotwang
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https://www.gay-forum.it/topic/25649-i-diritti-lgbt-in-iran/
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Il regime dei Pahlavi divenne sempre più autoritario e oppressivo negli ultimi anni, la SAVAK, la polizia segreta dello Scià si macchiò di torture ed imprigionamenti sommari di oppositori politici e dissidenti, ciò che innescò la rivoluzione per sovvertire la monarchia fu l'incendio di un cinema e la morte delle persone all'interno, la colpa ricadde sulla polizia politica della famiglia imperiale e si diffusero manifestazioni che divennero insurrezioni che alla fine costrinsero lo Scià ad abbandonare il paese. Comunque nessuno all'inizio della rivoluzione credeva che il paese si sarebbe trasformato in una teocrazia.

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Comunque nessuno all'inizio della rivoluzione credeva che il paese si sarebbe trasformato in una teocrazia.

 

Nessuno di quelli che avevano fette di salame sugli occhi e la cera nelle orecchie lo credeva...... dato che Khomeini aveva detto sempre e chiaramente perché si opponeva al regime di Rheza Pahlevi e che cosa avrebbe fatto se fosse riuscito a cacciarlo dal trono.

In Italia era addirittura esilarante ascoltare le sinistre italiane ed europee, sia moderate sia estreme, acclamare Khomeini come portatore di liberazione del popolo iraniano dal giogo dello scià e questo solo perché lo scià era un solido e fedele alleato degli Stati Uniti d'America (avrei voluto vedere se Rheza Pahlevi si fosse dichiarato, ceteris paribus, marxista): quem deus perdere vult, dementat.

Ma forse non erano nemmeno tanto dementi, dato che alla fine, se avesse prevalso, il flagello di Khomeini avrebbe lacerato la schiena del popolo iraniano, non certo quella dei sinistrorsi italiani ed europei.

Edited by Mario1944
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